Bologna, un voto per la scuola pubblica

Si avvicina il referendum che domenica 26 maggio darà la parola ai bolognesi sui finanziamenti alla scuola privata. La campagna elettorale si è caratterizzata soprattutto per la discesa in campo di tutti i poteri forti, senza eccezione alcuna tutti favorevoli all’erogazione di contributi comunali alle scuole private, quasi tutte cattoliche. Uno schieramento mai visto a difesa di un singolo privilegio, al momento ammontante a oltre un milione di euro l’anno e in continua e forte crescita. I promotori del referendum si sono invece mossi soprattutto nella società. Il voto dirà se sono riusciti a sensibilizzare ogni categoria sociale. È purtroppo rimasto parecchio in ombra il fatto che centinaia di bambini sono stati rifiutati dalla scuola pubblica e invitati a rivolgersi a quella privata. È un fatto assai grave, eppure è stato occultato, minimizzato o persino negato. E dire che l’articolo 34 della Costituzione stabilisce che “la scuola è aperta a tutti”. Non pare proprio che accada, a Bologna.

Le gerarchie ecclesiastiche rivendicano i finanziamenti loro concessi in nome della sussidiarietà, l’esternalizzazione di funzioni dallo Stato ad altri soggetti. È dunque opportuno ricordare — perché questo aspetto è stato completamente trascurato in queste settimane — che la dottrina cattolica considera in realtà la sussidiarietà in maniera praticamente inversa: la scuola (tutta) deve essere cattolica, mentre l’insegnamento impartito dallo Stato è considerato eventuale, residuale, una sorta di male minore, un fare di necessità virtù. “Il dovere e il diritto di educare spetta alla Chiesa”, sostiene il Codice di diritto canonico. Il bolognese cardinal Caffarra arrivò a dire che lo Stato “non ha, non deve e non può aver un compito di responsabilità educativa: sarebbe la dittatura”. Il cardinale Scola, considerato il più accreditato papabile prima dell’ultimo conclave, sette anni fa ha chiesto esplicitamente che “la gestione della scuola sia affidata alla società civile”. Come per esempio la sua, quella di Comunione e Liberazione.

Una visione completamente privatista, che peraltro non è nemmeno una novità. Un anno dopo l’approvazione della legge Berlinguer, che attribuiva alle scuole private funzioni pubbliche, nel 2001 la neo-ministra Letizia Moratti trasformò il ministero della (una volta pubblica) istruzione in un laboratorio ideologico, costituendo uno staff formato per metà da esponenti di Cielle, per l’altra metà di esperti confindustriali. Come dire: il mercatismo a braccetto del sussidiarismo selvaggio. Di tale impostazione è oggi massimo alfiere l’assessore regionale veneto Remo Sernagiotto, fautore della chiusura di ogni scuola pubblica.

#AvotareA

Sia ben chiaro: non demonizziamo il privato, quando è più efficiente e assicura il rispetto dei valori costituzionali, a partire dall’eguaglianza di tutti i cittadini stabilita dall’articolo 3. Se, tuttavia, le scuole private si rivelano, dati Ocse alla mano, più inefficienti del pubblico, e nel contempo continuano a essere confessionali, esclusive, incapaci persino di garantire il rispetto dei contratti di lavoro, c’è da domandarsi quale sia il vantaggio per lo Stato. Al termine della campagna elettorale, il fronte del B ne ha espresso in pratica uno solo: il risparmio per le casse pubbliche. Che come sappiamo è in realtà ancora tutto da dimostrare, perché basato su un ragionamento errato.

Di certo c’è solo la loro paura di perdere: un evento che avrebbe dell’incredibile, visto il sostegno ricevuto da tutti coloro che contano. Non si spiegherebbero diversamente la discesa in campo del card. Angelo Bagnasco, e addirittura dello stesso papa. Il presidente dei vescovi italiani è arrivato a sostenere che, se molte famiglie non possono iscrivere i propri figli in una scuola cattolica perché le rette sono troppo alte, la colpa è soltanto della “latitanza dello Stato”, che non le finanzia come dovrebbe. E, in effetti, gli aiuti di Stato sinora non hanno certo contribuito ad aumentare gli iscritti alle scuole cattoliche: hanno solo creato problemi economici alla scuola pubblica e alle famiglie che vogliono sceglierla. Se gli interessi della Chiesa sono discutibili, le esigenze dei genitori delle scuole private cattoliche (sicurezza, rifiuto di “mischiarsi”, identitarismo, nei livelli superiori anche una maggior garanzia di essere promossi) sono forse legittime, ma non costituiscono certo un interesse di tutti. E non si vede quindi perché dovrebbero essere finanziati da tutti.

Oggi avrà luogo la festa conclusiva della campagna referendaria, dalle 17:30 fino a mezzanotte, con un tavolo del circolo Uaar di Bologna assieme agli altri promotori. Comunque andrà a finire, un referendum nato dal basso a opera di un piccolo gruppo di promotori è riuscito a far diventare un tema nazionale la questione dei contributi pubblici alle scuole private, nonché a far tremare l’intera classe dirigente che, come un sol uomo, si è compattata per vantarne un’assai discutibile efficacia. Il quotidiano locale, Il Resto del Carlino, è arrivato ieri a dare l’indicazione esplicita di votare B con una pagina riportante un’enorme B, con le sole motivazioni di chi sostiene tale opzione: nessuno spazio è stato concesso a chi invita a votare A. In violazione del silenzio elettorale, i sostenitori della scelta B, capitanati dal sindaco che è lo stesso che emana le ordinanze, si sono inoltre presi la piazza alla vigilia del voto. La loro paura è palpabile.

Il referendum di Bologna non si sarebbe nemmeno dovuto tenere, se i partiti sapessero far propri i valori costituzionali. Vediamo invece dilagare ovunque l’impostazione morattiana, e nel capoluogo emiliano è il Pd a portarne la responsabilità: ha perso di vista l’interesse generale, perché l’amministrazione comunale che esprime si è sottratta alla sua responsabilità di fare gli interessi di tutti per fare quelli della Chiesa cattolica. La scelta è dunque tra un modello di società inclusivo e la proliferazione di ghetti identitari, come accade in Gran Bretagna. Non dovrebbe essere difficile capire perché occorre votare A.

La redazione

Archiviato in: Generale, Notizie

51 commenti

benjamin l'@sino

Premesso che non ho letto la pagina per intero, vorrei giocare a fare la “Cassandra” della situazione (è fin troppo facile): qualora al referendum passare una posizione contraria a quei finanziamenti, il risultato referendario verrebbe o insabbiato o eluso con una nuova legislazione diversa da quella attuale nella forma ma non nella sostanza. Risultato: i soldi continuerebbero a fluire (probabilmente in quantità sempre maggiore).

Agnos XVI

Sono ancora più pessimista: qualora al referendum passasse la posizione contraria a quei finanziamenti, il risultato referendario verrebbe o insabbiato o eluso; ma se passerà la posizione B il risultato sarebbe megaamplificato dovunque, in termini di soldi alle scuole cattoliche, di chiusura di scuole pubbliche e di propaganda.
Mi ha molto deluso l’intevento del ministro Carrozza, il cui curriculum mi era piaciuto.

Sandra

Concordo. Tra l’altro, mentre per le politiche il Comune aveva disposto 450 seggi, per questa consultazione ci si è fermati a 199, e secondo gli organizzatori del referendum, piazzati in modo da sfavorire la partecipazione. Il comitato aveva anche richiesto di far coincidere il referendum con le elezioni di febbraio. Questo referendum non s’aveva da fare, ma visto che si deve basta piazzare opportunamente qualche ostacolo sul percorso. Solita strategia.

Federix

Si è capito che la “chiesa” sta facendo un GOLPE STRISCIANTE per impadronirsi dell’intero stato italiano??? Cioè per estendere di fatto i confini del Vaticano ai confini dell’Italia???

Francesco

Er Profeta: Letizia Melogratti.
Cherubino: A Maomè! Ma quanto sei vorgare.
Er Profeta: Ma io ebbesi solo fatto a traduzione in italiano.

Diocleziano

Bologna nun fa la stupida domenicaaaaaaaaa…
Diamole ‘na mano a faje di de AAAAAAAAAAAAA!!!
🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂 🙂

Francesco

Er Profeta: Stò Diocleziano fà commenti usando er mio idioma. me sento provocato.
Cherubino: A Maomè, ma nun te la detto mai nessuno che sei en tantino paranoico?

Diocleziano

A profe’, nun te allargà: io già ce stavo qui trecent’anni prima de te!… 🙂

Francesco

Er Profeta: Ma prima che io comparissebbi in questo sito, per svorgere la mia opera de “proselistismo”, non te stavi a esprime cor mio idioma tipico delle mia regione de origine (soprattutto ar centro).
Cherubino: Proseli….. cosa?
Er Profeta: “proselistismo”
Cherubino: Se parti così, sò sicuro che farai en successone.

tommaso

“”””
….la scuola (tutta) deve essere cattolica, mentre l’insegnamento impartito dallo Stato è considerato eventuale, residuale, una sorta di male minore, un fare di necessità virtù….
“”””
Aggiungereri :

….accettabile solo in linea di fatto ma non in linea di principio !!

Questa è la vera dittatura contro cui bisogna battersi !!!

Stefano Grassino

Resto della mia idea: chi voterà A sarà ufficialmente uno dei nostri. Perderemo? E’ sicuro al 90% ma vedremo in che misura; credo che la chiesa tema non tanto la sconfitta che non avrà ma la quantità dei voti per la A.

Ottone

Credo anche io che bisogna (purtroppo) partire dai numeri della sconfitta per capire come muoversi poi.
Speriamo però che non sia una sconfitta annientante.

Diocleziano

Perché siete così pessimisti?
So che a Bologna il pubblico e il privato si dividono il mercato 50 e 50.
Ma la maggior parte della cittadinanza dovrebbe propendere per la pubblica.
Stiamo a vedere.

Francesco

Papa (ufficiale): Bologna, un voto per la escuola publica? Ma L’UAAR non es un associacion atea?
Segretario: Penso che parlino di voto come scelta politica non in senso di giuramento religioso.
Papa (emerito): Questo essere tutto rinbecilliten.
Segretario: Sua Santita!
Papa (ufficiale): Cual de los dues?.
Papa (emerito): Infatti a chi ti riferiren di noi duen?
Segretario: Entrambi.

stefano marullo

Talvolta Davide riesce a vincere Golia.
Bologna in passato è stata una città avanguardista. Auguro che anche stavolta i bolognesi possano essere orgogliosi della loro città, libera dai feudi clericali.

Stefano Grassino

Stefano, ufficialmente in non credenti in Italia sono il 12/15%.
A me interessano molto quelli che sono arrabbiati con la politica italiana che concede privilegi al clero.
Se la A ottiene il 25% per me sarà un buon punto di partenza per le nostre future battaglie. Si lotta contro un gigante, non scordiamocelo e di Davide ce n’è stato uno nella soria.

gmd85

Vero. Però c’è da tenere conto che non necessariamente un’istanza è solo nostra. Non è da escludere che l A la votino anche i cattolici. I meno oltranzisti, almeno.

Ottone

Credo anche io che il 20/25% (sul totale del corpo elettorale) siano i nostri numeri del Piave. Comunque la vedo lo stesso durissima. Hanno mosso troppe truppe che non sarà facile contrastare, se non impossibile in questo momento.

Geronimo

in piemonte, per un referendum sulla caccia, arrivarono a fare anche di peggio. Per i dirigenti politici l’importante è difendere le lobby, il volere dei cittadini è ininfluente.

benjamin l'@sino

Quando parli dei dirigenti, non prenderti la briga di specificare “politici”, che è fuori luogo. La dirigenza è dirigenza, di qualunque tipo sia: individui dalle ottime capacità e dalle pessime intenzioni.

Federix

Veramente io conosco anche dirigenti con pessime capacità, e con intenzioni sia ottime sia pessime…

whichgood

” Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. ”

Bagnasco contesta il referendum proprio su questa frase. Secondo lui la scuola privata comporterebbe un risparmio per lo Stato. E questo è il solito inganno: un risparmio (anche nel caso che questo esistesse veramente) non è la stessa cosa di un profitto. Se la scuola privata portasse profitti effettivi per lo Stato (cioè soldi, qua si parla di oneri economici) allora non si capisce per quale motivo lo Stato sarebbe obbligato a sostentarle economicamente. Sarebbe come se un commerciante metesse un’offerta su un prodotto aumentando il prezzo perchè in realtà ti fa risparmiare soldi. Roba da pazzi.

giuseppe

A proposito della frase “senza oneri per lo Stato”, uno dei proponenti, il liberale on. Corbino, dichiarò, negli Atti della Costituente, quanto segue: “Vorrei chiarire brevemente il mio pensiero. Forse da quello che avevo in animo di dire, il collega Gronchi avrebbe capito che le sue preoccupazioni sono infondate. Perché noi non diciamo che lo Stato non potrà mai intervenire a favore degli istituti privati, diciamo solo che nessun istituto privato potrà sorgere con il diritto di aver aiuto da parte dello Stato. E’ una cosa ben diversa: si tratta della facoltà di dare o di non dare». E l’altro firmatario dell’emendamento, l’azionista on. Tristano Codignola, si associò alla precisazione, dichiarando: «Si stabilisce solo che non esiste un diritto costituzionale a chiedere tale aiuto».

giuseppe

gmd85, io ti riporto le opinioni dei padri costituenti e tu mi citi una nota a commento di un testo giuridico a livello scolastico?
Se non capisci la differenza non è certo colpa mia.

gmd85

@giuseppe

No, se tu non capisci che l’interpretazione può essere fallace non è colpa mia.

I padri costituenti che hai citato hanno fatto un bel gioco di ambiguità su una articolo chiaro.

Non si parla di oneri iniziali.
Non si parla di sovvenzioni successive.
Non si contempla la possibilità che vi siano finanziamenti.

Senza oneri per lo stato è chiarissimo, padri costituenti o no.

Non esiste il diritto costituzionale a chiedere finanziamenti, ma esiste il veto costituzionale a chiederli e Codignola lo sapeva benissimo, così come Corbino.

Il sito è specializzato. Può non piacerti, ma limitarti ad esprimere il tuo gusto non è un’obiezione.

Ah, visto che il documento da cui hai diligentemente copincollato ce l’ho anche io, potevi anche riportare le posizioni contrarie. No, eh.

gmd85

O forse le parole di Bianchi Bianca, Binni e Marchesi sono di secondaria importanza?

giuseppe

A rigor di logica, dovrebbero essere i costituzionalisti ad adeguarsi al pensiero dei padri costituenti (coloro che hanno scritto la costituzione) e non viceversa… 🙂

gmd85

A rigor di logica, esistono le riforme costituzionali.
Comunque, l’emendamento Corbino fu interpretato dall’Assemblea in senso restrittivo. E, vista la formulazione, non può essere altrimenti.

gmd85

Il mio commento sulle riforme costituzionali era riferito al fatto che se un articolo risulta inadeguato, padri costituenti o meno, si può modificare o abrogare.
Certo, le parole dei padri costituenti sono importanti, ma postarle a proprio piacimento, per come conviene, non serve. Tanto più che il voto maggioritario dell’Assemblea è venuto dai membri apertamente contrari ai finanziamenti.

fab

giuseppe, a rigor di logica appigliarsi all’ “ipse dixit” non è logico.

gmd85

@giuseppe

Ah, visto che il tuo modo di ragionare è ormai noto, no, l’articolo 33 non ha bisogno di essere modificato.

faber

Suvvia bolognesi, votate A anche soltanto per vedere la faccia dei dirigenti del PD e della CEI il giorno dopo! 😀

whichgood

Saranno un po più flaccide del solito ma sostanzialmente un fotocopia del loro fondoschiena.

Federix

WOW 😀 ecco i risultati in questo momento:

Sì, lo Stato deve investire solo nella scuola pubblica: 86.23%
Se i privati erogano servizi ai cittadini che il pubblico non riesce a garantire, perché no?: 8.58%
Lo Stato deve aiutare a esistere le scuole gestite dai privati che offrono opportune garanzie: 5%

RI-WOW!!! 😀

Federix

Stato dei risultati in “La Stampa” in questo momento:

A) utilizzarle per le scuole comunali e statali;
B) utilizzarle per le scuole paritarie private».
Opzione A (15728 voti) 37%
Opzione B (26537 voti) 63%

Federix

“Fatto Quotidiano”, adesso:
– Scuole d’infanzia private “senza oneri per lo Stato”?

Sì, lo Stato deve investire solo nella scuola pubblica 85.59%
Se i privati erogano servizi ai cittadini che il pubblico non riesce a garantire, perché no? 8.55%
Lo Stato deve aiutare a esistere le scuole gestite dai privati che offrono opportune garanzie 5.86%

Eh… Come si è visto altre volte, i risultati dei sondaggi dei giornali dipendono dall’impostazione ideologica dei lettori dei singoli giornali, ovvero da quella dei singoli giornali. Sempre che non siano anche dolosamente alterati.

San Culamo

triste che anche certi politici che parevano degni di stima siano per l’opzione B, dell’opinione degli elettori, se proprio ne serviva confare, se ne strasbattono

Priapus

Ho il sospetto che abbiano intascato mazzette o sollecitato la grazia di avere un conto
allo IOR tramite il quale far sparire le tracce dei loro maneggi.

whichgood

Triste dover votare un referendum per ristabilire una legge scritta sulla Costituzione. Napolitano dov’è?.

Priapus

Il comma 5 è chiarissimo “senza oneri per lo stato”; che se poi cerchiamo le opinioni dei costituen
ti, risulta che al massimo, lo stato può contribuire dove non esistono scuole statali. L’intento è di
assicurare un servizio alla cittadinanza, ma finanziare scuole bigotte che non servono ad educa
re buoni cittadini, ma solo ad allevare pecorelle incapaci di pensiero autonomo, di cui tu, giusy,
sei un degno esemplare, non lo puoi pretendere ed è inutile che batti i piedini,
La chiesa che vuole la sottomissione dello stato o la sua distruzione, cerca addirittura il contributo
dello stato. Segnatevi i nomi di tutti i politicanti complici, a loro infamia.

Commenti chiusi.