Sempre più persone si dichiarano atee e agnostiche. Anche in parti del mondo che non ci si aspetterebbe. Spesso rischiando abusi, il carcere e un generale ostracismo da parte di società dove la religione ha ancora una fortissima influenza. Stavolta ci soffermiamo su due racconti che arrivano dagli Usa e dall’Egitto. Due storie particolari di vita vissuta su cui tutti potrebbero riflettere.
Eric Fromm, ventunenne rappresentante degli studenti alla Northwest Christian University, fa coming out dichiarandosi ateo sul Beacon Bolt, il giornale dell’ateneo. Rompendo il cerchio dell’isolamento e degli attacchi verbali cominciati quando è iniziata a circolare la notizia che non fosse credente. Uscire allo scoperto gli ha ridato fiducia e portato tanti colleghi a sostenerlo: “Non devo più nascondermi, so che la gente mi accetta per quello che sono”. Battezzato come luterano, frequentava regolarmente la Chiesa metodista fino al divorzio dei genitori all’età di 10 anni. Era ancora credente ma dubbioso quando è entrato all’università nel 2010. All’inizio va bene, ma in seguito inizia ad essere bistrattato dagli studenti, circolano voci e sospetti su di lui. Riesce comunque a diventare presidente degli studenti, segno che lo ritengono attivo e affidabile. Ma non mancano le critiche di chi sostiene che sia contraddittorio avere un rappresentante ateo in una università cristiana.
Il giovane ci tiene a precisare che il suo ateismo non è aggressivo nei confronti degli altri, essendo egli consapevole di aver subito vessazioni per il suo modo di pensare: “Il mio obiettivo non è mai attaccare la religione o la persona per quello che sono”. Visto il contesto, si reca ancora alle riunioni nella cappella del campus ogni settimana: “La uso come mio tempo personale, per raccogliere i pensieri”. Come evidenziano le ricerche, ci sono differenti profili di non credenti, e gli antiteisti – sebbene più vocianti – rappresentano una minoranza.
Dall’Egitto invece arriva la “sconversione” di Noha Mahmoud Salem, con il passaggio dall’islam salafita all’ateismo. Cresciuta in un rigido contesto religioso, col passare degli anni e con lo studio diventa scettica fino a non credere più. A quindici anni il professore le impone di mettere il velo in classe e la ragazza frequenta la moschea. Si mette di buona lena, tanto da guadagnarsi un premio per la recitazione del Corano. Un episodio che ricorda La bicicletta verde, premiato film di Haifaa Al Mansour, giovane regista araba. Si iscrive a medicina e viene convinta a portare il niqab, quindi si sposa con un musulmano osservante. Ma il marito la tratta male, si fa più integralista e diventa anche violento. Cerca il sostegno del padre, ma questi ricorda che i testi sacri autorizzano lo sposo a picchiare la moglie. Da donna maltrattata, comincia a rendersi conto che l’islam ha una impronta patriarcale e maschilista.
Infine, dopo essere stata picchiata di fronte alla madre, mette in discussione la religione. In casa la prendono per matta, ritenendola affetta da turbe ossessivo-compulsive. Col tempo abbandona il niqab e diventa più emancipata. Dichiarandosi atea, si separa dal marito e anche la famiglia la ripudia. Trova un altro uomo, un ateo, ma per far contenta la famiglia si sposano con cerimonia religiosa. Dopo tante traversie, può ritagliarsi il suo spazio di felicità dove poter essere se stessa.
I due casi presentano differenze, ma anche affinità. Va ricordato che le conversioni sono statisticamente poche, ma prontamente amplificate da un’apologetica interessata per motivi di propaganda, specie se si tratta di personaggi famosi. Ma, come le conversioni, anche le apostasie sorprendenti non sono molto frequenti, visto che la tendenza è mantenere le idee che ci si è fatti dall’adolescenza, ed è molto difficile uscire completamente da un ambiente ultra-credenti. Quando si verificano, hanno caratteristiche ricorrenti: gli apostati sorprendenti hanno una forte personalità e spiccate capacità, doti indispensabili per prendere le distanze da famiglia, amici e conoscenti unanimente intrisi di religiosità. Lo evidenziava molto bene, già diversi anni fa, una ricerca descritta nel libro Why Some Turn to Faith and Others Abandon Religion degli psicologi canadesi Bob Altmeyer e Bruce Hunsberger.
Pian piano, storie di apostasie come queste vanno facendosi un poco più frequenti. Grazie alla secolarizzazione, alla diffusione delle informazioni e la capacità di incontro e condivisione grazie a internet, alla maggiore visibilità dei non credenti, alla sempre più visibile implausibilità della fede (persino Ratzinger sosteneva, per ribadire l’eccezionalità cristiana, che oggi è “facile” dirsi atei). Tutto questo favorisce il confronto tra diverse concezioni del mondo e progressivamente riduce l’asimmetria prodotta dall’ambiente in cui si vive. E quindi anche l’emergere di atei e agnostici. E poiché l’incredulità non è un’innovazione religione incrementale, ma un cambio radicale di paradigma, il panorama religioso del pianeta muta profondamente. Forse non è lontano un mondo in cui ognuno sarà semplicemente se stesso. Se così sarà, sarà un mondo – anch’esso – sorprendente.
La redazione
di casi del genere se ne contano a milioni come per la verità spesso si verifica il contrario, da atei o agnostici molti diventano credenti.
E, penso, nella maniera più integralista. Alla fine, essere credenti o non, fino a quando non si ledono le altrui libertà in nome del proprio orientamento non dovrebbe essere un problema. Il sentimento religioso genuino, pur non condividendolo, non mi ha mai dato alcun fastidio e ci sono credenti assolutamente consci della realtà circostante e con i piedi per terra. Ripeto, è l’integralismo che crea problemi. E quello religioso è forse il più deleterio.
In realtà le conversioni ad una fede liberamente scelta non sono tante, ma molto propagandate dalle varie chiese. Dove esistono dati ufficiali si può vedere che sono molte di più le persone che abbandonano una fede proposta/imposta di quelli che l’abbracciano liberamente. E non è neanche vero che con l’età ritornano alla fede, in genere una volta usciti non vi fanno ritorno.
Se i padri della costituzione americana sapessero delle odierne difficoltà dei loro cittadini ad esprimere una semplice opinione religiosa si rivolterebbero nella tomba.
E diciamola tutta una volta per tutte e diciamola fino in fondo. Quando un essere umano può esprimersi sena la paura di essere ucciso tramite una sentenza di condanna a morte o peggio ancora di un liciaggio, quando non ha paura di essere additato come un appestato e isolato dalla comunità, quando egli sa che comunque sarà accettato e rispettato pur nella sua diversità perché le persone accanto alui sono esseri civili, allora tutto sarà più facile.
Siamo esseri umani e non tutti possono avere la forza di un Giordano Bruno. Io per primo, lo dico senza vergorgnarmene, avrei fatto come Galileo. La realtà è che noi atei non siamo un miliardo e trecento milioni ma molti, molti di più e questo tutti i capi religiosi del mondo lo sanno e ci temono.
Ma quello che temono di noi non è la forza bruta che usano loro ma la forza delle nostre convinzioni e di quel pensiero libero che vuole volare alto come è suo diritto fare, senza che nessuno vanti la pretesa di ingabbiarlo.
“Potete ingannare qualche persone tutto il tempo. Potete ingannare tutto il popolo per un certo tempo. Ma non potete ingannare il mondo tutto il tempo ” (Abraham Lincoln)
Solo gli stupidi non cambiano idea, io l’ho fatto a 19 anni, dopo l’adolescenza.
Giovanardi l’ha fatto…l’ha fatto… l’ha fatto….. 🙁 🙁 🙁
Forse mi sbaglio ma l’accenno al vociare più intenso degli antiteisti sembra quasi un rimprovero agli stessi sottolineato anche dalla precisazione che sono pochi(per fortuna?). Non sono d’accordo, lo dico chiaramente,a me piacerebbe che gli atei manifestassero di più le loro idee contro “le credenze religiose” senza paura di essere tacciati di antiteismo, anzi! Tanto di cappello per GMD85 ma io non riesco ad essere come lui anche perchè mi pare che la mia libertà venga lesa quotidianamente dall’informazione che si occupa continuamente di papa & company, madonne e miracoli, ecc. Sarà perchè ho avuto un’educazione religiosa, sarà perchè vivo in un contesto(provincia di bergamo) super-cattolico, insomma, io sento il bisogno di comunicare il mio dissenso apertamente ogni volta che posso farlo. Il 4 novembre ho dovuto subire per l’ennesima volta le preghiere e la benedizione del prete in apertura della cerimonia che dovrebbe essere laica (le autorità erano già state alla messa in chiesa!), nessuno dei presenti si è lamentato, sono stata l’unica a commentare negativamente e nessuno mi ha appoggiato. Neanche quelli di sinistra…
Io sono molto apertamente antiteista.
« Io sono fermamente convinto che le religioni, come sono dannose, così sono false. Il danno arrecato da una religione è di due specie: uno dipende dalla natura generica della fede, l’altro dalla natura particolare dei dogmi accettati. »
(Bertrand Russell, dalla prefazione di “Perché non sono cristiano”)
Aggiungo un terzo danno delle religioni: l’avidità economica dei capi religiosi e la loro tendenza a circuire i “poveri di spirito” per spillar loro soldi.
Ma la lista dei crimini delle religioni sarebbe lunghissima, omicidi e torture compresi.
Quando si potrà farla finita con i crimini perpetrati dalle religioni, anche quando queste sono difese dagli appararti statali conniventi e quindi complici e quindi criminali?
@marilena
Mi spiego meglio. Il fatto che a me il sentimento religioso genuino non dia fastidio, non vuol dire che sopporti i fanatismi. Quando il sentimento diventa teismo becero e bigotto come quello da te esposto, beh, lo critico esattamente come fai tu. Ripeto, ci sono credenti molto più laici e anticlericali di me e di te. Concordo quindi che, rispettando la personale credenza (fino a quando non diventa deleteria e dannosa), il nostro pensiero dovrebbe avere più voce e, se per teismo intendiamo la fede più cieca e dannosa, si, sono antiteista anche io.
Quando trattasi di soldi, sono tutti (o quasi !) della stessa chiesa….
L’Italia è un particolare paese composto da persone di buona volontà, integre (una piccola minoranza), queste vorrebbero che qualcosa migliori…ma anche e soprattutto di furbi, gente di malafede, opportunisti e/o finti credenti, ipocriti, particolarmente ignoranti….L’apparenza, il fingere, è la loro caratteristica principale : « Subdoli », se non mi sbaglio, sarebbe il termine che li qualifica !
Una cosa sembra certa Marilena, nessuno di questi potrà mai trattarti di opportunista o ipocrita !
Tuttele religioni, creazioni della mente umana, appartengono al segmento “infantile” dello sviluppo della personalità. L’evoluzione del pensiero umano dirige
-in campo “religioso”- verso l’atteggiamento prudentemente agnostico.
Tutti i “sognatori” sanno che la costruzione di un mondo migliore non sarà mai definitiva e ci sarà sempre un migliore possibile oltre i confini raggiunti in un dato momento in un determinato luogo. Non possiamo dissociare il sogno -metaforico o reale- della vita, il sogno è vita ! E ‘ essenziale come l’acqua, l’aria, l’amore…. Aragon diceva: “L’uomo che sogna non muore.” -Possiamo pero aggiungere : “a condizione, tuttavia, che i nostri “sogni” non mutino in incubi”……
Non mi sorprende che molte persone vogliano proclamare la propria apostasia, ma mi preoccupa che poi facciano marcia indietro.
In età giovanile spezzano le catene della religione per cercare la propria indipendenza e libertà, poi invecchiando ricandono nel conformismo e conservatorismo, tornano ad avere stima per il clero e per la chiesa e quando si avvicina il punto di morte, si convertono.
Le messe domenicali saranno semivuote, ma un funerale cristiano è comunque una rivincita per i preti, sulla lunga distanza.
“Le messe domenicali saranno semivuote, ma un funerale cristiano è comunque una rivincita per i preti, sulla lunga distanza.”
In altre parole: ciascuna mucca e ciascun toro possono pascolare per tutta la vita allo stato brado e credersi liberi, ma alla fine arrivano tutte/i allo stesso macello…