Fare pressione sul sindaco della propria città affinché presenti domanda per l’8 per mille statale indicando come progetto da finanziare o un intervento di edilizia scolastica o un intervento per far fronte a calamità naturali.
È questo l’impegno — e l’invito — dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) nell’ambito della campagna Occhiopermille di quest’anno.
Un impegno tanto più significativo ed urgente alla luce dei dati sullo stato in cui versa l’edilizia scolastica del nostro Paese diffusi dal Censis il 31 maggio scorso.
Il 58,5% degli edifici scolastici statali — 24mila su 41mila — ha impianti (elettrici, idraulici, termici) non funzionanti, insufficienti o non a norma. 9mila strutture hanno gli intonaci a pezzi, in 7.200 edifici occorrerebbe rifare tetti e coperture; 3.600 le sedi che necessitano di interventi sulle strutture portanti (tra queste mura 580mila ragazzi trascorrono ogni giorno parecchie ore) e 2mila quelle che espongono i loro 342mila alunni al rischio amianto.
Quest’anno, grazie alla legge di stabilità 2014 che ha modificato la legge 222/1985 che regolamenta l’8 per mille, lo Stato può destinare il proprio 8 per mille — oltre che a «interventi straordinari per la fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali» — anche per «ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili di proprietà pubblica adibiti all’istruzione scolastica».
Una buona notizia che il governo però, come da tradizione per quanto attiene all’8 per mille statale, non ha pubblicizzato.
Le pubbliche amministrazioni hanno tempo fino al 30 settembre per presentare richiesta e fare così in modo che almeno l’8 per mille statale sia usato laicamente e a beneficio di tutti.
I tempi stringono ma la Presidenza del Consiglio dei ministri non ha ancora provveduto ad adeguare il modello per la presentazione della domanda che, attualmente, non prevede l’edilizia scolastica tra le destinazioni di intervento. E questo nonostante fin da marzo, su sollecitazione dell’UAAR, abbia assicurato che è intendimento dell’amministrazione pervenire ad una rapida definizione delle modifiche.
L’UAAR, che sin dalla sua nascita è impegnata nella difesa della laicità delle istituzioni, da anni lotta per l’abolizione dell’8 per mille e per un uso laico di quello statale. Nel 2007, ha avviato la campagna Occhiopermille che ha come scopo quello di aiutare i contribuenti a effettuare una scelta informata e consapevole per la destinazione dell’8 per mille.
Comunicato stampa UAAR
Qui a Livorno l’abbiamo inviata all’attuale sindaco qualche settimana fa, e mi risulta che i vari gruppi Uaar di un po’ tutta Italia l’abbiano fatto, da alcuni interventi che ho visto di recente su Facebook.
Domenica c’é il ballottaggio fra il candidato PD e quello 5 stelle. Vedremo se il nuovo sindaco (sicuramente PD) la prenderà in considerazione, anche se onestamente ho dei dubbi…
Avete scritto:
“I tempi stringono ma la Presidenza del Consiglio dei ministri non ha ancora provveduto ad adeguare il modello per la presentazione della domanda che, attualmente, non prevede l’edilizia scolastica tra le destinazioni di intervento”.
“E questo nonostante fin da marzo, su sollecitazione dell’UAAR, abbia assicurato che è intendimento dell’amministrazione pervenire ad una rapida definizione delle modifiche”.
Perché non fate un nuovo sollecito, citando il precedente e la loro risposta?
Da singola ovviamente non conto. Se fossi inseriyta in una struttura piramidale come UAAR chiederi ai dirigenti di far rilevare ai sindaci l’incongruenza dell’9 per mille che ogni anno sottrae soldi alle casse dello Stato. ILe tasse dei cittadini devono andare tutte allo Stato . Mica si può stare al buon cuore di qualche amministratore coi soldi dei cittadini
Da singola ovviamente non conto. Se fossi inseriyta in una struttura piramidale come UAAR chiederi ai dirigenti di far rilevare ai sindaci l’incongruenza dell’9 per mille che ogni anno sottrae soldi alle casse dello Stato. ILe tasse dei cittadini devono andare tutte allo Stato . Mica si può stare al buon cuore di qualche amministratore coi soldi dei cittadini