Niente referendum su Otto per Mille e divorzio breve

Lo scorso giugno sono stati lanciati dai Radicali italiani sei referendum con lo slogan “Cambiamo noi“, due dei quali sono stati sostenuti anche dall’Uaar che si è impegnata nella raccolta di firme con i suoi attivisti: quello riguardante il divorzio breve e quello sull’otto per mille. Dopo poco tempo dal lancio di questa piattaforma referendaria i radicali, incalzati da Marco Pannella, hanno bissato lanciando una seconda piattaforma a sostegno di altre sei proposte referendarie sul tema della giustizia, ottenendo per esse il sostegno dei berlusconiani.

Durante l’estate l’attenzione dei media si è focalizzata principalmente sulle proposte di “Giustizia giusta”. I guai giudiziari di Silvio Berlusconi hanno amplificato ulteriormente il dibattito sulla giustizia e questo ha probabilmente monopolizzato le forze dei comitati promotori, allontanando probabilmente anche attivisti di opinioni diverse sulla questione. Alla fine il risultato è che i referendum di “Cambiano noi” sono rimasti abbastanza al di sotto della soglia minima di 500 mila firme, mentre quelli di “Giustizia giusta” ce l’hanno fatta, sebbene per poco. A ragion veduta, si è trattato di un’occasione sprecata.

referendum550

Non si può negare che la mobilitazione sui temi del divorzio breve e dell’otto per mille ci sia stata visto che quei referendum hanno raccolto circa 200 mila firme, ben il triplo delle 65 mila raccolte per la proposta di legge popolare sull’eutanasia e il testamento biologico. Magra consolazione visto che comunque la campagna “Cambiamo noi” non ha raggiunto il suo scopo, mentre la proposta di legge sul fine vita ha superato ampiamente l’obiettivo di 50 mila firme.

Anche il mondo clericale non esulta, visto che tra i referendum che non hanno raccolto firme sufficienti ce n’erano almeno due — quelli sull’immigrazione — che avevano riscosso interesse anche nel mondo cattolico.

La redazione

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51 commenti

claudio285

niente di male. I referendum non funzionano quasi mai. Giusto se c’è un iperimpegno da parte della sinistra tutta, sindacati compresi c’è qualche possibilità, ma la destra sui referendum non riesce a mobilitare (mi riferisco a quelli sulla giustizia). Non credo molto alla strategia dei referendum, a meno di situazione veramente particolari per cui su un certo tema sui crea una tensione mediatica molto alta. Altrimenti si canna il quorum e il provvedimento passa nel dimenticatoio.

gmd85

Ops, non ti avevo letto. Più giù ho scritto lo stesso, pur non parlando di tensione mediatica. Il referendum in sé non è sbagliato, anzi, è l’unico mezzo di democrazia diretta rimasto. Il problema la tendenza italiana a fottersene, a meno di non essere toccati in prima persona.

Francesco

Vorrei leggere commenti sugli amici atei di sinistra.
Questo risultato è -con tutta la possibile evidenza- l’ennesima conferma che la cosiddetta sinistra italiana è un consorzio di potere assai più accorto ad assecondare i suoi padroni clericali e di aria cattolica, che l’ambito dei diritti dell’individuo. Ambito che -per sua propria natura- è avversato dal mondo clericale e confessionale.

Francesco S.

La sinistra italiana, non esiste. La sinistra in italia è minoranza. Se essere di sinistra significa porre il bene comune al di sopra del tornaconto personale, be’ l’Italia non è il posto adatto.

Poi vabbè i radicali e Pannella devono combinare sempre caz.zate, associare un referendum sulla giustizia per favorirsi Berlusconi e poi essere trombati denota solo incompetenza politica.

Diocleziano

Il vero problema dell’Italia è che manca una rete capillare di bocciofile, altrimenti tutti questi vecchi rımbambıtı che affliggono la vita politica italiana avrebbero una possibilità di svago. Pannella, Napolitano, Berlusconi, Sua Banalità, Rodotà, Scalfari, Bersani insieme a tutta la gerontocrazia potrebbero mettere in piedi un campionato di bocce su base rionale, comunale, provinciale, regionale e poi nazionale; quello che sopravvive ha vinto. Ma l’importante è che si levino dalle paIIe!

FSMosconi

@Francesco S.

Se essere di sinistra significa porre il bene comune al di sopra del tornaconto personale, be’ l’Italia non è il posto adatto.

Ecco, questo è un discorso che non condivido del tutto, essenzialmente perché semplicistico: è vero, le destre ‘popolari’ hanno un retroterra reazionario e via dicendo, ma non tutti gli uomini di destra sono antidemocratici. O meglio: non tutti i conservatori sono anti-democratici.

Non caschiamo anche noi nel tranello del nemico interno: non c’è né-un nemico per cui valga la pena di sospendere anche solo per un attimo le regole democratiche più di quanto non sia stato già sancito (sebbene sia d’accordo che la legislazione dovrebbe essere ampliata a tutte le forze eversive e antidemocratiche).

@Diocleziano

Anche qui: magari in linea di massima sono d’accordo.
Sarebbe però d’uopo ricordare che certa gente non è mica nata, cresciuta e maturata come delle pere direttamente col mandato dentro le Camere…

Diocleziano

FSMosconi
Vent’anni fa il nuovo era la Lega, non hanno combinato niente, o non gli hanno permesso di combinare niente, ora sono vecchi e non si tolgono di mezzo. Succederà lo stesso con l’M5S o con Renzi? La certezza è che il marcio è al potere, ma per cambiare si va con i piedi di piombo; tanto lentamente che quando ci si decide quelli sono già diventati tutti vecchi… E sta rispuntando il formigone come nuova proposta! Certo è che governo ed elettorato vivono in simbiosi come gli scarabei con la m.erda.

FSMosconi

@Diocleziano

E no ti ci mettere!
Come sopra: il senso del discorso è che è vero, c’è un’immaturità di fondo della nostra democrazia, viziata dalla logica democristiana della sopravvivenza. Non lo nego.

Il punto è che loro e noi, volenti o nolenti, non siano così alieni gli uni a gli altri. I problemi “grandi” si riflettono nelle situazioni “piccole” e i problemi “piccoli” si riflettono in quelle “grandi”. Chi li ha votati? Chi li ha cresciuti? Sono per caso nati col mandato come principi? O è tutto il sistema ad avere una falla, nostro comportamento compreso?

Diocleziano

E io cos’ho detto?
Il ”quando ci si decide” è riferito agli elettori.
Si vota la gente sbagliata, a tempo e luogo sbagliati.

Francesco S.

FSMosconi

Il mio non era un discorso sulla democraticità o meno, ma su cosa vuol dire essere di Sinistra e in quella definizione rienentrano pochi italiani. Si è ritenuti dei ‘fessi’ nel fare quello che rientra in quella definizione: è anche colpa degli italiani se ci ritroviamo questi politici lecchini e affaristi che sono espressione della maggioranza italiana, io nel mio piccolo ho sempre evitato di favorirli, ma molti italiani ragionano di ‘panza’. Il clericalismo è solo una conseguenza di questo modo di ragionare affarista.

Tiziana

quello che manca è in realta il pensiero liberale e quello libero. Non comprendo, o meglio o comprendo in un paese sottomesso culturalmente ala chiesa, il erchè un banalissimo divorzio deve apassare per vie tortuose. sull’0tto per mille, referendum che comunque ho firmato come tutti gli altri compresi quelli sulla giustizia, non ero d’accordo sulla formulazione in quanto sono per l’abolizione

FSMosconi

@Diocleziano

Ok, mi scuso. Qui pro quo. 😛

@Francesco S.

Vero. Forse in quanto a forma non ci si intende, ma la sostanza più o meno l’ho capita.

Accidenti: dovevo proprio essere svampito quando ieri sera ho letto i vostri due commenti… 😀

Francesco S.

@FSMosconi

La colpa è anche di chi scrive nel non farsi ben capire. :lol

claudio285

La sinistra promuove solo referendum di casa sua: acqua pubblica, cose così. Il PD è parecchio antireferendario. Pannella c’ha messo del suo come al solito mettendomil divorzio insieme alla separazione delle carriere (ma a che diavolo serve? Non c’è l’ha nessun paese normale, perchè dovremmo avercela noi?) che è una sua fisima.

Cmq ripeto, meglio non aver raggiunto le firme che il quorum, che io do per imprendibile ormai sui temi etici, vedasi legge 40

FSMosconi

@Francesco

Tempo fa Furio Jesi scriveva:

La maggior parte del patrimonio culturale, anche di chi non vuole affatto essere di destra, è residuo culturale delle destra

E notando la frequenza di concetti così in auge come leader, tradizione et similia non posso che dargli ragione.
Aggiungiamoci l’esistenza di un partito in cui i democristiani che si son uniti ad una sinistra eterodiretta e già colpevolizzata prima che la democrazia tornasse in auge nel Bel Paese e si può dire che abbiamo fatto tombola…
🙁 🙁 🙁

(E non sto manco a citare i casi in cui sedicenti politici di sinistra si dichiaravano bellamente liberali senza dire né in che senso né come… direi che anche Walter Benjamin [vd. Kapitalismus als religion] aveva della ragione dalla sua)

Murdega

E’ stata comunque una cosa molto importante.
Ci saranno altre occasioni, mi riferisco in particolare
all’otto per mille, ogni volta si sensibilizza sempre più
gente, più se ne parla meglio è, alla fine raggiungeremo
l’abolizione di questo balzello

whichgood

Insomma, molte proposte e pochi risultati. Bastava una sola che (anche se simbolica) includeva tutte quante: abolire il concordato. A volte parlare anche “simbolicamente” e risvegliare l’addormentato spirito critico e rassegnato modo di vivere e accettare della gente comune è più importante che un referendum cancellabile con i soliti raggiri politici.

Roberto Grendene

Ma è già stato fatto, nel 1977!
e le firme furono pure raccolte
Vedi scheda sul Concordato sul sito Uaar:

http://www.uaar.it/laicita/concordato#06
MA SI PUÒ ABROGARE? E COME?

I radicali ci provarono nel 1977, raccogliendo le firme necessarie per un referendum abrogativo. il 2 febbraio 1978, però, la Corte Costituzionale con sentenza n. 16 lo dichiarò inammissibile, in quanto «trattato» con uno stato estero.

whichgood

Per questo motivo parlavo di modo “simbolico”. Bisogna far pubblicità di massa facendo capire al massimo numero possibile di persone cosa implica per il nostro Paese il concordato, in termini economici, umani e democratici. Sarà la gente a far pressione sulla politica e saranno i politici a cambiare le cose. E’ inutile provare sempre la strada politica diretta punto per punto, a mio avviso. Sappiamo di avere un parlamento composto da mafiosi, settari e opportunisti; in questo contesto non è auspicabile una riforma a meno che gli italiani facciano pressione e capiscano che il concordato è influente in modo diretto sulla loro vita e soprattutto CONTRO il loro BENESSERE (questa è la parola chiave per convincere gli italiani).

gmd85

@Grendene

A pensarci è una boiata. L’art 7 della Costituzione non parla di esplicita impossibilità di abolizione. Inoltre, l’art. 71 non esclude l’iniziativa popolare in tema di trattati con uno stato estero. La CC si è collegata all’articolo 75. Anche se non ho capito il richiamo all’articolo 1 della legge n° 127 del 1929.

gmd85

Per smuovere la massa italiana c’è bisogno di avvenimenti alla Fukushima, purtroppo. Quando la possibilità di essere coinvolti direttamente diventa reale, allora si muovono. Il bello è che le tematiche sono viste favorevolmente dalla maggior parte della popolazione. Poi, subentra l’inedia da disgusto causata dalle istituzioni o l’inedia cronica che, appunto, si dissipa solo con lo shock.

luca t.

Ma ora non c’è più bisogno di referendum!
Con 2 Papi che si prodigano in dialoghi e risposte con i miscredenti, e con la nuova aura di tolleranza e di povertà francescana del nuovo papato, è sufficiente che l’UAAR scriva a Papa Francesco, chiedendo cortesemente il suo placet alla cessazione dell’8xmille, degli sgravi fiscali per gli immobili commerciali degli enti ecclesiastici, dell’IRC nella scuola pubblica, dei “cappellanati” nelle forze armate e di polizia, e dell’ostensione di crocifissi nelle aule scolastiche, giudiziarie, ed elettorali dello Stato italiano.

Stefano Grassino

Vero Massimo come dire che l’acqua è bagnata. Purtroppo il popolino non ama l’arrosto ma il fumo. Anzi, peggio: il popolino ama l’arrosto e crede che il fumo sia arrosto. Sbaglio?

RobertoV

Pochi giorni fa Der Spiegel aveva riportato un’interessante intervista al capo dei vescovi tedeschi riguardo ai discorsi del papa e alla povertà.
Il vescovo diceva che bisogna portare più donne in posizioni di responsabilità all’interno della chiesa, ma ovviamente non all’interno della gerarchia.
Il vescovo diceva che quello che deve cambiare è l’atteggiamento, l’attenzione verso i poveri, ma di fronte alle domande del giornalista sui privilegi, quali auto blù e appartamenti, svicolava e diceva che quelle non erano cose importanti: quello che doveva cambiare era l’atteggiamento verso i poveri (in sintesi: devono essere più bravi in discorsi fumosi e retorici, senza cambiare niente di concreto e toccare i loro privilegi ed interessi).

RobertoV

Mi stupisce che non sia stato raggiunto il numero di firme per il divorzio breve: visto l’ormai numero elevato di divorzi il problema dovrebbe essere sentito e sarebbe ora di eliminare l’assurdità tipicamente italiana dei tre anni che non c’è negli altri paesi civili. Purtroppo è un indice del disinteresse sociale e scarso senso civico italiano, dell’apatia degli italiani abituati ad essere passivi e non propositivi: ho visto discussioni in cui gente si dichiarava non interessata al problema perché questa modifica ormai giungeva tardi per loro. Cioè non si riesce a vedere più in là del proprio diretto interesse personale.
La modifica sull’otto per mille era minimale e forse non era chiaro il cambiamento.
Va detto che la pubblicità è stata scarsa, non so a quanta gente fossero noti i referendum e quanto fossero chiare le problematiche: inoltre i radicali non sono certo dei trascinatori.
Quest’anno anche in Germania ed Austria hanno provato ad attaccare i concordati, ma senza successo. In Austria la petizione ufficiale (ostacolata dal governo ed in genere da quasi tutti i partiti) non ha raccolto le 100 mila firme necessarie, mentre in Germania il voltafaccia della SPD ha evitato di poter votare in Parlamento sulla petizione della Linke per l’abolizione di una parte del concordato (quella che risale al 1803 !: ci avevano già provato nella Repubblica di Weimar). C’è ancora molta strada da fare, ma bisogna diffondere l’informazione sui presunti “vantaggi” per la società millantati dalla chiesa cattolica e dai suoi alleati governativi, su ciò che effettivamente fanno e quali siano i reali costi per i cittadini.

laverdure

Per quanto riguarda la questione del “divorzio breve”,non so se tutti
avete letto sulla stampa come un boss della Curia,non ricordo se Bertone o Bagnasco,auspicava invece un allungamento dei tempi necessari per le procedure di divorzio.
Ma senza dubbio si riproponeva con questa iniziativa di favorire la compattezza della famiglia ,no ?
(Come quel tizio che per ridurre il numero degli invalidi proponeva di mettere dei limiti alle operazioni di amputazione.)

RobertoV

Avevo purtroppo visto quella delirante intervista. Mi chiedo sempre come a gente che non sa niente di famiglia, non sa che cosa sia una relazione, non si sposa e non ha figli possa essere dato spazio per pontificare e venga riconosciuto come un interlocutore autorevole. In campo protestante il divorzio è accettato senza problemi, tanto è vero che qualche anno è diventata capo della chiesa luterana tedesca un vescovo donna divorziata.
Solo l’Italia ha questa situazione assurda dei tre anni come minimo (ma conosco situazioni di 7-8 anni) per ottenere il divorzio, come se dopo tre anni uno potesse ripensarci. Quanta sofferenza vogliono procurare alle persone?
Anche nella vicina cattolica Austria dopo 6 mesi dalla richiesta è possibile ottenere il divorzio.

Sandra

7-8 anni… ma perdinci, è più veloce persino la Sacra Rota… non è che Bagnasco potrebbe essere un filino interessato al business?

gmd85

@RobertoV

Leggendo i tuoi commenti (e mi sembra, anche quelli di Sandra), sembra che tu sia piuttosto informato sulla situazione tedesca e austriaca e mi pare di aver capito che tu abbia o abbia avuto esperienza diretta di quei contesti. Ricollegandomi al tuo commento sui diversi concordati, ti chiedo quanto effettivamente pesino sulla gente, al di là delle dinamiche strettamente politiche. Insomma, quanto la gente bada ai dictat ecclesiali?

Engy

a proposito di ottopermille, @Sandra, mi risulta che una parte sia riservata dalla chiesa cattolica al potenziamento del tribunale ecclesiastico, che, stando a quel che si legge, sempre più sarebbe subissato di richieste, dal nord al sud Italia, indifferentemente.
E, sempre se ho capito bene, dopo l’annullamento, ci sarebbe pure il vantaggio per il coniuge più “forte” economicamente, di non – NON – pagare gli alimenti all’ex, a differenza dei divorziati.
Non ho capito come funziona per i figli ….
A occhio e croce l’interesse c’è… 😉

gmd85

@E.ng.y

Messa così, l’interesse è più dei richiedenti l’annullamento. L’interesse di Bagnasco sarebbe quello di incamerare, vitso che la sacra rota non fa proprio beneficenza.

RobertoV

Sandra
Il caso a cui mi riferivo (di 9 anni, non 7-8) successo ad una conoscente era dovuto al matrimonio con uno straniero extracomunitario. Aveva firmato la separazione, ma poi era tornato nel suo paese e dopo i 3 anni non era disponibile a tornare e difficile da reperire. Così dopo vari tentativi alla fine ha deciso il giudice per chiudere la pratica (non so se abbia ricevuto qualche dichiarazione scritta da lui).
Se non ci fossero stati i tre anni obbligatori di separazione la cosa sarebbe stata risolta all’inizio. Credo che situazioni del genere non siano così rare visto l’aumento del numero di matrimoni con stranieri, ma anche un italiano potrebbe trasferirsi all’estero nel frattempo perchè tre anni sono lunghi ed uno non sta ad aspettare e si ricostruisce una vita. Avevo sentito comunque anche per matrimoni tra italiani di casi di 5-6 anni.
Per confronto, dei miei parenti austriaci che hanno divorziato dopo 40 anni di matrimonio hanno impiegato quasi due anni, ma solo perchè hanno rinviato loro l’incontro davanti al giudice per cercare un’accordo tra gli avvocati sulla divisione del patrimonio, perchè una volta davanti al giudice si deve decidere e senza accordo decide lui. Potevano procedere già dopo 6 mesi.

Engy

gmd85,
no beh d’accordo che la sacra rota costa (lo so perchè proprio in questo periodo c’è una persona che conosco che è in dirittura d’arrivo per l’annullamento del proprio matrimonio), però l’interesse al businnes c’è, nel momento in cui si propone una procedura che effettivamente si è molto velocizzata per quanto ne so, e col vantaggio non trascurabile del tornaconto economico.

gmd85

@E.ng.y

Solo che Bagnasco osteggia la procedura abbreviata. Io dico che si rende perfettamente conto che il divorzio breve indurrebbe chi vuole farvi ricorso a infischiarsene dell’aspetto canonico del matrimonio. Di conseguenza, diminuirebbero le richieste alla sacra rota. Qui sta il business. Mantenere lo status quo.

RobertoV

gmd85
I concordati nazifascisti pesano purtroppo tanto, sia in termini economici (tra i 2 e oltre i 3 miliardi di € in Austria, 17 miliardi di € in Germania per le due chiese), che come privilegi.
Sta aumentando il malcontento, ma finora i partiti tendono a proteggerli. Inoltre le chiese sono dei grossi datori di lavoro (circa 50 miliardi di € gestiti dalla Caritas tedesca, oltre 1 milione di dipendenti, un po’ meno dalla Diakonie protestante, la cosiddetta sussidiarietà con lavori che violano le regole sindacali come evidenziato in diverse indagini, denunce e processi). Diverse indagini stanno evidenziando quanto si facciano pagare per i presunti servizi alla collettività. Purtroppo questo è ancora ritenuto conveniente dai partiti di governo e anche da quelli dell’opposizione anche se aumentano le voci critiche.
Le chiese continuano a perdere fedeli (e lì c’è la contabilità ufficiale), ma perdono anche il sostegno dei loro fedeli. Grazie alla contabilità ufficiale della Kichensteuer conosciamo tutta una serie di dati ed il loro andamento nel tempo, quali il numero dei fedeli, quanti ogni anno escono dalle chiese e la risposta a certe scelte controverse della chiesa, quanti vanno a messa regolarmente, quanti fanno il battesimo, comunione e cresima, ecc.
Inoltre vengono fatte diverse indagini, anche dalla chiesa stessa, sui motivi dell’abbandono, su che cosa pensano i loro fedeli e sul reale sostegno alla chiesa. Così sappiamo che solo un ristretto numero di cattolici è solidale con la chiesa, molti sono critici o si considerano lontani dalla chiesa (la metà in Germania nel 2009 prima del pesante scandalo pedofilia). In tanti, circa il 20% medita di uscirne, ma poi impiega anni per farlo o continua a pagare le tasse alla chiesa senza più un reale collegamento alla loro religione. In Germania hanno dovuto chiudere diverse parrocchie e vendere chiese. Questi dati ed indagini sono trasparenti ed infatti si possono sentire discorsi dalle gerarchie ecclesiastiche molto realistici sulla situazione, non la propaganda italiana che nasconde l’andamento reale.
Ed i fedeli non subiscono senza reagire come in Italia: durante gli scandali pedofilia c’è stato un aumento del 50-60 % degli Austritt e la chiesa cattolica è stata costretta a fare cose impensabili in Italia. Quando B XVI impose in austria un suo vescovo conservatore i fedeli si opposero ed il vescovo dovette rinunciare. 2 anni fa l’80 % dei fedeli voleva riforme nella chiesa, ma anche oltre il 70% dei preti, i laici cattolici chiedono apertamente di poter partecipare alla gestione della chiesa e all’elezione dei vescovi (come in campo protestante). Ormai solo l’11-12 % va regolarmente a messa (come in Germania dove per i protestanti scende al 6-7 %), nonostante il 63.6 % risultasse ancora cattolico in Austria (ma perdono un punto percentuale all’anno, 52500 persone l’anno scorso, quasi 300 mila complessivamente in Germania). Un’indagine dell’anno scorso indicava come solo il 10% dei fedeli cattolici considerava gli insegnamenti del papa vincolanti, ma anche che quasi la metà dei cattolici austriaci non crede in alcuni punti importanti del loro credo. Il 40% dei giovani si dichiara ateo. Nelle scuole meno della metà fa l’ora di religione cattolica (ci sono diverse ore di religione riconosciute).
Ovviamente la situazione tra campagna e città è differente: per esempio nella raccolta firme ufficiale di aprile (cioè davanti ad un pubblico ufficiale) per la petizione al parlamento per l’abolizione del concordato e di tutti i privilegi delle chiese, a Salisburgo e Vienna il quorum sarebbe stato raggiunto: purtroppo ne servivano 100 mila e si sono fermati a quasi 60 mila. Era il primo attacco (ma c’è stata una utile discussione pubblica) a tutti i privilegi ed al concordato e hanno perso l’appoggio di diversi gruppi che erano favorevoli ad abolizioni parziali, non a tutte.
Nella cattolica Austria sulla stampa non c’è l’attenzione alla chiesa cattolica come in Italia, neanche su un giornale vicino ai popolari come la Kronen Zeitung, il giornale più diffuso. Qualche articolo di tanto in tanto, con un taglio decisamente differente.

gmd85

Articolo interessante. Sembra quasi, però che Abruzzese si sia svegliato adesso e si stupisce di come sie viti di dare risalto a temi scottanti. Basta guardare la tendenza degli spot ministeriali. A parte questo, condivisibile, almeno nella prima parte. Ma, andando avanti e leggendo la chiusa, comincio a capire da chi tu abbia preso nel commentare.

Engy

mammagari!
guarda, oggi sono più buona del solito e i mando un bel faccione sorridente 😆

ziomaul

Nessuno sapeva degli altri referendum!

Nemmeno chi andava presso il baldacchino lo informavano e se chiedevi di firmare gli altri e non quello sulla Giustizia si arrabbiavano!!!

Il fatto era che gestendo il tutto con esponente del PDL e non militanti radicali (in effetti questo non accadeva SE cerano militanti Radicali in loco) si creano queste storture!!!

neverclean

Brevemente. Guardando con occhi il più possibile distaccati la situazione politica generale attuale.
Se dobbiamo cercare degli interlocutori politici a breve con cui portare avanti iniziative come queste, allora guardiamo al:
Movimento 5 Stelle

I Radicali come anticlericali sono finiti. L’ultima botta, dopo le patetiche peripezie di Pannella, gliel’ha data la Bonino che digiuna insieme al Papa anzichè occuparsi come Min. degli Esteri di rivedere i Patti Lateranensi che permettono a Francesco I di andarsene a giro per il mondo grazie ai soldi dei contribuenti italiani. Inqualificabile.

La sinistra anticlericale di una volta non c’è più. Sopravvive qualcosa dentro Rif. Com. di Ferrero che arriva a stento all’uno per cento.
Può darsi che nasca qualcosa di laico dal basso con Rodotà che fa questa iniziativa il 12/10 a Roma in difesa della Costituzione, a cui partecipa Micromega e anche Ferrero, ma i tempi sono necessariamente lunghi. Auspico che Carcano o chi per lui vada a questa iniziativa di Rodotà e intervenga a nome dell’Associazione portando il tema della abolizione del Concordato che come contributo ai lavori non sarebbe niente male (se ci facessero parlare sarebbe un piccolo successo politico che ci darebbe visibilità, ma ne dubito. Comunque: tentar non nuoce). Così si getterebbe un ponte verso questa cosa che nasce e che sarà certamente laica visto che c’è Rodotà & Co.

SEL di Vendola non è anticlericale.
Il PD di Letta e Renzi ancora meno. Anzi direi che è clericale.

Rimane solo il Movimento di Beppe Grillo, che, avendocela con tutti, in teoria ce l’ha anche con il potere forte rappresentato dalla Chiesa Cattolica. Beppe in effetti nei suoi spettacoli ogni tanto se la prendeva con il Papa B16.
Quindi: o bere o affogare.

Uno che non ha votato per M5* ne’ mai lo voterà.

DucaLamberti74

Saluti a te neverclean…attento che quanto tu dici:

—-
#01) Se dobbiamo cercare degli interlocutori politici a breve con cui portare avanti iniziative come queste, allora guardiamo al: Movimento 5 Stelle

#02) Uno che non ha votato per M5* ne’ mai lo voterà
—-

Direi quindi che la tua analisi dei fatti potrebbe (uso il condizionale) essere abbastanza oggettiva (non avendo votato M5S e non essendo tua intenzioen votarlo) arrivi anche tu alla conclusione che tale soggetto politico è quello che presenta dei punti prossimi alle battaglie di alicità dell’UAAR.

Il tuo intervento è chiaro e preciso … esprimi gli stessi concetti che esprimo io soltanto cambia il modo (io mi diverto anche sul blog dell’UAAR 🙂 ).

Preparati che adesso ti arriveranno addosso le pesanti accuse di essere:
– fascista
– squadrista
– casapoundista
– antisemita
– di essere antieuropeista
– di essere antidemocratico
– ecc. ecc. ecc.

Egregi mugugnanti italioti…
TRE..DUE..UNO…

* * * scatenatevi con i commenti 🙂 🙂 🙂 * * *

DucaLamberti74

P.S.: Purtroppo non potrò divertirvi con voi…ho troppo lavoro al momento.

Enrico Matacena

Io da ateo militante e persona di sinistra tiro un sospiro di sollievo. Se questi referendum si fossero svolti, l’ astensione sarebbe stata altissima e i clericali avrebbero cantato vittoria come con il referendum sulla procreazione assistita. Credo che tutti coloro che hanno partecipato alla raccolta delle firme non si sono resi conto dei gravissimi errori che stavano facendo. 1) mettere 2 referendum laici in mezzo ad un pacchetto di ben 12 referendum , li rende pressocchè invisibili 2) se anche si fosse andati al voto questa invisibilità e questa impossibilità di fare chiarezza sui temi, avrebbe provocato una partecipazione bassissima.
Forse solo i radicali ne avrebbero tratto vantaggio , a spese degli obbiettivi che essi proclamano di perseguire, facendosi un pò di pubblicità . e se la sono fatta, con l’ aiuto di quegli ingenui che li hanno aiutati in questa assurda operazione.

DucaLamberti74

Se i referendum fossero senza quorum problemi del genere non ci sono.

I popolani italioti se ne starebbero a casa e solo le persone informate ed interessate andrebbero a votare.

Ed il re dei mugugnanti emigrato verso lande lontane (non si sa bene nè quando nè perchè nè dove) sempre pronto ad iniziare il fuoco del mugugnume italiota cosa ha da dire su questo fatto ?

Se ci fossero:

#A) l’abolizione del quorum
#B) l’obbligo in parlamento di discutere le leggi di iniziatitva popolare

Forse..ma fooorse le proposte di laicità di UAAR e radicali sarebbero passate.
Con il meccanismo attuale invece… ZERO possibilità.

Per cui egregio mugugnante del fuoco (o altro che voglia rispondere) … tu cosa hai da dire al riguardo di #A) e #B) ?

Lascio a voi lettori indovinare quale è il soggetto politico che insiste per riformare la Italia con #A) e #B).

Di nuovo buone mugugnate a tutti ed un saluto particolare a Bruno Gualerzi cui dico che non era mia intenzione offendere la sua condizione di pensionato dato che mi sembra non abbia mangiato il pane a tradimento nel suo lavoro di insegnante (mentre io di statali del c@@@o a scuola mia ne ho conosciuti e lasciamo perdere).

Volevo salutarvi con simpatia dicendovi che voi avete tempo di leggere e/o controbattere mentre io sono immerso nel lavoro….e quindi non avrei potuto partecipare ad un dilettevole dibattito e confronto.

DucaLamberti74

P.S.: Saluti a tutti…e buona continuazione senza di me…vi leggerò a post chiuso.

Francesco S.

Togliere il Quorum, razionalmente parlando è un idiozia:

1) Perché i referendum devono avere una certa significatività il 50%, non mi sembra così tragico unito al fatto che di quel 50% di aventi diritto il 50%+1 può abrogare una legge, quindi il 25% degli aventi diritto può abrogare una legge.

Più intelligente un referendum propositivo con quorum.

firestarter

VOTEREMO TUTTI SULLA PIATTAFORMA LIQUIDA DI PEPPE ANZI NO SISTEMA OPERATIVO NO BLOGGHE W PEPPEEEE SVEGLIA INFORMATEVI FATE GIRARE!!1111!

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