La papolatria ha ingranato la quarta

Doveva essere un evento spettacolare, e così è stato. Quantomeno nel senso che la società dello spettacolo ha dedicato ore e ore e ore di trasmissione alla canonizzazione di due papi in presenza di altri due papi (e magari anche di qualche futuro papa tra il pubblico). È stato un happening dai tanti risvolti e quindi da commentare: ma a mente fredda e a ragion veduta.

Che Giovanni XXIII dovesse diventare santo era ritenuto scontato da tanti: è stato forse il pontefice più amato di sempre. Ma non è stato comunque facile, per lui: padre Pio ci ha messo meno tempo, e già questa circostanza la dice lunga sulla salute della Chiesa post-conciliare. A complicare il cammino verso la santità ci si è messa anche il suo utilizzo improprio: Roncalli è stato infatti trasformato in una sorta di sdoganatore di papi impresentabili. Divenne beato, il tre settembre 2000, insieme a Pio IX, ed è divenuto santo il 27 aprile 2014, insieme a Giovanni Paolo II.

Già, Karol Wojtyla. Quando morì (sono passati solo nove anni, e sembrano molti di più) i fedeli lo acclamarono “santo subito”. E la machine vaticana li ha velocemente accontentati: vox populi, vox dei, dunque. Ma soprattutto vox papae. Quello di Giovanni Paolo II fu già un pontificato all’insegna delle canonizzazioni di massa, spesso discutibili (Stepinac, Escrivà…), in un ritorno al passato che rifiutava la modernità dei diritti civili, ma non certo quella dei mass media. I suoi anatemi in materia bioetica e familiare, contro i diritti delle donne e degli omosessuali, andavano di pari passo col suo odio per l’ateismo, equiparato al comunismo: sua l’affermazione secondo cui “la negazione di Dio priva la persona del suo fondamento”, quel fondamento che a suo dire avrebbe persino l’embrione. Karol Wojtyla fu altrettanto discutibile politicamente: dalla “balconata” con Pinochet al riconoscimento immediato della Croazia, in barba a quanto era successo qualche decennio prima e in barba a quello che prevedibilmente sarebbe successo in seguito. Senza dimenticare l’autentica omertà nei confronti del fenomeno dei preti pedofili (che peraltro ha coinvolto anche Roncalli), giustamente stigmatizzata dal New York Times.

francesco-agnello

Tutto questo è però passato in secondo piano rispetto alla strategia del Vaticano. Dopo secoli in cui i papi non venivano di norma canonizzati (con l’eccezione dell’inquisitore Pio V e l’antimodernista Pio X), negli ultimi decenni si è assistita a una vera e propria inversione di tendenza. Dati alla mano, si può dire che la Chiesa tende ora, di norma, a canonizzare tutti i papi. Sulla rampa di lancio ci sono ora Paolo VI, Giovanni Paolo I e persino l’altro super-impresentabile Pio XII, al quale il suo successore Giovanni XXIII non potrà più dare una mano. È una strategia che prevede il superamento delle regole che la stessa Chiesa si era data (il superamento dei cinquant’anni dalla morte e l’attribuzione di un secondo supposto miracolo), che si attua qualunque sia il papa pro tempore vigente, ed è curiosamente invalsa dopo il Concilio Vaticano II: che secondo le anime belle avrebbe democraticizzato la Chiesa. Ma la Chiesa non è, non può e non vuole essere democratica, e il potere del papa è sempre più ampio e incontestato. Ormai il papato è considerato santo per definizione e deve essere quindi santificato chiunque salga sul trono di Pietro. Non lo diciamo solo noi: lo si legge anche nel mondo cattolico, per esempio tra i cattolici di base di Noi siamo Chiesa.

Il bergoglismo reale

Il ruiniano Sandro Magister ha anche sottolineato la gestione sempre più centralistica e verticistica del Vaticano nell’era di Francesco. Benché di concreto abbia sinora combinato poco, si è già conquistato la fama di rivoluzionario nell’immaginario collettivo. È un papa che, se organizza eventi a sorpresa con i clochard, ha sempre un fotografo nei pressi. Uno che, se il cardinal Bertone si riserva un attico prima stimato a 700 mq, fa trapelare sulla stampa la sua presunta ira, ma si guarda bene, pur avendo il potere di farlo, dal togliergli la disponibilità di quell’attico. E infatti proprio Bertone, ha precisato che l’attico è di soli 350 mq, che ha pagato lui per la ristrutturazione e soprattutto che il papa — dipinto come pauperista e arrabbiato contro la ricchezza — gli ha persino fatto una telefonata di “solidarietà” e “affetto” per gli “attacchi” ricevuti per l’attico-gate. Evidentemente, a Bergoglio non dava così fastidio. L’ennesimo esempio di come i media drammatizzino, sulla base di non meglio precisate voci, delle contrapposizioni interne nella curia con narrazioni volte a esaltare un Francesco umile e semplice. Come se questi fosse una intruso e non, come racconta la sua storia, piuttosto un “migliorista” ben dentro l’apparato vaticano, proveniente da una delle fucine più attive del cattolicesimo.

Papa Francesco unisce in una sola persona le due caratteristiche più “vincenti” dei papi dell’ultimo secolo: l’approccio pastorale di Roncalli e l’uso spregiudicato dei media di Wojtyla. Può così continuare a coltivare un’agenda conservatrice (vedi la beatificazione dei “martiri” franchisti) presentandola però con un linguaggio liberal e moderno. Un po’ Renzi (la politica degli annunci) e un po’ Obama (che sarà ricordato soprattutto per le campagne elettorali) ha in realtà davanti a sé un compito alla Gorbaciov: ma la glasnost e la perestrojka restano per ora ancora sulla carta. Nel bergoglismo reale è ancora la dottrina fredda a prevalere.

Una freddezza glaciale di tradizionalismo, dietro la facciata paciosa, come ha dimostrato in maniera lampante la doppia udienza concessa l’11 aprile da Bergoglio al Movimento per la Vita e alla delegazione dell’Ufficio internazionale cattolico per l’infanzia. Davanti a centinaia di integralisti anti-aborto e i loro figlioletti, il papa ha lanciato un attacco (prevedibile) contro l’interruzione di gravidanza, inserendosi nel solco dei predecessori e rifacendosi in particolare alla Evangelii Gaudium. E dando una legittimazione senza precedenti al Movimento per la vita, di cui ha plaudito l’opera di “difesa” della vita “fin dal suo concepimento”. L’aborto è tra i “delitti abominevoli”, pari all’infanticidio, ha tuonato. Non solo: “ogni diritto civile poggia sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello della vita”; “occorre pertanto ribadire la più ferma opposizione ad ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa, e il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia”. Non è mancato l’aneddoto personale di un medico che effettuava aborti ma, pentito, ha “trovato il Signore” e avrebbe consegnato i ferri proprio a Bergoglio.

All’ufficio cattolico per la tutela dei diritti dell’infanzia ha dichiarato di farsi carico del male che “alcuni sacerdoti” hanno causato per gli abusi sessuali su minori. Dopo la strigliata dell’Onu per la violazione della convenzione sui minori, a parte la strombazzata apertura di una commissione con tanto di vittima di preti pedofili, l’irlandese Marie Collins, non pare essere cambiato molto. Tanto che le nuove linee guida Cei menzio­nano ora solo un vago “dovere morale”, ma non c’è l’obbligo di denuncia per i vescovi che venissero a sapere di certi episodi. E tornando all’Irlanda, nonostante le promesse di Francesco le congregazioni di suore che hanno gestito le lavanderie Magdalene, dove venivano segregate le ragazze “immorali”, non hanno intenzione di dare risarcimenti. Cosa che ha suscitato le proteste del governo locale, con tanto di lettera inviata dal ministro della Giustizia, Alan Shatter, per chiedere spiegazioni dal Vaticano.

In più, durante l’udienza è arrivata la stoccata, neanche tanto velata e in nome della “difesa dei bambini”, contro le coppie gay e in generale l’educazione più aperta e tollerante verso nuove forme di famiglia. Un mood che riecheggia sinistramente negli ambienti cattolici specie dopo la censura degli opuscoli Unar anti-omofobia e di cui si tenta l’applicazione in politica, come dimostra il triste “save the children” del consigliere comunale di Trento, Claudio Cia. Così — “in positivo” ça va sans dire — va dato ai bambini il “diritto” di “crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva”, nel confronto con “ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva”. Tradotto, i bambini possono crescere bene, senza scompensi, solo in una coppia sposata formata da padre e madre. La stoccata esplicita è a quella che chiama “sperimentazione educativa con i bambini”, che accosta alla “manipolazione educativa” e al “pensiero unico” dei totalitarismi del XX secolo. Riferisce, evidentemente esprimendo sintonia, quello che un “grande educatore” gli avrebbe detto: “A volte, non si sa se con questi progetti si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”. L’allusione all’attualità non poteva essere più chiara.

Il pellegrinaggio dei media

Parole pesanti come macigni, che gli stessi che ora esaltano Francesco e la sua “rivoluzione” non avrebbero mai perdonato a Ratzinger. Che invece passano sotto silenzio grazie a mass media compiacenti nel collaborare alla costruzione dell’immagine candida del neo-papa. Non sono affari nostri, beninteso. Almeno finché non si producono indirettamente effetti anche sulle nostre vite. Cosa che purtroppo avviene spesso, con la papolatria che ormai impera in Italia e che può quindi dilagare indisturbata (basta confrontate i followers del papa su Twitter in lingua italiana con quelli delle altre lingue). I politici italiani hanno fatto a gara per essere presenti alla canonizzazione e trovarsi quindi seduti vicino a noti dittatori quali Robert Mugabe e Teodoro Nguema Obiang Mbasogo. C’è entusiasmo soprattutto tra le fila di chi dovrebbe essere più laico, ma che spesso è poco edotto delle cose di Chiesa: si veda l’articolo scritto da Vannino Chiti su Europa. Se Magister vede un papa sempre più re, il senatore ed ex ministro Pd ritiene che stia finendo la monarchia pontificia. Ma deve anche ammettere che “parole, gesti, decisioni del nuovo papa” hanno fatto (solo) “intravedere un progetto di rinnovamento”. Una situazione analoga si è vissuta sabato sera a Otto e Mezzo, con l’ateo bergoglista Dario Fo opposto al tradizionalista cattolico Pietrangelo Buttafuoco, assai più disincantato nei confronti del papa. Una situazione paradossale che rende ancora più difficile la realizzazione di un’agenda laica.

Sempre a Otto e Mezzo, domenica sera, è stata ospite anche la nostra Adele Orioli. Si è così potuto ascoltare, su una rete nazionale, di quanto sono state cannonizzate le casse pubbliche con l’evento. Il sindaco di Roma Ignazio Marino, intervistato da Radio Vaticana a gennaio, aveva preventivato cinque milioni di visitatori, e nemmeno un mese fa stimava la spesa pubblica per l’evento in cinque milioni. Alla fine i pellegrini sono stati 800.000, ma i costi sono saliti fino a 11 milioni: si sarà trattato anche in questo caso di un “miracolo”. Il solo budget dell’Ama per la gestione di servizi igienici, decoro e pulizia è salito in tre settimane da 1,8 milioni di euro a 4,7. Una spesa necessaria: l’orda è in effetti passata lasciando una città in condizioni pietose, come le tante foto diffuse in questi giorni dimostrano. Non solo, ma la nottata precedente diverse migliaia di questi visitatori hanno bivaccato per le strade del centro dirigendosi verso San Pietro, fino a costringere la sicurezza ad aprire le transenne per farli confluire all’interno della piazza circondata dal colonnato del Bernini.

canoniz3

Il Vaticano, di suo, ci ha messo soli 500.000 euro, peraltro coperti da sponsor — e nemmeno sempre privati: i maxischermo sono stati per esempio offerti dall’Eni. Le forze dell’ordine sono state chiamate a mettere a disposizione addirittura 3.500 unità aggiuntive. Un impegno enorme che non ha provocato alcun evidente ritorno economico per la capitale: i pellegrini erano per la maggior parte embedded (viaggio, vitto e alloggio attraverso strutture ecclesiastiche), mentre gli albergatori hanno per contro segnalato una “fuga” di turisti, preoccupati del prevedibile caos organizzativo. Il ritorno economico spesso decantato d’altronde per tali eventi è inferiore alle aspettative, visto che questo tipo di turista non si distingue per le spese folli e i consumi, ma tende ad essere parsimonioso, non si dà allo shopping e si accontenta spesso di un pranzo al sacco. È pur vero che la Confartigianato segnala un 30% in più, rispetto alla stessa settimana dell’anno scorso, di consumi in hotel, ristoranti e negozi nella Capitale. Ma non è una cifra stratosferica rispetto alla massa di turisti che è affluita a Roma, tra l’altro per una toccata e fuga.

A guadagnarci davvero (anzi, a lucrarci) sono stati venditori di ombrelli, di rosari non griffati, di bottigliette d’acqua pagate anche 5 euro l’una e altri ambulanti per simili acquisti spiccioli, nonché i negozi nei dintorni del Vaticano specializzati in ninnoli sacri e libri edificanti e gli albergatori che ne hanno approfittato per far schizzare i prezzi delle camere alle stelle. Appare imbarazzante che gli apologeti esaltino la canonizzazione anche perché farebbe girare l’economia locale, riducendo la questione al mero consumismo — che in teoria combattono in frangenti “laici” — tant’è che il pellegrino, magari idealista ed entusiasta, si ritrova a far la parte del pollo da spennare.

Tanto accade nel terzo millennio. Una Chiesa in crisi ha trovato in Francesco un’ancora di salvezza, scivolando però in una deriva carismatica ed esponendosi a un doppio rischio: una forte disillusione, se agli annunci non seguiranno i fatti, e comunque un calo di interesse, se lo spettacolo non sarà sempre all’altezza delle aspettative. Che il salto dello squalo e la “pope delusion” siano ormai dietro l’angolo? Ma un problema ancor più grande è che a questa Chiesa si sta affidando una classe politica in crisi ancora più profonda. Il risultato è che l’isteria papolatrica ha potuto martellarci per giorni a reti pressoché unificate, e imporre una spesa enorme a tutti i contribuenti. Come può essere questo un modello da cavalcare?

La redazione

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46 commenti

Tiziana

detto e ripetuto più volte furbo gesuita travestito da francescano.

tra l’altro la mia convinzione (visto che è il mio lavoro frequentare giornalisti) è che piaccia pochissimo ai media, solo che bisogna dipingerlo così

a ferruccio de bortoli (direttore corsera) ho detto che la linea clericale del Corsera mi turbava, mi ha risposto non clericalismo , solo cronaca.

sarebbe l’oppio al popolo , credo.

sintetizzando al massimo, grande rispetto per i pellegrini e per chi crede, massima riprovazione per i laici entusiasti dei papi geopolitici (sic) , per quei laici che non hanno rispetto e forse conoscenza della loro storia nobile.

Tiziana

e aggiungo il pessimo servizio della rai. intanto in contemporanea rai 1 e rai news con staff differenti trasmettevano la stessa immagine.
le cose interessanti, i vestiti degli ospiti, i giornalisti deferenti, il vippaio sulle terrazze, i nomi delle delegazioni… niente di niente .
invece servizi apologetici. con i giornalisti che conoscono l’iter della messa meno di me che pure sono andata soltanto a qualche funerale.
Paradossalmente 2000 ha fatto servizi più sobri.

Federix

In proposito suggerisco il libro (di sole 38 pagine, ma contenente parole di fuoco) “La setta dei colli torti – Appunti su le teorie e le opere dei Gesuiti” di Tommaso Lerario (è del 1905, si trova solo nelle biblioteche),

faidate

Una domanda un po’ FT. Possiedo una foto con dedica e autografo di Angelo Roncalli, allora arcivescovo di Areopoli (sic!), circa 1932. Posso ragionevolmente sperare che diventi miracolosa, per es. mi faccia vincere alla Sisal (!) , o non mi faccia cadere addosso un crocifisso ligneo, o devo cercare di venderla a un ateo?

Diocleziano

Se ti facesse vincere alla Sisal sarebbe davvero un miracolo!
Ma ti pagherebbero in lire?
La cosa migliore sarebbe venderla a un bigotto e tirargli fuori il più possibile.

Mauro

Avete dimenticato una “perla” di GPII.
Con gli strali contro il preservativo lanciati nelle favelas di Rio e in Africa di fatto si è reso colpevole di strage. O almeno di istigazione alla strage. In quanto con tali strali ha aiutato la diffusione dell’AIDS.
Se la dottrina della chiesa ti impedisce di promuovere il preservativo, almeno taci visto che sai benissimo – GPII era stronzo ma non scemo, anzi – che le tue parole provocheranno tanti, tanti morti.
Saluti,
Mauro.

Florasol

“il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia”.
detto da gente che deve “battezzare un neonato per mondarlo dal peccato originale” (peccatore un neonato? Farebbe ridere se non facesse schifo) ma non difende i bambini violentati dal clero. E complimentoni.

RobertoV

La papolatria mi sembra un po’ la caratteristica dei media, così come per altre manifestazioni di aristocratici.
Non mi pare che il comportamento sia stato molto differente per GP II e leggevo di ricordi analoghi per Giovanni XXIII.
Anche GP II era avezzo ai bagni di folla e molto abile ad usare i media per le sue sceneggiate tipo le richieste ipocrite e false di perdono per i crimini della chiesa. Mi sembra che l’attuale papa sia sulla stessa strada, dire qualcosa che vada incontro alle richieste della gente cercando di limitare i danni come nel caso della pedofilia, minimizzando e, soprattutto, rimanendo sul generico, così quando si entra sullo specifico si scopre che di niente si pentono perchè niente riconoscono e che niente è cambiato, ma facendolo credere.
Ricordo che GP II fu talmente abile che mentre si presentava come alla mano e innovatore, da buon teatrante, ammirato da tanti potenti, reprimeva qualsiasi dissenso all’interno della chiesa, riduceva al silenzio i teologi della liberazione e il progressismo europeo, i preti operai e scaricava Romero intrattenendo buoni rapporti con varie dittature fasciste.
Inoltre difese e fece addirittura cardinale Marcinkus proteggendo i traffici dello IOR, per non parlare della copertura di padre Maciel e dei suoi seguaci Legionari di Cristo.
E fece anche crescere all’interno della chiesa il potere dell’opus dei e di CL, promuovendo ai vertici in genere persone reazionarie e conservatrici.
E’ per questo che dovevano farlo santo subito, a tempo di record.
Ho trovato veramente incredibile la faccia tosta del portavoce del Vaticano che esaltava GP II come quello che aveva realizzato lo spirito del concilio Vaticano II quando invece ne è stato l’affossatore: ma sono bravi a riscrivere la storia.

Diocleziano

Puoi leggere sul loro sito il pesante giudizio contro Martini, che aveva criticato gp2.
Trattato come un reietto.

giancarlo bonini

Più che “papolatria” si tratta di una vera e propria “pamomania”, a livello patologico, visto che ormai chiunque parli in TV, di qualsiasi argomento e di ogni fede politica sia, DEVE assolutamente, almeno una volta, citare o tirare in ballo le assolute banalità del papa in carica.
In ogni caso, continuo a non capire perché, per una cerimonia prettamente legata al cattolicesimo come una santificazione, dovessero presenziare esponenti politici di vari stati e addirittura di altre religioni.

G.B.

“E tornando all’Irlanda, nonostante le promesse di Francesco le congregazioni di suore che hanno gestito le lavanderie Magdalene, dove venivano segregate le ragazze “immorali”, non hanno intenzione di dare risarcimenti. Cosa che ha suscitato le proteste del governo locale, con tanto di lettera inviata dal ministro della Giustizia, Alan Shatter, per chiedere spiegazioni dal Vaticano.”
Ho i miei dubbi che il governo locale abbia le carte in regola per protestare: se sono potuti avvenire in passato simili abusi è ragionevole pensare che vi fosse la connivenza dei governi dell’epoca, dei quali il governo attuale è il naturale successore.

tapioco

E’ ovvio che tra Irlanda (dell’epoca) e Chiesa c’è stata connivenza sulle lavanderie: era il tipico esempio di sussidiarietà clericale in cui lo stato appaltava la segregazione di queste ragazze a istituti religiosi. Il problema è che mentre gli attuali governi irlandesi, specie con l’indagine del comitato contro la tortura dell’Onu, stanno facendo autocritica e si sono impegnati a versare risarcimenti, la Chiesa rifiuta di fare la sua parte e di condividerne le responsabilità.
http://en.wikipedia.org/wiki/Magdalene_asylum

Laverdure

Sapete cosa mi ricordano le beatificazioni,da parte della Chiesa,
di personaggi che ne hanno fatto parte integrante ?
Mi ricordano gli innumerevoli “caudilli” del terzo mondo,passati e presenti,dalla vistose divise cariche di gradi e medaglie che si sono autoconferiti.
Basta ricordare l’illustre “colonnello” Gheddafi che quando prese
il potere con un golpe da operetta era solo maggiore.
Come si puo’ criticare un’istituzione che ha tanti santi tra i suoi membri ?
Peccato che di beatificazioni,come del resto di gerarchie cardinalizie,vescovili ecc non ce ne sia traccia nelle Sacre Scritture,e siano tutte “creazioni” della Curia,anche recenti,come l'”infallibilta papale” che risale alla meta del diciannovesimo secolo e deriva solo dall’inventiva di Pio IX.

Federix

I papi, reciprocamente lodandosi, a Pinocchio:

“Io sono il gatto,
e lui è la volpe,
siaamo in sociétàaa,
dii noooi
tii puoooi
fiidaaaaar!”
(adattamento dalla canzone di E. Bennato)

In Italia ci sono troppi Pinocchi che si credono furbi, che ammazzano i grilli parlanti e che credono semplicemente a chi si pubbliciza di più in tv… 🙁

RobertoV

Io li confronterei anche con i vari aristocratici e generali pieni di decorazioni. Dopotutto l’aristocrazia è quanto di più simile a loro, anzi ne è la provenienza, rimasta ancora nell’epoca moderna.
Il fatto che abbiano fatto circa la metà di tutti i santi e beati solo con gli ultimi 3 papi mi sembra un po’ come l’aristocrazia prima della I Guerra Mondiale, dove festeggiavano, si incensavano convinti di avere ancora potere, prima del crollo finale.
Al centro dell’impero ancora le cose vanno bene e riescono a mascherare la presa sulle loro truppe, con bagni di folla, ma fuori le cose non vanno bene. Per esempio nella cattolica Austria la canonizzazione dei papi è stata seguita da solo 196 mila spettatori su oltre 5 milioni di fedeli, ma oltre 8 milioni di potenziali spettatori. A loro resta ancora solo l’Africa come territorio di conquista, ma anche lì hanno dei forti concorrenti.

Diocleziano

gp2 ha beatificato 1338 cadaveri e ne ha santificati 482.
A questo hobby ha dedicato complessivamente 200 giorni della sua vita.
Una media di 9.1 santi/beati per ogni infornata. Un vero stacanovista!

Purtroppo (per fortuna!) avevo cose migliori da fare, ma ci avrei tenuto
davvero molto ad assistere alla santificazione a quattro mani eseguita
da Sua Banalità e dall’Emerito Fester, la domanda che mi arrovella è:
ma qual è il momento preciso in cui un vecchio cadavere diventa santo?
E se dio non è d’accordo? Qui tutti a giubilare ”Santo, santo!”
e poi invece, tanto per fare un esempio, Bagonghi XXIII sta bruciando
da trent’anni nel camino del suo dio che non lo aveva mai sopportato…

francesco s.

Dario Fo, mi sembra fin troppo entusiasta di papa Francesco. Spero solo che iniziato questo amore per Francesco finisca quello per Beppe.

Laverdure

@Francesco
Che vuoi farci,Dario Fo e’ un personaggio poliedrico.
E’ un anarchico che rifiuta anche le regole dell’anarchia.
Tanto che quando gli e’ stato offerto un premio sostanzioso sponsorizzato da un’impresa con grandi interessi da sempre nel capo degli armamenti,non ha esitato a mettersi in smoking e a inchinarsi davanti ad un re per riceverlo.
(Il Nobel,per chi non afferrasse).

francesco s.

E lì fece bene, vabbé essere anarchici, ma perché privarsi di riconoscimenti per il proprio talento.

E’ un entusiasta cronico, dovrebbe valutare con più freddezza, ma forse non sarebbe Dario Fo.

Laverdure

@Francesco
“..ma perché privarsi di riconoscimenti per il proprio talento.”
Specialmente se comprendono anche una sostanziosa
somma di denaro.
Ma non si dice forse “Omnia munda mundis” ?

Frank

“La papolatria ha ingranato la quarta”

Segretario: Santità quella non è la quarta ma la retromarcia.
Papa Ufficiale: Opsss……. ero convinto che el cambio della Ford Focus fosse como quello della Renault 4.

stefano

di gpII ricordo la delirante affermazione che l’aids era un castigo di dio (roba da medio evo ma anche feudalesimo) e l’intransigenza con cui combattè il comunismo ma non il fascismo (benedetto anche dagli states) del suo amico Pinochet.
gXXIII tentò, pare, di stigmatizzare l’errore di traduzione in greco e poi in latino dei primi padri ecclesiali del termine aramaico almah che non significa vergine bensì santa ma non mi sembra abbia avuto molta fortuna, nessuno ne parla nei tg e nei libri di testo religiosi della scuola dell’obbligo.

Federix

GXXIII è anche quello che ha firmato la “Crimen sollicitationis” (1962) a copertura dei preti pedofili (e dei preti che in generale approfittano del loro ruolo di confessori per “sollicitare ad turpia”), e una volta ha detto alla folla “E adesso che tornate nelle vostre case, date una carezza ai vostri bambini e dite “Questa è la carezza del papa”. Forse troverete qualche lacrima da asciugare”.

Roba da film horror…

Bruno Rapallo, apostata e ateo

… attenzione che “almah” non vuol dire “santa” bensì “giovane donna in età puberale” (questo termine si usava nell’ebraico antico per indicare ragazze molto giovani e già feconde ma non ancora sposate o per giovani spose che ancora non avessero avuto figli; in ebraico moderno indica una ragazza nubile o semplicemente una giovane donna)

francesco s.

Quindi in ebraico antico almah aveva il significato odierno di lolita. 😀

Bruno Rapallo, apostata e ateo

… in un certo senso e almeno in qualche caso potrebbe anche essere vista così, se applichiamo a quei tempi lontani (alquanto impropriamente) i criteri attuali: infatti una giovanissima “almah” sposata da poco e ancora senza figli comunque non era certo vergine e quindi oggi sarebbe considerata una “sposa lolita” (e se il marito fosse molto più vecchio e lei minorenne, col metro di valutazione attuale lo riterremmo un pedofilo); quanto alle “almah” ancora nubili, non è affatto certo che per tutte si potesse “mettere la mano sul fuoco” sulla loro verginità e quindi alcune potevano anche essere assimilate alle nostre odierne “lolite” !
“Almah” non è affatto sinonimo di “vergine” (anche se all’epoca si poteva presumere che la maggior parte delle “almah” lo fossero, altrimenti potevano rischiare persino la lapidazione o quanto meno l’ostracismo sociale); per indicare esplicitamente e senza ambiguità lo stato di “verginità” si usava il termine “betulah” che equivaleva al greco “parthenos” (da qui tutto il pasticcio interpretativo e le contraddizioni tra i testi biblici aramaici ed ebraici più antichi nelle differenti versioni masoretiche, rispetto al testo greco della “Septuaginta” e all’epistola ai Galati di Saulo di Tarso)

Marilena Maffioletti

Anch’io ho ascoltato con dispiacere le parole di Dario Fo, meno male che la conduttrice gli ha chiesto se fosse ancora ateo e lui ha risposto sì. Chissà se non lo fosse stato! Papa giovanni non sopportava padre pio(il santo impostore, un libro vecchiotto che vi consiglio) e proprio per questo è stato”castigato” con la lunga attesa per la santità. Adele Orioli è stata bravissima, forse un po’ troppo rispettosa, peccato che ci invitino raramente per non dire quasi mai. Io in questi giorni ho inviato un sacco di messaggi a Bergamonews(quotidiano online) ma me li hanno censurati tutti! Non hanno fatto altro che parlare bene dei due papi, si sono allineati completamente al cattolico bugiardino l’eco di bergamo.

Laverdure

@Marilena maffioletti
“…meno male che la conduttrice gli ha chiesto se fosse ancora ateo e lui ha risposto sì.”
Perche’,credi che la sua devozione alla Curia sia frutto di illuminazione divina o piuttosto do semplice convenienza ?
Che come tanti altri,dopo il fallimento del comunismo ha trovato opportuno trovarsi un altro protettore ?
E qui in Italia puo’ perfino permettersi di ammetterlo implicitamente,tanto chi ci fa caso ?
Come chi fa caso che si goda i soldi del Nobel elargiti da una impresa di armamenti,o che fornisca la sua preziosa consulenza tecnica a Giulietto Chiesa sugli attentati dell 11 settembre mostrando di non conoscere nemmeno l’uso del metro ?

francesco s.

@Laverdure
Non penso che lo faccia per convenienza, ma per convincimento personale e si collega alla sua adesione al M5S, infatti più volte Grillo ha paragonato il suo movimento a San Francesco e ha mostrato apprezzamento verso l’attuale papa.

In poche parole ha abboccato alla strategia mediatica dell’attuale papa. Anche perché non mi sembra che ci guadagni granché a dire cazzate.

Del resto Dario Fo – che apprezzo come artista – di certo non brilla per razionalità, ma per il talento letterario-drammaturgico.

Questo si ricollega a una discussione avuta su Florenskji sull’autorità dei Nobel quando parlano di cose fuori dai loro campi, lì riguardava Rubbia e la Hack (anche se non era un nobel).

stefano

in Uk gpII è famoso per aver paragonato l’aids ad un castigo di dio, pensate un pò, qui invece è un santo.

FSMosconi

Mi pare superfluo ripetere le tesi di Walter Benjamin… semplicemente nil novi sub sole.

Francesco Falcolini

Ci abbiamo messo un po’ di tempo.
Siamo onesti, siamo stati un po’ lenti, ma l’abbiamo compreso bene e, con questo articolo, cominciamo a fare sul serio. E grazie a dio ci siamo anche resi conto che la parte più preoccupante della faccenda sta nell’entusiasmo che la campagna mediatica mondiale ha indotto in chi si scioglie in affettuosi epiteti per il Papa, mentre si dichiara ateo. E magari gli scrive una letterina per avere noi tutti -anche i maschi, vistomai) il permesso di mettere la minigonna al lavoro; la domenica però no.

Tuttavia invito a riflettere sul fatto che non è Bergoglio un protagonista: Jorge Mario Bergoglio è “solo” uno strumento, e il nuovo Clown mediatico (Google: Papa Francesco 18.000.000 risultati; Papa Giovanni Paolo II 5.660.000 risultati; Benedetto XVI 841.000 risultati; Peppa Pig 27.500.000 risultati).

Analizziamo un momento la storia recente.
I diritti umani e il contrasto verso le gerarchie: sono azioni collettive che hanno visto masse crescenti e creative conquistarsi nuovi spazi di opinione e di decisione, ma soprattutto l’affermazione dei primi, timidi, spesso drogati diritti individuali, in tutto il mondo proveniente dalla cultura giudaico-cristiana. Uno sforzo collettivo che ha fruttato una inaspettata apertura in una breve stagione, tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. Apertura della quale godiamo ancora oggi i frutti, in un mondo dominato dal cristianesimo che, proprio per la sua cultura (biblica) e grazie alle sue solide e sempiterne gerarchie, aveva tenuto per 17 secoli le masse rigidamente soggiogate e legate al giogo della paura irrazionale e del peccato.
Ed è proprio a partire dagli anni ’80 che da quelle vecchie e sempre vigili gerarchie (politiche, economiche, religiose) si è preparato il terreno per una vigorosa reazione a 360° (economia, politica, media), iniziata concretamente dai primi anni ’90. In quegli anni il reazionario Karol Józef Wojtyła fu co-protagonista convinto e vincente di questa reazione globale. Con lui si sono sperimentate strategie di demonizzazione, insabbiamento, mistificazione, falsificazione, trionfi mediatici planetari, furti miliardari impuniti, maneggi politici internazionali…
Poi la parentesi “secolare” del settennato di Ratzinger. Ma troppe sono state le defezioni dal controllo religioso cristiano, ed in particolare cattolico (solo in latinoamerica, roccaforte del cattolicesimo, erano fuggiti un terzo dei fedeli), che rischiavano di vanificare gli sforzi di chi ha fatto coorte attorno all’efficace Wojtyla. Così Ratzinger si è “improvvisamente” dimesso. E alle sue improvvise dimissioni è seguita la “sorprendente” elezione di Bergoglio (ho perduto l’articolo nel quale si rivela che quella di Bergoglio è stata una pre-elzione a tavolino).

Bergoglio è stato individuato, a tavolino appunto, come strumento della provvidenza. Si sono giocati con questo clown il tutto per tutto. In fondo, è sufficiente suonare le trombe mediatiche all’usino, e le masse dei credenti (anche se dichiaratamente atei, ché per credere non è necessario un dio) sono accorsi ad adorare, senza per nulla sospettare il gran clangore mediatico.

Otzi

La papolatria, la papomania e il miracolo della papostupidità. Mentre l’infallibilità personale-papale veniva impegnata dal bravo attore gesuita in arte Francesco nel dichiarare Santo GPII per aver cristianamente ed esemplarmente esercitato in grado eroico le virtù teologali e cardinali, io mi rileggevo l’agghiacciante documento di Georg Ganswein relativo all’incontro con don Rafaele Moreno alle ore 9;00-9;30 del 19 ottobre 2011. Solo cinque mesi prima B16 lo aveva proclamato beato, non si sa se sapendo o ignorando. Fatto sta che l’11 ottobre B16, come documento prova, non può più non sapere e nasconedre che Rafaele Moreno “HA PP II GIA’ NEL 2003 VOLUTO INFORMARE, QUESTI NON E’ STATO AD ASCOLTARLO, NON HA CREDUTO” (circa tutti gli infami delitti di pedofilia per i quali Maciel Marcial, fondatore miliardario del legionari di Cristo aveva commesso e per i quali sarà condannato e solo poco prima della morte, nel 2008, sospeso a divinis).
Nonostante questo documento, il nuovo giullare di dio, del sacro e dei soldi dichiarando Giovanni Paolo II “SANTO” vuol farci credere e convincerci che tal filimbusto ha esercitato in modo eroico la virtù cardinale della PRUDENZA ed i cattolici papolatri in ciò dovrebbero prenderlo ad esempio. Veramente dio è PECUNIA che NON OLET ed i santi francesci ottimi artefici bancari. Ma i papolatri ne sono il più grande miracolo della Storia della stupidità.

Otzi

In marzo il papa povero Francesco ha dichiararto Santo lo IOR, mettendo il punto definitivo a tanto ineffabile mistero per :”il bene della chiesa cattolica, della sede apostolica e della persona del pontefice”. Ora non si possono più fare critiche neppure a San IOR, l’infallibilità dell’attore ha parlato.

Stefano Grassino

Lo I.O.R. non può che essere santo, anzi santissimo. Sappi mio caro che il denaro è lo sterco del demonio e il fatto che lo I.O.R. lo ricicli e lo renda così nuovamente puro, è quantomeno un’opera immensamente meritoria.

Otzi

Quello che dici è l’eterno intramontabile vangelo scritto dai preti di dio.

Ermete

Vabbè, dai, per i cattolici più clericali queste cose sono un po’ come il Mondiale di Calcio per gli appassionati… Il problema è che ci sono sempre più giocatori, ma gioca una sola squadra 🙂

francesco s.

E vogliono 11 milioni di euro pubblici a partita, dove appunto la squadra a giocare è solo una, quindi si sa il risultato già dal fischio di inizio. 😆

Ermete

Eh sì, in fondo anche l’arbitro (lo Stato) gioca nella stessa squadra: della serie, gli piace vincere facile! 🙂

giuseppe

È pur vero che la Confartigianato segnala un 30% in più, rispetto alla stessa settimana dell’anno scorso, di consumi in hotel, ristoranti e negozi nella Capitale.

E’ pur vero…ma voi ve ne fregate e dovete sostenere a tutti i costi che il bicchiere é mezzo vuoto. Il bello é che lo fate capire a chiare lettere. L’altra verità é che siete gonfi di rabbia per la riuscita dell’evento, su scala mondiale, con la presenza di 800.000 mila pellegrini. Il resto conta poco. E tanti auguri per la festa di san Giuseppe lavoratore.

fab

Già spiegato all’infinito, ma con te è spreco di tempo, per cui scrivo per gli altri. E’ irrilevante che gli esercenti guadagnino di più, perché si tratta di un guadagno privato a spese pubbliche.
E ottocentomila fresconi a piede libero non sono una risorsa, sono un problema.

Diocleziano

Il vero guadagno lo fa l’Omino di Burro che provvede al trasporto, al ricovero e alla biada dei boccaloni, incanalati preventivamente in un lucroso percorso.

Murdega

È pur vero che la Confartigianato segnala un 30% in più, rispetto alla stessa settimana dell’anno scorso, di consumi in hotel, ristoranti e negozi nella Capitale.

Sicuramente una festa ben riuscita dal punto di vista
commerciale.
Sono d’accordo con Giuseppe .!!!!!!!!!!!!!!!

ottodibismarck

Neanche il giornale la Repubblica in fatto di papolatria si è tirato indietro, per carità con qualche articoletto “contro” di prammatica.

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