L’appartenenza si trasmette per via materna, nell’ebraismo. E tuttavia, quando la madre non sembra molto convinta dalla prassi ebraica, si può tranquillamente affidare i figli al padre. È quanto emerge da una vicenda, dai risvolti drammatici, di cui dà notizia il quotidiano israeliano Haaretz.
Una donna cresciuta in una famiglia ultra-ortodossa, nota con il nome di Ayala, si sposa appena diciottene con un pio haredi la cui occupazione è lo studio intensivo dei testi sacri presso una yeshiva (scuola religiosa). Inizia a sfornare figli e si adatta al ruolo di segregata in casa per crescere i suoi bambini, tagliata fuori dalle vecchie amicizie e relazioni. La donna però è curiosa, vuole imparare e interrogarsi, diventa insofferente verso il marito oppressivo. La coppia si rivolge ogni tanto ai rabbini, che dicono a lei di essere rispettosa nei confronti del marito.
A un certo punto della sua vita Ayala matura dei dubbi sulla religione, fino a non sentirsi più credente. Il marito ovviamente la considera snaturata, dice che le donne non devono farsi domande di questo tipo. Ma lei trova notizie e riflessioni interessanti su internet, il suo passaggio all’incredulità è travagliato. Lo shock arriva quando il sesto figlio che partorisce, una bambina, nasce morta. Si trova imprigionata in una realtà che non le appartiene e dalla quale è difficilissimo uscire, quella degli integralisti ultraordossi. Chiede al suo rabbino di poter usare contraccettivi, ma le viene negato. Quattro mesi dopo il parto andato male rimane nuovamente incinta.
Si imbatte in un forum sul web di haredim che hanno perso la fede ma che non vogliono rompere con la tradizione per non dividere la famiglia. Quindi si iscrive a sociologia, ma la decisione è malvista dalla comunità, che si offre di pagarla affinché interrompa gli studi. La sua ‘seconda vita’ e i contatti con gli ‘eretici’ vengono scoperti dal marito, che chiede il divorzio.
Comincia l’odissea legale per Ayala. Ci si rivolge a un tribunale civile, ma il marito poi tenta di riappacificarsi con la moglie, o almeno così fa credere. Pochi giorni dopo la chiusura del procedimento civile, l’uomo si appella a un tribunale rabbinico chiedendo la custodia dei figli. In Israele infatti è ammesso, all’insegna del comunitarismo che garantisce privilegi alle comunità religiose integraliste, che le corti rabbiniche deliberino su figli e alimenti in caso di separazione. Per il legale della donna la mossa del marito è chiaramente strumentale, volta a dirottare il procedimento dalla corte laica a qualla religiosa, che favorisce l’uomo. Intanto Ayala rimane a casa con il marito, che la umilia e tenta di toglierle i figli. Poi si trasferisce altrove e viene provvisoriamente concessa la custodia congiunta. Ma il marito insiste, tanto che la donna viene accusata di assumere droghe e viene detto ai figli che fa parte di una setta e che la sua casa è maledetta.
Il caso è arrivato alla Corte d’appello, cui la donna ha fatto ricorso grazia all’aiuto economico di un’associazione. La corte dovrà decidere se rimandare gli atti a un tribunale civile: un caso che rischia di far esplodere anche in Israele la contraddizione stridente tra gli spazi concessi alla giurisprudenza comunitarista e il quadro della legge civile , che si presume laica ed egalitaria. Problema d’altronde simile a quello delle corti islamiche in Gran Bretagna, dove proprio le donne sono la parte più debole.
Alle donne israeliane è stato nel frattempo riconosciuto il diritto di poter recitare la Torah presso il Muro del Pianto a Gerusalemme, con tanto di scialle tradizionale (tallit) e stringhe di cuoio (tefillin), nonostante la contrarietà degli più ortodossi, che ha dato luogo a molte tensioni. Si tratta di un’altra questione che fa discutere: per molte donne ciò rappresenta un passo avanti ‘femminista’, ma può anche essere interpretato come un voler metabolizzare e riproporre proprio quelle logiche integraliste che tengono le donne in uno stato di minorità, piuttosto che puntare a un loro superamento.
Le confessioni religiose sono in prima fila nel combattere il riconoscimento del diritto all’adozione da parte degli omosessuali. Un bambino ha bisogno di una madre e di un padre, dicono. Salvo poi derogare spesso e volentieri da tale assunto. Il fine ultimo della fede, di ogni confessione religiosa, è del resto la propria riproduzione nel tempo. Tutto il resto — le vite di donne, uomini e bambini, i principi della religione stessa — non conta. Lo Stato esiste anche per porre un limite a certe deliranti manie di grandezza. Ayala, purtroppo per lei, si è imbattuta con uno Stato connivente. Come la stragrande maggioranza degli stati di questo pianeta.
La redazione
Ma che caz.zo… 🙁
per fortuna questa donna vive in Israele ee avrà piena soddisfazione dalle leggi molto democratiche di quel paese. e che emarginano continuamente le minoranze religiose. Come del resto sottolinea il quotidiano ( a cui tra l’altro collaboro anche se nel dorso turismo)
Israele dovrà ora o poi tagliare i sussidi a questi parassiti timorati. Sono sicuro che ce la farà, stanno facendo passi da gigante in materia di diritti civili.
è stata approvata (con fatica) la legge al riguardo un anno fa. via i sussidi alle yeshivot dopo 4 anni di studio e soprattutto il servizio militare per i religiosi.
ma, soprattutto, quel che conta questi estremisti hanno il discredito della popolazione israeliana, sia quella laica che quella religiosa.
Si, infatti, finalmente anche loro serviranno l’esercito da cui erano esentati solo perché fondamentalisti. Non che io sia per la leva obbligatorio ma non è giusto che uno sia esentato da doveri di cittadino di uno stato in virtù della sua credenza.
….Chiede al suo rabbino di poter usare contraccettivi, ma le viene negato. Quattro mesi dopo il parto andato male rimane nuovamente incinta….Dice l’articolo.
Questi ultra ortodossi che considero degli irresponsabili di una estrema testardaggine, arcaismo e fanatismo sono la vergogna d’Israele ! Non sono solo io a dirlo, ma israeliani (o d’origine) che ho conosciuto e conosco all’estero. Questi sono non solo indignati, ma si vergognano certe volte da quello che succede in Israele come in questo caso citato nell’articolo !
Gli israeliani colti (abbastanza diffusi nel mondo scientifico) sono generalmente laici o atei, gente che sa rispettare, capire e ragionare ; forse un po troppo « campanilisti ».. ma su questo non hanno niente da invidiare a certi italiani e non solo..…. Posso solo auspicare che non si faccia un’amalgama tra loro e gli ultra ortodossi ! Che non siano, come in certi casi, considerati senza nessuna ragione dei comodi « capri espiatori », malvisti, criticati o odiati, ma rispettati come persone responsabili ed integre.
La maggioranza dei sionisti di destra, ovvero gli intransigenti della questione arabo-israeliana-palestinese, odiano questi personaggi ultrafondamentalisti, così come gli ebrei di sinistra.
Sono una minoranza fastidiosa, però, spesso infastidiscono le donne ebree laiche se si avventurano nei loro quartieri in Gerusalemme vecchia senza uomini (non le toccano, perché “impure”, ma a volte fanno sassaiole e cose del genere).
L’aberrazione è che si riconoscano questi tribunali religiosi.
Chiedo scusa se posso sembrar superficiale ma a me vien da ridere a vedere una persona con un cubo nero legato in testa.
Ben venga che si lasci la libertà anche alle donne di agghindarsi da idioti, d’altronde la felitità è esponenzialmente legata all’idiozia, chi siamo noi per negargli la felicità. 😀
Penso che, in un caso come questo, perfino in Italia la signora Ayala potrebbe chiedere il divorzio per maltrattamenti e altro, e ottenere sia il divorzio, sia l’affidamento dei figli, sia “gli alimenti”…
E ovviamente nessun tribunale le vieterebbe di lasciare la religione.
Strano paese Israele, un misto di modernità Yankee e medievalesimo religioso. Gli haredim poi, vestiti di nero e con cappelloni pelosi indossati in un paese torrido raggingono le vette del ridicolo.
Sono convinto però che le cose cambieranno, non si può arrestare l’inesorabile avanzare del secolarismo.
Approfitto per segnalare questo sondaggio sul giornale L’Adige,
non è pertinente al tema trattato ma chiedo il vostro aito per far valere la nostra opinone:
http://www.ladige.it/sondaggi/sergio-romano-festival-crocifisso-aule-giudiziarie-scuole-incivile-lasciarlo-d-accordo
ok, fatto 🙂
fatto pure io
Gli haredim sono come i nostri testimoni di geova o gli utenti di radio maria o i talebani. Molti di loro per un lungo periodo non votavano, in quanto teocratici essi non riconoscevano altra autorità che i rabbini o il re degli ebrei (che non c’è).
Golda Meir ebbe critiche da loro perché essendo donna pensavano che non potesse guidare ebrei uomini.
E che dire delle donne haredim che si rasano la testa e si mettono poi la parruca coperta da un foulard?. Roba schizofrenica !
@which
quello non lo fanno solo le hared. comunque ogni scelta è legittima se non costringe gli altri ad adeguarsi.
I
Ma allora sono proprio dei rabbini!!!
Beh però bisogna dire che in molti casi (probabilmente non questo) sono le persone stesse che si fanno timorose verso le “istituzioni” religiose. Chiedere il permesso per far questo o quest’altro… insomma fallo e basta, fregandotene di cosa pensano i rabbini/imam/preti.
Anzi, è più bello se si indignano, e meglio se tutta la comunità dei religiosi si indigna… bisogna avere un po’ del Federico Nice 😉
E poi che senso ha il permesso di lasciare una religione? Una volta che per te i contenuti sono scemenze l’hai bella che lasciata!!!
In Israele la religione, essendoci la confusione ebraismo/popolo ebraico compare sul passaporto.
Quindi un ebreo che non vuole più farsi identificare come ebreo credente ma come ebreo ateo, o rimane ebreo e non frequenta più, oppure deve chiedere la qualifica di ebreo laico non credente, che solo di recente è stata ammessa, accando a ebreo, musulmano, cristiano, druso, altra religione.
ma essere ebrei è appartenere ad una etnia, come il popolo rom. gli ebrei hanno ANCHE una religione
Capisco il tema prettamente “burocratico” (diciamo così), ma se tu sei biondo, e scrivi sulla carta che sei moro, non è che ti si colorano automaticamente i capelli!
“Alle donne israeliane è stato nel frattempo riconosciuto il diritto di poter recitare la Torah presso il Muro del Pianto a Gerusalemme, con tanto di scialle tradizionale (tallit) e stringhe di cuoio (tefillin),”
ma che fortuna!
In una foto mi sembra di aver intravisto un muretto di separazione fra i due sessi.
E’ corretto ?
alec
alle donne ebree. che comunque lo hanno sempre fatto
Non credo che i tribunali rabbinici abbiano valore; tra l’altro gli haredim sono visti come fumo negli occhi anche dalla destra di Netanyahu e Lieberman (quest’ultimo leader considerato di estrema destra ma laico), oltre che dalla sinistra laburista.
I loro partiti sono minoranza, per ora, persino nei confronti dei partiti degli arabo-israeliani.
Quando episodi del genere riguardano il mondo islamico,tutti i mass-media ne parlano con tono giustamente indignato. Quando invece, come in questo caso, riguardano il mondo ebraico, passano sotto silenzio.
Dialogo della foto:
Ebrea ortodossa: Yahweh aiutame, me se bloccata a circolazione a e braccia e a testa e non pechèèèèè….
Ebrea ortodossa dietro: Hiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii……
“Jamie Lee Curtis” ebrea: Ma che se encantata?
Sorry: e non “sò” pecchèèèèè……
Gli ebrei creando uno Stato religioso che trae la propria legittimita da un passato biblico di diversi millenni, hanno causato -e causano tuttora- delle tensioni antagoniste sia a livello locale che mondiale. L’interpretazione di questa situazione delicata e complessa non fa l’unanimità ne in Israele ne nel mondo intero. Sarebbe comunque assurdo paragonarla al terrorismo mondiale delle frazioni islamiche estremiste ! L’obiettivo sionista -indiscutibile- di recuperare a tutti i costi le « terre sacre » la Giudea e Samaria , ha non solo causato guerre nel passato ma causa tuttora diversi disordini sociopolitici che non possiamo ne sottovalutare e ancora meno ignorare ! Va notato, un’ennesima volta, che al denominatore comune di questo malessere umano, conflitti e guerre, troviamo « molto stranamente » la RELIGIONE !
Per come la vedo io, il conflitto arabo-israeliano è l’ultimo lascito avvelenato di Hitler e della sua folle ideologia.
Il marito accusa la moglie di appartenere ad una setta? Semmai è vero il contrario?
Ma Israele è una teocrazia?