Esiste l’islam moderato?

Negli ultimi tempi non sono mancati, sul nostro blog, gli interventi riguardanti l’islam. È del resto inevitabile: il panorama religioso del continente si sta modificando e la presenza di milioni di musulmani interpella tutti, credenti e non credenti, clericali e laici. Un argomento di discussione assai dibattuto è quello sulla diffusione dell’integralismo tra i fedeli islamici. Un sondaggio condotto sull’argomento su un campione senza precedenti quanto a dimensione può fornirci qualche risposta. Una ricerca condotta dal Pew Forum, su 38mila interviste a islamici in 39 paesi, fornisce interessanti elementi e permette di capire meglio come gli stessi fedeli musulmani considerano le questioni sociali. Un dato diffuso è che gli islamici considerano la religione molto importante, indispensabile per avere un’etica e ritengono che debba condizionare anche la società e la politica.

Schiaccianti maggioranze caldeggiano l’imposizione della sharia come legge dello Stato, soprattutto nell’Asia del sud, ma anche nel Medio Oriente, nell’Africa mediterranea e in quella sub-sahariana. Tra i paesi dove la quota è più alta abbiamo Malaysia (86%), Indonesia (72%), Afghanistan (99%), Pakistan (84%), Bangladesh (82%), Iraq (91%), territori palestinesi (89%), Marocco (83%), Egitto (74%), Giordania (71%), Niger (86%), Gibuti (82%), Repubblica Democratica del Congo (74%), Nigeria (71%). Indicativamente, l’appoggio alla sharia è diffuso a prescindere dall’età, ma in pochi paesi — soprattutto quelli del Medio Oriente e del Nord Africa, la percentuale è minore tra quelli che hanno meno di 35 anni.

Nella maggior parte dei paesi islamici una percentuale altissima ritiene che la donna sia sempre obbligata a obbedire al marito, anche tra le stesse donne (idea però minoritaria in Europa). Il diritto della donna di scegliere o meno se portare il velo è riconosciuto più in Europa (88%) e sempre meno se si va nel Sud Est asiatico, in Asia centrale, Medio Oriente e Nord Africa (53%), Africa sub-sahariana. Il diritto delle donne al divorzio e ad ereditare come i maschi è riconosciuto meno in Asia, Medio Oriente e Nord Africa.

Una maggioranza di islamici, soprattutto nell’Asia del Sud, in Medio Oriente e in Nord Africa, ritiene che i giudici religiosi debbano occuparsi di questioni familiari. Il consenso alle punizioni corporali per i criminali è medio-alto, con un picco dell’81% nell’Asia del Sud. L’uccisione di coloro che abbandonano l’islam è caldeggiata soprattutto in Asia del Sud (76% a favore) e dalla maggioranza nel Medio Oriente e in Nord Africa (56%), mentre altrove gli apostati sono molto più tollerati. Sui comportamenti da giudicare morali o meno, circa il 90% degli islamici condanna la prostituzione, l’80%-90% l’omosessualità e il suicidio, mentre sesso fuori dal matrimonio, bere alcool, aborto ed eutanasia risultano leggermente più tollerati specie in Europa (ma comunque condannati da più dei 2/3).

Per quanto riguarda il terrorismo, una schiacciante maggioranza è contraria e non lo giustifica; trova un po’ più di consenso in Malaysia, Afghanistan, Bangladesh, Marocco, Egitto e soprattutto nei territori palestinesi. A proposito del rapporto tra religione e modernità e tra religione e scienza, per una maggioranza non schiacciante c’è comunque conflitto. L’evoluzione è sostenuta da una risicata maggioranza degli islamici in Europa, Medio Oriente, Nord Africa e Asia centrale, e da meno del 40% nel resto dell’Asia. La risposta sull’evoluzione è interessante: è come se i musulmani, arrivando in Occidente, anziché diventare più laici aggiungessero altre caratteristiche negative dei cristiani integralisti. Gli islamici assorbono elementi della cultura occidentale, ma ritengono che danneggi la morale (specie nell’Africa sub-sahariana e in Asia).

Manjii

Nei paesi in cui è alto il sostegno alla sharia la maggior parte degli islamici è comunque a favore della libertà per le altre religioni. Si riscontra in media una percentuale tra il 50%-60% di islamici che ritengono che la sharia debba essere applicata solo ai propri correligionari. I ricercatori spiegano l’apparente dicotomia con la tesi che vorrebbero la sharia solo per i musulmani, ma non regge, visto che nel contempo vogliono che la sharia sia legge dello Stato. Quello di libertà religiosa è un concetto nato in Occidente, che fatica a essere compreso altrove. Si pensi che già da noi, benché la legge e la giurisprudenza lo estenda ai non credenti, la Chiesa cattolica continua a interpretarlo come diritto a non subire limitazioni da parte dello Stato. In poche parole, mentre i laici ritengono che la propria libertà religiosa trovi un limite nella libertà religiosa altrui, i clericali ritengono che la propria libertà religiosa non debba mai essere limitata, mentre la libertà religiosa di tutti gli altri, pur riconosciuta, è soltanto residuale. Questo è probabilmente il concetto di “libertà religiosa” che anche la maggioranza dei musulmani fa proprio.

Dallo studio emerge un quadro complesso. Si potrebbe dire che la maggioranza dei musulmani è moderata se si fa riferimento alle opinioni prevalenti nelle società a maggioranza musulmana, ma è integralista e clericale se si fa riferimento alle opinioni prevalenti nelle società occidentali. In questi paesi è indubbio che una parte importante dell’immigrazione si secolarizzi, ma rischiano nel contempo di attecchire idee molto arretrate rispetto alle legislazioni laiche europee. In Europa tuttavia pare che, nonostante gli allarmismi, una generale integrazione sia pragmaticamente possibile. Lo afferma una ricerca presentata allo University College di Londra per la NORFACE Migration Conference sulle comunità islamiche in Gran Bretagna e Germania. Lo studio ha messo in luce come favorire impiego e fornire case spesso porti alla coesione e all’integrazione.

Il confronto tra islam e Occidente genera diversi approcci. Interessante la testimonianza di Saif Rahman, storico attivista laico che ha abbandonato l’islam e che ora si definisce “musulmano per cultura”, come sintesi per descriversi come un “agnostico laico utilitarista razionalista riduzionista umanista con influenze culturali islamiche”. Mantiene poche caratteristiche culturali e rituali dell’islam che provengono dalla sua famiglia, sebbene non sia credente, e ha partecipato per esempio al funerale religioso (janazah) del padre. Dal suo punto di vista, è un modo per non auto-segregarsi e per avviare un dialogo con gli islamici liberali.

Uno scrittore di origine pakistana, che vive in Canada, Ali A. Rizvi, non ha da parte sua problemi sull’Huffington Post a definirsi “ateo musulmano”, in quanto non crede in Dio ma segue alcune tradizioni culturali di famiglia (come il digiuno del Ramadan, o le festività islamiche). Commentando il fiorire di critiche al new atheism di Richard Dawkins, Christopher Hitchens e Sam Harris bollato come islamofobo, fa notare che al di là del negazionismo e il buonismo di taluni proprio gli stessi integralisti islamici hanno sempre ribadito la profonda matrice religiosa fondamentalista dei loro atti e del loro pensiero. E che lui stesso, in quanto ateo ateo, sarebbe stato messo in galera o giustiziato nel suo paese di origine. Per fortuna la maggior parte degli islamici è tranquilla, conosce superficialmente il Corano e prende da esso solo ciò che gli fa comodo, proprio come gli aderenti di altre religioni. Accade ovviamente che islamici, o anche appartenenti ad altre religioni, siano oggetto di aggressioni razziste da condannare. Rizvi difende l’approccio del new atheism, che contesta in maniera puntuale i contenuti oppressivi e integralisti dei testi sacri, ribadendo che non si tratta di un attacco alle persone, che hanno tutto il diritto di fare sano cherry picking e ignorare le parti più retrive del loro credo. Bisogna onestamente riconoscere che la religione può causare disastri e che criticarla non può legittimare l’etichetta di “bigotto” o “islamofobo”.

Ma anche senza andare tra chi ha abbandonato la religione, pur non rescindendo tutti i legami, si può trovare un islam progressista. Purtroppo è decisamente minoritario. (Si pensi, per fare un solo nome, a Irshad Manjii) E lo è anche perché non è aiutato, in Europa, proprio dagli esponenti progressisti, che scivolano spesso in un aprioristico giustificazionismo nei confronti di qualunque situazione coinvolga l’islam. Come ha fatto Ken Livingstone, storico esponente laburista già noto per le simpatie verso l’islam, che intervistato dalla televisione iraniana Press Tv ha dato la colpa dell’attentato di Boston organizzato da due giovani integralisti islamici alle politiche degli Usa, in particolare di George W. Bush. D’altronde la commistione tra una certa sinistra e l’islam più conservatore e comunitarista è arrivato al punto che in Gran Bretagna un partito di sinistra filo-islamico come Respect, affermatosi in roccaforti laburiste, è obbligato a fare dei distinguo. Proprio George Galloway, uno dei suoi esponenti, ha dovuto chiarire pubblicamente che Respect “non è un partito islamico”.

L’islam moderato è probabilmente maggioritario, quantomeno in Europa, ma fatica a far sentire la sua voce. Un po’ quanto accade per i “cattolici non praticanti”: che rappresentano la maggioranza, tra chi si dichiara cattolico, ma che non ha alcun potere per modificare le posizioni della Chiesa. L’islam moderato non è quello dei leader religiosi, così come il cattolicesimo moderato non è quello dei cardinali. Per i fedeli musulmani evolversi potrebbe essere in teoria più semplice, visto che non esiste un’autorità dottrinale centrale a cui far riferimento: un aspetto che li avvicina maggiormente ai protestanti. Purtroppo non si vede in vista alcun Lutero, e quelle poche voci che talvolta condannano gli attentati più gravi sono comunque intimoriti dalle minacce degli integralisti, che fanno a gara a chi la barba più lunga.

La redazione

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62 commenti

Federix

Sono amico di una famiglia di islamici, carissime persone. Però sono più occidentali che “islamici”. Quando ho detto loro che sono ateo siamo rimasti amici senza alcun problema; l’unica cosa che è cambiata è che non intercalavano più “Grazie a Dio”. 🙂

CesareTS

L’Islam non è una religione tollerante, anzi è opprimente e considera se stessa come unica guida politica e spirituale. Basta questo, tutto le altre considerazioni sono nulle di fronte alla realtà. Come tutte le altre religioni, se non di più, va combattuto. Il resto è aria fritta.

Francesco S.

Non credo che esista una Islam moderato: se credessi in dio e quindi nel diavolo dedurrei che il corano sia stato dettato a Maometto dal diavolo in persona.

Credo che esista una minoranza di islamici moderati schiacciati da una maggioranza pericolosa, a me da ateo mi fanno paura certe opinioni prevalenti verso gli apostati, la stessa paura che proverebbe un ebreo alle affermazioni di un naziskin.

Non capisco come la “sinistra radicale” inglese sia così degenerata, sostenere islamisti di fatto equivale a rinnegare tutti i valori della sinistra: Questi come i vari xenofobi non distinguono il migrante dalla sua religione.

claudio285

il pregiudizio positivo verso l’Islam della sinistra (più o meno radicale) è, secondo me, dovuto ad un pregiudizio anticapitalista. L’Islam è visto come l’incarnazione dei popoli oppressi dall’imperialismo occidentale, ed è in se stesso, oltre che antimoderno, antieconomicista, e quindi anticapitalista.
Costoro però non vedono come l’era dei Lumi coincise con l’affermarsi dell’economia di mercato come principale forma di creazione della ricchezza. Come l’industralizzazione e il commercio internazionale andarono di pari passo con le scoperte scientifiche, e il processo di democratizzazione di gran parte degli stati occidentali. Questo non significa naturalmente che l’economia di mercato coincida con la secolarizazione, o sia stata motore della secolarizzazione, ma la sincronia dei due fenomeni lascia supporre che possa esservi stato un legame tra mercato e secolo.

Laverdure

@Claudio285
Quello che dici,e con cui io concordo totalmente ,non e’ altro che l’ennesima
conferma che il marxismo e le sue innumerevoli “mutazioni evolutive ” ,da cui sono derivati i vari movimenti di sinistra, altro non era che una religione a tutti gli effetti,
che come ogni altra religione non favorisce certo il ragionamento e i buonsenso ma
incoraggia a ragionare per cliche’ :capitalismo,imperialismo ecc suonano come una
giaculatoria altrettanto vuota delle sure del corano e dei passi della bibbia,e beninteso altrettanto negativa nelle conseguenze.

claudio285

Io le chiamo: Le Due Croci. Il retaggio marxista e il retaggio cattolico. Ma forse, se parliamo in termini evolutivi, dovremmo parlare del meme marxista e di quello “cattolicista”. Il primo ha informato la cultura italiana per decenni, penetrando dei suoi schemi dialettici la scuola, la letteratura e la filosofia, relegando le altre visioni del mondo nel meravigliso mondo del “social fascismo”. La seconda ha dominato il sentire comune nella morale privata e pubblica. Il meme marxista ha così generato l’ossessione per l’imperialismo, lo schifo per i meccanismi economici base della società, l’ossessione lavorista che ancora cattura tutta la sinistra, compreso quella “socialdemocratica”. Il Meme cattolico ha favorito il familismo, il clientelismo, l’odio per la meritocrazia ed entrambi infine, in un modo o in un altro, la disattenzione se non il disprezzo per la scienza. Noi italiani siamo radicalmente antieconomici e inefficienti perchè la nostra cultura produce antieconomicità e inefficienza, e se siamo riusciti comunque a creare una economia, è nonostante la nostra cultura e non grazie ad essa.

faber

Concordo sull’analisi circa il pregiudizio positivo riguardo all’islam. Non concordo invece quella riguardo al marxismo. Il pensiero di Marx nasce e si sviluppa come analisi estremamente razionale dei rapporti economici interni alla società industriale capitalista. I principi del marxismo sono fatti di formule non di parole. Su queste formule lo stesso Marx ha costruito la propria visione politica. Che poi esistano alcuni che, per dirla con Gaber, “erano comunisti perché avevano scambiato “Il Capitale” per il vangelo secondo Marx” è un altro discorso. Chiamare l’imperialismo un’ossessione, quando proprio questo fenomeno sta eliminando i residui laici rimasti nella società nord-africana e medio-orientale in favore dell’islam radicale ma filo-occidentale, mi sembra forse un po’ azzardato. Come ho già detto qualche ultimissima fa, combattere il radicalismo islamico e combattere l’imperialismo probabilmente non solo sono due cose che non si escludono a vicenda ma, anzi, sono due facce della stessa medaglia.

Francesco S.

Anch’io credo che questi di Respect guardano all’Islam in chiave anticapitalista, ma si sbagliano alla grande.

Non capisco perchè il marxismo, una teoria politica, sociale ed economica come altre, si possa considerare religiosa e il liberismo economico no, quello che ci condanna ad una crisi economica ogni 10 anni.

Essere anticapitalisti significa semplicemente rifiutare un preciso sistema economico e optare per un altro, non c’entra nulla essere contro la scienza e per l’islam.

Laverdure

@Francesco
“Non capisco perchè il marxismo, una teoria politica, sociale ed economica come altre, si possa considerare religiosa e il liberismo economico no…”
Semplicemente perche’ non esiste paese al mondo dove un governo marxista non abbia ottenuto soltanto risultati deludenti per non dire disastrosi,basti pensare al
crollo dell’Unione Sovietica ,che grazie alla sua estensione e alle sue ricchezze naturali sarebbe potenzialmente piu’ ricca dell’occidente.
La negazione della proprieta privata ad esempio si e’ dimostrato un dogma totalmente contrario alla natura umana al pari del dogma della castita imposto dal cattolicesimo,e altrettanto pernicioso.
Viceversa il sistema capitalistico ha dato all’occidente un tenore di vita che ancor oggi e’, malgrado la crisi, il piu’ elevato al mondo.
E tutto questo non e’ avvenuto certo per caso.

faber

Perdonami ma penso che il marxismo bisognerebbe conoscerlo bene prima di parlarne! La teoria di Marx NON prevede l’abolizione della proprietà privata bensì la collettivizzazione dei mezzi di produzione!
L’Unione Sovietica, o sarebbe meglio dire la Russia, nel 1917, era uno Stato feudale, con un sistema industriale arretrato, povero ed affamato. Erano comunisti anche da prima in Russia?
Tu dici: il sistema capitalistico ha dato all’occidente un tenore di vita che ancor oggi e’, malgrado la crisi, il piu’ elevato al mondo”. Ohibò questa mi suona nuova! Solo nell’opulento occidente esiste il capitalismo? Se vai a valutare la lista di nazioni per indice di sviluppo umano ti renderai conto che molti fattori concorrono alle condizioni economiche e che essere un paese capitalista non è per niente sinonimo di ricchezza così come non lo è di povertà. Qualche esempio: Haiti, Niger, Sierra Leone e compagnia, sono alcuni degli Stati con il più basso ISU, e sono tutti Stati ad economia capitalista.

Francesco S.

Non accetto l’accusa di dogmatismo, tra atei la si da per sminuire il pensiero dell’altro, (l’ho fatto anch’io in passato, poi mi sono evoluto). Buona notte.

claudio285

beh, insomma, considerare il marxismo – indipendentemente dalle intenzioni di Marx stesso molto probabilmente – una mera dottrina politica e economica tra le altre mi sembra improprio. La dialettica marxiana trae la sua forza dalla filosofia che voleva combattere, cioè l’hegelismo; se non è una religione, è la cosa più vicina ad una metafisica che si sia mai vista operare nella società.
Ed è vero che i sistemi comunisti non funzionano, perchè semplicemente non si può pensare di progettare in maniera onnicomprensiva la produzione di una intera società, senza causare una perdita di valore enorme. Senza mercato non si formano le preferenze dei consumatori, laddove le preferenze non si possono formare, perchè il mercato è abolito, non vi può essere benessere, a meno che non si pensi davvero che le decisioni prese da un politburo non finiscano per azzeccare la produzione adatta a soddisfare le “eventuali” preferenze di migliaia di cittadini.
Non è accaduto questo in URSS come negli altri Paesi comunisti per semplice fatto che non poteva accadere. Il mercato serve a questo, a verificare e produrre le preferenze, come il mercato dei valori e delle discussioni serve a produrre voleri e schemi cognitivi del modno: “preferenze”, dopo tutto.
I comunisti certo volevano socializzare “solo” i mezzi di produzione, ma finirono per socializzare tutto, case, cortili e giardinetti compreso. Perchè? Perchè è implausibile un mondo in cui tutte le industrie manifatturiere, le aziende agricole, i negozi e in generale le aziende di servizi sono socializzati e le case no. Tutto prestabilito, prezzi, salari ecc. e il mercato immobiliare libero? Ma come mai sarebbe possibile. La proprietà privata, anche se puramente riferita agli oggetti che sono propri della sfera personale dell’individuo, implicano il mercato, giacchè la mia casa è mia in quanto la posso vendere, e secondo i criteri e il prezzo che più mi piacciono. Perciò non giriamoci intorno…

Quando ho detto che l’imperialismo è il “vero” obbiettivo della polemica della sinistra proislam, non ho detto che è una polemica sensata. In effetti ho parlato di memi. Se il meme prevede un’associazione antimperialismo(vecchio stampo diciamo) – islam, tale associazione continuerà ad operare e a produrre un fenotipo “proislamico di sinistra” finchè il meme non verrà abbandonato.

Francesco S.

Soprattutto non voglio parlare di marxismo:

1) perchè O.T.
2) io non l’ho citato
3) la mia era una riflessione sulla sinistra radicale inglese e il suo rapporto con la laicità.

Stefano Grassino

Hai ragioni da vendere. In questo sito esistono persone che se gli chiedi che ore sono ti rispondono: è tardi ed è tutta colpa del marxismo.
Io sono ateo perché razionalista, altrimenti di fronte alle malattie, invece di curarmi mi metterei a pregare.
A chi dice che anche i cattolici vanno dal dottore, rispondo: conoscete una ragazza cattolica di tredici anni, vergine?
Come ho sempre sostenuto, se siamo usciti dall’oscurantismo dei secoli scorsi, lo dobbiamo a vari eventi tra cui la nascita del socialismo.
Se poi questi ha fatto degli errori, non autorizza nessuno a cancellarlo dalla storia perché allora dovremo cancellare tutta la nostra politica e con essa la cultura e l’avanzamento della civiltà occidentale.
Difatti, l’Islam che da questa evoluzione è rimasto isolato, dimostra oggi in quali problemi si ritrova e in quale dramma rischia di far cadere pure noi.

Ermete

Pensare che il mercato testi i gusti è un’ingenuità da teoria classica dell’800 che, se allora aveva senso, oggi è assurda.
Il mercato, cioè l’offerta, contrariamente a quel che si pensa nella società odierna crea la domanda.
Sono io che creo l’Ipad e produco domanda, sono io che creo il nuovo prototipo di macchina e, attraverso il marketing, produco desiderio ed offerta e mi metto in concorrenza con altri creatori di desideri.
Il capitalismo itertecnologico inventa desideri, non offre un ventaglio di soluzioni a questi come era per i beni necessari.
Non è affatto vero che una cosa è mia perchè la posso vendere; semmai è mia perchè nessuno me la può togliere arbitrariamente (ovvero senza un motivo di tipo giuridico dovuto ad una mia mancanza): per capirci, le mutande che ho addosso e che ho comprato ieri sono le mie anche se sono di fatto fuori dalla possibilità che le rivenda ad altri, visto che nessuno me le comprerebbe e sarebbero mie, se nessuno me le può togliere, anche se lo Stato mi impedisse finanche la possibilità teorica di rivenderle ad un altro. Certo, se c’è il mercato totalmente liberalizzato io devo avere la possibilità di vendermi tutto (finanche la corda con cui mi impiccheranno domani, parafrasando Lenin) perchè posso avere sempre bisogno di liquidità per comprare altro o investire su altro, ma questo deriva dal mercato e dalle sue dinamiche, non l’opposto .
Certamente va detto che la distinzione tra valore d’uso e di scambio è molto più sfumata di come la presentava la teoria marxiana e una libertà di iniziativa ci vuole, ma secondo me è necessario capire che i settori fondamentali, come l’energia, le materie prime e tutto quello che serve ad orientare la produzione pesante e che necessita di una pianificazione (visto che risorse e materie prime sono esauribili e stanno diminuendo), così come la finanza (che dovrebbe avere almeno grosse partecipazioni pubbliche, come dovrebbe essere stata la Cassa Depositi e prestiti, poi snaturata dalla liberalizzazione finanziaria) non possono essere lasciate in mano al capitale, perchè esso per sua natura deve espandersi e non può pianificare più di tanto, ma dovrebbe essere affidato ad organismi tecnico-politici nazionali e sovranazionali.
La stessa ricerca delle energie pulite e rinnovabili non può essere data (o almeno non totalmente) al privato, pena il fatto che costeranno tantissimo per decenni e dunque sarebbe un nuovo appannaggio di qualche elite: come l’istruzione, come la sanità, come il sistema pensionistico il settore a monte della produzione non può essere lasciato al privato e al suo obbligo, dovuto alla natura del sistema e non certo alla cattiveria del singolo, di espandere il capitale perchè investimento sociale.
Averlo fatto, così come aver liberalizzato i flussi finanziari, ha creato il capitalismo oligopolista di oggi, e quanti accusano il comunismo di aver distrutto il libero mercato non si accorgono che nel sistema capitalista dei cartelli è proprio il capitalismo stesso che ha distrutto il libero mercato che resta il ricordo di un passato.
L’esempio: le botteghe e i piccoli negozi sono schiacciati dagli ipermercati, la piccola industria o punta sull’alta qualità (con conseguenti spese di investimento enormi per un privato) o scompare. E infatti ormai esistono di fatto solo i grossi gruppi e il made in Italy, come prodotto di qualità della piccola impresa, sono solo il ricordo di un passato che non tornerà. La crisi enorme del modello marchigiano lo dimostra ulteriormente, così come lo dimostra il fatto che i consumi nel settore turistico e della ristorazione di massa sono in netto calo per la difficoltà nei più di far circolare moneta, mentre i circuiti dei miliardari sono spesso autosussistenti e non spendono al bar sotto a casa o dal giornalaio amico tuo come fanno i consumatori semplici.
Perciò, se è vero che il comunismo ha messo lo Stato anche dove non doveva entrare, è vero che nel ‘mondo libero’ è stato il Capitale stesso a distruggere l’aspetto più progressivo del capitalismo stesso: cioè la possibilità per moltissimi di fare fortuna attraverso il libero mercato, possibilità spesso più teorica che reale ma oggi annullata anche nella teoria.
Se non si abbandona il paradigma ipersviluppista, tipico del novecento (e di entrambi i sistemi, anche se sullo sviluppismo il capitale ha stracciato il comunismo, come è naturale visto che il capitalismo ha la fascinazione della merce) il futuro sarà oscuro, e se si pensa di affrontarlo guardando a concetti obsoleti, come la libertà di impresa, il discorso classico della domanda-offerta, l’idea del mercato come regolatore (quando ormai è un generatore) abbiamo tutti poche possibilità di capire il mondo che ci circonda e che si sta sempre più affermando in quanto lo stiamo leggendo con lenti deformate e che erano adatte per il passato, anche se quantomai prossimo.

faber

Concordo Francesco. Siamo andati in OT e sarebbe il caso di ritornare nell’alveo della discussione.
Per come la vedo io, il pregiudizio proislam della sinistra occidentale deriva essenzialmente da un’analisi errata delle dinamiche delle società arabe. Obiettivamente, l’islam è stato ed è una forza antisistema, se per sistema si intende la longa manus dell’economia occidentale sulle riserve di capitale umano e/o naturale di molte nazioni. Ciò non implica necessariamente che si tratti di un fenomeno positivo! Per molti anni si è guardato al movimento islamico come ad un alleato in base all’assurda logica per cui “il nemico del mio nemico è mio amico”. Tuttavia due fenomeni importanti non sono stati presi in considerazione:
– L’islam è prima di tutto una religione non un’idea politica! Come tutti i monoteismi genera derive fanatiche che, soprattutto in situazioni di conflitto o tensione sociale, possono prendere il sopravvento. E per fanatismo non intendo genericamente e “buonisticamente” il ricorso alla violenza per perseguire uno scopo, ma la violenza fine a se stessa, giustificata solo da un odio irrazionale verso l’altro, priva di qualsivoglia carattere costruttivo;
– Altro fattore importantissimo è il contesto sociale. Fino ad un paio di deceni fa, le società arabe non avevano vissuto l’industrializzazione. Il fenomeno dell’urbanizzazione è relativamente recente rispetto all’occidente e, pertanto, vengono a mancare quelle stesse condizioni che la sinistra dovrebbe considerare “fondamentali” per la formazione di una vera e propria coscienza. In altre parole, la sinistra occidentale ha preteso di applicare il marxismo alle società arabe dimenticando i principi dello stesso marxsimo;
Ora a questo punto vorrei fare una riflessione. Come dicevo all’inizio, nel bene e soprattutto nel male, il movimento islamico è stato una forza anti-sistema e, se vogliamo, antimperialista. A me sembra che le cosidette primavere arabe si stiano sviluppando sempre di più come un tentativo di capovolgere questo paradigma. In altre parole, fomentare e appoggiare le primavere arabe sta significando consegnare agli stati arabi un sistema di potere islamista MA filoccidentale. Essendo falliti tragicamente i tentativi di esportare la democrazia, si sta pensando bene di incunearsi nelle divisioni interne all’islamismo al fine di imporre quanto meno “l’amicizia” verso i paesi occidentali. Della serie: applicate la sharia come meglio credete, basta che firmiate i contratti con noi e lasciate perdere con le bombe. Ora, io non vorrei che questo cambio di strategia (se vogliamo quasi obbligato) nasconda in realtà i medesimi errori di valutazione che indicavo prima per la sinistra occidentale, perché in tal caso tra qualche decennio potremmo rimpiangere veramente le usanze “folkloristiche” di un Gheddafi qualsiasi.

Ermete

Alla sesta riga è ‘produco desiderio e domanda’, non ‘desiderio ed offerta’ visto che l’offerente sono io.
Scusate…ma se non trovo qualche bar che mi ‘offre’ (a pagamento chiaramente) un altro caffè stamattina non carburo proprio…ma, attenzione, sto in diretta leggendo che è uscito un bellissimo e innovativo software 3d e del caffè non mi importa più: desidero fortemente il prodotto che mi offrono (parte l’ ‘offerta’) perchè stimola le mie fantasie (anche se non l’ho realmente mai testato dunque non so bene di che si parli) e dunque vado a fare un giro per ipermercati a cercarlo (arriva la ‘domanda’). 😉

claudio285

ermete

ma è giusto quello che dici, che l’offerta “crea” la domanda, ma non vedo cosa ci sia di sbagliato in questo, e vedo cosa c’è di buono invece.

scorro un sito di libri. Ogni libro è stato prodotto da un diverso produttore. Ha una copertina, un titolo ecc. Non ho particolari aspettative, nè pongo particolari condizioni, se non quella di scorrere la sezione del sito dedicata alla filosofia. Leggo i titoli, e ce ne sono alcuni di autori che non conoscevo, e di tematiche alle quali magari non avevo mai pensato. Mi concentro su un titolo, leggo magari la recensione, faccio una breve ricerca si google su l’autore ecc. e poi lo compro, lo leggo e mi da informazioni che prima non avevo.

Si può dire che sia stato il produttore, cioè l’offerta, a creare la domanda, perchè io non avevo intenzione di comprare un libro, nè tantomeno quel libro in particolare. Stavo solo “guardando le vetrine”. Però forse non è l’offerta che crea di sana pianta la domanda, potremo dire piutosto che la sollecita, che la fa “venir fuori”. Difficile dire dove comincia la mia intenzione di comprare e dove inizia la intenzione e la predisposizione commerciale di vendere del produttore.

La bravura di un imprenditore può consistere, tra le altre cose, proprio nel proporre un prodotto che “sorprende” le aspettative dei potenziali clienti.

trovo inoltre difficile ipotizzare una qualche sorta di metro che misuri il livello di “bisognità” di un dato prodotto. Come facciamo a sapere quanto bisogno abbiamo di un’ipad?

Su certi prodotti e servizi la cosa è abbastanza semplice naturalmente. A parità del resto, sappiamo che abbiamo bisogno di ca 2000 calorie in cibo, di mantenere la temperatura a tot gradi tramite vestiti di inverno, e di tot d’estate, di servizi sanitari così come concepiti negli standard internazionali ecc. su queste cose, relativamente facili da misurare anche molti stati sovietici non se la cavavano malaccio.

Ma per tutto il resto? Per tutto lo sterminato dominio dei cosiddetti beni di consumo? Per i beni legati al divertimento, alla cultura?

Non è più sensato ipotizzare che i bisogni siano generati, come dire, “autopoieticamente”, senza titrare in ballo lo strano potere magico del produttore di instillare nel consumatore un bisogno che in realtà il consumatore non ha? E come fa il consumatore ad avere un bisogno che in realtà non ha? Chi decide sui falsi bisogni?

Lo stato?

Ermete

@ Claudio

Ma infatti io ho parlato di sottrazione del privato dei beni strategici e primari non di tutte le attività economiche.
Vero è che il mercato fa emergere desideri che sono ‘in potenza’, ma è anche vero che oggi come oggi l’inventarsi sempre nuovi desideri e sempre nuovi consumi implica un paradigma oggi insostenibile, e dunque il problema è strutturale, ovvero legato al fatto che non si possono generare bisogni infiniti su risorse finite e proprio per questo penso ad una pianificazione in questi settori ed è su questo che mi concentravo.
Ovvero: in ottica sviluppista il capitalismo è ben più efficiente del socialismo (che secondo me, dal dopoguerra in poi, ha commesso il grave errore di mantenere esso stesso un paradigma ipersviluppista e andando a competere in modo impari con il capitalismo per il discorso della fascinazione), ma se si abbandona lo sviluppismo anche il capitalismo deve finire, o perlomeno è necessario erodere la privatizzazione di ciò che orienta e permette l’economia: dalle materie prime, alle risorse, alla scuola, alla sanità, all’uso di sementi tradizionali utilissime anche alla biodiversità che sta venendo annullata proprio dall’oligopolio.
E’ necessario andare oltre proprio perchè, come ti dicevo, il libero mercato, che nel capitalismo calssico, dovrebbe essere il regolatore e il distributore di ricchezza a pioggia, di fatto è stato cancellato dal capitalismo stesso nella sua fase attuale.
Dunque sì, pensando al passato il capitalismo ha decisamente vinto, ma visto come sta divorando il pianeta credo che sia necessaria una forma di economia politica nuova, che sappia mantenere l’omogeneità di condizioni di vita decenti ma anche operare sulle leggi (perchè al virtuosismo del consumo su larga scala credo poco, visto che i soldi in tasca della gente sono pochi) ormai totalmente in mano alle governance.
E se usciamo dall’Europa vediamo che anche nei Brics stanno iniziando tensioni sociali dovute al fatto che il PIL cresce ma le condizioni dei lavoratori migliorano poco (vedi i minatori in Sudafrica o i tentativi di scioperi in Cina), per cui non esageriamo a cantare vittoria per il capitalismo, viso che mentre lo celebriamo lui rischia di scavarsi la fossa, e un sistema che implode senza che nessuno lo modifichi attraverso l’applicazione e la volontà indica la rovina di tutti.
In queste riflessioni ci sono molti spunti marxiani, e il tedesco ha avuto sicuramente limiti ed errori ma molte delle sue categorie analitiche sono patrimonio di tutta l’economia, anche di quella liberal.
Per cui, forse, non va nè santificato nè demonizzato, ma come tutti i pensatori va rivisto alla luce dell’oggi riprendendone ciò che è ancora valido e attuale.

Laverdure

@faber
“..il movimento islamico è stato una forza anti-sistema e, se vogliamo, antimperialista.”
Ti sfugge il piccolo particolare che una teocrazia,come l’islamismo o,come e’ stato per secoli il papato,altro non sono che sistemi essi stessi, e che il pretendere di diffondere, se necessario con la forza, le loro regole,con crociate e guerre sante varie,
altro non e’ che imperialismo a tutti gli effetti.
Altrimenti potremmo dire che l’islamismo e’ pure un movimento antireligioso,infatti boicotta,spesso con la violenza le altre religioni,ma e’ ovvio che lo fa soltanto per prendere il loro posto.

fab

La mia impressione è che non esista alcuna religione moderata, islam in testa, ma esistano i moderatamente religiosi, islam in testa (altrimenti si sarebbero già estinti).

diego

beh, riguardo ai monoteismo dove DEVE esistere un solo dio che detta legge non dovrebbe esserci moderazione, tranne quella voluta dai loro fedeli che hanno uno spiccato lato umano. Riguardo alle filosofie e politeismi questi accettano anche idee diverse dalle proprie in misure diverse.

parolaio

Secondo me i musulmani ‘arretrati’ lo sono in quanto provenienti da paesi arretrati.
Quelli nati o cresciuti in paesi più moderni non lo sono.
Le nostre 2G per esempio, o i musulmani statunitensi come Muhammed Alì, esempio di musulmano che ha lottato per i diritti civili più di tanti cattolici, atei e buddisti.
La storia poi dei ‘moderati’ poi… che palle! Pare debbano essere moderati solo i musulmani, che l’alternativa sia essere terroristi o essere moderati, che non ci siano alternative.
Voi atei vi considerate ‘moderati’? Essere moderati è da persone anziane, il giovane se è sano non è mai moderato, e siccome i paesi arabi hanno un’età media bassa ovviamente non sono moderati.

Stefano

@ parolaio

Scusa, un ateo in che senso può essere moderato? Non credendo, che so, alla transustanziazione ma chiudendo un occhio sull’ascensione?
Mi pare che non si possa essere atei moderati. La cosa più vicina può darsi sia un agnostico….
Ora, se come dice fab – e io concordo – esistono i moderatamente religiosi mi pare che sia più difficile pensare ad un moderatamente ateo. Forse mi sto perdendo qualcosa….
Altro è la laicità.

Laverdure

@Parolaio
“Secondo me i musulmani ‘arretrati’ lo sono in quanto provenienti da paesi arretrati.
Quelli nati o cresciuti in paesi più moderni non lo sono.”
E immagino che per te sia trascurabile il fatto che la maggior parte degli autori dei gravi attentati terroristici islamici avvenuti in inghilterra erano individui nati e cresciuti in quel paese,nonche educati nelle scuole normali.
Questo non gli ha impedito di venire condizionati dal loro ambiente familiare ,nonche
dalle riunioni culturali con gli imam locali, al punto tale da essere disposti anche a fare i kamikaze di Allah.
E’ tutt’altro che assurda anche l’idea che circola da tempo che un numero non trascurabile di giovani occidentali siano rimasti “accalappiati” dall’integralismo islamico
al punto di unirsi ai vari gruppi estremistici.
E che c’e’ da meravigliarsi ?
La Germania anni ’30 era uno dei paesi piu’ avanzati dell’occidente,eppure gli ideali nazisti fecero presa su milioni di giovani,buona parte dei quali godevano di ottima istruzione.
Perche mai i giovani arabi dovrebbero essere migliori di noi ?

Otzi

Non si dà fede religiosa tollerante. O si crede o si ragiona. E se si ragiona non si crede più in tutto quanto ordina il dio, quindi la fiducia religiosa personale ne risulta intaccata, non integra, non sottomessa.
Quanto ordina il dio è scritto e tramandato. E da guide spirituali umane spiegato a piacimento e capriccio politico. Non c’è un solo dio che non sia assetato di sangue umano da versare o di libertà di pensiero da annichilire, come sta magnificamente scritto in qualsivoglia rivelazione divina scritta e orale. Perchè non c’è un solo dio cui possa essere attribuita solo e univocamente la qualità Amore-Libertà. Per questo gli uomini credenti possono e diventano di fatto più feroci e cattivi di quanto non lo siano per semplice natura. Ed è il loro dio a rafforzarli nel sacro assassinio storico permanente…. Dio, qualsiasi dio ha paura della Libertà laica umana appunto perchè non è, non può essere amore tanto potente…

parolaio

Ogni mattina ha la sua notte. Questo e’ razionalita’.
Ogni notte ha la sua mattina. Questa e’ fede.
Con fede quindi: buona notte!

gmd85

Ogni mattina ha la sua notte. Questa è razionalità.
Non tutte le notti hanno una mattina. Questa è consapevolezza.
Con consapevolezza, quindi: buona notte! 😉

Francesco

Er Profeta: Se non te converti all’Islam te taglio la testa, ma con carma…
Cherubino: E questo che è?
Er Preofeta: Un islamico moderato.

Lorenzo Galoppini

L’Islam progressista è decisamente minoritario, come sottolinea giustamente l’articolo, forse ancora più minoritario del cattolicesimo progressista, di cui talvolta si sente parlare (vedi ad es. le comunità cristiane di base; qui a Livorno ce n’è una, retta da un prete sposato).

Stefano Grassino

AVVISO AI NAVIGANTI SIMPATICONI CHE PARLANO MALE SOLO DEL COMUNISMO.

Quando sono stato nello Yemen che non era stato ancora unificato, ho visto che in quello del nord, filo americano i bambini erano liberi (di stare tutto il giorno in mezzo di strada) mentre gli adolescenti erano con i genitori a guardare le pecore. Avevano il bastone nella mano, il pugnale (vero) sulla pancia ed un fucile mitragliatore MK 47 a tracolla.
Le munizioni (pallottole da guerra) si vendevano a chiunque sui banchetti lungo le strade. I principi comandavano sulle vallate e i sottocapi facevano le leggi.
Nello Yemen del sud bambini a giro non li vedevi (ora voi direte che i comunisti li tenevano insieme ai polli per mangiarli) perché i Russi li mandavano a scuola. Gli analfabeti erano scomparsi, tranne purtroppo gli anziani, e vi erano medici, ingegneri e insegnanti del luogo. Fatta l’unificazione anche lì è arrivata la libertà. Ora tutti senza medicine, scuole, etc. etc.
Tutta colpa del marxismo che ha distrutto il mondo, vero? A proposito, il New York Times, che forse qualcosa in più rispetto a qualcuno di voi che critica il comunismo, si è domandato se non sia il caso di andare a rileggersi la sua opera, visto come va il mondo…….e molti in America stanno seguendo una rilettura di ciò che fino ad oggi hanno condannato.
Personalmente ho sempre condannato le ideologie ed anche i miei maestri (Lenin e Gramsci) quando sono caduti nel dogma, preferendogli Bertrand Russell e questo mi autorizza a dire che se il dogma è pericoloso, lo è anche il contro dogma.
Se voi affronterete il cattolicesimo e l’Islam così come state affrontando fobicamente il comunismo, farete il loro gioco.
Se poi c’è chi non la pensa come me, prego, io sono qua.

Stefano Grassino

Scusate: A proposito, il New York Times, che forse qualcosa in più “capisce” rispetto a qualcuno di voi che critica il comunismo, si è domandato se non sia il caso di andare a rileggersi la sua opera, visto come va il mondo,,,,,,,,,

Lorenzo Galoppini

Non so, ma, parlando di cattolicesimo e islam, da queste parti non mi pare di vedere quello che si dice una “fobia”; in generale mi sembra più un considerarli per quello che sono in realtà, a prescindere da quello che si può pensare del comunismo.

Stefano Grassino

Vedi Lorenzo renditi conto che la fobia, certi personaggi, l’hanno solo con il comunismo. Se dovessero applicarla alle religioni (e qualcuno purtroppo già lo fa) sarebbero guai, in quanto si creerebbero realtà controproducenti.
Questo era il mio concetto e non altro.
Questo non vuol certo dire che si debbano accettare supinamente, tutte le fobie dei religiosi.

Laverdure

@Grassino
“Nello Yemen del sud bambini a giro non li vedevi (ora voi direte che i comunisti li tenevano insieme ai polli per mangiarli) perché i Russi li mandavano a scuola”
Non dispongo di dati per valutare se la tua visione dell’intervento sovietico in Yemen
sia realistica o no,ma c’e’ un’osservazione fondamentale da fare : il citato benessere
del paese era in ogni caso dovuto all’intervento di una potenza straniera,che oserei supporre non fosse piu’ disinteressato di quanto lo siano quelli analoghi delle potenze occidentali,
e nemmeno piu’ umanitario ,vale a dire armi e consiglieri militari a volonta (dai metodi
non proprio ispirati al galateo ).
Domanda :come mai qualunque intervento occidentale,,anche approvato dall’ ONU e’ soggetto a violente critiche da parte dell’ Intelleghenzia politicamente corretta,e
qualunque altro no ?
O forse sono male informato e tali critiche mi sfuggono ?

Gérard

Ho un opinione abbastanza simile in quanto riguarda l’ Afghanistan . Tutti mi criticavano ( e in primi i ” compagni ” ) quando applaudivo alla presenza sovietica in questo paese Loro avevano avviato un emancipazione reale delle donne che potevano praticare qualsiasi sport, andare a scuola e lavorare . Non sono mai andato in Afghanistan ma spesso in Pakistan, anche non lontano della frontiera afghana e conoscevo abbastanza bene i nostri ” polli ” talebani pashtuni . Gli americani andavano stupidamente istruire i loro futuri nemici all’ arte della guerra e noi applaudivamo come idioti ma sopratutto come ignoranti .
Noi vediamo il comunismo soltanto attraverso gli crimini perpetrati in URSS sopratutto da Stalin ma sottovalutando che il carattere autoritario e duro della vecchia Russia e l’ assolutismo della religione ortodossa avevano impregnato il sistema in vigore . Lo vediamo cosa accade oggi in questo paese, anche dopo che il comunismo sia caduto .

MarcusPrometheus

Ho appena pubblicato su Blogspot 3 mie tabelle relative alle

Oltre 100 strane SOMIGLIANZE Comunismo Religione (e poche differenze)

A chi interessasse fornisco il link:
http://marcus-prometheus-blog.blogspot.com/

C O M P A R A Z I O N E
fra R E L I G I O N E e C O M U N I S M O
in 3 tabelle secondo 3 tipi di similitudine: Funzione Psicologica, Danni Concreti, Storia delle idee.

//////////////////////////////////////////////////////////////////////////

Tabella F FUNZIONE PSICOLOGICA
ove si comparano principalmente le FALSE PROMESSE (54 similitudini e testimonianze )

Tabella C DANNI CONCRETI
ove si comparano principalmente alcuni effetti delle religioni (43 somiglianze)
e
Tabella S STORIA delle IDEE, ispirata a Russell ”Perche’ non sono cristiano” (10 similitudini denunciate di cui conto solo 4 come nuove perche’ 6 gia’ elencate in tabella F )

Abbiamo cosi’ un totale di 101 voci, 101 oggetti di riflessione per capire se il comunismo sia o meno categorizzabile come religione, almeno per i suoi piu’ sfegatati seguaci e per i tempi della sua affermazione in mezzo mondo nel secolo scorso prima della caduta del muro di Berlino, ed almeno per alcune parti componenti i suoi memi.

Francesco S.

Per parlare di religione serve un Dio e almeno una visione finalista dell’universo.

Come fa una filosofia atea e soprattutto materialista, ovvero che non solo nega il trascendente ma anche che esista qualcosa al di fuori della materia a potersi avvicinare ad una religione?

Libero di pensarlo ma non credere che scrivendo delle tabelle, di cui bisogna ammirare lo sforzo per scriverle, possa diventare vera un’opinione, nessuno storico e filologo potrebbe mai approvare una simile interpretazione.

Poi, ma che c’entra con l’argomento dell’ultimissima? Il tema è esiste un islam moderato e mi sembra che una risposta sia stata data, al di là di questa questione del marxismo. Ma che c’entra il marxismo?

Ammazza peggio di Berlusconi che vede comunisti ovunque.

Laverdure

@Francesco
“nessuno storico e filologo potrebbe mai approvare una simile interpretazione.”
Hai provato a consultarne qualcuno,possibilmente noto ?
Fammi sapere (documentazione alla mano)la loro opinione.
Oppure era solo una battuta ad effetto ?

Francesco S.

Sul mio libro delle superiori di Storia delle Filosofia di Nicola Abbagnano non c’era una simile interpretazione del marxismo come religione, e sto parlando di uno dei testi più usati di storia della filosofia. Semmai e chi avanza interpretazioni non ufficiali a dover fornire fonti.

MarcusPrometheus

43 e 44 FAMOSE OPINIONI di CRISTIANI e di MARXISTI sulle fedi rispettive
(riconoscono la parentela, strettissima anche se eretica)
43 L’Heghelismo ed il Comunismo sono le due ultime eresie Cristiane.
Jacques Maritain (filosofo e scrittore cattolico francese 1882”1973 )
44 ”Il socialismo è la religione che deve ammazzare il cristianesimo”
(cioè la religione che ”deve” succedere al cristianesimo).
Antonio Gramsci (fondatore e Segretario del PCI e grande teorico del marxismo 1891”1937)
D’altronde grandi pensatori avevano gia’ intuito dal XIX secolo, l’identita’ di origine culturale fra i due fenomeni :
45 F.W.Nietzsche, ”L’Anticristo”
L’anarchico e il cristiano hanno una sola radice.
46 Luigi De Marchi:
…la salvezza umana fu vista in un ritorno e in una sottomissione (anziché alle Leggi di Dio o della Natura) alle ”leggi della Storia” , ”correttamente” interpretate, come un tempo quelle divine, da nuovi profeti, che tuttavia si dicevano e si credevano laici, materialisti, razionalisti o atei : il millenarismo storicista, approdo’ nel XX secolo nei totalitarismi fanatici del comunismo, del nazional socialismo, e del terzomondismo
47 Bertrand Russell
Da ”Perché non sono cristiano” : Molti si oppongono al governo sovietico perché disapprovano la dottrina economica comunista, ma il Cremlino condivide questa dottrina con i primi cristiani, coi francescani delle origini, e con la maggior parte delle correnti di riforma cristiana del Medioevo. E non è a dire che la dottrina comunista fosse considerata eretica; sir Thomas More, un martire cattolico, vagheggiava un cristianesimo comunistico per gli abitanti di Utopia. [Tommaso Moro e’ stato santificato da papa Woitila nel 2000.]
Altre citazioni di 3 fonti molto diverse: 48 Laica (E. Rossi), 49 Sinistra moderata (Umberto Eco), 50 sinistra estrema (Carlos terrorista comunista detto lo Sciacallo)
48 Eugenio Rossi. (Eugeros da lista ateismo Uaar) :
PAUPERISMO. Parlare dei ”ricchi” come categoria antropologica è tipica tesi evangelica ”…è più facile che un cammello passi per la cruna d’un ago che un ricco entri nel regno dei cieli” e che questa tesi ha fatto scuola. Marx che voleva essere in tutto e per tutto un ”Nuovo Gesù Cristo” con le stesse identiche istanze soteriologiche e con l’unica differenza di mettere al posto dei poveri i proletari e al posto dei ricchi i capitalisti, nella sua filosofia della prassi suo Capitale è solo andato più in là, commettendo l’errore capitale di sostituire all’amore del prossimo la violenza della presa del potere.
49 tratto da Ateismo 21/7/2001, articolo sui conflitti generazionali di Umberto Eco:
…Scriveva nel XII secolo Giovanni di Salisbury: Bernardo di Chartres diceva che noi siamo come nani che stanno sulle spalle dei giganti, così che possiamo vedere più lontano di loro non a causa della nostra statura o dell’acutezza della nostra vista, ma perché – stando sulle loro spalle – stiamo più in alto di loro.
Dopo Giovanni di Salisbury l’aforisma è ripreso un poco da tutti nei secoli successivi, sino a Newton e ai giorni nostri. L’aforisma di Bernardo permetteva di risolvere in modo non rivoluzionario il conflitto tra generazioni. Gli antichi sono certamente giganti rispetto a noi; ma noi possiamo vedere ”più lontano” di loro. La metafora è spaziale e sottintende una marcia verso un orizzonte. Non possiamo dimenticare che la storia, come movimento progressivo verso il futuro, dalla creazione alla redenzione, e da questa al ritorno del Cristo trionfante, è un’invenzione dei padri della Chiesa – per cui, piaccia o non piaccia, senza cristianesimo (sia pure con il messianismo ebraico alle spalle) né Hegel né Marx avrebbero potuto parlare di quelle che Leopardi avrebbe scetticamente visto come ”le magnifiche sorti e progressive”. [U. Eco]
50 Carlos: ”Il marxismo e’ stato sempre la mia religione. Questa fede e’ [per me] ereditaria. In casa [mia] dominava, circolava nelle vene dei miei genitori. Piu’ tardi, grazie ai viaggi in URSS l’ho fatta mia anche come cultura personale”
(Vladimir Iliich Ramirez Sanchez alias Carlos, alias Lo sciacallo, pluri assassino, terrorista, killer ed agente segreto per vari paesi comunisti attualmente all’ergastolo in Francia, dove e’ diventato islamista e vede in Ossama Bin Laden l’incarnazione del nuovo rivoluzionario!!! in dichiarazioni del 1979 a giornalista arabo Asim Aliundi, riportato da quotidiano ”Romania Libera” 15/12/97, pg. 28)
51 Edward Abbey („Cactus Ed” scrittore ed ambientalista USA) : Dottrine fantastiche (come il cristianesimo, l’islam o il marxismo) richiedono fede unanime. Ma se qualcuno lancia dei dubbi sul credo di milioni di uomini ecco che compaiono paura e odio, camere a gas e di tortura, forca, lavori forzati e reparti di psichiatria.
52 Per Luigi De Marchi (nel libro Scimmietta ti amo del 1984) il marxismo e’ la nuova forma del millenarismo teista in crisi:
Per un approfondimento leggere Lo Shock Primario (Scimmietta Ti Amo, 1984 ) di Luigi De Marchi, specialmente il capitolo 3 difesa Politica (contro l’angoscia di morte e lo shock esistenziale). Si trova in w w w . s h o c k p r i m a r i o . b l o g s p o t . c o m

bardhi

È stato F. Engles stesso, nel suo libro “Dialettica della natura ” considerare il comunismo una specie di cristianesimo senza dio, e le considerare le prima comunità comuniste di svizzera e Germania con le prime comunità cristiane.

parolaio

Fra le differenza l’hai elencato il fatto che il comunismo è durato dal 1920 al 1990 e le religioni ci sono dalla notte dei tempi?

MarcusPrometheus

Certo, e’ l’effetto di aver posto il paradiso dei lavoratori in terra ossia nel regno del controllabile invece che nel lontano aldila’ da cui non e’ tornato nessuno a comunicarci che le storielle della beatitudine dei santi e martiri sulle nuvolette che godono a fissare dio per i cristiani o le 72 vergini mignotte sono entrambe fasulle. Per la disgrazia della religione comunista dal “Paradiso dei Lavoratori” arrivavano smentite, sotto forma di profughi e di viaggiatori.

Ermete

C’è anche chi, a parte il caso famoso di Walter Benjamin e del suo testo, argomenta che il capitalismo abbia i tratti della religione
Vedi, aggiungendo l’url…mimesisedizioni.it/Impronte/Il-capitalismo-divino.html
E digitando su google ‘capitalismo religione’ si avranno grosse sorprese.
Personalmente, la storia non si fa prendendo citazioni sparse o utilizzando il solo criterio della continuità e mai quello della discontinuità (come qualsiasi laureato in storia sa bene, al di là degli storici dilettanti che con internet imperversano) e con la continuità e basta si trovano parallelismi ovunque e si riescono ad argomentare situazioni contrapposte, come in questo caso.
Personalmente lascerei perdere anche De Marchi, che riconduce tutta la modernità alla religione (per chi non ci crede: basta leggere il testo che ha linkato Marcus): per lui anche l’illuminismo fu una forma di religione…mi ricorda i nostri troll quando dicono che l’ateismo è una religione! 🙂

Ermete

Scusate per la fretta e l’ora ho fatto un errore: De Marchi parla di religione (vedi il capitolo la difesa politica) rispetto alla rivoluzione francese più che all’illuminismo, negando di fatto la derivazione della prima dal secondo, ma infilandola nel filone del messianismo che pervaderebbe ogni rivoluzione, confermando la parzialità di un approccio esclusivamente psicologista (ergo, per forza a tesi): ogni slancio innovatore e ogni organizzazione deriverebbero dallo shock di una scimmia che scopre il dolore e la sofferenza dei suoi simili ed elabora forme di difesa di diversi tipi.
Tesi certamente vera ma parziale, visto che non rende conto di tutta la dinamica socioeconomica in cui le personalità, le idee e le dialettiche si formano e dell’origine sociale dello shock stesso trasformandolo praticamente in un dato archetipo (mentre ogni materialista dovrebbe sapere che esistono solo dati storici) e che dunque può accreditare continuamente una tesi vera in quanto molto generica e ‘larga’ (la larghezza delle categorie concettuali è tipica dell’apologetica anzichè del metodo storico).
Un dato apodittico archetipo che paradossalmente accomuna proprio De Marchi ad un punto di partenza dogmatico (in quanto archetipo e puramente teorico: non esiste documentazione storica di questo presunto shock, tale da farne un dato assumibile come storico, un po’ come lo ‘stato di natura’ di tanto settecento) come hanno le religioni, proprio per il punto di partenza, antiscientifico nel senso delle scienze storiche, con cui si legge tutta la dialettica dell’umano divenire.

Tiziana

INon esiste una religione più opprimente dell’atra, e in caso il cristianesimo non vedo cosa abbia da inviadiare all’islam,
in caso è l’occidente che ha favorito una più veloce emancipazione .
La religione, non la spiritualità, è una branca della politica come ha dimostrato la chiesa ortodossa in Russia di cui Putin si serve mi sembra,
Il cuore delle persone è uguale in tutto il mondo. Ognuno di noi anela alle stesse cose, e Dio non ne fa parte. Prima o poi ci arrivano tutti

Tiziana

Grazie, conosco ila questione.
la barba, secondo l’antico testamento almeno, non si taglia in alcuni periodi dell’anno in coincidenza con alcune feste, ad esempio dopo pesach. credo per questo sia più facile tenerla lunga. comunque nelel comunità ebraiche sparse nel mondo, anche a roma, le donne ormai pregano con gli uomini e con il talled senza destare il minimo scandalo.

Priapus

@ Francesco
Conosco l’Abbagnano, è un ottimo testo, l’ha usato anche mio figlio, ma io ho finito per leggere
direttamente gli autori che mi interessavano di più; di Marx ti posso dire che è più moderato ed
ha preso meno cantonate di Lenin, al quale dobbiamo il comunismo applicato, anche se le aber
razioni più funeste le dobbiamo a Stalin e seguaci. Nel caso di Mao e Pol Pot, parlerei più di na
zicomunismo che di comunismo puro e semplice. Penso tu sappia che sia Mussolini che Hitler
hanno sovvenzionato l’industria privata per attirarla dalla loro parte, entrambi con mentalità e
cultura da caporali, ma Mussolini, in più, ascoltava solo gli adulatori più inetti.
Il carrozzone della Confindustria che accolla alla collettività gran parte degli oneri sociali, si chia
ma socializzare le perdite e privatizzare i profitti, lo dobbiamo proprio alla ricompensa che il mascellone accordò a Giovanni Agnelli e tutti gli altri che lo avevano finanziato sino alla presa del potere e permise loro anche di impadronirsi dei giornali, che divennero portavoce di inte ressi industrial/finanziari; solo il Corriere rimase indipendente sino all’attacco concentrico Car
boni-Calvi-Sindona. Inoltre, con l’IRI varò quelle Partecipazioni Statali che, in era democristiana
divennero il più clamoroso esempio di malagestione, nonostante la propaganda di tutta la poli
tica interessata a sfruttarle. Anche nel settore P.A. avenne il disastro, in quanto la aumentò di più del 50%, essendo la microborghesia impiegatizia il suo bacino di consenso. Infine, per non
farsi mancare nulla, si alleò con la chiesa e cancellò quel poco di laicità dello stato che l’Italia
unificata aveva imposto. Tutti i mali attuali hanno questa origine.
La grande industria, sia privata che partecipata, rallentò ricerca ed innovazione, cui non aveva
interesse, sorretta dalle casse statali. La piccola/media industria, nata nel dopoguerra, non ha
mai avuto i mezzi per farle e le cooperative non sono private, ma, bianche o rosse, finziavano
il PCI od il sottogoverno DC. La stampa non fu mai libera, portavoce di interssi economici o di
partito, fu subito imitata dalla RAI che fu lottizzata, canale DC, canalePCI, canale PSI.
Ma il culmine del disastro fu la corruzione esplosa quando DeGasperi enrò in collisione con
PioXII che gli aizzò contro Dossetti ed i suoi professorini, capeggiati da Fanfani e La Pira; aveva
approvato le leggi per il finanziamento della Casmez, bisognava impedirgli di approvare il con
trollo di come venisse gestito l’ enome flusso di risorse che doveva industrializzare il Mezzo giorno e che suscitava gli appetiti criminali. DeGasperi, forse l’unico democristiano onesto fu
costretto alle dimissioni ed oltre 500.000 miliardi di lire andraono agli speculatori o sciupati in
imprese sballate, destinate al fallimento od a prosciugare le casse statali con continui sussidi.
Proseguirò dopo cena.

@ per la Redazione
Mi rendo conto che l’argomento è O T, ma ha attinenza con quelli normalmente trattati, già sfio
ravo la corruzione diffusa in Italia dai cattofascisti , perchè non pubblicate articoli dedicati a
questi temi?

faber

Molti dei commenti a questa ultimissima veramente non li comprendo! Dall’islam ci si è catapultati su un’aspra critica al marxismo. Ora a parte l’OT, qualcuno si è posto il dubbio che, forse, ciò che manca alla società araba sono proprio una quindicina di decenni di materialismo (oltre al razionalismo di cui ritengo, almeno storicamente, il marxismo figlio quasi legittimo)? Non sarà mica che una buona iniezione di analisi materialista della storia potrebbe smontare il fanatismo tanto presente da quelle parti? Non sarà che aprire un po’ gli occhi sulle dinamiche economiche che portano i loro predicatori a riempirsi le tasche di petrol-dollari, potrebbe accendere un barlume di lucidità in chi sta pensando di farsi saltare in aria?
Detto ciò torno IT: penso che la risposta giusta l’abbia data fab. Le religioni monoteiste sono intrinsecamente estremiste, perché non ammettono la messa in discussione dei principi guida. Fortunatamente, i fattori storici e, a volte, umani aiutano a mitigarne gli aspetti più reazionari e inumani. Ciò vale per l’ebraismo come per il cristianesimo e l’islam.

mistergrey2

Se qualche orfanello del marxismo-leninismo preferisce baloccarsi con il nazionalismo islamico in mancanza di meglio, ciò non toglie che i comunisti atei sono i nemici per eccellenza dei regimi islamisti, i primi della lista , tanto per intenderci,magari a pari merito con gli omosessuali.
Poi un comunista omosessuale ebreo per un maomettano sarebbe il non plus ultra, da annientare dopo raffinate torture.

Non approvare i massacri degli imperialisti americani nei paesi arabi occupati è un altro paio di maniche.L’economia di mercato nasce molto prima dell’età dei Lumi , cari voi, non c’è bisogno di fare gli

Si può esecrare il nazismo e il militarismo giapponese,ma nello stesso tempo nutrire serie riserve sulla distruzione di Dresda e l’uso delle bombe atomiche .

Personalmente credo che il rapporto tra un marxista è un islamista dovrebbe somigliare a quello intercorrente tra Prospero e Calibano.

Al momento i rapporti di forza purtroppo nol consentono.

A proposito del topico, non tutti i maomettani sono fanatici tagliateste, ma prova a tentare di spiegare a un musulmano medio concetti come liberta sessuale o ateismo. Nel migliore dei casi ti volterebbe le spalle disgustato.

Gérard

Buongiorno Mistergrey2

No, il non plus ultra che l’ Islam odia, non sono quelli che nomini . L’ abominazione assoluta è il mussulmano che si converte ad un altra religione . E il piu grande crimine che si puo concepire in questa religione .

mistergrey2

C’est vrai, mi dimenticavo gli apostati.

Però non cambia poi granchè: al limite li ammazzano più lentamente.

Ricorda però che i maomettani , ancora più dei cristiani, sono affezionatissimi all’economia di mercato.

E’ noto che una minoranza di cristiani ha simpatizzato e simpatizza tuttora per il marxismo, mettendone , per così dire, “tra parentesi”, la parte materialistica.
Personalmente non condivido il loro sforzo di armonizzare il marxismo con il Vangelo , ma è un fatto che tali posizioni esistono, mentre non credo che esista presso gli islamici qualcosa di lontanamente simile alla teologia della liberazione.

Per un seguace del Profeta il comunista è una bestia immonda che, oltre a bestemmiare Dio con la sua miscredenza, mina le basi stesse della convivenza civile, vale a dire la proprietà privata e la sottomissione della donna.
Siamo così sicuri che questi simpaticoni odiano i rinnegati più di codesti mostri?

Priapus

@ faber
Marx è grande e Lenin è il suo Profeta
ma tu non farti esplodere, perchè non ti attendono 72 urì vergini e allupate nel Paradiso di Allah, da violentare ad libitum, perchè torneranno vergini dopo lo stupro, ma il Paradiso dei Lavoratori con un bel Gulag in Siberia.
La tua reazione mi spinge a considerarti un fedelissimo del marxismo, del quale non ho fatto aspre critiche, avendo criticato solo il cattofascismo; l’inciucio fra Balena Bianca e PCI, che poi ha incluso anche Chiagnolo o Calimero o Trimalcione, come vuoi chiamarlo, gli donano tutti e tre, data già dalla Costituente, quando Togliatti incluse il Concordato in Costituzione, all’art. 7, anche se il cambiamento ne giustificava pienamente l’abolizione, come gli altri trattati interna zionali del fascismo, in cambio ottenne l’obbligo dell’azione penale (art. 112) che ha ingessato la giustizia italiana, ed altri straripamenti della magistratura, prologo di Mani pulite.

faber

Infatti non capisco perchè tu abbia pensato che volessi rispondere a te! Facevo solo notare che i commenti a questa ultimissima hanno preso una piega molto “strana” rispetto all’argomento dell’articolo e ho detto la mia rispetto al topic. Poi puoi considerarmi un po’ come credi, figurati fai pure, per quello che conta! E’ il bello della rete no?

Francesco S.

Prevedo che non avrà vita facile, propone idee eretiche per la fede musulmana.

Giorgio Pozzo

Secondo me la domanda è mal posta. Non esiste un Islam “moderato” o “fondamentalista”, ma casomai musulmani moderati o fondamentalisti. Allo stesso modo si dovrebbe parlare di cristiani, o cattolici, o ebrei, moderati o fondamentalisti. Anche, in molti casi, atei moderati o fondamentalisti. Sono le persone, ed il loro comportamento verso il prossimo, che sono moderate o fondamentaliste. Se uno crede in un dio, può essere considerato moderato o fondamentalista a seconda di come giustifica chi non crede nel suo dio. E viceversa.

Il grado di “moderazione” o “estremismo” di una religione è molto difficile, se non impossibile, da definire, e dipende fortemente dagli aspetti considerati, che siano filosofici, etici, sociologici o addirittura politici.

Per esempio, da un lato il Corano dice esplicitamente che “Dio non ama gli eccessi e il fanatismo”, dall’altro la stessa parola Islam significa “sottomissione e obbedienza a Dio”. Già solamente questi due fattori, così importanti ed essenziali, impediscono una qualunque quantificazione. Il primo sembrerebbe denotare una fortissima componente moderata e liberale, mentre il secondo sembrerebbe denotare una fortissima componente dogmatico-fondamentalista. Ma, ad una attenta analisi, anche l’opposto: un “senza Dio” potrebbe essere interpretato come eccessivo e fanatico, mentre “sottomissione” potrebbe essere interpretata come, alla luce dell’assenza di libero arbitrio nell’Islam, una semplice percorella smarrita che non possiede colpe se –momentaneamente- non riesce a seguire le Leggi o il Disegno Divini.

faber

Indubbiamente le religioni mostrano degli elevati gradi di incoerenza rispetto all’ortodossia del loro messaggio. In fondo questa stessa incoerenza potrebbe essere considerato un loro punto di forza, permettendo un certo grado di adattabilità ai vari contesti storici. Dei dettami troppo rigidi semplicemente potrebbero determinare la scomparsa della stessa religione in conseguenza dei cambiamenti sociali. E’ altresì vero che tutti i monoteismi trasmettono dei messaggi di “sangue e lacrime” per gli infedeli, e anche questo può essere considerato una sorta di meccanismo di autoconservazione. Per questo dico che molte religioni sono intrinsecamente fanatiche e reazionarie. Poi, come dicevo più su, ovviamente il moderatismo o il fanatismo sono delle categorie riferite alle persone. Pertanto è giusto quello che dici, non esite una religione moderata ma esistono i fedeli moderati. Il problema è che il più delle volte il fedele moderato è, in definitiva, un non-fedele o, se vogliamo, un fedele incoerente.

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