La richiesta di moratoria sui temi etici? Paura di leggi laiche

Torna alla carica la truppa clericale (e ciellina) del Pdl contro la legge anti-omofobia: in prima fila Maurizio Lupi, Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini e Maurizio Sacconi. Insistono con un appello per la “moratoria sui temi eticamente sensibili”, facendo leva sulla necessità di affrontare questioni più importanti, come quelle economiche, e lamentando “l’introduzione di elementi divisivi nel senso comune del popolo con particolare riferimento ai principi della tradizione, dalla vita alla famiglia naturale, alla libertà educativa”. Proprio il senatore Maurizio Sacconi da mesi insiste sulla “moratoria” per i temi etici: l’ha fatto di recente ma ne parlò già durante la marcia integralista “per la vita” degli anti-abortisti.

In realtà, nessuno impedisce ai parlamentari di lavorare per mettere in campo rimedi alla crisi. Anzi, è proprio l’ostruzionismo polemico dei clericali che allunga i tempi per l’approvazione di leggi che ogni paese civile dovrebbe avere. Questo è il concreto elemento “divisivo”, volto a impedire una tutela effettiva dei diritti e un riconoscimento paritario di componenti come quella omosessuale. Che l’idem sentire del “popolo” sia poi appiattito sulle posizioni clericali è tutto da vedere: anzi, in questi decenni la secolarizzazione e l’affermazione dei diritti hanno portato alla diffusione delle coppie di fatto, alla difesa dell’autodeterminazione della donna in materia di sessualità, a posizioni molto più laiche su temi come il fine-vita e la bioetica. Lo mette bene in evidenza il recente rapporto Eurispes, rendendo ancora più lampante la distanza tra una società più aperta e una politica rimasta su posizioni tradizionali.

Ma il Pd è contro la richiesta di stop. “Ci sono tutte le condizioni per una rapida e unanime approvazione del testo che introduce finalmente nel nostro paese il reato di omofobia” e se ne discuterà in aula il 26 luglio: lo fanno sapere il capogruppo in commissione Giustizia, Walter Verini, e il relatore del progretto Ivan Scalfarotto. “Unanime” è forse parola grossa, ma nello stesso Pdl ci sono posizioni più aperte: Giancarlo Galan e Sandro Bondi si erano espressi con chiarezza a favore di una legge per le unioni civili, anche gay. Proprio Bondi in una intervista su Il Giornale aveva anche polemizzato con l’ala più oltranzista degli “atei devoti” e in particolare con Gaetano Quagliariello, prospettando il “ritorno a un movimento limpidamente liberale e riformista, laico e non confessionale, che sia la casa comune di credenti e di non credenti”.

Giancarlo Galan, intervistato oggi da Repubblica, dice che alla moratoria si risponde “accelerando, tirando dritto”. “Sono veramente stufo di vivere nell’unico Paese al mondo in cui ancora si parla del voto cattolico”, aggiunge, “i cattolici votano come tutti gli altri: ce ne sono di intelligenti e di fessi, di sinistra e di destra. Come tutti. E sono più civili di quello che pensano i politici della mia parte”. Questo l’errore, per l’esponente di centro-destra: “regaliamo alla sinistra un tema che storicamente non è loro”, perché “la morale comunista non era lontanissima dai precetti cattolici” e non bisogna “lasciare alla sinistra una battaglia che è di libertà e quindi liberale”.

carfagna gelmini

Una legge però per qualcuno non s’ha da fare: il mondo cattolico preme, dipingendo cupi scenari di persecuzione anche solo se si oserà sostenere che l’omosessualità è peccato, facendo prevedere al progetto di legge ciò che non dice. E che non potrebbe prevedere, visto che è passato in commissione senza si scatenassero certe reazioni. La politica di destra risponde stracciandosi le vesti con una campagna “anti-anti-omofobia”. Forse perché i margini di manovra dei clericali sono diminuiti, in un Parlamento che in teoria è più laico dei precedenti. E può quindi finalmente approvare leggi degne di paesi più civili del nostro.

Un’altra proposta degna di nota è stata avanzata dal Movimento 5 Stelle per arginare l’ormai preoccupante fenomeno dell’obiezione di coscienza, che di fatto impedisce l’applicazione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza ormai in molte zone del nostra paese. Gli obiettori hanno raggiunto il picco dell’80% tra i medici, anche con tentativi di rendere ancora più “selvaggia” la pratica. Finalmente qualcosa si muove in Parlamento, con alcune mozioni che hanno preso in considerazione il problema.

Trentuno senatori del M5S hanno sottoscritto una modifica all’art. 9 della legge sull’aborto, ricordando che “il nostro è uno Stato laico; religioni e credo, pur legittimi, non possono ostacolare l’applicazione della legge”. La proposta — firmata da Maurizio Romani (commissione Sanità) e Alessandra Bencini (commissione Lavoro e Previdenza) — stabilisce che nei reparti ginecologici almeno il 70% del personale in servizio sia composto da non obiettori, anche per arginare le interruzioni di gravidanza clandestine, quelle spontanee e tra le minorenni. Fenomeni che stanno tornando a crescere e ricordano il vecchio aborto “mascherato” diffuso prima dell’approvazione della legge del 1978.

Per i relatori “ferma restando la salvaguardia della legittima scelta di obiezione, una percentuale così elevata di medici obiettori si traduce di fatto nella cosiddetta “obiezione di struttura”, che mina la libertà della donna e costringe talvolta a “migrare da una regione ad un’altra”. Gli obiettori possono “tranquillamente non prestare servizio nelle unità ginecologiche oppure scegliere di lavorare in strutture private”, spiega Bencini, e i turni vanno regolati per consentire una piena copertura.

È evidente la paura che attanaglia le gerarchie ecclesiastiche e che si riflette anche sui suoi trasversali agganci politici. Se si approvasse anche soltanto il “minimo sindacale” laico, questa legislatura potrebbe avvicinare un poco di più l’Italia agli altri paesi civili. Il pluridecennale clericalismo potrebbe subire una battuta d’arresto. Ed ecco che sorge la proposta di una moratoria: se non si può clericalizzare ulteriormente la politica italiana perché ormai la società è più aperta e il parlamento ha un’altra configurazione, si farà il possibile per non laicizzarla, neppure pallidamente. Ci si augura che i parlamentari che spesso e volentieri ostentano la propria laicità non si facciano impressionare da argomentazioni da basso impero e da basse intese.

La redazione

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11 commenti

Federix

Mah, non so…
Ok per quanto riguarda la proposta del M5S, ma non vorrei che le posizioni un po’ più “aperte” che in passato di taluni esponenti di PD e PdL siano dovute solo al desiderio di dare un contentino alla gente, dopo le solenni manganellate spaccaossa distribuite alla popolazione in campo finanziario e pensionistico soprattutto negli ultimi anni, e forse anche in previsione di altre manganellate che potrebbero arrivare presto…
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/19/zagrebelsky-f35-giustizia-e-kazakistan-e-lumiliazione-dello-stato/660395/
Spero che il mio sospetto pessimistico venga smentito dai fatti…

Giuliano

Ma questo non doveva essere un Parlamento più laico dei precedenti?
Tale affermazione direi di averla letta proprio in questa rubrica. Non ero d’accordo allora e sono pronto a scommettere che sarà un altro tema rimandato alle calende, come tutto il resto.

Gianluca

Giuliano
“… sono pronto a scommettere che sarà un altro tema rimandato alle calende, come tutto il resto.”

Potrebbe essere, però il solo fatto che se ne stia parlando è una cosa positiva, secondo me.

“Sono veramente stufo di vivere nell’unico Paese al mondo in cui ancora si parla del voto cattolico”

Sentire questa frasi due anni fà dette da un politico di destra, o leggere della proposta del 70% (70!) di medici non obiettori negli ospedali pubblici mi avrebbe fatto cadere la mandibola a terra. Forse pian piano qualcosa si muove…

Giuliano

I partiti sono diventati degli agglomerati di propagandisti la cui regola aurea è “Chiedete e vi sarà promesso”. Ti ricordo che l’istinto di conservazione, già forte nella ns. specie, in questo sottosistema raggiunge l’apice.
Comunque basta aspettare un po’ e vedere chi di noi due aveva visto giusto.

Bertrand Russell2

Moratoria sulle questioni etiche?

Ma questo governo fa moratorie su tutto tra un po farà la moratoria anche sulla respirazione!

“Moderiamo i respiri!”

“Risparmiamo ossigeno è l’Europa che ce lo chiede contro il surriscaldamento globale!”

“Respireremo meglio in un altro momento!”

spapicchio

La moratoria etica va fatta sulla ingerenza degradante dei cattolici nella vita dei cittadini italiani, oltreché sull’eccesso di finanziamento al partito cattolico o clericalmente orientato, che alimenta i privilegi della partitocrazia cattolica bipartisan di larghe intese, la corruzione generalizzata e il finanziamento pubblico dei partiti, per l contenimento e l’aggressione al deficit dello stato.

spapicchio

per il contenimento e l’aggressione al deficit dello stato

tiziana

tra i vari problemi anche quelli del linguaggio malato . questi si chiamano temi civili e diritti civili. etico semmai è non rubare

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