Nuova recensione sul sito: “Machiavelli, filosofo della libertà” di Maurizio Viroli

In occasione dei 500 anni dalla Lettera a Francesco Vettori, una nuova recensione è stata pubblicata nella sezione Libri del sito UAAR.

Il volume è Machiavelli, filosofo della libertà di Maurizio Viroli (Castelvecchi, 2013). La recensione di Stefano Marullo è inclusa nell’inserto libri dell’ultimo numero dell’Ateo.

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7 commenti

Florenskij

@ Stefano Marullo.
– Non ricordo brani o testimonianze da cui si possa evincere che Machiavelli era un fan di Savonarola
( personaggio a me poco simpatico ). Ricordo solo che secondo M. il frate fallì in quanto profeta disarmato.
– Esistono progetti politici laici di per sè nobili che, anche senza arrivare al talebanismo suicida-omicida, non richiedano poco o tanto sacrifici umani, di propri militanti o di qualcuno dell’altra parte, magari arruolato a forza ( che so io, un ventenne croato di leva nell’esercito asburgico )? Cavour confessò che se avesse fatto per interessi privati quello che aveva fatto per l’ideale politico risorgimentale sarebbe stato a giusta ragione considerato un mascalzone o molto peggio.
– Machiavelli combinò una specie di raffinata “etologia della politica” ( i raggruppamenti umani retti da leggi in larga misura analoghe a quelle animali – volpe e leone – ovvero quelle della giungla ) con un elemento di passionalità patriottico-religiosa (religiosa in senso lato e in senso buono, ovvero con una certa dose di nobile utopia laica).
Peccato che quel tipo di “religione della Patria” abbia causato moltissimi morti, specie nel secolo passato, in numero non inferiore a quello dei morti nelle guerre confessionali, come quella dei Trent’anni.

A questo proposito ritengo opportuno indicare un personaggio come il generale Enrico Cialdini. Mi riferisco alle repressioni del banditismo e a quanto ho letto recentemente in un libro sull’assedio di Gaeta, che richiese un martellamento di artiglieria assolutamente micidiale.

PS. Non sono un nostalgico dei Borboni e nemmeno entusiasta della figura del Papa-Re ).

stefano marullo

Aldilà del passaggio critico su Savonarola nel Principe, nel libro di Riccardo Fubini «Politica e pensiero politico nell’ Italia del Rinascimento» si ribadisce come Machiavelli ammirasse in Savonarola il volontarismo profetico e con lui condividesse l’idea che Firenze dovesse diventare il fulcro della rinascita civile oltre che religiosa. Entrambi poi detestavano i Borgia. Il rapporto tra Machiavelli e Savonarola è piuttosto controverso non è possibile liquidarlo in poche battute, per certi versi c’è un passaggio di testimone tra i due. Ad evidenziarlo oltre a Viroli c’è anche Mieli.
Quanto ai sacrifici laici estremi, mi piace molto il verso di De André “morire sì per delle idee ma di morte lenta”.
Se “religione della patria” intende l’Ateismo di Stato, sono d’accordo che è un’aberrazione quanto la Religione di Stato, In realtà, ma le è stato detto in tutte le salse, in certe ideologie (vedi marxismo-leninismo) l’ateismo non è strutturale ma solo un epifenomeno. E l’odio religioso ha più valenze politiche contingenti (si veda la compromissione delle caste religiose con il potere dominante, così è stato e sempre sarà)

Ermete

Il problema che pone Florenskij oggi è serio e non riguarda solo il tanto religiosamente associato marxismo-leninismo, ma la genesi stessa del pensiero laico e liberale, condito sicuramente di massacri di poveracci, culminati nella repressione del (cosiddetto dalla propaganda sabauda) brigantaggio o nell’eccidio di Bronte.
Come si vede qua siamo agli antipodi del leninismo, ma siamo all’interno del pensiero cosiddetto liberale.
E io rispondo a Florenskij: sì, le tappe di spostamento sociale e di presa dell’egemonia costano morti e sangue (pensiamo a quanti morti ha fatto l’industrializzazione occidentale, comprensiva di genocidi amerindi e tratte atlantiche di schiavi e di marce degli irlandesi a morire di fame) e a quanti morti ha fatto lo scontro tra fazioni del Capitale internazionale nelle due guerre mondiali, e in questo senso sorrido un po’ dei liberali odierni che si sdegnano dei morti del comunismo, quando il loro sistema per prendere il potere ed insediarsi ne ha fatti gli stessi se non peggio.
Ma dico anche a Florenskij che anche ai tempi delle egemonie religiose si spargeva sangue in ogni dove allo stesso modo; le cifre erano minori semplicemente perchè minori erano le cognizioni scientifiche e le applicazioni tecniche che, come tutti gli strumenti, se tanta morte hanno portato, con altre applicazioni tante situazioni sociali hanno risolto e migliorato.
Dunque si tratta semplicemente di fenomeni conseguenti alle lotte per il potere e per il controllo dell’economia, che tocca le società e le classi indipendentemente da laicità e religioni.
La laicità è importantissima, ma da sola non basta a togliere l’uomo dalla violenza e dalla violenza, ma nemmeno la religione basta…chissà, forse la violenza può solo ridursi ripartendo meglio le ricchezze (cosa che, perchè avvenga, probabilmente costerà ancora sangue) ma purtroppo temo che sarà nostra compagna di viaggio lungo tutta la Storia. In fin dei conti siamo anche noi enti naturali e la violenza è ineliminabile dalla Natura: il fatto che possiamo rifletterci forse un giorno un pochino potrà aiutarci.

Florenskij

@ Stefano Marullo. Per “religione della patria” non intendo certamente l’ateismo di stato, ma la “religione della patria”, come fu nel Risorgimento, che qui viene solennizzata in occasione del 20 settembre. Mazzini non era Lenin, ma pur non essendo un sanguinario non si astenne dal sangue. Cavour non era un abominevole clericale ma è difficile credere che i referendum di unione al regno di Sardegna in vista dell’unità d’Italia
siano stati limpidi e non manipolati in qualche misura. Di fatto, anche i regimi liberali in senso etico, come quello a cui sembrano aspirare gli aderenti UAAR, fanno le loro porcheriole ( piccole ) o porcherie ( grandi ). Vedasi il caso dell'”idealista” Obama con il controllo internazionale dei telefoni.
Anche Machiavelli riteneva necessaria all’interno dello stato l’azione di una forza religiosa, sia pure di matrice pagana. Come avrebbe potuto agire quella forza senza costituirsi in apparato organizzato, se non proprio in casta, ovviamente fabbricatrice di consenso, dunque “complice”? Per religione, lo ripeto con le mie salse ( mentre ringrazio per le sue, certamente di qualità ) si intende un fenomeno antropologico ineliminabile, quello per cui l’individuo si sente incorporato nel gruppo da legami che lo coinvolgono interiormente, rendendolo “ligio”fino al sacrificio della sua esistenza individuale.
PS L’ateismo solo “epifenomeno” del Marxismo-Leninismo? E allora da dove veniva il suo slancio prometeico ( Nè Dio nè padrone )?

FSMosconi

Anche Machiavelli riteneva necessaria all’interno dello stato l’azione di una forza religiosa, sia pure di matrice pagana. Come avrebbe potuto agire quella forza senza costituirsi in apparato organizzato, se non proprio in casta, ovviamente fabbricatrice di consenso, dunque “complice”?

Il fatto che tu e tu solo non riesca a immaginarti un’organizzazione religiosa o para-religiosa non verticistica (ed eventualmente autoritaria) non implica che non possano esistere.

In Giappone i buddhisti costituivano buona parte dell’entourage dei signori feudali, erano al servizio dell’imperatore. Eppure non lesinavano a prendere le armi contro gli stessi signori e a lanciare strali dalle fredde regioni del nord. O ad auto-marginalizzarsi ponendo i loro monasteri sulle colline.

D’altronde se per te solo la religione può costruire consensi lasciati dire che non vedi assolutamente oltre il tuo naso.

Per religione, lo ripeto con le mie salse […] si intende un fenomeno antropologico ineliminabile, quello per cui l’individuo si sente incorporato nel gruppo da legami che lo coinvolgono interiormente, rendendolo “ligio”fino al sacrificio della sua esistenza individuale.

Anzitutto ci sono due errori palesi e tre non palesi:

Il primo: di ineliminabile non c’è nulla. Ci si può definire “socialmente religiosi” senza conoscere un’acca del proprio credo. E si può essere misantropi conoscendo alla perfezione il proprio credo. Parimenti si può essere sia l’uno sia l’altro nel limbo della superstizione, o di quel qualcosa molto simile che porta a vedere la propria moralità religiosa come assolutamente buona.

Il secondo: quello che tu descrivi non differisce in niente da una qualsiasi altra bolla morale, vale a dire quella situazione in cui data una moralità sociale, in nome della socialità si elimineranno le trasgressioni minime evidenti tramite dissonanza cognitiva (ad esempio: un gruppo militare può essere contro la pena di morte, ma non lesina ad attaccare per primo in guerra colpendo anche i civili con la scusa dell'”attacco preventivo”). Ciò non di meno: il sentirsi ligio non elimina i conflitti morali inter-religiosi. E ciò è tanto più evidente proprio nella figura già evidenziata di Savonarola.

Di quelli non palesi, il primo: ti faccio notare che nel discorso il sentirsi ligio contestualmente alla religio instrumentum regni è ininfluente. Un governo potrebbe trarre più vantaggio del senso di colpa dei suoi sudditi/cittadini; allo stesso modo potrebbe invocare la non perfetta situazione etica per fare piazza pulita degli oppositori. Il discorso che fai è evidentemente messo a caso.

Secondo: così come non tutti traggono vantaggio dal sentirsi ligi, parimenti non tutti traggono vantaggio dal desiderare la morte. Un esercito i cui soldati son disposti a morire in senso letterale e tragico per quanto spietato possa essere soffre della sua stessa forza: è sacrificabile in toto. O un esercito meno scrupoloso e democratico potrebbe accontentarli , il che è la stessa cosa. Applica questo ragionamento ad uno Stato e ti accorgerai che Machiavelli non approverebbe il tuo intervento. E men che meno Sun Tzu.

Terzo: non tutti i gruppi morali accettano il sacrificio individuale. E questo mi pare tanto chiaro ed evidente che perderci in digressioni e spiegazioni sarebbe del tutto inutile.

PS L’ateismo solo “epifenomeno” del Marxismo-Leninismo? E allora da dove veniva il suo slancio prometeico ( Nè Dio nè padrone )?

Ma Marx te l’hanno fatto studiare a scuola o no?…
Non ti dice niente hegeliano che critica Hegel tramite Hegel?

stefano marullo

@ Florenskij

>Mazzini non era Lenin, ma pur non essendo un sanguinario non si astenne dal sangue

Neanche Nelson Mandela o Che Guevara si astennero, ma sarebbe oggi un mondo peggiore senza di loro. Rilegga “An die Nachgeborenen” di Bertolt Brecht, anche il grido contro l’ingiustizia fa roca la voce…

Frank

Pubblicata la risposta di Francesco Vettori alla lettera di Machiavelli:

Niccolò, ma vai a rompere le palle a qualcun’altro!

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