La laicità, un bene da esportare?

Se non nella pratica, quantomeno in teoria le costituzioni di quasi tutti gli stati dell’Unione Europea affermano la laicità come un principio fondamentale. Meritevole di esportazione? C’è chi lo pensa. Ma c’è anche chi pensa che la laicità all’europea sia troppo aggressiva. Ironicamente, chi lo pensa è a sua volta un fautore di principi fondamentali da esportare…

La prima notizia arriva da Presseurop: i diplomatici dell’Unione Europea riceveranno presto direttive in cui si chiederà loro “di promuovere all’estero la neutralità dei poteri pubblici e di proteggere la libertà di culto”. Non è ben chiaro in cosa consista concretamente il provvedimento, che sembra assai generico. Come è stato già sottolineato da alcuni, ben pochi stati europei possono definirsi “neutrali”: la regina d’inghilterra è a capo della Chiesa anglicana, nelle scuole italiane si insegna la religione cattolica, e l’Ungheria si è recentemente dotata di una costituzione smaccatamente cristianista. Secondo il polacco Robert-Jan Uhl, consigliere sui diritti umani dell’Osce, “l’importante è il rispetto dei diritti elementari, fare in modo che la gente possa importare e diffondere la letteratura religiosa e che ai detenuti siano dati pasti conformi alla loro religione”. In tal modo si finisce però assai lontani dal concetto di laicità, senza nemmeno essere prossimi a quello di libertà di religione: sembra piuttosto la vecchia, settecentesca “tolleranza”.

Due europarlamentari olandesi, Peter van Dalen (Partito dell’unione cristiana) e Dennis de Jong (Partito socialista), la vedono in maniera più decisa: si tratta di promuovere anche “il diritto di cambiare religione o di non essere credente. In alcuni paesi questa scelta porta all’emarginazione, ma la libertà di culto e le convinzioni religiose riguardano anche il diritto di non essere credenti”. E i tanti casi, resi noti ormai quotidianamente, di atei in difficoltà nei più diversi paesi per aver espresso le proprie idee sta lì a dimostrare che un impegno del genere è necessario.

Nello stesso tempo, dagli Usa arriva tuttavia una sorta di pesante distinguo. Il rapporto annuale della commissione sulla libertà religiosa internazionale, che fa capo al dipartimento di stato Usa, prende di mira anche il “laicismo aggressivo”. Perché alcuni provvedimenti (la messa al bando in pubblico del burqa in belgio e in Francia, per esempio) sarebbero limitativi della libertà di religione. Quali esempi di “discriminazione nei confronti della religione” si citano anche casi assai discutibili, come alcuni limiti imposti alla macellazione rituale (assai violenta) e alla circoncisione (imposta anche ai neonati).

Per contro, il rapporto evidenzia ben pochi casi di persecuzioni nei confronti degli atei, dedicando invece amplissimo spazio alle discriminazioni verso le religioni di minoranza. Il documento non può però fare a meno di notare che non esiste posto migliore per la tutela della libertà di religione dell’Europa Occidentale, tanto da non riuscire a documentare alcuna non metaforica “aggressione” di non credenti nei confronti di credenti. La definizione di “libertà religiosa” che ne emerge non è per nulla nuova: è la libertà delle religioni di poter fare ciò che par loro, senza bilanciamenti da parte statale. Curioso che a scriverlo siano esponenti di un paese che, in tempi non lontani, ha voluto esportare la democrazia — o, per essere più precisi, il proprio concetto di democrazia. Un paese in cui, in diversi stati, agli atei non è ancora oggi possibile accedere a incarichi pubblici. Non sorprendentemente, il rapporto del dipartimento di stato Usa fa le pulci a molte nazioni, ma programmaticamente decide di non trattare un paese: il suo.

Non si tratta di chiedere “reprocità”, a maggior ragione se a farlo sono paesi che, a casa loro, non si comportano in modo irreprensibile. Si tratta semmai di limitare le relazioni con quei paesi che violano i diritti umani, e non solo quelli religiosi. Non sembra tuttavia che gli Usa siano in grado di prendere le distanze da nazioni liberticide a 360 gradi come l’Arabia Saudita. Né sembrano in grado di rappresentare un modello ideale per quei paesi che vogliono adeguare la propria legislazione a più alti standard di civiltà. In fondo, il buon esempio offerto a casa propria può spingere altri a fare altrettanto a casa loro. Un’Europa laica è la miglior garanzia per chiunque, e il miglior biglietto da visita per i paesi che ne fanno parte.

La redazione

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44 commenti

Federix

Finchè le religioni non verranno eliminate dal mondo attraverso pazienti, capillari, intense e profonde campagne di civilizzazione e di informazione (al pari di come andrebbero eliminati completamente dal mondo anche l’analfabetismo e la fame), nei paesi in cui coabitano “fedeli” di varie religioni potrebbe sempre accadere che questi – più o meno aizzati da qualche criminale o da qualche psicopatico di turno – si aggrediscano a vicenda e/o aggrediscano atei.
Gli atei in quanto tali non possono aggredirsi tra di loro, poichè non esistono “ateismi tra loro incompatibili”.

Priapus

I cow boys sono tendezialmente bigotti, perciò non sono affidabili in tema di libertà dalla religione.
Mi accontenterei di non essere importunato dai cattopiteci e di non dover pagare i loro vizietti;
naturalmente, con la totale protezione per tutti i bambini dal plagio e dalla pedofilia il mondo sa
rebbe già migliore.

claudio285

io non sarei così critico rispetto agli USA. Ricordiamo che che l’America è fortemente federalista. Ci sono Stati ultraconservatori e stati liberal, stati in cui i poliziotti hanno una croce cucita sulla divisa (così la vidi tempo fa sulle divise dei poliziotti del Texas) e stati che concedono il matrimonio omosessuale e addirittura legalizzano la cannabis. Naturalmente negli USA una concezione “francese” della laicità sarebbe inconcepibile. La loro storia è da sempre multiculturalista, fin dai tempi dei primi coloni, e rimarrà tale.
Gli USA, sebbene, lo ripeto, inevitabilmente multiculturalisti, rimangono una grande democrazia.

Francesco S.

Motivo per cui meglio non prenderli ad esempio, visto che abbiamo in casa a pochi passi la Francia che è un ottimo esempio di stato laico, democratico e con un buon stato sociale, almeno in 2 di queste gli Usa difettanno e noi dobbiamo guardare al meglio e non al meno peggio.

Tino

claudio sono gli usa che sono critici con gli altri paesi, la francia non fa rapporti sulla libertà di religione negli usa. per il resto sono i primi a reclamare restrizioni all’immigrazione islamica del canada, dunque a redazione ha fatto benissimi a scrivere questa breve. Un po come per la turchia che dovrebbe entrare in europa secondo loro. Sul fatto che rimanga una grande democrazia e sarà sempre multiculturalista non saprei, in realtà gli usa fin dall’inizio hanno represso le lingue altre che l’inglese, con lo spagnolo è più difficile.

Priapus

Ma una democrazia che ha accettato lo schiavismo sin dall’inizio e che, con la teoria Monroe,
si è proclamata campione del colonialismo. Col termine cowboy distiguo i più civilizati californi
ani e cittadini dell’ East Coast dai texani, abitanti della BibleBelt ed amici del KKK.

whichgood

” Un’Europa laica è la miglior garanzia per chiunque, e il miglior biglietto da visita per i paesi che ne fanno parte. ”

No ho alcun dubbio su questo. Neanche la Chiesa ne ha dubbi, e per questo fra i suoi principali obbiettivi c’è quello di conquistare poltrone al Parlamento Europeo e incidere il più possibile sui ministeri dell’Istruzione di tutti i paesi europei, proprio perchè la laicità è un nemico naturale delle religioni, in particolare di quella cattolica, e va combattuta con l’indottrinamento, la diffusione dell’ignoranza, il revisionismo storico e il lavaggio di cervello che porta anche la gente colta a credere nell’esistenza di babbo natale.

Tino

comunque credo che la ragione principale dell’attacco alla Francia sia il trattamento riservato alle sette non tanto l’islam.

whichgood

Esistono anche i paradossi. In Argentina ad esempio, paese molto più laico dell’Italia a livello pratico e non sulle parole, il presidente della Nazione giura a secondo il proprio credo religioso (lo garantisce l’art. 93 della Costituzione), anche se finora non è mai successo di aver un presidente ateo o non cattolico. Solitamente giurano “per Dio nostro Signore e su questi Santi Evangeli…”.
Il paradosso è che si dia la possibilità al Presidente di garantire col proprio credo di osservare la legge dello Stato. Questo potrebbe interpretarsi come un principio di laicità ma in realtà è tutto il contrario perché mette la religione al di sopra delle leggi dello Stato per il fatto di fargli da garanzia. In fin dei conti sono i fatti quelli che pesano veramente; infatti in Argentina oggi è possibile avere parità di trattamento e garanzie per gli omosessuali riguardo le unioni matrimoniali. In altre parole, gli argentini se ne fregano delle parole vuote delle religioni.

Tino

in argentina l’aborto è sempre vietato, non sono sicuro che sia praticamente piu laico dell’italia. 1 a 1 direi.

whichgood

E’ vero sull’aborto, azione che rimane legale in caso di stupro (e con autorizzazione dei genitori nel caso dei menori, roba da matti).
Bisogna dire anche che il Governo federale argentino sostiene il culto cattolico appostolico romano, messo in chiaro sulla Costituzione. Ma anche in questo caso si tratta di un “paradosso”: nessuno si permetterebbe mai di mettere simboli religiosi nelle scuole pubbliche, nè ore di religione. Ci sarebbe una rivoluzione sociale se qualcuno intervenisse in questo senso. E per quei anni che ho vissuto in Argentina non ho mai visto crocifissi, madonne nè altre cianfrusaglie negli uffici pubblici.

K

Mi sembrano presupposti un po’ traballanti per un’analisi comparativa. Certamente non scambierei il diritto all’aborto con i crocifissi.
Il fatto poi che il presidente giuri in base al suo credo religioso, inteso come indice di laicità, cos’è, una barzelletta?
Secondo me, ad occhio e croce, il motivo dell’assenza di simboli religiosi cristiani nei luoghi pubblici è più dovuto alla forza relativa della comunità ebraica che non ad una malintesa laicità dello Stato argentino. Non conosco bene l’Argentina, ma faccio un parallelo con l’Uruguay, che è il suo fratello minore.

Priapus

Checchè ne dicano gli Americani alla Bush, democrazia e laicità non si esportano non le armi.
ma con la cultura e le idee; anche negli stati teocratici i giovani e le donne sono ricettivi alla
cultura ed alle idee di uguaglianza e comunque nuove, in genere.
Su questo terreno si sono persi anni preziosi; quando noi occidentali avevamo il monopolio
di certe tecnologie, avremmo potuto pombardare il mondo intero di propaganda laica e demo
cratica. Ricordo che alcuni anni fa, la Cina che allora non aveva la tecnologia per disturbare
le trasmissioni, corruppe, con un contratto miliardario, una società italiana che gestiva i satel
liti Euelsat, perchè non diffondesse trasmissioni sgradite.
Ora, Cina ed Arabi hanno la tecnologia, ma quelli che aspirano a laicità e democrazia fanno
miracoli per capitare quello che filtra e diffonderlo in rete ed è su questo, non su guerre e san
zioni che dobbiamo contare. Le idee sono incomprinibili ed un poco di cultura che sta aumen
dando ovunque fuorchè in Italia, aiuta a distinguere le idee giuste da quelle sbagliate.

whichgood

In Italia?. La mordazza preme e usa qualunque scusa per censurare:

http://www.repubblica.it/politica/2013/05/03/news/boldrini_intervista-57946683/?ref=NRCT-57972506-2

Non che non siano gravi le minacce di morte ed altre soprusi ma il web è soltanto un mezzo in più. I politici hanno molta paura del web perchè finora si è dimostrato l’unico mezzo effettivo di comunicazione libera.
La procura ha già aperto una inchiesta sul caso Boldrini, eppure per le normali cittadine che hanno denunciato (inutilmente) i loro aggressori per stalking sono già state aggredite, a volte in modo mortale.
Anche per il caso Luigi Preiti, i politicanti di turno hanno approfittato subito per chiedere le auto blu.
Non dico che l’onda d’ignoranza sia tutta colpa della politica, ma di sicuro essa ci mette tutte le forze per diffonderla da noi.

Diocleziano

Per quello che ne so la Boldrini fino a ieri era una emerita sconosciuta,
oggi tutti fanno a gara per fargli la pelle: non sarà una strumentalizzazione?
Che il web sia un pericolo lo hanno capito i politici da quando Grillo
ha cominciato a tagliargli l’erba sotto i piedi, e lo hanno capito i preti
da quando i temi della laicità stanno diventando incontrollabili.

whichgood

@ Diocleziano

Non credo che sia una strumentalizzazione. Le minacce potrebbero benissimo essere vere. Quello che non raccontano sono le statistiche, quante di quelle minacce si cristalizzano. Obbiettivamente, quanti Luigi Preiti ci sono stati?. Quante persone intenzionate a nuocere fisicamente i politici hanno detenuto le forze dell’ordine in fragrante?.
L’idea della mordaza al web non è nuova. Da molto fastidio alla politica che la gente s’informi più dal web che dalla tv. Personalmente mi fanno ridere i politici che aprono social web, blogs e perfino usano twitter come mezzo di comunicazione ufficiale, sappiamo benissimo che non è possibile per loro rispondere neanche al 1 % dei messaggi che ricevono. La politica e la Chiesa hanno perso una fonte enorme di disinformazione: la TV non attira più e ora devono conquistare un mezzo “nuovo” con le loro regole ad hoc.

Francesco S.

In compenso il web sta diventando la più grande fonte di disinformazione mai esistita, come dichiarato anche dai fisici del CERN suoi inventori.

Diocleziano

whichgood,
intendo proprio come hai detto: minacce ‘vere’ ma non serie.
Quindi ritengo strumentali i timori della Boldrini. Se fosse roba seria non
se ne andrebbe in giro ostentatamente senza scorta. Qualche giorno fa
la notizia che la signora avrebbe chiesto l’impiego di sette agenti per
sorvegliare i siti web e denunciare chi facesse satira su di lei.
Altro caso di leggi ad personam?

Francesco S.
Che il web diventasse fonte di disinformazione era insito nella sua natura:
un surplus di informazione ottiene lo stesso risultato di una informazione
addomesticata.

Francesco S.

Il nostro sistema scolastico sta fallendo, negli USA hanno i creazionisti in italia abbiamo questi qui cambia l’oggetto ma il fanatismo è lo stesso.

giuseppe

l’Ungheria si è recentemente dotata di una costituzione smaccatamente cristianista.

L’Ungheria, secondo la sua storia e la sua libertà di scelta, ha optato per una costituzione ispirata a principi cristiani. Voi definite con disprezzo “cristianista” questa costituzione perché, arroganti e dittatori come siete nel dna, volete imporre a tutti il vostro “laicismo”.

Priapus

Io ce lo manderei in Ungheria, chissà se sono più come le “croci frecciate” di una
volta?

Tino

intanto l’ungheria tanto cristiana ha estradato l’assasino di un armeno accolto con tutti gli onori in Azerbaigian. Tante parole e pochi fatti.

Tino

anzi fatti inquietanti con i soldi del gaz dell’arbaigian si mettono da parte i valori cristiani quando fa comodo.

Kaworu

mi sembra la risposta di “qualche” mio paziente.

peccato che il proverbio sia “una” rondine.

Paul Manoni

Quindi se io uso il termine “cattolicista” o “cristianista”, sono arrogante, dittatore che disprezza. Se tu usi il termine “laicista” invece… 😯

gmd85

@giuseppe

Tu non vuoi imporre il tuo cristianismo, vero? No, perché, nel caso, corri il rischio di essere considerato arrogante e dittatore nel DNA. Ma tu lo sai com’è impostata la costituzione ungherese?

K

Parlo a nome mio.
Anche l’Iran s’è dotato di una costituzione smaccatamente islamista per via democratica.
L’Iran, guarda caso, non fa parte dell’UE.
I principi fondanti della modernità occidentale risiedono nel superamento del pensiero dogmatico e superstizioso e nel recupero del razionalismo greco. Il progresso nel senso della storia occidentale passa certamente attraverso la sopraffazione e l’emarginazione dei riti tribali delle religioni semitiche. Su questo io non ho alcun dubbio. L’unica dimensione possibile concessa al trogloditismo giudaico-cristiano-islamista è quella privata: in casa sua ognuno può venerare il feticcio che più lo rassomiglia, fintantoché non infrange le leggi dello Stato, laico, razionale, unico possibile.
Personalmente non m’infingo. Questa è una guerra di civiltà e, come ogni guerra, fa morti e feriti. La stessa democrazia è un concetto che contiente, in nuce, la propria perdizione: la democrazia può essere democraticamente sovvertita. Gli esempi storici si sprecano, non ultimi quelli della Germania nazista e dell’Iran Khomeinista.
Durante le guerre napoleoniche e nel contesto della guerra civile spagnola, ad esempio, le fucilazioni dei preti furono atti corollari di civiltà e di progresso, inutile negarlo. Perché il contesto era quello della Santissima Inquisizione e del supporto al golpe franchista.
Allo stesso modo, oggi, si pone la controversia tra il diritto particolare alla libertà religiosa ed una serie di diritti riconosciuti come diritti universali dell’uomo: penso ad esempio al diritto della donna islamica diportare il niqab ed il diritto occidentale della donna di essere libera ed equiparata all’uomo.
I diritti razionali universali devono assolutamente prevalere sui diritti tribali particolari: solo quest’assunto può preservare le conquiste di civiltà dell’Occidente.
Imporre oggi il divieto dell’occultazione pubblica del capo per le donne islamiche nei paesi occidentali equivale alla fucilazione dei sicari della Santissima Inquisizione nel 1806: un atto necessario sulla via del progresso. Un atto prevaricativo? NO, un atto di legge, razionale, impositivo.
Allo stesso modo e per gli stessi motivi l’Ungheria va estromessa dall’Unione Europea: va isolata perché il lebbroso porta la lebbra.

giuseppe

Il problema é che tu non accetti che uno possa essere cristiano e quindi tutti i cristiani diventano cristianisti. Io, al contrario, accetto che uno possa essere ateo e laico, ma non siamo d’accordo sul concetto di laicità. Se dico laicisti é perché, anche davanti a fatti molto banali e di nessuna rilevanza sociale, vi accanite con una acredine che scopre la vostra vera natura.

Paul Manoni

“Il problema é che tu non accetti che uno possa essere LAICO e quindi tutti i LAICI diventano LAICISTI. Io, al contrario, accetto che uno possa essere CRISTIANO e CATTOICO, ma non siamo d’accordo sul concetto di CRISTIANITA’. Se dico CRISTIANISTI é perché, anche davanti a fatti molto banali e di nessuna rilevanza sociale, vi accanite con una acredine che scopre la vostra vera natura.”

P.S: Il concetto di cristianità è semplice. “…soltanto la pratica cristiana, una vita come la visse colui che morì sulla croce, soltanto questo è cristiano” (cit.).
Se per te i “cristiani” di oggi vivono come Gesù Cristo… 😉

Stefano Grassino

Paul io credo sia ancora peggio: “solo chi vive in Cristo è degno di vivere nella considerazione e nel rispetto”.
Gli altri ponno anche anna morìmazzati.

K

Scusa, ma chissenefrega di come vivono oggi o son sempre vissuti i cristiani?
I cristiani credono in un dio che ha compiuto decine di genocidi per puro e semplice vezzo e divertimento ed in un cialtrone che camminava sulle acque, resuscitava contemporaneamente a Gerusalemme ed in Galilea, resuscitava morti da tre giorni con i vermi nelle orbite degli occhi, nato da una vergine vaporizzatasi in cielo anima e corpo al momento della propria stessa morte.
Ma di che parliamo?
Vanna Marchi è stata condannata per molto meno.

K

Io sono laicista e lo rivendico.
Rivendico la supremazia della ragione sulla superstizione retrograda, fucina di roghi di libri e di carne viva.
Tu te ne vergogni?
Bene, se te ne vergogni e se tutti i laici come te se ne vergognano, che comincino a raccogliere fascine per i roghi delle streghe, degli eretici, degli apostati e degli omosessuali: si dà il caso che nel medioevo i raccoglitori più efficienti venivano infine ricompensati dalle autorità ecclesiastiche.

Gérard

@ Stefano Grassino

” Soltanto chi vive nel Cristo …. ”
Chi l’ ha sparata codesta ???’
Mi interessa molto …

Francesco

Papa (ufficiale): La laicità, un penes da exportar?
Segretario: Bene, Sua Santità! Bene!
Papa (ufficiale): Enfatti, io non entendivo cosa ce c’entrasse la laicità con l’eviraziones. Anche se….
Segretario. Sua Santità!
Papa (ufficiale): Non ablo più.

Ermete

Il tuo uso dell’idioma italo-spagnolo sta molto migliorando.
Un consiglio: meno -s finali (che stanno comunque diminuendo).
Su ‘penes’ a mio avviso non serviva, su ‘eviraziones’ avrei scritto ‘evirassione’, perchè spesso i latini trasformano la z in una s forte.
Ma stai lavorando molto bene: tra poco l’argentino raggiungerà i livelli dell’Emeriten! 😉

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