Che le medesime parole espresse da esponenti pubblici possano essere utilizzate, indifferentemente, a sostegno o contro lo stesso esponente è cosa risaputa, almeno da chi abbia un minimo sindacale di capacità critica. Quello che si può fare con una sapiente operazione di collage, rielaborando l’ordine delle parole e ricontestualizzandole, non ha quasi limiti. Ma, appunto, in genere queste operazioni vengono fatte in entrambi i sensi e quindi alla fine il lettore/spettatore ha la possibilità di attingere a fonti che pubblicano interpretazioni opposte. In genere. Non così, almeno in Italia, quando ad essere analizzate sono le parole del pontefice.
Tutti pazzi per Bergoglio
Quando si parla del papa, qualunque papa, si assiste a una sostanziale convergenza di giudizi da quasi tutte le parti. Raramente si leggono opinioni che non esprimano apprezzamento, e con l’elezione di Bergoglio il clima di papolatria sembra dilagare ancora più di prima, complice lo stile comunicativo decisamente più affabile di quello del suo predecessore. E così ogni parola viene ricondotta a una presunta apertura della Chiesa verso temi socialmente rilevanti e a una sua complessiva modernizzazione. Ma è veramente così? Noi pensiamo di no e rileviamo anzi che non sembra profilarsi all’orizzonte nessuna riforma concreta che renda la Chiesa meno invadente di quanto lo sia oggi, a dispetto dei presunti incitamenti al dialogo (ma a senso unico).
Vediamo, ad esempio, cosa si è detto e cosa effettivamente è stato detto dal papa nella recente intervista rilasciata a Civiltà Cattolica. Prendiamo il titolo del Corriere della Sera: Il Papa apre ai divorziati e alle donne che hanno abortito: «Misericordia, non tortura». Si parla quindi di apertura, ma in quale senso? Magari il lettore distratto viene portato ad attendersi una presa di posizione a favore della legge 194, o quantomeno un’eliminazione della scomunica latae setentiae prevista dal codice di diritto canonico per le donne che abortiscono, ma a leggere più attentamente si vede che in realtà il riferimento è al ruolo del confessore e a tal proposito Bergoglio dice: “Penso anche alla situazione di una donna che ha avuto alle spalle un matrimonio fallito nel quale ha pure abortito. Poi questa donna si è risposata e adesso è serena con cinque figli. L’aborto le pesa enormemente ed è sinceramente pentita. Vorrebbe andare avanti nella vita cristiana. Che cosa fa il confessore?”. Interessante l’accostamento dell’immagine del matrimonio fallito con quella dell’aborto, e quella del pentimento con la prolificità.
Nulla di nuovo nell’orientamento ecclesiatico, dunque, e la cosa viene confermata anche nel successivo incontro del papa con i ginecologi cattolici per cui ancora il Corriere della Sera titola: Il discorso del Papa ai medici ginecologi: «Aborto prodotto della cultura dello scarto». Bergoglio, in un passaggio del suo discorso, si congratula con i dottori e ricorda che per la dottrina cattolica il ruolo principale della donna è fare figli: “alla luce della fede e della ragione voi riconoscete la maternità come missione fondamentale della donna, sia nei paesi poveri dove il parto è ancora rischioso per la vita, sia in quelli più benestanti dove spesso la maternità non è adeguatamente considerata e promossa”.
I gay: sì a chi cerca Dio, no alle lobby
Nemmeno a proposito dell’omosessualità il discorso cambia, a dispetto del titolo di Repubblica che dice: Il Papa: “La Chiesa? Un ospedale da campo” – E chiede misericordia per gay e chi ha abortito. Qui almeno lo si dice chiaramente che oltre alla semplice misericordia non si andrà. Non rispetto, si badi bene, ma misericordia, pietà. I gay, i divorziati, le donne che abortiscono vengono sempre dipinte come persone che devono essere infelici e a cui la Chiesa si propone quindi di dare conforto, sostegno morale. Degno di nota sarebbe anche l’aneddoto personale che Bergoglio ha raccontato a sostegno della sua metafora che vuole una Chiesa formato ospedale da campo: “Quando ho avuto il problema al polmone in ospedale, il medico mi diede penicillina e strectomicina in certe dosi. La suora che stava in corsia le triplicò perché aveva fiuto, sapeva cosa fare, perché stava con i malati tutto il giorno”. Ogni commento sembra superfluo.
Anche sulle presunte aperture di papa Francesco verso gli omosessuali i giornali hanno speculato molto, ma anche qui se si va a vedere la sostanza è poca. Sul volo di ritorno dalle giornate della gioventù in Brasile, il papa aveva parlato ai giornalisti degli omosessuali, commentando le notizie sulla lobby gay in Vaticano. Il papa ci aveva tenuto a precisare che un conto sono i singoli omosessuali, un altro conto le “lobby”. Quindi “se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”, si era limitato a dire. Certo non si può ignorare una differenza, quantomeno nel tono comprensivo. Il problema per Bergoglio, come per il suo predecessore Ratzinger, non sono i gay che si sentono inadeguati, fragili, che vivono un disagio (proprio a causa della demonizzazione clericale), che sono credenti e cercano il perdono della Chiesa: il problema sono i gay orgogliosi, che si organizzano e fanno valere i propri diritti, dipinti come persone che provocano e “ostentano” la propria omosessualità.
Proprio Francesco, nella recente intervista alla rivista dei gesuiti, è tornato sul punto: “Durante il volo di ritorno da Rio de Janeiro ho detto che, se una persona omosessuale è di buona volontà ed è in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla. Dicendo questo io ho detto quel che dice il Catechismo”. Infatti nel Catechismo viene condannata l’omosessualità: gli atti omosessuali “sono contrari alla legge naturale” e “in nessun caso possono essere approvati”. L'”inclinazione” gay è comunque “oggettivamente disordinata”. Ma gli omosessuali “devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza”, senza “marchio di ingiusta discriminazione”, e sono chiamati alla castità e alla preghiera per “avvicinarsi alla perfezione cristiana”. Altro aneddoto, che racconta lo stesso Bergoglio, è indicativo della sottile capacità di svicolare questioni dirimenti: “Una volta una persona, in maniera provocatoria, mi chiese se approvavo l’omosessualità. Io allora le risposi con un’altra domanda: “Dimmi: Dio, quando guarda a una persona omosessuale, ne approva l’esistenza con affetto o la respinge condannandola?”. Bisogna sempre considerare la persona»”. L’ambigua risposta di Bergoglio — come quelle date a Scalfari nella famosa lettera a Repubblica — diventa una perla di saggezza e segno di apertura.
Le dichiarazioni del papa e il cattolicesimo reale
La vera linea perseguita dalla Chiesa sotto la guida di Bergoglio la si evince invece da altre frasi, come per esempio questa: “Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. […] Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione”. Come dire che continuare a stigmatizzare gay e donne che abortiscono in una società secolarizzata non porterà nessun consenso, molto meglio non parlarne — almeno non in questi termini — pur continuando a mantenere la barra a dritta. Quando eravamo noi a sottolineare come la Chiesa fosse ossessionata da temi come sesso e bioetica, con le allarmistiche dichiarazioni di Benedetto XVI, ci veniva affibbiata l’etichetta di impertinenti laicisti e anticlericali per partito preso da parte degli stessi media che ora celebrano le aperture bergogliane fatte di enunciazioni continue. Aperture che, come ammette implicitamente lo stesso Francesco, sono dettate da esigenze di immagine. Tutto sommato è un fatto positivo che il capo di una grande religione debba ammorbidire i toni delle tradizionali posizioni, è il segno che la secolarizzazione avanza e che la Chiesa deve farsene una ragione, cercando di rendersi più accettabile a fedeli e non. Lo stile duro e puro di Ratzinger non funziona più, di questo devono essersi resi conto in Vaticano. Ma di strada da fare ce n’è ancora perché le parole si traducano in fatti.
Mentre il papa è conciliante ed empatico, la Chiesa nel suo complesso e i fedeli più pii non mostrano affatto un atteggiamento più aperto. Anche le posizioni degli elettori dell’ultimo conclave che ha elevato Bergoglio non sono cambiate di una virgola. Il clericalismo dei prelati è sempre prepotente, come dimostrano ad esempio le ultime dichiarazioni — proprio su omosessuali e famiglia — dei cardinali Carlo Caffarra e Angelo Bagnasco. E come dimostra la battaglia (per ora vincente) dei vescovi italiani contro la legge sull’omofobia, che vede eccezioni proprio per le confessioni religiose. Allo stesso modo, i politici che si dichiarano cattolici in Parlamento e altrove ostentano la consueta rigidità su certi temi, boicottando le riforme laiche. Persino Silvio Berlusconi nel suo ultimo videomessaggio ha proclamato con enfasi che la nuova Forza Italia “difende i valori della nostra tradizione cristiana, il valore della vita, della famiglia”.
Il confessionalismo in politica (che cerchiamo parzialmente di evidenziare con le clericalate), come sappiano, è diffusissimo e non accenna a diminuire con il nuovo corso bergogliano. Anzi molti si sentono più legittimati perché rendono omaggio a un papa simpatico, che gode di diffusi consensi. In questo clima non mancano cedimenti o eccessive aspettative da parte di laici di diversa estrazione, come Massimo Teodori, Nichi Vendola e Vauro. Soprattutto a sinistra, la crisi di modelli e identità politica porta ora a considerare Francesco un punto di riferimento, persino un progressista, per qualche accenno letto come anticapitalistico, per l’appello contro la guerra e le ricorrenti parole di misericordia.
Se proprio si volesse cercare qualche apertura, sebbene tutta da verificare, occorrerebbe andare in altre frasi che però non hanno avuto la stessa eco di quelle sopra. In particolare il papa ha detto: “La religione ha il diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente, ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: l’ingerenza spirituale nella vita personale non è possibile”. Che dire, possiamo aspettarci che finalmente si riconosca che ogni persona ha il diritto di autodeterminarsi e di conseguenza che una legge a favore dell’eutanasia è desiderabile anche dai cattolici? Magari! E dice anche: “Questa Chiesa con la quale dobbiamo “sentire” è la casa di tutti, non una piccola cappella che può contenere solo un gruppetto di persone selezionate. Non dobbiamo ridurre il seno della Chiesa universale a un nido protettore della nostra mediocrità”. Se il riferimento è al fanatismo cattolico e il messaggio è inteso a cercare di emarginarlo, la cosa non può che farci piacere. Spiace semmai che determinati aspetti non vengano opportunamente sottolineati, se non altro a futura memoria, dai mezzi di informazione che invece preferiscono lanciarsi in facili sensazionalismi. Anche se a dire il vero qualcuno ogni tanto sembra accorgersi di queste incongruenze, come Filippo Facci in un suo breve articolo pubblicato su Libero e Luca Kocci su il manifesto.
La redazione
Articolo molto condivisibile.
Ci troviamo nella strana situazione di vivere in un paese in cui la laicità è sempre sotto attacco, un paese in cui membri del governo chiedono interventi alla CEI, il paese della legge 40 e il paese in cui i medici obiettori sono in continuo aumento (oggi quasi il 70%) e tantissimi laici anziché affrontare problemi del genere sono occupati a lodare le aperture (inesistenti) del Papa….
Non è un caso che l’Italia vada così.
Infondo, siamo il paese della lamentale a scoppio ritardato. Ignoriamo i problemi per lamentarcene pedantemente quando ne subiamo gli effetti.
L’Italia è sempre meno laica e il culto della personalità di Francesco non può che velocizzare l’involuzione clericale delle Istituzioni italiane
“Nella messa a S. Marta (il papa) dice: “Impossibile servire Dio e il denaro”. Poi un messaggio ai ginecologi: “Ogni bambino non nato è condannato ingiustamente”. A Civiltà cattolica: “Misericordia per chi ha abortito, se c’è pentimento. Non possiamo insistere solo su nozze gay e contraccettivi” (Dal sito di Repubblica di alcuni giorni fa).
Questo papa… mandando in estasi chi, di fronte alla crisi inarrestabile della politica e alle prospettive di una crisi economica sempre più drammatica, ha finalmente trovato il tanto atteso nuovo messia, il faro che ci indicherà la rotta per navigare sicuri nella tempesta… mica scherza. Infatti nelle sue parole si intravede, non una salvezza qualsiasi, ma addirittura la salvezza eterna anche per i peccatori; in particolare, in questo caso, per quelli che hanno praticato l’aborto. Non solo, ma anche per i gay che stravolgendo il concetto di famiglia parlano addirittura di nozze tra di loro.
Perchè papa Francesco ‘apre’ a tutti… e cosa chiede in cambio? Ben poco in verità: basta pentirsi! Tranquilli, non si richiede un ‘auto da fè”, deve trattarsi solo di un atto di coscienza. Se sarà sincero o solo di maniera… deciderà dio in persona, non certo noi peccatori; fosse pure il papa, lui peccatore come tutti.
In realtà c’è anche un’altra condizione, un po’ meno aggirabile col solo pentimento interiore: per la salvezza eterna è necessario lasciar perdere il denaro! Che non è definito proprio ‘sterco del diavolo’ (papa Francesco usa un linguaggio più soft), ma che finisce pur sempre per costringerci a servirlo invece di porci al servizio di dio. Come disse a suo tempo un papa di allora di fronte al Francesco storico, quello di Assisi, che si dice avesse rinunciato ad ogni ricchezza, l’importante non è vivere nella povertà, ma fare un uso povero dei beni! Quanto poi al fare veramente un ‘uso povero dei beni’… dovendo vivere in questo mondo in cui tutto si muove (almeno fino a quando non esploderanno le contraddizioni del sistema produttivo vigente) ricorrendo al denaro… sì, insomma, in qualche modo, se si vuol sopravvivere bisogna pur sporcarsi le mani; e la chiesa, se vuol sopravvivere come istituzione, non può essere da meno. Ma anche qui, tranquilli! Basta pentirsi…
E se una/o non vuole pentirsi?
🙂
@ Ottodibisarck
“E se una/o non vuole pentirsi?”
Il problema è dei credenti che devono rimettersi al giudizio di dio, il quale solo può sapere se ci si è pentiti davvero, non certo il papa… e solo un presuntuoso (quindi un peccatore) può anticipare il giudizio divino. Dio sarà anche buono, ma – così dicono – è anche giusto, e può dannare in eterno… adesso che non c’è più nemmeno il purgatorio. Oppure si tratta solo di un deterrente? Vallo a sapere!
Francamente se fossi credente non starei tranquillo…
Per me vale la risposta del comico George Carlin, dio ti ama ma ha bisogno di soldi, strano vero? Visto che ha fatto tutto il mondo ma nonostante questo ha tanto bisogno di soldi.
parla a tutti meno a Cei che continua a non pagare le tasse.
Monologo della foto:
«Colore intenso… profumo vellutato… gusto corposo e avvolgente…
sentore di frutti di bosco e violacciocche… retrogusto asciutto…
Perbacco, mica male!»
Segretario: Santità, ma che ha la vista a raggi x come Superman?
Papa Umile: Impertiniente!
Dopo il quarto bicchiere si vede anche attraverso l’oro! 😆
A mia esperienza, quando i preti parlano di metafisica stanno implicitamente preparando una linea politica.
Quando minacciano le fiamme dell’inferno, o quando, con toni più soft, battono sulla mancanza morale per alcune categorie stanno preparandosi a contrastarne diritti politici e temporali (vedi i gay appunto); quando parlano di comprensione e misericordia probabilmente vogliono iniziare a lasciar perdere o comunque evitare di porsi frontalmente contro i diritti di queste categorie.
Dunque, probabilmente perchè ha capito che è una battaglia persa, il papa attuale vuole attutire l’opposizione frontale della Chiesa cattolica verso alcune categorie e sta preparando l’humus per sospendere una guerra ormai probabilmente persa.
“Il papa apre ai divorziati,agli omosessuali e alle donne che hanno abortito”.
Non ci vedo assolutamente niente di strordinario.
Semplicemente il Bergoglio ha fatto ( o fatto fare ai suoi collaboratori)
qualche piccolo calcolo,dal quale evidentemente risulta che la massa dei potenziali
“fedeli” che puo’ sperare di riconquistare in questo modo supera per
numero e per influenza quella delle “perdite”,vale a dire i tradizionalisti seguaci di Lefebvre, e analoghi integralisti cattolici.
Business is business.
Mi pare una guerra persa, divorziati, omosessuali e abortende è poca roba per ripristinare le masse perdute. E poi la chiesa ha bisogno di presenze di facciata; fedeli problematici non danno prestigio, alla fine si penserà che solo gli sfigati siano credenti.
Un gay possederà il tuo dio per sempre e gli farà vomitare tutta la sua cattiveria.
Era ora un articolo critico su come la stampa (in maniera sospetta) fomenta la papolatria. Credo però che anche questo papa alla lunga non riuscirà a risollevare le sorti della ccar visto che non al polacco riuscì l’impresa e lui di anni all’inizio del pontificato ne aveva parecchi di meno di sto tizio.
errata corrige
Era ora un articolo critico su come la stampa (in maniera sospetta) fomenta la papolatria. Credo però che anche questo papa alla lunga non riuscirà a risollevare le sorti della ccar, visto che nemmeno al polacco riuscì l’impresa e lui di anni all’inizio del pontificato ne aveva parecchi di meno di sto tizio.
A me pare chiaro che in Vaticano si sono messi a giocare a poliziotto buono e poliziotto cattivo.
Bergoglio è quello “buono” apre, comprende, abbraccia ecc. ma a parole, beninteso !
Poi arrivano i cattivi: vescovi, cardinali, amministratori, che rimettono le cose al loro posto !
🙂
Be’, in fondo è da quando è salito al soglio che va avanti questa storia dell’ambiguità seguita dal nulla effettivo più assoluto.
Sarò prevedibile, ma: nil novi sub sole…
Comunque mediaticamente parlando il problema rimane solo italiano perché negli altri paesi le notizie sul papa arrivano ogni tanto, non come da noi ogni secondo.
Anche stasera, tg1rai, seconda notizia d’apertura: monito di bagnasco ai politici. Banalità sulla crisi bla bla bla, sulla disoccupazione bla bla bla e richiamo sulla famiglia di uomo e donna bla bla bla…
Per chi come me legge normalmente i giornali tedeschi ed austriaci è sconcertamente vedere la papolatria e la sudditanza verso la chiesa cattolica tutta italiana.
Sembra di vivere in un altro mondo, tale è il bombardamento mediatico qui in Italia.
Anche un giornale di area cattolica come la Kronen Zeitung austriaca riporta notizie solo di tanto in tanto, mentre da noi giornali presunti laici come Repubblica non perdono giorno senza riportare le esternazioni del papa e dei cardinali. E questo nonostante il calo dei fedeli e la presenza in Italia di altre religioni (o dei non credenti) completamente ignorate.
E ci dobbiamo sorbire le banalità su qualsiasi cosa. Facile dire tante belle parole retoriche senza fare niente di concreto.
Prepariamoci a subire un’altra settimana di commossi commenti al
pensiero papista: oggi il vecchio Fester ha risposto, con una lettera,
a Odifreddi!
Penoso il servizio del tg dio2rai: argomenti a senso unico,
il punto di vista di Fester contro le taciute critiche di Odifreddi.
Altri titoli di oggi: la tarantola soddisfatta dichiara di aver tolto
‘il trash’ dai programmi rai… Dove l’avrà messo, sotto al tappeto?
Se i preti sono tendenzialmente pedofili, chi sono io per giudicarli?.
http://www.repubblica.it/esteri/2013/09/17/news/australia_pedofilia-66707532/?ref=HREC2-9
Fortunatamente a volte la legge (quella umana) giudica a favore delle vittime.
Bergoglio è così aperto che non chiude mai la porta in faccia a nessuno. Apre a tutti indistintamente per poterli condannare senza contraddittorio.
Bergoglio e Ratzinger.
Il solito vecchio trucco del poliziotto buono e di quello cattivo.
@Lector
Di’ piuttosto la solita abilita della Curia di cogliere le occasioni al volo e sfruttarle a fondo.
Con Woityla si sono ritrovati con un papa malato che ha agonizzato per anni prima di dipartire, e questo gli ha permesso di esibire al mondo un povero vecchio malandato, come se ne trovano a migliaia negli ospizi ,spacciandolo per chi porta sulle spalle le soffferenze di tutta l’umanita come un martirio mistico.
Con Ratzinger invece dopo aver commesso l’errore di scegliere
un personaggio “all’antica”,inadatto alle “public relations”col mondo moderno,dopo averlo silurato sfruttano ora ,come dici tu,il contrasto per enfatizzare la pretesa “modernita” del successore.
@–>Laverdure
Concordo su tutta linea con la tua analisi.
In particolare, sottoscrivo pienamente questa osservazione centratissima:
“gli ha permesso di esibire al mondo un povero vecchio malandato, come se ne trovano a migliaia negli ospizi ,spacciandolo per chi porta sulle spalle le soffferenze di tutta l’umanita come un martirio mistico”
Dopo il papa truce e un po’ suonato – diceva cose semi o del tutto incomprensibili – ecco il papa cordiale, alla mano, simpaticone che conquista i cuori anche degli atei non devoti (vedi il ridicolo carteggio Scalfari – Bergoglio con cui Repubblica si è fatta un po’ di pubblicità).
Ma anche questo dice cose semi o del tutto incomprensibili, ambigue e anche francamente idiote. “Senza lavoro non c’è dignità.” Bene, bravissimo, clap clap. E come si creano posti di lavoro, chi li deve creare? Lo Stato? Nei regimi comunisti non esiste(va) la disoccupazione, in compenso c’è molta dignità immagino. Che bel concetto la dignità! “Gesù dacci lavoro” invocavano a Cagliari. Come no, sarete subito serviti. Gesù è buono e misericordioso (Marchionne un po’ meno – ma anche lui poveraccio deve far quadrare il bilancio, dovete capire).
Che pacchia però questo papa per la Chiesa. Due parole in libertà e qualche gesto e già ci siamo dimenticati tutto il resto. Ora e sempre: sia lodato Gesù Cristo!
Bergoglio santo subito! Ormai “cannonizzano” tutti i papi.
A proposito dell’entusiasmo suscitato dalle continue e superficiali esternazioni di “Francis il papa parlante” vorrei citare il proverbio “Scopa nuova scopa bene” (intelligenti pauca… e ovviamente absit iniuria verbis).
Niente paura ho finito con il latinorum.
Vorrei piuttosto segnalare l’incredibile articolo di Gustavo Zagrebelski su Repubblica di ieri, che dimostra come l’illustre professore abbia idee estremamente confuse circa la laicità dello Stato.
Ma non era Z. un faro della laicità?? O forse il giorno che a scuola insegnavano il ragionamento logico il povero Z. era a casa malato?
Certo che se queste sono le nostre punte di diamante siamo proprio messi male!
Saluti da Roma
La recente svolta clericale di Repubblica è davvero impressionante. Da quando Berg-imbr-oglio è stato intronato e ancor più da quando è diventato pen-friend di Scalfari, i salamelecchi filoclericali si sprecano.
@Giovanna
E’ l’epoca delle larghe intese! Il PD, di cui Repubblica è l’organo di stampa non ufficiale (ma manco tanto), si appresta all’ennesimo balzo al centro. Alle prossime elezioni, quando il signor B sarà fuori dai maroni se non per motivi giudiziari almeno per motivi anagrafici, il centro cattolico ritornerà nell’alveo del centro destra e il PD dovrà contendergli voti. E ovviamente, in clima di papolatria indotta (perché di manipolazione di massa si tratta!), diventare papisti è il modo migliore per catalizzare voti. Anche perché, vista l’impossibilità a distinguere le parti in causa sulle tematiche economiche, la prossima campagna elettorale dovrà necessariamente essere impostata su tematiche civili.
l’ho scritto con educazione come mio stile citaappaiando odifreddi e scalfaro. non si può fare la critica ad odifreddi perchè cancellate? mi sembra veramente in, magari darebbe fastidio anche a lui.credibile
Ecco un articolo di Micromega sulle esternazioni dell’attuale papa:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/dottrina-e-misericordia-dove-la-rivoluzione-di-papa-bergoglio/
“Pedofilia nel clero, Bergoglio ha reso illegale la denuncia dei crimini”
http://cronachelaiche.globalist.it/Detail_News_Display?ID=85317
http://www.articolotre.com/2013/08/pedofilia-papa-bergoglio-e-quella-norma-controversa/200753
“Papa Francesco ha taciuto sui casi di pedofilia in Argentina”
http://www.giornalettismo.com/archives/835681/julio-cesar-grassi/
“Papa, da attivisti accuse di silenzio su 2 casi pedofilia in Argentina”
http://www.lapresse.it/cronaca/papa-da-attivisti-accuse-di-silenzio-su-2-casi-pedofilia-in-argentina-1.302175
http://livesicilia.it/wp-content/uploads/2013/04/Papa-Francesco-bacia-una-bambina.jpg
http://images.roma.corriereobjects.it/gallery/Roma/2013/03_Marzo/palme/papa/img_papa/palme_08_672-458_resize.jpg
http://www.iltempo.it/polopoly_fs/1.1141127.1369217818!/image/image.jpg_gen/derivatives/landscape_300/image.jpg
http://www.uaar.it/news/wp-content/uploads/2013/07/papa-baci-550×240.jpg
http://www.ilmessaggero.it/ArchivioNews/20130320_tenerezza.jpg
http://notizie.tiscali.it/media_agencies/13/03/19/Papa_bambino–400×300.jpg
Quella del bacio alla bambina è tremenda.
Sembra proprio il preludio d’un coito.
Ci farei un demotivational, ma credo che non me la farebbero passare liscia.
Il commento di Obama: “conciliatory words will have to be matched by actions that are transparent and verifiable.”
Beh, l’ha detto a proposito del presidente iraniano Hasan Rouhani. Ma può andare anche per Bergoglio. 🙂
Andrebbe bene anche per lo stesso Obama…
In tema:
SCALFARI: L’ATEO DE’ NOANTRI CHE PIACE AL PAPA
http://www.valeriobruschini.info/?p=1153
PAPA FRANCESCO I: ORA E SEMPRE CONTRO LA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE
http://www.valeriobruschini.info/?p=1143
PAPA FRANCESCO I PREDICA BENE (?), MA AD ASSISI RAZZOLANO MALE
http://www.valeriobruschini.info/?p=1152
Non capisco perché perdere tempo a spiare aperture e chiusure. A chi interessa quello che dice il papa? Facciamo di testa nostra e tanti saluti. O se vogliamo dei consigli, ispiriamoci a fonti intelligenti.
“Non capisco perché perdere tempo a spiare aperture e chiusure.”
Suppongo: per far sì che coloro che ci cascano e credono alle aperture di Bergoglio si “ricredano” 😉 Tieni presente che le Ultimissime vengono lette anche da credenti, e sono anche inoltrabili a chi si ritiene opportuno 😉