Il numero odierno del quotidiano l’Unità è in vendita, come ogni sabato, insieme al settimanale Left. Dopo la polemica inscenata nei giorni scorsi dal deputato Pd Ernesto Preziosi e dal direttore del giornale Claudio Sardo contro la pubblicità Uaar presente in ultima pagina, oggi Left ospita le repliche di Ilaria Bonaccorsi Gardini, presidente del Cda di Editrice dell’Altritalia, e di Raffaele Carcano, segretario dell’Uaar, mentre in ultima pagina compare nuovamente la campagna “Bene senza D” dell’associazione.
Sullo stesso argomento, segnaliamo anche il contributo di Lodovico Zanetti, coordinatore del circolo Uaar di Forlì. Ricordiamo anche che, da ieri, Claudio Sardo non è più direttore dell’Unità: il suo posto è ora ricoperto da Luca Landò.
AGGIORNAMENTO. Un articolo di Adele Orioli sulla vicenda è stato pubblicato sul sito di MicroMega.
Quindi per sapere cosa dice Carcano devo comprare l’Unità?
Sembra proprio di sì, per sapere la lettera di protesta del deputato del pd ci è bastato leggere un’ultimissima, se vogliamo invece conoscere, come soci, la risposta del nostro segretario dobbiamo acquistare la rivista.
Bella trovata pubblicitaria per Left…
L’articolo di Carcano è stato pubblicato tra gli editoriali, non tra le lettere.
Non ho nessuna intenzione di comprare “L’Unità”; quindi, chiedo alla redazione UAAR se è possibile trascrivere qui sul blog la replica del nostro Raffaele. Grazie.
Io, ateo, comunista, gramsciano, erano anni che non compravo L’Unità.
Oggi l’ho fatto.
Tanto posato quanto ineccepibile l’articolo di Carcano su Left, grazie!
Infine, a dargli risalto, la nostra pubblicità in ultima.
Per “esistere” occorre confrontarsi.
Chi ci vuole “estinguere” lo sa.
Per questo vuole impedirlo, confinadoci in una riserva indiana.
Mentre, al contempo, pone la propria visione del mondo e della vita come universale, ovvero “al di sopra delle parti”.
Ma come disse Socrate a una donna: “questo è vero perchè per tutti è vero”.
La quale gli rispose: “questo non è vero per tutti perché per me non è vero”. Vediamo di non essere proprio noi a dargli una mano, ritraendoci: la loro “univocità” non regge se non sono solo loro a parlere!
comunque a dispetto di tutto e tutti, gli indiani continuano ad esistere anche se confinati nelle riserve, e a praticare i loro antichi culti 😉 per gli atei italiani si pone il dubbio se esistere significa mettersi al livello di un Piddino direttore di un giornale che di sinistra non ha mai avuto neanche l’odore? allora meglio la riserva, almeno per me.
Tante persone cheai tempi di Enrico Berlinguer si definivano orgogliosamente comuniste ora si sono amalgamate nel piddì e lo votano felici e gaudenti pensando di votare un partito erede di una gloriosa tradizione.
Se sei un comunista duro e puro…i miei sinceri rispetti.
Se invece anche tu ti esalti per avere comprato la unità ed ad ogni elezione voti piddì felice e contento…allora sei degno di essere etichettato come un comunistoide italiota.
DucaLamberti74
Ho letto left per la prima volta dal numero 40, ovvero quello precedente a questo. Non mi sembra male. Ma perché non pubblicare la risposta qui?
Perché non compri l’unità e poi scrivi tutto qui per noi? 🙂
Beh, l’ho comprato. la sintesi di Micromega espone chiaramente il pensiero del segretario. Ho apprezzato particolarmente la domanda diretta:
La D nel logo del partito di Preziosi dovrebbe far propendere per un si, ma ho come l’impressione che per Preziosi la D sia proprio quella che nella campagna uaar è sbarrata, non so se mi spiego.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/se-lunita-censura-gli-atei/
Ho notizia che è stato proprio il gruppo editoriale di Left (eredi Ferruzzi-Gardini + Massimo Fagioli) a rilevare l’Unità.
Quindi lo psicanalista – guru , dopo il giro di valzer con Bertinotti – Rifondazione Comunista, finito come tutti sanno, sembra ora puntare direttamente al cuore del PD.
Detto questo, Fagioli è ateo, per cui le campagne dell’Uaar senza la D dovrebbero essere al sicuro.
dan guarney
non credere in dio , e quindi definirsi ateo, non vuol dire che non si hanno altri fideismi. e questo non riguarda solo fagioli
Grande!
Sottoscrivo ogni tua parola.
Un saluto. 🙂
Mai letto l’Unità e ne vado fiero!
Però hai votato e voteresti il piddì…
Vai fiero anche di questo ? 🙂
DucaLamberti74
Ma … sono le 21.30 h e sara difficile trovare questo giornale domani….
mai letto nessun quotidiano di partito e ne vado fiero.
Ciao Stefano
Non credo che quello che stai scrivendo sia un motivo per essere fiero …
Leggere un giornale di destra o sinistra non significa essere d’ accordo con quello che viene scritto ma almeno sapere cosa pensano gli altri…
Forse a tanti da fastidio non tanto il fatto che si possa vivere senza dio (alla fine anche i credenti hanno forti sospetti sull’esistenza degli dei, ma per diversi motivi si guardano bene di farlo evidente) ma la possibilità che qualcuno si permetta di dirlo liberamente. Ad alcuni per invidia, ad altri per convenienza economica/politica, ad altri per semplice ignoranza o peggio ancora, per ateofobia. Gli dei dovrebbero chiudere la bocca soltanto ai credenti e i credenti dovrebbero sentirsi fieri che il proprio dio consenta l’esistenza di non credenti.
Il marito cornuto può sopportare benissimo le corna se nel paese lo sanno solo lui, la moglie e l’altro e soprattutto se pensa che la moglie e l’altro credano che lui sia all’oscuro di tutto.
Il problema è se lo sanno tutti; a quel punto la situazione si fa insopportabile. Non è importante che dio ci sia o meno, l’importante è quanto meno far finta che ci sia o che nessuno neghi la sua esistenza ufficialmente.
E’ un gioco perverso, lo so ma in fondo è tutta l’umanità ad essere perversa e le religioni ne sono l’esempio.
Probabile. Ad ogni modo mi sembra più degno ignorare una cosa vera, piuttosto che esista una cosa inventata.
Interessante questo parallelo fra i tradimenti accettabili purchè ufficialmente non noti e la miscredenza diffusa purchè non esplicitata in pubblico.
Entrambe le situazioni ci rimandano a alcuni concetti cardine che vigono nelle convenzioni sociali della nostra civiltà vetero-cattolica: l’ipocrisia, i vizi privati, le virtù pubblicamente conclamate, il cosiddetto “rispetto”.
Questi disvalori ci vengono ammanniti fin dalla più tenera infanzia nella scuola statale … per questo sopravvivono!
è ancora diffusamente accettata la logica malata secondo la quale se io dico che non credo, o che vivo benissimo senza dio, sto offendendo chi ci crede.
E’ questo il pregiudizio da combattere, che le mie idee possano offendere quelle di qualcun altro. Se non sei d’accordo, libero di rispondere, e di ribadire la tua opinione, ma dire che la mia OPINIONE “ti offende” sposta la questione su di un altro livello.
In passato si chiamava “eresia” o “lesa maestà”… oggi è semplicemente ignoranza.
Ma… io mi domando… perché se dico di non credere offendo i credenti, mentre se un credente esplicita la sua fede io non dovrei sentirmi offeso?
Credo sia un po’ lo stesso principio secondo il quale, se sei invitato a cena da qualcuno e questi ti offre un succulento arrosto di manzo, lo offendi se dici di essere vegetariano.
Gmd, si chiama insicurezza. A
noi atei agnostici etc, non interessa in cosa crede qualcuno se non rompe le scatole al prossimo, Un credente insicuro si sente offeso dalla noncredenza altrui perché evidentemente colpisce un nervo scoperto delle sue insicurezze. Credo che sia lo stesso meccanismo di alcuni omofobi, insicuri della propria sessualità che hanno paura di essere “contagiati”.
Però forse c’è un differenza, diversamente dalla sessualità, le idee possono effettivamente contagiare chi ci sta intorno.
Credo si tratti (non sono psicologo) di una specie di moderato risentimento, o stizza, dovuti al fatto che tu stai rifiutando una cosa che fa felice loro.
Tempo fa discutevo con una ragazza, e le dicevo che per me il battesimo era un’imposizione. Non ce l’avevo con i miei genitori per questo (all’epoca si trattava in fondo di una specie di dovere), ma non mi piaceva l’idea di non avere il diritto di rifiutare qualcosa.
Lei mi diceva invece che non capiva il mio rifiuto in quanto per i miei genitori si era “trattato di una gioia”. Parole testuali, che mi fanno pensare che, almeno per coloro che sono in buona fede, e ce ne sono, si tratta di una specie di problema “diplomatico”.
Se si offendono, bisognerà che imparino a tagliare via la parte offesa.
Penso invece sia proprio il contrario.
Nel senso che ad offendersi sono quelli che si sentono molto sicuri del loro credo. Un insicuro sta già scivolando verso l’agnosticismo, e non dovrebbe affatto sentirsi offeso. Io da ragazzino credevo, ma in modo evidentemente non molto sicuro: avevo dei dubbi che erodevano la mia sicurezza, e non mi sentivo quindi affatto offeso da chi non credeva.
Coloro che si sentono talmente sicuri da parlare di fede nel vero e proprio senso della parola, trovano in qualche modo irritante, in diversi gradi, che qualcunmo metta in dubbio la loro sicurezza. Sicurezza che, se non fosse tale, non potrebbe nè chiamarsi “fede” (la fede è sicura, assoluta, dogmatica e autoreferenziale), e nemmeno chiamarsi “gioia”. Se uno crede veramente, non si pone certe domande e vive felice così.
Una volta sentii dire da mio nonno ad un amico (giocavano a carte da bravi pensionati): “certo che chi crede vive felice e non ha paura della morte…”
Credo proprio che siamo noi atei a pensare che loro siano insicuri. Noi proiettiamo verso di loro i nostri dubbi sulla religione, dubbi che loro non hanno affatto. Se li avessero, non sarebbero allora credenti e sarebbero come noi, o sulla nostra strada.
@Giorgio Pozzo
Secondo me il credente “che ci crede davvero” non viene sfiorato minimamente da affermazioni sulla non-esistenza di dio, perché vede il non credente come la pecorella smarrita che ancora non ha ritrovato la strada di casa. Chi si offende è il credente che basa la sua esistenza sulla fede, cioè chi senza fede non riesce proprio a vivere, forse per una depressione latente o meno. Queste persone hanno paura che il non credente possa avere ragione e che il loro castello di credenze, unica cosa che li fa tirare avanti, possa crollare rendendoli quello che sono realmente, vuoti dentro.
@Francesco S
@Giorgio Pozzo
Si potrebbero sintetizzare entrambi i pareri dicendo che chi è talmente sicuro del proprio credo non accetta posizioni contrastanti per il rischio di rendersi conto delle incongruenze della propria.
Scusate, sono solo io che vedo qualcosa di surreale in tutta questa discussione ?
Ricapitolando: qualcuno dice: “X esiste”, un altro risponde: “X non esiste” e, a quel punto, chi ha detto che X esiste si offende…Di cosa si afferma e si nega l’esistenza ? Io non penso che sia opportuno rispondere ad una frase senza senso con un’altra frase senza senso.
Le persone che dicono di avere fede (secondo me non è vero che hanno fede perché una vera fede, una fede sana, è un sentimento non un’irrazionale e acritica convinzione) sono le prime a non saper definire in modo esaustivo l’oggetto della loro “fede”, mi sembra quindi sbagliato scendere al loro gioco perverso e patologico.
Capisco che in una campagna pubblicitaria ci sia bisogno di slogan ma ho seri dubbi che questo tipo e genere di comunicazione sia la più corretta.
@Antonio B
Ma nella campagna non si afferma l’inesistenza di alcunché. Il problema è di chi è malizioso :mrgeen:
@gmd85
Suppongo che la sua sia solo una battuta, devo quindi concludere che per lei, e per gli altri, quelle affermazioni hanno un senso (non riesco a immaginare quale…), io, comunque, in assenza di repliche convincenti, continuo a pensare quello che ho scritto.
Non sono ottimista sulal stampa di regime, ma Luca Landò , essendo stato sempre un giornalista scientifico, dovrebeb avere una visione almeno più realista del mondo.
Tra l’altro… se il semplice dire “io non credo in Dio e sto bene senza” offende alcuni credenti, vuol dire che questo genere di pubblicità sta FUNZIONANDO.
Secondo me i credenti convergono verso un credo comune, dove l’unica certezza “tangibile” sta nella conferma che si danno l’un l’atro (ciò è anche il fondamento del loro potere corporativo). Ecco perché chi non crede li offende, ma solo se lo dice, se manifesta al pari loro il suo pensiero…
Egregi signori del’UAAR…
Ormai il piddì è un partito cattolico e filo-papale come la vecchia diccì.
Anche in un altro post di questo blog avevate evidenziato il discorso…
Mi spiegate allora perchè date i soldi all’unità ed a imprenditori italioti, che hanno rivelato la unità…e vivono di contributi statali all’editoria per produrre utile netto ?
Per quel che mi riguarda anche un fascista alla Marinetti o un liberale classico avrebbe titolo di essere socio UAAR se detesta il vaticano.
Mi piacerebbe rispondeste a tutti quanti…
Se UAAR è apolitica non deve dare soldi ai partiti.
DucaLamberti74
Non ci risulta che l’Uaar abbia mai dato soldi all’Unità (o a partiti).
@Admin:
Io leggo dal vostro articolo di questa pagina:
——
……contro la pubblicità Uaar presente in ultima pagina, oggi Left ospita le repliche di Ilaria Bonaccorsi Gardini, presidente del Cda di Editrice dell’Altritalia, e di Raffaele Carcano, segretario dell’Uaar, mentre in ultima pagina compare nuovamente la campagna “Bene senza D” dell’associazione…….
——
Se il giornale Left ha offerto GRATIS (quindi UAAR non ha pagato un centesimo) allora la mia obiezione non hasenso di essere.
Se invece la UAAR ha pagato (come è giusto che sia da regole di ercato , ci mancherebbe che la pubblicità su un giornale sia gratis) per lo spazio pubblicitario su Left… io dall’immagine leggo che è un supplemento vendibile insieme all’Unità.
Forse la fattura all’UAAR è stata emessa non dall’Unità ma da un suo giornale consociato.
Se permettete è come dire … io non do soldi a berlusconi ma sono abbonato al milan perchè ne ero tifoso sin da bambino.
Per cui vorrei chiariste questo dubbio:
* * * L’UAAR ha pagato dei soldi per la campagnia pubblicitaria us Left – supplemento dell’unità ? * *
SI o NO … non ci sono mezze risposte alla italiota.
DucaLamberti74
P.S.: Per la cronaca io detesto il calcio italiota e berlusconi era un esempio per dire. Come “tifoseria” di calcio mi son ofermato all’Inter dei record del 1989 per intenderci quella di Trapattoni.
P.P.S.S.: Per i prossimi mondiali sto aspettando le qualificazioni di una squadra africana per scegliere quale tifare…ovviamente non sarà una nazione di barbitti e barbuti musulmani.
Left e l’Unità hanno proprietà differenti.
Riferendomi al fatto specifico, cioè alla presunta – per alcuni esponenti clericali del PD – non correttezza della pubblicazione su Left della pubblicità UAAR, a mio parere il problema di fondo è stato che la convergenza in quel partito fra cattolici democratici ed ex comunisti italiani è avvenuta per (tentativo di) fusione fra apparati di partito (Margherita e PDS), senza una reale discussione sul significato di valori importanti per un partito come, appunto, la laicità.
Gli ex-PDS, il cui unico obbiettivo era quello di agganciare un po’ di voti di centro per essere eletti nel Parlamento come negli Enti Locali, hanno mollato su tutto giungendo ad affermare, e fu non solo Amato a dirlo, che: “i cattolici hanno una marcia in più!”. Mentre invece ne dovrebbero avere una in meno, perchè dar mostra di credere nelle favole dovrebbe essere un sintomo di qualche carenza e problema quando avviene in età adulta.
Gli ex-PDS che erano più del doppio degli ex-Margherita, avendo mollato su tutto in termini ideologici ed essendosi sbracati completamente in termini organizzativi – sezioni, sindacato, associazioni, case del popolo, etc., mentre gli ex-Margherita mantenevano saldi rapporti con il loro mondo cattolico di riferimento (in costante calo ma sempre determinante al momento delle elezioni soprattutto quelle locali), si ritrovano adesso con un Presidente del Consiglio ex-democristiano, con il prox Segretario fan dei Focolarini, e con un Fassina che neanche viene consultato quando si definisce la manovra economica (essendo lui Viceministro dell’Economia e delle Finanze nel Governo Letta).
E con un (ex-)Direttore de L’unità che probabilmente di Gramsci conosce solo la barzelletta che ha raccontato a suo tempo il vescovo Luigi De Magistris: che Suor Pinna raccolse la conversione di Gramsci in punto di morte!
PS. Pensate a cosa significa per un Segretario del PD ex-PDS rispondere, di fronte a milioni e milioni di telespettatori, alla domanda “Mi dica due nomi che lei metterebbe nel suo Pantheon di uomini illustri” con un: “Due nomi: Papa e Giovanni!” 🙁