Si è svolto ieri a Roma, presso Palazzo Marini della Camera dei Deputati, il convegno Non credenti e credenti; differenti, con identici diritti, organizzato dall’Uaar. Sono intervenuti Laura Balbo, Gherardo Colombo, Paolo Ferrero, Khaled Fouad Allam, Stefano Levi della Torre, Lucio Malan, Aurelio Mancuso, Stefano Moriggi. Il resoconto audio e video dell’evento è disponibile sul sito di Radio Radicale, che ringraziamo per la collaborazione.
La redazione
Fra tutti gli interventi, posso dire che mi identifico in quello di Moriggi, che ha espresso concetti molto vicini a quelli che spesso anche io, molto più malamente, cerco di esprimere. In particolare l’idea che non si debba parlare di “laici” ma di “laicità”, e che (cito) «il dibattito tra credenti e non credenti è un alibi per non affrontare questa questione e per dividersi ciascuno dando la colpa all’altro (…) per cui la vera posizione non è quella di un gioco alla contrapposizione dove ognuno punta meramente ai propri interessi ma del pensiero di uno spazio veramente laico». Non avrei potuto esprimerlo meglio, come tutto il resto che ha detto, anche perché cita Feynman a cui sono molto affezionato.
In effetti, non sarebbe, o non dovrebbe essere, un gioco alla contrapposizione: il punto è che il non credente non punta ai propri interessi, ma è costretto a puntare ai propri diritti.
Non vedo come, in certi ambiti peraltro importanti, anzi essenziali, si possa parlare di contrapposizione dove c’è asimmetria, prepotenza e prevaricazione.
Giorgio Pozzo
Si, ma non può esserci neanche piena sovrapposizione e identificazione con il fronte dei credenti e quello dei prepotenti e prevaricanti. Invece tu sembri operare questa identificazione. Io non credo assolutamente che la battaglia da portare avanti debba essere tra credenti e non credenti, ma, solo ed unicamente, tra non-prepotenti e prepotenti. E ti assicuro che anche nel gruppo dei non-prepotenti ci sono credenti, disposti a far di tutto per ottenere la laicità più assoluta. Io sono (o vorrei essere) tra essi. Per questo reputo fuorviante la contrapposizione atei-credenti nel portare avanti la causa della laicità.
Lo so. E ne conosco parecchi.
Nella Consulta torinese per la laicità delle istituzioni, oltre all’UAAR, ci sono associazioni di credenti. Perfino cattolici.
In effetti, dovrei ampliare un pochino quello che ho scritto. Non solo non-credenti, ma anche molti credenti soffrono di mancanza di laicità, a favore della sola egemonia della Chiesa Cattolica. L’asimmetria della quale parlavo danneggia anche molti credenti.
Comunque, io sono un non credente, e faccio parte dell’UAAR. Ciò non toglie che l’UAAR debba unire le forze con altre associazioni, anche di credenti.
L’asimmetria della quale parlavo danneggia anche molti credenti.
Questo è il punto si sintesi perfetto tra il tuo pensiero e il mio.