Le elezioni presidenziali iraniane hanno consegnato la vittoria al candidato “moderato” Hassan Rohani, che ha ottenuto il 50,68% dei voti espressi. Curiosamente, il candidato meno clericale era anche l’unico chierico a presentarsi. L’elezione di Rohani è stata salutata con soddisfazione da quasi tutti i commentatori occidentali, a parte Israele. È tuttavia lecito chiedersi se tale accoglienza è adeguatamente motivata.
I candidati ammessi infatti devono infatti avere un pedrigree islamicamente corretto e sono quelli meno sgraditi alla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, da cui devono ottenere il placet. Più vicini alla Guida rispetto al vincitore, gli altri candidati integralisti hanno raccolto quasi la metà dei voti. Alla vittoria di Rohani per il rotto della cuffia ha contribuito soprattutto la divisione nell’establishment, sebbene il vincitore non sia affatto un outsider.
Il primo presidente della Repubblica iraniana Bani Sadr, eletto nel 1980 e destituito l’anno dopo dai religiosi, commenta: “gli iraniani non hanno votato per Rohani, ma contro Khamenei, contro un regime tirannico che continua ad avere tutti i poteri”. Un voto di protesta ma, secondo l’ex presidente in esilio in Francia, “Rohani non è il cambiamento”.
Si assiste piuttosto a un riposizionamento dell’élite al potere, sempre più lacerata da contrasti interni. Intanto ha fatto fuori l’ormai impresentabile Mahmud Ahmadinejad. L’ex presidente era noto per l’integralismo, gli slanci apocalittici e l’antisemitismo ed è ormai inviso alla casta religiosa tradizionalista con il quale il suo entourage è entrato in combutta (persino con accuse di “stregoneria“). Nonostante il pugno di ferro che ha represso le manifestazioni studentesche dell'”Onda Verde” dopo le elezioni del 2009 che hanno riconfermato Ahmadinejad al secondo mandato, anche l’oligarchia iraniana si sta rendendo conto che la società cambia.
Il controllo teocratico è forte, con pene pesanti per chi dissente. Ma la società si secolarizza e cala la pratica religiosa, soprattutto tra i giovani, come spiega il sociologo franco-iraniano Farhad Khosrokhavar a Le Monde. Il “movimento verde” che è nato sulla scia delle proteste nei paesi arabi è espressione di una rottura che ha messo in discussione la legittimazione divina del potere in Iran. Ma questo cambiamento evidentemente è difficile. Nel regime attuale non può esprimere tutto il suo potenziale laico, come mostra la repressione nei confronti della protesta del 2009.
Difficile prevedere quali saranno i margini di azione di Rohani. Risulta necessario mantenere un atteggiamento di prudenza: il precedente di Mohammad Khatami, presidente moderato ma impotente tra il 1997 e il 2005, dovrebbe pur suggerire qualcosa. Certo, è anche impossibile non esprimere soddisfazione per l’uscita di scena di un personaggio delirante come Mahmoud Ahmadinejad. Ma non bisogna nemmeno dimenticare che è avvenuta anche grazie alla Guida Suprema. Per questi motivi è dunque troppo presto e troppo poco per parlare di “svolta”, come in molti hanno già fatto.
La redazione
Ovviamente l’ottimismo e la speranza per il cambiamento va sempre sperata e sostenuta, ma , mi sento di condividere l’atteggiamento attendista di Israele, In questo , come in moltissimi se non tutti i casi, ogni modifica viene giudicata storico. Occorre invece avere la pazienza della storia per verificare cambiamenti e eventuali miglioramenti. Che naturalmente è bene augurarsi per il futuro di quel bellissimo e ricco (nel senso ampio del termine) paese
Israele sa bene che cosa siano i “capi fasciati” così come lo sappiamo io e te. Non mi fido di certa gente essendo un laico, come laico è il popolo di Davide.
Tra l’altro molti rabbini sono come i talebani, dunque ben fa Israele a stare attento. Tra nemici esterni ed interni, non può permettersi la minima distrazione.
Certo è che la speranza non la si deve perdere e credo che l’unica soluzione, non potrà mai essere il popolino bue e ignorante, ma una classe formata da uomini di cultura e studenti aiutati dal mondo dell’imprenditoria con forze estere, aventi interesse a non lasciare eventuali bombe atomiche nelle mani della fede fanatica talebana.
Grassino
Israele ha le sue ombre, parecchie. Politicamente cede ai religiosi quando ne ha bisogno, ma poi la politica e la legge piega il capo alla società che o è secolarizzata o è moderatamente religiosa.
A volte gli osservatori e i commentatori scambiano i loro desiderata per il popolino bue come dici te. L’importante nelle valutazione è mantenere un certo distacco.
Quanti si sono entusiasmati per papa Francesco. Leggevo che LUxuria, buddista, al funerale di don Gallo ha visto una luce negli occhi del capo della Cei che le ha impartito la comunione e si dice certa che il papa farà grandi aperture.
Ovviamente me lo auguro anche io, un elemento divisivo e guerresco in meno è sempre auspicabile.
…Ma la società si secolarizza e cala la pratica religiosa, soprattutto tra i giovani…
Quindi forse fra cinquanta anni smetteranno di fare i barbitti multiculturali.
Se oltre i 2/3 della popolazione iraniana è nata dopo il 1979 (anno della rivoluzione) come mai i barbuti scittosi multietnici attraggono sempre in piazza folle numerose ed esaltanti allah il dio del profeta maometto principe dei barbuti e dei barbitti ?
Perchè gli piace barbittare e gridare allah akbarr barbutt a questi iraniani giovini e NON giovini. E così deve essere…facciamoli barbittare finchè se ne stanno a casa loro.
FINE DEL DISCORSO.
DucaLamberti74
il cittadino DucaLamberti74
FINE DEL DISCORSO
Il popolano italiota firestarter
assioma e verità assoluta indiscutibile 🙂
DucaLamberti74
veramente, rileggiti. Esprimi pochi e sciatti concetti in modo ripetitivo e linguaggio bimbomikiesko. A volte capita nche che ci prendi, ma il modo in cui ti esprimi fa venire voglia di prendere a calci il primo oggetto deformabile a portata di piede.
Dobbiamo distinguere due categorie di violenza: la violenza di Stato e di violenza di massa. I paesi poveri hanno adottato la violenza di Stato : sono tutti dotati di un regime militare, e l’applicano con pressione quotidiana alle loro popolazioni condannate a soffrire duramente l’arbitrario ! Allo stesso tempo, vogliono attuare questa pratica nelle loro relazioni internazionali. L’esempio che viene in mente e di cui stiamo parlando in questo momento è lo sforzo dell’Iran di ottenere una bomba nucleare, giustificato nel discorso con un senso di accerchiamento, ma di fatto alimentato dal fascino per il potere , che è esternalizzato da un desiderio di violenza, perché il loro ex presidente voleva “cancellare” un vicino di casa non proprio gradito !
Domanda : il nuovo presidente Rohani, più moderato (dicono), sarebbe di un’altra tendenza ? Possiamo solamente auspicarlo…..
Tutto sommato, preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno.
Sperem.