Il video dell’evento Uaar “Morire… dal ridere! La paura della morte”

Sul canale UaarIt di Youtube è stato pubblicato il resoconto video di Morire… dal ridere! La paura della morte: affrontarla, sdrammatizzarla, superarla. Come convivere al meglio con la Nera Signora: un percorso fra video, letture e riflessioni. L’evento è stato organizzato il 21 giugno dal circolo Uaar di Torino in collaborazione con Il Mutamento Zona Castalia. Sono intervenuti: Paolo Ferrarini (musicista, videomaker), Arianna Garrone (counselor relazionale, trainer), Vincenzo Pasqualetto (attore), Federica Verga Marfisi (antropologa). Conduttrice: Flaviana Rizzi.

La redazione

8 commenti

faidate

A proposito di morire dal ridere, leggo su Repubblica di oggi (6/7) l’articolo di Vito Mancuso che lamenta che la Lumen fidei (l’enciclica papale) collochi la fede come “dono di Dio” e blandamente la critica citando nientemeno che Indro Montanelli. Il quale, in fin di vita, lamenta di chiudere gli occhi “senza aver saputo di dove vengo, dove vado e cosa sono venuto a fare qui”. Cioè la solita tiritera preagonica. Ma se lo avessero convinto che l’aveva creato Dio, che andrà a rivederlo in paradiso e che è venuto al mondo per fondare il Giornale” (per farselo poi fregare da Berlusconi) sarebbe morto più volentieri? Meglio una risata!

faidate

Aggiorno:
Anche Eugenio Scalfari (Repubblica del 7/7) si unisce al coro del “Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo”. Il coro include “ciascuno di noi”. (la “razza” umana) , ma io conosco almeno una persona che queste domande ritiene siano un po’ stantie e non se le è mai fatte. Forse Scalfari ha ripreso il questionario dalla guardia costiera che raccoglie i disperati aggrappati alla rete delle tonnare, quelli che cercano di sbarcare in Italia. Purtroppo loro non fanno ridere, lui un pochino si. Non ridere da morire, ma quasi.

faber

Be dai, diciamo pure che ultimamente gli editoriali di Scalfari risentono di almeno due “patologie”: la senilità e le “larghe intese mediatiche” per cui il governo è “untouchable”. Per quanto riguarda la prima ho speranze che la medicina possa dare una mano, sulla seconda ho qualche serio dubbio.

marilena

scusate ma l’audio è molto fastidioso e non riesco a capire tutte le parole, potete scrivermi cosa dice la signora counselor quando parla di messina(don?9 a proposito della morte dei figli? Grazie

p[ i]

“Se non volete che i vostri figli muoiano, non fateli”. Mi scuso per la qualità dell’audio, non avevo gli strumenti per catturarlo in modo professionale 🙁
p.f.

banditore

Son d’accordo? – mi stavo chiedendo; la perplessità è dovuta ad un pensiero così: ridere è bello, giusto e sano ed ancora di più lo è saper ridere.
Mettiamo che io rida al funerale della mia famiglia sterminata dai terroristi (notate che sono proprio laico: un laico non è superstizioso, no?) ecco che il mio ridere avrebbe per tutti un suono insano.
O mettiamo che vada a trovare un amico in agonia e, per allietarlo un po’, gli racconti tre o quattro barzellette sul tema dei sepolti vivi e delle vedove allegre: eccomi – a grande richiesta – subito messo fuori dal consesso civile ed indicato a dito, mentre altre dita picchiettano le tempie.
Ed allora, temo un poco queste operazioni; mi sembrano correre il rischio di una leggerezza eccessiva, di faciloneria; la morte mi pare un tema da trattare con enorme attenzione, con rispetto, cioè non negando l’angoscia che ne è caratteristica prima e, forse, unica.
Perché la morte è proprio la morte, ragazzi, la fìne della storia, il punto. Sorridiamone seriamente.

p[ i]

Forse il titolo è un po’ fuorviante, ma se ascolti gli interventi, vedrai che sono in linea con quello che dici tu e non ci sono intenti parodistici o facilonerie.

banditore

A mio avviso, manca la comunicazione dell’angoscia (che può essere comunicata anche ridendo): il tono è a tratti colloquiale, oppure conferenzesco e potrebbe essere adatto a qualsiasi tema, ma – io credo – la morte è cosa speciale. Tema più difficile.

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