Dal Tar della Liguria un’ulteriore legittimazione dei registri delle unioni civili

Una legge nazionale che finalmente regoli diritti e doveri dei conviventi non sposati sembra quasi una chimera. Le tante, troppe proposte succedutesi nel corso degli anni, l’ultima delle quali da parte dell’attuale premier Renzi, non hanno finora portato a nulla di concreto, complice l’ostruzionismo dell’ampio schieramento trasversale clericale. Nel frattempo i matrimoni continuano costantemente a scendere, compensati da forme diverse di famiglia che chiedono, giustamente, il riconoscimento di diritti elementari. In un simile quadro, il problema non lo si risolve di certo mettendo la testa sotto la sabbia. Così, grazie alla potestà statutaria acquisita nel 1990, diversi comuni in tutta Italia hanno cercato di dare una seppur temporanea risposta ai cittadini istituendo i cosiddetti registri delle unioni civili.

Uno di questi comuni è quello di Genova. Il registro del capoluogo ligure è stato approvato un anno fa seguito, com’era logico aspettarsi, dalle reazioni dal mondo cattolico che certo non sono state di apprezzamento. Un’associazione cattolica chiamata “Essere Famiglia” ha quindi pensato di ricorrere al Tar per chiedere l’annullamento della delibera, insieme a due cittadini sposati per motivi che vedremo più avanti. Il ricorso si basava sostanzialmente su due punti: l’incompetenza dell’amministrazione comunale in materia di anagrafe, che quindi secondo loro non avrebbe proprio il potere di istituire un simile registro e il danno che ciò arrecherebbe alle persone che hanno scelto l’unione matrimoniale. Quest’ultima è la ragione per cui i due cittadini sposati si sono uniti, “di fatto”, al ricorso.

registro-unioni-civili

Pochi giorni fa i giudici amministrativi hanno dichiarato inammissibile l’impugnativa rigettando tutte le argomentazioni dei ricorrenti. Per il Tar il registro comunale non collide con la norma generale che riserva allo Stato le deliberazioni in materia di stato civile e non potrebbe essere altrimenti per il semplice motivo che non c’è nessuna variazione di stato civile. Piuttosto, il registro è accessorio rispetto all’anagrafe e il suo scopo è mettere in pratica il principio fatto proprio dallo stesso Comune nel suo statuto, che a sua volta deriva da vari pronunciamenti e perfino dalla Carta dei diritti dell’UE, secondo cui vanno rimossi gli ostacoli allo sviluppo della persona nelle formazioni sociali. Tutte le formazioni sociali. Comprese, quindi, le unioni di fatto. Inoltre, il registro di per sé non può essere lesivo delle famiglie matrimoniali, anzi non le prende proprio in considerazione perché esse sono regolate da altre norme. Sostenere, per esempio, che il diritto ad assistere il proprio partner in ospedale è lesivo dello stesso diritto esercitato da un coniuge, sarebbe come dire che una persona con una birra in mano lede il diritto di un musulmano di non bere alcool. Anzi, proprio perché al momento non può essere ravvisato alcun danno oggettivo alle persone sposate, non c’è neanche legittimazione ad agire per i ricorrenti.

Tuttavia il Tar non si è limitato solo a respingere il ricorso, si è anche spinto a una considerazione sull’obiettivo del registro genovese e sugli scopi dell’associazione che ha impugnato la delibera comunale. Secondo il suo stesso statuto, infatti, l’associazione ha il fine di “promuovere e diffondere lo sviluppo della persona in ambito familiare e sociale”. Praticamente lo stesso meritorio fine del registro, né più né meno, senza neanche una specificazione che la famiglia che intendono sostenere è quella matrimoniale. Non solo: l’associazione dichiara di “avviare corsi di formazione e orientamento per genitori, figli, educatori, docenti, studenti”, tutte figure che, come la corte fa notare, sono tali a prescindere dalla loro appartenenza a una famiglia matrimoniale. E come può l’associazione ricorrere contro un atto palesemente in linea con i suoi scopi sociali, senza vedere in ciò alcuna contraddizione? Va anche aggiunto che da statuto la suddetta associazione sarebbe perfino aconfessionale, ma probabilmente il suo concetto di aconfessionalità differisce dal nostro tanto quanto il suo concetto di famiglia differisce da quello dei giudici. E dal buon senso.

Chiunque è libero di ritenere la famiglia basata sul matrimonio come unica ammissibile secondo i suoi principi morali, ma la conseguenza non può essere quella di proibire ad altri una scelta diversa. Significherebbe negare libertà ad altri in nome della propria libertà. Lo stesso discorso vale per le scelte in tema di fine vita, di procreazione e così via. Certo, è probabile che concetti così ovvi, quasi banali, siano lontani dalla portata di chi si confonde anche rispetto ai propri stessi principi. Ma chissà. Magari con un piccolo sforzo in più…

La redazione

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70 commenti

Gianluca

Ma io mi chiedo: passi per l’ignoranza della gente che fa ricorsi palesemente assurdi, ma gli avvocati che li assistono come hanno preso la laurea, coi punti miralanza?

serlver

IL problema è che per i ricorsi manifestamente infondati nessuno paga: non pagano i ricorrenti e non pagano neppure gli avvocati che li assecondano nelle loro deliranti pretesi.
Se invece si incomincasse a far pagare (e anche caro) l’aggravio dei ricorsi inutili sul funzionamento della macchiana giudiziaria (che costa parecchio in termini di efficienza), vedi come queste idiozie finirebbero una volta per tutte. Ma questo significherebbe essere in un stato di diritto, dove è diritto avere una giustizia che funzioni e dove uno ha il diritto di non vedere i propri legittimi diritti messi in discussione senza fondamento dal primo pirla.

Roberto Grendene

gli avvocati che li assistono vengono pagati per svolgere quel lavoro, e loro lo fanno

parolaio

“Una legge nazionale che finalmente regoli diritti e doveri dei conviventi non sposati sembra quasi una chimera.”
Ma se qualcuno non vuole alcun tipo di legalizzazione dovrà pur avere la possibilità di farsi semplicemente i fatti propri?

” Inoltre, il registro di per sé non può essere lesivo delle famiglie matrimoniali, anzi non le prende proprio in considerazione perché esse sono regolate da altre norme.”
Sbagliato, perché se legiferando sulle coppie di fatto si prevede l’allocazione di risorse pubbliche (gli alloggi per esempio) con identici diritti di quelle sposate, queste ultime di fatto ne hanno un danno.
Sarà giusto o no, ma di fatto l’esempio della birra e del musulmano non è proprio esaustiva.

Gianluca

Parolaio

“Sbagliato, perché se legiferando sulle coppie di fatto si prevede l’allocazione di risorse pubbliche (gli alloggi per esempio) con identici diritti di quelle sposate, queste ultime di fatto ne hanno un danno.”

O che amore cristiano traspare dalle tue parole! Ne deduco che se ci fosse ancora la schiavitù tu ti opporresti alla sua abolizione perchè così i neri avrebbero identici diritti dei bianchi e quindi l’allocazione di risorse pubbliche dovrebbe tener conto anche di loro?

Ma queste non sono tue parole, più volte ho sentito diversi vescovi fare questo discorso, dimenticando la figura indiretta che fanno nel dire queste cose.

parolaio

Scusa, ma perché mi devi rispondere mettendo come pregiudiziale le mie credenze?
Io ho fatto solo notare che non è vero che una simile legge sarebbe a costo zero e che la redazione aveva troppo semplificato.

Gianluca

Parolaio

Scusami, non volevo offenderti. Pensavo solo di aver fatto un paragone simile al tuo.

RobertoV

Quindi il matrimonio fatto per guadagnare posizioni nell’assegnazione degli alloggi o per pagare meno tasse?
Che belle motivazioni ……

parolaio

Risposta assurda, chi è che ha detto una cosa del genere?
Magari la coppia che ha fatto l’azione legale è prima in graduatoria e hanno paura di vedersi scavalcati all’ultimo tuffo , che ne so!
E questo vorrebbe dire che si sono sposati per l’alloggio?

RobertoV

Parolaio
Ho conosciuto gente che ha fatto proprio questi discorsi. Ma questo non la disturba.

Aggiungo che se il problema delle unioni civili viene regolarmente ripresentato (e nelle altre nazioni evolute è stato in genere affrontato) significa che il problema esiste visto che ormai le coppie di fatto sono 1 milione, non quattro gatti: se le strutture giuridiche sono obsolete le persone cercano di aggirarle. Un buon legislatore dovrebbe venire incontro alle esigenze, non legiferare contro le persone per inseguire dictat clericali visto che la maggioranza degli italiani è favorevole alle coppie di fatto ed anche l’Europa chiede aggiornamenti.

E lo dico da sposato con matrimonio civile, quindi catalogabile tra le persone che potrebbero avere motivi per opporvisi. Le agevolazioni che lo stato clericale italiano concede alle coppie sposate sono risibili, quindi è pretestuosa la motivazione di perdita di privilegi.

Enrico

Comunque chi si sposa per l’alloggio assume dei dovere verso l’altro.

nightshade90

lo stesso identico impegno che vogliono assumersi i gay, caro enrico. perchè sai, tra gli impegni matrimoniali non vi compare mai “ingravidare uno dei membri della coppia”.

Enrico

Il matrimonio è basato sul sesso altrimenti non sussiste e dato che gli omosessuali non praticano una vera sessualità ma atti di egoismo si ha che non esiste matrimonio gay.

Reiuky

Se il matrimonio fosse realmente basato sul sesso, per quale motivo viene permesso anche dopo il raggiungimento della menopausa?

Stefano™

@ Enrico

dato che gli omosessuali non praticano una vera sessualità ma atti di egoismo

Enrico, chi confonde i propri pensieri con la realtà ha gravi problemi psichici…

nightshade90

@enrico
“Il matrimonio è basato sul sesso altrimenti non sussiste ”

mai sentito parlare di “castità matrimoniale”? è dai tempi di sant’agostino che per il cattolicesimo la procreazione nel matrimonio non è un obbligo, ma una semplice benedizione del signore. e che non solo è ampiamente previsto il caso di matrimoni non finalizzati alla procreazione, ma addirittura il matrimonio “casto”, cioè nel quale i coinuigi si astengono da qualunque attività sessuale, è elevato a massimo termine di purezza a cui i coniugi possono tendere. altro che “il matrimonio è basato sul sesso altrimenti non sussiste”, ci sono un centinaio di padri della chiesa che te le darebbero di santa ragione solo per aver detto un’eresia impudica del genere.

ritenta, magari sarai più fortunato: magari la terza volta è quella buona per riuscire a dire qualcosa che non ti si ritorca contro sotto forma di figuraccia.

Enrico

*Nightsade90

Si documenti prima di scrivere legga il codice di diritto canonico.

nightshade90

già letto: nel diritto canonico non viene imposto l’obbligo della procreazione per la coppia sposata (al limite viene suggerito, ma non imposto, di procreare, in quanto si designa il matrimonio come unica condizione valida in cui è CONCESSO procreare senza cadere nel peccato). per il diritto canonico, la coppia sposata resta valida anche quando completamente priva dello scopo riproduttivo (semplicemente in quel caso viene imposto consigliato un comportamento casto, poichè “impuro” il sesso non procreativo. negli ultimi decenni è stato tuttavia accettato dalla chiesa anche il sesso non a scopo procreativo all’interno della coppia, purchè non fatto con anticoncezionali). il diritto canonico pertanto non esclude il matrimonio completamente slegato dalla riproduzione (ed ancor meno dal sesso, anzi consiglia proprio l’astinenza in tal caso, sebbene accetti anche la non-astinenza).

sant’agostino (ma anche altri padri della chiesa) invece è proprio più esplicito nel parlare di castità nel matrimonio come di massima espressione di purezza nei conuigi, e quindi slegando proprio esplicitamente il matrimonio dal concetto “basato sul sesso”, concetto che avrebbe giudicato profondamente blasfemo. ma suppongo che tu ne sappia più dei padri della chiesa e del diritto canonico….

con questa sei a tre figuracce concatenate. sicuro di voler continuare? non vuoi almeno usufruire dell’aiuto dalla parrocchia prima di rispondere? così, giusto per metterti daccordo con i tuoi superiori prima di aprir bocca su quale sia effettivamente la posizione della chiesa su certi temi, in modo da non cadere in continue contraddizioni…..

Enrico

Can. 1084 – §1. L’impotenza copulativa antecedente e perpetua, sia da parte dell’uomo sia da parte della donna, assoluta o relativa, per sua stessa natura rende nullo il matrimonio.

Senza rapporto sessuale non sussiste matrimonio.

Nightshade90

@Enrico
Eppure la chiesa benedice anche il matrimonio di persone chiaramente troppo anziane per figliare, come donne in menopausa e uomini impotenti. Evidentemente per la chiesa non aver copulato e nin poter copulare permette di annullare un matrimonio ma non impedisce di celebrarlo n’è di cosndierarlo valido finche’ uno dei due decide di annullarlo.

Infatti recentemente la chiesa ha annullato il matrimonio tra un atea ed un cattolico per l’atesimo della prima, nonostante fosse noto al momento del matrimonio. Quindi evidentemente la possibilità di annullare il matrimonio non significa che per la chiesa i matrimoni di quel tipo non sono validi, o dovremmo dedurre che per la chiesa i cattolici non possono sposarsi con i non-cattolici. Pur benedicendo comunque tali matrimoni……

Enrico

Ha letto il canone citato si parla di impotenza coerundi non di sterilità quindi atto costitutivo delmatrimonio è il rapporto sessuale che possono avere anche gli anziani.

Il resto mi spiega cosa c’entra?Il matrimonio non sussiste anche per altri motivi legga il codice di diritto canonico.

fab

Wow, che cose interessanti, utili e intellettualmente appaganti scrive Enrico. Da perderci sopra la vita.

Stefano ™

@ parolaio

Sbagliato, perché se legiferando sulle coppie di fatto si prevede l’allocazione di risorse pubbliche (gli alloggi per esempio) con identici diritti di quelle sposate, queste ultime di fatto ne hanno un danno.

🙁

Siano A e B due persone che intendano formare un’ unione sociale.
Siano le unioni sociali riconosciute con i medesimi (o simili) diritti.
Sia X un’unione sociale definita come “matrimonio ccar”
Sia Y un’unione sociale definita come “di fatto”.
Se A e B possono scegliere tra le due e decidono di implementare o l’unione “X” o quella “Y” – ottenendo i connessi diritti ed obblighi – si spieghi in quale modo l’implementazione da parte di A e B di unione “X” possa danneggiare coloro che scelgono l’unione “Y”.
Forse li danneggiano perché quelli che scelgono questa non vogliono che ne esistano altre?
E questo con le risorse da destinare a chi sceglie tra un ventaglio di unioni c’entra come?

parolaio

Cosa c’entra il ‘matrimonio ccar’ ?
1) Io parlavo di matrimonio civile.
2) non ho nemmeno detto di essere contrario ad una legge sulle unioni di fatto
3) Nonostante le vostre scomposte risposte mi pare comunque assodato che l’esempio della redazione non è esaustivo. Che è la sola cosa che volevo sottolineare.

Stefano ™

@ parolaio

Cosa c’entra il ‘matrimonio ccar’ ?

parolaio, era un esempio….
Tanto che poi ho usato X e Y per far capire che qualsiasi sia il tipo di unione sociale riconosciuta non c’è alcuna sottrazione di risorse. Le risorse vengono semplicemente distribuite tra le unioni sociali, che qualcuno scelga X piuttosto che Y.
Di scomposto qui ci sono solo le affermazioni che non reggono ( perché se legiferando sulle coppie di fatto si prevede l’allocazione di risorse pubbliche (gli alloggi per esempio) con identici diritti di quelle sposate, queste ultime di fatto ne hanno un danno. )

Giorgio Pozzo

l’esempio della redazione non è esaustivo

Nessun esempio, in quanto tale, può essere esaustivo.

Altrimenti, non potrebbe essere un esempio, ma sarebbe come minimo un trattato, o un saggio.

Sandra

“Sbagliato, perché se legiferando sulle coppie di fatto si prevede l’allocazione di risorse pubbliche (gli alloggi per esempio) con identici diritti di quelle sposate, queste ultime di fatto ne hanno un danno.”

Anche le coppie di fatto contribuiscono tramite le loro tasse alle risorse pubbliche. Quindi nessun danno per le coppie sposate, casomai perdita di un iniquo privilegio.
Per non parlare del danno di immagine che questi trogloditi portano all’Italia, che resta percepito come retrogrado e bigotto.

serlver

“Sbagliato, perché se legiferando sulle coppie di fatto si prevede l’allocazione di risorse pubbliche (gli alloggi per esempio) con identici diritti di quelle sposate queste ultime di fatto ne hanno un danno” ne trarrebbero ugualmente danno, anche se tutte le coppie non sposate decidessero sposassero di sposarsi per avere gli stessi benefici delle coppie già sposate. Quindi vietiamo alle nuote coppie etero di sposarsi per non cagionare danno a quelle già sposate?
Di fatto cambia poco o nulla visto che le coppie conviventi (almeno quelle etero) hanno già facoltà di sposarsi quanto vogliono e quindi concorrere insieme a quelle sposate per le stesse risorse pubbliche.

Trovo invece sentato il tuo discorso sul fatto che qualcuno vorrebbe pure che magari la sua situazione non fosse normata perché come dicono alcuni vogliono “lo Stato via dalla vita di coppia”. Per questo è importate che i diritti siano concessi solo dietro un atto formale che formalizzi lo status di coppia, e palesi la volonta di essere riconsciuto come tale dalle istituzioni.

RobertoV

Ho trovato sempre sconcertanti le considerazioni sui presunti effetti dell’estendere diritti ad altri.
Il mio matrimonio non cambia se ad altri vengono concessi dei diritti.

Personalmente, invece, mi ha sempre dato fastidio e l’ho visto come squalificante dell’istituzione, che il matrimonio venisse visto anche come opportunità di guadagno, di scalata sociale, di arricchimento o sistemazione, d’immagine. Ma su questo i fondamentalisti e la chiesa cattolica non hanno mai avuto niente da ridire.

Segnalo che anche l’ultracattolica Malta ha ieri approvato le unioni civili per gli omosessuali, con anche il diritto all’adozione, mentre qui in Italia siamo ancora a discutere se fare le unioni civili per gli etero nonostante le coppie di fatto siano attorno al milione: forse se introducessero il divorzio breve riuscirebbero un po’ a ridurre le coppie di fatto (ma anche questa semplice regola di civiltà è impossibile in Italia).
E’ molto eloquente l’articolo su Micromega di ieri sulla raccolta di firme europee contro la ricerca sugli embrioni, l’aborto sicuro e a favore del riconoscimento giuridico dell’embrione umano: su un milione e 700 mila firme complessive, dalla sola Italia sono arrivate quasi il 37% delle firme, ben 624 mila, contro le 145 mila della cattolica Spagna e le 138 mila della Germania.

sbagliato70

Altra notizia fresca è che in India la corte suprema ha riconosciuto i transgender come terzo sesso sostenendo che: «E’ diritto di ogni essere umano scegliere il proprio sesso»!

Malta, India, e poi? Di questo passo, tra non molto anche i Paesi musulmani in cui si applica la sharia saranno anni luce davanti a Vaticalia…

RobertoV

Riguardo alle firme, dopo l’Italia la seconda è guarda caso la cattolica Polonia con 249 mila firme, un altro paese all’avanguardia ………, mentre dalla Francia 83 mila. Insomma a parte i cattolici non devono essere stati in tanti di altre confessioni a firmare.

parolaio

Sempre a fare i moralisti voi atei…. un po’ di sana laicità per favore!

Frank

Ancora tenti di utilizzare il patetico sistema di tentare di ribaltare la frittata parolaio? Dimostrando solo il disprezzo che avete di voi stessi, voi bigotti, visto che tentate di scaraventare i vostri difetti sugli altri.

FSMosconi

@parolaio

Come le morte non può essere bella o brutta, al massimo giusta o ingiusta, dolorosa o indolore, così la laicità non può essere sana o insana, ma solo vigente o meno.
Più chiaro così?

parolaio

Caro Frank,
quello che te chiami ‘rigirare la frittata’ io lo chiamo guardare le cose da un diverso punto di vista.
Un tal Copernico con questo sistema fece una scoperta interessante.

Frank

Parolaio, mi stai dicendo che non stai cercando di ribaltare la situazione ma che credi veramente a quello che dici? Quindi non sei un oppurtunista ma un minkione.
Contento tu. 😆

Gérard

Roberto V

Per queste cose l’ Italia arriva sempre in testa della lista ( come per esempio la corruzione – il doppio di tutti altri paesi europei messi assieme…) .
A Lourdes, la quale si trova pure in Francia, la presenza di pellegrini italiani supera addiritura il numero di francesi…

In quanto riguarda quest raccolta di firme, se hanno fatto come qui dove abito, non c’è da meravigliarsi se ci sono tante firme . Dopo la messa, c’era la raccolta di firme accanto al portone della chiesa e c’ era anche il prete che stava sorvegliando ( la chiesa si trova di fronte a casa mia…)

RobertoV

Gerard
Ho letto oggi un interessante articolo su Der Spiegel riguardo alle firme. In Germania il promotore della raccolta è il “nostro” truffatore ed ex-vescovo Tebartz van Elst! Mentre un altro sostenitore è un certo Tobias Teuscher candidato al parlamento europeo per il partito francese “Force Vie”, un partito di estrema destra, sostenitore del referendum anti-immigrati in Svizzera, contrario alla parità uomo-donna e contrario a che le madri lavorino.

serlver

In Italia siamo ancora a discutere se l’omosessualità sia o no malattia. Figurati come siamo ancora messi.

Enrico

Mi spiegate la differenza tra firmare un registro dei conviventi ed un matrimonio civile?

Il fatto è un altro lo sposato rispetta l’altro e lo tutela civililmente il convivente non si interessa a ciò.

Stefano ™

@ Enrico

Mi spiegate la differenza tra firmare un registro dei conviventi ed un matrimonio civile?

La differenza sta nel fatto che c’è chi ha ragioni per preferire la firma su un registro dei conviventi piuttosto che contrarre un matrimonio civile.
Nessuno sta dicendo che le due cose debbano essere equivalenti.

Enrico

Perchè se compro casa è obbligatorio andare dal notaio? Lo stato ha delle regole.

Enrico

Perchè se compro casa è obbligatorio andare dal notaio? Lo stato ha delle regole.

Stefano™

@ Enrico

Tu non l’avessi capito si sta parlando di regolamentazione delle unioni di fatto.
Basta leggere la frase con cui esordisce l’articolo…
🙁

Reiuky

@Stefano:

“Capire”… “Leggere”… “Enrico”…

Tutti e tre nella stessa frase….

Non dico altro.

RobertoV

Le regole cambiano anche in funzione dell’evoluzione della società, non sono immutabili.
Anche la chiesa cattolica fino a pochi decenni fa vietava i matrimoni con persone di altre confessioni, oggi li accetta.
Anche con le unioni civili vi sono delle regole, ma non coincidono con quelle del matrimonio.
Ormai i figli delle coppie di fatto, che sono tanti, sono equiparati agli altri ed i genitori hanno comunque degli obblighi e responsabilità.

Solo per i fondamentalisti di CL questo non vale visto che come da notizia di ieri qui in Lombardia non vogliono che i soldi per i papà separati vadano a gay, immigrati e coppie di fatto. Quanto altruismo e quanto amore …….

Enrico

Matrimoni con persone di altre confessioni vietati fino a poco tempo fà si spieghi meglio.

Frank

Avanti Enrico che tra un po’, un giorno la settimana , arriva Berlusconi che si preoccupa di te.

Stefano Grassino

La chiesa in Italia regge perché ha soldi da dare ai “soliti noti” (politici e giornalisti) grazie ai quali fa sentire con la grancassa la sua voce.
Il paese reale marcia invece tutto da un altra parte; ci vorrà del tempo ma prima o poi, sentiremo la voce di un chierichetto che dirà: “ma il Papa è nudo.”

whichgood

e conti allo IOR per riciclare proventi di scambio e istituti e università dove mandare i loro figli e palestre e sale conferenze e… e…., tutto tranne che decenza umiltà cristiana.

whichgood

e conti allo IOR per riciclare proventi di scambio e istituti e università dove mandare i loro figli e palestre e sale conferenze e… e…., tutto tranne che umiltà cristiana.

giancarlo bonini

A questo proposito, mi torna sempre in mente un episodio tipico della ottusità, cecità ignoranza becera di certi italioti: la morte di Walter Bonatti ( uno dei pochi italiani di cui essere orgogliosi), avvenuta in un ospedale , solo come un cane, perché i medici vietarono di assisterlo alla sua trentennale compagna, l’ex attrice Rossana Podestà, in quanto non era la ” consorte”. L’unica domanda che seppero farle i “medici” fu se Bonatti si scrivesse con una o due t. Vergogna!

Stefano Grassino

Pure tu Giancarlo che pretese. Bonatti era un brav’uomo mica era un mafioso, una escort d’alto bordo, un puttaniere, un corrotto, un calciatore semianalfabeta e qui mi fermo che la lista si fa lunga.
Se la Sig.ra Podestà avesse detto: vorrei il conforto per lui e per me di un sacerdote, chissà le corse dei dottori per accontentarli.
Del resto, noi siamo quelli del “Tutti a Piazza Venezia il 10 Giugno del 1940, tutti partigiani a Piazzale loreto il 25 Aprile del 1945”. Vediamo di non scordarselo mai.

Giorgio Pozzo

Io darei la colpa ai legislatori, non ai medici.

I medici sono obbligati (come tutti) a osservare la legge, anche se questa è una schifezza.

giancarlo bonini

Credo che i medici debbano essere in grado di decidere autonomamente quello che al momento possa giovare al loro paziente, non solo come cure ma soprattutto come benessere psicologico, altrimenti buttiamo a mare lauree, giuramento di Ippocrate ecc. e diamo loro solo un patentino di burocrati.
No, io non li scuso ( e non scuso neppure l’ignoranza).

Stefano Grassino

@ giancarlo bonini

Guarda Giancarlo che se un medico, intelligente e di sentimento, permette ad un omosessuale di assistere un suo compagno che si trova in un letto di ospedale e lafamiglia del degente, omofobica, denuncia alle autorità il medico, questi passa un bel guaio.
Io ho saputo di un dottore che ha fatto un massaggio cardiaco salvando la vita ad un signore che stava morendo; dopo qualche giorno arriva una richiesta danni dall’avvocato del tizio per danni al costato (il massaggio cardiaco può incrinarti le costole) e la cosa è finita in tribunale. E’ poi andata bene ma questo è significativo Giancarlo di come stimo messi in Italia.

Beatrice

«Anzi, proprio perché al momento non può essere ravvisato alcun danno oggettivo alle persone sposate, non c’è neanche legittimazione ad agire per i ricorrenti.»

Se ricordo bene questa è stata la stessa motivazione con cui la corte costituzionale USA ha respinto una petizione («amicus brief») che sosteneva che i matrimoni degli omosessuali danneggino i matrimoni degli eterosessuali: anche in quel caso non c’era legittimazione ad agire per i ricorrenti.

Negli USA però hanno il vantaggio di avere il 1st amendment al posto dell’art. 7, un vantaggio mica da poco …

diego

vorrei aver visto la faccia di quello che ha denunciato quando gli hanno fatto notare che andava contro lo statuto della sua associazione

MultiCulturalista

Come al solito i commenti di confronto tra laici e cattolici si sprecano.

Sulle unioni degli omosessuali io non avrei nulla da aggiungere e lascio alla coscienza dei singoli individui tali discorsi a mio personale parere contronatura.

Io però vorrei sollevare un altro punto che nessuno ha mai fatto presente…

La possibilità che per quei musulmani sposati con più di una donna lo stato italiano riconosca la poligamia come valore aggiunto e registrabile nello stato di famiglia.

Non è giusto che la legislazione sia cristiano-centrica e non si tenga conto della diversità multiculturale di altri popoli che hanno altre usanze.

La repubblica italiana per dirsi civile e anti-razzista dovrebbe riconoscere il pluralismo multiculturale che c’è nelle società islamiche dove un uomo può sposare più di una donna.

Ai soliti pseudo-razzisti vorrei ricordare che nel libro del corano (vi invito a leggerlo per prepararvi alla società multietnica prossima ventura) la donna moglie è rispettata in quanto:

01) la sua educazione è lasciata alla famiglia ed al marito.
02) se il marito vuole prendere più di una sposa…le mogli “precedenti” devono dare parere favorevole.
03) alla donna è riconosciuto il ruolo di madre e allevatrice della prole.

Tutte le altre discussioni che evidenziano il trattamento “dispari” della donna musulmana (le 72 mogli vergini solo per lo uomo prode musulmano, una donna in tribunale conta la metà, le direttive su come picchiare la donna, ecc. ecc.) sappiate subito che le bollerò come sterili affermazioni di razzisti spaventati del multietniticismo avanzante che non potrete fermare.

Se il futuro è multietnico e multiculturale uno stato civile e avanzato deve riconoscere (con relativi benefici di legge diritti e doveri) le specificità multiculturali dei suoi cittadini multietnici.

Firmato – Il MultiCulturalista

nightshade90

ma per una volta non riesci a fare commenti in tema, invece di uscirtene sempre con qualche mugugnata (di solito contro i non-grillini e, molto coerentemente, e contro i mugugnanti in generale. altre volte, come questa, contro i multiculturalisti) dalla teatralità elevata che tratta argomenti slegati dal tema principale?

MultiCulturalista

Non capisco questo commento astioso.

Il mio era invece in tema al 100% e sollevava un problema di diritti civili per i musulmani poligami cui non viene riconosciuto alcun diritto (anche alle loro mogli si intende) di cui non parla mai nessuno…tutti focalizzati sulle coppie dei gay e delle unioni di convivenza civile.

Il mio commento non era per nulla mugugnante ed invece propositivo anche se parallelo (ma sempre in linea) alla ultimissima dell`UAAR.

Io non sono contro i multiculturalisti in quanto sono Il MultiCulturalista…ed apprezzo tutti quelli che la pensano come me.

Se invece per multiculturalisti intendi quelli che parlano di pluralità di dialogo con lo islam senza volerlo accoglierlo e comprenderlo ed accettarlo al 100% (come faccio io) allora posso darti ragione…costoro sono dei falsi e aridi multiculturalisti.

Per me essere multiculturalisti significa accettare TUTTO quanto porta di nuovo e variegato i milioni di migranti e la loro nuova cultura.

Firmato – Il MultiCulturalista

Marco Tullio

Una cosa è la Cultura e un’altra il Diritto (che della Cultura è conseguenza e parte, ma con essa non si identifica con essa, così come essa con lui non si identifica). Ora, il Diritto partorito dalla Cultura europea, quali sono storicamente dati l’uno e l’altra, ha carattere territoriale e non personale (tanto meno etnico o – peggio – d’appartenenza religiosa). Nella recente evoluzione della Società europea ha anche acquisito carattere democratico: deve, cioè, essere, sì, unico per tutti coloro che abitano sul territorio di un determinato Stato, ma anche approvato dalla maggioranza. Ne consegue che le conseguenze giuridiche cogenti di questa o di quella cultura, quale che sia, non possono trovare accoglimento, per così dire, “di nicchia” (cosa che sarebbe contraria la principio di territoliarità), né essere accolte per tutta la popolazione se la maggioranza di questa non vi consente.

fab

M. T., non ti lamentare se si applicano gli stessi principi in Cina e vi mettono i vescovi di stato.

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