Atei e agnostici a congresso a Roma: l’impegno per un’Italia più laica e razionale

Sabato 2 novembre e domenica 3 novembre avrà luogo a Roma il decimo congresso Uaar. È l’occasione per fare il punto della situazione per un’associazione che, negli ultimi tre anni, ha visto espandere ulteriormente le proprie attività. Dall’avvio del progetto editoriale “Nessun Dogma” alla creazione di una biblioteca, dal sito “Scopri quanto sei cattolico” sino alla recente campagna pubblicitaria “Viviamo bene senza D”, sono state tante le iniziative portate a compimento.

Di fronte alla marea montante del clericalismo, tuttavia, gli sforzi devono essere ulteriormente intensificati. I delegati provenienti da tutta l’Italia discuteranno di quali strade intraprendere perché il paese diventi veramente laico e le sue politiche siano improntate al buon uso della ragione, non solo a parole ma anche nei fatti.

Ma l’obiettivo è anche far uscire allo scoperto l’enorme numero di non credenti, «perché è la strada più semplice per combattere lo stigma sociale e cominciare a essere trattati come gli altri», sostiene Raffaele Carcano, segretario dell’associazione. La sfida continua a essere impegnativa, «ma non è certo impossibile, perché sappiamo che milioni di italiani vogliono le nostre stesse cose». La società italiana è sempre più secolarizzata, ma la legislazione ancora non ne prende atto: non sarà semplice, ma l’Uaar ci proverà.

Il X congresso Uaar si svolgerà a Roma, presso il Worldhotel Ripa, via degli Orti di Trastevere 3.

Comunicato stampa Uaar

70 commenti

giuseppe

Rimarrete sempre ai margini della nostra grande cultura, gonfi come siete dei vostri pregiudizi. Laici voi ? Laicisti direi, che non esitano a farsi passare per confessione religiosa pur di avere i fondi dell’otto per mille. Razionali ? Chi vive solo di pregiudizi e odio non usa mai bene la ragione.

Stefano

@ giuseppe

Sai qual è la cosa peggiore? Non tanto che non capisci quel che gli altri ti dicono, piuttosto che non comprendi quel che scrivi. È questo che ti fa un caso disperato…

gmd85

@giuseppe

Chi vive solo di pregiudizi e odio non usa mai bene la ragione.

Interessante come tu descriva sempre il tuo comportamento nel ridicolo tentativo di ridicolizzare gli altri.

Non sei neanche in grado di capire le valenze politiche di determinate richieste. Non lamentarti, poi.

FSMosconi

Il tipo qui sopra (non Stefano, per carità: avrà anche lui i suoi difetti ma non questo, non abitualmente) il tipo qui sopra rappresenta il perfetto esempio di bullshiter:
persona che, in maniera simile al confabulatore, si esprime nel totale disinteresse: a) del modo di porsi della discussione b) dell’interesse epistemologico della realtà che accompagna ogni discussione di senso. Indi per cui ogni concetto da lui espresso è informativamente vuoto ai fini della discussione. E il cui contenuto esso è palesemente falso e/o non aggiornato laddove per poter parlare di tale questione non si può avere questa inattendibilità. Il bullshiter non sa quindi delle cose che dovrebbe sapere.
(Sintesi della sezione sul bullshiting in “Filosofia della violenza” di Magnani)

[Il caso della malafede e della bugia è diverso: entrambi sanno ciò che devono sapere ma lo occultano, l’uno a sé stesso, l’altro agli altri]

FSMosconi

…E nemmeno gmd: il riferimento era a Giuseppe (e compagnia?) ovviamente.
😐

Diocleziano

g.
Pidocchietto saltellante sul cane morto,
ma quando lo capirai che per voi è finita?
Avete impestato per 1700 anni la grande cultura
greco-latina, ammorbandola di giudaismo,
è ora che ritorniate nel deserto
a pelare i datteri.

gian

e’ inutile rispondere a giuseppe, meglio ignorarlo per sempre.

Gérard

Gli interventi di questo Signor e quando gli viene risposto è piu degno del ” Bar Sport Ateo ” che da una conversazione seria…

Mizar

“Rimarrete sempre ai margini della nostra grande cultura”

Veramente ai margini della società occidentale secolarizzata ormai ci siete voi… Proiezione?

“gonfi come siete dei vostri pregiudizi.”

Siete maestri, non arriveremo mai ai vostri livelli…

“Laici voi ? Laicisti direi”

Come vuoi.

“che non esitano a farsi passare per confessione religiosa pur di avere i fondi dell’otto per mille.”

Meno brunello peppì, straparli…

“Razionali ? Chi vive solo di pregiudizi e odio non usa mai bene la ragione.”

Sì sì, va bene… Notte.

MetaLocX

Eh, purtroppo certe persone sono sempre incollate al nostro blog per assicurarsi di essere i primi a commentare, a scrivere in bella vista le proprie ingiurie, le solite accuse senza il minimo straccio di prova o argomentazione.
Forse a muovere queste persone è la “cultura” di chi crede che la ragione appartenga a chi è più bravo ad insultare, o forse è la “cultura” del prevaricatore vittimista che riduce la legittima opinione del prossimo a meri pregiudizi perché le proprie libertà sono inviolabili, ma si sente offeso e perseguitato dall’espressione delle opinioni diverse dalle proprie (come quando gli omofobi si dicono perseguitati dal fatto che gli omosessuali chiedono il rispetto dei propri diritti, per fare un esempio).

Mi domando arriveranno mai a capire che comportandosi così squalificano solo loro stessi.

vico

Giuseppe, piu’ facile vedere la pagliuzza negli occhi di noi dell’uaar, piuttosto che il travone negli occhi di voi cattolici. Quanto poco s8ete crist8ani, voi cattolici…
Ps laicista e’ colui che pratica la laicita’.

rosalba sgroia

Signor Giuseppe, sono appena tornata da questo congresso che definisco magnifico.
Sono stata molto contenta per come si è svolto, sempre con la correttezza e con la giusta dose di equilibrio che si addice alle Associazioni serie e rispettabili.
Lei dica ciò che vuole. Sono orgogliosa dell’UAAR e felice di partecipare al miglioramento di questa società insieme a persone civili, solidali, propositive, positive e sensibili. APPROFITTO PER DIRE: GRAZIE AMICI E AMICHE!

giuseppe

Nussun dogma ? Credo sia difficile trovare associazioni più dogmatiche della vostra.

Stefano

@ giuseppe

Individua uno dei nostri “dogmi” e noi ti diremo in che caso viene abbandonato.
Nel frattempo, cialtrone, cerca di riflettere quando tu butti a mare i tuoi.

gmd85

@giuseppe

Ah, vedi che reagire con tanta bile non ti fa bene. Prova a scollarti dai tuoi dogmatismi. Sempre che tu riesca a vivere senza che gli altri ti dicano in cosa credere.

Stefano

@ Giuseppe

Giuseppe un credente è uno che pretende di sapere cose che non sa.
Un ateo è uno che non pretende di sapere cose che non sa.
Un lombrico, non tu, capisce da che parte stiano i dogmi.

FSMosconi

@giuseppe

Tipico esempio di viscosità morale:
I dogmi cattolici sono ovviamente accettati in quanto tali.
I supposti altrui (veri o meno) in quanto dogmi riflettono un atteggiamento reprensibile.
Come superi l’impasse: ovvio, dissonanza cognitiva.

(Beninteso: è una cosa comune a tutte le bolla morali, quindi non deprecabile in sé. Faccio solo notare la cosa per vedere l’effetto che fa)

lector

Secondo me Giuseppe è pagato da qualcuno (CCAR, IOR, Giovanardi? Quien sabe!) per generare tensione nei dibattiti di questo sito.
Come i provocatori che negli anni ’70 partecipavano ai cortei su mandato della Polizia Politica, appositamente per creare disordini e giustificare la carica della Celere.
Mi rifiuto di pensare che il genere umano abbia veramente tra i propri componenti un elemento così idiota.

nightshade90

visto il livello di giusy, direi che probabilmente è solo l’UCCR a pagarlo (tra rosiconi incapaci ci si intende bene), e probabilmente lo pagano in caramelle

Marcateo

Giuseppe, sul sito UCCR con che nickname ti nascondi?
Non potresti mettere una buona parola per me affinché non blocchino ogni mio commento?
Magari ricordando loro che sul sito degli atei, a te, questo trattamento censorio non è riservato.
Ah, il contraddittorio, questo sconosciuto (alle religioni).
Grazie, caro.

Marcateo

Campionato italiano di rovesciamento frittate.
The winner is……..
GIUSEPPEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE

Roberto Grendene

i posti sono limitati e spettano, nell’ordine:
– ai delegati eletti nelle assemblee precongressuali
– ai soci Uaar non delegati (se rimangono posti disponibili)
– ai non soci Uaar (se rimangono posti disponibili)

bruno gualerzi

“La società italiana è sempre più secolarizzata (…)”

Per le tante ragioni che ha più riprese ho riportato nel blog, e che gli avvenimenti recenti hanno confermato… non ne sono affatto convinto.
Comunque, ovviamente, buon lavoro!

John

Io penso che non solo gli atei ed gli agnostici, ma anche i credenti debbano essere assolutamente laici e razionali, quindi se il vostro obiettivo è “l’impegno per un’Italia più laica e razionale”, non posso che apprezzare: è lo stesso mio impegno.

john

Errore dovuto al fatto che quando scrivo, prima di postare definitivamente cancello e rimescolo con dei copia-incolla. Ed evito di appesantire con post suppletivi di errata-corrige. Il giorno che in questo blog i commenti saranno editabili sarà un grande balzo per l’umanità (dovreste fare un congresso solo su questo).

lector

@–>Diocleziano

Probabilmente, John ha sostituito una precedente parola che iniziava per vocale con una che iniziava per consonante e nella fretta s’è dimenticato di correggere la congiunzione.
Purtroppo, su Internet capita spesso, bisogna essere un po’ tolleranti.
Un giorno, forse, realizzeranno una app che consenta a chi l’ha scritto di correggere il proprio commento anche dopo che è stato pubblicato.

Diocleziano

john/lector
Ma dài ragazzi, lo so… un po’ scherzo e un po’ è la mia indole di correttore compulsivo che viene a galla! Il miglior edit è rileggere prima di inviare… 🙂 (sto ancora scherzando!), su Spinoza c’è la doppia possibilità di rivedere i post, ma gli errori sono ugualmente frequenti. Consiglio anzi di non correggere i refusi perché, secondo me, le errata corrige possono disincentivare una eventuale risposta.

John

“Il miglior edit è rileggere prima di inviare”. Lo so, ma nel sistema operativo del mio cervello c’è un bug.

John

Diocleziano,
Prima ti ho semplicemente risposto per punti, non volevo “vivisezionarti”.
Le mie letture non riguardano la vulcanologia, se non incidentalmente, e infatti non parlo di vulcanologia con nessuno…
Se invece si parla di un argomento su cui si ha sufficiente cognizione, rinviare alle prorie letture non è un principio di autorià, è l’esatto contrario: si rinvia ai libri che hanno già spiegato bene tutto ciò che si voleva dire, argomentando in modo rigoroso. Solo i dibattiti tra grandi pensatori possono fare a meno di rinvii a scritti esistenti.
Se ti devo convincere – poniamo – che il global warming non ha origine antropica, che cosa faccio: ti riassumo in un thread, a parole mie, decine di pubblicazioni, o ti rinvio a qualche pubblicazione che a mio avviso spiega bene perché il global warming non ha origine antropica? E se opto per questa seconda possibilità, sto forse usando il principio di autorità? Non sto forse facendo ciò che chiunque, in un dibattito scientifico o culturale, deve fare?

John

Frank, immaginavo che sarebbe arrivata questa obiezione. Però io penso che sia possibile. Abbiamo discusso spesso, in queste pagine, sulla diversità di vedute tra chi pensa che l’esistenza o inesistenza di Dio siano due ipotesi simmetriche, e chi pensa (fra voi legittimamente la maggior parte) che non lo siano e che sia, sul piano logico, privilegiata l’ipotesi dell’inesistenza.
Non vorrei ora sviluppare qua una discussione, perché come dico sempre, finiremmo per ripetere malamente ciò che è ben sviluppato in un dibattito filosofico che si snoda in una grande quantità di libri, di cui molti nella vostra ottima biblioteca.
Per cui vi prego di non prenderla come una “mia idea”, che in quanto tale sarebbe fallace di default, ma come un possibile approccio che accomuna alcuni pensatori atei (Bobbio, per dirne uno) e altri credenti (Guitton, per dirne uno) che io mi limito a fare mio senza voler convincere nessuno a seguirmi, pronto a cambiare idea se, con il progressivo approfondimento delle mie letture, dovessi convincermi del contrario.

Frank

Mi dispiace John ma fai sempre lo stesso errore, cioè quello di credere che si tratti di una questione di opinione, l’ateo non crede in dio perchè non ci sono prove (e neanche possibilità) della sua esistenza quindi è razionale, mentre il credente crede in dio nonostante non ci siano prove (e neanche possibilità) della sua esistenza quindi è irrazionale. E’ assolutamente inutile che tu approfondisca le tue letture sull’argomento, se esistesse non una prova ma almeno una possibilità dell’esistenza di dio non pensi che sarebbe stata resa di dominio pubblico? O pensi che la tengano nascosta per motivi imperscrutabili? Soffri anche tu della sindrome del complotto?

Frank

Per Diocleziano.

Si, credo che per un credente sia l’unico modo. 😆

John

Frank. Non credo che esistano prove dell’esistenza di Dio. Però come ho già detto, non penso che abbia senso che ci contrapponiamo io e te qua… comunque, se sei così convinto del tuo punto di vista, è molto probabile che tu abbia più ragione di me, quindi, siccome il mio scopo non è “credere” o “non credere” ma “pensare”, terrò certamente conto del tuo ragionamento nel cercare di capire dove potrei sbagliare.

Frank

John se il tuo scopo fosse quello di pensare saresti ateo. 😆
Il mio non è un ragionamento, è un dato di fatto a cui io devo credere (come tutte le persone razionali), come ti ho spiegato non è una mia opinione personale ma la realtà, infatti dopo millenni che si parla di dio (e di dei) non esiste nessuno che possa dimostrare che esista, anche limitandosi ad una sola possibilità non certezza della sua esistenza (vero che tanti hanno dichiarato di averne trovato le prove della sua esistenza ma sono tutte crollate di fronte ad un’attenta analisi), non ci credi? Informati (ovviamente non nei siti cloaca tipo uwcr).

alessandro pendesini

@John

Ripeto la frase di Frank : “Scusa John, ma come può un credente essere razionale?”
E aggiungo :
–Un Dio -onnipotente e onnisciente- poteva creare -se avesse voluto- una libertà che non consentisse il male oltre certi limiti, limitandosi ad un male fisico necessario (come segnale che richiama l’attenzione) evitando quello insopportabile o atroce. Quindi, sarebbe assurdo affermare che il male -che non esisteva- l’ha voluto lui ?
–Sarebbe assurdo affermare che tutti i mammiferi (e non solo) possono soffrire atrocemente ed irreversibilmente ? L’etologia insegna che diverse malattie, malformazioni alla nascita, ecc..causano delle sofferenze intense inutili che Dio avrebbe potuto evitare poiché non esiste nessun nesso tra il Peccato Originale (Eva) e la sofferenza degli animali. Dio sarebbe parziale al punto di confondere il presunto peccatore umano con l’innocente animale il quale non poteva commettere nessun peccato o disobbedienza verso il Creatore ? Inoltre come possiamo spiegare che abbia avuto delle preferenze avantaggiando i felini, coccodrilli, leoni, orsi, lupi, ecc…cioé i predatori e non le prede, tra le quali, ad esempio, le gazzelle, le pecore ecc..?
–Inoltre come potremmo condannare alla sofferenza tutti gli animali, uomo compreso, sulla presunta colpa di un solo antenato ? Ma anche immaginare che dall’umano creato e programmato per essere “perfetto” emerga una volontà di trasgredire il suo creatore ?
NB Certi credenti vengono su questo blog con delle pretese tipo “possiamo aver ragione senza che gli altri abbiano torto”….;
Bene, Sig. John, posso chiederle cosa ne pensa dei commenti che le ho indirizzato ? Grazie per la sua -attesa- risposta. Se mi soddisfa mi converto subito in credente, possibilmente anche cattolico devoto !

John

Alessandro: ti dico le mie (probabilmente fallaci) opinioni, fermo restando che ribadisco sempre il mio leitmotiv: questo dibattito è tutto già scritto in migliaia di libri, sia le tesi che le controtesi sono enucleate benissimo dai più grandi pensatori della storia – che appartengono all’una e all’altra categoria – per cui penso che nell’economia del pensiero umano non occorra riprodurre qua “in piccolo” ciò che è già ben espresso “in grande”. Posso dire che la tesi della razionalità del credente è stata espressa per esempio da Pascal, e con questo non voglio dire “Pascal ha ragione”, ma solo che l’esistenza in sé di questa tesi non è una mia invenzione, ma che essa fa parte dell’alveo delle molteplici asserzioni espresse nella storia del pensiero filosofico.
Ma Pascal è uno solo dei tanti, e altrettanti hanno ben argoementato la tesi opposta (la tua) in un lungo percorso di confronto fra atei e credenti che arriva ai recentissimo libri di Flores D’Arcais-Mancuso (leggero ma piacevole), Scalfari-Bergoglio (un po’ isituzionale, ma ho visto che è nella vostra bibliotecca…) e Odifreddi-Ratzinger (di prossima pubblicazione).
Alla luce di ciò, io ti dico che davvero ho come unica certezza il fatto che il mio pensiero sia più probabilmente fallace che veritiero, e non mi sento di riassumere in poche righe molti volumi che entrambi possiamo leggere – o abbiamo già letto – con piacere e profitto.
Ti dico che non credo in sistemi di pensiero precostituiti, ma solo in quello che, per me stesso, mi costitituisco io, che poi valuto eventualmente se a posteirori può sovrapporsi parzialmente (totalmente è difficile) con qualche sistema di pensiero umano. Dico anche che il mio status di credente o non credente sia del tutto irrilevante, in quanto rappresenta solo uno stato interiore che riguarda solo a me, mentre mi interessa fare in modo che nessuno possa nuocere ad altri in virtù delle sue convinzioni sull’esistenza/inesistenza di Dio, in qualunque modo, e per questo mi fanno piacere le vostre battaglie per laicità. Di queste parlo volentieri, perché riguardano tutti; dell’esistenza-insesistenza di Dio in sé parlo meno volentieri, sia perché riguardano ciascuno per sé stesso, sia perché, come ho detto, ci sono libri troppo ben scritti per ripetere io male le stesse cose.
Concludo osservando che lo spirito con cui entro in queste pagine non è “posso aver ragione senza che gli altri abbiano torto”, ma è “trovo molto stimolante il vostro dibattere, penso che potreste avere voi ragione e io torto, e quindi dal parlare con voi ho solo da guadagnarci e non da perderci”.
In definitiva, non ti ho dato una risposta volta a farti diventare credente o cattolico devoto… al contrario, ti chiedo se ti è possibile rimanere come sei. Sono io che valuterò se è il caso di cambiare il mio pensiero per accordarlo maggiormente con il tuo.
(scusami, ho visto che mi dai del lei; io ho usato il “tu” non per irriverenza, ma come convenzione classica nelle piattaforme di discussione in Rete)

Diocleziano

John
Concordo perfettamente con l’assunto che ”tutto è già stato detto” ma la vita va avanti e molte cose restano indietro. Non tutti leggono i ponderosi libri sul tema. E non tutti concordano totalmente con grandi e piccoli pensatori. Non parliamo poi di chi, oltre un certo limite, non comprende più nemmeno il significato di certi argomenti: il credente può decidere di accettarli senza capirli, come atto di fede, l’incredulo, invece, non può andare oltre. Finché ci saranno due persone che la pensano diversamente, ne discuteranno. Comunque io, al par tuo, già da molto tempo ho deciso di non discuterne, mi limito a un anticlericalismo su temi materiali.

John

Diocleziano, ti rispondo sui singoli punti:

1) “Non tutti leggono i ponderosi libri sul tema”.
Sbagliato: leggere è un dovere, se non si leggono i penderosi libri (ma spesso i grandi filosofi scrivono libretti brevi), ci sono opere divulgative che li riassumono. Ma avere letto molto è il presupposto per entrare in queste tematiche. Chi non legge, non è un mio interlocutore. Meglio consigliarsi delle letture a vicenda che discutere riassumendo male in contenuti dei rispettivi libri.

2) “E non tutti concordano totalmente con grandi e piccoli pensatori”.
Atteggiamento che reputo sbagliato. Non parlo di un principio di autorità, ma di un riconoscere che vi è chi sa argomentare meglio di noi. I pensieri dei grandi filosofi, passati e attuali, coprono pressoché tutto il range del pensiero umano. Se non ce n’è neanche uno con cui concordo e di cui posso consigliare un libro piuttosto che parlare io, significa o che io sono un grande filosofo della storia, o che sono un povero idiota. Non c’è via di mezzo.
(n.b.: spesso l’identificazione avviene a posteriori: formulo un’idea e poi scopro che il filosofo X l’ha argomentata molto meglio di me, e allora rinvio a lui).

3) “Non parliamo poi di chi, oltre un certo limite, non comprende più nemmeno il significato di certi argomenti”.
In quel caso si deve astenere dal parlare di quelle tematiche. Non c’è nulla di male. Io non so che cosa sia un “corner”, parola per me priva di significato, e infatti mi astengo dal parlare di calcio con chiunque.

4) “il credente può decidere di accettarli senza capirli, come atto di fede”.
Atteggiamento sbagliato. Io non intendo l’atto di fede in questo senso, e anzi respingo tale accezione. Accetto solo l’atteggiamento del credente che legge, studia, conosce il pensiero ateo alla stessa identica maniera del pensiero religioso. Il credente di cui parli tu, ai miei occhi, è piuttosto un credulone, ed è colpevole. E pazienza se molti credenti non la pensano come me su questo.

4) “l’incredulo, invece, non può andare oltre”. Anche il credente, secondo me, nelle modalità che ho detto al punto 3. Mi sembra che Pascal sia “andato oltre”, così come Wittgenstein, come Teilhard de Chardin, come Guitton, come Martini, come Kung… poi magari secondo voi hanno raggiunto conclusioni sbagliate, ma almeno riconoscete che non si sono fermati a credere in base ai souvenirs di Padre Pio.

5) “Finché ci saranno due persone che la pensano diversamente, ne discuteranno. Comunque io, al par tuo, già da molto tempo ho deciso di non discuterne, mi limito a un anticlericalismo su temi materiali.”
Queste tue due affermazioni non coincidono, la seconda nega la prima, e infatti mi trova d’accordo. Quando credente e non credente discutono dell’esistenza di Dio, secondo me sbagliano per i motivi che ho spiegato nei punti da 1 a 4. A volte anche io lo faccio, e sbaglio. La discussione sui temi materiali invece la approvo. Ma ho poco da discutere perché su 8 per mille, IMU, IRC ecc. tendo a pensarla come voi.

John

[Ho ripetuto due volte il punto 4. Stavolta l’errata corrige ci vuole: gli ultimi due punti sono ovviamente 5 e 6]

Frank

“poi magari secondo voi hanno raggiunto conclusioni sbagliate”

Voi? Ma allora sei de coccio. Non siamo noi (cosa intendi poi ver voi?) Ma la comunità scientifica, filosofica o quello che ti pare, che ha rigettato o considerato non probanti le teorie dei personaggi che menzioni. Di conseguenza una persona razionale non le tiene in considerazione.

Facciamo una cosa John, visto che in fondo il dovere è tuo, portami una prova o anche una sola possibilità che possa far credere nell’esistenza di dio. Se io ti domandassi una prova della teoria della relatività di Einstein non penso che che avresti problemi, vediamo un pò col tuo dio come te la cavi. Non frantumarmi i cabasisi con Pascal, Godel, Heisenberg, Wittgenstein a me non interessa la teoria in se ma che almeno la maggior parte degli esperti mondiali la considero vera dopo averla valuta. Io sono convinto che avrai dei problemi. Quindi: No prove, no possibilità, chi crede in dio è irrazionale.

John

Frank (e si associa a lui),
non capisco bene l’atteggiamento da interrogatorio che sta assumendo questo dialogo. Io non ho detto che voglio convincervi che Dio esiste, ma che non mi interessa parlare di questo argomento, e che non lo trovo utile. C’è qualche legge che mi obbliga a parlarne? Io ho piacere di parlare, come ho detto, di questioni più pratiche, come IMU degli immobili religiosi, 8 per mille, insegnamento della religione cattolica, computo del reale numero dei cattolici, perché mi interessa ragionare su come estirpare le storture clamorose che vi sono nella nostra società in questi ambiti, e vedo che voi vi muovete nella direzione giusta. Perché invece mi chiedete di usare la maggior parte delle mie energie per darvi spiegazioni su un tema che riguarda solo me? Perché questa insistenza? Ho mai detto che vi voglio convincere che Dio esiste? …Forse ho detto qualcosa di avventato in risposta alla vostra insistete domanda in questo senso, e se l’ho fatto, ho sbagliato. Se ho un obiettivo, è far di tutto perché chi mi vede non capisca se io sia credente o non credente, e apprezzi a prescindere ciò che faccio. Dare dimostrazioni su Dio è la cosa più lontana dalle mie intenzioni, invece voi mi tempestate di post in cui mi chiedete tale dimostrazione… perché? Volete dimostrarmi che sbaglio? Ok, me ne avete parlato abbastanza, ci rifletterò… pensate che dal mio (eventuale) credere dipenda qualcosa di negativo per voi o per altri? Ditemi che cosa (di concreto), e farò in modo da evitarlo… Ma se mi chiedete semplicemente di dimostrarvi in astratto l’esistenza di Dio, come se fossi in un tribunale, vi chiedo: perché devo farlo, se non mi interessa, e se soprattutto sono convinto di non saperlo fare?
Per il resto, vi rinvio agli scritti di Wittgenstein circa il tacere sull’inespriminile, che ha espresso i medesimi concetti in un modo sublime a cui io non potrei neanche avvicinarmi. Possiamo chiudere qua?
Nel frattempo, vedo che oggi è il 2, quindi buon convegno a tutti coloro che stanno partecipando

John

Chiariamo un’ultima cosa:
forse non ci siamo incontrati sull’accezione di “Razionale”. Siccome lo si diceva nell’ambito della frase “Un’italia più razionale” (il titolo dell’articolo in commento) io intendevo in senso pratico, concreto: razionale nel senso che i politici facciano delle scelte giuste, sensate, non palesemente discriminatorie o non volte a favorire ingiustamente una parte sola. E in questo senso ritenevo che un credente potesse essere razionale. Per piacere, ditemi se in questo senso ho sbagliato qualcosa.
Non volevo spostare il discorso sulla razionalità logica, che non mi sembra sia oggetto né dell’articolo in commento, né del convegno dell’UAAR, né della frase “Italia razionale”. Ok, Frank mi dirà che ho sbagliato, perché “razionale” è ciò che intendeva lui, e gli dico, va bene, ho sbagliato, me ne scuso. Ma è un errore così grave? (chiedo agli altri).
Possibile che da quella mia frase delle 13:17 di ieri, solo perché ho usato l’aggettivo”razionali” (in senso politico, accanto a “laici”, parlando di “Italia”) sia sorto una specie di interrogatorio nei miei confronti per estorcermi la dimostrazione dell’esistenza di Dio, l’ultima delle cose di cui vorrei non solo convincervi, ma anche parlare?
Per piacere, rispondetemi (non solo Frank) perché sono un po’ disorientato e sconcertato…

Diocleziano

John
Veramente il mio post era tutto orientato a contraddire la tua affermazione che ”tutto è stato detto” e quindi non si dovrebbe più parlarne (qui sì che entrerebbe in gioco il principio di autorità!). Hai vivisezionato il mio argomentare a tal punto che non si capisce più nemmeno di che bestia si trattava… Non avevo in mente teologi di professione o autodidatti volenterosi, ma le persone comuni, l’ateo o il credente che domani entreranno qui volendo approfondire. È ovvio che ci sia chi è più e chi meno preparato, dipende dagli interessi personali e le mie letture, abbastanza estese, non toccano la religione se non incidentalmente.

John

[avevo postato al posto sbagliato, ri-posto. Questa piattaforma non è adattissima per discussioni complesse]

Diocleziano,
Prima ti ho semplicemente risposto per punti, non volevo “vivisezionarti”.
Le mie letture non riguardano la vulcanologia, se non incidentalmente, e infatti non parlo di vulcanologia con nessuno…
Se invece si parla di un argomento su cui si ha sufficiente cognizione, rinviare alle prorie letture non è un principio di autorià, è l’esatto contrario: si rinvia ai libri che hanno già spiegato bene tutto ciò che si voleva dire, argomentando in modo rigoroso. Solo i dibattiti tra grandi pensatori possono fare a meno di rinvii a scritti esistenti.
Se ti devo convincere – poniamo – che il global warming non ha origine antropica, che cosa faccio: ti riassumo in un thread, a parole mie, decine di pubblicazioni, o ti rinvio a qualche pubblicazione che a mio avviso spiega bene perché il global warming non ha origine antropica? E se opto per questa seconda possibilità, sto forse usando il principio di autorità? Non sto forse facendo ciò che chiunque, in un dibattito scientifico o culturale, deve fare?

John

Peraltro, anche il dibattito sul principio di autorità, nel senso in cui lo stiamo portando avanti ora, fa parte del “già detto”: lo si trova molto ben sviluppato nel libro di Mancuso e Flores D’Arcais “Il caso o la speranza”, al quale dunque rinvio, perché penso che siano molto buone le argomentazioni di Mancuso, e molto deboli e impulsive quelle di Flores D’Arcais (su questo specifico tema).

John

La mia tesi, per ridurla ai minimi termini, è che se noi qua discutiamo dell’esistenza di Dio sostituendoci alla mole di scritti esistenti, è come se durante un blackout ci mettessimo a cercare di costruire una pila elettrica partendo da zero: soffiando il vetro, fondendo il rame ecc., quando invece possiamo andare al supermercato a comprarla. Così mi spiego?

Frank

John per capire che la terra è sferica (il termine più corretto è geoide) una persona deve essere laureata in astronomia?
Chi è competente ( più di uno e tempi diversi) è arrivato a questa conclusione e poi in forma divulgativa è stata resa accessibile a tutti. Ti ho chiesto di provare a fare la stessa cosa con le prove (o almeno una possibilità) dell’esistenza di dio.
Ora mi dici che non vuoi parlare dell’esistenza di dio.
Ma il problema lo hai sollevato tu quando ti ho detto che un credente non può essere razionale, che fai ora te ne scappi?

John

Frank,
– La questione dell’esistenza di dio non attiene alle scienze esatte.
– Ho già spiegato che intendevo “razionale” in senso politico-sociale, non in senso logico.
– Ho l’impressione che il tuo scopo sia portarmi alla stanchezza, mettermi alla prove, tendermi insidie… non discutere in modo amichevole come fanno tutte le altre persone in queste pagine.
– Credo di avere un po’ ceduto alle tue provocazioni.
Ora sono veramente stanco. Smetto di scrivere perché penso che stiamo ponendo la questione su piani differenti, che non ci incontriamo. Non intendo essere contro nessuno. Ok. Non ti dimostro l’esistenza di Dio, perché secondo me la questione riguarda solo la mia interiorità. Second il tuo punto di vista (diverso dal mio), io fuggo. Va benissimo, caspita! Hai vinto, fuggo. Che cosa vuoi che ti dica? Che io continui all’infinito a dirti quello che ti ho già detto? Che io ti dimostri l’esistenza di Dio secondo i parametri delle scienze esatte? Non capisco davvero.
A volte penso che, se ti si applicassero i parametri che si applicano spesso a chi esprime pensieri in disaccordo con l’Uaar, tu potresti essere considerato un “troll” (termine che uso con fastidio, non mi piace), ma s che mi sbaglio.
Non so più cosa pensare… Si, ora faccio quello che per te significa “fuggire”. Secondo me non è così, ma so che secondo te lo è. Non so se sarai contento, se sarai convinto di avere più ragione di prima (cosa probabilissima). Se non fosse chiaro, ti informo che io della tua superiorità intellettuale sulla mia sono convintissimo, e non lo dico per scherzo, parlo sul serio. Credo di avere solo da imparare da te, e penso che da questo momento in poi ragionerò sempre di più, molto seriamente, su tutto ciò che mi hai detto per capire dove sbaglio.
Ma non puoi controbattere a ogni cosa che dico, affermando qualcosa che tenda a trovare l’errore (che probabilmente c’è, ok), ad ignorare ogni frase con cui cerco di venirti incontro e ad enfatizzare ogni aspetto che possa portare allo scontro. Capisci che un dibattito tra due persone, almeno nella forma, non può svolgersi in questo modo. Noi non ci conosciamo, parliamo attraverso i nostri avatar: ciò va benissimo, ma ogni dialogo fra persone, anche (e soprattutto) in rete fra avatar, ha le sue regole… deve svolgersi in modo da non portarsi reciprocamente alla stanchezza. Io forse per errore l’ho fatto, ho sbagliato. Però riconosci che anche tu non hai lavorato per creare distensione… come possiamo andare avanti così? Ti ho dedicato volentieri una parte sensibile del mio tempo in questa giornata… ma non possiamo andare avanti in una partita di pugilato verbale… dove vuoi arrivare? A dire che io sbaglio oggettivamente? Ad avere la soddisfazione di avere ragione? Devi capire che un dibattito tra due sconosciuti non sempre porta a questo esito, e che a volte si arriva semplicemente a mantenere le proprie idee, però arricchiti l’uno dal punto di vista dell’altro. Nel mio caso è così, e non solo, perché le mie idee ora saranno un po’ diverse e un po’ più vicine alle tue… Però accetta che a un certo punto il dibattito si fermi, che ci sia una forma di diplomazia nel conversare con punti di vista differenti, che l’altro possa ragionare su un piano differente non necessariamente voler arrivare a fare le affermazioni che tu gli chiedi.
Forse mi ribatterai anche a tutto ciò che ti ho scritto ora, ignorandolo e continuanado con la logica degli affondi, del portare avanti il discorso all’infinito… può darsi, però ora io, che ti ho dedicato – volentieri – praticamente un’intera giornata, in cui avrei potuto fare altro, credo di aver già detto tutto, e di avere espresso il mio pensiero in modo compiuto. Accetti l’idea di fermarci. Se la condizione è che ti dica che hai ragione tu, ti dico di si, non per dartela vinta, me perché immedesimandomi in te e usando i tuoi parametri di riferimento, è vero che hai ragione tu.

Frank

John, io solo detto che tu hai affermato qualcosa di sbagliato cioè che credere in dio sia una cosa razionale, punto. Perchè dico questo? Se esistesse anche una sola possibilità razionale (cosa intendi tu per razionale non mi lo so, io utilizzo il termine nel senso comunemente accettato da tutti) questa sarebbe stata messa al vaglio dalle persone competenti (scienziati, filosofi, sciamani, saltinbanco, domatori di leoni, stabilisci tu chi dovrebbero essere le persone competenti) e dopo essere stata valutata e se ritenuta corretta sarebbe poi stata in forma divulgativa messa a disposizione di tutti quelli che non sono addetti i lavori (come è successo con la sfericità della terra). Il fatto che fin adesso non è accaduto è la dimostrazione che questa prova o possibilità non esiste. Conclusione chi crede in dio non può farlo basandosi sulla ragione perchè allo stato attuale non esiste un motivo ragionevole per farlo.
Non è una mia opinione ma un dato di fatto, il fatto che te l’abbia fatto notare ma come l’ho fatto con te mi capitato con altri credenti e perchè non sopporto le menzogne e sono stanco di sentire sta barzelletta che si può credere in dio in modo razionale.

John

Frank. Premetto che i siti che citi sono decisamente distanti da me, così come i loro ispiratori, e che preferisco di gran lunga il vostro, anzi, neanche li metto in relazione con il vostro.
Ti pongo un solo quesito: ti pongo i nomi di tre persone che erano vicine a te dal punto di vista della razionalità, ma la cui impostazione sul credere/non credere era più vicina alla mia. Goedel, Heisenberg e Wittgenstein.
Ribadisco che io non sto ora difendendo la tesi “Dio esiste” ma la tesi “Dio può esistere o non esistere”, mentre tu stai respingendo quest”ultima e considerando come unica tesi valida “Dio non esiste” (e va bene, non ti chiedo certo di cambiare posizione).
Relativamente ai tre autori citati, io credo che la tua risposta possa essere di due tipi: A) “sbagliavano” o B) “mentivano”. Perfetto: sei legittimato a pensarlo. TI chiedo solo di accettare l’idea che io, diversamente da te, invece, la pensi come loro, e di lasciarmi ritenere che non mentissero. Poi, se noi quattro sbagliamo, va bene, allora hai ragione tu, mi sembra ovvio.

Frank

Per John.

“mentre tu stai respingendo quest”ultima e considerando come unica tesi valida “Dio non esiste””

E aridaglie….. io non la respingo, ma sostengo che chi la porta avanti fino ad ora, non solo non ha portato una prova ma neanche uno straccio di ipotesi credile e per questo razionalmente la rifiuto.

Se Godel, Heisenberg e Wittgenstein hanno proposto delle ipotesi sull’esistenza di dio queste poi sono state provate? No, sono oggetto di discussione ed inoltre il loro concetto di dio è lontano anni luce dal tuo dio religioso, paradossalmente se uno di loro avesse ragione dimostrerebbe che tu hai torto.

John

Frank, grazie, sei stato chiarissimo, ribadisco la massima considerazione del tuo pensiero nel cercare di trovare i punti in cui occorre correggere il mio ragionamento.

Frank

Ma figurati, anzi nulla a paragone del giorno in cui mi dimostrerai non che dio esista, non pretendo così tanto, ma anche solo che credere in lui sia una cosa razionale, non solo dovrò essere io a riconoscerlo ma tutta l’umanità, visto che ancora nessuno ci è riuscito.

MASSIMO

@ Frank

Vedi, il problema non è se Dio esiste oppure no.
Il vero problema è che questo pianeta è pieno di impostori che dicono di rappresentarlo, e per questo pretendono soldi e potere.

John

(Interessante però: tutto questo dibattito perché ho scritto che apprezzo il vostro congresso e condivido il vostro impegno!)

alessandro pendesini

@John
Grazie per la tua gentile risposta. Mi Mi siano concesse qualche osservazioni :
……”mentre mi interessa fare in modo che nessuno possa nuocere ad altri in virtù delle sue convinzioni sull’esistenza/inesistenza di Dio, in qualunque modo, e per questo mi fanno piacere le vostre battaglie per laicità.”…..-Ma noi tutti sappiamo che in nome di Dio certi credenti hanno commesso -e continuano a commettere- delle atrocità ! Pur ammettendo che se tutti fossero convinti che Dio non esiste, non significherebbe che saremmo continuamente contenti e felici… Non avremmo gli inconvenienti relativi alle religioni monoteiste, ma ben altri, sempre e comunque correlati alla nostra ignoranza, causa principale del nostro relativo malessere !
……”ci sono libri troppo ben scritti”……-Ma che, purtroppo, pochissimi li leggono !

P.S. -Le buoni ragioni per credere sono ragioni “epistemiche”, vale a dire le prove o dati disponibili ai soggetti, che vanno chiaramente all’incontro di quello che hanno “scelto” di credere, prendendo i loro desideri (o illusioni fantasmatiche) per “realtà” -e/o “verità”- assoluta ! Capire che questo è un tipico esempio di comportamento irrazionale, per non dire assurdo, è tutt’altro che insignificante…..
Da notare che la neuropsicologia ha in gran parte smantellato potenti meccanismi biologici che limitano la libertà umana, che possono persino annientarla. L’alienazione mentale ne è un esempio doloroso. Ma è anche chiaro che la storia personale di ogni individuo e le pressioni socioculturali che subisce dalla nascita in poi, determinano in grand parte il perché del suo comportamento inteso come personalità.

John

Ho ripetuto due volte il punto 4. Stavolta l’errata corrige ci vuole.

X CONGRESSO NAZIONALE UAAR a Roma-2/3 novembre 2013 | NERO ASSENSO

[…] Si è concluso il decimo congresso nazionale UAAR, il quinto per me. Sono stata molto contenta per come si è svolto, sempre con la correttezza e con la giusta dose di equilibrio che si addice alle Associazioni serie e rispettabili. Dopo le votazioni agli emendamenti per modificare Statuto e Tesi e dopo la nomina del Segretario e del nuovo Comitato di Coordinamento e dei Probiviri, tutti i delegati hanno potuto trascorrere sereni e divertenti momenti di convivialità, conditi dall’umorismo di un socio romano che ha simpaticamente presentato la nostra associazione in modo satirico e autoironico. Il bello di essere in questa UAAR da 12 anni e di continuare a condividere impegni e risate con persone fantastiche è proprio questo: essere persone serie e fattive  che non si prendono sempre sul serio, che sanno ridere anche dei propri difetti e che fanno di tutto per migliorare. GRAZIE AMICHE E AMICI! Prima di iniziare…La colazioneTra poco gli accreditamentiRiflessioniSiamo in attesaIl congresso ha inizioAssegnazione del premio di laurea a tre studenti Votazioni agli emendamentiVotazioni Spoglio elezioni Segretario e Comitato di CoordinamentoNuovo Comitato di Coordinamento COMUNICATO STAMPA UAAR […]

rosalba sgroia

Sono appena tornata da questo congresso che definisco magnifico.
Sono stata molto contenta per come si è svolto, sempre con la correttezza e con la giusta dose di equilibrio che si addice alle Associazioni serie e rispettabili.
Sono orgogliosa dell’UAAR e felice di partecipare al miglioramento di questa società insieme a persone civili, solidali, propositive, positive e sensibili. APPROFITTO PER DIRE: GRAZIE AMICI E AMICHE!

Commenti chiusi.