E così, anche la storia di Giovanni Palatucci è risultata essere, alla prova dei fatti, pesantemente romanzata. Negli anni seguenti il successo mondiale di Schindler’s List vi fu una corsa ideologica a dotarsi di personaggi simili e il Vaticano non fu da meno: Giovanni Palatucci fu proclamato martire della fede e servo di Dio da parte di Giovanni Paolo II. La strada per la beatificazione era spianata. Fino a qualche giorno fa.
Dubbi esistevano da tempo. Un’inchiesta del Centro Primo Levi ha tuttavia accertato che, lungi dal salvare 5.000 ebrei dallo sterminio, Palatucci fu un collaboratore nazista. Pare che sia stato “un volenteroso esecutore delle leggi razziali”. Nel 1943 Fiume contava solo 500 ebrei, l’80% dei quali morì ad Auschwitz. E se Palatucci finì a sua volta a Dachau, dove morì nel 1945, fu per appropriazione indebita e spionaggio a favore del Regno Unito. La leggenda sembra sia nata nel 1952, “quando lo zio vescovo Giuseppe Maria Palatucci raccontò questa storia per garantire una pensione ai parenti dell’uomo”.
Il museo dell’Olocausto di Washington ha rimosso il suo nome da una mostra. Anche la AntiDefamation League non onorerà più il suo nome. In Vaticano si ritrovano con il lumino ardente in mano e l’imbarazzo è palpabile. Sull’Osservatore Romano è stata pubblicata una difesa in cui si sostiene che, in realtà, si vuole solo colpire “la Chiesa di Pio XII”: altro imbarazzante personaggio, ma enormemente più ingombrante, per i suoi ambigui rapporti con il nazifascismo. Tuttavia, si è anche dovuto ammettere che “sul caso Palatucci le ricerche storiche di prima mano sono state poche, che numeri e fatti sono stati sottoposti ad interpretazioni agiografiche”. Se è vero che membri della Chiesa salvarono molti ebrei durante la Seconda guerra mondiale, nascondendoli nelle proprie strutture o non denunciandoli, è anche vero che altri collaborarono in maniera più o meno diretta proprio con i nazisti e i fascisti che gli davano la caccia, sulla scia di un antisemitismo radicato. Senza contare gli aiuti che la Chiesa fornì per consentire la fuga a molti criminali nazisti e ustascia croati, con il collaudato sistema delle ratlines.
Si voleva costruire il martire ed è finita come è finita. Ma la vicenda non è stata minimamente di insegnamento. Nelle stesse ore, papa Bergoglio ha sostenuto che “nel mondo di oggi vi sono più martiri che nei primi secoli”. Ma erano pochi allora, a fronte di tantissimi racconti inventati o ritoccati a fini edificanti, e le cifre che girano oggi sono assolutamente improbabili. Il papa ha del resto esteso la definizione di “martire” a “papà e mamme”, “sacerdoti, frati, suore”, giovani volontari che operano per il bene (cristiano). L’officina dei martiri, viste le definizioni stiracchiate o “ecumeniche”, continua a produrne a ciclo continuo perché ciò è funzionale agli scopi propagandistici della Chiesa. C’è ancora chi crede alla Chiesa perché non sa far altro che credere a ogni cosa che dice la Chiesa. Gente che crede di credere, direbbe Daniel Dennett. Forse sono addirittura la maggioranza.
La redazione
Beh, se in passato hanno per esempio “fatto santa” anche quella palese psicopatica di Maria Margherita Alacoque http://100cosecosi.blogspot.it/2010/10/le-vite-dei-santi-del-dolorismo.html … è ovvio che l’agiografia del “santificio” è sempre spudoratamente all’opera 😉 e non stupisce che poi siano stati “santificati” dei criminali 🙁
Ma allora: “se Dio esistesse”, perché non avrebbe mai protestato energicamente per simili “santificazioni abusive e tendenziose”?
Di questi tempi Dio si guarda bene dal telefon…ehm apparire per “intervenire” su questioni del genere. Non sia mai che lo processino per concussione 😀
Concussione?… In effetti gli sarebbe contestabile per tanti suoi interventi e pretese!!!
Ricordo un film della rai a puntate sulla figura di Palatucci. Il film era chiaramente agiografico, ma non avevo ragioni per non considerarlo storicamente corretto. Ora leggo quanto riporta la redazione, e, per curiosità mi sono documentato e ho trovato su Google una presentazione del film di cui riporto alcuni passaggi:
“Sono appena terminate a Roma le riprese di Senza confini, film diretto da Fabrizio Costa che andrà in onda in due puntate su Raiuno il prossimo anno. Dedicato a Giovanni Palatucci, straordinaria figura eroica che nel 1990 è stato proclamato Giusto fra le nazioni (…). Molti, specialmente i più giovani, non sanno ancora chi è Palatucci, peraltro assente da qualsiasi libro di storia: una lacuna colmata lo scorso aprile da Il questore di Fiume, un documentario di Giuseppe Rinaldi proposto su Raitre allinterno di uno speciale di Chi lha visto? Considerato uno Schindler italiano, Giovanni Palatucci -questore di Fiume dal 1939 al 1945 riuscì a salvare migliaia di ebrei destinati ai campi di sterminio e pur potendosi mettere in salvo continuò la sua missione fino a sacrificare la propria vita: arrestato dai nazisti, morì nel febbraio del 1945 nel campo di concentramento di Dachau. Una figura storica, dunque, riconosciuta anche dalla Prima Conferenza Mondiale Ebraica tenuta a Londra nel 45 in cui si stabilì che il questore di Fiume aveva salvato la vita a più di cinquemila ebrei. “
Riflessione successiva: “Ma allora è vero che la storia è un’opinione”
Ulteriore riflessione.
Se è possibile distorcere la verità storica in modo così radicale per personaggi vissuti nel secolo scorso, quando si procede a ritroso nel tempo… diciamo, per esempio, fino a circa 2000 anni fa… che attendibilità hanno le testimonianze riportate?
Provo ad aggiungere qualche riflessione sparsa.
Secondo me esistono due piani. Il primo piano riguarda il fatto storico in sè, il secondo la valutazione dello stesso. Ovviamente il secondo piano è (dovrebbe essere?) subordinato al primo.
Distorcere o addirittura inventare un fatto storico è un’operazione tanto più semplice quanto più è lontano nel tempo e quanto meno esistano delle documentazioni tra di loro indipendenti. Questo è uno dei motivi per cui le operazioni di ricerca e memoria storica sono fondamentali. In questo senso la storia non è un’opinione se la si considera con un atteggiamento scientifico: un fatto storico è vero se esistono delle prove che lo supportano e non esistono prove che lo smentiscano. Purtroppo non sempre dare un valore a queste informazioni è semplice dal momento che le testimonianze storiche vengono inevitabilmente influenzate dalle valutazioni di chi le fornisce e questo avviene già in tempo reale, non necessariamente a distanza di tempo. Per rimanere all’attualità, pensiamo ad uno storico che tra 200 anni voglia ricostruire la storia del Rubygate e si ritrovi tra le mani una pagina de La Repubblica, una di Libero, gli atti processuali e le testimonianze di Emilio Fede. Quanto sarà difficile per tale storico accertare la verità? E da questo emerge una seconda necessità: oltre alla ricerca e alla memoria, è importante curare anche la cultura della testimonianza storica, intesa come analisi imparziale delle vicende attuali ad uso e consumo delle generazioni future.
per contro la chiesa cattolica mnon innalza agli onori delgli altrai personaggi monori che pure si sono visti riconoscere un albero sul viale dei giusti a Gerisalemme. Rispetto alle falsificazioni mi chiedo quanto bianchetto stanno utilizzando per i famosi documenti secretari su Pio XII,
@ faber
Ottime e ben argomentate riflessioni le tue… ma, proprio l’esempio da te portato (che più prossimo nel tempo non potrebbe essere!) conferma la mia perplessità quando si parla di scientificità. Non voglio certo trattare qui la questione, ma richiamo solo che scientificità significa oggettività, concreta verificabilità e non opinabilità, il che difficilmente può valere per la storiografia (come del resto per tutte le cosiddette ‘scienze umane’)… nemmeno per quello che può sembrare un dato assolutamente oggettivo: il documento. Per il quale l’oggettività è possibile nel caso si debba dimostrare che si tratta di un falso, che parla di eventi e di personaggi palesemente inesistenti, ma per il resto va interpretato, inserito in una trama, il che – lo si voglia o no – implica sempre una ideologia. Volendo esagerare, un ‘filosofia della storia’. Il mito ottocentesco (positivista) dell’oggettività della storiografia, è da tempo, appunto un mito.
La scientificità quindi va considerata per la storiografia necessaria come esigenza, ma – come da tempo si ritiene indispensabile – va integrata con altre discipline. Il che inevitabilmente apre la porta all’ideologia. Onestà intellettuale vorrebbe che la si potesse – esplicitamente o implicitamente – rendere identificabile.
Concordo per quanto riguarda la mancanza del criterio di oggettività nella storiografia. Quando parlo di atteggiamento scientifico mi riferisco, tuttavia, a quello della ricostruzione storica. In altri termini, se è vero che non sia possibile un’oggettività assoluta nella produzione della testimonianza storica, è altrettanto vero che potrebbe e dovrebbe esserci oggettività nel recupero della testimonianza stessa. Riconosco che, tuttavia, ciò non può prescindere dalla contestualizzazione delle testimonianze stesse e questa è di per sè un’operazione incline a fraintendimenti e bias ideologici. Tornando all’esempio che portavo, lo storico del 2213 nella sua opera di ricostruzione non potrà non tenere conto (ammesso che ve ne sia rimasta traccia) del fatto che sia Fede che i giornalisti di Libero sono a busta paga dell’interessato, e pertanto in sede storica dovrebbero avere un peso relativo più basso. Ma già questo implica una valutazione morale della testimonianza stessa (una testimonianza passibile di “corruzione”). E questo riconduce al discorso che, giustamente, facevi tu. Sul fatto di rendere “identificabili” le radici ideologiche, o se vogliamo culturali, di un’interpretazione (ahimè a questo punto è giusto chiamarla così) storica, copio e riporto:
“Come cantastorie, mi piacerebbe produrre narrazioni che aumentino tale consapevolezza, che limitino il più possibile il proprio potere di nascondere la realtà e che anzi incoraggino narrazioni alternative, fornendo al lettore spunti, appigli, crepe. Credo che un narratore dovrebbe essere leale, non obiettivo. Infatti, per raccontare una storia non possiamo fare a meno di adottare una prospettiva e la cosiddetta obiettività è solo una convenzione stilistica, studiata apposta per occultare questa ineludibile parzialità. Si potrebbe dire che proprio la pretesa di una narrazione “bipartisan” è il primo e più generale veleno che infetta il racconto della realtà. Al contrario, essere leali significa giocare ad armi pari, ovvero stimolare il lettore a farsi narratore a sua volta, con un suo punto di vista, e non tenerlo buono con sonniferi e tranquillanti.”
Ti consiglio la lettura di questo intervento. Decisamente illuminante.
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=3832
@ faber
La tua citazione mi suonava famigliare, così sono andato a rivedere uno scritto, contenuto nel mio sito, che concludeva una riflessione sulla storia. Così scrivevo:
“(…) è vero, lo storico (lo storiografo) non può che dar vita a miraggi, ma di questi miraggi non possiamo sicuramente fare a meno, li costruiremmo comunque, e senza nemmeno lo sforzo di ‘pensarli’, cioè di renderli a misura d’uomo, privandoci in questo caso della possibilità – che invece ha lo storico – di accorgerci dell’inganno.
E allo storico, a questo punto, si vorrebbe chiedere una virtù assieme – per non dire sopra – tutte le altre: di essere un consapevole ‘artista’ della memoria.”
@Gualerzi
Guarda che la stessa cosa riguarda anche i “santi” laici.
Oggi quasi nessuno parla male di Garibaldi semplicemente perche le nuove generazioni a malapena sanno che e’ esistito,e solo perche ne leggono il nome nelle targhe delle vie.
E di tutte le agiografie risorgimentali oggi resta ben poco
nei libri di testo.
E credi che la “resistenza”non fara la stessa fine nel tempo ?
@ Laverdure
“Guarda che la stessa cosa riguarda anche i “santi” laici”
Non dirlo a me! Non faccio altro che mettere in guardia (ormai mi sono assegnato il ruolo – piuttosto odioso, ma tant’è – del ‘grillo parlante’) dalla ‘santificazione’ di personaggi che spesso vengono fatti oggetti di culto e venerati alla stessissima maniera con cui i fedeli accendono ceri ai loro protettori celesti.
@Gualerzi
Ti faccio un solo esempio:
recentemente,poco dopo la sua dipartita,e’ stata dedicata una via al nome di Rosario Bencivegna,l'”eroe” di via Rasella,
una azione (parole sue)di grande importanza nel conflitto.
Contemporaneamente pero’,dice la stampa, le stesse autorita hanno concesso lo stesso onore a un personaggio del tutto sconosciuto,un ufficiale della guardia di finanza che si fece ammazzare dal sopracitato,sei mesi dopo la fine della guerra,per un banale litigio a proposito(sembra) di manifesti di propaganda.
Qualcuno ha uno strano senso dell’umorismo,non ti pare ?
@Bruno Gualerzi
Un altro dettaglio che val la pena di far notare,e’ l’incredibile disinvoltura con la quale sia i nostri media che le nostre autorita elargiscono riconoscimenti di eroismo a individui deceduti in incidenti,azioni di polizia, missioni militari e simili.
Vi ricordate ad esempio Nicola Calipari,l’agente dei servizi ucciso dal fuoco amico per errore mentre sedeva a fianco della Sgrena in Iraq ?Gli sono state dedicate strade per il suo presunto atto di valore indimostrato.
E sia lui come la maggior parte degli altri non solo non hanno avuto nessuna occasione di dar prova di reale eroismo,ma molto probabilmente non si sarebbero nemmeno mai sognati di farlo credere.
E simili elogi immeritati rischiano spesso non solo di attirargli critiche assolutamente ingiuste ,ma di mettere in imbarazzo i loro familiari.
@ bruno
In effetti i film agiografici sugli “eroi fascisti” Palatucci e Perlasca mi hanno sempre lasciato molto perplesso. Da poco ho saputo che è uscito un libro spagnolo che “smonta” la figura di Perlasca che mi riprometto di acquistare quando passo da quelle parti. in effetti, vedendo il film tv dedicato al preteso “eroe”, mi ha fatto ridere la ricostruzione grossolana secondo cui Perlasca avrebbe agito praticamente da solo, mentre è noto che il salvataggio di molti ebrei ungheresi fu il frutto di un lavoro coordinato di molte ambasciate neutrali, tra cui quella di spagnola presso cui Perlasca si era rifugiato. E’ noto che il regime franchista, prevedendo la sconfitta dell’Asse, aveva cominciato già dal 1942 con l’allontanamento del filonazista Serrano Suner, a prepararsi un “alibi” che gli permettesse di sopravvivere al crollo dei suoi vecchi alleati nazisti e fascisti. La collaborazione al salvataggio degli ebrei rientrava in pieno in questo piano e l'”eroe italiano” altro non fece che ubbidire agli ordini provenienti da Madrid…
http://www.kolot.it/2013/04/12/quello-schiaffo-al-mito-perlasca/
ma è diverso. perlasca, come del resto schindler , non hanno una vita di sola luce. questo non toglie che si vada a portare un fiore sulal tomba di perlasca (se si ritiene) .
la chiesa invece ha bisogno di costruirsi una storia pulita. è verissimo che molti religiosi , alcuni addirittura disinteressatamente, hanno aiutato e ricoverato ebrei (si pensi al fatebenefratelli sull’isola tiberina, o i tanti nascosti nella chiesa nuova a tre passi dal Vaticano) ma è stato il papa del momento a non aere una posizione univoca, come si può leggere da questa sintesi brevissima qui linjata http://www.cronachelaiche.it/cl/2010/01/il-silenzio-assenso-di-pio-xii/
@Tiziana
Se ricordo bene tempo fa emersero dei documenti dove,
alla fine del conflitto,la Curia raccomandava ai suoi funzionari che avevano messo in salvo bambini ebrei,di evitare possibilmente di riconsegnarli alla comunita ebraica,in particolar modo quelli da loro battezzati .
L’applicazione insomma di un “modus operandi” ormai secolare,ricordate Pio IX e il bambino Edgardo Mortara di
Bologna,battezzato “surrettiziamente” dalla domestica
cattolica che lo credeva moribondo,e sottratto d’autorita alla famiglia ?
@Laverdure
papa Francesco qualche giorno fa ha richiamato alla conversione. L’islam e il cristianesimo, specialmente nelal sua versione cattolica, considerano fondamentale la conversione.
1) Si tratta di assurde meschinerie scioviniste ed INCONCLUDENTI dello spagnolo.
2) Le ambasciate dei paesi neutrali a Budapest Vaticano, Svezia e Spagna principalemnet salvarono alcuni, evidentemente finche’ esiterono.
3) Quella spagnola salvo’ alcuni. Poi fu chiusa. Amen
4) Le persone salvate con documenti “Spagnoli” dopo furono salvate chiarissimamente da Perlasca, su iniziativa propria, con rischio proprio e genio proprio. NON dal governo spagnolo. E furono in numeri enormi.
Palatucci ha salvato alcuni individui, (non masse) e restera’ un GIUSTO fra le NAZIONI. Le calunnie su di lui sono senza paternita’ , operazione giornalistica che non attribuisce neppure un nome a chi lo accuserebbe.
@ Marcus
Si tratta di assurde meschinerie scioviniste ed INCONCLUDENTI della destra nazionalista italiana.
La favola dell’eroe Perlasca si basa sull’assunto (completamente falso) che nel novembre 1944 la Spagna avesse rotto le relazioni diplomatiche con l’ungheria, con conseguente fine della protezione per Perlasca e gli ebrei rifugiati nell’ambasciata, da cui l’eroismo del Perlasca che “da solo” si spaccia per diplomatico spagnolo senza che gli ungheresi mangino la foglia e senza che Madrid ne sappia nulla.
Peccato che la Spagna riconobbe il governo delle croci frecciate fino alla sua dissoluzione il 25 aprile 1945! (http://biblioteca.ucm.es/cee/papeles/07/08.pdf)
Essendo la Spagna paese belligerante a fianco dei nazisti contro l’URSS, è logico che l’ambasciatore Sanz Briz non ci tenesse ad essere preso dai sovietici che stavano arrivando a Budapest e si rifugiò a Berna (senza per questo chiudere mai ufficialmente l’ambasciata); Perlasca si limitò, quindi, a sostituire l’ambasciatore per poche settimane (dalla fine di novembre 1944 alla liberazione di Budapest nel gennaio 1945).
E’ del resto evidente che, se la Spagna avesse veramente interrotto le relazioni, ne avrebbe come minimo informato l’ambasciatore ungherese a Madrid!
Di conseguenza, Perlasca agì sempre per ordine e con la protezione di Madrid, (quindi il massimo del “rischio” era una espulsione verso la Spagna). Perlatro molti nazisti sapevano benissimo cosa succedeva e lasciarano fare, visto che dei lasciapassare spagnoli e vaticani sarebbero stati prestissimo molto utili anche a loro…
E insomma, anche Perlasca, tanto osannato dai nazionalisti (spesso amanti dell’idea di un fascismo ‘buono’ o ‘quasi buono’), sembra essere una bufala… buono a sapersi! 😉
Papa (emerito): Ma quale Giovanni Palatuccen, quello nella foto essere il mio cantanten preferiten.
Segretario: Guardi che si sbaglia Sua Santità, è proprio lui non è Tiziano Ferro.
🙂
Certo che sti ebrei son tirchi pure di cuore se in 60 anni nessuno di quei 5000 (cinquemila) sopravvissuti, o loro parenti, si è mai fatto avanti pubblicamente per ringraziare il loro salvatore…
Hai proprio detto una cosa vera: questo fatto dovrebbe rendere molto sospetta la vicenda di Palatucci.
A difendere la memoria di Giovanni Palatucci GIUSTO fra le genti e patriota italiano difensore della italianita’ di Fiume e per questo ucciso a Dachau dai nazisti, non si sono fatti avanti masse di miracolati (inventati dagli agiografi) ma una persona in carne ed ossa, la figlia di due coniugi salvati indiscutibilmente da Palatucci. Una signora si e’ fatta avanti proprio per confermare la sua gratitudine e la certezza della narrazione dei suoi genitori, fra l’altro salvati all’inizio della guerra, e NON dopo la fine delle fortune dell’asse. Pertanto e dato anche che le accuse rivolte a Palatucci lo sono in maniera vaga ed anonima mentre le affermazioni sulla esagerazione del numero dei salvati sono chiare ed attribuite a storici, allo stato attuale PALATUCCI resta (ma io ritengo anche per il futuro restera’) un Giusto, Si smonta la agiografia miracolistica delle 5 migliaia di salvati. Non e’ lo Schindler italiano, e d’altronde abbiamo gia’ un altro Schindler italiano, GIORGIO PERLASCA, salvatore in massa, anzi uno e mezzo dato che c’e’ anche il console italiano a SALONICCO GUELFO ZAMBONI, salvatore di centinaia di ebrei, cioe’ sempre molti, ma meno di Schindler e Perlasca.
E cosa dire di Santa Giovanna d’ Arco alla quale Dio chiese di liberare la Francia dagli inglesi .. ??
Jean-Marie Vianney ossia il Santo parocco di Ars in Francia, aiutato sempre da S.ta Filomena che piu tardi venne riconosciuto come un personaggio mai esistito… ?
E anche san Gennaro, quello che si venera a Napoli come protettore della città, e del cui sangue si assisterebbe due volta all’anno alla liquefazione.
La stessa “chiesa” tempo fa voleva togliere san Gennaro dall’elenco dei santi perchè considerato una figura mitologica, non essendoci abbastanza documentazioni che provino che costui sia esistito. Ma i napoletani si sono ribellati, e la “chiesa” ha deciso quindi di lasciare a Napoli il suo “santo”.
La Alacoque e la Giovanna d’Arco, almeno, in qualche modo sono esistite… 🙂
Se vuol conoscere un po meglio e in un modo divertente tutte queste storie di santi veri o fasulli, pazzi etc.. ti consiglio la lettura del libro dello scrittore francese del secolo scorso, Roger Peyrefitte : ” Le chiavi di San Pietro ” .
Fu considerato in Italia scandaloso e fu messo all’ indice dal Vaticano . Pero circolava di nascoto sotto gli abiti talari oltre-Tevere ….
Grazie Gérard 🙂
Gérard,
tu che sei francese, conosci l’edificante vita di Gilles de Rais,
compagno d’armi della pulzella?
Gilles de Rais ??… O Dio Cleziano, credo che per questo personaggio si adice quello che ha scritto Faber piu in alto . Non sappiamo niente di sicuro e dove finisce la verita e comincia la fizione…
@ Federix
A proposito di san Gennaro. Quando la chiesa si rende conto che determinati eventi o personaggi attirano frotte di fedeli, per un po’ si trincera nella ‘scientificità’ (‘fa la mossa’), poi progressivamente, surrettiziamente, si appropria del fenomeno in qualche modo legittimandolo anche se del tutto improbabile. Tipici i casi di san Gennaro e della sindone: quasi sicuramente mai esistito l’uno e impossibilità per l’altro di dimostrare che si tratta veramente del sudario di Cristo, la gerarchia si affretta comunque a porre il suo marchio riconoscendone il valore di oggetto di devozione. E così c’è il cardinale di Napoli che – alla presenza ovviamente delle autorità civili, credenti o non credenti che siano – procede allo scioglimento del sangue, mentre si appresta a Torino un luogo dove viene esposto al pubblico il sacro lenzuolo. Che se poi tutto ciò comporta anche un ritorno economico… che male c’è?
Del resto qualcosa del genere accadeva già – ma allora almeno con più giustificazioni, con meno ipocrisia – nel medioevo. L’esposizione lelle sacre reliquie in chiese e monasteri rappresentava parecchi vantaggi… e non importa se del tutto improbabile era la loro autenticità (si è calcolato che con tutte le schegge del legno della croce di Cristo sparse per la cristianità si sarebbero potute costruire un paio di navi; per non parlare dello spuntare un po’ ovunque del santo Graal). Quasi sicuramente si sapeva della inautenticità delle reliquie esposte… e forse lo sapevano anche tanti pellegrini che andavano a venerarle… ma intorno a chiese e monasteri si incontravano e riunivano tante persone con la possibilità di mettere in piedi un commercio che spesso rappresentava la maggior fonte di entrate per intere comunità. E in fondo per i pellegrini si trattava pur sempre di un atto di devozione che qualche merito per l’aldilà lo poteva sempre procurare.
E pazienza se Dante cacciava all’inferno i simoniaci…
Molti anni fa, di passaggio a Lourdes già ateo, anziché fare come i “pellegrini” che partecipavano alle sceneggiate religiose senza rendersi conto che erano sceneggiate, ho chiacchierato un po’ con la gente del luogo (tra cui ci sono diversi italiani – e non solo – che lì fanno buoni affari con negozi, ristoranti, alberghi…). Chiesi ad un francese del posto: “Ma voi che abitate da sempre a Lourdes e vedete tanti pellegrini, credete che a suo tempo ci siano state le “apparizioni” di cui tanto si parla, e credete che la madonna abbia fatto e faccia ancora miracoli?”. Risposta: “Non so se la madonna abbia fatto dei miracoli a qualche pellegrino o se sia apparsa ai pastorelli; però quello che posso dire di sicuro è che la madonna ha fatto un grandissimo miracolo a noi abitanti di Lourdes, che ai tempi delle apparizioni era un povero e piccolo villaggio di poveri pastori e che adesso è una fiorente e ricca cittadina, come puoi ben vedere!” 😉
A proposito della sindone, essa fu datata decenni fa con il radiocarbonio ad un periodo compreso tra il 1260 e il 1320, cioè lo stesso periodo in cui se ne ebbe notizia per la prima volta.
Woytjla commentò dicendo che accettava il verdetto scientifico, ma che comunque la sindone poteva continuare a considerarsi ancora un’ICONA che rappresentava Gesù e le sue sofferenze.
In seguito, qualcuno ha pubblicato critiche alla datazione, dicendo che il piccolo ritaglio usato per i tre tests in tre laboratori diversi era stato prelevato in una zona in cui la sindone era stata danneggiata e quindi riparata con fili nuovi in tempi relativamente recenti, per cui la data risultata è in qualche modo intermedia tra la data della morte di Gesù e la data della riparazione.
La cosa più logica da fare per dirimere la questione relativa a tale contestazione sarebbe stato il ripetere prelievi e tests al radiocarbonio, in una zona del lenzuolo da concordare con i “critici”. Ma, chissà perché, questo non fu “permesso”.
Anche Boccaccio ha qualcosa da dire sulle falsificazioni delle reliquie, in questa sua novella del Decamerone:
http://www.classicitaliani.it/decamero/06_10.htm 🙂
Wow che bufala!!!
La batte solo la Donazione di Costantino. 😉
Ora che ci penso: che sia già troppo TARDI o ancora troppo PRESTO, per proporre di estromettere tutto il clero dal Vaticano e confiscarne immobili, mobili e “beni culturali”, attesa la falsità storica della Donazione di Costantino dal quale inganno tutto il potere temporale dei papi nacque? E conseguenza ne sarebbe anche l’abrogazione del “Concordato”, che ripristinò qualcosa che non sarebbe mai esistito senza la falsa “Donazione di Costantino”… 😉
@federix. Studia, figliolo … rifletti … distingui … approfondisci … Altrimenti rischi di affermare insigni cavolate.
Se è verissimo che Costantino si guardò bene da regalare l’ Impero d’Occidente al Papa (e che – come affermava già Dante – se mai lo avesse fatto avrebbe fatto cosa contraria ai suoi doveri e perciò nulla), è tuttavia altrettanto vero – e storicamente certissimo – che donò alla Chiesa di Roma Basiliche e palazzi. Dunque tali edifici appartengono alla Chiesa per atti validi e certi, nonché per ininterrotto possesso di 17 secoli, giacché Costantino sconfisse Massenzio al Ponte Milvio il 28 ottobre del 312 e cominciò le sue donazioni poco dopo.
La potestà politica pontificia su Roma e su una parte dell’Italia inizia di fatto con la decadenza del potere bizantino nella Penisola e viene confermata da Pipino e da Carlo Magno, anche qui senza alcun riferimento alla pretesa donazione. Tanto è vero che quando la falsità di essa fu dimostrata (1440!) nessuno si sognò di mettere in discussione, come conseguenza di ciò, la legittimità dello Stato della Chiesa. In due riprese, nel 1860 e nel 1870, la stragrande maggioranza di quel territorio fu annessa, con atti di guerra (aventi giustificazione politica e non giuridica), al resto d’Italia. Annettere, oggi, quella piccolissima parte che non fu mai occupata dallo Stato Italiano, certamente si potrebbe, così come si potrebbe annettere alla Repubblica Italiana S. Marino, ma sarebbero anche questi atti di guerra, nient’altro. Complimenti, comunque, a te a tutta l’UAAR per il purissimo spirito liberale che vi anima.
Marco Tullio, poco importa: l’assegnazione delle proprietà private è soltanto una convenzione sociale, che si può cambiare in qualunque momento.
L’unica proprietà privata con un minimo di oggettività è quella che si ottiene con il proprio lavoro e in quest’ambito la chiesa è messa decisamente maluccio, se si escludono i conventi.
Per Marco Tullio.
Fonte Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Donazione_di_Costantino
Nel 1440 l’umanista italiano Lorenzo Valla dimostrò in modo inequivocabile come la donazione fosse un falso. Lo fece in un approfondito, sebbene tumultuoso studio storico e linguistico del documento, mettendo in evidenza anacronismi e contraddizioni di contenuto e forma: in particolare, ad esempio, egli contestava la presenza di numerosi barbarismi nel latino, dunque necessariamente assai più tardo di quello utilizzato nel IV secolo. Altri errori, come la menzione di Costantinopoli, allora non ancora fondata, o di parole come feudo, erano addirittura più banali.
Tuttavia l’opuscolo del Valla, De falso credita et ementita Constantini donatione declamatio (Discorso sulla donazione di Costantino, altrettanto malamente falsificata che creduta autentica), poté essere pubblicato solo nel 1517 e in ambiente protestante, mentre la Chiesa cattolica difese ancora per secoli la tesi dell’originalità del documento: nel 1559 lo scritto del Valla fu incluso nell’Indice dei libri proibiti in quanto pericoloso per la fede[2]. Il dibattito successivo sulla datazione e sull’origine della falsificazione si è mosso su “piste” differenti: l’ubicazione della tradizione manoscritta, l’uso strumentale che i potenti fecero del documento, l’individuazione di motivi leggendari nel testo del constitutum, sono tutti argomenti che si è cercato di sfruttare al meglio per dare una risposta.
Scusate ho dimenticato di aggiungere la parte dell'”illuminante commento” di Marco Tullio:
“Tanto è vero che quando la falsità di essa fu dimostrata (1440!) nessuno si sognò di mettere in discussione, come conseguenza di ciò, la legittimità dello Stato della Chiesa.”
@Marco Tullio
Ma astenerti, una volta tanto, no, eh?
@gmd85
Gli piace fare brutte figure ed il bello è che ha detto a Federix di studiare di più.
@ Marco Tullio
“Studia, figliolo … rifletti … distingui … approfondisci … Altrimenti rischi di affermare insigni cavolate.”
Vero e tu ne sei un ottimo esempio…
“In due riprese, nel 1860 e nel 1870, la stragrande maggioranza di quel territorio fu annessa, con atti di guerra (aventi giustificazione politica e non giuridica), al resto d’Italia.”
Falso. Nel 1870 TUTTO il territorio pontificio venne annesso all’Italia. Il fondamento giuridico fu l’unico valido in questi casi: la volontà del popolo sancita dal Plebiscito. Al Plebiscito votarono anche gli abitanti dell’attuale CDV (Città Leonina). Se tu, ridicolmente, neghi validità giuridica dell’annessione perché fondata su un atto di guerra, dovresti coerentemente negare il fondamento giuridico della sovranità di Costantino dovuta alla vittoria in guerra contro Massenzio.
Lo Stato CDV fu creato solo nel 1929 in base all’art. 3 dei Patti Lateranensi firmati da Benito Mussolini: “L’Italia riconosce alla Santa Sede la piena proprietà e la esclusiva ed assoluta potestà e giurisdizione sovrana sul Vaticano, com’è attualmente costituito, con tutte le sue pertinenze e dotazioni, creandosi per tal modo la Città del Vaticano”.
Il governo fascista, illegittimamente al potere, alienò in modo illegittimo una porzione del territorio nazionale.
“Complimenti, comunque, a te a tutta l’UAAR per il purissimo spirito liberale che vi anima.”
Se ti fosse sfuggito la CDV è una monarchia assoluta teocratica, sopprimerla sarebbe senz’altro un atto di spirito liberale.
Credo che su queste “rivelazioni” il neo eletto Papa Francesco si debba misurare, piuttosto che lodarlo perché indossa scarpe non firmate o rifiuta di ascoltare un concerto. Dica chiaramente che si sono sbagliati e che il Vescovo zio “andrà all’inferno” come l’arcivescovo Ruggieri.
La chiesa cattolica, come le dittature, ha bisogno per la propria fede e legittimazione politica di crearsi una storia auto assolutoria e autoincensante, con una moltitudine di beati, santi e personaggi “positivi” oggetto di culto, cosa che non succede in campo protestante. Per questo deve costruirsi una storia agiografica e finanzia ricerche storiche con questo fine, cercando “storici” amici e disponibili ad avallare le sue necessarie ricostruzioni storiche propagandistiche. Lo si era visto con Pio XII e con l’inquisizione e lo si è visto recentemente in Germania con l’aver tolto lo studio scientifico sulla pedofilia all’esperto Pfeiffer che non si prestava a questi giochi ed osava voler indagare seriamente.
Chi non conosce in Italia le varie storie agiografiche insegnate a scuola riguardo a personaggi come Sant’Ambrogio e San Carlo Borromeo e di vari altri santi, talvolta neanche esistiti, oppure del papa che “avrebbe fermato” Attila? Proprio recentemente si sono distinti anche con la ricostruzione agiografica dell’editto di Milano e sul personaggio di Costantino (mentre io avevo visto ricostruzioni storiche ben differenti fatte da storici tedeschi). Oppure il raccontare che la cristianizzazione dell’europa è avvenuta perchè doveva avvenire e per spontanea conversione degli europei (d’altronde lo hanno raccontato anche per il sud america).
Lo si vede nella differenze per esempio tra wikipedia in italiano e le versioni in inglese e tedesco dove nelle prime viene sempre riportata la sola versione agiografica, mentre nelle altre un’analisi dettagliata con le varie posizioni degli storici ed i pro e i contro: un esempio è il personaggio di Von Galen presentato come un eroe dalla chiesa ed un antinazista nella versione italiana, mentre un personaggio molto meno eroico, più ambiguo, con luci ed ombre nelle versioni in lingua straniera. Oppure nell’analisi del pensiero religioso di Hitler.
D’altronde riguardo a quel periodo la chiesa cattolica (ed i cristiani in genere) devono far dimenticare i vari comportamenti ambigui e i vari aiuti portati all’inizio e talvolta fino alla fine al nazismo (vedi “teologia dello sterminio” per il fronte orientale) e quindi hanno bisogno di esaltare ed ingigantire gli aiuti fatti da alcuni di loro agli ebrei nella parte finale della guerra.
Buon giorno Roberto V
Leggendo il Tuo post, mi è tornato in mente una storia di ca 8 anni fa…
All’ epoca cominciavano a farsi piu vive le reazioni alle ingerenze vaticane negli affari interne dell’ Italia .
Come sempre avviene quando la Chiesa lo giudica opportuno, si tira fuori un santo nuovo di zecca che risponde a suoi bisogni del momento .
Cosi avvene a quell’ epoca con la beatificazione del Conte Von Galen, vescovo di Muenster in Germania, il quale avrebbe ” interferito nelle affari della Germania nazista in difesa degli ebrei e contro la soppressione degli esseri umani non produttivi ” . Tutte ciò onde chiudere il becco alle proteste contro le interferenze vaticane in Italia …
Ovviamente il papato conosce la superficialita o l’ ignoranza che regna fra tanti suoi avversari perchè cosa sappiamo in realta in merito a questo ” Eroi e Beato ” ?
1 – Esso saluto l’ arrivo al potere di Hitler
2- Era favorevole alla guerra con l’ Unione Sovietica ( Gott mit uns !! )
3- Era favorevole alla distruzione della repubblica spagnola arrivata democraticamente al potere
4- Non fece nulla per difendere i ebrei
5- Von Galen si sia battutto contro l’ eutanasia perche venivano eliminati cittadini tedeschi ( Ute Ranke-Heinemann teologa dixit )
6- Rifiuto di incontrare gli alleati dopo la caduta di Hitler in quanto ” nemici ”
Ancora una bella storia di ” agiografia ” ad uso e beneficio del Vaticano…
Era proprio quello che facevo notare con l’esempio di von Galen.
La versione Italiana di wikipedia riporta solo la versione agiografica della chiesa cattolica, mentre quella in inglese e tedesco riporta tutte le cose che hai segnato ed altre ancora, di modo che chi legge può farsi un’immagine più veritiera e rendersi conto di quanto strumentale sia la sua beatificazione (ma d’altronde lo hanno fatto anche con Pio XII): von Galen si è occupato di difendere solo gli interessi della chiesa cattolica.
Stessa cosa sul pensiero religioso di Hitler, che esiste nella versione inglese e tedesca ed è molto dettagliata, completamente assente nella versione italiana. Da leggersi visto che spesso si finisce a discutere di questo, con le esternazioni del papa sul presunto “ateismo” dei nazisti (sorvolando sul fatto che dopo la guerra avevano cercato di attribuirlo ai protestanti).
Per chi può informarsi all’estero resta sconcertato come in Italia si propongano le “verità storiche” allineate con ciò che afferma la chiesa cattolica, dove mancano sempre le analisi critiche.
Ed io sono rimasto sconcertato da come è stata presentata in Italia la mostra, qui a Milano, su Costantino e sull’editto di Milano: è stata proposta una versione completamente agiografica ed in linea con la chiesa cattolica, pura esaltazione.
Insomma quando si ha a che fare con la chiesa cattolica qui in Italia la storia diventa propaganda.
Halli Hallo Roberto
Per essere sincero, tutto quanto riferito nel mio post, lo sapevo da articoli di giornali apparsi molti anni fa, e poi della mia curiosita nata dopo la lettura di questi giornali ( ricerche Internet ovviamente, sia in francese che in tedesco ) Grande fu la mia indignazione quando Von Galen fu presentato come giustificazione alle ingerenze del Vaticano negli affari degli stati stranieri .
Ho da tempo notato la grande differenza che esiste fra quando appare su Wikipedia Italia e gli altri Wiki, francesi, tedeschi etc . E cosi che quando cerco qualcosa, paragono almeno tre o quattro Wikis…
Ute- Heinemann ( per la piccola storia, il suo cugino dalla parte paterna, fu il mio medico per diversi anni a Flensburg… ) ha scritto molte cose interessante in merito a Von Galen, per esempio quando in certi discorsi riprende parole per parole, espressioni del Fuehrer tipo ” Potere giudeo-bolscevico di Mosca ” ..
Di beato, c’è ben poco nel ” Leone di Muenster “.
A proposito di agiografie zuccherose, avete mai visto la pubblicità per l’8 per mille all chiesa cattolica? La falsificazione non è solo storica e costante e attuale in ogni atto della chiesa.
P.S. Mi sembra di aver letto da qualche parte (non si ricordo se un racconto di Conan Doyle o di M.R. James), che nelle Fiandre esiste un cane … fatto santo. Ne sapete qualcosa?
P.P.S. E poi basta con i miracoli a puro effetto di spettacolo, perché nessun santo ha fermato le recenti alluvioni a Lourdes?
Ma l’alluvione di Lourdes è il piano adirato della Madonna che piange per tutti gli ateacci miscredenti che non credono in lei.
colpa dei matrimoni gay in francia, non lo sai?
@Francesco
“….un cane … fatto santo”
E te ne meravigli ?
Se ti prendi la briga di cercarli ci sono tanti santi dei secoli passati che la Chiesa preferisce oggi ignorare perche’ visti con la morale di oggi piu’ che cani sembrano porci.
“…perché nessun santo ha fermato le recenti alluvioni a Lourdes?”
Ma che domande fai ?
Ovviamente perche’ Dio nella sua magificenza vuole che il maggior numero possibile di persone possa beneficiare di
quell’acqua miracolosa.
Ormai Lourdes è completamente squalificata come miracolificio: vuoi mettere i loro presunti 70 miracoli in un secolo e mezzo, con le centinaia di ciechi che hanno riacquistato la vista nel giro di pochi mesi per merito della Guardia di Finanza? ________
La Guardia di Finanza ? Santa subito.. !!
http://it.wikipedia.org/wiki/San_Guinefort
Senza ovviamente dimenticare la “benedizione” della Guerra di Libia ed Etiopia…
Bruno e faber.
La storiografia non è propriamente scientifica, ma si avvale dei metodi scientifici, la “storia” è una costruzione intellettuale che, nel migliore dei casi, poggia su studi seri, nel peggiore si affida alla tradizione e/o si conforma sfacciatamente a una qualche idologia. E, ovviamente, non può mai essere verificata nel senso proprio del termine.
Ciò detto, esaurita la “creazione artistica della memoria”, nella narrazione storica intellettualmente onesta rimane un sedimento di verità, una ragionevole ipotesi sugli accadimenti passati.
Molto probabilmente vi è sfuggita la notizia del ritrovamento a Leicester di quella che, con ogni probabilità, è la tomba di Riccardo III. Dall’analisi delle ossa e del DNA rimasto, dalla datazione al carbonio dei reperti, è emersa la conferma di quello che i “revisionisti” riccardiani hanno cominciato a sostenere già dalla fine della dinastia Tudor, e cioè che la leggenda del re gobbo e cattivissimo ripresa da Shakespeare, ha tutte le caratteristiche del falso propagandistico per giustificare la presa del potere da parte dei Tudor.
Falso che è ancora però ostinatamente accreditato nei libri di testo inglesi, nonostante gli ottimi storici pubblicati principalmente da Oxford University Press e molti altri prima di loro, sostengano da tempo che forse la verità a riguardo è un poco più complessa.
Ammaestrata da questo esempio, sul quale ho studiato molto e conosco bene, sono sempre un po’ a disagio quando si agita la bandiera della “verità storica” e la si brandisce come un’arma. Quella che possiamo avere è, al massimo, una ragionevole approssimazione, sempre più approssimativa man mano che ci si allontana dalla cronaca.
Sul caso Palatucci, inviterei a leggere le interviste di Michele Sarfatti a Panorama e all’Huffington Post e le sue dichiarazioni al Corriere della Sera.
Sarfatti, che ha partecipato alla ricerca del Centro Primo Levi ed è uno storico di grande spessore e serietà scientifica, dopo aver affermato che dai documenti esaminati non sono emerse «evidenze storiografiche del salvataggio di migliaia di ebrei da parte di Giovanni Palatucci» e che il ruolo del funzionario irpino è stato «ingigantito», ricorda però che fu deportato a Dachau per attività antitedesca e spiega che la sua vicenda merita rispetto e ricostruire il suo operato non significa spostarlo «nel campo dei cattivi».
Quanto alle accuse di collaborazionismo con i tedeschi, Sarfatti precisa testualmente: “resto perplesso su una frase della giornalista del NYT, secondo la quale Palatucci avrebbe ‘aiutato i tedeschi a identificare gli ebrei da rastrellare’. Frase che attribuisce ai ‘ricercatori’, senza specificare chi. Ma di questo non esiste prova alcuna”.
Ma il ruolo di salvatore di Palatucci è stato del tutto inventato? Un’affermazione del genere sarebbe scorretta. Nella pratica di riconoscimento dello Yad Vashem ci sono prove che Palatucci soccorse una donna ebrea, Elena Aschkenasy. E, come aggiunge Sarfatti, ci sono in suo favore testimonianze “che in linea generale ritengo fondate, ma devono essere vagliate con attenzione studiando le carte”. Ad esempio quella sul salvataggio dei due coniugi Salvator e Olga Conforty (la figlia Renata Conforty lo ha ricordato sul Corriere della Sera del 23 giugno).
Il problema è che, come osserva Sarfatti, “i riconoscimenti pubblici a Palatucci hanno preceduto la ricerca storica”. Ora lo Yad Vashem ha avviato un processo di riesame del suo caso sulla base della nuova documentazione. E, come propone il direttore del Cdec, anche in Italia si potrebbe nominare un gruppo di lavoro per fare chiarezza sulla vicenda.
Aggiungo che mi trovo d’accordo con Anna Foa sul fatto che, probabilmente, in seguito alle ricerche in corso i numeri andranno ridimensionati e alcuni eventi andranno riletti, ma va tenuto conto che la necessaria segretezza di un’attività di questo tipo non rende semplici le verifiche e comunque anche aiutare o salvare solo alcune persone è un fatto rilevante e meritevole di ricordo, di riconoscimento e di apprezzamento.
Mario Avagliano
(26 giugno 2013)
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