Una nuova recensione è stata pubblicata nella sezione Libri del sito UAAR. Il volume è Citizen gay. Affetti e diritti di Vittorio Lingiardi (Il Saggiatore, 2012).
Nuova recensione sul sito: “Citizen gay. Affetti e diritti” di Vittorio Lingiardi
16 commenti
Commenti chiusi.
Sembra interessante. Anche accessibile. Mi sa che faccio un salto in libreria.
Interessante e a buon mercato. Da aggiungere alla libreria.
Ops, scusate il duplicato. Problemi di visualizzazione.
Papa: Citizen Gay? Casio Etero, porquè io son un Papa umile.
Papa emerito: No, perchè tu essere un Papa del Casio che non capire una mazzen di quello che leggere.
Papa: O escusami, me ero dementicato che Citizen Gay es tu marca favorita de orologi.
Segretario: Finitela……
@Frank
Consiglierei a entrambi un bel F.ossil 😆
Per due “fossili” come loro sarebbe la scelta adatta.
Mi pare un bel libro. A proposito di omofobia sto pensando al 14-enne che si è suicidato per atti di bullismo a sfondo omofobico.
Mi chiedo dove ha fallito il supporto psicologico scolastico (nella mia scuola c’era)? O comunque il programma di sensibilizzazione contro il bullismo?
Io, invece, mi chiedo perché tutti quelli che si stracciano le vesti dicendo “no alle adozioni da parte di gay: i bambini verrebbero presi in giro a scuola!” in questi casi non muovo un dito.
A proposito di diritti civili, non condivido la battaglia (che considero di retroguardia) per il matrimonio “anche” degli omosessuali: io penso che la vera libertà consista nel riconoscere i diritti delle coppie affinché il matrimonio non sia più necessario per nessuno, omo o etero che sia.
PS Mi perdonerete la pignoleria, ma essendo “gay” aggettivo a “citizen” sostantivo non si dovrebbe scrivere “gay citizen” o “gay citizens” invece di “citizen gay”? E comunque vista l’incerta padronanza dell’inglese da parte di molti non sarebbe meglio esprimersi in italiano?
Credo sia una prafarsai del celeberrimo “Citizen Kane”… anche se presumo saranno 4 gatti a cogliere la citazione.
Il “matrimonio” è semplicemente un contratto che regola gli aspetti ereditari fra i due contraenti e dà accesso ad alcuni diritti (diritto di visita in ospedale, diritto di decidere per la salute in caso di incoscienza\incapacità del partner, ecc)…. mi fà abbastanza sorridere parlare di “abolizione del matrimonio” per sostituirlo con le civil partnership che sono la stessa cosa sotto nome diverso.
Garzie per la precisazione in effetti al film Citizen Kane non avevo pensato (vedo da come scrive che lei è dislessico non si scoraggi anch’io lo ero ma con un po’ di applicazione il problema è superabile).
Non posso invece che dissentire dalla sua affermazione che matrimonio e patti civili di convivenza siano la stessa cosa, perché non lo sono! Fra le due cose c’è la stessa differenza che c’è, tanto per fare un esempio in ambito religioso, tra l’obbligo dei cattolici di confessarsi in ginocchio davanti al prete e il colloquio diretto con Dio previsto da altre religioni cristiane e aborrito da molte gerarchie perché da’ troppa libertà all’individuo ed elimina i “middle men” (chiedo scusa per l’inglese ma visto che lei parla di “civil partnership” non ho voluto essere da meno! 🙂 )
Infatti anch’io ho scritto “garzie” invece di “grazie” ah la dislessia!! 😉
Io invece sono contrario a forme di matrimonio surrogato.
Il matrimonio è un contratto tra 2 parti che prevede obblighi e diritti. Va permesso di accedere a tale contratto anche alle persone dello stesso sesso.
Se uno non vuole sposarsi nessuno lo obbliga, anzi aggiungo forse andando controtendenza:
“Se non ti sposi perché non vuoi (non perché la legge lo impedisce) perché piangi per la mancanza di diritti?”
Non si possono volere diritti senza obblighi, se uno non vuole gli obblighi non si becca neanche i diritti, mi pare sensato.
Semmai si può parlare di accessibilità agli accordi prematrimoniali.
In poche parole matrimonio per tutti.
Io l’ho visto Quarto Potere, quindi sto tra quei 4 gatti.
Facciamo 5 gatti… l’ho rivisto un paio di settimane fa,
solo per gustare l’ultima scena e il ritrovamento di Rosebud. 🙁
@Dan Gurney
Ho usato il termine “civil partnership” perchè sono madre lingua inglese ed è il primo che mi è venuto in mente. In Italia dovrebbe tradursi come convivenze civili, giusto?
Per il resto trovo la differeziazione che fai molto, molto pretestuosa.
Matrimonio civile = contratto firmato davanti ad ufficiale dell’anagrafe che sancisce diritti di successione e gestione ai contraenti.
Partnership civile = contratto firmato davanti ad ufficiale dell’anagrafe che sancisce diritti di successione e gestione ai contraenti.
Alcuni condiscono il contratto con riti magici e scaramantici, ma decisamente queste usanze folcloristiche non cambiano la natura del contratto. Per eliminare questo contratto pubblico l’unica sarebbe eliminare totalmente i concetti di eredità legittima, pensione di reversibilità e tutela del parente più prossimo. In questo modo, con un semplice atto notarile, ogni individuo potrebbe stabilire chi erediterà cosa e chi deciderà della sua vita in caso di incoscenza, coma, inabilità mentale, ecc.
PS: colpito e affondato sulla dislessia! Aggiungiamo anche la sindrome di Asperger ed ho fatto tombola.