Pedofilia, cos’ha chiesto l’Onu al Vaticano e perché

Il Vaticano dovrà rendere conto all’Onu per numerosi casi di pedofilia da parte di membri del clero nel mondo. La Commissione per i diritti del bambino ha chiesto di presentare un rapporto sugli abusi commessi dal clero nel mondo e delle misure prese per contrastare il fenomeno, visto il dilagare preoccupante del fenomeno e le diffuse e pluridecennali coperture da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Il Vaticano, che è membro non osservatore della commissione Onu, ha infatti sottoscritto la Convenzione sui diritti dei bambini nel 1990: ciò implica che debba rendere conto sul tema alle Nazioni Unite.

La Santa Sede aveva sottoscritto la Convenzione con alcune riserve, come l’accettazione del family planning solo con i “metodi naturali” che “considera moralmente accettabili” (quindi non pillola e preservativo, ma Ogino-Knaus e simili). Inoltre “interpreta gli articoli della Convenzione in una prospettiva che salvaguardi il primario e inalienabile diritto dei genitori” specie per educazione, associazione, religione e privacy. Soprattutto, dichiara che l’applicazione del documento sia “compatibile in pratica con la particolare natura dello Stato della Città del Vaticano e delle fonti della sua legge oggettiva”. Ovvero l’articolo 1 della legge fondamentale del 7 giugno 1929, motu proprio di Pio XI, in cui si proclama che “il Sommo Pontefice sovrano dello Stato della Città del Vaticano, ha la pienezza dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario”.

La Santa Sede intende l’applicazione della Convenzione anche sulla base dei limiti posti dalla sua “legislazione in materia di cittadinanza, accesso e residenza”. Nella dichiarazione che correda le riserve, il Vaticano ci tiene a precisare che con l’accesso alla Convenzione “non intende prescindere in ogni modo dalla sua specifica missione che è di carattere religioso e morale”. Lo stesso comitato delle Nazioni Unite nel 1995 aveva riconosciuto il passo importante del Vaticano, ma aveva sollevato alcune questioni proprio sulle riserve. In particolare sul “pieno riconoscimento” del bambino come “soggetto di diritti”, per “la discriminazione tra bambini che può sorgere nelle scuole e nelle istituzioni cattoliche, specie dal punto di vista del genere”, per la “insufficiente attenzione” per l’educazione alla salute dei bambini e per il family planning.

Immagine da Mea maxima culpa

Monsignor Massimo De Gregori, membro della missione diplomatica della Santa Sede a Ginevra, e il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi minimizzano. Ma il Vaticano risulta attenzionato sul protocollo opzionale della Convenzione, riguardante “vendita di bambini, prostituzione minorile e pornografia minorile”. Dovrà rendere noti i dati sugli abusi e sulle misure prese, anche risarcimenti e assistenza alle vittime entro il 1 novembre 2013, come richiede la list of issues della commissione, visto che il precedente rapporto del Vaticano non ha chiarito alcuni punti. I rappresentanti d’Oltretevere saranno auditi presso la Commissione il prossimo gennaio. L’ente dell’Onu chiede “informazioni dettagliate su tutti i casi di abusi commessi da membri del clero”, “alla luce del riconoscimento da parte della Santa Sede” del fenomeno, negli ultimi anni del pontificato di Benedetto XVI e con le mosse recenti di Francesco. Si allude al coinvolgimento delle diocesi, che hanno insabbiato e coperto molti casi, non di rado con il trasferimento parroci e pretendendo il silenzio dalle famiglie per evitare che si appellassero alle autorità civili e scoppiasse lo scandalo pubblico.

Dopo decenni di abusi, le associazioni che difendono le vittime come Snap hanno ottenuto che l’Onu si rivolgesse al Vaticano. Tra i soggetti che hanno portato queste istanze in sede internazionale e permesso che finalmente si chiedesse trasparenza c’è anche la National Secular Society, organizzazione laicista britannica. Keith Porteous Wood, esponente umanista all’Onu, spiega che da anni si tenta di avere un rapporto dettagliato dal Vaticano. L’International Humanist and Ethical Union (di cui fa parte anche l’Uaar) ha presentato una serie di osservazioni sul report firmato dalla Chiesa cattolica, evidenziando come venissero meno gli obblighi sottoscritti con la Convenzione. Come ricorda Wood, la commissione di Ginevra ha interpellato quindi alcuni testimoni supportati proprio dagli umanisti. Tra i temi trattati, anche il trattamento indegno nelle case Magdalene in Irlanda, riservato alle “ragazze perdute” dalle suore. Il loro ordine religioso, proprio ieri, ha comunicato che non verserà denaro nel fondo di compensazione destinato a risarcire le vittime.

Il papa ha usato parole forti per condannare gli abusi commessi da preti e ha promesso pulizia. Come fatto tardivamente dal suo precedessore, analogamente agli scandali che coinvolgono l’Istituto per le opere di religione, si tratta dell’ennesima promessa di soluzione che fa seguito a un’insistente sollecitazione esterna. Vero è che negli ultimi mesi il Vaticano ha iniziato un grosso sforzo per rendersi più credibile e umano nei confronti dell’opinione pubblica, con molte dichiarazioni concilianti di Bergoglio. Sarebbe auspicabile che lo facesse anche sulle questioni più importanti e in maniera concreta: cambiando l’atteggiamento nei confronti dei religiosi colpevoli di abusi e collaborando efficacemente con la giustizia. È compito anche delle associazioni laiche e dell’opinione pubblica stimolare la Chiesa affinché si prenda le sue responsabilità senza atteggiarsi a vittima di complotti e strumentalizzazioni.

La redazione

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22 commenti

whichgood

Le notizie sono vecchie. Non per dire che il tema è superato ma per dare un’idea dei ricavi che hanno avuto fin’ora.
Pensa quanto è vecchia questa invece:
“Lasciate che i bambini vengano a me”

Federix

E ora finalmente svegliati, Bergoglio!!! Hai molto lavoro SERIO da fare!!! :mrgreen:

Federix

Certissimamente!
Ma i cattolici, prima di svegliarsi da un sonno bimillenario, hanno bisogno di moltissimo sforzo. Ed è raro anche che ce la facciano di colpo, con un guizzo di intelligenza.
E purtroppo i “media” tendono ad accreditare le tesi “negazioniste/minimizzatrici” del clero rispetto alla pedofilia, come hanno fatto con Ratzinger.
Per la “sveglia” ai cattolici, coloro su cui si può più contare sono le persone più giovani e meno disposte a “credere” a quello che non vedono; ma gli anziani sono lo “zoccolo duro” del cattolicesimo.
Da parte sua, Bergoglio dovrà darsi da fare in un compito improbo: dimostrare all’ONU che c’è (ma secondo me non c’è, o non c’è ancora) un “taglio netto” rispetto ai “secoli dei secoli” di copertura della pedofilia. Missione impossibile?

Serlver

Stefano, tu non capisci il ruolo educativo e pastorale che svolge il prete per la salvezza dei” pei pampani”: se il bambini si tocca commette peccato, se a toccarlo è il prete invece il bambino non commette più peccato; il chierichetto sodomizzato, magari è affetto dal morbo ricchione e commette abominio con un altro adolescente , se invece se lo inchiappetta il parroco, ne salva due al prezzo di uno; poi, siccome la Chiesa condanna non condanno il peccatore e il peccato, che in questo caso è commesso per interposta persona, così il bambino viene salvato due volte…
Poi magari il prete oltre al peccato commette anche reato, ma questo è tutta un’altra storia.

Reiuky

“Da parte sua, Bergoglio dovrà darsi da fare in un compito improbo: dimostrare all’ONU che c’è (ma secondo me non c’è, o non c’è ancora) un “taglio netto” rispetto ai “secoli dei secoli” di copertura della pedofilia. Missione impossibile?”

Sono due millenni che dimostrano bugie. Di sicuro la pratica ce l’hanno.

Federix

@ Reiuky
Ma per due millenni hanno avuto a che fare con gente che non chiedeva molte “verifiche”; ora l’ONU potrebbe essere tutto un altro interlocutore.

luigi rodini

sto’ papa è destinato al ‘mantenimento’ del dolce(?) dormire ed i ‘media’,
come sempre, l’aiutano parecchio, purtroppo

Giuliano

La natura con la sua intrinseca paurosa potenza, dopo essere stata imprigionata, umiliata, ridotta a monologhi solitari comincia a muovere i suoi passi lavorando contro ogni volontà, disintegrando e neutralizzando le diverse barriere ed ambientando la sessualità sul terreno che è costretta a vivere. Il problema dell’affettività merita attenzione e rispetto perché vi confluiscono e l’animano gli istinti, le sensazioni, le emozioni, i sentimenti radicati in ogni uomo. L’affettività è insopprimibile bisogno di vita, un po’ come respirare, nutrirsi, dormire. Mutilando l’umanità, comprimendo la natura oltre un certo limite, non rimane che la patologia della rinuncia o la patologia della degenerazione. In modo ineluttabile si risulta consegnati ad una dimensione esistenziale monocromatica, dimezzata. Ne derivano gravi tensioni, inquietudine, frustrazioni, deviazioni, perversioni, tendenze ed esposizione alla violenza. Si accentuano le turbe psicosomatiche.
Tratto da http://www.ristretti.it/areestudio/affetti/documenti/ceraudo.htm dove si parla di astinenza sessuale nelle carceri, ma il quadro si attanaglia bene anche al mondo religioso cattolico. La controprova è che se si cambiano i sostantivi carceri e carcerati con seminari e personale religioso pare una ricerca in ambito curiale.

Diocleziano

…meglio se il quadro si ‘attaglia’, piuttosto che si ‘attanaglia’: troppo doloroso! :mrgreen:

Giuliano

Visto l’argomento potrei essere accusato di volere passare ad una specie di Sharia laica, una legge del contrappasso. Vorrei assicurare che è stato un mero errore e non un’incitazione alle vie di fatto.

faber

Non vedo perché il metodo Ogino-Knaus (messo a punto tra il 1924 e il 1928 e peraltro farlocco, tanto da essere criticato dallo stesso Ogino) debba essere considerato “più naturale” di un budello animale (utilizzato fin dai tempi biblici). Se proprio non riescono a sopportare il lattice, vadano in macelleria e tornino ai vecchi metodi…

Rester

Ma in teoria è contraccezione pura e semplice, perchè sempre in teoria in quei momenti la donna non è fertile. Ergo per cui, fare sesso in quei momenti (ben sapendo che non potrai mettere incinta la donna perchè fisicamente impossibile) è fare sesso per piacere, quindi immondo e via dicendo. Ed è permessa dalla chiesa. La coerenza dà l’ennesimo calcio allo sgabello sperando che stavolta cada e la porti via da questo orribile mondo

alessandro pendesini

PIÙ BUONO DI COSI’

Ma quanto è buono questo papa, dice tutte le mattine “buongiorno”.

Ora ha riformato il codice penale e tutti sono entusiasti perchè credono che lo abbia fatto di sua spontanea iniziativa per punire il vizietto atavico del suo clero, la pedofilia.
Quella frase roboante “motu proprio” lascia intendere proprio che sia così.
Anche gli atei ci sono cascati e hanno cominciato a pensare che forse questo papa che si comporta come un parroco di campagna sia davvero un conquistatore di consensi perchè il suo pensiero per i deboli sembra autentico.
E’ autentico come una banconota da tre euro.
Si dà il caso che all’ONU si siano accorti che i preti hanno una tendenza planetaria alla pedofilia, e che la protezione che lo Stato del Vaticano accorda ai suoi delinquenti è un tantino in contrasto con le convenzioni internazionali sui diritti umani ed in particolare con la Convenzione sui diritti dei fanciulli.
Nessuno finora era riuscito ad inchiodare lo Stato del Vaticano alle sue responsabilità.
Ora ci sta provando l’ONU ed ha imposto allo staterello dittatoriale di redigere un rapporto che dovrà essere consegnato entro novembre 2013, nel quale il Vaticano dovrà dire quali misure siano state adottate nel fornire assistenza alle vittime, quali misure siano state adottate per la riabilitazione e soprattutto per il risarcimento.
L’ONU ha anche chiesto di fornire informazioni dettagliate sulle iniziative adottate per il trattamento degli autori di reati e qui era troppo imbarazzante presentarsi con la direttiva applicata da Ratzinger per quaranta anni, meglio nota come “crimen sollicitationis”, che prevedeva, per gli autori dei reati, una partita a nascondino da una parrocchia all’altra e tre avemmarie.
Bergoglio, senza abrogare la precedente direttiva, ha adottato un nuovo codice penale per gettare fumo negli occhi.
Non sembra di scorgere alcuna norma, nel nuovo codice penale, che imponga ad un prete di collaborare con l’autorità civile denunciando gli autori e comunque all’ONU sanno già che il diritto canonico, ritenuto diritto divino, prevale sul diritto penale e lo vanifica.
A gennaio 2014 il Vaticano dovrà presentarsi in audizione davanti alle Nazioni Unite.
Ma il papa buono, più buono di quell’altro papabuono, non smetterà per questo di conquistare consensi, perchè, in definitiva, ognuno vede solo ciò che vuole vedere.

Firmato : Democrazia Atea

luigi rodini

c’era troppo bisogno di 1 pap(p)a imbonitore e x l’inesauribile serie di casi di pedofilia
e non solo e perchè il predecessore, serioso, produceva poco fumo – lotta ‘titatica’
in arrivo nell’ONU, ci sarà da divertirsi….

Serlver

Scusate, ma è come se lo stato italiano chiedesse alla mafia i nomi e gli indirizzi dei mafiosi e dei loro affiliati.

Diocleziano

Che avrebbe anche maggiori probabilità di successo. 🙄

whichgood

Forse quelli lo Stato italiano ce l’ha. Quelli della Chiesa invece dubito fortemente.

Flavia V.

L’ONU e i singoli governi dovrebbero obbligare le istituzioni religiose a fornire dati e nomi non solo di chi commette abusi ma anche di dove e a chi sono stati dati i bambini sottratti alle ragazze che finivano loro malgrado nelle Case Magdalene. E non solo i loro, visto che per secoli hanno contribuito alla deportazione dei bambini britannici nei più disparati angoli del pianeta e molti ancora aspettano giustizia (vedi Oranges and Sunshine, http://www.childmigrantstrust.com/media-and-books/oranges-and-sunshine). E questo per fare solo gli esempi più eclatanti.

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