Per tutti, o quasi, la manifestazione organizzata sabato in piazza S. Pietro, a Roma, era a sostegno della scuola nella sua accezione più ampia. E in effetti tale sembra se ci si focalizza sull’evento in piazza, intitolato con un generico ed ecumenico “We care”. Se però si distoglie lo sguardo dal bagno di folla, volgendolo verso gli antefatti, verso la fase preparatoria di quella che è senza dubbio stata un’imponente operazione di marketing, allora qualche dubbio comincia a venire. E per noi, si sa, il dubbio è il sale.
Eppure il vescovo Galantino, segretario della Cei, intervistato da Avvenire aveva pure messo le mani avanti: «Andremo ad ascoltare la voce del Papa, non certo a rivendicare finanziamenti per la scuola cattolica», ha detto. La classica “excusatio non petita”, evidentemente dettata dalla consapevolezza che i presupposti per pensare il contrario c’erano tutti. Non è però riuscito Galantino a rinunciare alla frecciatina verso lo Stato, incosciente a suo dire del fatto che esiste una scuola paritaria che gli fa risparmiare ben 6 miliardi e mezzo l’anno. Ragionamento tanto classico quanto sbagliato. Il monsignore si è perfino lanciato in un arditissimo appello al pluralismo: «Perché non ascoltare cosa ha da dirci affinché la scuola raggiunga i suoi obiettivi, che non sono quelli dell’indottrinamento»? Ma davvero? Non lo sono? Quindi, caro Galantino, converrà che è forse il caso di rivedere le norme concordatarie almeno, giusto per iniziare, nella parte relativa all’ora di catechismo, che pur facoltativa per gli studenti, anche se tra mille difficoltà per loro e le rispettive famiglie, continua a essere anacronisticamente obbligatoria per l’istituzione scuola.
Piena omogeneità di vedute tra segretario e presidente della Cei, cioè rispettivamente tra Galantino e Bagnasco, perché mentre il primo su Avvenire sosteneva che non si possono continuamente sottrarre risorse alla scuola, riferendosi solo apparentemente a tutta la scuola, il secondo su Tempi puntava il dito sul fatto che chi sceglie la scuola privata sia costretto a pagarsi la retta. Quindi, in realtà, l’auspicio è che le risorse vengano soprattutto destinate alle scuole private, che in pratica è quello che succede sistematicamente da quando è stata introdotta la parificazione scolastica. Peccato, però, che non c’è mai stato un aumento di risorse a favore della scuola pubblica, semmai uno spostamento da pubblico a privato, con effetti nefasti per gli utenti del pubblico.
Omogeneità di vedute anche da parte istituzionale, nella persona della ministra Giannini che, appena due giorni prima dell’evento “made in Vatican”, diceva a Radio Vaticana che sostanzialmente la legge sulla parificazione scolastica è stata disattesa. Per Giannini «c’è una responsabilità politica del governo di dare il giusto spazio a una libertà di scelta educativa», affermazione che non lascia presagire nulla di buono per la scuola statale. Incalzata poi sui fondi destinati all’istruzione, Giannini precisa che «sono scarsi ma non consolidati, non sono fondi che rispondono a una programmazione pluriennale», aggiungendo poi che «allora dobbiamo, però, esigere da statali e non statali lo stesso livello di qualità». Effettivamente il livello qualitativo della scuola privata è pessimo, ma il punto non è questo. Il punto è che la scuola privata non è paragonabile alla pubblica nemmeno in termini di pluralità, di libertà d’insegnamento, di rispetto dei lavoratori in larghissima parte precari, prima ancora che di livello formativo. Ed è per questo che lo Stato deve impegnarsi in prima persona, così come dispone la Costituzione, per assicurare a tutti un’istruzione. Poi ciascuno sarà libero di optare per altre scuole, ma senza pretendere che queste vengano finanziate dal pubblico.
Insomma, alla fine il quadro complessivo di questa kermesse somiglia più a un teatrino, a un gioco di squadra dove i vari giocatori si fanno sponda l’un l’altro, dicendo tutto e il contrario di tutto, invertendo paradossalmente le parti con un vescovo a difesa della scuola in generale e un ministro a propagandare la scuola privata, e soprattutto a propagandare l’evento stesso con una circolare inviata a tutti gli uffici scolastici. Fino all’apoteosi finale, allo spettacolo mediaticamente pompato dove non si parla dei veri fini, ma si parla della festa che non è “contro” ma è “per” (ma solo per chi vuole crederci), si parla dell’insegnante che Bergoglio è andato a trovare fino alla sua morte, di giri in Jeep, di canti e di letture. In una parola, il circo.
La redazione
Dialogo della foto:
Galantino: E sim sala bim…. grazie alla scuola paritaria cattolica lo Stato risparmia 6 miliardi e mezzo l’anno.
Giannini: Eh eh eh eh….. è più pallonaro di Renzi e Grillo messi insieme.
In questo teatrino se la cantano e se la suonano da soli. Qualsiasi persona mediamente intelligente può capire l’assurdità delle affermazioni della ministro e del pretozzo e soprattutto della mancanza di un contraddittorio, così di moda in questa tv di finta par condicio. I ragazzi della scuola pubblica sanno di cosa sto parlando.
Quello che mi lascia perplesso è che bisogno c’era di fare quello spettacolo
da guitti in piazza; potevano semplicemente impartire i soliti ordini alla servitù
della loro colonia oltretevere…
Forse non hanno resistito alla tentazione di apparire in tivù?
Credo che invece il furbissimo papa abbia proprio bisogno di queste adunate di piazza. Roma è stata veramente chiusa nei giorni delle canonizazioni e sabato scorso. del resto per il papa vale quel che vale per berlusconi ed altri,, cioè che non importa le sciocchezze che dici, se sei a favor di telecamera vsfondi.
Il mio era un dubbio retorico.
La prima cosa che si impara facendo pubblicità è che
anche quella pessima rende pur qualcosa.
È il famoso ”Parlatene male, ma parlatene”.
Credo che invece il furbissimo papa abbia proprio bisogno di queste adunate di piazza. Roma è stata veramente chiusa nei giorni delle canonizazioni e sabato scorso. del resto per il papa vale quel che vale per berlusconi ed altri,, cioè che non importa le sciocchezze che dici, se sei a favor di telecamera vsfondi.
Dialogo della foto parte seconda:
Galantino: Abbiamo fato bene a sostituire Ratzinger con Bergoglio, lui si che ci sa fare con le persone… hai visto che folla sabato?
Giannini: E già…..
Galantino: Proprio perchè ci sa fare con le persone in Vaticano gli abbiamo dato un soprannome?
Giannini: Quale?
Galantino: Francy ‘a Carogna.
Giannini: Ha ha ha ha ha……..
[…] http://www.uaar.it/news/2014/05/13/giannini-bergoglio-gioco-sponda-scuola/?utm_source=rss&utm_m… […]
La cifra di 6.5 miliardi di € è una cifra propagandistica che non corrisponde a realtà, è sbagliata nella metodologia di calcolo, trascura parecchi costi, ed è riferita a tutte le scuole private, di cui quelle cattoliche sono circa il 70% in termini di studenti. Inoltre non considera che il cittadino deve pagare una retta, quindi il carico si sposta dallo stato che non eroga più il servizio al cittadino.
Anche utilizzando il criterio errato del costo medio non si arriva a quella cifra. Utilizzando il costo medio della scuola pubblica moltiplicato per il numero di studenti si arriva ad una cifra dell’ordine di 6 miliardi di €, ma a quella vanno tolti tutti i sussidi statali (almeno 500 milioni di € il solo bonus annuale) e locali che alle scuole private vengono forniti.
Ma ancora così il conto non è corretto perché il confronto va fatto sul costo marginale e non sul costo medio che tiene conto di tutte le situazioni, anche le più gravose. Il sistema pubblico è in grado di assorbire, come sta già facendo adesso visto che parecchie scuole private hanno chiuso perché non più convenienti (4000 su 11000 quelle cattoliche) un numero maggiore di studenti con limitati aggravi di costi, anche senza dover aumentare necessariamente né il numero dei docenti, né le aule: al limite potrebbe aumentare di circa 2 studenti per classe senza cambiare tutto il resto (ovviamente la situazione è più complessa).
Ma vi sono ulteriori differenze che non vengono conteggiate da chi presenta queste cifre propagandistiche che fa confronti non nelle stesse condizioni. Il privato essendo di nicchia si tiene le situazioni più favorevoli (molte scuole primarie e dell’infanzia), cioè più redditizie e scarica sul pubblico quelle che non rendono o più costose, mentre lo stato è costretto a farvi fronte e a dare un varietà di offerta formativa completa, anche se la situazione non è conveniente (infatti lo stato ha uno spread dei costi per studente anche di 10 volte tra il minimo ed il massimo), peggiorando quindi il suo costo medio rispetto alle private.
Inoltre il privato ha un numero inferiore di studenti immigrati e con handicap che costano di più, ha differenti e più favorevoli situazioni contrattuali e di impiego, ha offerte formative più economiche e non rispetta gli stessi standard.
E’ un po’ come confrontare i costi di un’azienda cinese con una italiana con personale italiano.
Ottimo riassunto. La cosa peggiore è che la ministro dell’istruzione, essendo presente, anzi, affianco a un prete che sostiene questi dati propagandistici ha implicitamente assecondato, non avendo aperto becco sulla questione. Questa è una cosa di una gravità inaudita.
Per fare un confronto corretto bisogna mettere in conto anche quella
zavorra di 26.000 ircini impostici dal vaticano.
E come si calcola lo stipendio degli insegnanti delle paritarie che sono
anche suore o preti: non prendono già uno stipendio derivante
dall’8×1000?
Fare i conti con i preti è come cercare di vincere al gioco delle tre carte.
Il calcolo è complicato e le voci sono tante, difficile riassumerlo in poche righe.
Ho stimato che il costo degli insegnanti di religione incide per circa il 2% sul totale del costo per ogni studente statale, mentre nel caso della scuola privata la percentuale è sicuramente minore, ma il calcolo è più complesso potendo essere effettuata per esempio nella scuola primaria anche dallo stesso insegnante, come si faceva una volta anche in quella pubblica dove un insegnante faceva tutto (ed è così ancora nel privato cattolico).
Ho letto un’interessante relazione della CISL che faceva il confronto e segnalava come oltre alle differenze contrattuali con un uso maggiore del precariato, c’era nel privato anche la possibilità di usare dei volontari (o pagati in nero ?) per fare lezione ed il problema dell’impiego di preti e suore che hanno anche altre entrate e quindi risultano sottopagati.
Quindi anche il millantato minore costo medio di una privata è poco trasparente e truccato, per questo l’ho paragonato a quello di un’azienda cinese.
Leggendo i post precedenti mi sono convinto che voi accogliete solo quelli allineati. Il mio commento non lo è e quindi è inutile scriverlo qui. Lo posso però sempre pensare.
Infatti penso che voi, se non siete stupidi, rappresentate la crema della perfidia menzognera. E il motivo lo sapete già…
Anvedi, che profluvio di contenuti.
Comunque, se quello che pensi è falso o insensato (questo sembra proprio il significato che dai a “non allineato”), fai bene a tenerlo per te.
E’ abbastanza tipico contestare affermando che si dicano falsità senza riportare le motivazione o dati, senza scoprire le loro carte, lo fanno anche altri tipo Giuseppe e Parolaio.
Poi quelle poche volte che si avventurano nel motivare la loro contrarietà c’è spesso da rimanere sconcertati: vivono di propaganda e luoghi comuni.
So che sei abituato ai tuoi siti dove qualsiasi commento non allineato viene censurato, ma qui si censurano solo le offese dirette (e neanche tutte).
Quindi se sei a conoscenza di una realtà diversa (e puoi provare le tue affermazioni) sei invitato a proporre i tuoi argomenti.
Lanciare il sasso e nascondere la mano non gioca certo a tuo favore.
nooo Angelino ha scoperto le nostre menzogne, e mo adesso come facciamo?!
Come puoi vedere, hanno pubblicato questa tua banalità, non allineata certamente. Ora tira fuori i contenuti e magari così riuscirai ad elevare la tua critica ad un livello più alto di quello che potrebbero fare Ruby rubacuori, Belen Rodriguez o Francesco Totti.
Bravo, vai sul tuo sito che lì non sono allineati: sono genuflessi.
Certo che lo puoi pensare, noi siamo democratici!
Caro Sig. Angelino
Penso che Lei avra sbagliato persone quando scrive ” crema della perfidia menzognera ” .
Credo invece che quello ai quali si adisce questa definizione sono quelli che si fingono credenti onde poter arricchirsi sulle spalle degli creduloni …per esempio…
Angelino, Engy…… è una coincidenza?
La cultura è cultura, ma la qualifica di cattolica ne rivela una esiziale controindicazione umana. Da quasi duemila anni avvelena le menti. I suoi insegnanti sono gli uomini della Menzogna. Ora il dramma si fa farsa.