“E Dio creò i media. Televisione, videogame, internet e religione”: intervista a Dario Morelli

Dario Morelli, dottorato di ricerca in Diritto Ecclesiastico e Canonico presso l’Università Statale di Milano, si occupa di diritto dei media ed ecclesiastico ed è associato di uno studio legale internazionale. Ha pubblicato E Dio creò i media. Televisione, videogame, internet e religione (Baldini & Castoldi).

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dariomorelli

E Dio creò i media comincia parlando delle richieste di effettuare pubblicità atea negli Usa e in Italia, e si chiede come si possa “accettare che l’esercizio di un diritto così importante dipenda dalla volontà degli imprenditori che operano nel mercato pubblicitario”. L’Uaar è stata recentemente censurata anche dalla giunta comunale di Verona: la vie delle critiche al Signore sono dunque finite?

La libertà degli atei non è diversa da quella dei credenti, perché laddove non si è liberi di non credere non si è davvero liberi neanche di credere (in ciò che si vuole). Nei paesi in cui mancano adeguate tutele del pluralismo religioso nelle comunicazioni — e, come provo a raccontare nel libro, gli USA sono tra questi — il problema è di tutta la collettività, e come tale va affrontato.

La pubblicità per l’Otto per Mille ha spesso suscitato critiche, a partire da Curzio Maltese con il suo libro La questua, ed è stata anche denunciata come “ingannevole” in alcuni esposti presentati all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), che li ha peraltro sempre respinti. Come giudica questa forma di comunicazione e le decisioni dell’authority?

È successo che l’AGCM abbia archiviato esposti presentati da associazioni di consumatori contro pubblicità dell’8×1000, in quanto tali messaggi non sono pubblicità commerciali e dunque non possono costituire pratiche commerciali scorrette. Da un punto di vista giuridico trovo corretta la conclusione: la propaganda di una Chiesa o di una formazione come l’UAAR non è uno spot di un bene di consumo; le Chiese o le associazioni di pensiero, anche quando sollecitano donazioni o devoluzioni, non vendono nulla e non offrono servizi in senso commerciale.

Le stesse considerazioni confermano però l’importanza di varare una disciplina apposita a tutela sia della libertà di propaganda delle formazioni sociali a carattere religioso, sia dei diritti dei cittadini rispetto a tali propagande.

Lei sostiene che, mentre “su altri tipi di propaganda, come ad esempio quella politica in radio e TV, le norme e le regole, dalla “par condicio” in giù, a dir poco si sprecano”, il legislatore si è invece “convinto che gli obblighi di pluralismo religioso interno della Rai e la datata disciplina dell’accesso bastino da soli a garantire il pluralismo nella diffusione, acquisizione e scambio di opinioni in tema religioso”. Eppure lo spazio dedicato alla confessione cattolica dalla Rai è prossimo al 100%. È realmente giustificabile, dal punto di vista del diritto, un simile monopolio?

Parlare di 100% di spazio dedicato dalla RAI alla confessione cattolica è ingeneroso, perché significa dimenticare programmi storici come “Protestantesimo”, curato dalla RAI e dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, e “Sorgente di vita”, realizzato in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Tuttavia, è vero che lo strumento dell’accesso — di cui pure l’UAAR ha beneficiato — è nato morto. Basti pensare che i primi programmi dell’accesso andarono in onda il 14 febbraio 1977, quando ormai l’etere era già stato invaso dalle emittenti locali e in Italia si stava materializzando un modello totalmente diverso di “accesso” all’emittenza televisiva. Da allora nessuno si è più preoccupato di modificare quella disciplina e di introdurre forme nuove di garanzia del pluralismo religioso in TV.

Personalmente, penso sia arrivato il momento di ripensare la RAI anche da questo punto di vista.

Lei ricorda che le confessioni religiose diverse dalla cattolica non sono affatto disinteressate alla comunicazione televisiva, che spesso prende anche vie alternative rispetto agli spazi “canonici”. Il volume tratta anche dell’evangelizzazione via internet, e addirittura dell’uso dei videogames. È la fede che aiuta a individuare forme creative di diffusione del Verbo, o le comunità religiose di minoranza sono in qualche modo obbligate a farlo dall’assenza di spazi a disposizione?

Internet è un mezzo sicuramente più libero dei c.d. old media perché è privo di intermediari, salvo quelli meramente tecnici (cioè gli internet service provider). Perciò anche gli spazi per eventuali discriminazioni, di qualunque tipo siano, sono più ridotti rispetto alla stampa, alla radio e alla TV. Ciò posto, non saprei dire se le formazioni sociali a carattere religioso scelgano la comunicazione multi-piattaforma per aggirare limiti esterni o per volontà e convinzione. Credo che un esperto di marketing opterebbe per questa seconda opzione, perché i new media sono oggi il terreno privilegiato per comunicare messaggi in maniera efficace, qualunque essi siano.

La Chiesa cattolica non si caratterizza per cambiamenti repentini. Nell’approccio a internet sembra per una volta essere stata più rapida: già Benedetto XVI sbarcò su Twitter, e una blogger, Francesca Immacolata Chaouqui, è stata scelta da papa Francesco per far parte della commissione sulla riforma finanziaria. I new media, in quanto più immediati, sono forse più adatti alla comunicazione religiosa? O è il frutto di una scelta spregiudicata da parte di Greg Burke, l’influente advisor vaticano per le comunicazioni, prelevato da Fox News e appartenente all’Opus Dei?

Immagino che la Chaouqui sia stata scelta più per l’expertise maturata in Ernst & Young che per quella come blogger, e ho difficoltà ad attribuire le scelte di comunicazione della Chiesa cattolica a un solo uomo (escluso il Papa).

È vero però che c’è stata una forte accelerazione della comunicazione cattolica sui new media, e nel libro ne parlo diffusamente. In sintesi, non mi sembra comunque un approccio spregiudicato né, a ben vedere, differente da quanto la Chiesa cattolica ha sempre affermato di voler fare, cioè parlare alle persone lì dove si trovano. Tutti sanno che oggi le persone si trovano sui social network, e lo sa anche la Chiesa.

Come giudica il successo di Suor Cristina a “The Voice of Italy”? La sua vittoria sta forse all’Italia quanto quella della drag queen Conchita Wurst all’Eurovision Song Contest sta al resto del continente?

I fan di lunga data come me sanno bene che l’Eurovision Song Contest è una competizione molto politicizzata. Perciò è lecito pensare che la vittoria di Conchita presenti anche implicazioni politiche intenzionali.

Invece il “fenomeno Suor Cristina” mi sembra dettato soltanto da logiche televisive: la suora-rock è un soggetto obiettivamente insolito, che suscita tenerezza e che piace perciò a molti spettatori in tutto il mondo (lo dimostra il successo internazionale riscosso su YouTube). Questa è una ragione di per sé sufficiente a giustificare la sua vittoria. L’unico significato ulteriore, rispetto a quello spettacolare, è ovviamente il messaggio evangelico che la stessa Suor Cristina ha voluto attribuire alla propria partecipazione (“voglio portare Gesù qui dentro”, ha detto). Considerato però che si tratta di una suora, mi sarei stupito del contrario.

Ciò posto, mi sentirei di scommettere che non vedremo a breve un imam cantare in prime time su Raidue.

62 commenti

bruno gualerzi

“Parlare di 100% di spazio dedicato dalla RAI alla confessione cattolica è ingeneroso, perché significa dimenticare programmi storici come “Protestantesimo”, curato dalla RAI e dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, e “Sorgente di vita”, realizzato in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.”

Naturalmente parlare di 100% è usare un’iperbole…
ma se ci si riferisce non solo e non tanto alle trasmissioni esplicitamente di natura religiosa (dove per altro la sproporzione è enorme), ma al come vengono presentati e commentati gli interventi papali, al rilievo che ne viene dato nei vari tg pubblici e privati, alle critiche che vengono mosse ai ‘peccati’ della chiesa senza però, quando ci sono, metterne mai in discussione il ruolo insostituibile (e comunque adesso è arrivato il ‘rottamatore’ evangelico!), per non parlare dei tanti sceneggiati con protagonisti, ovviamente virtuosi, preti e suore…
il 100% non è poi così ingeneroso.

Stefano Grassino

Bruno è come quando paghi le tasse: uno pensa che con il 33% circa in busta paga la storia sia finita lì.
Troppo bello sarebbe; sulle bollette della luce, dell’acqua del gas e dei rifiuti ci sono le tasse; sulla benzina non ne parliamo.
E la marche da bollo poi….tares, imu etc….se andiamo a vedere fino in fondo, noi paghiamo il 60 o 70 % in tasse.
E le tasse che la chiesa dovrebbe pagare e non paga, chi credi che le paghi, nostro signore?
Se sommiamo la visibilità che la chiesa gode più i privilegi ad essa accordati e togliamo quello che a noi spetterebbe (siamo il 20% della popolazione) non è più il 100% ma almeno il 150% a favore della chiesa….se non di più. Ti torna?

Frank

Suor Cristina: Voglio portare Gesù qui dentro.
Pubblico: No è meglio Elvis.

Scaveon

Protestantesimo e Sorgente di vita sono programmi relegati in fascia notturna, come se si vergognassero di trasmetterli.
provate ad immaginare dove sarebbe collocato un ipotetico programma musulmano oppure uno ateo-umanista…
quindi affermare che la chiesa cattolica ha il 99,9 % della visibilità è la pura verità.

Giorgio Pozzo

Parlare di 100% o di x% è troppo semplicistico. Suggerisco di leggere un numero della rivista “Critica Liberale”, per esempio quello 205-206, dove riportano il rapporto sulla secolarizzazione. Pagine e pagine di dati, tabelle e grafici, preparati da Osservatorio Isimm Ricerche.

Un esempio: in un anno (sett. 2011-sett.2012) il numero e il tempo complessivo di trasmissioni religiose RAI+Mediaset era stato rispettivamente 534 e 325:54:50. No, dico 534 trasmissioni religiose significa quasi due al giorno, e 326 ore significa quasi un’ora al giorno. Ma queste sono le trasmissioni dichiaratamente religiose: abbiamo anche una marea di fiction ad argomento religioso (163 puntate per 167 ore), come DON MATTEO, CHE DIO CI AIUTI, UN CICLONE IN CONVENTO, ecc ecc.

whichgood

E’ incredibile che si riempia così tanto spazio per parlare del niente. Se ci fosse un dio, la prima cosa che farebbe è mandare a lavorare tutti i cattolici che vivono e rubano con queste fesserie. Ma se fosse onesto come questi cattolici chiederebbe la commissione.

francesco s.

Visto che siamo in tema di rai e religione stasera c’è Dario Fo con il suo Francesco.

bruno gualerzi

In ogni caso, per non sbagliare, tutti i siti dei principali giornali nazionali (TUTTI, senza eccezione) riportano con parole di grande ammirazione la visita pastorale (stavo per dire il tour elettorale) del papa in Calabria. E volete sapere il perché? Perché, udite udite, ha scomunicato i mafiosi! Tutti noi ci aspettavamo che li elogiasse, o comunque che scusasse certi loro comportamenti poco ortodossi… e invece no!, prendendoci tutti in contropiede (stavo per dire prendendoci tutti per …), li ha addirittura scomunicati! Senza contare, più in generale, il monito che ha rivolto a tutti quelli che delinquono, i quali, così facendo non amano dio… non amano Gesù, e quando muoiono andranno laggiù. Salvo pentimenti.
Ora, si può anche mettere in rilievo – come ho già sostenuto altre volte – la funzione di deterrente che potrebbe avere una scomunica rivolta a persone che ostentano devozione verso santi e madonne, ma non è questo il tono dominante nei resoconti, tutti improntati alla meraviglia e alla riconoscenza per una così coraggiosa ed energica presa di posizione.
Seguono resoconti di altre imprese evangeliche, per esempio della sua visita alle carceri per confortare i detenuti dicendo loro che anche lui (sottinteso, che pure è il papa), a volte sbaglia. Si può essere più umili di così?

bruno gualerzi

Il calciatore Messi, argentino, ha detto che l”Argentina, come squadra, è superiore al Brasile… perché loro hanno anche papa Bergolio. Forse era solo una battuta, ma non ne sarei sicuro…
Del resto… chissà quante volte ce lo hanno detto per accreditare anche in questo modo il suo essere ‘uno come tutti noi’… Francesco papa era, ed è, un fervente tifoso. Pare – sempre a proposto del calciatore Messi – che, di fronte ad una sua giocata fenomenale, abbia esclamato: “Sei un Dio!

gmd85

Giusto ieri riflettevo sul fato che Bergoglio potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. la CCAR aveva bisogno di riguadagnare consensi. però ho come l’impressione che il papa pacioccone stia trasmettendo l’idea di una tale apertura, che la gente comincia a chiedere un cambiamento. Basta pensare al sondaggio in Austria o alla lettera (presunta) delle compagne dei preti. resta da vedere come reagirà il la CCAR a tali richieste. Se si chiude, perderà di nuovo consensi. Se dimostra apertura perderà consensi dai più fondamentalisti.

bruno gualerzi

@ gmd85
Io continuo a vedere in questo gioco delle parti la solita strategia vaticana. Con Ratzinger – dopo il popolarissimo GPII – si è voluto accreditare il carattere pur sempre sacrale del pontefice, anche esteriormente, per recuperare i fedeli più tradizionalisti (come con papa Montini, dopo Roncalli); constatando che non era il caso di tirare troppo la corda, ecco il papa che ‘scende dal soglio’, si mescola tra la gente, e recupera i fedeli poco attratti dalle sottigliezze teologiche. E non solo.
In ogni caso, né gli uni né gli altri, hanno ceduto di un millimetro su ciò che – pur adeguandosi ai tempi – ritengono debba essere pur sempre la loro missione: esercitare un potere sulle coscienze. Non so se questa strategia avrà ancora successo. Finora l’ha avuto.

gmd85

@Bruno

Vero. Ma oggi la ccar deve affrontare un contesto diverso, in cui la gente, grazie anche a un maggiore accesso all’informazione, esprime posizioni non proprio in linea con la dottrina. Più che gioco delle parti comincia a sembrare un tira e molla.

Gérard

Voglio fare un paragone : sulle TV straniere, quando si parla di Pasqua, si usa dire : ” I cattolici celebrano oggi la Pasqua, giorno nel quale, secondo la tradizione religiosa, Gesu SAREBBE risorto ”
Anni fa, ho sentito Emilio Fede ( Porta bene il suo nome ) dichiarare il giorno della stessa festivita ” Oggi, Pasqua, il giorno nel quale è risorto il NOSTRO SIGNORE ” …!!
Dunque secondo lui e i suoi padroni, sarebbe un fatto storico accertato e condiviso da tutti … ( ?? ) .
Detto in TV, è da considerarsi una forma di disprezzo e messa da parte di chi non la pensa come loro….

whichgood

Emilio Fede, quello che portava prostitute ad Arcore, intendi tu?. Beh, da uno così tutto è possibile. Il suo squallore rispecchia bene la sua religione.

Gérard

Quello che caratterizza uomini come lui ( come il Vespa d’ altronde ) è la loro ossequiosita e il modo servile con il quale vogliono servire il loro datore di soldi e privileggi .

whichgood

” le Chiese o le associazioni di pensiero, anche quando sollecitano donazioni o devoluzioni, non vendono nulla e non offrono servizi in senso commerciale. ”

In teoria. Dal punto di vista giuridico, visto che di questo si parla, è dimostrabilissimo che il commercio esiste, eccome.

Diocleziano

Quella frase è una str…..@ megagalattica; in effetti equipara la chiesa alla Vanna Marchi, anche lei non vendeva nulla, ma turlupinava i boccaloni.

gmd85

Ma infatti la fattispecie sarebbe più che altro quella della truffa.

Diocleziano

Purtroppo questo è un argomento che si presta al gioco dei bussolotti: se non si riesce ad aver ragione in una maniera, la pubblicità, rigirano la frittata e avranno ragione con la propaganda, che a loro dire non è commerciale e quindi si possono dire tutte le balle più sfacciate.
Al di là dei distinguo che può fare il Garante, non sarebbe la chiesa, in primis, a doversi astenere dal turlupinare il pubblico?
Ma già, stiamo parlando di quelli che fanno passare alberghi per locali di culto, e sono sempre quelli che per non pagare l’ici hanno detto che era talmente difficile fare i conti per cui era meglio metterci una pietra sopra.

Luis

Bella intervista.
Mette un po’ in crisi alcuni luoghi comuni degli atei anticattolici e per questo applaudo la redazione di “A Ragion Veduta” per averla pubblicata.

gmd85

Anticattolici? Ma no. Solo anti “pretendo-tutto-in quanto-cattolico/a”. C’è una leggera differenza.

Cosa avrebbe messo in crisi Morelli? Non ha fatto altro che dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Più al cerchio, ovvio.
Tra l’altro, su un paio di domande ha sapientemente deviato dal rispondere in maniera attinente.

Com’è che quando leggete qualcosa di simile vi esaltate tanto?

Luis

Veramente non mi sono affatto esaltato, ho solo reso onore alla redazione per la sua onestà. E poi, io mi riferivo agli atei anticattolici. Tu rappresenti tutti gli atei?

gmd85

Veramente non mi sono affatto esaltato

Nooo…

Tu rappresenti tutti gli atei?

Lascia stare chi o cosa io rappresenti o meno. Ho espresso una critica nei confronti di una tua espressione. Ho come l’impressione che chiunque esprima una critica diventi automaticamente anticattolico.
Ma hai capito cosa ho scritto nella prima risposta?

Luis

No, non mi sono esaltato. Sono abituato a confrontarmi tranquillamente e lucidamente con qualsiasi tema, senza lasciarmi andare a manifestazioni improprie.

La tua impressione, per quel che mi riguarda, è senza dubbio sbagliata. Come dovresti ben sapere, non esiste un solo tipo di atei. Ce ne sono tanti, ad esempio, che non sono affatto anticattolici e che apprezzano l’operato del papa. Ma ci sono anche tanti altri che non sono disposti a riconoscere niente alla Chiesa a prescindere. A mio parere quando Morelli riconosce la giustezza delle decisioni dell’authority o smentisce l’idea che le religioni alternative a quella cattolica si interessino maggiormente di internet perché hanno poco spazio in tv, dice cose giuste che cozzano contro l’immaginario collettivo ateo anticattolico.

Diocleziano

Il mio immaginario collettivo dice che trovo Sua Banalità spalmato in ogni tg, che ogni giorno devo fare una gimcana tra i programmi per evitare le pie va(ti)cca(na)te alla donmatteo o il preteinfamiglia… hanno perfino riesumato il cadfael. Come mai non si accontentano dei loro canali, tipo tv2000? Non li guarda nessuno? Si sono dati una missione nella vita di sfracellare gli zebedei al prossimo? O semplicemente che a loro la rai non costa nulla e godono come tarantole :mrgreen: nell’imporsi all’attenzione?

gmd85

@Luis

Oh, bella, per te essere laici è essere anticattolici. Chissà perché non ne sono meravigliato.
Non riconoscere niente alla Chiesa? No, riconoscerle quanto basta. In compenso, ci sono soggetti che le riconoscerebbero tutto a prescindere, solo perché è la Chiesa.
Commettete l’errore di considerare particolari richieste come se fossero solo ed esclusivamente fatte da non credenti. Ti stupiresti di quanti cattolici ci sono che le condividono. Quelli che sbavano di meno davanti a una veste bianca, però.

Definisci anticattolici. Perché, ripeto, basta che si dica “ma…” e subito vi risentite.

alessandro pendesini

……non esiste un solo tipo di atei. Ce ne sono tanti, ad esempio, che non sono affatto anticattolici e che apprezzano l’operato del papa……

@Luis DIXIT e a noi rimane nient’altro che credere quello che lui dice….
Più seriamente, Luis, provi a dare un’occhiata alla semantica dei termini : “autosuggestione” e/o “autoconvonzione” ! Forse riescerà a capire, forse…..

Luis

@ A. Pendesini
Quindi tutti i laici che reputano interessante conoscere anche quello che dice il papa sono tutti dei fanatici “autoconvinti” o dei poveri “auto suggestionati”?

gmd85

@Luis

Poveri e fanatici l’hai scritto tu.

Ma non pensare che l’ipotesi di pandesini sia tanto peregrina, sai.

Luis

@gmd85
Bè, chi si “autoconvince” e si “autosuggestiona” tanto bene non sta.
Penso che l’ipotesi di Pendesini sia sbagliata: si può essere allo stesso tempo atei e non anticattolici senza essere per questo disturbati di mente.

Luis

Diocleziano, i tg, evidentemente, si occupano di cronaca e visto che quello che dice il papa interessa l’opinione pubblica mondiale, mi sembra normale questa forte presenza sui media. Cmq io mi riferivo solo ad alcuni passaggi dell’intervista a Morelli.

Diocleziano

Certamente, quando il Santo Banale chiede di pregare per lui e per il suo lavoro ”insalubre”, l’opinione pubblica mondiale è fremente di saperlo.
Si dovrebbe fare la contro-prova: ignorarlo e aspettare la reazione dell’opinione pubblica… mi sa che il banale e l’emerito passerebbero molto tempo nell’attesa giocando a tressette
Non per nulla il più vasto florilegio delle sue sciocchezze lo si trova su un noto sito di satira.

gmd85

Anche i conflitti mondiali interessano l’opinione pubblica. ma quanto credi che freghi alla gente se il papa va in Vespa?

Luis

@ Diocleziano
Questo, per quanto rispettabile, è solo il tuo parere. Credo che in questo campo valga il numero dei pareri e, indubbiamente, quelli a favore di una informazione importante sul papa sono moltissimi, quindi…

@ gmd85
Penso niente, ma l’informazione sul papa nei tg non credo sia di tale livello.

fab

All’opinione pubblica mondiale, o anche solo laziale, del papa giustamente non frega niente. Interesserà, forse, all’opinione pubblica cattolica, tutta contenta di sentirsi rivelare scoperte del genere che le guerre sono brutte e l’amore è bello. La sua perenne invasione dei media è pura ostentazione di potere (disperata, dato che anche così il potere va sgretolandosi).

Luis

@gmd85
Di solito il tg1

@Fab
Non sarei così sicuro. Il papa è ascoltato anche dai non cattolici.
L’affermazione, poi, che la sua perenne invasione dei media sia una dimostrazione di potere che va però sgretolandosi, ha tutta l’aria di un ossimoro.

Luis

@gmd85

No, ho gia’ spiegato che non penso che essere laici significhi necessariamente essere anticattolici.
Definire un anticattolico? Ma l’ho gia’ fatto: colui che a prescindere reputa negativo tutto cio’ che fa e dice la Chiesa.

gmd85

A prescindere. Non so chi conosca tu, ma per parte mia critico con cognizione di causa. Ma ho come l’impressione che qualsiasi critica, per te, sia a prescindere e di conseguenza bollabile come anticattolica.

Luis

Buon per te, criticare con cognizione di causa è segno di grande intelligenza, la stessa che dovrebbe farti capire che anche per me è la stessa cosa.
Altrimenti dovrei pensare ad un cliché e questo metterebbe davvero in crisi l’affermazione iniziale.

gmd85

La tua affermazione iniziale (inutile in questa news, tra l’altro) è per l’appunto messa in crisi da un cliché nel quale tu stesso ricadi.

Critica alla chiesa=anticattolico.

Poco importa che le critiche siano rivolte a comportamenti ampiamente criticabili. La chiesa è chiesa e guai a chi la tocca, vero? Questo è un cliché. anche piuttosto feticista, direi.

alessandro pendesini

Perché la società possa funzionare in armonia, gli individui devono essere in grado di fidarsi l’uno dell’altro. Questo sentimento di fiducia richiede che gli individui abbiano delle informazioni credibili che possano dare giudizi motivati sulla base di informazioni personali o di fatto, che incontrano nei media. Ma quando si può dirottare le identità e quando pletora di informazioni, molte delle quali inaffidabili circolano, avere un giudizio affidabile, guadagnare e mantenere la fiducia degli altri diventa una sfida perenne…
Internet puo essere considerato un “attrezzo” informativo/culturale rapido e utile, tranne quando ci immerge in un mondo di personaggi dei quali non possiamo verificare l’identità e il ruolo, un mondo in cui non possiamo più fare affidamento sui modi tradizionali di regolamentazione dei rapporti umani
Molti Media -particolarmente italiani- oltre che alienare per non dire rimbecillire chi li ascolta, adulano e sfruttano, molto più di quanto sia auspicabile, le caratteristiche (o debolezze!) emotive e affettive pubbliche : questa è la loro VERA forza !
E’ probabilmente il Vaticano il primo ad avere capito l’importanza della comunicazione di massa monopolizzando il potere sulla stampa e molti media grazie alI’indice che vietava (e vieta tuttora) ciò che non era in linea con il partito devoto utilizzando i sacerdoti, tramite il pulpito e non solo, ma soprattutto da qualche decennio tramite radio e TV, per diffondere il “santo” messaggio (o propaganda) papale. Per non parlare delle numerose pubblicazioni come L’Osservatore Romano….

faidate

La pubblicità ( di questo stiamo parlando) ha almeno due funzioni, in piccola parte quella di informare, più spesso quella di indirizzare. L’informazione presuppone che la cerchi chi è veramente interessato e la disponibilità oggi è ampia e l’accesso sempre più facile. L’indirizzo invece diventa spesso manipolazione per orientare il soggetto verso quello che interessa al manipolatore. Che questo sia un produttore di succhi di frutta o la Chiesa è marginale.

Dario Morelli

E’ senz’altro vero che la pubblicità commerciale ha una componente informativa e una persuasiva. Però la componente persuasiva è finalizzata alla stipulazione di contratti (di vendita, di fornitura di servizi, etc.)
Quando invece la comunicazione informativo-persuasiva mira a suscitare comportamenti, anche aventi una valenza economica (come potrebbe essere la scelta di devolvere l’8×1000 o il 5×1000) ma non natura contrattuale, non può dirsi pubblicità commerciale. Si dirà, ad esempio, propaganda, o comunicazione sociale, o altro.
In questo senso, se è vero che i linguaggi della pubblicità commerciale e della propaganda sono spesso identici, il contenuto – dal punto di vista giuridico – è diverso.

In conclusione: se le norme non ci sono (e direi: purtroppo), non spetta all’AGCM inventarsele.

gmd85

@Dario Morelli

Qui si gioca sul piano meramente giurisprudenziale. vero, manca la natura contrattuale, ma penso che si possa tenere conto della natura patrimoniale. Converrà con me che dal punto di vista della trasparenza e della correttezza, lo spot in questione non sia esattamente lodevole, visto soprattutto che la destinazione “caritatevole” è ben misera cosa sul totale registrato.

Dario Morelli

E’ senz’altro vero che la pubblicità commerciale ha una componente informativa e una persuasiva. Però la componente persuasiva è finalizzata alla stipulazione di contratti (di vendita, di fornitura di servizi, etc.)
Quando invece la comunicazione informativo-persuasiva mira a suscitare comportamenti, anche aventi una valenza economica (come potrebbe essere la scelta di devolvere l’8×1000 o il 5×1000) ma non natura contrattuale, non può dirsi pubblicità commerciale. Si dirà, ad esempio, propaganda, o comunicazione sociale, o altro.
In questo senso, se è vero che i linguaggi della pubblicità commerciale e della propaganda sono spesso identici, il contenuto – dal punto di vista giuridico – è diverso.

In conclusione: se le norme non ci sono (e direi: purtroppo), non spetta all’AGCM inventarsele.

DucaLamberti74

Ho avuto occasione di ribadirlo tante volte quando si parla di rai.

Per non pagare il canone rai (gesto che si inquadra sempre più come un atto concreto contro il vaticano ed il loro dio italiota contornato da santi altrettanti italioti) è sufficiente:

* * * RINUNCIARE AL POSSESSO DELLA TELEVISIONE.

Altrimenti pagate il canone rai e buone mugugnate nel vedervi i programmi clericali italioti.

DucaLamberti74

Frank

“RINUNCIARE AL POSSESSO DELLA TELEVISIONE”

Per coerenza allora, visto che la Chiesa in Italia impone anche certi costumi sessuali, ti dovresti tagliare il pene. 😆

DucaLamberti74

@Frank:

Io il fallo non me lo taglio proprio 🙂 …visto che grazie ad Internet (e non alla tv italiota) ho occasione di condividere tale dilettevole dispositivo con simpatiche fanciulle 🙂

Gli altri popolani italioti facciano pure nel seguire il “teologico” consiglio di frank se credono che ci sia in cielo un dio barbuto e barbitto che sta li ad osservarli sui loro comportamenti sessuali…

Per parità di sessi allora le donne dovrebbero cucirsi la vagina e/o fare una multietnica e multiculturale clitoridectomia …

DucaLamberti74

Senjin

Ehm Duca il canne lo devi pagare anche se possiedi una radio, un’autoradio oppure un computer… in quanto tutti mezzi considerati dalla legge “atti a ricevere e vedere segnali radiotelevisivi”.
Io NON ho la TV ma avendo un computer mi tocca pagare perchè se mai volessi potrei accedere alle fetecchie rai in streaming.

Diocleziano

Il canone della sola radio è una venticinquina di euri.
Non mi risulta che si debba pagare per il computer non avendo il televisore.
Ricordo la scorrettezza della rai che in una delle sue ultime campagne abbonamenti affermava che si doveva pagare il canone anche se, per esempio, il vecchio televisore fosse stato trasformato in un acquario… roba da giurì della pubblicità… Però pare che nessuno se ne sia accorto.

gmd85

@Diocleziano

Se non erro, il pagamento per il pc va fatto da chi lo usa in attività commerciali, in quanto, con apposita scheda di sintonizzazione si può trasformare in TV.

whichgood

” In sintesi, debbono ritenersi assoggettabili a canone tutte le apparecchiature munite di sintonizzatore per la ricezione del segnale (terrestre o satellitare) di radiodiffusione dall’antenna radiotelevisiva.
Ne consegue ad esempio che di per sé i personal computer, anche collegati in rete (digital signage o simili), se consentono l’ascolto e/o la visione dei programmi radiotelevisivi via Internet e non attraverso la ricezione del segnale terrestre o satellitare, non sono assoggettabili a canone. ”

http://www.abbonamenti.rai.it/Ordinari/IlCanoneOrdinari.aspx#CosaChi

Questo dice il sito ufficiale.

DucaLamberti74

@Senjin:

Ma per favore la smettiamo di ribadire questa bufala italiota che se si ha il PC bisogna pagare il canone !!!

Si paga il canone RAI se si ha un qualsiasi dispositivo in grado di ricevere il segnale radiotelevisivo…ergo:

Un PC dotato di scheda televisione DEVE pagare il canone.

Un PC portatile, iPhone, smart-phone, tablet, server, HAL-9001 ecc. ecc. anche se ha la connessione ad Internet NON DEVE pagare il canone in quanto NON è un dispositivo adatto a ricevere il segnale radiotelevisivo…
Eventuali streaming e/o altro di trasmissioni rai in diretta su Internet NON sono segnale radiotelevisivo.

Contro questa simpatica bufala del possesso del PC invito tutti quanti a leggere quanto scrisse illo tempore (#L01) i seri professionisti della SMO.V.A.MU.I. e di cui ne riporto il copia & incolla.

————

SMOVAMUI scrive:
lunedì 20 gennaio 2014 alle 23:45
Sul discorso canone rai chi è tenuto a pagarlo è indicato da tale legge:

#A) Le vigenti disposizioni normative (art. 27 RDL 246/1938, art. 2 D.L.Lt. 458/1944, art. 16 L. 488/1999) impongono obbligo del pagamento di un abbonamento
a chiunque detenga un apparecchio atto o adattabile – quindi munito di sintonizzatore – alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive,
indipendentemente da utilizzo al quale questo sia effettivamente adibito.

Si parla di apparecchio munito di sintonizzatore…da quel che so io la connessione Internet (linea telefonica o chiavetta) NON è un sintonizzatore.

Per NON pagarlo in maniera legale è sufficiente che:

#B) Il contribuente comunica di non detenere alcun apparecchio fornendone comunicazione (ad es. per rottamazione, furto o incendio).

Immagino i mugugnanti che diranno…eccolo lì il solito grillino che vuole boicottare la tv di stato così bella ed imparziale…entra sui forum e
spamma le solite bufale del web che si leggono sul blog di grillo…mi spiace cari muguganti ma queste informazioni le trovate qui:

#A) http://www.abbonamenti.rai.it/Ordinari/IlCanoneOrdinari.aspx#DisdAbb
#B) http://www.canone.rai.it/dl/canone/faq/ContentItem-72f689ec-e366-41ae-9a43-db3669381ed9.html

S.MO.V.A.MU.I – Squadra MObile Volante Anti MUgugnanti Italioti

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DucaLamberti74

#L01. http://www.uaar.it/news/2014/01/26/chiesa-servizio-pubblico-della-rai/

francesco s.

Alcune risposte mi son sembrate un po’ troppo democristiane, diciamo renziane, non me ne voglia il dott. Morelli, il libro lo leggo lo stesso.

Giorgio Pozzo

Ora, amici, se permettete, faccio un minimo di propaganda politica, in piena concorrenza al nostro Duca, il quale descriveva con dovizia di particolari quali sarebbero i suoi interventi legislativi, nel caso diventasse in qualche modo il capo indiscusso di questa Italia.

Se mai diventassi dittatore io, semplicemente, proibirei le bufale in un servizio pubblico come la televisione (qualunque emittente, statale oppure no). Ergo, basta con i modi indicativi verbali (Tizio ci ha creati, Caio è risorto in n giorni, Sempronia apparve alla folla nel Cacchistan), ma solo condizionali (secondo la religione X, Tizio ci avrebbe creati, secondo la religione Y, Caio sarebbe risorto in n giorni, ecc). Come diceva Gérard.

Dici che la Terra è cubica? mi spiace, sono sei milioni di euro di multa. Racconti che i campi di sterminio non sono mai esistiti? desolato, sono otto milioni di euro da pagare. Dici che un tipo in Palestina riusciva a camminare sull’acqua? scusate, sono dieci milioni e mezzo. E così via.

Ovviamente, le multe possono essere revocate o rimborsate, anche con gli interessi, se mai riesci a dimostrare la veridicità di quanto racconti.

francesco s.

lo sai che ora sei a rischio di subire l’ira funesta di Engy?

fab

Le multe sono rimborsate anche agli eschimesi a cui è stato detto per scherzo che simili frasi in italiano significano “Visitate l’Alaska!”

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