I giorni della gioventù umanista europea

Tra il 2 e il 5 agosto, insieme ad altri tre giovani soci Uaar, ho partecipato agli European Humanist’ Youth Days. Il meeting si è tenuto quasi interamente presso l’Université libre de Bruxelles, cioè l’università di lingua francese della capitale belga. L’evento è stato organizzato da giovani volontari appartenenti ad associazioni umaniste di Bruxelles (soprattutto appartenenti alla Hujo), i quali ci hanno seguito attivamente per tutta la durata del meeting. Devo dire che l’organizzazione è stata impeccabile. Il primo giorno ognuno di noi (circa 140 partecipanti provenienti da tutta Europa) ha ricevuto il programma dettagliato dei tre giorni, il quale è stato seguito alla lettera dai volontari dell’organizzazione.

Abbiamo assistito ad interessanti conferenze, utili soprattutto per farci capire le basi fondamentali dell’umanismo e gli obiettivi futuri. Queste conferenze, per l’appunto, sono state tenute da vari esponenti del movimento, provenienti da vari settori della società, quali Sophie In’T Veld (europarlamentare olandese), Philipp Blom (scrittore e storico tedesco), Freddy Thielemans (sindaco di Bruxelles, anch’egli umanista), in cui ognuno parlava della propria idea di umanismo, delle azioni presenti e soprattutto future che questo movimento deve intraprendere. L’argomento sul quale tutti hanno più volte rimarcato la loro attenzione è stato infatti la poca visibilità a livello internazionale di questo movimento, che è invece ben radicato in Belgio, Olanda e Scandinavia.

bruxelles

L’ultimo giorno è stato dedicato al flash-mob. Ci siamo divisi in gruppi, ognuno composto da persone di varie nazionalità, per discutere delle violazioni dei principali valori dell’umanismo in tutta Europa, quali diritti per i gay, aborto, secolarismo, concordati. L’obiettivo era quello di sollevare queste istanze sotto forma di protesta, scendendo in piazza con cartelloni che presentavano slogan pensati da noi. La protesta è andata bene, tant’è che siamo pure finiti sul giornale.

Foto_giornale

È stata quindi un’ottima esperienza, attraverso la quale sono venuto a conoscenza dei vari problemi presenti nel resto d’Europa, in molti casi comuni ai nostri, soprattutto nei paesi dove la religione è ben radicata nella società. È stato inoltre un buon modo per dare visibilità all’Uaar, unica partner italiana di questo meeting internazionale.

Andrea Lorenzoni

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4 commenti

Dan Gurney

Un plauso a questi ragazzi e alla Uaar per aver rappresentato l’Italia a questo appuntamento. Non intendo certo sminuire la vostra importanza, ma che a rappresentare l’Italia ci fosse solo la UAAR la dice lunga sullo stato di degrado della nostra cultura.
Invece quasi negli stessi giorni a seguire papa Francesco in Brasile sono andati centinaia di ragazzi italiani, a conferma del fatto che il principale problema dell’Italia sono (fatte salve sparute minoranze) gli italiani.

Tiziana

sarò superficialissima come del resto mi è stato pure detto da qualche interlocutore più superficiale di me in questo blog, ma credo che molti giovani italiani si spostano al seguito dei papi per gli enormi incentivi che hanno questi viaggi.

Frank

Dialogo della foto:

Uno dei ragazzi: Sentite potete dire quello che volete, che partecipare ai giorni della gioventù umanista sarà acculturante, sarà interessante, sarà emancipante ma se uno vule trombare le “Gmg” sono insuperabili.
Altri ragazzi: E’ vero, è vero!

Manlio Padovan

Quando leggo notizie del genere, e solo con queste, mi rendo conto che forse l’Europa serve a qualcosa per l’Italia. E non oso immaginare dove saremmo se non ci fosse l’UAAR.

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