Così come la giuria della Mostra del Cinema di Venezia si appresta a visionare le pellicole in concorso per premiare la più meritevole, anche l’Uaar si prepara a valutare quale tra i titoli presentati meriti il conferimento del Premio Brian.
È dal 2006 che l’Uaar assegna il Premio Brian, dal nome del film satirico dei Monty Python Brian di Nazareth, alla pellicola che meglio evidenzia ed esalta «i valori dal laicismo, cioè la razionalità, il rispetto dei diritti umani, la democrazia, il pluralismo, la valorizzazione delle individualità, le libertà di coscienza, di espressione e di ricerca, il principio di pari opportunità nelle istituzioni pubbliche per tutti i cittadini, senza le frequenti distinzioni basate sul sesso, sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale, sulle concezioni filosofiche o religiose».
Della giuria fanno parte Michele Cangiani, Giuliano Gallini, Paolo Ghiretti, Maria Giacometti, Maria Chiara Levorato, Caterina Mognato, Maria Turchetto.
Vincitori delle passate edizioni del Premio Brian sono stati: nel 2006, Azul oscuro casi negro di Daniel Sanchez Arevalo; nel 2007, Le ragioni dell’aragosta di Sabina Guzzanti; nel 2008, Khastegi di Barman Motamedian; nel 2009, Lourdes di Jessica Hausner; nel 2010, I baci mai dati di Roberta Torre; nel 2011, The Ides of March di George Clooney; nel 2012, Bella addormentata di Marco Bellocchio; nel 2013, Philomena di Stephen Frears.
Paradossalmente per ben due volte, nel 2009 e nel 2013, i film selezionati dall’Uaar hanno ricevuto anche il premio SIGNIS dell’Associazione cattolica mondiale per la comunicazione.
La redazione
Sarà che la SIGNIS vuol tamponare 😛
La prova che (qualche volta) gli estremi si toccano. 😉
O che una delle due associazioni non ha capito il film.
Lourdes non è un film ateo, né un film militante.
E’ solo un gran bel film.
Qui una interessantissima intervista alla regista, ceh tra l’altro racconta come non abbia incontrato alcuna difficoltà con i religiosi e il vescovo del posto, benché sapessero che film intendeva girare. Anche suo miracoli, erano d’accordo.
Strepitoso il ritratto che la regista fa, nel film, degli “accaparratori di malati”, come una mia amica geniale chi ha bisogno di un malato per sentirsi sano (e vivo).
http://trovacinema.repubblica.it/multimedia/copertina/lourdes-miracolo-spietato/22903543
Non sta scritto che un film, per ricevere il Brian, deve essere incentrato sull’ateismo. Non ho visto Lourdes, quindi non posso giudicare, ma se il film è davvero incentrato sull’approccio razionale e distaccato e se si mette in luce la pratica di “accaparrare malati”, bene, le tematiche sono condivisibili dall’associazione, dai simpatizzanti e da chi è critico nei confronti del fenomeno.
mi correggo
*come una mia amica geniale DEFINISCE chi ha bisogno di un malato per sentirsi sano.
Quest’anno a Venezia c’è un film fuori concorso che potrebbero mettere d’accordo uaar e signis:
Words with Gods
9 episodi diretti da nove grandi registi sul rapporto tra uomini e fede
http://www.labiennale.org/it/cinema/71-mostra/film/sel-uff/fuori-concorso/words-with-gods.html
Mi riferisco ai commenti relativi al film citato.
Perfettamente d’ accordo se una religione è il risultato di una scelta libera e responsabile.
Ma se, come accade in molti stati, è un obbligo o una fonte di discriminazioni allora il discorso è molto diverso …
Non è che ci dobbiamo mettere d’accordo per forza. 😉
Apprezzo molto l’idea del premio.
Apprezzo molto meno l’intitolazione. Non perché Brian di Nazareth sia un film irriverente, anche se ciò è un po’ paradossale dal momento che l’Uaar dichiara di dissociarsi dai fenomeni di pura irrisione. Ma ciò non mi disturba, è più un problema interno all’Uaar. Mi piace poco l’intitolazione perché si è scelto un film di scarsa qualità, di una comicità che può gareggiare al massimo con Boldi e De Sica. Esistono grandi autori e registi, di indiscusso calibro intellettuale, esponenti del mondo ateo, e abbiamo opere cinematografiche di ben altro spessore (anzi: si può dire che il cinema “vero” inizi qualche gradino più su di quel filmetto). Non riesco a spiegarmi il perché di una scelta di così basso profilo da parte dell’Uaar.
Sulla sovrapposizione con il premio SIGNIS: mi sembra un fatto che finalmente è espressione di quella che dovrebbe essere una società normale: non vedo le ragioni perché ciò non possa o non debba avvenire.
Mi manca questo film, devo provvedere. Comunque, da quel che ne so, il film irride gli aspetti più ridicoli e quelli più fanatici della religione, senza addirittura irridere la figura di Gesù. però, non avendolo visto, non posso esprimermi oltre.
Guardalo, all’inizio sembra un film di serie B, di quelli a basso costo, ma i contenuti fanno sorridere e anche un po’ riflettere.
Confermo che la predicazione di Gesù e sullo sfondo, le vicende si incentrano su Brian e i fanatici che gli stanno attorno.
john,
de gustibus eccetera, però paragonare Boldi e De Sica ai mitici Monty Python… come on!
Il motivo della scelta è stato spiegato, lo trovi se cerchi sul sito, ci fu un sondaggio e vinse Brian.
Avendo rivisto il film recentemente, personalmente spiegherei la scelta:
con la frase finale “Always look on the bright side of life”, con l’accezione “atea” di Bright.
e con questa scena, una specie di invito al pensiero critico (togliendo l’intervento Terry Jones alla fine 🙂 ):
https://w w w.you tube.com/watch?v=LQqq3e03EBQ
“Non perché Brian di Nazareth sia un film irriverente, anche se ciò è un po’ paradossale dal momento che l’Uaar dichiara di dissociarsi dai fenomeni di pura irrisione.”
Non dei cristiani. Vengono presi in giro i romani, gli ebrei “combattenti” che sanno solo accumulare mozioni del giorno una sull’altra e criticare i romani salvo poi accumulare una serie di miglioramenti apportati da Roma, insomma quelli che il potere ce l’hanno o aspirano ad averlo, facendo leva su un popolo ignorante. Gesù si intravede in una scena, e non è nemmeno recitato da uno di loro.
Non dovrebbe toccare per niente chi ha fede.
John
La scelta di Brian, che tu definisci di basso profilo, ha una sua valenza pratica (voluta o no) nel senso che certamente ai credenti avrebbe fatto piacere una scelta di qualità che fosse all’altezza (secondo loro) della dignità della chiesa, tu infatti la stai criticando. Quale altro film poteva essere scelto? qualcosa di Bunuel? roba da cinema d’essai, chi se li ricorda? Personalmente penso, e l’ho sempre detto, che l’ironia e l’irrisione siano tra delle armi più efficaci contro la chiesa: a nessuno piace far parte di una organizzazione continuamente presa sottogamba; la religione in sé non dovrebbe nemmeno essere presa in considerazione, se non a livello personale quando si è in vena di chiacchere accademiche. In definitiva una scelta funzionale.
Diocleziano:
“l’ironia e l’irrisione siano tra delle armi più efficaci contro la chiesa”
Su ciò sono assolutamente d’accordo, nella misura ovviamente in cui non si intende “la chiesa”, ma il suo lato degenere, ma ciò mi pare ovvio.
Infatti nel mio commento ho detto che il problema per quanto mi riguarda non era l’irrisione, ma la bassa qualità del film. Poi, qualcuno nei commenti sopra dice che non è così, e che il film sarebbe di qualità. Ma qui, a questo punto, teniamoci ciascuno i suoi gusti e fermiamoci lì. Io tra quel film e un Woody Allen (per dire un nome noto anche a chi non segue il cinema) non riesco a non vedere lo stesso scarto che c’è tra la satira di Boldi e quella, per dire, di Corrado Guzzanti. Ma è solo la mia opinione; su questo direi che non è il caso di stare a convincerci a vicenda perché ciascuno ha i suoi gusti.
Volevo solo precisare che, a mio vedere, il problema non è l’irrisione (che ben venga) ma il livello culturale* del film (*Culturale non vuol dire “non satirico” o “che non irride”). Spero di essere stato più chiaro.
Diocleziano.
Aggiungo.
Forse il tenore del tuo commento voleva essere “abbiamo scelto un film di basso livello proprio per calcara ancora di più la mano sul fatto che la chiesa (rectius: il fondamentalismo religioso) non è da prendere sul serio”. Come dire “prendiamo un film di Boldi-De Sica, per far vedere che non gratifichiamo l’interlocutore usando parametri di qualità”.
In tal caso sarei davvero lieto se avessi capito male (sul serio), perché se fosse così, l’Uaar dovrebbe ancora capire che non è più l’associazione di cinque amici che si ritrovano in pizzeria, ma è diventata ben altro, e che dovrebbe agire di conseguenza.
Esatto, questo è il senso. Ma non saremo così ingenui da pensare che questo metodo sia da usare in maniera indiscriminata, vero? Comunque la frecciata o il paragone sminuente, con la dovuta dialettica, ce li si possono infilare quasi sempre. Non bisogna dimenticare che la comunicazione deve anche sortire effetti materiali. Come si dice, ci deve essere un ‘ritorno’, altrimenti sarebbe solo un bla-bla inconcludente (quello che piace alla chiesa). Questo è il mio punto di vista e non è dettato da un viscerale malanimo ma è la constatazione che la controparte è una entità gelatinosa e sfuggente, che si avvale di mezzi enormi e pure non rifugge dall’approfittare di ogni occasione per avvantaggiarsi indebitamente. Non si può essere leali con quella gente. È solo pragmatismo.
Se non altro il film è notevole per il coraggio di averlo scritto e prodotto, in questo senso è una tappa nel cinema.
Non lo sapevo, ma il cast era già pronto a partire per il set in Tunisia quando il produttore ritirò il finanziamento, due giorni prima. Fu grazie all’ex-beatle Harrison che prestò il denaro che fu possibile realizzare il film. Film che comunque dovette subire la condanna della chiesa, persino in gb (in italia il film arrivò 12 anni dopo). Interessantissimo, se non altro per capire gli scontri culturali con la mentalità dell’epoca, il dibattito tra i due Monty, Cleese e Palin, e un vescovo e un giornalista (ex-comunista) passato al cristianesimo. I comici in teoria sarebbero Cleese e Palin, ma il vescovo è suo malgrado una macchietta impagabile! Merita la visione, solo per la mimica.
https://w w w.you tube.com/watch?v=tl8acXl3qVs
john,
qui trovi il risultato del sondaggio
http://www.uaar.it/xpoll/archive.php?poll=47
L’uaar è aperta a tutti. Trovi quindi persone chiaramente molto diverse da te, che affermi di non guardare la tele da anni e di frequentare solo gente che come te la disprezza. Qui c’è di tutto, persino chi ogni tanto guarda il calcio. Eccoti spiegata la scelta che tu giudichi di basso profilo: l’uaar non è un club di intellettuali.
Sandra:
“l’uaar non è un club di intellettuali”
Questo un po’ mi dispiace, perché preferisco le persone che amano la cultura e gustano il piacere dell’intelletto, ma questa è la mia personale inclinazione e non entriamo nel merito.
Mi dispiace però un po’ di più l’incoerenza. Combattere la religione in modo fin troppo monolitico e, viceversa, apprezzare, anche solo un po’, il mondo del calcio (cioé mafia, spartizione del potere, affari sommersi, omologazione delle masse, non-pensiero e irrazionalità varie), non credo abbia neanche un brandello di giustificazione. E mi rattrista un po’ che tu, anziché biasimare questa profonda incoerenza, la individui come qualcosa di positivo. Penso che l’Uaar, che ha molti germi di positività, debba ancora progredire molto, moltissimo, sotto questi profili.
John
Neanche l’uccr è un club di intellettuali, e se vogliamo,
nemmeno la chiesa in toto lo è, essendo fondamentalmente
una lobby finanziaria con propaggini teologico-fantasy.
Perché dovrebbe esserlo l’Uaar?
Ma ormai abbiamo capito il tuo desiderio di pilotare al ribasso,
al basso anzi bassissimo profilo, le vedute degli atei.
Datti pace, non ce la fai.
Spiace, credimi davvero, doverti attaccare sul personale,
ma se la tua burrosa affettazione è ipocrisia, adotta un
atteggiamento più leale. Ne guadagnerà il confronto.
Già, questione di inclinazione, io preferisco l’intelligente, e l’intellettuale non sempre lo è (vd. dibattito della BBC). I Monty avevano realizzato una bella partita di calcio tra filosofi. Non intellettuale, ma intelligente E divertente (witty)!
E che tirata per una partita di calcio: essere intelligenti non implica non guardare il calcio (come non guardare il calcio non implica essere intelligenti).
L’incoerenza rispetto alla corruzione del calcio?? Omologazione delle masse, pensiero irrazionale, affari sommersi.. beh, come cattolico presti il fianco a battute a non finire…
Comunque è la democrazia, io la preferisco a una élite snob: ma poi scusa che ti importa di volerla trovare qui, se ce l’hai già con i tuoi amici? Te lo dico da amico, fatti un uaar tutto tuo … (Crozza-Razzi, non so se conosci).
Del resto anche Buñuel fece una battuta sul suo oscar da voto democratico e sugli idioti, in particolare l’aiuto costumista. Quando si dice che il silenzio è d’oro.
Sandra,
come cattolico presti il fianco a battute a non finire…
No, è diverso, perché sei tu ad attribuirmi questa etichetta. Mi apparterrebbe se accettassi un sistema di pensiero in blocco, ma nel mio caso non è così: mi faccio una mia idea personale su tutto. Non accetto né respingo nulla in base ad etichette o corrispondenze a sistemi di idee. Pensavo di averne dato atto in ciò che scrivo qua, ma evidentemente ti fa più comodo forzare le cose e inserirmi in un sistema di pensiero come se lo accettassi in blocco, che è l’esatto contrario di ciò che ho sempre affermato.
Iniziamo a pensare che esistono anche “persone” e non solo sistemi di pensiero. Non potete continuare a ragionare per blocchi e generalizzazioni. Almeno, nel mio caso no: è il modo più sbagliato per capire come sono fatto.
“che ti importa di volerla trovare qui, se ce l’hai già con i tuoi amici?”
Mi dispiace, ma come ho detto sopra, i miei amici sono ed unicamente le presone che stimo, forse più atei che credenti.
Anche questo l’ho sempre detto qua. Perché parli come se io affermassi l’esatto contrario di ciò che dico?
Sembrerebbe che non stai parlando con me, ma con una persona che non corrisponde neanche all0, 0,01% con me (forse con qualche ciellino disperato). Prova d’ora in poi a leggere ciò che scrivo prescindendo da etichette e appartenzenze, che io non ho.
Sandra,
come cattolico presti il fianco a battute a non finire…
No, è diverso, perché sei tu ad attribuirmi questa etichetta. Mi apparterrebbe se accettassi un sistema di pensiero in blocco, ma nel mio caso non è così: mi faccio una mia idea personale su tutto. Non accetto né respingo nulla in base ad etichette o corrispondenze a sistemi di idee. Pensavo di averne dato atto in ciò che scrivo qua, ma evidentemente ti fa più comodo forzare le cose e inserirmi in un sistema di pensiero come se lo accettassi in blocco, che è l’esatto contrario di ciò che ho sempre affermato.
Iniziamo a pensare che esistono anche “persone” e non solo sistemi di pensiero. Non potete continuare a ragionare per blocchi e generalizzazioni. Almeno, nel mio caso no: è il modo più sbagliato per capire come sono fatto.
“che ti importa di volerla trovare qui, se ce l’hai già con i tuoi amici?”
Mi dispiace, ma come ho detto sopra, i miei amici sono ed unicamente le presone che stimo, forse più atei che credenti.
Anche questo l’ho sempre detto qua. Perché parli come se io affermassi l’esatto contrario di ciò che dico?
Sembrerebbe che non stai parlando con me, ma con una persona che non corrisponde neanche all0, 0,01% con me (forse con qualche ciellino disperato). Prova d’ora in poi a leggere ciò che scrivo prescindendo da etichette e appartenzenze, che io non ho.
Perché invece chi guarda una partita di calcio non ha la sua idea su tutto? O pensi che equivalga a sostenere Blatter e la corruzione?
Sei tu che hai iniziato con le categorie, io ti ho seguito a ruota. E vedo infatti che la mia generalizzazione non ti è piaciuta. Beh, guarda un po’, neanche le tue sono apprezzate.
Anche i miei amici sono persone che stimo, e che ogni tanto si guardano insieme una partita. Ma persino una messa, guarda un po’.
Questo è un luogo dove tutti possono esprimere, e che spero non si trasformerà mai nel consesso di intellettuali che mettono soggezione agli altri che secondo te “hanno molto da progredire”. L’abbiamo già avuto, grazie tanto. Se ne hai nostalgia, fattene una ragione. Meglio una costumista intelligente che un intellettuale classista (e cafone).
E guarda dopo questa discussione con te, pur non avendo votato allora, sono ancora più soddisfatta e intellettualmente (se posso permettermi) convinta della titolazione a Brian.
Diocleziano:
Neanche l’uccr è un club di intellettuali
Infatti penso che sia l’esatto contrario: ecco, abbiamo un parametro: più vi distanziate da loro, più mi piacete.
, e se vogliamo, nemmeno la chiesa in toto lo è
Assolutamente d’accordo, lo dico sempre: nella chiesa ci sono persone che sono tutto l’opposto degli intellettuali (nel senso buono del termine). Tra quelli che sono nelle gerarchie, direi la maggioranza. L’ho sempre detto.
Perché dovrebbe esserlo l’Uaar?
Perché pensavo che l’Uaar potesse distinguersi da certe realtà deteriori a cui dichiara di opporsi. Ma se non lo vuol fare, pazienza.
Ma ormai abbiamo capito il tuo desiderio di pilotare al ribasso,
al basso anzi bassissimo profilo, le vedute degli atei.
Non faccio altro che scrivere, qua, che fra le persone che stimo sono molto più gli atei dei credenti… se poi, dopo che io affermo sempre “a” tu mi rispondi come se io affermassi sempre “non a”, diventa difficile portare avanti una conversazione.
adotta un atteggiamento più leale. Ne guadagnerà il confronto.
Siccome non penso di essere perfetto (tutto il contrario), questo consiglio lo accolgo volentieri: cercherò di modificare i miei atteggiamenti di conseguenza.
Life of Brian (Brian di Nazareth) è Monty Python. Se Monty Python è sinonimo di scarsa qualità, allora è meglio che chiudiamo bottega.
Linko qui di seguito una scena in cui si irridono il fanatismo ideologico con tutto il suo assurdame politicamente corretto. Tutta roba che oggi leggiamo dappertutto.
“E’ mio diritto di uomo essere donna. D’ora in poi chiamatemi Loretta! E voglio avere dei bambini”.
“Ma tu non puoi avere dei bambini, non hai l’utero”.
“Non mi opprimere!”
https://www.youtube.com/watch?v=XhwmfGjuWys
*si irride
Non è proprio attinente alla notizia da commentare, ma, volendo :), può rientrare nel rapporto festival di Venezia-religione. Si tratta di una dichiarazione del direttore del festival – ascoltata in un tg – che naturalmente non significa di per sé sotto quale segno si svolgerà la manifestazione, ma è indicativo dell’andazzo generale. Parlando dei vari film in concorso ci teneva a sottolineare il loro impegno nell’affrontare i tanti aspetti che caratterizzano la crisi attuale a tutti i livelli e in tutte le parti del pianeta, fino a far temere un 3° guerra mondiale. E volete sapere cosa soprattutto avalla questa prospettiva apocalittica? Parole del direttore della manifestazione : “L’ha detto ANCHE papa Francesco!” Ho sottolineato l”anche’ perché è stato chiaramente pronunciato come si trattasse della prova definitiva della validità di questa previsione (“L’ha detto perfino lui!”).
Naturalmente il papa può esprimere la sua opinione (in genere piuttosto banale e scontata, quindi in sé condivisibile) su qualsiasi questione… ma altrettanto naturalmente non si vede la ragione (o si vede benissimo) del rilievo che le viene dato.
In quanto al premio Brian… se il film su Leopardi ne tratterà come piacerebbe a me, il premio per me sarebbe già assegnato! Naturalmente se avesse le qualità cinematografiche necessarie, in altre parole se fosse ‘un bel film’… ma come è possibile fare un brutto film su Leopardi?:)
E’ da quando è finita la 2° Guerra mondiale che continuano a parlare di scenari apocalittici e di 3° Guerra Mondiale.
Evidentemente è un argomento che fa audience e rende ed anche sua banalità non se l’è fatto scappare.
Le crisi di oggi sarebbero peggiori di quella del 1961?
Anche negli anni ’90 abbiamo avuto la guerra civile in Algeria contro il partito di terroristi islamici, che ha fatto centinaia di migliaia di morti, oggi è in Irak . In quelle zone abbiamo avuto anche la sanguinosa guerra Iran-Irak. Non mi pare che da quelle parti i periodi di tregua siano durati a lungo.
Non è questa la sede per parlarne (se mai nell’atro post), ma – a parte la solita citazione del ‘verbo’ (non so nemmeno se il papa ne abbia parlato in questi termini) – anche personalmente ho una visione piuttosto apocalittica a proposito del futuro del pianeta. Che l’apocalisse’ sia poi dovuta ad una IIIGM o a qualcos’altro in fondo non ha importanza:
la litigiosità mai venuta meno, anzi!, tra nazioni per un neo-nazionalismo emergente quale sia il modo di manifestarsi – il fanatismo religioso sempre crescente a dispetto di tutti i secolarismi – il divario, pure sempre crescente, tra poveri e ricchi – la crescita esponenziale della popolazione mondiale e il progressivo esaurimento delle risorse necessarie – la disponibilità, anche da parte di stati poco affidabili, di armi ‘definitive’…
tutti questi elementi in reciproco rafforzamento in un mondo globalizzato rendono quanto meno legittimo temere una qualche ‘apocalisse’. Inevitabile? No certamente… ma ritengo indispensabile per scongiurarla tenere conto di questa situazione, non rimuoverla.
In quanto ad una eventuale III GM… già dopo la IGM, quando ancora ci si stavano leccando le ferire, tutti d’accordo nel ritenere che sarebbe stata l’ultima (e il buon Wilson propose a questo scopo la sdn)… e poi si vide come andò a finire…
lo stesso dopo la IIGM, dove la ‘novità’ del coinvolgimento diretto nel conflitto della popolazione civile, sempre nell’immediato con milioni di morti sia tra i vinti che i vincitori e intere città ridotte a cumuli di macerie si ritenne che quella non poteva che essere l’ultima guerra ( di questo clima ho esperienza diretta data la mia età), e, a questo scopo, si istituì l’Onu… e poi si vide (e si vede) come andò (e come va) a finire. Per non parlare dei veri e propri genocidi che sono avvenuti, e stanno avvenendo, nel cosiddetto terzo mondo in genere rimossi dalle coscienze del primo mondo.
E non mi importa se – in ragione del suo ruolo, quindi doverosamente, scontatamente – ne ha accennato il papa.
Non sapevo di questo premio.
Scopro che l’anno scorso è stato da voi premiato i film Philomena.
Spinto dalle ottime recensioni (lette su varie fonti …) anche io lo sono andato a vedere: purtroppo la delusione è stata totale, sceneggiatura piena di pecche, situazioni improbabili, insomma un quadro generale poco credibile.
Bravissima in compenso la protagonista.
Non l’ho visto, quindi non posso giudicare, ma una trasposizione non riuscita non rende meno veri i fatti reali su cui un film è incentrato. E Philomena è incentrato su fatti tristemente reali.
Se ricordo bene, le ottime recensioni non nascondevano il fatto che la storia fosse vera, raccontata in un libro dal giornalista che svolse l’inchiesta. Io ho visto il film e avevo letto qualche pagina del libro (su g-books): per curiosità, quali erano le situazioni improbabili?
Forse, pensando che la storia fosse solo un copione cinematografico, i fatti narrati sembrano irreali. La chiesa e la religione spesso travalicano i ‘confini della realtà’… 😯
Lo sapevo bene che esisteva un libro e che la storia è vera.
Ma questo non c’entra, mi pare.
Un film piace o non piace, che racconti una storia vera o fantastica non c’entra.
E proprio perchè la storia è vera, ed è la storia di un dolore estremo, giudico altamente improbabile e ben poco credibile la pacatezza e la mancanza di rabbia che caratterizza tutto il film, dove non ci sono scornamenti, dove tutto è trattato con inverosimile leggerezza.
@Daniele
Dal primo commento non si capiva se tu ti riferissi alla storia o alla trasposizione.
Daniele,
in effetti stupisce, eppure se cerchi Philomena Lee su qualche intervista online non è una signora divorata dalla rabbia. Una vita tremenda, la morte della madre e il venire abbandonata bambina in convento dal padre, sono già uno choc sufficiente per molti. Poi tutto il resto.
Forse, anche se ci sembra improbabile, oltre a un certo livello di sofferenza ti devi costruire una specie di corazza per sopravvivere. Non tutti sono capaci.
per chi legge l’inglese, un ottimo articolo, scritto da un irlandese agnostico di sessant’anni (oggi residente in Australia, dove si occupa di economia), sui difetti della ricostruzione cinematografica della vicenda e le scene “improbabili”, punto per punto.
Si tratterebbe di forzature strumentali, sostanzialmente.
http://www.onlineopinion.com.au/view.asp?article=15895
Interessante il dibattito che ne è seguito, e che ha coinvolto anche il produttore Harvey Weinstein, accusato da un critico cinematografico (ateo) del New York Post di essere un anticattolico seriale (suoi anche “Magdalene”, “Il prete” e “Butcher Boy”). Risposta di Weinstein sul NYT, un’intera pagina. Tutto su Google.
A questo punto è da vedere.
” il dibattito che ne è seguito,”
L’articolo dell’irlandese in australia (“a retired commonwealth public servant”) è di gennaio 2014, mentre la polemica kyle smith-weinstein è di dicembre 2013, e su nyp, (non nyt)
Dell’articolo di O’Reilly che dire di questo paragrafo:
“Some reviewers suggest that the adoption of Philomena’s child was forced. “
Some distortion of truth, man.
@Sandra –
la polemica è iniziata sul NYP nel dicembre 2013, quando è uscita la recensione di Smith. E proseguita sul NYT , dove Weinstein ha replicato. (Così almeno si legge sulla voce inglese di Wikipedia)
Quando scrivevo “Interessante il dibattito che ne è seguito…” intendevo che è seguito all’uscita del film, riferendomi a quello che avevo letto – appunto – su wikipedia, nelal ricerca preliminare.
L’articolo della testata australiana online è firmato da un retired Commonwealth public servant che ha un background in economics and accounting and is currently pursuing private business interests, forse fa l’imprenditore, chissà. Un suo commento interessante è quello sulla vera Philomena Lee, di cui esistono anche documenti video, che sembra essere una ottantenne peperina dall’intelligenza molto più vivace, complessa e articolata della “sempliciotta” ritratta nel film (forse per rafforzare l’effetto buona vs cattiva – suora Hildegard).
A proposito del fatto che Philomena sia stata costretta o no a dare il figlio in adozione, sicuramente è stata costretta. Ma: “The book notes that Philomena signed adoption papers in June 1955 and the adoption took place the following December. Philomena would have liked to have kept her child but has publicly acknowledged that this would have been impossible.” Cioè, stando a quello che scrive O’Reilly, sembra che sia il libro stesso di Sixsmith a dare questa versione dei fatti. Costretta dalla situazione – e certo che in questo c’è la responsabilità della Chiesa, delle famiglie, della cultura dell’epoca – ma non nel senso raccontato nel film.
Sempre secondo quando scrive O’Reilly, nel libro di Sixsmith le suore non sono descritte come spietate naziste senza sentimenti. “The nuns were lovely. None of them had been there in the 1950s: Mother Barbara and Sister Hildegard were dead – we photographed their graves….The current Mother Superior was a friendly, educated woman from the outskirts of Liverpool, who devoted her whole life to the care of disadvantaged and disabled people, making Sean Ross a haven for youngsters with cerebral palsy and other debilitating conditions”. (dal libro di Sixsmith, da cui è tratto il film)
Ho letto più di una recensione e molte sono buone, ma soprattutto il film è piaciuto molto al pubblico.
@diana
Fermo restando che l’unico modo per esaminare la cosa sia leggere il libro e vedere il film, la vicenda di Philomena si inserisce in un contesto che, tristemente e indipendentemente dalla suore buone e dolci di Philomena, è orribile. Stesso contesto delle Case Magdalene, purtroppo. Ora, si, il film avrà delle licenze cinematografiche – e pare che ciò fosse noto anche alle suore del convento in questione – ma penso che il messaggio centrale non sia inficiato da ciò.
http://www.usnews.com/news/articles/2013/11/22/philomena-draws-catholic-backlash
diana,
scusa sai, ma la frase “the nuns were lovely” è a pag. 441, in un libro di 455, che racconta una storia in ordine cronologico: magari si riferiva alle suore incontrate lì o altrove, ma senza contesto non è una frase da riportare (a meno che l’autore non fosse in mala fede, cosa che questo e il paragrafo che ho riportato sopra non fa che aggiungere certezza al sospetto).
Ricordo di aver letto ai tempi l’anteprima del libro, se hai tempo puoi farlo anche tu, ma alle ragazze che avevano peccato veniva imposto un nome diverso e dovevano allattare, e mal nutrite, per costare meno alle suore. Mi ricordo che Philomena raccontava con affetto di una giovane suora, che le era stata molto vicina. Ma le suore no, non erano tutte lovely.
L’articolo di questo autore su questo sito ha ricevuto 9 commenti. Probabilmente non ha mai ricevuto tanta attenzione, mi sembra che non valga la pena di andare a cercare e dare importanza a questo tipo.
diana,
pag. 21 del libro:
“The girls were forbidden to talk among themselves and told not to reveal their real identities or even where they came from. (…)
Each morning one or more would faint during Communion, something regarded as deliberate insubordination deserving punishment. (…)
To save on baby food the nuns insisted mothers should breastfeed for at least a year, and usually longer.”
sandra
il senso del mio discorso era:
Dall’idea che me ne sono fatta leggendo qua e là – Philomena sembra un film à la Loach, buoni vs cattivi. Questo approccio richiede un certo uso di forzature, semplificazioni e cliché. Il che non significa che la realtà che descrive il film fosse tutta rose e fiori.
Lourdes è qualcosa di diverso.
Il vecchio O’Reilly sarà pure un poveraccio, ma apprezzo chi si prende la briga di approfondire e presentarti, punto per punto, informazioni utili che altrove non trovi.
Quasi quasi gli scrivo per dirgli che il suo lavoro non è andato sprecato!
p.s. Sandra
comunque sulle suore hai ragione, non possiamo sapere se davvero quelle che gestivano l’orfanotrofio all’epoca fossero tutte come la Hildegard.
Qualche mese fa è venuta fuori questa notizia, per esempio:
http://www.ilpost.it/2014/06/05/fossa-irlanda/
centinaia di bambini in una fossa comune
@diana
Eh… non volevo metterla in mezzo perché andrebbe a finire che ci allarghiamo troppo.
diana,
ma guarda che anche la Hildegarde non era per niente lovely.
“Sister Hildegarde took control of the situation. She was used to this sort of nonsense. ‘Don’t be silly, girl,’ she said. ‘Just get on with it. Your signature goes here by this cross. You’ve no choice in the matter, anyway. Signthe paper and you’ll be able to leave.’
Philomena was young and frightened; “ ecc. (pag. 52)
Si è preso la briga di approfondire??? Scusa, ma davvero ci credi?
Poi vedi tu se vuoi scrivere a sto tipo, ma di tutte le recensioni proprio su questo suonato che non capisce nemmeno la sua lingua (seeeee ) dovevi finire? anche tu però te le vai proprio a cercare… inizi proprio a ricordarmi qualcuno.
@Sandra
povero O’Reilly! Ma io mi sono attaccata come alla vita stessa al suo articolo per fare le pulci al tuo!
sono la solita bastian contraria
lasciamo perdere Oì’Reilly, Smith e compagnia cantando.
Vedrò il film e ti dirò – per quello che vale – che ne penso.
non farti prendere dalal paranoia del troll.
Avevo messo piede su questo sito solo una volta, circa 4 anni fa, e ho subito litigato con tutti. Cosa che del resto mi capita sempre. Chiedi al tuo amministratore, per conferme.
gmd85,
ma che strano questo suo aver equivocato o aver dubitato: ho parlato subito di “film”, di “ottime recensioni”, di film che “sono andato a vedere”, di “sceneggiatura”, dell’ottima “protagonista”.
Da dove lei possa aver tratto motivo di dubbio non me lo spiego proprio, tra l’altro sto rileggendo il suo primo immediato commento al mio (quello delle ore 16:58 ….)
Comunque parlavo del film, non della storia (vera) che lo ha ispirato……
E, come dicevo alla sig.ra Sandra, un film è fatto bene o male indipendentemente dall’essere la trasposizione di una storia vera o inventata, non credo sia necessario fare esempi ….
@Daniele
Non ti agitare e riacquista al tua calma zen. Si stava chiarendo e il tuo primo commento, nonostante tu abbia parlato di film e di ottime recensioni, chiaro non lo era. Non era una critica. Sei troppo suscettibile.