Qualunque concetto può essere accettato dogmaticamente nonostante l’impossibilità di provarne la validità o, addirittura, nonostante l’esistenza di prove evidenti della sua falsità. Il dogma, poi, ingrassa nutrendosi della popolarità che eventualmente acquisisce e riesce perfino a moltiplicarsi, a generare altri dogmi anche più incredibili, in un circolo vizioso virtualmente infinito. È questo il motivo per cui le religioni in generale, da principali dispensatrici di dogmi quali indubbiamente sono, riescono a influire pesantemente sulle opinioni dei rispettivi fedeli al punto di far loro credere qualunque cosa, per quanto assurda possa essere.
Alla base del ragionamento dogmatico c’è spesso la costruzione di un’identità basata sul dividere il mondo in due: ci siamo noi e ci sono loro, c’è il giusto e c’è lo sbagliato, il bene e il male, e naturalmente bene e male vengono dati per assoluti ma sono in realtà estremamente relativizzati. Il loro relativismo diventa clamoroso quando si tratta di personaggi percepiti come maligni da qualunque persona di buon senso, ma che allo stesso tempo sono “amici” perché sposano, naturalmente a vantaggio personale, una causa condivisa. Si pensi ai dittatori del ventesimo secolo, capaci di indicibili crudeltà e legati alla Chiesa cattolica da concordati vari: si pensi ai regimi clerico-fascisti in Spagna, in Croazia e in Cile, o al regime slovacco, il cui duce era un sacerdote cattolico.
La distinzione tra gruppi presunti omogenei, tra noi e loro, si concretizza nella distinzione tra credenti, intrinsecamente buoni, e non credenti, quindi atei, intrinsecamente cattivi. Tutto quello che non è noi diventa ateo e dunque cattivo, di conseguenza ciò che è cattivo non può che essere ateo. Partendo da questo assunto l’etichetta di ateismo è stata affibbiata più o meno a qualunque cosa percepita come maligna, arrivando ad accostare ateismo e nazismo, o usando “senza dio” come appellativo in riferimento alla scienza che minaccia la dottrina cristiana.
Ultimamente va molto di moda sostenere che la mafia è atea. L’ha autorevolmente sostenuto mons. Vincenzo Bertolone. E il papa ha chiesto ai mafiosi di convertirsi: da cosa, visto che “conversione” è termine religioso? Anche nel caso della mafia, come per le dittature, c’è però una contraddizione di fondo. È vero che ci sono preti che, come tanti altri uomini, la mafia l’hanno combattuta anche a prezzo della propria vita, ma è altrettanto vero che in un numero assai maggiore di casi i sacerdoti non la combattono affatto.
L’esistenza di una simbiosi tra potere mafioso e potere ecclesiastico per cui ciascuno è utile all’altro e lo legittima è stata ricordata ancha da Barbara Spinelli su Repubblica. Senza contare il fatto che anche ai livelli più alti ci sono comportamenti che se non sono mafiosi ricordano molto la mafia, come le opacissime operazioni dello Ior (dove si riciclavano i proventi dei corleonesi) che hanno portato a inchieste della magistratura e a provvedimenti di Bankitalia. Con queste premesse come si può continuare a identificare l’ateismo con il male? Ha più possibilità di finire all’inferno un ateo integerrimo o un mafioso cattolicamente ineccepibile? Il male non è né ateo né religioso; è semplicemente umano.
La redazione
“E il papa ha chiesto ai mafiosi di convertirsi”
Non ci vedo niente di strano, anzi è prfettamente il linea con la premessa: dato che la mafia è cattiva i mafiosi dovrebbero convertirsi all’ateismo.
…
Visto che, ad ora, non trovi un mafioso ateo manco se lo paghi
Se la mafia è atea, allora è atea devota. 😆
🙂 🙂 🙂
Ovvero come calcolare la media solo con le sufficienze
ricordo che Ratzinger ha stabilito che anche la shoah è figlia dell’ateismo, quando anche i selci sanno che si è compiuta all’interno dell’Europa bianca e cristiana.
Noto anche che il termine convertitevi (già utilizzato con veemenza da Gran Premio II) è ad un orecchio di chi professa altra fede un grido di battaglia
Alla fine dell’ottocento in Francia 1/3 delle pubblicazioni antisemite era opera di sacerdoti cattolici.
Per non parlare dei vari partiti crisitiano sociali in Germania ed Austria dichiaratamente antisemiti. questi ultimi anche direttamente al governo.
Hitler perseguitò gli atei, i Freidenker, come i comunisti, furono messi subito fuorilegge su richiesta della chiesa cattolica, come in Austria.
Alla fine della guerra la chiesa cattolica aveva cercato di addossare la colpa della shoa ai protestanti, oggi che non è più conveniente cerca di addebitarla agli atei, nell’ottocento tutti i mali erano colpa degli ebrei.
[…] La conversione dei mafiosi e l’origine del male – A ragion veduta. […]
“Il male non è né ateo né religioso; è semplicemente umano.”
I problemi posti dalla condizione umana sono – consapevolmente o meno – vissuti come un ‘male’ da tutti, quindi accomuna tutti… si tratta poi di dare una connotazione ‘metafisica’ a questo male sperando così di eliminarlo (da cui, schematizzando, le religioni) oppure affrontare questi problemi per quello che sono, nell’unico luogo in cui ogni singolo uomo si trova a trascorrere la propria esistenza: nel mondo, nel tempo storico. Ma se non si tiene nel dovuto conto questa comune origine si rischia di togliere quel tanto di umano che comunque c’è nelle religioni dando vita ad una contrapposizione insanabile che riproporrà sempre la collocazione del ‘bene’ da una parte e il ‘male’ dall’altra.
“Ha più possibilità di finire all’inferno un ateo integerrimo o un mafioso cattolicamente ineccepibile?”
Risposta ovvia: nessuno dei due.
Peccato che nei covi dei mafiosi assieme a cicoria e pizzini sono sempre stati trovati bibbie e santini, mica i libretti di Marx
Dev’essere un fatto di “primitivismo” mentale e di “incultura” .
Dopotutto ai bambini viene insegnata la religione, mica Marx.
Ecco spiegato perchè i confessori dei mafiosi giungevano al punto di depistare la polizia per impedirle di arrestare i loro penitenti: e poi, una volta convertiti, perchè arrestarli, se non erano più mafiosi ? Visto quanto lavoro risparmiato alla giustizia italiana ? Ma voi, ingrati, sempre a criticare.
@Augusto
E’ inutile Augusto,siamo pieni di qualunquisti.
Figurati che alcuni pretendono addirittura che i sacerdoti che fungevano da intermediari con le varie “anonime ” durante i sequestri ne ricavassero una “provvigione” dalle stesse,dato che a tutti gli effetti erano loro collaboratori.
Esiste un termine per questo fenomeno negativo: “noismo”.
A questo proposito, devo leggere questo recente libro, che mi sembra interessante:
http://www.einaudi.it/libri/libro/luigi-luca-cavalli-sforza-daniela-padoan/razzismo-e-noismo/978880621604
E la cosa piu’ paradossale,secondo me,e’ che la maggior parte dei mafiosi sono davvero devoti,essendo a loro volta cresciuti in famiglie devote,il loro attaccamento alla religione al punto di avere spesso un “confessore” privato non e’ una semplice posa.
Una scomunica,come proponeva anni fa un arcivescovo ,gli peserebbe per davvero,anche se non credo proprio basterebbe a
cambiare le loro abitudini.
Come si possa essere devoti e commettere crimini rivoltanti e’ semplicemente una delle tante espressioni di quello che Orwell chiamava il “pensiero doppio” e che ritroviamo allo stesso modo nei devoti normali nonche nei seguaci di qualunque ideologia pretesa laica.
“La fede e’ credere in qualcosa sapendo che non e’ vero” non e’ una battuta, ma la pura verita .
““La fede e’ credere in qualcosa sapendo che non e’ vero” non e’ una battuta, ma la pura verita .”
Avendo tu già asserito questo in passato, e avendo io trovato molto illuminante tale sottile concetto, un giorno lo scrissi ad una mia amica cattolica. La mia amica se ne incavolò alquanto, e mi rispose che no, che lei “sa benissimo che quello in cui crede è vero!”. Però aggiunse che alla fede non si “arriva” con la razionalità…
Secondo me, per riuscire a “credere” senza doversi ritenere schizofrenici, i “credenti” devono per forza dividere le loro idee in due cassetti tra i quali non ci può essere una reale compatibilità: su uno dei due cassetti c’è l’etichetta “cose razionali”, sull’altro c’è l’etichetta “cose certe”…
Non credo che la ricerca della “bontà” dipenda da una religione, non importa la quale, o di una qualsiasi credenza religiosa in generale. Molti dati empirici mostrano che diversi tipi di comportamenti triviali, o eticamenta inammisibili, possono essere commessi sia da credenti che atei o agnostici ! Va pero notato che l’incidenza non è, ad esempio, 50/50%….Infatti nelle prigioni del mondo intero troviamo (alla proporzionale) sicuramente molti più credenti che atei ! Ma anche che da serie statistiche ufficiali, troviamo nei paesi del nord Europa i tassi di criminalità più bassi, ma anche -“stranamente”- che la percentuale di credenti e relativa frequentazione in chiese è tra i più bassi del mondo….
Rispondo OT ad un intervento di Pendesini, a cui non ho fatto in tempo a rispondere qua
http://www.uaar.it/news/2014/03/23/lascia-stare-i-santi-intervista-guido-barbujani/#comment-730909
Caro Pendesini, io credo che tu abbia grossi problemi a ricordare, e avevamo già detto in altro thread che Singer si basa sull’esperimento di Libet che citavi anche tu.
Bene, ti ripropongo per l’ennesima volta il problema che tu sistematicamente eludi.
Libet fa esperimento su decisioni istintive e sensibili, ma esistono nella sfera umana decisioni prese su tempi lunghi e su lunghe valutazioni prima di scegliere, che Libet non inserisce tra i suoi esperimenti.
E dunque, ripetita juvant, o tu mi porti un esperimento sull’encefalo in casi di decisioni non istintive o rapide, ma lunghe e mediate, o è inutile che mi riporti ragionamenti che da quell’esperimento partono.
Facile evitare le domande scomode e mascherarle con copia e incolla di lenzuolate, che però schivano anche esse il problema a monte.
Ovvio che sono io il primo a dire che il margine di libertà umana è molto stretto, ma se almeno tu mi portassi nuovi argomenti invece che rigirare sugli stessi e eludere le obiezioni, sarebbe perlomeno un confronto intellettualmente onesto.
Mi scuso, intendevo sul sistema neurale nel suo complesso…l’orario così proibitivo mi ha fatto usare impropriamente -rispetto alla questione- il termine encefalo.
Dialogo della foto:
Fedele: Miracolo!!! All’andata la statua era pesantissima e ora al ritorno è invece leggerissima.
Altro Fedele: Non è un miracolo, è che la usiamo per trasportare la droga.
1. Chiedo scusa per l’off topic
Secondo tentativo :
Ermete vorrei chiederti cosa ne pensi di questo articolo in L’Espresso ! NB. Forse ritieni che Wolf Singer -direttore dell’istituto Max Planck a Francoforte- sia un “balordo” ciarlatano, mitomane, o un commerciante di patate ? Ti ringrazio per la risposta
Pendesini, guarda che ti ho risposto sopra. Io non ritengo certo Singer un ciarlatano o un incompetente, dico solo che le sue deduzioni logiche (e dunque filosofiche) espresse nell’articolo partono da Singer, come lui stesso dice, e io dico che l’esperimento di Singer non contempla le scelte su largo tempo.
Non è un caso che, dall’esperimento di Singer, le deduzioni filosofiche di determinismo stretto non appartengono all’universo consenso degli scienziati anche perchè le reazioni neurochimiche, certamente determinanti, sono anche indotte, per la plasticità del sistema, dall’interazione con l’esterno.
Peraltro in quell’intervista Singer si contraddice di nuovo quando dice che ‘si dovrebbe insegnare il determinismo’, in quanto, se noi siamo totalmente determinati, è inutile insegnarlo visto che accettarlo o meno deriva dall’essere determinati o meno a farlo dalle reazioni neurochimiche su cui non possiamo avere controllo alcuno, e dunque è una proposizione contraddittoria
La filosofia espressa da Singer nell’interpretazione che lui fa dell’esperimento di Libet, non rappresenta la posizione universale dei neuroscienziati, e se le tue credenziali sono vere, dovresti saperlo bene; e dunque, siccome la Scienza non è la religione per cui o si adora o si odia, si può dissentire da Singer senza considerarlo ‘balordo’, ‘ciarlatano’ o altre brutture che mi metti in bocca…ma, se hai ragione tua, non è colpa tua, non c’è cattiva volontà o lentezza di comprendonio da parte tua…sei solo determinato così! 😉
‘Partono da Libet’ e non da ‘Singer,’ come ho scritto per refuso le prime tre volte che lo nomino (righe 3,4,6); Libet che avevo correttamente nominato già nel primo intervento, che però, evidentemente, Pendesini non ha capito, avendomi richiesto addirittura valutazioni morali (balordo, ciarlatano sono connotati morali) sul Prof. Singer.
Ermete
Vorrei solamente farti notare che Wolf Singer -direttore dell’istituto Max Planck a Francoforte- è considerato uno fra migliori neuroscienziati che abbiamo attualmente in Europa, (se non il migliore !) ma anche probabilmente del Mondo ! Non ho mai letto critiche severe nei suoi studi, anzi….Per cui le tue critiche nei suoi riguardi –e non solo- creano in mé seri dubbi che Ermete abbia VERAMENTE afferrato cosa significhi DETERMINISMO dal punto di vista neuroscientifico !
Il principio di autorità! Pendesini ma sei un religioso della scienza?
Lui qua non sta facendo scienza, ma filosofia a partire da un esperimento scientifico (Libet).
E, come filosofo, presenta i problemi già detti.
Pur rimanendo al religioso principio di autorità: come mai allora non tutta l’universa comunità dei neuroscienziati è determinista stretta ma solo una minoranza?
Dai, anche se ti si è rotto il giocattolo non c’è bisogno che ricorri all’ipse dixit o ad affermare che io non ho capito cosa sia il determinismo.
D’altronde, se sono determinato a non capirlo mentre tu a capirlo con chi prendersela? D’altronde anche Singer era detrminato dai suoi neurotrasmettitori, dunque come poter dire che ha ragione e che è un’autorità? 🙂
La scienza non è più determinista da almeno 100 anni. Da un bel po’ è probabilista. La libertà di scelta della nostro cervello sta negli errori che commette, errori dovuti alla natura stessa di ogni fenomeno reale per quanto con una certa probabilità sia determinato.
Io mi accontento di essere un automa al 99% ma l’1% di indeterminazione mi basta e avanza.
Articolo molto superficiale, pieno di pregiudizi e di conoscenza parziale e faziosa della vera della dottrina cristiana. Basterebbe solo leggere tutti gli equivoci e le imprecisioni sulla natura del dogma per smontare quello che scrivete. Per non parlare delle solite accuse alla chiesa per i concordati, mostrando anche qui una lettura della storia viziata dalla vostra ideologia. Prima di mettervi in cattedra, fate pulizia nel vostro mondo senza Dio, guardando in faccia gli orrori che ha commesso e continua a commettere, e approfondite la storia leggendo testi che non siano per forza anticlericali e abbiano uno sguardo ampio e sereno rispetto alle vicende umane.
“Basterebbe solo leggere tutti gli equivoci e le imprecisioni sulla natura del dogma per smontare quello che scrivete”
Fallo. E inizia col dirci quali sono i criteri accettabili nella falsificazione dei dogmi. O forse non ci sono?
“Per non parlare delle solite accuse alla chiesa per i concordati, mostrando anche qui una lettura della storia viziata dalla vostra ideologia”
Sono fatti storici. Stacci. O, in alternativa, prenditela con chi li ha fatti, non con chi li critica.
“Prima di mettervi in cattedra, fate pulizia nel vostro mondo senza Dio, guardando in faccia gli orrori che ha commesso e continua a commettere”
Non esiste una dottrina dell’incredulità: ogni uomo è responsabile delle proprie azioni. Nel caso non l’avessi capito, l’articolo nega la tesi “ogni male è associato all’ateismo”, non che esistano/siano esistiti atei malvagi
”… gli equivoci e le imprecisioni sulla natura del dogma…”
Come è possibile essere equivoci e imprecisi parlando
di fantasiose interpretazioni di cose inesistenti?
Nel nostro mondo abbiamo già fatto pulizia, appunto,
ramazzando via la polverosa idea di dio. Tocca a te fare
pulizia di tutto quel bric-a-brac di dogmi e idoli.
Come si fa a convincersi soltanto accumulando parole sotto cui non c’è assolutamente niente?
Quindi lei si sente responsabile di tutti i crimini commessi dagli aztechi, dagli islamici, dai protestanti, dai pagani?
Tanto sono tutti credenti …
Si rende conto di dove porta il suo assurdo modo di ragionare?
Il comunismo era un sistema economico, alternativo al capitalismo che si basava sull’analisi storica per creare una nuova società.
Non è colpa del comunismo se nel vecchio mondo la chiesa era sempre schierata coi nobili e l’alta borghesia per opprimere il popolo e, quindi, il comunismo opponendosi ai poteri precedenti si opponeva anche alla chiesa. Basta vedere anche da che parte era schierata la chiesa cattolica coi vari fascismi.
Foste stati dalla parte del popolo il comunismo non sarebbe stato ateo.
Infatti quando le chiese furono a favore del popolo come in America Latina con la teologia della liberazione, i comunisti erano alleati ed anche qui in Italia coi preti operai, guarda caso perseguitati dalla dirigenza. Lo stesso Stalin quando ebbe la chiesa ortodossa al suo fianco cambiò atteggiamento.
Anche in Cina non mi pare abbiano problemi particolari coi buddhisti ed i confuciani.
Ha più possibilità di finire all’inferno un ateo integerrimo o un mafioso cattolicamente ineccepibile?
Per cominciare, se uno é mafioso non é “cattolico ineccepibile”. Tanto che i mafiosi sono scomunicati, cioé considerati dalla chiesa come “non cristiani”, esclusi dai sacramenti. La posizione della chiesa, pur con errori che possono esserci stati, é chiara da lungo tempo. Giovanni Paolo II, per il suo discorso contro la mafia dovette sorbirsi le bombe a san Giovanni in Laterano. Benedetto XVI ha ribadito la posizione della chiesa svariate volte, per esempio a Palermo ricordando padre Puglisi, ucciso dalla mafia. Alcuni giorni or sono, anche papa Francesco si é rivolto ai mafiosi invitandoli alla conversione. Per non parlare degli innumerevoli cattolici, preti e laici, che si battono contro mafia, camorra e affini. Giusto per fare qualche esempio, don Diana, don Puglisi, il giudice Livatino etc…E’ chiaro ci sono anche laici non credenti che spendono la loro vita contro le mafie, pagando di persona, e sarebbe disonesto intellettualmente se non lo riconoscessi solo perché sono atei. Ma voi non avete mai questa onestà; il vostro interesse é sempre buttare fango sull’avversario, costi quel che costi, dicendo cose che qualunque persona di buon senso non puo’ accettare.
giuseppe, il bello di credere senza riscontri nella realtà è che i mafiosi si credono veri cristiani. E naturalmente hanno ragione tanto quanto te o il piccione sul prato sotto casa. Finché i fatti sono un optional…
I fatti dicono anche che fino ad oggi sono morti tanti cattolici e preti per combattare la mafia. Non mi risulta che ci siano di questi personaggi tra i membre dell’uaar.
@ giuseppe
Sono morti perché davano fastidio alla mafia non perché erano preti. Suvvia…
i fatti dicono che la mafia ha trovato molti conniventi tra i cattolici.
non mi risulta che figurino membri dell’uaar tra questi personaggi.
Andreotti (quello che raccontava che la mafia non esiste ….), la trattativa mafia-stato fatta dalla democrazia cristiana, i rapporti mafia-CL in Lombardia….
I veri cattolici combattono la mafia ………….
i mafiosi non hanno nessun bisogno di convertirsi perchè sono cattolicissimi e santissimi e i loro figli sono battezzati e comunicati come i loro genitori; siamo di fronte all’enesima presa in giro da parte del Vicedio succeduto al tedesco, a sua volta succeduto al polacco che per primo chiese ai mafiosi di convertirsi dopo la morte diFalcone pur sapendo che in Sicilia la religione di stato è il cattolicesimo e non l’islam.
Dalla pagina “Mafia” di Wikipedia:
“L’effettiva origine del lemma è ancora oggi incerta. Il funzionario borbonico Pietro Calà Ulloa scrisse, a proposito del fenomeno, nel 1838:
« Ci sono in molti paesi delle fratellanze, specie di sette che diconsi partiti, senza riunione, senz’altro legame che quello della dipendenza da un capo, che qui è un possidente, là un ARCIPRETE. Una cassa comune sovviene ai bisogni, ora di fare esonerare un funzionario, ora di conquistarlo, ora di proteggerlo, ora d’incolpare un innocente….Molti alti magistrati coprono queste fratellanze di una protezione impenetrabile”.[1] »
(…)
[1]: Salvatore Scarpino, Storia della mafia, Piccola biblioteca di base, ed. Fenice 2000, 1994, pag. 17.”
Era chiaramente un messaggio in codice, stimolato dalle lamentele delle gerarchie ecclesiastiche del meridione. La versione decrittata è la seguente: “ultimamente le prebende che ci elargite sono calate; vabbé che c’è la crisi, ma, se non rimediate presto, smetteremo di favorirvi perché il gioco non vale più la candela”
I comandamenti dicono chiaro e tondo che non si puo’ uccidere e non si puo’ rubare. Il vangelo completa ancora meglio questa morale. Accusare arbitrariamente il cristianesimo di essere responsabile della mafia, solo perché i mafiosi si autodefiniscono cattolici, é una sporca operazione di grande disonestà intellettuale. Ogni uomo é responsabile della proprie azioni, credente o non credente che sia. Io non mi sognerei mai di dire che uno é mafioso perché ateo. Siate onesti e meno ridicoli.
Anch’io non direi a priori che uno è mafioso perché cattolico. Ma è un fatto che preti e cattolici non disdegnino di fare affari con i mafiosi. Non tutti gli uomini sono responsabili in ugual misura delle loro azioni: un mafioso può sempre contare sull’assoluzione del prete.
Se per questo nemmeno con gli atei. E viceversa.
disonestà intellettuale…
mi sovviene di quando cattolici cercano di far derivare i crimini dei vari stalin, pol pot, mao, dal fatto di essere dittature “atee”.
D’accordissimo. Due evidenti disonestà intellettuali.
I comandamenti sono come i contratti della assicurazioni. in basso ben nascosta c’è in piccolo l’interpretazione corretta.
In realtà dicono semplicemente che non si può uccidere o derubare un altro cattolico fondamentalista, tutti gli altri si, cosa che infatti avete fatto regolarmente.
Cristianesimo e cattolicesimo non coincidono, per fortuna!. eviti di usare a sproposito il termine cristiano.
@ giuseppe
(…) non sono mancati contributi significativi. Teologi, moralisti, sociologi hanno sottolineato che c’erano e ci sono concezioni, linguaggi, riti, pratiche, che spiegano come in società ufficialmente cristianizzate si possano affermare e istituzionalizzare comportamenti e organizzazioni criminali. I mafiosi devoti, da Michele Greco ad Aglieri, assidui lettori della Bibbia e di testi edificanti e con altarino da latitanza, come pure i sicari di Medellín che pregano Maria Ausiliatrice prima di recarsi a compiere il loro omicidio quotidiano, condividono una religiosità che è fatta di pratiche esteriori, di elemosine e processioni, di frequentazioni con uomini di Chiesa che li esortano al pentimento, assicurando che Dio non farà mancare il suo perdono
http://www.centroimpastato.it/publ/online/Chiesa_e_mafia.php3
Siate onesti e meno ridicoli (giuseppe)
leggo interventi di vecchi utenti con nuovi nik, ma purtroppo non trovo traccia di miss K.
mi manca.
saluti a tutti.
“Alla base del ragionamento dogmatico c’è spesso la costruzione di un’identità basata sul dividere il mondo in due: ci siamo noi e ci sono loro, c’è il giusto e c’è lo sbagliato, il bene e il male, e naturalmente bene e male vengono dati per assoluti ma sono in realtà estremamente relativizzati. ”
Delirante….. o forse autobiografico, per chi lo ha scritto.
Tutta la storia della chiesa cattolica dimostra quanto quella affermazione sia vera.
Dalle leggi e persecuzioni contro i pagani di vario tipo, contro gli eretici, gli ebrei, gli altri cristiani, dall’opposizione allo statuto albertino che poneva fine alle persecuzioni nei confronti dei non cattolici, ai massacri di ortodossi nella II guerra mondiale.
Fino a pochi anni fa la chiesa cattolica vietava i matrimoni con fedeli di altre religioni e ancora oggi raccomanda che i figli vengano educati nella sola religione cattolica.
Ancora l’anno scorso la chiesa cattolica dimetteva un vescovo perchè celebrava messa assieme ai protestanti e ancora oggi continua a ridurre al silenzio i preti e le suore non allineate ed obbedienti.
Ancora oggi la chiesa cattolica non fa parte del Consiglio mondiale delle chiese cristiane che comprende protestanti e ortodossi perchè lei si considera altro.
A parole e mediaticamente oggi cerca di darsi una falsa immagine di tolleranza che non le appartiene e cerca di nascondere il suo passato.