Tra i pacchi di RaiUno, l’indifferenza è clericale

Persino quando si gioca con i pacchi non ci si può esimere dal fare discutibili considerazioni sull’ateismo. È successo venerdì scorso, durante la trasmissione Affari tuoi condotta da Flavio Insinna. Un piccolo aneddoto che ci è stato segnalato, indicativo di quanto la tv italiana ne abbia ancora di strada da fare per uscire dal provincialismo nazional-popolare (e clericale).

Nell’intrattenere una concorrente, che aveva scelto uno dei pacchi da aprire per escludere il premio ivi contenuto, il cattolico Insinna si è lanciato in profonde riflessioni filosofiche. Ha detto: “A qualcosa nella vita bisogna credere, o dubitare: l’indifferenza è atea, è l’unica cosa che non va coltivata. Credere o avere grandi dubbi è una delle forze della nostra vita”. Poi, tornando al gioco, rivolto alla concorrente: “a ‘sto numero ci credi o no?”.

Certo, non è episodio per cui si possa scomodare l’Autorità per le comunicazioni. Il contesto è ludico e la cosa in cui si dovrebbe credere è un numero fortunato: l’indifferenza atea consisterebbe nel non essere superstiziosi? Ma notiamo pure che si trasmette un messaggio che costituisce un sottile condizionamento, presentando l’ateismo sotto una pessima luce. È il caso di ribadire che l’ateismo è tutt’altro che indifferenza, ma anzi necessità di consapevolezza della propria condizione esistenziale, di capacità critica e si alimenta proprio con il dubbio.

Non è la prima volta che sui media, specie in programmi con alta audience, presentatori o commentatori si lasciano andare in questo modo. Si tratta in fondo di cavalcare il pubblico di massa italiano, formato da schiere di beghine, benpensanti e bigotti. Inoltre, la televisione pubblica è da sempre fortemente condizionata dal confessionalismo, basti pensare alla potente struttura di Rai Vaticano e alle nomine per alti incarichi con il beneplacito della Santa Sede.

Non è un caso che i telegiornali siano quotidianamente osannanti verso la religione, con enunciazioni poco felici nei confronti dei non credenti. Come avvenuto ad aprile in un servizio del Tg1, in cui veniva fatto passare il messaggio che gli atei sono “disabili del cuore”. Ricordiamo nel 2009 un altro episodio: Alessandro Di Pietro, nientepopodimeno che durante il programma Occhio alla spesa, in maniera piccata si sentì in dovere di commentare così la campagna Uaar degli ateobus: “io proclamo che Dio esiste e che anche voi atei ci credete”. Ora la Rai l’ha licenziato per aver fatto pubblicità occulta a una pasta alla soia: la pubblicità palese al cattolicesimo è invece ritenuta lecita, evidentemente. La lista sarebbe lunga. Di certo il problema non è il buon Insinna, su cui non è il caso di accanirsi. Quello su cui bisogna riflettere a nostra avviso è il clima culturale secondo cui si ritiene opportuno fare considerazioni del genere, se non peggiori, in diretta, pensando che siano condivise, condivisibili e che non creino problemi a nessuno.

Va ricordato a quelli che liquidano la noncredenza come sterile o indifferente che questi pregiudizi sono smentiti, molto semplicemente, dai fatti: basti notare che le nazioni dove vi sono più atei e agnostici sono anche quelle più laiche e, guarda caso, sono quelle che destinano maggiori risorse per la cooperazione internazionale. Non solo, ma i non credenti sono anche tra i meno indifferenti alle persone ritenute diverse e svantaggiate, come emerge dalla mole di dati raccolta dal World Value Survey. Persino l’ex presidente Usa Jimmy Carter ha recentemente dovuto ammettere che “le donne sono trattate più equamente in alcuni paesi che sono atei o in quelli in cui i governi sono strettamente separati dalla religione”. Ma spiegarlo a chi dà fiato alle trombe del clericalismo con un pregiudizio negativo nei confronti dell’ateismo è, evidentemente, arduo. Sarebbe auspicabile che i media fossero meno superficiali nel tratteggiare la miscredenza, vista anche la capacità di influenza che hanno sull’opinione pubblica e la responsabilità che questo comporta nel formare i giudizi delle persone. Sono proprio i mass media, anche con banalità del genere, ad alimentare gli stereotipi. E non sembrano proprio aver voglia di smettere.

La redazione

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58 commenti

Paolo

Mi sarebbe piaciuto un sacco se dopo aver tanto decantato l’importanza del “credere” in quel numero, avesse perso tutto rovinosamente A CAUSA della sua credenza! Che occasione sprecata per una grassa risata!

Giorgio Pozzo

Il guaio è che la mente umana è fortemente asimmetrica: associazioni positive vengono notate e ricordate molto più facilmente che associazioni negative. Se io punto sul 13 e vinco una volta su dieci, mi ricordo di quell’unica volta e dimentico le altre nove. Conseguentemente, ho una autoconferma che 13 sia il mio numero fortunato.

Se fossi io il concorrente, alla domanda di Insinna sul perchè scelgo x invece di y, avrei una miriade di risposte interessanti, e incomprensibili ai più del pubblico.

massi

Appunto: è una trasmissione televisiva e si chiama “ruaota della fortuna” Con la religione ha in comune lo spaccio delle illusioni (per questo ci ritroviamo infestati da caimani).

gmd85

Eh, sarà che Insinna risente dell’influsso di Don Matteo 😆

Comunque, uscite del genere si. Affermazioni nell’altro senso, guai a parlarne, vero?

Marcateo

Niente di nuovo sotto il sole.
Legare l’asino dove dice il padrone.

Diocleziano

Invitiamo l’insipido insinna a visitare questo forum, così potrà dissipare la nostra indifferenza con la forza del suo credo o la vastità dei sui dubbi. Salvo magari poi fare la figura del pırIa come succede sovente ad altri credenti dubitanti.

Federix

A proposito di “indifferenza” o “indifferentismo:

“L’indifferentismo, ossia quella perversa opinione che per fraudolenta opera degli increduli si dilatò in ogni parte, che cioè possa in qualunque professione di fede conseguirsi l’eterna salvezza dell’anima, se i costumi si conformano alla norma del retto e dell’onesto.
E da questa corrottissima sorgente dell’indifferentismo scaturisce quella assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che debbasi ammettere e garantire per ciascuno la libertà di coscienza: errore velenosissimo a cui appiana il sentiero quella piena e smodata libertà d’opinare che va sempre aumentando a danno della Chiesa e dello Stato, non mancando chi osa vantare con impudenza sfrontata provenire da siffatta licenza alcun incomodo alla Religione”.
Gregorio XVI (Enciclica “Mirari vos”, 15 agosto 1832)

Mirabile? :mrgreen:

Stefano Grassino

Ma cosa vuoi invitare Insinna a questo forum Diocleziano. Sarebbe come invitare Calderoli ad una riunione dove di discute di Kant.

Federix

Non vorrei essere eccessivamente sospettoso, ma l’illogico discorso “A qualcosa nella vita bisogna credere, o dubitare: l’indifferenza è atea, è l’unica cosa che non va coltivata. Credere o avere grandi dubbi è una delle forze della nostra vita”.” non potrebbe sembrare confezionata dalla ccar e messa in bocca a Insinna come spot pubblicitario anti-ateo, in un programma televisivo che ha grande ascolto da parte della parte di popolazione probabilmente meno intellettuale e quindi più influenzabile? Tra l’altro, guarda caso, proprio in questo periodo Bergoglio se la sta prendendo proprio con gli atei…

Mattia

Se noi atei siamo disabili del cuore, i credenti sono i disabili cerebrali

marilena

mattia, scusa ma il tuo paragone offende tutti i disabili psichici, così ti metti sullo stesso piano di chi ci ha definiti disabili del cuore. Grazie

Arnado

Ok….però allora diciamo che Insinna oltre che clericale e anche poco rispettoso dei cardiopatici.

Gianfranco

Insinna si è lasciato sfuggire una frase….
Ma di Jerry Scotti che quotidianamente con il suo “dio ci benedica” o con i pistolotti da ferreo credente, ne vogliamo parlare??

francesco

vabbè, di scotti di può dire per lo meno che stava su una tv privata, non è che si può recriminare più di tanto. che lo facciano alla rai è grave, invece.

Diocleziano

Non guardo mai i suoi programmi e sistematicamente non compro i prodotti che pubblicizza. Se lo facessero in molti vedremmo che la smetterebbe; oppure i suoi sponsor smetterebbero di usarlo.

DucaLamberti74

La tv italota nazional-popolana è degna del popolino di questa italietta popolata da tanti italioti.

Non capisco di che abbiate a meravigliarvi !

Ogni nazione laddove il voto è libero ha la classe politica che si merita e questa nomina i dirigenti della tv italiota di stato (la repubblica dell’italietta) che danno ai popolani italioti i programmi simpatici che tanto piacciono a loro (mi sembra il gioco dei pacchi abbia scolti nell’ordine dei dieci milioni di telespettatori a sera…ma posso sbagliarmi).

Lo invito è a fare come il sottoscritto…

RINUNCIARE ALLA TELEVISIONE (ormai stupida ed inutile).
DI CONSEGUENZA NON PAGARE IL CANONE RAI.

Unica controindicazione che vedrei è se uno ha dei bimbi (massimo 14anni) …allora se non si vedono la loro dose di cartoni animati poi sono esclusi dalle disquisizioni su mostri, streghette, et similia dei compagni di classe…e possono sentirsi degli estranei.

In ogni caso da socio UAAR non posso che approvare questo articolo…una tv di stato (almeno se fosse questo uno stato civile)…non dovrebbe avere posizioni di fede religiosa.

DucaLamberti74

Gérard

Sono d’ accordissimo con te e ormai vado piu spesso su Internet . Pero alcuni paesi hanno reti televise molto buone e penso ad ARTE che trasmette sia in francese che in tedesco .
Poi le reti belghe, lussemburghese, tedesche che seguo via la parabolica trasmettono i films per intero senza interruzione pubblicitarie ….

Pierluigi

A parziale consolazione, diciamo che nessun ateo o agnostico verrà fulminato sulla strada di Damasco grazie ai pistolotti di Insinna, Di Pietro o Scotti…

myself

Esattamente. Infatti si tratta di un gioco in cui, trascurando le proposte dell’infame, indipendentemente dalle scelte fatte la probabilità di vincere è sempre la stessa. Considerando le proposte fatte dall’infame, ci si accorge che queste coincidono sempre con il valore atteso di vincita dei pacchi rimanenti, per cui accettare o meno non è vantaggioso né svantaggioso, permette solo di concludere prima il gioco. Poi ricordo che era stata fatta un’analisi statistica e ci si era accorti che i premi più grandi rimanevano per ultimi molto più del normale, pertanto con gran probabilità il gioco è truccato.

Diocleziano

”…pertanto con gran probabilità il gioco è truccato…”
Ci puoi giurare. Basta fare una statistica sul valore dell’ultimo pacco rimasto, che dovrebbe coincidere col numero delle puntate diviso per il numero dei pacchi. Quindi il pacco di minor valore ha la stessa probabilità di restare quanto quello di maggior valore, idem per tutti gli altri. Dalle denunce del Codacon pare che così non sia. Senza considerare quando li hanno beccati a disporre i pacchi in un certo ordine…

Giorgio Pozzo

E’ difficile da dimostrare, comunque, se da qualche parte, in qualche modo, non viene eliminata l’informazione data dal legame “numero del pacco””valore del pacco”, allora il gioco, almeno potenzialmente, è truccato.

Ovviamente, il fatto che i pacchi vengano “mescolati” durante l’assegnazione ai concorrenti, risulta irrilevante alla luce di quanto sopra (i numeri sui pacchi ci sono gia’).

Danx

Ma come fai a credere in un numero?
Le scritte 10, 72 o 251 o altro dovrebbe dirmi/indicarmi qualcosa?
Ma per piacere!
Ai credenti importa solo credere, perché loro in realtà sono vuoti, devono essere sempre condizionati dal prossimo..se non da un numero, sigh!

Marjo

Bisogna credere alle assurdità dette dalle chiese, ma non al ragionamento dei non credenti. E’ evidente che questo è uno stato mentale inferiore, di chi deve per forza credere a qualcosa. Che idiozia….. Ma il cervello funziona o no??

Daniele

una riflessione filosofica di Insinna è meno intelligente di una scorreggia di Einstein….

giancarlo bonini

Per buona pace di Insinna ( gran caciarone rompitimpani),che io non vedo ma, purtroppo sento da altra TV, io credo in moltissime cose: a tutto ciò che ho visto, sperimentato, goduto, ecc.
Credo anche in cose che non ho mai veduto ( come all’esistenza della Cina), se ho motivi ben documentati per credervi.
Non ho quindi nessun bisogno di aggiungere credenze illogiche e irrazionali, come religioni , numerologie, oroscopi e via dicendo.
Forse sono proprio i credenti ( o presunti tali), che devono continuamente ribadire (e quando possono, urlarlo a tutti) il loro compulsivo bisogno di CREDERE.

Luca C.

Pienamente d’accordo! Altrettanto vero, citando B. Russell, che se non credo agli unicorni, alle fatine, ai draghi ed a babbo natale, non vedo per quale motivo non possa anche non credere in ciò che qualcheduno definisce “dio”.

Riguardo i credenti, invece, lo devono ribadire/urlare, il loro credo, magari anche perché hanno una paura “folle” – od una follia paurosa – di quello che non può esservi dopo. Un giorno mi si avvicinarono due esponenti dei santi degli ultimi giorni (la concorrenza dei testimoni di geova, grosso modo), che alla domanda che mi rivolsero: cosa credi ci sia dopo la vita? io risposi tranquillamente: “nulla”.

gmd85

@E.ng.y

Però, inutile. Sempre che per te, cultrice della libertà di espressione, certe cose non si possano comunque dire.

Che poi la credenza si inserisca perfettamente nella teoria dell’ago ipodermico o del magic bullett è anche palese, eh.

Stefano Seguri

Il giullare televisivo di turno – da quello che leggo nell’articolo introduttivo del 3D – ha associato, forse inconsapevolmente, la fede religiosa con la credenza nei numeretti che ti fanno vincere in quel postribolo di subcultura provincialotta pagata milioni di euro dai contribuenti. Pertanto credo che a incazzarsi di più, in tal caso, dovrebbero essere tutti i pii educatori confessionali che vedono la questione fideistica ridursi a barzelletta da gioco serale ipocerebrato che scivola via tra un rutto e l’altro di chi lo guarda mentre consuma la cena.
Che poi il giullare suddetto voglia stigmatizzare il fatto che l’intelligenza atea, non accettando la creduloneria, non accetti nemmeno di credere che le vincite di quel teatrino di scarsissimo livello siano estranee da combine, crediamo sia una sua reazione comprensibile, e lo fa soprattutto su ordine dei suoi capi produttori viste anche le polemiche – e qualche indagine – che il giochetto in questione aveva suscitato negli anni passati. Ma si sa, lo spirito santo ha acqua giustifcante per tutti, vero Insinna?

Più sistematicamente, non vi è presenza o attività di enterteinment nelle reti RAI che non sia stata sdoganata nel suo agire dall’impegno preso di propagandare il confessionalismo (cattolico soprattuto e sopra tutti) . Ma il tempestare continuamente a favore di una credenza significa solo dimostrare che a quella credenza le gente ci crede sempre meno e quindi bisogna continuare la pubblicità.
Per il resto, personalmente, sono indiferrente (e rinvendico tale indifferenza) verso i vomiti articolati-figurativi cui sono costretti questi moderni giullari della corte digitale dell’oligarchia, privi oramai come sono di ogni dignità intellettuale.

ateo

Quel presentatore-attore ha dimostrato solo ignoranza, altro che saggezza.

alle

Diciamo che i promotori di una credenza assai poco credibile in sé, debbono fare in modo che questa credenza venga ripetuta fino a sembrare vera (quanto resisterebbe la fede di un credente isolato in un contesto di soli atei?).
Un tempo la chiesa disponeva di parecchi mezzi per far questo: riti, oratori, ecc. Oggi, che nessuno va più in chiesa, deve trovare un modo alternativo di far sembrare credibile ciò che non lo è, e la tv è un ottimo mezzo. A me, più di quell’*#%@ di insinna, dà più fastidio, perché più subdolo, il conti dell’eredità, che piazza le sue brave domandine di religione in mezzo alle altre, come se fossero relative a fatti veramente accaduti, in modo da metterle tutte sullo stesso piano di realtà. Ma, quanto a larve clericali in tv non c’è che l’imbarazzo della scelta, veramente ormai non c’è più trasmissione che si salvi.

diego

E’ un gioco fondato sul caso, non sulle abilità personali. Quindi uscite del genere e contraddizioni nella stessa frase non stupiscono più di tanto.

MetaLocX

È lo stereotipo classico alimentato a dovere: dipingere l’ateo come se fosse un indifferente. Lo chiamo “lo stereotipo dell’ateo menefreghista”.

Sarà capitato un milione di volte di sentirmi dire che sono ateo quindi devo disinteressarmi a certi argomenti, alle ingerenze del Vaticano ad esempio e se insisto ad esprimere la mia posizione allora… “l’ateismo è come la religione”.

francesco

Compagno ateo non ti crucciare l’importante è partecipare 🙂

maximus

“A qualcosa nella vita bisogna credere”

Io credo che questo Flavio Insinna sia un cretino.
Mai visto o sentito nominare prima d’ora, comunque.

Giorgio Pozzo

“… o dubitare”

io dubito di moltissime cose(*): come la mettiamo allora?

(*) ad esempio, dubito, e fortemente, sul valore culturale di certe affermazioni televisive da bieca propaganda.

Alfonso

In televisione ( e ricordiamoci che sono TUTTE sotto il diretto controllo del Vaticano) nulla accade per caso o per iniziativa del presentatore. Tutto e pianificato nei minimi particolari, gesti, parole, posture. Se qualcuno prende iniziative personali ne paga le conseguenze, e qui avete citato Alessandro Di Pietro, ma potrei ricordare Daniele Luttazzi e più ancora indietro nel tempo Beppe Grillo con la sua famosa battuta sulla delegazione socialista italiana in Cina…… Un tempo la santa inquisizione chiudeva le bocche con il rogo, oggi lo fa in modo non cruento ma l’effetto è sempre quello……

Engy

Per me Insinna è uomo e attore insinnificante a prescindere dalle sue convinzioni religiose o politiche. Non so se e quanto sia credente nè esattamente la sua chiesa di riferimento, ma per me sarebbe ugualmente insinnificante pure da agguerrito ateo.
Infatti non lo guardo direi mai, non per snobismo (tanto guardo molte altre cagate) ma perchè sono impossibilitata a farlo perchè a quell’ora ceno.
Di conduttori atei comunque ce ne sono in quantità industriale direi, sia in rai che nelle tv private.
E che fanno pubblica professione di ateismo (o agnosticismo) senza che nessuno oramai faccia una piega minima: Piero Angela, Paolo Bonolis, Michele Santoro, Giampiero Mughini, Lilli Gruber e tantissimi altri.

Diocleziano

L’aborrito Mughini è ateo!?
Da oggi continuerò a non guardarlo, ma con un velo di simpatia! 😎

Engy

@Diocleziano,
perchè, qualcosa ti faceva pensare che fosse credente, Dioclezianuccio?
Invece, ecco, Mughini è uno di quelli che quando li vedo scappo su un altro canale … praticamente quando sto davanti alla tivi è una fuga continua 🙂
Fortunatamente ogni tanto c’è qualche bello film.
P.S. sì, lo so, ho divagato di nuovo, lapidatemi.

gmd85

P.S. sì, lo so, ho divagato di nuovo, lapidatemi.

Ne prendiamo semplicemente atto.

Diocleziano

Lapidarti? ma no tesoruccio, per così poco!

(Se non lo guardo come faccio a sapere cosa è?
Lo aborro per vocazione)

gmd85

@E.ng.y

Dichiararsi apertamente in un senso o nell’altro non vuol dire attribuire significati o concetti impropri agli altri, sai. Perché il punto centrale è questo. Non cosa si è o non si è.

Engy

Discreta dai come battuta @gmd85!
Raccontata poi qui dentro … vero @gmd85?
Mi sbagliavo sai @gmd85 a giudicarti come uno TOTALMENTE privo di sense of humor!
Absolutely!

gmd85

@E.ng.y

Ma quella che lo humor non lo capisce sei tu, tesoro mio.

Ti faccio il riassunto: soggetto X che fa un affermazione su un argomento Y. Questo è il tema, non soggetto X che dice di essere o di non essere qualcosa.
Se a te fa ridere, ripeto, hai uno humor davvero strano. Absolutely.

estroso

Ammazza come galoppa l’intelligenza, devo dire che questo quì è davvero un tipo sveglio e in gamba, gli piace tanto fare il professore d’università, tutto istruito e saputello, quando invece con l’alfabeto si dev’essere inceppato alla “p” e non è più andato avanti, si capisce tutto da come parla, secondo me questo apre bocca e gli da fiato, così tanto per dire qualche cosa, ma in realtà non lo sa nemmeno lui che sta dicendo, mi sembra che sia ad un livello mentale molto scarso e abbastanza ritardato altrimenti farebbe discorsi più intelligenti, come si voleva dimostrare, ha sparato un’altra delle sue idiozie colossali, come sempre, un tipo del genere credo che vada solo compatito e lasciato ai suoi “grandi dubbi” e profonda miseria interiore.

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