Il Liguristan non è solo virtuale

La morte di Giuliano Delnevo, il venticinquenne ligure convertito all’islam ucciso ieri in Siria mentre combatteva tra le fila di un gruppo integralista, ha riaperto le discussioni sull’estremismo musulmano. Tuttavia, è forse la prima volta che un italiano muore combattendo per la jihad, o quantomeno che la notizia è pubblica. Questo aspetto appare preponderante nei commenti, nei quali ci si chiede cosa possa averlo spinto a tanto.

Cresciuto in una famiglia cattolica di Genova, Delnevo si era convertito all’islam nel 2008 assumendo il nome di Ibrahim, dopo aver conosciuto alcuni immigrati di religione musulmana. Aveva quindi preso una strada integralista, all’insegna di un islam bellicoso, anti-occidentale, austero ed eroico. Alcuni suoi video erano stati pubblicati sul canale Youtube LiguristanTV. In uno di questi commentava la pubblicazione delle vignette di Charlie Hebdo augurando la morte ai “criminali” che avevano offeso l’islam e attaccando i kuffar (infedeli).

Dal 2009 il giovane era indagato per sospetta partecipazione ad attività di reclutamento e propaganda a fini terroristici, visto il suo attivismo radicale su internet. Nella conversione all’islam integralista e nell’esaltazione del jihad armato Delnovo aveva trovato una ragione di vita e un ideale quasi romantico, come scrive Gabriele Romagnoli oggi su Repubblica. Si era quindi deciso a partire per la Siria per combattere a fianco dei ribelli contro Bashar al-Assad. Sei mesi fa aveva detto alla famiglia di recarsi in Turchia per questioni umanitarie, ma di lui si erano perse le tracce. Il padre si dice “orgoglioso” del figlio, morto mentre tentava di aiutare un commilitone ferito.

 

 

Secondo le stime, circa 600 persone, soprattutto da Gran Bretagna, Francia, Belgio, Olanda e Italia, sarebbero andate in Siria per partecipare alla guerra civile: circa 40-50 sarebbero partite dal nostro paese. Non è il primo e non sarà l’ultimo caso di giovane che perde la vita in nome di un’ideale. Anche perché quando si è giovani si ha forse più voglia di battersi e in non pochi casi anche di menare le mani. Ma in questo caso l’ideale, ricordiamolo, è il dominio totalitario di un’ideologia religiosa. Si ha un bel dire, nel caso del terrorismo a matrice religiosa, che la religione non c’entra nulla, che quella non è la “vera” religione. Non è vero, e non solo perché stabilire cosa è la “vera” religione è tutto sommato un punto di vista soggettivo. Ma perché, piaccia o no, la religione è esattamente il propellente di decisioni come quella di Delnevo.

Gli stessi integralisti, proprio seguendo alla lettera i testi sacri, dicono di seguire la religione nel senso più completo e profondo, senza compromessi. E contestano ai credenti meno rigidi di prendere quello che gli fa più comodo dalla fede, facendone scadere il senso originario. In particolare i convertiti, che possono vivere dei disagi, hanno l’esigenza di dare una scossa alla loro vita rispetto a un passato che reputano insoddisfacente e, credendo di compiere un gesto anticonformista, assumono spesso pose fondamentaliste e cominciano a seguire uno stile di vita molto rigido in opposizione al “materialismo” o alla mancanza di ideali che imputano alla società. Queste scelte puriste ed estremiste dei neoconvertiti talvolta mettono in imbarazzo le stesse confessioni di minoranza cui si avvicinano, tanto che l’imam della moschea Al-Walid di Milano, Yahya Sergio Yahe Pallavicini, commenta che occorre fare “prevenzione” nei confronti di alcuni “giovani idealisti” traviati da “falsi maestri”.

Ma chi stabilisce chi è un “falso maestro”? Molti testi sacri contengono affermazioni e racconti violenti che possono naturaliter spingere qualcuno (specialmente se giovane e bellicoso) a fare altrettanto, commettere azioni terroristiche o violente. Un’evidenza da cui non si può uscire se non con la messa in discussione della “sacralità” di quei testi. Il che non implica che le religioni siano necessariamente violente, tutte. Per una bizzarra coincidenza Delnevo è morto lo stesso giorno di un altro convertito, Claudio Rocchi, storico chitarrista del rock progressive italiano diventato monaco induista. Due vite agli antipodi.

La redazione

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37 commenti

nightshade90

perchè è strabico (guarda bene l’immagine del video: un occhio guarda da una parte e l’altro da un’altra).

francamente, notando questo, mi chiedo se con un kalashnikov in mano fosse più pericoloso per i suoi nemici o per i suoi alleati….

Diocleziano

Definirlo un povero pırIa velleitario parrebbe un giudizio troppo duro e impietoso verso uno che (inutilmente) è morto. Però penso al male che lui stesso ha potuto fare con un Kalashnikov in mano.

Mauro

Delnevo è solo l’ultima conferma che – salvo rare eccezioni – i convertiti sono i peggiori fondamentalisti.
E vale per ogni religione (vedasi, per esempio, il cattolico Magdi Allam).
Che poi non sempre prendano in mano armi è secondario: anche la penna può uccidere (o stimolare a farlo).
Saluti,
Mauro.

Stefano Grassino

In ogni caso è gente pericolosa. Che la religione c’entri è indubbio ma che alla base ci sia la psiche di un disadattato sociale a me sembra chiaro.
Se non avesse trovato l’Islam gli sarebbe andata bene anche una squadra di calcio. Non pensiamo ci sia tanta differenza tra le tifoserie estreme degli ultras e i talebani; i primi sono controllabili ed hanno uno sfogo, mentre i secondi vengono manipolati da gente esperta con interessi economici ma il principio della violenza, a mio parere, è la stesso.

Tiziana

@Grassino

l’esaltazione religiosa e un pò di follia stanno insieme però. comunque hai rgione la moderazione è figlia dell’intelligenza che è poco esercuata dai fideismi (religisi politici calcistici)

Laverdure

@Grassino
Concordo pienamente, ma allargherei ulteriormente il tuo discorso
a un’infinita di altri casi,oltre all'”integralismo calcistico”.
Casi dove i disadattati dello stesso genere si trovano a divenire strumenti piu’ o meno inconsapevoli di forze di qualunque genere,
politiche,economiche, mafiose ecc.
Un solo esempio :credi davvero che i manifestanti provenienti da ogni parte d’Italia che da mesi manifestano, a volte in forma
terroristica in val di Susa contro i cantieri della ferrovia siano spinti da motivazioni serie,ragionate e idealistiche ?
C’e da scommettere che molti di loro se interrogati mostrerebbero di ignorare perfino il significato del termine TAV.

kefos93

Mi sembra che la nostra Costituzione impedisce la Guerra e che i Cittadini Italiani non possono andare in Guerra contro altre Nazioni.

Quindi, sia lui che suo padre, dovevano essere semplicemente denunciati ed arrestati !

Sperando che Napolitano non gli dia una Medaglia al Valore.

nightshade90

tecnicamente, ciò che un cittadino fa in un’altra nazione è un problema dell’altra nazione. se un cittadino italiano va a partecipare ad una guerra civile, lo stato italiano non può (e non deve) fare niente. al limite può concedere l’estradizione, se il cittadino in questione è tornato in italia, ha combattuto per la fazione opposta al governo legittimo (o comunque riconosciuto come tale dall’italia) e tale governo ne chiede l’estradizione. se una di queste tre condizioni non è rispettata, non può fare niente (e anche in quel caso potrebbe considerare il cittadino un “perseguitato politico” o roba simile, nel caso l’italia dia un minimo di sostegno alla causa dei ribelli)

il padre, se non ha partecipato attivamente alla guerra, non è passibile di nulla. il semplice sostegno morale rientra nella libertà di pensiero.

Laverdure

@kefos93
“Mi sembra che la nostra Costituzione impedisce la Guerra…”
Ti correggo :”L’Italia ripudia l’uso della guerra per risolvere le questioni internazionali….”.
Questo e’ il virtuoso passaggio che i padri della repubblica vollero inserire nella costituzione.
Furono stretti di vedute,non trovi ?
Gia che c’erano (per quello che gli costava)potevano aggiungere il ripudio di miseria,malattie,disoccupazione,criminalita,ignoranza,fanatismo.

Francesco

Cherubino: A Maomè.
Er Profeta: Dimme Cherubì.
Cherubino: Ma uno sano de mente tra i tuoi fans ce ne fosserebbe?
Er Profeta: Se n’encontri uno te offro na bira.
Cherubino: Come na bira?
Er Profeta: Speramo che non mi ebbisino sentito se no me fanno na fatwa pure a me.

Francesco

Ormai anche “er Profeta” si deve spaventare di certi individui. 😆

nathan

L’Italia, come le altre nazioni occidentali, ha decretato che Assad è il cattivo, e deve essere rimosso dalla Siria. Giuliano Delnevo, che è andato a combattere contro Assad sarebbe quindi un eroe, al massimo imputabile di impazienza giovanile. Ma invece risulta “indagato” (???) dalla procura di Genova e tutti i giornali che ne parlano associano la sua azione al concetto di terrorismo integralista islamico. Aiuto! Temo di non riuscire più a capire le cose! Anche le guerre civili non sono più quelle di una volta, signora mia, con i buoni e i cattivi, per cui si poteva scendere in piazza senza problemi. Temo invece ormai abbiamo le guerre tra i cattivi e i peggiori. O tempora, o mores!

Tizio

Assad fu insignito del Cavalierato di Frallallero da Velletri della Repubblica Italiota, che gli fu tolto per indegnità dopo le repressioni del 2012.

Di solito, comunque, in queste “guerre civili” il potere è cattivo e corrotto, ma chi si oppone (fatte le dovute distinzioni, non sono tutti uguali e bla bla bla) tende ad essere un tantino integralista.

In altre parole, come spesso accade, ed è accaduto nel corso della storia, gli oppositori di un potere vigente, per quanto cattivo, non sono esenti dall’essere addirittura peggiori del potere che hanno combattuto.

Laverdure

In effetti la Rivoluzione francese vide un uso intensivo dell’invenzione del dottor Guillotin,ma cio non toglie che alcune cosettine sviluppate durante il suo corso,da personaggi tra i quali vi erano Voltaire e Rosseau,come la
Dichiarazione dei diritti dell’uomo,abbiano,a detta degli storici,avuto un peso notevole in seguito nel progresso della societa.
Nutro qualche dubbio che la “rivoluzione iraniana” o anche la cosiddetta “primavera araba” possa portare frutti paragonabili,o che vi si posssano riconoscere pèersonaggi analoghi.

Felix

E’ già da un po’ di tempo che ho iniziato a pensare che sia falso che tutto il Male sia dalla parte di Assad e tutto il Bene sia dalla parte dei ribelli.
In particolare mi ha messo in sospetto l’ enorme numero di vittime fra i bambini (de)cantato dai ribelli.
Mi chiedo se sia proprio vero che i bambini siano tutti vittime delle bombe di Assad o piuttosto siano figli dei non musulmani e vittime dei coltelli dei wahabiti.

Laverdure

Ancora oggi capita di trovare scritto che durante la Guerra del Golfo i bombardamenti su Bagdad abbiano ucciso nientemeno che 100000 bambini (il doppio delle vittime di Hroshima,per intenderci)
Quei cattivoni degli Americani evidentemente avevano inventato un’arma che uccide i bambini risparmiando gli adulti e provocando minimi danni alla citta.
In queste “guerre asimmetriche”,fin dai tempi del Vietnam, la propaganda e’ diventata l’arma principale ,favorita ovviamente dalla combinazione di malafede e incompetenza di buona parte dei mass media occidentali.
Si “sparano” piu’ balle che pallottole.
Nel caso della Siria ovviamente i prodi Clark Kent della stampa sono un po’ spiazzati dal fatto che entrambe le parti sono notoriamente ferocemente nemiche di USA,Israele e Occidente in generale.
Abbiamo Hamas e al Qeda che appoggiano i ribelli e Hamas ed Iran che appoggiano Assad,all’insegna evidentemente della grande fraternita araba e mussulmana.

Laverdure

@Nathan
Correggetemi se sbaglio perche vado a memoria, ma mi sembra che durante la visita di Woityla in Siria diversi anni fa,Assad pronuncio in parlamento un violento discorso amtiisraeliano,rispolverando pure un vecchio cavallo di battaglia della Curia, vale a dire il “deicidio” di cui si erano macchiati gli Ebrei.
L’allora portavoce vaticano Joachim Navarro non trovo’ di meglio,per uscire dalla situazione di imbarazzo creatasi,che belare
che “la visita papale aveva carattere esclusivamente religioso” e comunque “un paese ha il diritto di fare qualunque cosa in casa propria”.
Puro esempio di diplomazia vaticana.

MarcusPrometheus

Certuni odiando la societa’ vogliono SFASCIARLA e guadagnarci su, e l’immigrazione di massa e’ il miglior sistema.
Peter Hitchens giornalista e scrittore, ex rivoluzionario marxista e trozkista, fratello minore del famoso scrittore ateo Christopher Eric Hitchens recentemente scomparso (13 April 1949 – 15 December 2011) , ha confessato e denunciato:

Come io sono in parte responsabile per l’immigrazione di massa.
Quando ero un rivoluzionario marxista, eravamo tutti a favore di più immigrazione possibile.
Non perché ci piacessero gli immigrati, ma perché non ci piaceva come era la società britannica.
Abbiamo visto gli immigrati – da qualsiasi luogo – come alleati contro la società conservatrice che il nostro paese era ancora alla fine degli anni Sessanta. Volevamo usarli come grimaldello.

Inoltre, ci piaceva sentirci ‘superiori’ alle persone comuni – di solito delle zone più povere della Gran Bretagna – che videro i loro quartieri improvvisamente trasformati in presunte “comunità vibranti”.

Se avevano il coraggio di esprimere le obiezioni più miti, subito li accusavamo di razzismo. Era facile.

Noi studenti rivoluzionari non vivevamo in tali aree “multietniche” (ma venivamo, per quanto ho potuto vedere, per lo più dalle zone ricche e le parti più belle di Londra).

Potevamo vivere in luoghi ‘vibranti’ per alcuni (di solito squallidi) anni, in mezzo a degrado e bidoni traboccanti.

Ma noi lo facemmo come dei vagabondi senza responsabilità e in modo transitorio, non avevamo figli. Non come i proprietari di abitazioni, o come genitori di bambini in età scolare, o come gli anziani che sperano in un po ‘di serenità alla fine delle loro vite.

Quando ci laureammo e cominciammo a guadagnare soldi seri, in genere ci dirigemmo verso le costose enclave di Londra e diventammo molto esigenti su dove e con chi i nostri bambini andavano a scuola, una scelta che felicemente abbiamo negato ai poveri delle città, quelli che abbiamo sbeffeggiato come “razzisti”.

Ci interessava e ci siamo curati della grande rivoluzione silenziosa che già allora cominciava a trasformare la vita dei poveri inglesi?

No, per noi significava che il patriottismo e la tradizione potevano sempre essere derisi come ‘razzisti’.

E significava anche servi a basso costo per i ricchi della nuova classe media privilegiata, per la prima volta dal 1939, così come ristoranti a buon mercato e – in seguito – costruttori a buon mercato e idraulici che lavoravano in nero.

Non erano i nostri salari che erano depressi dall’immigrazione, o il nostro lavoro che finiva fuori mercato. Gli immigrati non facevano – e non fanno – il genere di lavoro che facevamo noi.

Non erano una minaccia per noi. Ma per la gente normale.

L’unica minaccia per noi, poteva venire dai danneggiati, dal popolo britannico, ma potemmo sempre soffocare le loro proteste, suggerendo che erano ‘moderni fascisti’.

Ho imparato da ciò, che ipocrita snob e persona arrogante ero (e la maggior parte dei miei compagni rivoluzionari erano).

Ho visto posti che ho conosciuto e nei quali mi sentivo a casa, completamente cambiati nel giro di pochi anni.

Ho immaginato come sarebbe stato, crescere in uno di quei posti, bloccato in un quartiere squallido come un inglese qualunque, strade strette dove i miei vicini parlavano una lingua diversa. E a poco a poco ho iniziato a diventare un solitario, traballante straniero in un mondo che conoscevo, ma che non riconoscevo più.

Mi sono sentito profondamente, irrimediabilmente triste per quello che ho fatto e per non aver detto nulla in difesa di coloro le cui vite sono state stravolte, senza che fosse loro mai stato chiesto il permesso, e che sono stati avvertiti in modo molto chiaro che, se si fossero lamentati, sarebbero stati disprezzati e reietti. Definiti “razzisti”.

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In sostanza Hitchens svela e confessa:
1) il tradimento nazionale, e di secoli e millenni di storia.
2) il tradimento dei valori di liberta’ democrazia ed eguaglianza giuridica (donne atei gay) a favore di chi li vuole tutti abolire.
3) Il tradimento da parte di alcuni sinistri delle classi povere ( e dei disoccupati indigeni) che millantano di rappresentare e difendere.
4) L’interesse privato e personale piu’ disgustoso ed odioso ammantato ipocritamente di ideali.
5) L’odiosa intimidazione e ricatto dell’accusa fasulla di razzismo a chi razzista non e’ , da parte dei sinistri che abusano delle “razze” propria ed altrui e provocano ad arte i disagi di convivenza delle stesse per il proprio profitto politico e monetario.
Riflettete gente, riflettete, prima che sia troppo tardi.
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Quando andiamo all’estero ci portiamo dietro passaporti (e visti) o ci confrontiamo con prigione o peggio (anche molto peggio).
Se passi la frontiera Nord Coreana illegalmente e se non ti sparano subito prendi 12 anni di lavori forzati.
Se passi quella Afghana (ma anche moltissime altre) ti sparano addosso.
Se passi la frontiera Europea illegalmente dopo un po’ di tempo e di sanatorie ottieni un lavoro, un posto dove vivere, assistenza medica, scuole, montagne di soldi spesi per assisterti, o per farti imparare la lingua locale, ricongiungimenti familiari poligami, precedenza per assegnazione alloggi rispetto agli indigeni con meno figli, appoggio della Chiesa e protezioni politiche di mezzo mondo politico contro chi pretendesse che anche tu rispetti le leggi locali ed i costumi civili faticosamente acquisite dagli autoctoni.
Inoltre in Italia hai una ministra (alla dis – integrazione) che sostiene che ti comprende se odi la societa’.

MarcusPrometheus

No, non ho letto e comunque non approverei certo. Ma la TESTIMONIANZA CONFESSIONE di Peter Hitchins non puo’ minimamente essere liquidata come un problema suo personale ed intimo. Fa riferimento ad INTERESSI MATERIALI, un marxista direbbe alla STRUTTURA, piu’ che alla sovrastruttura o alla percezione personale.
E’ vero o no che gli immigrati (illimitati quantitativamente e non filtrati qualitativamente) peggiorano di molto la vita delle classi umili e migliorano quella delle classi agiate?
Sono i poveri a subire l’espulsione dai primi posti per l’assegnazione di alloggi sociali ed ogni genere di assistenza, o sono i ricchi?
Sono i poveri a subire la concorrenza al ribasso sui salari per mestieri poco qualificati o i ricchi?
Sono i poveri ad entrare in disoccupazione per la concorrenza o gli intellettuali di sinistra?
Sono i ricchi a beneficiare di personale domestico a prezzi accessibili o sono i piu’ poveri?
Sono piu’ i ricchi a beneficiare di artigiani riparatori a prezzi accessibili o no?
Sono i ricchi a beneficiare di un settore edilizio a buon mercato per case di vacanze, restauri case uffici e negozi da investimento frazie a muratori, manovali eccetera a buon mercato o sono i poveri con le case super tassate ed espropriate da Equitalia?
Sono i poveri o sono i ricchi a condividere gli stessi quartieri in via di degrado per la pressione degli immigrati?
Sono piu’ i poveri o sono i ricchi a subire l’assalto quotidiano di vu cumpra’ lavavetri, mendicanti, borseggiatori, nomadi saccheggiatori eccetera?
Sono le gran dame dei salotti di sinistra abitanti nei quartieri piu’ eleganti o in ville circondate da mura a subire piu’ stupri aggressioni e commenti pesanti quotidiani o sono le donne piu’ modeste e normali?
Sono i poveri o i ricchi a vivere in mezzo ai rifiuti gettati per strada da chi in strada ci vive?
Sono i poveri o i ricchi ad avere i figli in classi troppo piene di immigrati per che’ non sia difficile l’integrazione ed impossibile l’assimilazione?
Sono i poveri o i ricchi a non potersi permettere le scuole private per sfuggire a classi superaffollate o compagnie poco gradite o basso livello medio degli allievi che tira in basso il livello dell’insegnamento e dell’apprendimento di tutti?
E sono ma stati interpellati democraticamente con un referendum?
O forse almeno lasciati parlare civilmente almeno dei problemi piu’ gravi ed in modo moderato e ragionevole senza essere comunque silenziati con l’accusa di razzismo, che non c’entra niente?
E in genere sono poveri o ricchi quegli altri immigrati che sarebbero felicissimi di integrarsi se non fossero lasciati ad essere sommersi da altri , troppi, fondamentalisti?
Non sarebbe nell’interesse di tutte le persone in buona fede e delle donne e dei gay e della democrazia e liberta’ future se si fosse severi, ma soprattutto occhiuti e tempestivi nelle espulsioni rapide ed effettive contro chi e’ sorpreso a lottare per l’isolamento delle proprie donne per il razzismo nei confronti degli italiani e degli infedeli in genere, per il comuniatarismo e contro l’integrazione?

bardhi

Marcus

al di la della suo conversione la testimonianza di Peter mi sembra sincera è tristemente vera. I ricchi se la cavano sempre i poveri si scannano fra di loro.

Manlio Padovan

Beh! A leggere Amarthia Sen, non pare proprio che gli induisti siano delle colombe.

Ermete

Secondo me il discorso è complesso e bisogna riallacciarsi a Nathan sopra.
Non so bene come siano i fatti in Siria, ma secondo il nostro sistema politico-economico, Assad è il cattivo e gli insorti sono i buoni.
Ora, codesto convertito è andato là a combattere contro lo stesso personaggio che tutto l’Occidente vuole combattere e che la Russia difende, nelle stesse fila che i nostri media incensano (gli insorti).
Ora, perchè parlare di terrorismo o robe simili? Non si è mica messo a fare attentati in giro per l’Europa, ma è andato a combattere con le milize insorte, a suo dire per difendere ‘donne e bambini’.
In tutto questo trovo assurdo che i nostri giornali lo definiscano come un similterrorista quando è andato a combattere Assad di cui gli stessi giornali ci raccontano che faccia cose allucinanti.
Ripeto, non entro nel discorso su chi abbia ragione là perchè non ne sono informato, ma mi sembra una contraddizione palese questo denigrare uno che, secondo gli stessi media, dovrebbe essere considerato un combattente per la libertà anzichè un terrorista.

Rester

“Dal 2009 il giovane era indagato […]”

Quindi non è stato indagato perchè se n’è andato 6 mesi fa in Turchia, era già indagato da 4 anni buoni.

Ermete

E’ vero, ma a quel che sembra l’accusa era il reclutamento e a quel che si legge i ‘fini terroristici’ non sembrano mai aver prodotto nulla di che, se non, appunto, il mandare gente a combattere nei regimi antislamici che spesso sono anche gli antioccidentali (vedi la Libia, ad esempio, dove l’islamismo stava iniziando ad organizzarsi da tempo).
Fatto sta che costui dovrebbe essere considerato un martire della libertà -se i giornali fossero coerenti con se stessi- al di là delle indagini (peraltro che non sembrano aver trovato nulla) mentre nessun giornale lo definisce singolarmente in questo modo, mentre con questi toni dipinge solitamente i ribelli.

RobertoV

Trovo poco sensato e scorretto trarre delle considerazioni generali da alcuni casi di disadattati.
Si parla di 40-50 su 60 milioni di italiani che sono andati a combattere per l’islam.
Abbiamo disadattati che si suicidano, che entrano nelle sette tipo scientology (proprio di pochi giorni fa il racconto di uno uscito dai testimoni di geova, una setta adesso riconosciuta in Italia e che può accedere all’8 per mille), parecchi che diventano neonazi (proprio poche settimane fa in Francia questi hanno ucciso un ragazzo). Adesso sul mercato occidentale c’è anche l’islam che non è certo una religione pacifica.
Sono problemi di ordine psichiatrico, sociale e di pubblica sicurezza.

Senjin

@Ermete
Immagino sia perchè nemmeno i più fantasiosi giornalisti siano in grado di rendere credibile la balla che i “ribello” siano in qualsiasi modo migliori di Assad. Anzi sul lungo periodo saranno peggio, vedrai che le minoranze entico\religiose finiranno sotto 2 metri di terra.
Io piuttosto mi chiedo come faccia l’Europa ad essere così imbecille da foraggiare dei NEMICI DICHIARATI. Ma da Khomeini non hanno imparato nulla?

Diocleziano

Pensi che i nostri politici sappiano chi era Khomeini?
Qui siamo al livello di quello che alla domanda «Cos’è il Darfur?» ha risposto «Un centro commerciale».

diego

ma se non era l’islam faceva qualcos’altro… cosa centra la religione? Era un disadattato mentale… forse i genitori lo hanno torturato a base di croce e vangelo, e ora si doveva vendicare.

MarcusPrometheus

Pio Pompa : ” la parabola di Delnevo verso il jihad e la morte ha inizio in Marocco”

E’una storia semplice quella di Giuliano Ibrahim Delnevo, il giovane jihadista genovese morto in Siria combattendo contro le truppe di Bashar el Assad, e del tutto simile a quella di centinaia di convertiti europei che hanno abbracciato la causa islamista. Il passaggio cruciale avviene quando il convertito, rompendo gli indugi, è pronto a uccidere e a essere ucciso. Prima di questo snodo fondamentale, il percorso può essere lungo o breve a seconda di quanto impiega l’individuo a metabolizzare, interiormente, la possibilità di dare e ricevere la morte. Il percorso di Ibrahim Delnevo è stato abbastanza breve e ha ricalcato tutte le tappe solitamente seguite, nella conversione all’islam, dai cittadini di origine europea che alimentano quella che viene definita “la legione straniera del jihad”. La sua parabola islamista sarebbe iniziata nel 2008, ad Ancona, dove abbraccia formalmente la religione musulmana dopo essere entrato in contatto con alcuni immigrati maghrebini. Gli stessi che lo avrebbero messo in rapporti con il gruppo jihadista marocchino al Adl Wan Ihassan (“Giustizia e carità”), da cui sarebbe stato indottrinato e avviato allo studio dei testi islamici, redatti anche in lingua italiana, stampati e diffusi dall’Arabia Saudita. Dunque, dai contatti individuali, Ibrahim Delnevo passa a far parte di un vero network jihadista, quello di Giustizia e carità – considerato fuorilegge dalle autorità di Rabat ispirate a un islam moderato. Giustizia e carità ha ramificazioni nei principali paesi europei, inclusa ovviamente l’Italia dove gestisce, dalla sede principale di Torino, diverse moschee, tra cui proprio quelle di Genova. Secondo i servizi marocchini, i principali obiettivi della rete di Giustizia e carità sono due: il reclutamento e la raccolta di fondi per il jihad. Attraverso Adl Wan Ihassan sarebbero anche transitati, soprattutto dalla Francia, molti dei giovani convertiti europei entrati a far parte di al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi), che tuttora partecipano attivamente al jihad nel Sahel e nel massiccio dell’Adrar degli Ifoghas, nel nord del Mali. Comunque sia qualcuno, dall’Italia, avrebbe segnalato il giovane convertito genovese ai vertici del gruppo islamista marocchino, guidato dal filoqaidista Mohamed Abbadi, che lo avrebbero invitato a recarsi in Marocco. Fonti saharawi, sentite dal Foglio, raccontano che durante i suoi viaggi in quel paese, Ibrahim Delnevo sarebbe entrato in contatto anche con jihadisti reclutati in alcuni campi del Fronte Polisario, che lo avrebbero addestrato all’uso delle armi. Dunque il suo passaggio definitivo al jihad potrebbe essere avvenuto in Marocco dove, tra l’altro, avrebbe contratto matrimonio con una ragazza del posto. Meno chiari appaiono, invece, i rapporti stabiliti con i terroristi ceceni. Recarsi in Cecenia, eludendo le strettissime maglie degli apparati di sicurezza posti in uno stato di perenne allerta, per incontrare dei gruppi terroristi, non è impresa facile. Stando ad altre fonti che hanno parlato con il Foglio, l’incontro operativo di Delnevo con i jihadisti ceceni sarebbe avvenuto in alcuni campi profughi, dislocati a ridosso del confine turco-siriano, infiltrati dai ribelli. E’ da lì, e con loro, che sarebbe entrato, nel febbraio scorso, in Siria: risalendo man mano verso il nord del paese. “Una delle sue principali aspirazioni – ricordano i nostri interlocutori – era quella di conoscere i miliziani filoqaidisti del Fronte Jabhat al Nusra, divenuti in Siria una leggenda. Anche alcuni jihadisti britannici, provenienti da Birmingham, avevano la stessa aspirazione. Sembravano conoscersi e nei loro discorsi li sentivamo spesso fare riferimento ai ‘martiri’ degli attentati di Londra, ma anche allo stragista di Tolosa, Mohammed Merah”. Ibrahim Delnevo, il gruppo ceceno e i jihadisti di Birmingham, a un certo punto riescono a unirsi ai miliziani di Jabhat al Nusra nella zona di Qusayr. Ed è lì che il giovane jihadista genovese ha perso la vita. Una storia semplice, la sua, in grado di scorrere inavvertita nei suoi propositi di morte e, per questo, straordinariamente temibile. Una storia cui non vorremmo abituarci come sembra accadere per la quotidiana mattanza provocata da chi sceglie di portare o ricevere la morte.

Stefano Seguri

Vogliamo anche menzionare i soldati italiani che combattono in Afghanistan con il crocefisso bello in mostra, sicuri di portare il valore dell’occidente cristiano come crociata civilizzatrice ? E le sante messe domenicali del personale militare (trasmesse anche per la TV nazionale talvolta), e le benedizioni di armi, ed il fatto che le Forze Armate della Repubblica Italiana sono spiritualmente raggruppate sotto il diocesato dell’Ordinariato Militare Italiano?
Motivazioni ideologiche-religiose per sostenere i diversi campi in lotta politico-militare non sono certo una novità storica. Basta anche chiedere alle FF.AA dello Stato sionista in Palestina o a quelle degli Usa.
Quì il vero dramma sta nel fatto che non saranno certo le borghesie nazional-islamiste a portare l’emancipazione delle classi popolari siriane sia dal regime di Assad sia dall’imperialismo.

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