La strenua difesa del crocifisso imposto nelle scuole e negli uffici pubblici assume spesso connotati grotteschi, soprattutto quando gli integralisti e i clericali si attivano zelantemente per pretenderne il mantenimento, smuovendo mari e monti e lamentando chissà quale danno. Con un astio e un fanatismo preoccupanti, tali da intimidire chi si limita a chiedere il rispetto di un minimo sindacale di laicità. Nemmeno si trattasse di un reato di lesa maestà. O meglio, “lesa clericalità”. Come emerge anche dalla storia tragicomica da italietta che ci è stata raccontata da un nostro simpatizzante, un professore chiamato come commissario esterno per gli esami di stato che si sono svolti nelle scorse settimane in un istituto di Caserta, e che riportiamo di seguito.
La redazione
Durante la riunione preliminare, nell’aula della commissione, al muro non era appeso alcun crocifisso, c’era solo un chiodo. Nel corso della mattinata un bidello ne ha portato uno (insieme ad altre suppellettili: ventilatore, armadietto, etc) per appenderlo al chiodo, ma io e la collega interna professoressa C lo abbiamo invitato a non farlo, e lo abbiamo messo in un cassetto. La collega C, che conosce gli allievi, mi ha spiegato che ce ne sono due di confessione musulmana e un testimone di Geova, e inoltre che a lei non sembra opportuno esporre il crocifisso in una scuola pubblica e laica. Senza aggiungere commenti, io mi sono manifestato pienamente d’accordo: erano presenti solo alcuni degli altri colleghi della commissione, che non solo non hanno parlat, ma mi è sembrato che nemmeno si accorgessero dell’episodio.
Nel giorno della prima prova (quella d’italiano) i candidati e la commissione si trovavano in un’altra aula, più grande; anche qui il crocifisso non era appeso al muro, ma era nel cassetto, fin dal momento in cui siamo entrati nell’aula. Il collega interno, professor M, si era occupato di raccogliere i cellulari dei candidati in una scatola di cartone; andando a riporre la scatola nel cassetto, vi trova il crocifisso, lo raccoglie dicendo le parole “ma tu guarda dove l’hanno fatto finire…” e fa il gesto di riappenderlo; io gli dico “meglio di no: lasciamolo dov’è”, e lui lo lascia nel cassetto.
Il professor M, però, rimane molto turbato anche perché si accorge che pure nell’altra aula il crocifisso è stato lasciato nel cassetto; chiama in disparte il presidente della commissione, professor N, e parla con lui a lungo. Ignoro cosa si siano detti ma ho avuto l’impressione che ritenesse la mancata affissione cosa gravissima (si riferiva al simbolo chiamandolo “nostro signore”). Il presidente N è imbarazzato, non vuole assolutamente problemi, vorrebbe solo che l’esame procedesse senza intoppi; così vado nell’aula della commissione dove invito M, C ed N a dialogare per trovare la soluzione migliore. Ma M rifiuta qualsiasi dialogo, è arrabbiatissimo e minaccia di rivolgersi (nell’ordine) al preside, all’ispettore, all’avvocato, ai carabinieri. Rifiuta quindi di parlare e va a chiamare il vicepreside professor R.
Il vicepreside R sopraggiunge, ed esordisce dicendo che “quando noi andiamo nei loro paesi non ci fanno costruire le chiese”: basterebbe questo per indovinare il seguito… Io e la collega C ribattiamo che forse si riferisce a regimi teocratici, mentre l’Italia è uno stato laico. Il “dialogo” però, come si può facilmente immaginare, è diventato aspro. Il vicepreside R rimette con la forza il crocifisso al muro, cosa che indispettisce non poco la collega C. Poi ci invita, con tono minaccioso, nel suo ufficio per parlare. Nell’ufficio del vicepreside io e C rinadiamo (o tentiamo di ribadire) che la presenza della croce non ci era sembrata opportuna, che la scuola è pubblica e laica e che la decisione di “non affiggere” (che è diverso da “togliere”) era stata presa di comune accordo e non era stata contestata. Gli argomenti di R erano invece di un altro tenore: “Loro vengono nel nostro paese e devono accettare le nostre regole e i nostri simboli”; “quando io sono andato in Turchia a portare soldi e civiltà non mi facevano mostrare neanche la croce che porto al collo”; “quando hanno iscritto i loro figli a questa scuola i genitori sono venuti a leccarmi i piedi e a ringraziarmi, quindi ora il crocifisso gli sta benissimo, e nessuno si è mai lamentato”; “in questa scuola siamo tutti cristiani”. Asserisce di essere egli stesso un “ateo di merda”, pronunciano però la frase a voce così alta che, se qualcuno l’avesse sentita fuori dalla stanza, avrebbe potuto pensare a un insulto nei miei confronti. E comunque il crocifisso è anche il “simbolo della superiorità della nostra cultura”. Siccome queste argomentazioni ci sembravano oscene e inaccettabili, il vicepreside R, arrabbiatissimo, ha minacciato di far intervenire una ispettrice di sua conoscenza. La collega C ha minacciato di chiamare il suo avvocato. Io mi sono fatto una risata. Quel giorno, comunque, nessuno ha osato rimettere al suo posto il crocifisso nell’aula in cui si stava svolgendo la prova scritta, per cui la giornata si è conclusa con una croce nel cassetto.
Nei due giorni successivi, invece, troviamo tutte le croci appese a tutti i muri. Il presidente N e altri colleghi, fra cui alcuni assenti il primo giorno, mi prendono in disparte e spiegano che l’ottusità dei professori M ed R è ben nota e che sarebbe meglio da parte mia evitare di fomentare battaglie, fare buon viso a cattivo gioco e tirare avanti con serenità per il bene dell’esame di stato. Insomma, mi dicono di non dare fastidio, bisogna andare avanti con il lavoro e non c’è tempo per queste sciocchezze ideologiche. Pur contrariato, accetto e mi prendo l’impegno di non aprir bocca sulla questione e di non sollevare più problemi. Le croci sarebbero rimaste al muro e zitti tutti. Mantengo l’impegno, faccio battute di altro genere e scherzo amichevolmente con tutti, come se nulla fosse accaduto.
Arrivati al fine settimana, invece, il presidente N mi telefona a casa e mi dice che, già da alcuni giorni, è in corso una ispezione. L’ispettrice a quanto pare è stata chiamata davvero, anche se nessuno ne era stato informato (N, in quanto presidente di commissione, è molto seccato di non essere stato avvisato!) e ha già conferito in segreto e separatamente con alcuni membri della commissione. Domani (sabato) vuole sentire anche me, sempre da solo e in privato. L’ispettrice ascolta la mia versione dei fatti, ma si concentra su un unico aspetto della vicenda: “è stato lei a togliere il crocifisso?” è la domanda che ripete più volte nel corso del colloquio. Io rispondo di no, l’ispettrice torna a chiedermelo come se volesse una risposta diversa, una confessione. Ma non si può costringere un uomo libero a confessare ciò che non ha fatto, almeno da quando non è più legale l’uso della tortura, continuo quindi a rispondere di no.
L’ispettrice mi chiede di mettere per iscritto una dichiarazione in cui affermo di aver sconsigliato al collega di riappendere il crocifisso, di fronte ai ragazzi. Lo faccio (e forse commetto un errore, avrei dovuto rifiutarmi o chiedere il parere di un avvocato o di un sindacalista). Poi chiama “a testimoniare” anche il vicepreside R e un bidello, davanti a loro mi chiede “lei di dove è?”, io rispondo “di Caserta”… “si ma dove è nato?” e io “a Caserta! Sono italiano” (qui capisco che forse pensavano che fossi uno straniero), poi ancora mi chiedono “di che religione sono” e io mi rifiuto di rispondere dicendo che, viste le domande, ho fondati motivi di temere la discriminazione in base all’orientamento religioso.
Il giorno della terza prova scritta nelle aule troviamo una novità: un foglietto attaccato al muro, sotto al crocifisso, con una preghiera di umiltà; in tutte le aule. Non basta: prima dell’inizio della prova, nell’androne della scuola, il professor M ha fatto firmare ad alcuni dei candidati una dichiarazione scritta in cui essi sostengono di essere turbati dall’assenza del crocifisso. La professoressa C si accorge di questo fatto e ne è talmente indignata da scrivere immediatamente una lettera al preside e al presidente N, che poi pretende di far protocollare alla segreteria della scuola (riuscendoci, ma non senza notevoli difficoltà).
Questo provoca un nuovo intervento dell’ispettrice, che di nuovo ci convoca a gruppetti per parlare separatamente; al colloquio più lungo, con la professoressa C, non ho potuto assistere; so solo che la collega C è uscita dalla stanza in lacrime, sconvolta e ha chiesto di essere accompagnata in ospedale. L’ispettrice chiede ancora di sentirci tutti in presidenza. Esordisce rivolgendosi a me con queste parole “lasci che le parli come da madre a figlio…” (lei è più anziana e io giovane). Ribatto: “No. Mi parli come da ispettore a commissario e mi spieghi se è qui in veste informale o se qualcuno l’ha chiamata e quali sono i motivi della sua ispezione”. Niente da fare, continua chiedendomi insistentemente se sono stato io a rimuovere il crocifisso. Ovviamente continuo a rispondere di no… e allora sbotta con “basta con le bugie, ho tutte le registrazioni e le deposizioni!” Le rispondo “come si permette di darmi del bugiardo? Mi faccia vedere le relazioni di chi dice il contrario, bugiardo è lui e lo denuncio”, ma si rifiuta di dirmelo.
Le chiedo se era stata sua l’iniziativa di far firmare dichiarazioni scritte agli alunni, si rifiuta di rispondermi. Gliel’ho chiesto più volte nel corso della mattinata, si è sempre rifiutata di rispondere. A un certo punto si offende perchè le facevo domande, sostiene che a fare le domande dovesse essere solo lei. Mi dice che avrei poi letto la relazione che avrebbe presentato ai superiori a fine questione. Poi mi mi si rivolge dicendo che “come lei sa benissimo la normativa dice che…”: io le chiedo a quale normativa si riferisce, di citarmi la legge (molto sempliciemente, vorrei che mi dica che “la legge” è una circolare fascista del 1926), ma qui non solo si rifiuta di rispondermi ma, stigmatizzando il mio atteggiamento, interrompe il colloquio.
L’ispettrice riunisce poi tutta la commissione davanti a sè (a eccezione della collega C che nel frattempo era sempre in ospedale), e fa un lungo predicozzo sulla scarsa opportunità di fare battaglie ideologiche in sede d’esame. Nel silenzio di tutti i commissari, sono io l’unico che ha il coraggio di provare a rispondere, sempre interrotto con suo stupore perché stranamente non me la faccio sotto di fronte all’autorità come previsto…
Di fronte a questo atteggiamento tutti i miei colleghi, ma proprio tutti (tranne il prof M) si schierano dalla mia parte, mostrando una blanda ostilità all’ispettrice. Visto che “inter nos” eravamo già addivenuti all’opportunità di placare gli animi e andare avanti, e il suo intervento non ha fatto altro che peggiorare le cose. Insomma ho incassato la solidarietà di tutti i colleghi, soprattutto del presidente N. L’esame è poi andato avanti con gli orali senza problemi, finito l’esame ho chiesto al provveditorato di Caserta di prendere visione dei rapporti compilati dall’ispettrice e dal presidente N (visto che molte delle mie domande erano rimaste senza risposta, e che mi era stato detto che avrei dovuto aspettare le relazioni per avere quelle risposte). Il funzionario del provveditorato con cui ho parlato mi ha detto che questi documenti non sono in loro possesso e che devo rivolgermi ad un ufficio di Napoli (cosa che farò dopo le ferie estive, credo).
Secondo me, ciò che rende unica tale vicenda è che si tratta di un singolare caso di “non affissione” piuttosto che di “rimozione”: non a caso mi sono opposto duramente al tono inquisitorio con cui mi si chiedeva di confessare di aver rimosso il crocifisso, assumendomi solo la responsabilità di aver omesso l’affissione, e di aver sconsigliato (solo verbalmente) altri a farlo. Conosco bene le vicende (e gli insuccessi) dei vari Tosti, Coppoli e Lautsi. Ho solamente chiesto di non appendere un simbolo confessionale.
Una cosa che ho imparato da questa vicenda è che il simbolo della croce, valenze religiose a parte, è a volte un pretesto per permettere a fascisti frustrati e xenofobi di far sentire a disagio gli alunni stranieri, non credenti o di un’altra religione. Ma questa è solo un’impressione personale. Se prima la croce in aula era soltanto una questione di principio, ora è per me una questione di coscienza professionale. Ora ancor più di prima sento che il simbolo è inopportuno: non solo perché privilegia una religione, ma perché si presta a diventare il simbolo della “cultura italiana”, unica, imposta a chi ha una “cultura diversa” come simbolo di superiorità. Il che, soprattutto a scuola, non è bello.
E poi i fanatici dogmatici saremmo noi…
Questi crocifissomani agiscono da criminali, anche se non ci sono articoli del codice penale per condannarli.
Per favore, facciamo qualcosa: http://firmiamo.it/togliamoilcrocefissodailuoghipubblici#signatures
Ok, fatto. Però c’è anche:
http://www.change.org/it/petizioni/deputati-e-senatori-aboliamo-il-concordato 😉
Storia incredibile! Grazie per averla condivisa. L’ispettrice andrebbe denunciata per mobbing.
Infatti: quella gentaglia si fa forte delle minacce, ma se li prendi in contropiede e sei tu a denunciarli, abbassano subito le penne.
ma chi se ne frega se sono a disagio ,che tornino da dove sono venuti e tu seguili
Data la gravità della cosa e, addirittura, ad un ricovero ospedaliero (quindi anche una documentazione sanitaria del ricovero) si dovrebbe dare pubblicità all’accaduto. Anche per una cautela verso la professoressa C alla quale va tutta la mia stima.
Vicenda assurda e raccapricciante. Spero che abbia il dovuto risalto nella stampa anche al di fuori da questo sito.
(Avrei voluto essere lì per poter dire all’ispettrice “io sono credente ma non voglio l’affissione del crocifisso”).
Lo stai dicendo qui intanto, lo apprezzo
Mi piacerebbe che, partendo dalla base, si aprisse un dibattito pubblico tra i cattolici per dire chiaramente cose del genere.
E magari metterle ai voti.
Metterle ai voti?
Ma se non possono nemmeno votare per sostenere il parroco gradito o per rimuoverne uno pedofilo.
O perlomeno anche se votano non conta nulla, vista l’impostazione gerarchico-piramidale che hanno.
Se c’eri tu John, avresti comprato la benzina per cospargere gli “eretici” e avresti pregato per avere l’onore di accendere tu stesso il fiammifero per dargli fuoco. 😆
Per me “eretica” era quell’ispettrice. Eretica rispetto alla mia idea di libertà individuale assoluta.
Ho i miei dubbi.
Io no.
(per tutti: il commento di Frank mi ha lasciato un po’ perplesso… mi spiegate dove sono stato poco chiaro nell’esprimere il mio pensiero?)
@John
Bon, per me eri chiaro 😉
John
Solo Frank ti può rispondere in modo certo… io posso solo ipotizzare che Frank, forse, non crede nella tua buona fede, nella tua onestà intellettiva, il problema non sarebbe quindi nella chiarezza dell’esposizione. Comunque, ripeto, questa è solo una mia ipotesi.
(sono io quello della storia) non escludo la possibilità di rivolgermi al sindacato, ma più per un consiglio veramente, visto che non sono una persona litigiosa e non mi vado a impegolare in casini per simili inezie.
Tuttavia, per quanto riguarda la conoscenza e la condivisione della storia, mi piacerebbe invece andare fino in fondo. Ho inviato una richiesta a tutti gli uffici competente per prendere visione delle “deposizioni” e delle relazioni che non mi sono state mostrate. Purtroppo, dato il periodo di ferie generali, nessuno mi ha ancora risposto.
Continuerò a provare, per soddisfare la mia curiosità e quella di chi ha letto questa singolare vicenda 🙂
Grazie per aver tenuto accesa la candelina della laicità in quell’uragano nero di bigottismo.
Spero che la collega C stia bene.
Urca, m’era sfuggito il commento. Tutta la mia solidarietà. Mi raccomando, aggiornaci.
Grazie per la testimonianza, per la compostezza e la fermezza dimostrate.
Sarà sicuramente utile accedere alle “deposizioni”, per capire se anche negli atti scritti arrivano ai livelli delle dichiarazioni e dei metodi che usano verbalmente.
Tienici informati!
Grazie per l’impegno e complimenti per i nervi saldi; davanti alle ingiurie e alle provocazioni descritte io non sarei riuscito a controllare la mia reazione.
Tutta la mia solidarietà,
massimo
🙂
Come detto in altre occasioni, ci sarà sempre qualcuno pronto a raccogliere il testimone.
Grazie kundalini444: con questa vicenda dài la sensazione di una continuità e perseveranza che, si può immaginare e prevedere, alla lunga porteranno a buon fine.
Grazie, kundalini444 🙂
“Una cosa che ho imparato da questa vicenda è che il simbolo della croce, valenze religiose a parte, è a volte un pretesto per permettere a fascisti frustrati e xenofobi di far sentire a disagio gli alunni stranieri, non credenti o di un’altra religione. Ma questa è solo un’impressione personale.”
Che condivido in pieno. Complimenti per il sangue freddo.
Un’altra cosa, ma il collega che ha raccolto firme di studenti a sostegno della propria opinione, non è sanzionabile? Dopo tutto la faccenda avrebbe dovuto restare tra docenti, senza coinvolgere studenti (sotto esame).
Tra l’altro, tenendo conto del soggetto, non sono del tutto sicuro che il parere degli studenti fosse proprio libero.
appunto, mi sembra abuso di autorità, specialmente perché in un momento “delicato” come l’esame.
@Sandra
Già.
Hai tutta la mia solidarietà insieme alla collega C, non lasciar perdere, vai avanti, io avrei tolto anche quell’insulso foglietto che fu appeso.
A te ti fanno santo :D, io per come sono fatto, una serie di bestemmie e qualche spintone (minimo sindacale) partivano. Quanto al rispetto per l’autorità di cui parlavi nel caso dell’ispettrice, sono agnostico anche in questo caso.
Grazie per aver condiviso questa storia. Riterrei opportuno, se l’autore lo consente, di condividere i nomi, o quantomeno le caselle email pubbliche, delle persone coinvolte, così che si possa mandare qualche messaggio di protesta.
Vorrei sottolineare gli aspetti positivi, che rendono il bicchiere “mezzo pieno”, piuttosto che mezzo vuoto, e che per fortuna esistono, eccome:
1) qualcuno aveva già rimosso il crocifisso nel cassetto, presumibilmente proprio in vista degli esami.
2) davanti all’ispettrice, tutti meno M erano solidali.
3) C, giustamente indignata, ha scritto e protocollato una lettera.
4) l’ispettrice non è stata capace di fare alcun riferimento ad alcuna legge che imponga il crocifisso.
5) il nostro autore protagonista del fatto si è comportato in modo tanto fermo quanto ineccepibile. Persino quando provocato.
perché non esiste 🙂
la normativa fascista infatti è decaduta
il crocifisso viene affisso solo per direttive amministrative, ossia indicazioni del ministro di turno
basterebbe un ministro un minimo laico che semplicemente scriva su una circolare che non vi è più alcuna indicazione ministeriale per affiggere i crocifissi (il passo successivo sarebbe dare indicazioni per non affiggere materiale propagandistico e indottrinante di alcun tipo)
Nobody expects the spanish inquisition
😀
Buongiorno a tutti.
Ripetoin sintesi quanto ho già postato nel thread sul ramadan:
se si impone il crocifisso in classe per rispetto delle minoranze religiose io esigo in ogni classe anche un totem alto dieci metri per i seguaci di Manitù.
Ehehe qualcosa del genere me l’hanno proposto.
Mi hanno detto “se vuoi puoi mettere anche tu il simbolo della tua religione”.
La prossima volta che provano a prendere questa strada giuro che mi diverto:
1) sono GIAINISTA e il simbolo più sacro del giainismo, da millenni incarnazione della totale non-violenza e del rispetto per ogni genere di vita è una SVASTICA
2) sono SATANISTA e voglio affiggere il pentacolo capovolto con il viso del caprone Bafometto
3) adoro l’ANTICRISTO e voglio affiggere un crocifisso a testa in giù (il che fra l’altro rispetterebbe in pieno anche la circolare fascista del ’26, visto che non precisa in che modo debba essere appeso il crocifisso)
4) sono COMUNISTA e voglio affiggere la bandiera rossa con falce e martello
5) appartengo alla IGLESIA DE MARADONA (esiste veramente, in Argentina) e voglio mettere il ritratto di Diego Armando Maradona (questo secondo me non solo me lo fanno fare, ma guadagno pure proseliti)
6) io sono un seguace del dio priapo. penso si capisca cosa voglio appeso appeso sul muro…..e probabilmente sarebbe una suppellettile molto più apprezata e venerata dagli studenti del cocifisso….
@nightshade90
avrebbe anche una utilità pratica: appendiabiti 🙂
la strada più efficace sarebbe dichiararsi pastafariani
la carta del pastafarianesimo ha sconfitto le pretese dell’insegnamento del creazionismo
e con il sorriso 🙂
Già. Pretendere di mantenere lo scolapasta in testa durante gli esami, così come quel professore col crocifisso al collo che in Turchia non poteva portare, sarebbe interessante!
“non c’è tempo per queste sciocchezze ideologiche”: appunto! da sottolineare che le sciocchezze ideologiche sono quelle clericali, ma come al solito rigirano la frittata; episodio ordinario ma sempre inaudito 🙁
e poi l’argomento “loro, nel loro paese…” è il più risibile: noi laici italiani non lo vogliamo, questo simbolo religioso e nessun altro ,punto!
“loro, nel loro paese…”
Nell’aula c’erano due mussulmani e un testimone di Geova.
Anche ammesso e non concesso che i due mussulmani non fossero italiani e che tale argomento fosse valido (ma ovviamente non lo era), il testimone di Geova, probabilmente, italiano lo era…
Cioè… per l’ispettrice, quella del protagonista di questa obbrobriosa vicenda sarebbe una battaglia ideologica. Quella del prof. M, invece, no, vero? Ah, la coerenza.
dice che non è compito dei commissari d’esame porsi queste questioni: noi dobbiamo fare il nostro dovere di mandare avanti l’esame e basta.
Io non sono d’accordo, il compito dell’esaminatore per me è anche accertarsi che i candidati (e i commissari stessi !) non siano a disagio.
Ci è anche stato detto che noi commissari esterni “siamo ospiti”, il vicepreside R (nel suo stile) ha detto che “io quando vengo a casa tua mica ti dico cosa deve stare appeso e cosa no”.
Gli abbiamo fatto notare che la scuola non è casa sua, bensì pubblica e quindi di tutti, ma credo che nella sua concezione feudale del “questo è il mio compito e qui comando io” il concetto di scuola pubblica sia molto distorto.
Concordo in pieno.
Che pochezza, certa gente.
da vecchia (mica tanto:) presidente confermo che le stanze in cui si svolgono gli esami nel periodo in cui gli esami si svolgono sono, come le ambasciate, zona extra territoriale, uno spazio neutro su cui nemmeno il preside ha legittimamente potere (ok, se crolla il soffitto le cose poi prendono una piega diversa…)
secondo me chiedere “di che religione sei” in quel contesto è una violazione dei diritti umani. Niente causone?
chiedere “di che religione sei” è un abuso, come lo è chiedere nei colloqui di lavoro l’opinione politica o filosofica, o le preferenze sessuali o notizie sulla vita privata.
Infatti a questa domanda non ho risposto.
Violazione dei diritti umani per me ha un altro significato: torture, detenzioni irregolari, violenza fisica e psicologica, etc.
Non esageriamo: non si fa causa per così poco. Per così poco si denuncia la cosa all’opinione pubblica e gli si fa fare la figura che meritano 😉
@kundalini
Visto che è stato sollevato il dubbio, più giù, il nome dell’istituto è stato omesso appositamente?
Anche a me quel “di che religione sei” sembra un abuso. Non so se abbia a che fare coi diritti umani, ma mi pare comunque che qualche legge la infranga: ci fanno una testa così sul fatto che i nostri dati sensibili sono per legge coperti da riservatezza, tanto che se dobbiamo renderli noti a qualcuno dobbiamo autorizzarlo per iscritto! Come può qualcuno pretendere di farti una domanda del genere?
Complimenti per la fermezza, hai tutta la mia ammirazione. E, quanto alla tua collega sfortunata, girale i nostri auguri e facci sapere come sta.
@kundalini444
“Se prima la croce in aula era soltanto una questione di principio, ora è per me una questione di coscienza professionale. Ora ancor più di prima sento che il simbolo è inopportuno: non solo perché privilegia una religione, ma perché si presta a diventare il simbolo della “cultura italiana”, unica, imposta a chi ha una “cultura diversa” come simbolo di superiorità. Il che, soprattutto a scuola, non è bello.”
Da sostenitore convinto della non esposizione del crocifisso in luoghi pubblici, non avevo mai preso in considerazione questo aspetto. Da insegnante in pensione tutto il mio apprezzamento.
Un grazie di cuore.
Assurdo. Mettetela come volete ma l’arroganza della gente religiosa è sempre, se va bene, appena un gradino più in basso del fanatismo. Basta toccargli qualcosa e creano l’inferno.
Questa ispettrice mi ricorda tremendamente Dolores Umbridge ( http://it.wikipedia.org/wiki/Dolores_Umbridge ), personaggio dei libri di Harry Potter, in cui aveva il ruolo di Inquisitore Supremo di Hogwarts (la scuola di magia). Per dire a volte anche i libri per ragazzini, forse anche commerciali, qualcosa te la fanno capire.
Episodio davvero spiacevole, in definitiva.
A me ha ricordato la direttrice scolastica nella Vita è bella di Benigni, che in attesa dell’ispettore scolastico da Roma enuncia ai bambini la superiorità della razza italica, davanti alla scritta “libro e moschetto fascista perfetto”. cavoli c’è gente che ha ancora bisogno di un simbolo per assicurare se stessi di valere più degli altri.
E’ vero ora che mi ci fai pensare.
Mi è sfuggito o manca il nome della scuola …?
Manca, vero. Non starai pensando mica…? No, vero?
Però, visto che kundalini 444 è il diretto interessato, chiediamo a lui se è una mancanza o una scelta.
Manca il nome della scuola e quello dei protagonisti.
E’ una scelta. Ma non perchè debbano restare segreti, solo perchè è la scelta che lascia aperte le maggiori possibilità.
Infatti si fa sempre in tempo a fare tutti i nomi…
… funziona un po’ come il battesimo: una volta fatto non si può più revocare, per la chiesa è eterno e indelebile. Mentre invece scegliere di non battezzare lascia aperte tutte le porte 🙂
potendosi mettere in una posizione di vantaggio, perchè non farlo?
@kundalini
Oh, ma si era capito che era un anonimato tattico/cautelativo (e direi che è normale, all’inizio di una vicenda) Non so Engy, però…
Ma come fa una persona sana di mente leggendo un articolo, dove viene raccontato un episodio reale e dove per mantenere l’anonimato delle persone coinvolte si utilizzano delle lettere, di trovare il nome della scuola?
Engy, parlavo di te, sei proprio stupida.
Ti dispiacerebbe manifestare il motivo per cui senti e rilevi tale mancanza?
Simmaco avrà la sua rivincita! (Già vedo le sue ossa che sorridono!)
ambrogio, hai chiuso, vecchio furfante…
Diocleziano. Condivido appieno; ma aggiungiamoci una pernacchia a Prudenzio che ha il coraggio di scrivere il suo libellaccio solo dopo la morte di Simmaco e solo dopo il Frigido…
Non per caso si chiamava Prudenzio!
Che storia assurda…
Vedo però una luce in fondo al tunnel: professori come i protagonisti di questa vicenda (chi scrive e C, e personalmente ci metto anche la maestra di mia figlia che, non potendo togliere il crocifisso, ha deciso di metterci una pianta davanti per aggirare l’imposizione non scritta) mi fanno sperare in un cambiamento anche se lento.
Se penso, invece, che c’è certa gente a contribuire all’educazione dei nostri figli…
Continuano a comportarsi come bambini di cinque anni. Se non cedi alle loro imposizioni esasperano i toni per un non nulla, fanno un baccano del diavolo, ti urlano addosso: “sei brutto e cattivo, è colpa tua!”.
Il problema è che queste persone non hanno cinque anni e tal volta riescono anche a creare più danni di quanti non credessi.
Un’altra cosa che ritengo infantile è il dire “loro lo fanno con me quindi io lo faccio con loro” (“non ci fanno costruire le chiese quindi blablabla”): l’esatto contrario del loro tanto caro “ama il prossimo tuo come te stesso”.
questo è l’ulteriore esempio di come questo simbolo abbia ormai assunto solo un valore di prevaricazione, da attuare su chiunque abbia orientamenti culturali o filosofici diversi da quelli che generano la protervia dell’italico medio.
Dall’accanimento manifestato in questo episodio, però, ho colto un altro aspetto, forse ancora più inquietante. il crocifisso è il feticcio su cui si concentra tutta la superstizione nostrana: chi lo ha toccato o ha agito contro l’amuleto, ha contestualmente offeso i demoni che proteggono i nostri luoghi. Da qui la solerzia dei suoi scherani per lavare l’offesa subita, cercando di trovare il capro espiatorio su cui demoni possano concentrare la loro ira, raccogliendo manifestazioni indignazione per l’offesa al feticcio, appendendo preghiere di scuse.
Tali considerazioni portano a concludere che questo simbolo è del tutto incompatibile con i luoghi preposti all’educazione dei ragazzi.
Condivido l’analisi di Filosofo… purtroppo, mi vien da aggiungere 🙁
Casi come questo vanno oltre l’intolleranza e il fondamentalismo, sono espressione di un attaccamento cieco ed acritico al simbolo. Perfino il significato “ufficiale” del simbolo stesso passa in secondo piano, non e’ importante e non e’ nemmeno funzionale; l’unica cosa che conta e’ che qualcuno ha attirato la jella, l’ira dei numi, e la cosa va in qualche modo sanata.
E’ wannamarchismo nella sua forma peggiore.
i nomi, non le iniziali o quanto meno il nome dell’istituto
s p u t t a n a r l i è l’arma migliore
Hai ragione, ma è una scelta strategica: se lo facessi ora, potrei trovare difficoltà a ottenere di prendere visione delle relazioni, che sto ancora aspettando di poter leggere.
Dopo averle lette non ci saranno più riserve (almeno da parte mia) a fare tutti i nomi.
Spiegaglielo a Engy 🙂
sono stato a lungo contrario ai crocifissi nelle scuole ma mi sono reso conto che vedermelo appeso davanti ogni giorno di lezione mi ha aiutato a ricordare chi in Italia abusa del diritto nel nome di farneticanti storielle di un dio commestibile.
da studente, avrei preteso di poter dichiarare per iscritto il mio turbamento per la mancata affissione dell’immagine di Belèn Rodríguez.
beh, un poster di una ultima cena elegante avrebbe fatto furore… 🙂
Uno degli aspetti (teoricamente) sconcertanti della cosa, è l’atteggiamento di aggressività/ripicca/odio di “chi” voleva il crocifisso appeso, verso chi non lo voleva appeso. Atteggiamento decisamente molto “cristiano”!!!
Cristo stesso ha dimostrato di avere al riguardo dei rapporti tra Chiesa e Stato idee molto più chiare dell’ispettrice scolastica “de qua” quando disse “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”.
A ciò si può aggiungere la frase di Cavour “Libera Chiesa in libero Stato” che oggi si dovrebbe aggiornare in “Libere Chiese in libero Stato”.
Ulteriore considerazione: invece di cambiare la Costituzione bisognerebbe cominciare ad applicarla (anche se la Costituzione una grossa pecca ce l’ha: ha recepito il Concordato firmato da Mussolini che svendeva alla Chiesa i diritti indisponibili dello Stato laico e dei cittadini)
@ Dan Gurney
http://www.change.org/it/petizioni/deputati-e-senatori-aboliamo-il-concordato
sono solo una capra ignorante, ma talvolta mi chiedo in che modo si possa giungere a conseguire lauree, ad essere preposti all’insegnamento ed infine ad incarichi di alta responsabilità morale come quello di commissario di esame, vicepreside e ispettore (del provveditorato agli studi?) con tali lacune di educazione civica.
“in certi paesi non ci consentono di portare il crocefisso al collo, quindi, qui in Italia, dove siamo tutti cristiani, gli immigrati debbono solo tacere” è un argomentazione che reputo offensiva per la dignità di un ultrà leghista, figuriamoci per “gente di cultura”.
se anche a certi soggetti è affidata l’istruzione dei giovani italiani, mi spiego meglio la miseria culturale del nostro disgraziato paese.
Per rispondere ai tuoi dubbi circa il “come si possa giungere a…”:
Non ne sono sicuro al 100%, ma l’autore dell’affermazione da te citata (il vicepreside R) a quel che ho capito è professore di educazione fisica, quindi potrebbe anche non avere una laurea.
Mentre invece l’ispettrice (che durante l’ispezione ha detto di svolgere GRATIS il proprio lavoro) sempre se non ho capito male, è la moglie dell’ex-provveditore (ora in pensione)
Tragica e disgustosa normalità italiana.
scusa l’ignoranza….
è ammesso svolgere una funzione della pubblica amministrazione (ispettore) come volontario non retribuito?
e che sia competente a svolgere tale incarico è dimostrato da…?
un professore di educazione fisica, se non ha studi che possano avergli permesso di sviluppare adeguatamente il senso civico di cui una scuola pubblica dovrebbe essere dispensatrice presso gli alunni che la frequentano (o almeno io immagino, forse ingenuamente, che anche questo dovrebbe essere tra i compiti di una scuola), dovrebbe limitarsi a far fare le flessioni ai suoi allievi negli orari a ciò riservati, tacendo il più possibile per evitare di far danni.
opinione molto personale e, mi rendo conto, discutibile.
@manimal
Di solito, determinati incarichi si ottengono dopo aver superato un concorso. Un/a preside può nominare un/a coordinatore o responsabile, ma si limita alle questioni tecniche. L’incarico di ispettore dovrebbe rientrare nella categoria degli incarichi assegnati per concorso. Quindi, per rispondere alla tua domanda, no, non è lecito.
complimenti al commissario per aver tenuto duro e solidarietà per la sua collega mobbizzata indegnamente. Per il resto no comment, ma con sto caldo mi girano come le pale di un ventilatore
Lancio un’idea per gli insegnanti laici e per i genitori atei che la volessero accogliere:
FAR CONOSCERE IL PASTAFARIANESIMO AGLI STUDENTI ! 😀
Così magari ci penseranno anche un po’ di studenti a… 😉 😀
sono ateo ex comunista marxista , condivido l’uaar , ma gli stranieri islamici sono un pericolo più grande dei cristiani cattolici , quindi è necessariodi fronte ad un pericolo maggiore per la nostra cultura e sopravvivenza , fare causa comune con i cristiani ,vi ricordo che nel corano che ho studiato a fondo ,||| c’è un versetto che impone ai muslim l’uccisione degli atei||| , quindi è giocoforza per impedire la diffusione dell’islam , allearsi con i cristiani , quindi vanno lasciati i simboli cristiani nelle scuole e in tutti gli edifici pubblici .con i cristiani si puo dialogare e ironizare anche sfotterli , ma con gli islamici non c’è nessun dialogo possibile .c’è la pena di morte per gli atei o per chi non crede a maomett e allah , ricordatevelo prima di sottovalutare il problema
ed in che modo lasciare i crocifissi negli edifici pubblici impedirebbe ai musulmani di adempiere al sanguinoso versetto coranico?
I candidati islamici non solo sono stati mediamente più preparati e hanno preso voti più alti di quelli cristiani, ma non hanno tentato di uccidermi.
I fondamentalisti esistono in tutte le religioni, come esistono i moderati. E’ la laicità che permette la coesistenza di diverse filosofie e credenze, non le crociate.
Caro Fra
1) Bisogna far la differenza fra islamici e persone di cultura mussulmana . Ho nella mia parentela persone che vengono da questa cultura ma che non frequentano ne moschea ne fanno Ramadan . La mia nipotina che è nata in Italia cresce senza religione benche ambedue genitori siano nati in Marocco ! Dunque occorre smettere di fare l’ amalgama .
2) Fare fronte con i cristiani significa preparare le guerre di religione del futuro . La sola valida risposta è la laicita applicata sia a scuola che nella vita pubblica perchè la religione è e deve rimanere un fatto privato .
Te lo dico uno nato e cresciuto in Francia….
fra
La tua tesi è di una ingenuità cosmica: per gli atei fare causa comune
con la chiesa vuol dire semplicemente azzerare l’ateismo.
L’unica via è quella di trattare le religioni alla pari: non concedere
privilegi a nessuno; nessun ostacolo e nessun incentivo, perché
tutto ciò che si concede a uno poi lo vorrà anche l’altro.
E siamo ancora ben lontani, come stato, dall’aver cominciato.
@ fra
Più di un anno fa ho conosciuto una simpatica famiglia di islamici (piuttosto occidentalizzati) residenti in Italia e abbiamo fatto amicizia. Quando ho detto loro che sono ateo non mi hanno ucciso, anzi mi sono rimasti amici; addirittura, nei loro discorsi con me hanno tolto i loro intercalari “Speriamo in Dio”, “Grazie a Dio”, ecc.
Poi, certo, non è con un caso singolo che si fanno le statistiche…
Per fortuna che almeno sei ex-marxista, perché la tua tesi è ingenua.
Anche Sandro Bondi era comunista …
Anche Daniele Capezzone era capo del partito radicale…
Etc etc
Dare più privilegi alla religione cattolica in quanto maggiormente rappresentata significa solo che nel momento in cui l’islam sarà maggiormente rappresentato, non ci sarà niente che impedirà l’applicazione della sharia.
Dire che uno stato è laico e, quindi, nessuna religione deve rompere significa che nessuna religione deve rompere e punto.
Non è che l’inquisizione cattolica va bene perché la sharia è peggio.
Intelligentissimo @Frank/Francesco,
siccome non sono una credulona, mi piace avere qualche prova, qualche altra fonte, prima di giudicare un episodio.
Strano che su Internet nessun altro abbia sentito la necessità di kundalini444 (che ringrazio per la risposta intanto) di rendere pubblica la cosa.
E se nei prossimi giorni continuerò a non vederne traccia, mi chiederò sempre più se questa storia e, se anche fosse, a cosa serva raccontare una storia così: per stare fra gli amichetti (che immediatamente hanno creduto) a crogiolarsi nei loro applausi?
… se questa storia è vera, intendevo ovviamente.
veramente prima di rendere pubblica questa storia ho scritto una email allo sportello soslaicita dell’uaar per chiedere consiglio su come comportarmi.
Solo in seguito, a esame finito, mi hanno chiesto di pubblicarla perchè reputata interessante per i temi trattati su questo blog.
La storia è vera quanto lo è la mia testimonianza, che è di parte ovviamente; chiunque ne sia stato protagonista è libero di scrivere la sua versione dei fatti, può anche darsi che l’altra parte preferisca tacere perchè non gli interessa, perchè pensa di aver fatto brutta figura, o semplicemente perchè non frequenta questi blog.
Tuttavia, come detto, è da un mese che aspetto di poter prendere visione delle relazioni dei miei superiori, documenti ufficiali quindi, per poter soddisfare la mia e la vostra curiosità e leggere come la storia è stata raccontata da loro.
Non mi aspettavo che fosse così difficile accedere a tali documenti, ma comunque farò tutto il possibile per leggerli.
E ve ne riferirò il contenuto.
@Engy
Ma certo, cara… kundalini444 e la redazione sono in combutta e questa è solo una macchinazione. E dovevano aspettare proprio una sessione di esami di maturità per farla, con commissari esterni, certo.
Vedi, non si tratta di credere immediatamente. Con tre insegnanti in famiglia, di porcate simili ne ho sentite a iosa (non tutte sul tema in questione ovvio).
E, dimmi, oltre a chi ha subito la prevaricazione, chi doveva scrivere? Il prof crociato? Il vicepreside paladino? O la fervida ispettrice?
A cosa serve raccontare una storia così? Semplice, a mostrare quanto il bigottismo e l’integralismo (si, tesoro mio, ti piaccia o meno) possano portare la gente a comportarsi nel peggior dei modi.
Vai così, Engy.
Eh, certo che Engy è una che fa la difficile nel credere alle storie. Si sa.
Eppure credi senza problemi che una donna rimanga vergine durante l’atto del parto.
bho.
secondo te chi ha la coscienza sporca in questa storia?
chi ritieni avrebbe meno interesse a divulgare i fatti?
Ah, è vero, Engy: tu non sei una credulona, sei una ” credente”.
Di quello che ti dicono vuoi le prove, ci mancherebbe…
Non intelliggentissima Engy.
Io ti volevo solo far notare che chi ha scritto la storia, volendo rimanere anonimo lui e far rimanere anonimi gli altri protagonisti, sarebbe stato un deficiente (ora che ci penso tu probabilmente l’avresti fatto) se poi avesse rivelato il nome della scuola dove è accuduto il fatto.
Se poi credi che all’Uaar pubblichino un fatto mandato da un simpatizzante dell’associazione senza fare prima dei controlli, significa effettivamente che non sei una credulona ma una malpensante.
Scusate: Intelligentissima.
Ciao Frank,
vedi? sto usando il mitico tasto “rispondi”! Sei contento?
Intanto ti avviso che sto raccogliendo tutte le offese che indirizzi a me, ringraziandoti dell’appellativo di “deficiente” che ora mi dai (dopo avermi dato della “stupida”).
Dimostri tutta la tua superiore intelligenza dandomi una risposta scontata dunque banale: è evidente che NON si fanno nomi quando si vuol rimanere anonimi!!
La mia domanda iniziale, domanda un po’ provocatoria e al tempo stesso retorica – vale a dire “Mi è sfuggito o manca il nome della scuola?” – voleva essere, a livello di significato sottinteso (solitamente facilmente intuibile …), una richiesta di spiegazione sulla scelta dell’anonimato, non riuscendo ad intravedere alcuna utilità in un tipo di denuncia come quella fatta, se tutto rimane nel vago e nell’anonimato appunto.
Non so se ora hai capito, se vuoi te lo rispiego.
@Engy
Retorica un paio di p.alle.
Cos’è che scrivevi dopo? Ah, si:
poi:
e ancora:
Neanche i corner ti riescono bene, Engy.
@Engy
Ah, mai visti i nomi appuntati negli articoli di giornale? Che senso ha scrivere quegli articoli? Vero?
Per Engy.
L’utilizzo corretto, come ti è già stato spiegato, del tasto rispondi serve ad impostare correttamente una conversazione, tra due o più utenti, non è un favore che fai a me ma a te stessa usarlo correttamente (sempre se tu ne sia capace).
Non sai quello che dici e capisci ancora meno quando qualcuno cerca di spiegarti come stanno le cose. Non bastasse ciò, come ti ha spiegato Gmd85, cerchi pure di ritrattare quello che hai detto in modo assolutamente patetico.
P.S.
Io non ti insulto, ti descrivo per quello che sei.
mammamia che complotto.
vera o non vera ho capito da che parte saresti stata in una situazione simile.
complimenti.
continui così, che di pensiero inutile se ne sentiva la mancanza.
@Engy
Allora, potevi evitare di montare su un caso, come al tuo solito. Altro che legittime domande.
Bla, bla, bla…
Un po’ come quella che insorge per difendere la controparte, salvo poi ritirare il braccino. Ipocrita.
Cancella i cookie e svuota la cache se scrivi da due postazioni diverse.
E, comunque:
moderazioneblog@uaar.it
E, comunque:
moderazioneblog @ uaar. it
Toh, quello il commento con il link attivo non è apparso. Complotto!!!
@Engy
Ah, visto che l’altro commento è in attesa (toh), qualsiasi chiarimento sui commenti lo puoi chiedere scrivendo all’indirizzo e-mail apposito. Lo trovi nel regolamento.
@Engy
Ma certo, cara, come no. Un po’ come quella che difende la controparte a spada tratta. Eh, la coerenza.
Quanto alle domande legittime, ti ho risposto più su.
Si, si, la conosciamo l’antifona.
se no lo chiedo alla redazione: avete controllato?
Gesù: Per una volta che avevo fatto un vero miracolo, facendomi scomparire dal muro e riapparire dentro un cassetto, per godermi un po’ frescura durante questa torrida estate e sti stronzi mi hanno prelevato di forza e riappicciato al muro sotto l’arsura.
Giuda: Cosa ci vuoi fare è la vita, comunque io adesso ti do un bacio, ti saluto e vado al mare.
Gesù: Traditore!
🙂
E’ davvero incredibile come nel 2013 avvengano ancora episodi così odiosi. Io stesso nel 2001, fui redarguito insieme ad altri degenti,da una suora nell’ospedale oftalmico dov’ero ricoverato,perchè non ero andato alla messa domenicale nella cappella dell’ospedale.Quaesto di Caserta è sicuramente un episodio molto grave, sul quale spero che ci sia qualche seria inchiesta e che i colpevoli(il “prof.”M. e l’ispettrice)vengano severamente puniti. Sono un ex dipendente del MIUR e posso testimoniare come tra molti alti funzionari,dirigenti e ispettori alberghi conformismo,bigottismo e scarsa conoscenza giuridica
Cara la suorina… è più importante accertarsi che i degenti vadano a messa, non che siano seguiti e curati. -_-
E se i seguaci del culto di Priapo volessero l’esposizione del simbolo che rappresenta il loro nume?
Torquemada revenge – il nuovo millennio
solo nei migliori cinema
Complimenti! C’è bisogno di prese di posizione così.
In vista dei futuri esami, suggerisco ai commissari esterni di portarsi dietro una bella gigantografia da affiggersi in caso d’emergenza: http://media.battlestarwiki.org/images/archive/8/8b/20091115024122%21Battlestar_Galactica_Last_Supper.jpg
gmd85
” …. A cosa serve raccontare una storia così? Semplice, a mostrare quanto il bigottismo e l’integralismo (si, tesoro mio, ti piaccia o meno) possano portare la gente a comportarsi nel peggior dei modi.
Vai così, Engy”
Certo, appunto. E ribadisco che il bigottismo e l’integralismo non sono un’esclusiva di qualche categoria in particolare, dei credenti piuttosto che degli atei.
Per incidere veramente però bisogna avere un po’ più di coraggio e di carattere.
Non pertinente con la discussione e irrilevante.
Come sopra.
Sempre meglio, Engy.
“Certo, appunto. E ribadisco che il bigottismo e l’integralismo non sono un’esclusiva di qualche categoria in particolare, dei credenti piuttosto che degli atei.”
Ripetere all’infinito una balla non la renderà mai vera.
Quando mi operai di vaginoplastica al Santa Corona di Pietra Ligure, tre anni fa, di fianco al crocifisso misi una foto incorniciata formato 20×30 cm della mia cantante gothic-metal preferita (Vibeke Stene) agghindata in un sontuoso abito rinascimentale total-black.
Manco a dirlo, era la foto dove la scollatura e la matita nera che accentuava lo sguardo diabolico erano più evidenti.
Sette giorni dopo, quando venne la consigliera spirituale (anziana bacucca, per altro) per chiedermi se avevo bisogno di confidarmi, le dissi di no e le feci vedere il ritratto.
Stranamente, se ne andò subito, senza profferire ulteriore parola 😀
Dovessi finire in degenza, ci metterei la foto dei Turisas. Sai che colpo 😆
gmd85
nella tua risposta di oggi alle 11:41, cosa pensi di aver dimostrato di diverso da quel che ho detto io e che tu ti sei preso la briga di riscrivere???
Così come in quella delle 11:35?
E ancora: NON ti stupisci (così come si converrebbe a un bravo ometto laico) della bannazione o della messa in moderazione dei miei commenti nonostante l’assenza di offese, anzi, ti pare normale e giusto, a giudicare almeno dal tono del tuo commento.
Questo dice tutto…
Il lamento in pubblico viola il punto 5, l’uso di più nick viola il punto 3, l’uso di più email viola il punto 2, i commenti off-topic violano il punto 4. Il trollaggio continuiamo ad ammetterlo, nonostante i tanti inviti a fare un taglio. Al momento non sappiamo invece bene come valutare il presentarsi come di sesso femminile e l’usare una email maschile.
l’email maschile è dovuta al fatto che non vivo da sola e il pc è intestato a lui.
Ma questo lo sapevate o lo avevate intuito, di sicuro non sono l’unica, vero?
P.S. Per il resto, lo ammetto, quando venivo bannata ho provato a “farcela” lo stesso, inventandomi nomi e email stravaganti, senza successo devo dire.
E con ciò, chiudo.
Ecco, vuoi che non vengano dubbi?
I computer non si intestano. 😆 Nessuno ti vieta ti usare la tua mail sul suo computer, geniaccio. Non è che perché è suo devi suarlo con la sua mail. Le uniche cose che rimangono fisse sono IP e ID e dipendono rispettivamente da provider e da router.
Sempre che…
E chi ci crede? Sempre troppo tardi, comunque.
”…E con ciò, chiudo…”
No, dài che ci ripensi! 😉
@ Diocleziano
ahah sei malefico. Chi sa chi sara’ quel “lui” a cui e’ intestato il computer che usa Engy per scrivere i suoi interessantissimi interventi.
@Engy
Cara, non puoi prima scrivere che non credi a una news e poi dire che la tua domanda era retorica. Semplice.
No, non mi stupisco dei ban e della mod quando sono motivati. E ti rimando alla riposta dell’admin.
Da quando essere laici (cosa che può essere anche un credente) significa indignarsi per tutto? Guarda che così non vai meglio, sai.
@caralamialacrimosa
Come puoi ben vedere dai miei commenti ripetuti, i controlli avvengono per tutti. Uff.
@E.ngy
Cosa ho dimostrato? Che prendi per i fondelli.
Quanto alle tue lamentele, no, non mi stupisco e ti rimando alla risposta dell’a.dmin.
Ah, le solite frecciatine non servono 😉
Hai tutta la mia solidarietà insieme alla collega C, non lasciar perdere, vai avanti, io avrei tolto anche quell’insulso foglietto che fu appeso.
Spero che i nomi di questi personaggi (ai quali mi piacerebbe mettere le mani addosso!) vengano fatti al più presto. Solo scrivendo le cose per quelle che sono, senza peli sulla lingua e lettere puntate, si può contribuire, col tempo, a cambiare le cose.
gmd85
ho mai detto di essere un genio?
ho detto di essere ignorante una volta, e lo sono ANCHE in tema di web; infatti quel che mi dicevi “cancella di là, togli di qua” … non c’ho capito niente.
Ero retorico, cara.
Visto che non l’hai chiusa? -_-
gmd85
Io ho solo detto “e con ciò chiudo”, che non significa necessariamente un addio al sito, ma semplicemente la conclusione di un argomento.
Come sotto.
Ripensandoci, mi è venuta una curiosità tremenda, ma, non essendo insegnante, sono anche ignorante in materia di procedure scolastiche.
Un’ispettore, come in questo caso un’ispettrice, da chi e come viene chiamato? Come funziona la procedura? Il presidente della commissione N non ne sapeva nulla e non era nemmeno stato avvisato. Ma mi chiedo: un’ispezione non dovrebbe, in linea di principio, essere casuale? E poi, si può scegliere l’ispettore? Dallo “stile” (si fa per dire) dell’ispettrice della storia, verrebbe da pensare che sia stata chiamata proprio per un preciso fine, non propriamente neutrale.
Il professore che racconta la storia, sempre che sia vera in quei termini, mostra di non avere capacità di sintesi. Una vera fatica leggerlo.
strano, oramai dovresti esserti abituato ai pippotti del nostro florenskj. che sono infinitamente più lunghi, più soporiferi e più inconcludenti di questo…..
hai assolutamente ragione! La poca esperienza nello scrivere articoli mi penalizza, infatti alla redazione è stata la prima cosa che ho detto: gli avrei raccontato i fatti ma non sono un giornalista, e avrebbero poi pensato loro a sintetizzare la cosa in maniera che fosse leggibile!
A quanto pare hanno preferito lasciarla così, lunga com’è… me ne scuso con i lettori, anch’io la trovo faticosa.
Giuseppe, tu che forse hai più capacità di sintesi di me, sai indicarmi quali parti secondo te andrebbero tolte o abbreviate???
(Mi ricorda il famoso aneddoto di Mozart, al quale l’imperatore rimproverò di mettere “troppe note” nella sua musica, e il compositore gli chiese quali sua maestà gli avrebbe ordinato di togliere! Io non sono certo Mozart, e ammetto per primo che il racconto è troppo lungo, però ammetto anche di non essere capace di rinunciare a nessuno dei particolari raccontati… e già, credetemi, ne mancano parecchi…)
kundalini444
Se posso darti un consiglio su come scrivere, specialmente se è una storia con molti dettagli, scrivi a mano, elenca i fatti brevemente in ordine cronologico, ricopia aggiungendo i personaggi e cosa dicono. Lascia spazi bianchi tra i paragrafi per eventuali aggiunte.
Io non l’ho trovato di difficile lettura, però non avevo chiaro quanto si sia protratta nel tempo la faccenda. Dài, riprova: carta, matita e gomma per cancellare!… 😆
@peppe
Grazie per averci messo a parte dei tuoi limiti e per averci dato l’ennesima conferma della tua pochezza. Pareri, no, eh? Anzi, aspetta… non c’interessano.
@kundalini
Il resoconto deve essere dettagliato. la sintesi va bene fino a che si evita l’infodumping, ma se ci sono particolari fondamentali, non si possono omettere. Altrimenti, i quotidiani sarebbero ben più sottili. Quindi, tranquillo 🙂
Il centro della questione, infatti, è la lunghezza del resoconto, non i contenuti. Il pidiellino non si smentisce mai.
Se invece di lasciarla nel cassetto l’avessi bruciata o appesa al cesso nessuno se ne sarebbe accorto!
ecco la versione breve per gli amanti della sintesi:
All’esame di stato la mia commissione ha deciso di non appendere in aula il crocifisso, che abbiamo trovato e lasciato in un cassetto.
Uno dei commissari non era d’accordo e ha chiamato il vicepreside, che ha imposto l’affissione del simbolo accompagnando il suo intervento con atteggiamenti che mi sono sembrati poco tolleranti nei confronti degli stranieri; alle nostre proteste ha chiamato un’ispettrice che ha dato il via ad un’indagine di 3 giorni con metodi inquisitori, facendosi rilasciare dichiarazioni scritte e segrete sia dai colleghi che dagli alunni, nel tentativo di trovare un “colpevole di qualcosa” che non è riuscito.
Mi rivolgo al redattore di questa testimonianza.
A parte il fatto che questi mercernari del cattolicesimo di Stato cercano sempre dii ncardinare la ditttura dei loro simloi religiosi negli edifici pubblici di uno Stato laico come una guerra difensiva di religione contro i flussi migratori, ma la “difesa della cultura nazional-pretesca” è strumentale da una lato per rafforzare l’ideologia politico-economica dell’unione nazionale (“Siamo tutti sulla stessa barca, borghesi e proletari, tutti sono responsabili della crisi ecc. ecc.”…) da un altro lato alla negazione del diritto di cittadinanza all’aaplicazione dello status di laicità della scuola pubblica (cioè, lo strategico sistema formativo delle nuove generazioni).
Se dovessero emergere delle conseguenze serie per lei e i suoi colleghi, non esiti a rendere pubblica la questione allestendo una campagna sindacale che coinvolga anche l’opinione pubblica democratica, una campagna dove, esplicitamente, chiamando con nomi e cognomi, vice-preside, ispettrice e loro lacchè nella commisisone, come attivi sostenitori, con tanto di intimidazioni, dell’applicazione di circolari fasciste nella scuola pubblica nata dalla Costituziona antifascista.
non penso che ci saranno conseguenze, anche perchè se così dovesse essere sono già prontissimo con sindacati e avvocati per far valere il mio diritto, e per dare la massima diffusione possibile sulla stampa all’evento, con tanto di nomi e cognomi.
Per il momento invece non si è saputo più nulla, e fatico a prendere visione delle relazioni presentate al provveditorato. Appena sarò riuscito a vederle (e fotografarle, se possibile) vi farò sapere il finale della storia, con tutti i nomi e cognomi che volete
Per ora la notizia è stata riportata sul sito della Gilda degli Insegnanti Federazione Gilda-Unams di Venezia, alla sezione “Riforma della scuola”.
VORREI far notare, soprattutto ai soliti noti tollerantissimi e rispettosissimi, che kundalini444, protagonista di questa vicenda, oggi ci ha fatto una sintesi dell’accaduto; una sintesi … veramente sintetica, dove viene ribadito un dato fondamentale però, quello della perfida ispettrice che ” …. ha dato il via ad un’indagine di 3 giorni con metodi inquisitori, facendosi rilasciare dichiarazioni scritte e segrete sia dai colleghi che dagli alunni, nel tentativo di trovare un “colpevole di qualcosa” che non è riuscito”.
QUINDI questa vicenda non si è svolta tra quattro gatti ma anzi le persone coinvolte sono state diverse: insegnanti e alunni appunto.
PER QUESTO MOTIVO mi stupivo e mi stupisco che nessun altro, ad oggi, ad eccezione di Kundalini, si sia preso la briga di divulgare la notizia, magari utilizzando la stessa tattica prudenziale ….,
chi e perchè avrebbe dovuto divulgarla? io l’ho fatto solo perchè l’UAAR me l’ha chiesto, reputando la storia interessante. Altrimenti non avrei saputo nemmeno come divulgarla più che raccontarlo agli amici…
In concomitanza con i fatti potevi telefonare alla redazione di quotidiani (non filoclericali 😉 ). Se ci saranno strascichi di un certo peso si può ancora fare.
Come chi e perchè???
Non mi dirai che non c’è almeno un’altra persona, presente quel giorno, disposta a stare dalla tua parte???
Allora anche questo sito che senso avrebbe se non quello di denuncia???
Come non avrei saputo come divulgarla???
Io sono una novellina col web, ma mi farei di sicuro aiutare da qualcuno per una causa che reputo di importanza vitale!!!
@ Engy
immagino tu sia molto giovane.
Engy,
leggi bene cosa ha scritto kundalini:
“Pur contrariato, accetto e mi prendo l’impegno di non aprir bocca sulla questione e di non sollevare più problemi. Le croci sarebbero rimaste al muro e zitti tutti. Mantengo l’impegno, faccio battute di altro genere e scherzo amichevolmente con tutti, come se nulla fosse accaduto.”
La faccenda si sarebbe conclusa lì, cedendo su un principio, ma considerando che l’aspetto “vitale” in quel momento era lo svolgimento il più sereno possibile degli esami, almeno per i ragazzi: che invece sono stati coinvolti in un referendum di gradimento, con sospetto di manipolazione: non ti sembra grave che un professore in posizione di autorità come durante lo svolgimento degli esami induca uno studente a prendere posizione in una questione del genere? L’ispezione è scattata dopo, alla faccia della serenità, ma non da Kundalini.
Ti consiglierei di pazientare, considerando che è periodo di ferie, e attendere il rientro in attività del provveditorato di Caserta
@engina
Ma l’ahi capito a che stadio è la vicenda? O no?
Hai capito che, probabilmente, l’altra collega è stata anche più maltrattata. Non è che tutti se la sentono.
Di denuncia e di divulgazione, tesoro.
No abbiamo capito che per te non è vero e stai montando su l’ennesimo caso mascherandolo con pseudodubbi. Falla finita.
@engina
1) Non t’interessa.
2) Non sai come si siano organizzati i diretti interessati.
@engina
Hai rotto le p.alle, pittima. 😀
Kundalini444 è stato vessato. L’ispettrice, no? Chi credi abbia interesse a divulgare una porcata? Chi l’ha subita o chi l’ha perpetrata?
Argomento sul quale stai continuando. O sei bugiarda o hai qualche problema. Scegli tu.
@gmd85
Chi altri ha interesse? Già l’ho detto: gli altri colleghi e gli studenti inquisiti, … leggi o fai finta?
Seconda cosa: per conclusione dell’argomento intendevo il botta e risposta avuto a tu per tu con l’admin su specifiche obiezioni fattemi; occasione in cui ho POTUTO utilizzare il mitico tasto “rispondi”.
Gli studenti non sono stati inquisiti.
I docenti inquisiti, contando kundalini, sono due. Lui ha fornito la storia. dei fatti dell’altro non ti devi interessare.
Ti era già stato detto. Leggi o fai finta?.
Brava, tesoro 😆
@engina
Se poi pensi che tutte le vicende che avvengono in una scuola o in qualsiasi altra struttura finiscano automaticamente sul web o sui giornali, è un problema tuo.
Ma abbiamo capito dove vuoi andare a parare, non temere.
gmd85
Questioni come queste legate al crocifisso appeso o non appeso nei luoghi pubblici (così come quelle ad esempio dove la caccia mediatica alle streghe può prendere – facilmente – di mira il leghista razzista di turno, ad esempio per via di quelle scuole che negano la mensa ai bambini di famiglie che non pagano) SI’: negli ultimi anni questi argomenti sono molto in voga e sono presi d’assalto dai mass media e sul web e sui giornali ci vanno automaticamente da tot tempo a questa parte.
Non solo. Per alcuni giorni non si fa altro che dibatterne, naturalmente nella maniera più volgare e isterica possibile, se no l’audience o le vendite non tirano.
Un esempio per tutti: la vita in diretta, che (non sola) vive di queste cose e che sceglie accuratamente le persone giuste delle opposte fazioni, quelle più ignoranti e invasate di solito, in grado di dar vita allo spettacolo indegno, superficiale e fazioso cui di solito assistiamo.
@engina
Questioni come queste finiscono in mano ai media se qualcuno ce le porta. Non automaticamente, tesoro.
Il resto della tua lagnanza non m’interessa.
O pensi che, visto che si parla d’indagine (interna), la cosa debba avere immediatamente risalto mediatico?
gmd85
te lo rispiego ancora caro il motivo delle mie perplessità (bada bene, perplessità; perplessità che di sicuro riguardano …chi? a te la risposta) e per farlo mi appresto a copiare e incollare proprio uno stralcio della missiva di Kundalini, la seguente:
” ….. tutti i miei colleghi, ma proprio tutti (tranne il prof M) si schierano dalla mia parte, mostrando una blanda ostilità all’ispettrice……. Insomma ho incassato la solidarietà di tutti i colleghi, soprattutto del presidente N. ”
Per questo, caro @giemdi, mi chiedevo come mai nessun altro si è fatto avanti, magari anche tra gli studenti (pure loro inquisiti)?
Non sequitur. Dove sta scritto che se uno da sostegno in una sede, automaticamente la notizia viene resa pubblica?
Quali studenti? Gli stessi che hanno firmato la dichiarazione chiesta da M? Ma fammi il piacere e smettila.
Perché i diretti interessati sono due.
Dillo apertamente che pensi a una macchinazione, ci faresti una migliore figura.
oh ma stella, gli studenti sono proprio gli ultimi a voler sollevare un polverone!
SI’, la notizia è stata solo riportata dal Gilda di Venezia, pari pari l’articolo di “A ragion veduta”.
Non ho visto approfondimenti.
Confido nei prossimi giorni.
che scettica questa Engy! mi pare impossibile che sia la stessa che difende a spada isterica la cura di Bella perche’ e’ guarito suo cuggino.
@engina
Ma tu in che ambito lavori? Lo sai quante ne succedono nelle scuole? Non è che viene tutto allo scoperto, sai. Come sopra, falla finita.
ma… in effetti non è che ci sia una notizia da riportare.
Il mio è solo un racconto di un fatto che è successo.
Probabilmente delle persone coinvolte io sono l’unico che ha avuto voglia di raccontarla, per tutti gli altri è poco importante o da dimenticare.
Ora che rimbalza sul web vediamo se ci saranno approfondimenti 🙂
Oh, ma la nostra affettuosa scassaballe è convinta che sia tutta un’orribile macchinazione degli atei brutti e cattivi.
Kundalini,
non capisco e non ti capisco.
Non è una notizia ma solo un fatterello?
Scusa ma allora la redazione avrebbe pubblicato un fatterello raccontato da un proprio simpatizzante? Del tipo: sai redazione che oggi sono andato a far spesa e il prezzo dei pomodori è andato alle stelle?
NO, evidentemente la redazione ha dato spazio a questa NOtizia, perchè l’argomento è ritenuto di importanza fondamentale; questo risulta anche a me, che pure conosco poco uaar, nel senso che quella del crocifisso è uno dei cavalli di battaglia nella lotta per un mondo “laico” e privo di simboli religiosi nei luoghi pubblici.
Quindi, dato che tu simpatizzi per uaar e che evidentemente, avendolo anche scritto qui, ritieni fondamentale un tale tipo di battaglia, mi sarei aspettata una presa di petto della questione, non riferimenti anonimi pertanto vaghi e che si prestano allo scetticismo.
Sandra
non esistono “gli” studenti come massa indistinta, anche questo argomento non mi convince: spesso e volentieri sono gli studenti i primi a fimare a registrare e a divulgare.
@engina
Ancora? Non sequitur, tesoro. da quando l’anonimato dei coinvolti indica scarsa presa di posizione? C’è un’implicazione logica scritta da qualche parte? Non direi.
Cosa c’è? andare con i piedi di piombo da adito a sospetti? Si, nelle menti contorte, forse.
La redazione ha pubblicato una testimonianza. Kundalini ti ha risposto chiaramente, ma tu continui con la manfrina. Ah, le maiuscole tattiche, risparmiatele. Abbiamo capito come la pensi.
Quando non ci sono docenti inca.zzati che li intimano di firmare dichiarazioni. O sei così candida da pensare che non possa succedere? E non stiamo parlando di studenti come massa indistinta. Semmai, stiamo parlando di individui istituzionalizzati, che devono scontrarsi con realtà precise e, non di rado, vessatorie.
La fai finita?
non esistono “gli” studenti come massa indistinta, anche questo argomento non mi convince: spesso e volentieri sono gli studenti i primi a fimare a registrare e a divulgare.
Scusa, ma dove vivi?
Mi chiedo come mai di questo grave episodio nessun giornale,almeno a mia conoscenza,abbia parlato. Vorrei che fosse reso pubblico almeno il nome dell’ispettrice, perché chi vuole potesse scriverle facendole capire la mostruosità di ciò che ha combinato. Consideravo secondaria la battaglia sul crocefisso,rispetto al più vasto tema della laicità.Mi accorgo che mi sbagliavo.
Credo che finché non ci siano iniziative legali e inchieste, l’anonimato sia d’obbligo.
Come ho già detto sopra, prima di rendere pubblici tutti i nomi della vicenda (il mio per primo), aspetto di prendere visioni delle relazioni ufficiali al provveditorato. Ho telefonato ancora oggi, ma nessuna risposta. Abbiate pazienza, anche perchè sinceramente il fatto che voi percepiate l’operato dei personaggi come “mostruosità” potrebbe derivare dalla mia personale versione dei fatti. Prima di dare in pasto all’opinione pubblica nomi e cognomi mi sembra più corretto avere prima una versione ufficiale dei fatti.
Gmd85
Un esempio e una domanda.
Prendo dal sito storicamente “nemico” di uaar (l’uccr), un articolo a caso del 2011, titolato “GMG 2011: manifestanti atei denunciati per insulti e violenze a pellegrini e disabili”
Secondo te questo articolo, queste notizie riportate da uccr, sono vere o inventate? I motivi in entrambi i casi me li diresti?
E secondo te, in sintesi, perché si deve credere immediatamente e ciecamente e incondizionatamente, senza porsi il minimo dubbio (pena il sentirsi affibbiare etichette di disturbato mentale, stupido e deficiente) al racconto di Kundalini?
Domani scoprirò di sicuro che il suo racconto è tutto vero.
Ma spiegami perché e in nome di che cosa lo si possa stabilire senza uno straccio di prove, di fatti verificabili appunto.
kundalini,
credo di essere arrivata al nome tuo, della scuola, del presidente della commissione e del vicepreside. Le iniziali (che immagino siano quelle vere) sono un buon indizio.
@engina
Tanto a caso, non penso 😆
Suppongo che l’episodio sia stato riportato da qualche testata. Sempre che non sia il periodo in cui il sitarello non riportava neanche le fonti.
Oh, ti puoi porre tutti i dubbi che vuoi. Ma evita le manfrine.
Dubito che l’associazione si metta così a rischio pubblicando fatti inventati.
l’uccr riporta notoriamente notizie inventate citando solo fonti profondamente di parte, porchè tali notizie portino acqua al suo mulino.
l’uaar non è ancora stata beccata a riportare notizie inventate, e fino ad ora ha sempre mostrato di analizzare in modo obiettivo le fonti prediligendo sempre quelle più oggettive ed imparziali possibili.
pertanto è un po’ come dire “non fidatevi di un aneddoto personale riportato su un blog di medicina scritto da medici che puntualmente riportano fonti e ricerche, perchè ho girato in un blog di medicina alternativa e lì dicono che i vaccini causano l’autismo, quindi nessuno dei due blog è credibile quando le fonti non sono direttamente verificabili”…..
@engina
Tu devi piuttosto spiegare cosa ti porta a credere automaticamente agli u.ccretini visto che non sono nuovi a estrapolazioni indebite. per essere agnostica sei un tantino troppo sbilanciata 😆
Perché, nomi a parte (e ti è già stato spiegato il perché della scelta) è sufficientemente dettagliata da poter essere considerata probabile. Tranne per te, ovvio.
@Sandra
Come cacchio hai fatto? Io ho scaricato gli elenchi dal sito del MIUR e dal CSA di Caserta, ma anche filtrando i nomi è complicato. Che metodo hai usato?
@nightshade
Per l’appunto. Ma la nostra engina l’hai capita, ormai, vero? 😆
gmd85
anch’io ho usato un file del miur. Le info su iniziali del presidente commissione e genere dei commissari esterni sono sufficienti.
Che vicenda surreale! Pur non avendo niente da ridire sulle osservazioni in merito alle imposizioni che vengono messe in atto in molti Paesi (e, anzi, osservando che dovremmo prendere esempio da quei Paesi, pur se con un po’ più “dolcezza”) direi che si tratta di osservazioni non pertinenti alla questione. Qui sarebbe dovuto prevalere il sano desiderio di non creare “casi nazionali” e lasciare che l’i d i o z i a bollisse nel suo brodo. Invece, come spesso accade, per rimarcare qualcosa che sarebbe anche giusto rimarcare, si è scelta la strada più odiosa e irragionevole. Siamo proprio messi bene.
Sandra 🙂 complimenti!
scrivimi in privato così mi spieghi come hai fatto e ti do conferma che hai indovinato (se è così)
kundalini444@hotmail.it
kundalini444,
forse era meglio aspettare l’ufficialità dal provveditorato prima di dare in pasto ANCHE all’uaar allora.
Così facendo – tanto per dirne una – probabilmente io avrei rotto meno i maroni (o marroni o coglioni o balle o palle come dir si voglia) a certi irascibili cocciuti nervosetti …
il crocefisso serve per imporre un simbolo a quelli di religione diversa??? Ma guarda… credevo servisse a cose mooolto più spirituali!!
a cosa serva di preciso non lo so, ma da quest’episodio l’impressione che ho avuto è che sia talvolta implicitamente usato per ribadire la superiorità della cultura italiana nei confronti delle culture straniere.
La mia personale opinione è anche che, sopratutto a scuola, non sia questo il modo giusto di trasmettere cultura quindi, per coscienza professionale prima ancora che per lo spirito di laicità, sono contrario all’esposizione del crocifisso in aula.
Anche come feticcio. Mia zia insegna in una scuola media. IRC 😛
Comunque, mi ha raccontato di un genitore che, dopo dei lavori di ristrutturazione, si era accorto dell’assenza del crocifisso, rimosso durante le attività. Ha preteso ed esatto che fosse riappeso. E senza troppe motivazioni.
ot