Sta per ricominciare il periodo delle dichiarazioni dei redditi, e ricominciano quindi anche i rovelli laici sull’Otto per Mille: sottoscrivere una confessione religiosa, o “fidarsi” dello Stato? Le ultime mosse del governo non aiutano a scegliere questa seconda opzione.
La Presidenza del Consiglio pubblica sul suo sito le istruzioni per tutti i soggetti che vogliono far domanda per l’Otto per Mille statale. Tra tali soggetti ci sono, “ovviamente”, anche gli enti ecclesiastici, che possono fare domanda al pari dei Comuni e delle pubbliche amministrazioni. Abbiamo già evidenziato in passato la stortura per cui soggetti cattolici, che già possono ricevere direttamente il Cinque per Mille e accedere indirettamente all’Otto per Mille della Chiesa, possono nel contempo attingere anche all’Otto per Mille statale. Ma evidentemente siamo i soli a notare la trave.
E tuttavia non basta. Una recente novità, contenuta nell’ultima legge di stabilità, prevede che, con decorrenza 1 gennaio 2014, lo Stato possa utilizzare il suo Otto per Mille non solo per “gli interventi straordinari per la fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali”, ma anche per “ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica”. Una novità importante, perché va nella direzione del rilancio della scuola di tutti, che negli ultimi anni è stata pesantemente ridimensionata, a tutto vantaggio delle scuole private (specialmente quelle cattoliche, che ne costituiscono la maggioranza).
Il modello per la presentazione della domanda dimentica però questa possibilità. Forse soltanto perché il governo si riserva la distribuzione del gettito per tale finalità, non lasciando a presentare richiesta siano i Comuni, a cui compete l’edilizia scolastica, coinvolgendo le scuole del territorio. La pagina del sito informa che “è in corso di modifica il regolamento contenuto nel d.P.R. 10 marzo 1998, n. 76 in relazione all’introduzione della categoria “edilizia scolastica” avvenuta con la legge di stabilità 2014”: ma quanto ci vuole a emanare un regolamento riferito a una legge già in vigore dal dicembre scorso? Anche l’Agenzia delle Entrate ha dimenticato di citare l’edilizia scolastica nelle altrimenti dettagliate istruzioni per la compilazione dei Cud. Un caso? Nel dubbio, l’Uaar ha scritto alla Presidenza del Consiglio, chiedendo di sistemare l’errore. Nel frattempo ha colto l’occasione per invitare, ancora una volta, a fare pubblicità in favore di questa opzione. Un modo per mettere alla prova lo staff alla guida del ministero dell’Istruzione, e che non si segnala certo per le proprie credenziali laiche.
La redazione
Io sono anni che, da non credente, firmo per i valdesi, pur di veder erosa la percentuale destinata alla C.C., ma penso che serva a ben poco perché per l’otto per mille non fanno la conta di tutte le firme, bensì un sorteggio “a campione” per stabilire le percentuali di riparto: e sappiamo tutti bene come possono, comunque, essere selezionai i “campioni”.
da non credente firma per lo Stato. I valdesi camminano sulal scia dei cattolici.. primi ad avere dopo richiesta insistente la ripartizione della quota non espressa. Le religioni sono più o meno tutte moleste quando si muovono sul pubblico. I valdesi hanno la sola qualità di essere di meno
Anche io firmo per i valdesi.
A detta loro (fidiamoci) lo 8×1000 non lo usano per le spese di culto.
Io dare soldi alla repubblica italiota … non mi fido. Mi fido più dei valdesi.
DucaLamberti74
pure io per lo stato, ha ragione Tiziana nulla alle religioni val o catto che siano.
quei soldi sono dello stato, quindi anche se soltanto 1% rimanesse nelle casse dello stato mi fa solo piacere.
ducalamberti 74
è così che le chiese prosperano e che si mantiene lo stato italiota. e comunque si danneggiano anche gli italiani che sono la maggioranza
[…] « Otto per Mille: il governo sembra dimenticare l’edilizia scolastica […]
[…] per l’edilizia scolastica di proprietà pubblica dei fondi dell’Otto per Mille statale, come abbiamo già scritto oggi: una campagna pubblicitaria in tal senso potrebbe facilmente spingere tantissimi cittadini a […]
Negli ultimi due anni lo stato non ha speso la sua quota per i fini dichiarati, ma l’ha incamerata per risanare il bilancio. Quindi lo stato non fa quello che dichiara.
Va detto che formalmente l’otto per mille non obbliga a presentare un bilancio, neanche di massima, ma lo lascia all’iniziativa dei beneficiari.
Riguardo al problema delle regole attuative di leggi già emanate è purtroppo un problema cronico. Vi sono leggi in Italia formalmente in vigore da anni, ma inapplicate perchè mancano le delibere attuative continuamente rimandate o quando vengono fatte sono poco chiare. Abbiamo visto anche l’anno scorso con l’IMU.
Io da anni do il mio 8×1000 alla chiesa valdese, che nel suo sito rendiconta tutte le spese fatte. Mi fido più di loro, con i quali non sono assolutamente d’accordo in fatto di religione, che dello stato.
Il 5×1000 all’UAAR ovviamente.
Anch’io faccio lo stesso.
Riscontro che continuano ad avere sempre più sostegno anche se il numero dei fedeli è appena attorno ai 20000. Ormai sono a 600 mila firme e la loro attività umanitaria finanziata con l’otto per mille (interamente utilizzata per questi scopi) rappresenta oltre il 15% di quella della chiesa cattolica, eppure in Italia continua ad essere ignorata dai media.
Mi capita sovente di andare sul loro sito per verificare e, tranne che per gli aspetti religiosi, trovo le loro posizioni su stato, laicità ed etica, molto vicine alle mie.
Lo stato italiano invece negli ultimi due anni ha incamerato l’otto per mille per sanare il bilancio e anche in passato l’utilizzo è stato ambiguo ed in parte versato anche alla sola chiesa cattolica.
Idem per me. Sarei ben felice di dare i soldi allo stato anche se li usasse per sanare il bilancio, dopotutto sono tasse e a quello servono… se non fosse che i buchi di bilancio sono anche dovuti a ruberie e mala gestione; non parliamo poi se vengono addirittura dati ai preti!
”… rappresenta oltre il 15% di quella della chiesa cattolica, eppure in Italia continua ad essere ignorata dai media…”
Questo dato ricordiamolo ai pidocchi di sacrestia quando negano che gli atei facciano opera di beneficenza: la facciamo per interposta persona 😉 Sarebbe interessante fare un confronto diretto sul ‘valore’ delle singole firme in rapporto alla spesa in beneficenza valdesi/cattolici.
Mi indigna molto che dei sedicenti atei, forse non laici però, diano il contributo a religioni (peraltro tutte le fedi delle intese hanno un rendiconto pubblico, e molte non lo utilizzan per scpi religiosi).
In questo modo si perpetra la mancanza di senso dello Stato, quella che fa rescere le religioni come branca della politica.
Qualche giorno fa qualcuno in questo sito (nelle i commenti) si è scagliato contro la parità di genere perchè riteneva che tanto il Parlamento è pienpo di veline (megliocomunque dei velin maschi)
Credo che questo atteggiamento sia veramente il portato di un paese clericale.
io invece mi dichiaro perplesso su atei che sindacano sull’altrui ateismo.
Io do l’8×1000 alla chiesa valdese che prende le briciole, ma non riserva un solo centesimo alle opere di culto. No allo stato che è completamente succube del vaticano!