Si sta iniziando faticosamente a discutere in Italia di una legge per le coppie conviventi e omosessuali. Mentre in altri paesi sono ormai previste le nozze gay, da noi è ancora pesante la sudditanza della politica nei confronti della Chiesa cattolica e dei suoi anatemi. Un’opposizione che viene sia dai vescovi sia da papa Francesco.
In questo gioco delle parti clericale agli esponenti della conferenza episcopale spetta il compito di ribadire con durezza e senza mezzi termini la chiusura della Chiesa, mentre il nuovo papa assume una posizione più sfumata e accorta, con accenti più umani e comprensivi, confermando però la dottrina e non lasciando tanti spiragli a chi lo vorrebbe etichettare frettolosamente come progressista o rivoluzionario, come impone ormai il clima di papolatria mediatica. Questa dinamica si nota nelle ultime dichiarazioni contro le unioni gay e le leggi anti-omofobia da parte delle gerarchie ecclesiastiche in occasione della 47esima settimana sociale dei cattolici italiani, svoltasi a Torino la scorsa settimana. Bergoglio, nel suo messaggio nonostante il consueto tono conciliante ai partecipanti si è posto in continuità con la Caritas in veritate di Benedetto XVI e ha chiarito che “come Chiesa offriamo una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell’unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità”. “In questa realtà, inoltre, riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana”, si è premurato di aggiungere.
Perché la “famiglia così intesa rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo, e come tale merita di essere fattivamente sostenuta”. Questa tesi alla Giovanardi che cita la Costituzione non è molto efficace, perché all’art. 29 non si fa distinzione di genere. Niente di nuovo sul fronte di Bergoglio, dato che già da arcivescovo in Argentina si era scagliato contro le nozze gay definendole non solo “illegali” ma dandone un’immagine demoniaca, frutto della “invidia del Demonio che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra”.
Il giorno dopo il messaggio papale scendono in campo i prelati a fare il lavoro sporco. Il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, il cardinale Angelo Bagnasco, critica la proposta di legge contro l’omofobia: ferma restando la condanna della “violenza” contro i gay, “per lo stesso senso di civiltà, nessuno dovrebbe discriminare, né tanto meno poter incriminare in alcun modo, chi sostenga pubblicamente ad esempio che la famiglia è solo quella tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio, o che la dimensione sessuata è un fatto di natura e non di cultura”. Ancora una volta la strategia clericale è quella di confondere i piani e far credere che la norma in discussione possa portare all’incriminazione di chi sostenga tesi di questo tipo.
Bagnasco passa poi all’attacco sulla regolamentazione delle coppie di fatto, che a suo parere “misconosce la specificità della famiglia e se ne preclude l’autentica valorizzazione nel contesto sociale”. Addirittura così la “famiglia” sarebbe “umiliata”, subirebbe “in modo felpato” un “vulnus progressivo alla sua specifica identità”. Di più, una norma sarebbe inutile perché i diritti individuali sarebbero “in larga misura già garantiti dall’ordinamento”, sostiene il prelato senza premurarsi di specificare. Va mantenuta “la roccia della differenza sessuale”, ha ammonito, per evitare che l’umano venga “polverizzato in un indistinto egualitarismo che cancella la differenza sessuale e quella generazionale”. Tra l’altro, è convinto che i tempi del divorzio in Italia “sono troppo brevi” — mentre in realtà la separazione dura ben tre anni, raro caso ormai in Europa — contro qualsiasi possibilità di riduzione, come proposto da un recente referendum radicale.
Scenari apocalittici vengono tratteggiati anche dal cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna (riconfermato dal “riformatore” Bergoglio), durante la lectio magistralis per l’apertura dell’anno formativo dell’itinerario di educazione cattolica per gli insegnanti della città. Tanto per intenderci, è con questi messaggi che vengono formate le truppe di docenti che poi sciamano nelle scuole a fomentare l’omofobia in salsa cattolica, come avvenuto ad esempio a Venezia. Per il cardinale il riconoscimento del matrimonio per le coppie omosessuali porterebbe alla “devastazione del tessuto fondamentale del sociale umano”. La “coniugalità” per le coppie gay “sconnette totalmente la medesima coniugalità dall’origine della persona umana”, ha aggiunto: “un vero e proprio sisma nelle categorie della genealogia della persona”. Si è lanciato poi in elucubrazioni sul senso del matrimonio gay, che “trasmette oggettivamente questo messaggio: ‘di metà dell’umanità non so che farne, in ordine alla più intima realizzazione di me stesso è superflua'”. Scagliandosi quindi contro adozione e procreazione assistita per le coppie dello stesso sesso.
Un effetto l’alacre ingerenza della Chiesa su coppie gay e omofobia ce l’ha. La legge anti-omofobia, già stemperata all’inizio per non ferire la sensibilità dei cattolici, ora viene annacquata ancora di più grazie al pressing clericale. Saranno infatti discussi i cosiddetti emendamenti “salva-vescovi”, due proposte identiche presentate da Partito Democratico e da Scelta Civica (questa con firma di Paola Binetti e Rocco Buttiglione). Secondo tali emendamenti, non è “discriminazione, né istigazione alla discriminazione” la “libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente”. Di fronte a questa beffa, le associazioni lgbt hanno scritto una lettera ai deputati Pd per protestare contro l’inserimento di “un pericoloso cavillo sulla libertà di espressione, pleonastico” e “che rischia di complicare l’applicazione di una legge già di per sé poco efficace”. “L’accusa di liberticidio rivolta alla legge Mancino”, rilevano le associazioni, “è frutto di una campagna di mistificazione prodotta ad hoc dalla destra e da parte dei cattolici, proprio ora che si tratta di estendere l’efficacia di quella norma anche a tutela delle persone gay, lesbiche e trans”. Insomma il papa ammicca, la Cei abbaia e il Parlamento dispone.
La redazione
Chissà se Binetti e Buttiglione non si farebbero in quattro per una legge “anticristianofobia”? Annacquerebbero anche quella?
Fino a che alcuni trattati internazionali firmati dall’Italia e da altri paesi membri dell’Unione europea, e anche da molti paesi africani, dei Caraibi, e del Pacifico parlano di “coniuge”, le persone che convivono in modo stabile, eterosessuali o omosessuali, saranno uguali solamente quando potrenno avere uno stato di famiglia con la parola “coniuge”.
Questa parola fa scattare alcune clausole dei trattati internazionali ed obbliga gli stati contraenti ad emettere dei permessi di soggiorno o esonerare le persone dalle procedure di registrazione degli stranieri.
Se una coppia omosessuale che vive stabilmente assieme non ha alcun modo di avere uno stato di famiglia dove ci sia la parola “coniuge” queste clausole dei trattati non scattano, e non c’è nessuna “in larga misura” del sig. Bagnasco che possa obbligare uno stato estero a concedere quello che invece è previsto nei trattati per i coniugi.
Dialogo della foto:
Cardinale: Che gli omosessuali siano persone contro natura lo si vede già da come vanno in giro vestiti, avete fatto caso come spesso il loro abiti siano pieni di ricami che rappresentano figure strane luccicanti dorate?
Sagrestano (fuori campo): Cardinale….
Cardinale: Non parliamo poi dei cappelli che portano, avete visto che strane forme hanno?
Sagrestano (fuori campo): Cardinale….
Cardinale: Non parliamo poi di quelli che se ne vanno in giro con la gonna….
Sagrestano (fuori campo): Cardinale!!!!
Una nuova mano di bianco. Una nuova mano di bianco.
La norma salva-vescovi. Perfetto esempio di tutela all’incontrario:
http: // http://www.fallacielogiche .it/ index.php?option=com_content&task=view&id=236&Itemid=244
Col l’aggravante (cui si può aggiungere che a monte elimina una tutela) con l’aggravante che difende un vero e proprio genocidio intellettuale:
http: // http://www.fallacielogiche .it /index.php?option=com_content&task=view&id=225&Itemid=233
E non solo:
http: //ww w.fallacielogiche. it/index. php?option=com_content&task=view&id=166&Itemid=174
@ Beatrice
non ho capito bene, comunque qui in Francia a causa degli accordi bilaterali i marocchini non possono sposare una persona dello stesso sesso:
http://www.lemonde.fr/societe/article/2013/09/14/un-couple-d-homosexuels-franco-marocain-prive-de-mariage_3477803_3224.html
cambiano gli accenti e attenuano le parole ma i contenuti rimangono identici; accogliamo tutti coloro che si riconoscono nei valori del cristianesimo (quali sono questi valori non l’ho mai capito…) ma la famiglia consiste nell’unione, meglio se cattolica, tra un uomo e una donna; aperture zero, solo un puzzolente elogio alla retorica finalizzato al consolidamento del potere chiesastico.
schifo e disperezzo.
Il cardinale straparla, contando sul fatto che in Italia può farlo, nessuno lo contesterà.
Nella vicina cattolica Austria il divorzio può avvenire anche in soli 6 mesi, come si fa a definire breve il periodo italiano che prevede l’assurdo passaggio intermedio della separazione e che non avviene in meno di 3 anni (ma conosco casi di 7-8 anni)? Mi risulta che per l’annullamento alla chiesa basti di meno, basta pagare. Probabilmente in perfetto stile sadico cattolico significa che tre anni di sofferenza sono pochi. I protestanti riconoscono il divorzio (tanto è vero che vi sono pastori protestanti divorziati, il vescovo tedesco Kaessmann da divorziata era stata nominata a capo della chiesa luterana tedesca).
Qualcuno oserà dire pubblicamente in Italia che vi sono chiese cristiane che benedicono i matrimoni tra omosessuali. Tipo i valdesi, ma anche i luterani.
Leggono gli stessi testi sacri, ma lo stesso dio dice loro altre cose. Perchè non interpellare anche loro?
Chissà come si comporterebbe il cardinale se incontrasse il vescovo donna a capo della chiesa luterana svedese che è lesbica. Chiamerebbe padre Amorth per un esorcismo? Per Lutero (e i luterani anche recentemente non hanno contestato l’affermazione) è il papa cattolico ad esser l’anticristo.
Perchè l’Italia deve essere sempre il fanalino di coda dell’occidente?
Mi risulta che i fedeli cattolici italiani siano più progrediti delle loro gerarchie?
Quando mai i fedeli cattolici troveranno il coraggio di contestare le loro gerarchie, come fecero i fedeli luterani finlandesi di fronte ad affermazioni omofobe di alcuni vescovi?
ci vorrebbe un contraddittorio quando parlano.
Invece “il loro bello” sta proprio nel salire da soli all’altare.
Se qualcuno pretende di considerare l’omofobia come leggittima espressione di un’opinione, allora, per coerenza, dovrebbe pretendere di considerare antisemitismo e razzismo come altrettanta libera espressione di opinione.
Relativamente al diritto di famiglia, ovviamente: io allora dovrei poter liberamente dire che il matrimonio tra una donna bianca e un uomo nero è da proibire. Si tratterebbe di una mera espressione di opinione.
PS: ovviamente, il matrimonio tra un uomo bianco e una donna nera sarebbe tutt’altra cosa…