“Vaticash: l’ultimo scandalo”: intervista a Mario Guarino

Mario Guarino è giornalista e inviato, autore di inchieste che hanno scandagliato gli intrecci ambigui tra poteri forti, criminalità e politica. Già collaboratore del settimanale Il Mondo, ha pubblicato diversi libri sulla loggia massonica P2 e su Silvio Berlusconi. Non mancano opere che hanno trattato controverse questioni religiose, come Santo impostore. Controstoria di padre Pio e I mercanti del Vaticano. Dopo Il potere della menzogna. Amore, politica, religione, informazione, pubblicità, scienza: vince chi sa raccontare falsità (Edizioni Dedalo) è uscito Vaticash: l’ultimo scandalo (Koinè Nuove Edizioni).

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vaticash

Redazione: Il libro è una carrellata, nel tempo e nello spazio, sui comportamenti immorali — e soprattutto sui reati — delle gerarchie ecclesiastiche. Una parte preponderante è riservata alle vicende economiche. Lei ha già pubblicato un libro, nel 1998, intitolato I mercanti del Vaticano. Cosa è cambiato, se è cambiato qualcosa, da allora?

Guarino: Dal 1998, paradossalmente, nella Chiesa è cambiato molto e allo stesso tempo non è cambiato niente. Ora c’è un altro papa, Bergoglio, che parla un linguaggio nuovo, che auspica cambiamenti e maggiore moralità. Ma, finora, a più di un anno dal suo insediamento, si è limitato soprattutto a parlare. A parere di molti, non potrebbe fare altro: perché consapevole che non da oggi la Curia è invasa dal “fumo di Satana”. È la bramosia di denaro a farla da padrone. Comportamenti immorali si verificavano prima, comportamenti immorali si verificano oggi. Del resto, lo insegna la stessa storia del cattolicesimo, definita “criminale” da Karlheinz Deschner. Chi ha letto senza paraocchi le vicende di monsignori, cardinali e papi nella bimillenaria storia vaticana conosce molto: casi di sesso in ogni variante; violenze subite e inferte; smisurato accumulo di denaro, immobili e preziosi; guerre di religione (ne accadono tuttora tra fedeli di credi diversi); simonia ed altro. Sangue, sesso e soprattutto soldi sono le caratteristiche principali dei due passati millenni. Il Vaticano non è solo un’istituzione religiosa, ma anche una multinazionale affaristica.

Una novità è rappresentata dal progressivo aumento dell’influenza esercitata dai nuovi movimenti ecclesiali. Il libro riserva diverse pagine anche ad essi, e in particolare a Comunione e Liberazione. Un’organizzazione che sembra incapace di restare lontana dalle cronache giudiziarie anche nei suoi vertici religiosi: si pensi al caso di “don Mercedes”, Mauro Inzoli, fondatore del Banco Alimentare. Quale opinione si è fatta su questo fenomeno?

I numerosi movimenti paracattolici, come Comunione e Liberazione, hanno un occhio rivolto al Vangelo e l’altro soprattutto agli affari. In pratica, seguono gli esempi della casa madre, ossia la Chiesa. Tra essi, ce n’è qualcuno che surrettiziamente sostiene in vario modo la Chiesa anche con denaro. E incidono sulle elezioni papali. Certi movimenti influenzano fedeli e creduloni, in gran parte disinformati e finiscono per praticare ai neofiti il lavaggio del cervello. Lo hanno documentato alcuni ex affiliati in alcuni libri. La maggior parte dei fedeli crede ancora a paradiso, purgatorio e inferno. Che non esistono, come hanno ammesso pubblicamente Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che li hanno definiti “stati d’animo”! Una grande menzogna, dunque, perpetrata per duemila anni. Quanto a monsignor Mauro Inzoli, a fine 2012 ridotto allo stato laicale, è uno dei tantissimi casi di religiosi che predicano bene e razzolano molto male: peccatori attratti da sesso, denaro e lusso. Dagli Stati Uniti a Malta, dall’Irlanda alla Germania, e in altri Paesi, sono aperti migliaia di procedimenti penali — molti dei quali conclusisi con pesanti condanne — nei confronti di religiosi soprattutto per gravi reati sessuali sui minori. Per non parlare dei reati finanziari.

Un capitolo è dedicato ai rapporti tra la Chiesa e la mafia. Nelle scorse settimane si è fatto un gran parlare della scomunica papale dei mafiosi e delle processioni che continuano imperterrite a rendere omaggio ai boss. Esistono due Chiese?

Di recente, molti giornali e perfino alcune importanti ma timidissime tv si sono occupati delle soste delle processioni dinanzi alle abitazioni dei boss. Alla buon’ora! Sono decenni che questo avviene. Ma non risulta che nessuno abbia fatto notare che tali avvenimenti vengano spesso finanziati dagli stessi mafiosi. Chiesa e mafia — attraverso i rispettivi referenti — vanno a braccetto da più di cento anni. Basta seguire le cronache e leggere qualche buon libro sul tema. Al di là di questo, contravvenendo al principio biblico ed evangelico “Non avrai altro dio all’infuori di me”, ancora nel 2014 si venerano e adorano — con il beneplacito della Chiesa — statue e immagini di Cristo, madonne e santi vari. Sì, esistono due Chiese: quella dei preti di periferia, che vivono secondo i dettami evangelici e tra i quali alcuni sono rimasti vittime della mafia, e quella di monsignori e cardinali. Questi ultimi sono però in nettissima maggioranza e dettano legge.

Il testo contiene una vera e propria mappatura delle proprietà immobiliari di molti importanti prelati. C’è chi non possiede nulla e chi poco, ma non sono pochi quelli che possiedono tanto, anche tra chi ha fama di “moralizzatore”. Nulla di illegale in tutto questo, fino a prova contraria. Ma dal punto di vista della coerenza?

Per il mio ultimo libro, Vaticash — che l’editore Koinè ha coraggiosamente pubblicato — ho voluto documentare le proprietà private di una cinquantina di importanti prelati in Italia: uliveti, vigneti, interi boschi, fabbricati, appartamenti per decine di vani, ville, il tutto intestato personalmente a preti, monsignori e cardinali. Si tratta di documenti pubblici dell’Agenzia delle entrate. Tra i casi più clamorosi, quelli di Nunzio Scarano e dell’ex presidente della Cei, Camillo Ruini, entrambi intestatari di numerosi appartamenti; del cosiddetto “moralizzatore” Carlo Maria Viganò, proprietario di almeno 25 terreni, appartamenti e fabbricati nei pressi di Milano; del cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, intestatario di una ventina di appartamenti, fabbricati e terreni. Recentemente, il prelato pare non abbia molto gradito l’occupazione di strutture religiose in disuso, a Palermo, da parte di famiglie di senzatetto. Il caso più macroscopico è quello di monsignor Liberio Andreatta, da anni a capo dell’Orp (Opera romana pellegrinaggi): a suo nome il catasto rilascia ben 38 fogli, su ciascuno dei quali sono annotate tre, quattro diverse proprietà immobiliari. Quanto al richiamo alla coerenza, meglio lasciar perdere. Del resto, finora nessun governo italiano ha fatto pagare il dovuto (per le immense e prestigiose proprietà immobiliari vaticane a Roma e nel resto d’Italia). Anzi. A parte lo scandalo dell’8 per mille, lo Stato, cioè i cittadini contribuenti, paga anche gli stipendi, per fare un esempio, alle migliaia di cappellani militari. Del resto, forse pochi hanno fatto caso, per citare i politici più importanti degli ultimi anni, che Bossi, Prodi, Monti, Berlusconi, Renzi e Grillo non attaccano mai lo strapotere del Vaticano, che s’ingerisce spesso e volentieri negli affari italiani.

Il libro comincia e finisce menando sferzate agli atei ossequiosi e agli acritici apologeti del papa, particolarmente numerosi proprio tra i suoi colleghi giornalisti. Lei scrive che “dopo più di 2000 anni sarebbe ora far seguire le parole ai fatti”. Lo farà Bergoglio? Qual è il suo pronostico?

Molti giornalisti, tra i quali i cosiddetti “vaticanisti”, e teologi, della carta stampata e delle tv (particolarmente della Rai) preferiscono parlare e scrivere di temi assai vasti e eterei, come speranza, fede, carità. Vanno capiti: fatta qualche eccezione, sono pappa e ciccia con i prelati. Molti di essi ignorano apposta le questioni più scottanti: i gravissimi reati di pedofilia, gli scandali finanziari, i privilegi e le esenzioni fiscali di cui il Vaticano gode dagli anni Venti, la fame nel mondo, per debellare la quale forse basterebbe che il Vaticano si spogliasse un po’ delle sue immense ricchezze. Si tratta di una colossale operazione di depistaggio culturale. Quasi tutti i media giornalmente ospitano pareri su questo o quel tema di teologi e presunti esperti, mai che intervistino rappresentanti di chi non crede: non solo in Italia, ma nel mondo, atei e agnostici sono tantissimi. Ma, non apparendo nè sui giornali né in tv, risultano “invisibili”, ossia inesistenti. Quanto a papa Bergoglio, come dicevo, per ora si limita a parlare. Il pronostico è semplice: non potrà fare molto.

79 commenti

Laverdure

“…per la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Che, com’è noto, la Chiesa condanna, nonostante sia considerata indispensabile per individuare una cura per tante malattie, quali Alzheimer e Parkinson.”
Inutile ,dai tempi del divieto della vaccinazione antivaiolosa ai primi dell’ ‘800 (solo per stare in tempi recenti)Santa Madre Chiesa non ha perso le sue idiosincrasie.
Qualcuno ha fatto notare qui che circa a meta ‘800 la vaccinazione si diffuse anche nello Stato Vaticano,ma mi sembra ovvio che ormai le idee circolavano troppo rapidamente,anche coi mass media limitati di allora,e continuare su quella linea avrebbe comportato critiche troppo violente e perdita di figura,almeno in occidente.
Quando, come e’ probabile,lo studio delle staminali portera a risultati altrettanto concreti per la medicina,credo proprio che la
“virtu delle necessita” prevarra anche su questo argomento.

Diocleziano

Il pronostico è semplice: non potrà fare molto.

Ammesso che ne abbia mai avuta l’intenzione.
E, non potendo seguire il consiglio amichevole di chi gli consigliava di portarsi un cane,
ha però optato per la residenza esterna.

Personalmente penso però che di sostanziale non farebbe nulla neanche
avendone la possibilità.
Vive come un papa, perché dovrebbe rovinare questo momento magico?

bruno gualerzi

Concordo. Altro che ‘non poter fare molto’… sta facendo non molto, ma moltissimo, per consolidare la capacità di presa della chiesa. Ci vogliono solo quegli ‘orfani di dio’ che sono tanti sedicenti laici o atei per ritenere il contrario.

bruno gualerzi

Non contesto certo operazioni come quella condotta dal libro in questione, anzi, ben vengano e si moltiplichino ricerche e analisi come queste, ma contesto il fatto che si ponga quasi sempre l’accento solo sull’aspetto economico come se il potere della chiesa poggiasse solo su di esso… mentre a me sembra evidente che se il vaticano può permettersi ciò che si permette… e proprio in barba al vangelo che dice di rappresentare… è perchè come istituzione religiosa dispone pur sempre di un potere ‘spirituale’ (cioè un potere sulle coscienze) che intimidisce, non solo i tanti credenti, ma anche tanti laici o atei. Questi ultimi (ma anche tanti ‘credenti della domenica’) ‘intimiditi’ proprio da questo potere che permette alla ccar di avere un ascendente tale per cui in definitiva viene sempre ‘giustificata’ ogni sua malefatta. E naturalmente la religione intesa come esperienza esistenziale c’entra ben poco… mentre c’entra – e ultimamente più che mai – la capacità di convogliare quel consenso che il potere politico vorrebbe ma, soprattutto in tempo si crisi, non è in grado di ottenere. E così si pone sotto la sua ala guardandosi bene dal contraddirla più di tanto. E se poi c’è l’evangelico, francescano, frugale e umile Bergoglio…
Così si assiste ad un circolo vizioso (virtuoso per la chiesa) in cui potere economico/politico e potere ‘spirituale’ (culturale) si rafforzano a vicenda senza che si possa separare veramente l’uno dall’altro. Quindi, specularmente, debbono sempre andare di pari passo denuncia politica e denuncia culturale, perché, separate, hanno scarsa possibilità di successo. La religione, in ragione del fatto che ha la sua vera forza nella superstizione… quale che sia il modo di manifestarsi, con atti concreti o con suggestioni spesso inconsce… non va mai sottovalutata.
Evitando anche, possibilmente, un’eccessiva demonizzazione… che è sempre l’altra faccia della sacralizzazione.

Marco Tullio

“La religione intesa come esperienza esistenziale c’entra ben poco… mentre c’entra – e ultimamente più che mai – la capacità di convogliare quel consenso che il potere politico vorrebbe”.
Affermazione che mi appare contraddittoria in se stessa e in contraddizione con altre affermazioni dello stesso intervento.
Infatti come potrebbe qualsiasi organizzazione (per di più non priva – elo sanno tutti – di operatori indegni ad ogni livello) “convogliare consenso” (anziché farlo perdere) se non facesse leva sull’ “esperienza esistenziale” di coloro che qual consenso devono fornire? Come potrebbe “disporre … di un potere sulle coscienze” se queste coscienze non avessero “l’esperienza esistenziale” religiosa?

gmd85

@Marco Tullio

Facendo abboccare i fedeli con i papi paciocconi. E bada che ultimamente, proprio le questioni esistenziali/morali fanno perdere consensi, visto che l’opinione pubblica sta cambiando. Sarei curioso di sapere quanti cattolici badano davvero all’aspetto esistenziale. Tzé.

bruno gualerzi

@ Marco Tullio
Ma non sono certo coloro che si riconoscono nella chiesa (molto spesso a fatica) per motivate e meditate scelte esistenziali a costituire il grosso dei consensi… e del resto ho messo nel conto tutti quanti sono definiti, o si definiscono, ‘atei devoti (la cui scelta esistenziale si presume non sia propriamente di natura religiosa), oltre a quei ‘fedeli della domenica’ la dimensione spirituale dei quali non credo sia di grande spessore. Ed è su questi ultimi che il vaticano può contare per esercitare efficacemente il cosiddetto potere temporale, che può inserirsi nella società civile condizionandone, e spesso proprio determinandone (almeno in Italia), le scelte… con il vantaggio – rispetto alle altre istituzioni – di porsi anche come ‘potere spirituale’, ciò che – come richiama gmd85 – fa presa su tanti fedeli più per l’aspetto superstizioso che non per la testimonianza propriamente religiosa. Ed è infine su questo potere ‘spirituale’ che la chiesa può contare anche per farsi perdonare le sue disinvolte operazioni finanziarie.

Manlio Padovan

infatti, avendo io scritto una lettera al giornale il gazzettino, giornale nazionale ma soprattutto del triveneto, sul comportamento estremamente lassista di un paio di sindaci nei confronti delle gerarchie ecclesiatiche, ed avendo firmato la lettera come referente UAAR per la provincia di Rovigo con la esplicazione completa dell’acronimo, la lettera è stata pubblicata solo col mio nome e cognome senza alcun riferimento all’UAAR: quindi è diventata la lettera di un matto qualsiasi che se la prende con un paio di sindaci in occasione delle recenti elezioni amministrative.

Giuseppe C.

Il libro riserva diverse pagine anche ad essi, e in particolare a Comunione e Liberazione. Un’organizzazione che sembra incapace di restare lontana dalle cronache giudiziarie anche nei suoi vertici religiosi

Leggero’ con attenzione anche quelle pagine e poi mandero’ un estratto alla redazione di Rai News 24:
1. Forse il prossimo anno non allestiranno una postazione fissa alla kermesse ciellina (con tutti i mercanti del tempio).
2. Forse qualche giovane giornalista non esibira’ pendagli religiosi… 😉
3. Forse la vaticanista si ricordera’ che lavora per il servizio pubblico, non per Televaticano.

Gérard

” Comment nous avons inventé Dieu ” ossia, come abbiamo inventato Dio . Cosi il titolo d’ un articolo apparso sulla versione internet del giornale francese Nouvel Observateur ( anche in versione stampata ) . Autore il noto esperto di bibbia, il prof. Thomas Roemer del Collége de France .
E mi sono chiesto ( e l’ ho scritto nei commenti ) se tale articolo e sopratutto tale titolo potrebbe un giorno essere scritto su importanti giornali italiani senza avere problemi ???

Diocleziano

I soliti sofisti gesuiticamente cavillosi (Flo?… 😉 ) faranno notare che ‘inventare’ ha lo stesso significato di ‘trovare’: quindi, per loro, trovare dio è naturale e inevitabile.
Magari ”Come abbiamo escogitato dio” eh, come vi sembra’ :schock:

Gérard

Peccato che il contenuto dell’ articolo non lasciava nessun dubbio sul senso dato alla parola ” inventare “…..

Gianni

Mi pare che su la Repubblica scriva regolarmente tal Cirrado Augias.
Lo fa da anni.
Pubblica da Mondadori.
Lavorare per la Rai.
Esprime le proprie opinioni sulla religione liberamente in tutti e tre gli ambiti.

Che cosa dovrebbe stupirci del quotidiano francese online?

Gérard

@ Gianni

Corrado Augias non è un giornalista che ha scritto, se non mi sbaglio, due libbri sul cristianesimo, e che ha avuto una valanga di critiche quando sono usciti .
Le Nouvel Observateur che non è un quotidiano online ha pubblicato un articolo su l’ inesistenza di Dio come l’ avrebbe potuto pubblicare qualsiasi altra rivista nazionale senza che per questo, ci sia una reazione particolare di tale o tale personalità in merito …
Quello che non accaderebbe da queste parte se un giornale venisse a scrivere che il monoteismo è un impostura .

RobertoV

Gerard
Infatti il confronto di Gianni è pretestuoso.
Corrado Augias si è occupato di religione solo in quattro libri, non essendo la parte principale delle sue pubblicazioni e delle sue attività. E’ un critico molto soft e si è concentrato su alcuni aspetti storici ed interpretazioni del cristianesimo assieme a dei biblisti o sulla storia del Vaticano.
Niente da confrontarsi con una critica radicale del cristianesimo o delle religioni.
Il biblista Pesce fu criticato per aver osato evidenziare che vi erano posizioni controverse sull’interpretazione della bibbia, non si è mai sognato di giudicare il cristianesimo un’invenzione, nè tanto meno dio. Mancuso è un teologo cattolico. Cacitti uno storico del cristianesimo.

Daniele

Sig. Roberto V,
di sicuro molti argomenti utilizzati a turno da questo o da quello e anche da noi stessi, a volte sono pretestuosi.
Lei però non ritiene di essere oltremisura presuntuoso nel ritenere di essere SEMPRE il più colto, il più informato, quello che in ultima analisi è autorizzato a distribuire patenti e a mettere la parola “fine” su ogni tematica?

gmd85

@Daniele

Ma sbaglio o tu sei quello che “guai a provocare”? Moooolto zen questa tua coerenza. Ma pensi di poter rispondere sempre così a chi fa commenti che ti piacciono?

gmd85

@Daniele

Tra l’altro, non mi sembra che RobertoV si sia mai dichiarato il più colto. Rispondere criticamente sarebbe sinonimo di presuntuosità, ora?

Sandra

gmd85,
in effetti qui sembra Daniele quello che si è sentito autorizzato di attribuire a Roberto la patente di “ritenere di essere SEMPRE il più colto, il più informato, quello che in ultima analisi è autorizzato a distribuire patenti”.
Mah, quando uno non ha argomenti… Che poi se anche fosse quello la convinzione personale di Roberto, qui si valutano gli argomenti. Cioè se la “sostanza” è buona si può tralasciare la forma.
E’ forse frutto di una mentalità poco pragmatica, quella che anche rispetto al discorso del Vaticano sembra concentrarsi su aspetti formali, invece che valutare le azioni concrete. Meglio i proclami e gli spot pubblicitari che fare i conti con la realtà.

gmd85

@Sandra

Quoto su tutta la linea. Magari qualcuno si risentirà perché mi sono limitato a concordare. Con “pezzo grosso” dell’associazione, tra l’altro 😆

Marco Tullio

La tesi che nous avons inventé Dieu è tutt’altro che nuova e non prova nulla. Presuppone, infatti – e non sostiene – la certezza che Dio non esista. Non redo che nella cultura italiana manchino – o siano particolarmente demonizzati – i divulgatori delle varie ipotesi che, negando a priori l’esistenza di Dio, cercano di spiegare come ne è nata l’idea. Tute ipotesi ingegnose e rispettabili … ma opinioni, non certezze scientificamente o empiricamente dimostrabili.

Frank

Marco Tullio, il tuo è il tipico caso di testa montata al contrario. E’ chi crede in dio che presuppone che esista senza averne le prove e nega a priori la sua inesistenza. Tutte ipotesi poco ingegnose e per niente rispettabili….… ma opinioni, non certezze scientificamente o empiricamente dimostrabili. Ecco perché le persone con la testa montata nel modo corretto non ci credono.

Gérard

Certo, in Italia è facile divolgare l’ ateismo come nei altri paesi dell’ Europa occidentale…
Vedi la pubblicita dell’ Uaar con i pannelli ” Puoi fare bene anche senza D “… e le reazioni che hanno seguito in merito !

Marco Tullio

@Gmd85. “Secca quando si intaccano le certezze, vero?”. Avendo studiato storia della filosofia al Liceo dei Reverendi Padri conosco da un pezzo le tesi di quanti – negando a priori l’esistenza di Dio – ricercano le cause dell’idea religiosa, la cui esistenza è un dato empirico incontrovertibile. Tali tesi non hanno mai “intaccato” le “certezze” né mie, né dei miei maestri. Analogo discorso potrebbe farsi sulle indegnità di tanti ecclesiastici antichi e recenti: anche di queste nel suddetto Liceo si aveva perfetta cognizione, ma non ne deducevamo la non verità della nostra fede cattolica. Così come non la deducevamo dalle scoperte della scienza sull’evoluzione: concludevamo unicamente che, se era dimostrato che fosse così, evidentemente Dio aveva inteso creare per quella via la biosfera, uomo compreso. Né mettevamo in dubbio l’infallibilità pontificia “de fide et moribus” per la cantonata presa ai tempi di Galileo in fatto d’astronomia. Né ci siamo mai sognati di pensare che la Fede fosse dimostrabile come il Teorema di Pitagora, o un qualsiasi fenomeno della natura. Quindi non “parlo di dimostrabilità quando mi fa comodo”. Riconosco l’indimostrabilità della Fede, ma affermo che identica indimostrabilità hanno le svariate opinioni sulla sua origine, che prescindono dall’esistenza effettiva di Dio.

Diocleziano

Tanti giri di parole ma l’odore di aria fritta è soffocante.
La questione della indimostrabilità della fede mi giunge nuova, comunque fa il paio con l’inesistenza di dio. È evidente che nulla avrebbe potuto farvi cambiare idea: i condizionati eravate voi. Come se un paranoico si aspettasse conforto, per le sue allucinazioni persecutorie, da un altro paranoico.

gmd85

@Marco Tullio

Ma… Durkheim, Bellah, Johnstone… una lettura me la darei. Scopriresti come le religioni hanno caratteristiche codificate e riscontrabili tutte molto umane e poco divine. E già te l’avevo detto. Non dimostrate un corno.

Io dico che ti secca che si affermi che è l’Uomo ad aver bisogno di Dio e l’ha creato di conseguenza. Commetti l’errore di considerare l’esistenza di Dio come qualcosa a sé stante. Al solito.

gmd85

@Marco Tullio

Ah, anche Asimov e la sua religione atomica :mrgreen:

Non ti sei neanche reso conto di aver ammesso che avete adattato le scoperte dell’evoluzione in ottica teista. Ma mica avete inventato nulla… no…

Gianni

Leggero’ il libri di Guarino, ma da questa presentazione mi pare tanta propaganda e pochi fatti. Per carità, ognuno si tenta e si coltivi i propri pregiudizi, però

Suggerisco invece il libro di un vaticanista, specie che Guarino sembra non apprezzare, ritenendo che sulle faccende religiose cattoliche sia meglio interpellare i non credenti (come chiedere il parere di un allenatore di calcio sui mondiali di nuoto):

Francesco tra i lupi
edito da Laterza (che ha avuto il coraggio di pubblicarlo), scritto da Marco Politi (già al Messaggero, poi a Repubblica, ora al Fatto).
Se Guariino avrà cura di consultarlo, potrà apprendere come e quanto Bergoglio sta intervenendo sulle faccende economiche e finanziarie del Vaticano. Così magari, se scrive un altro libro, saprà di che cosa parla.

RobertoV

In effetti il papa degli annunci mentre parlava contro la guerra e la povertà teneva a capo dello IOR un armatore aristocratico nel consiglio di amministrazione di una società che fornisce navi da guerra e di lusso.

Dopo aver parlato di intransigenza contro i pedofili e chi li ha protetti ha messo a luglio a capo dello IOR un cardinale che ha coperto preti pedofili. Ed il diplomatico del Vaticano accusato di pedofilia protetto in Vaticano?

Dopo aver parlato contro le ricchezze della chiesa e offerto di aprire i conventi ai poveri ed immigrati non ha fatto niente di tutto questo.

Può darsi che Guarino sia un propagandista, ma contrapporgli come affidabile una pubblicazione di buone intenzioni e propaganda ……….

Gianni

Il libro di Politi, giornalista che io non stimo, riporta dei dati.
Qualsiasi giornalista dovrebbe basarsi sui dati.
Anche Guarino. Il quale, tanto per dirne una, definisce “paracattolica” CL.
E i lettori del sito dell’Uaar cosa sono, paraintelligenti?

gmd85

@Gianni

A parte il fatto che stai partendo da un’intervista senza neanche aver letto il libro, quindi non puoi sapere se le parole dell’intervista non siano sbagliate. Succede, sai.
Che un libro riporti dei dati non vuol dire che li riporti correttamente. La domanda rimane: chi ti assicura che un vaticanista sia imparziale?

Quanto ai dati da te riportati, non si capisce se sono nomine per anno o numeri effettivi per anno. L’obiezione di RobertoV non è peregrina.

gmd85

Che un libro riporti dei dati non vuol dire che li riporti correttamente.

Ovviamente non è una regola, ma il dubbio, in libri di autori poco imparziali viene. Può ricaderci anche Guarino, certo, ma dire che i dati riportati da un vaticanista siano attendibili solo perché tali è errato.
Paracattolica è la definizione ideale, anche un po’ sarcastica direi. Ma se vuoi definire CL cattolica, fai pure. Il cattolicesimo non ne guadagna certo.

RobertoV

Probabilmente Guarino ha utilizzato in modo improprio il termine cappellani militari, quando si riferiva ai cappellani in generale.
Perchè oltre ai cappellani militari esistono i cappellani nella polizia, nella finanza, nelle carceri, nei cimiteri e negli ospedali ed ovviamente tutti quelli non più attivi, ma in pensione. Il tutto porta probabilmente ad un totale dell’ordine di 2000 o più cappellani con costi dell’ordine di almeno 70 milioni di Euro ripartiti tra stato e regioni.

Gianni

Vabbè, io avrò usato impropriamente il termine di giornalista riferendomi a tutti coloro che sbribacchiano qua e là…
Suvvia, Roberto V, che argomento è mai?

Gianni

gmd85: i dati sono quelli che sono.
e arrivano a 200 e rotti, contando anche le suore (che presumo siano quelle della CRI).

MIGLIAIA!!!

Sandra

Gianni,
Il numero dei cappellani militari nell’intervista è troppo alto, il punto è che i cappellani – pochi o tanti che siano – costano troppo. Fossero migliaia a carico della diocesi di riferimento, nessuno avrebbe niente da dire. Qui si parla invece di milioni di euro all’anno. Perché in Francia basta un unico grado gerarchico, e qui invece si innesta una gerarchia sopra un’altra: un privilegio non è sufficiente?

Sandra

Già. Soprattutto visto che oggi ci si rivolge allo psicologo dove una volta c’era solo il prete.

RobertoV

Gianni
Da un’interrogazione al senato di marzo risulta che sono 204 i cappellani militari in servizio.
A questi vanno aggiunti circa 160 cappellani militari in congedo perchè i cappellani militari possono andare in congedo e prendere la pensione anche dopo solo tre anni di servizio.
Quindi i cappellani militari pagati dallo stato complessivamente sarebbero oltre 360 e tutti pagati molto bene.

Poi vengono definiti cappellani anche quelli cimiteriali, carcerari e quelli ospedalieri: non sono militari, ma vengono anch’essi pagati da stato e regioni e quelli sono abbondantemente al di sopra del migliaio.

RobertoV

Dall’interrogazione di marzo al senato:
Riguardo agli attivi:
“Il numero dei cappellani militari, prosegue l’oratore, appare peraltro congruo ed equilibrato nella considerazione che i religiosi forniscono assistenza alle tre Forze armate, all’Arma dei carabinieri e alla Guardia di finanza, raggiungendo il numero di 204 unità a fronte di oltre 350.000 militari. In tale contesto deve quindi essere rimarcata la fondamentale importanza rivestita dall’assistenza spirituale a favore del personale militare sia in aree di crisi in contesti internazionali che in situazioni di elevato stress.”

“Le disposizioni degli accordi concordatari tra la Santa Sede e lo Stato italiano sono peraltro disposizioni pattizie che regolano relazioni bilaterali tra due Stati: ne consegue che il servizio dell’assistenza spirituale alle Forze armate, che viene disimpegnato da sacerdoti cattolici in qualità di cappellani militari, costituisce un obbligo e non una scelta.”

RobertoV

A tutti questi vanno aggiunti anche un centinaio tra religiosi e suore che operano all’interno del corpo militare della croce rossa italiana con gradi simili a quelli militari (ordinariato), ma non sono equiparati ai militari. Anche loro ricevono uno stipendio (inferiore), assieme a quelli in pensione.
Quindi considerando quelli attivi e quelli in congedo si arriva ad un totale di circa 500 graduati religiosi in ambito forze armate pagati dallo stato. L’ordinario militare guadagna 9000 €/mese, mentre gli stipendi medi dei cappellani militari attivi sono dell’ordine di 45000 €/anno.

Ai quali si aggiungono molti di più cappellani in ambito civile (cimiteriali, carceri, ospedali e sanità in generale) arrivando ad un totale di migliaia di stipendiati da stato e regioni.

Però, se Guarino ha riportato anche nel testo del libro migliaia di cappellani legati all’ambito militare ha sbagliato.

Sandra

D’accordo con Roberto: forse è un refuso nel testo dell’intervista, migliaia si riferisce a tutti i cappellani italiani.
Su icostidellachiesa.it ci sono le stime del denaro pubblico speso i cappellani nelle istituzioni (polizia, esercito, ospedali, carceri, cimiteri): il totale di cappellani supera largamente il migliaio, per una spesa totale annua oltre i 70 milioni di euro.

RobertoV

Sandra
Vaticainsider riporta che i sacerdoti impegnati come cappellani negli ospedali e case di cura sono un migliaio (sui 36 mila totali): ma a questi vanno aggiunti religiosi e suore.
Sono inquadrati come dipendenti pubblici (a tempo indeterminato e senza concorso, nominati dall’ordinario diocesiano) e come riporta Avvenire hanno diritto anche ad un locale (dovranno essere forniti anche di alloggi “adeguatamente arredati”) proprio all’interno degli ospedali, ovviamente a carico di stato e regioni.

Sandra

“Francesco tra i lupi”

E perché mai i lupi dovrebbero eleggere un potenziale nemico? Bergoglio è un papa di mantenimento, che serve a frenare l’emorragia dell’occidente, fino a che il terzo mondo sarà abbastanza per sostenere, economicamente, la Chiesa. Per un papa reazionario era troppo presto, per un modernista non c’è mai stata questione: il simpaticone serve solo ad alimentare l’immagine idealizzata del papa rivoluzionario.

Intervenire sulle faccende economiche di una multinazionale non equivale a ridurne il potere.

Gianluca

Bergoglio sta intervenendo sulle faccende economiche e finanziarie del Vaticano?

E come? Dicendo “voglio una chiesa povera?” Staremo a vedere i fatti. Io sono sempre dell’idea che se uno parla sapendo di non poter far niente, farebbe meglio a tacere. Non avrei mai pensato di rivalutare Ratzinger, che non si è mai permesso di auspicare la povertà della chiesa ben sapendo che se avesse provato davvero a realizzarla sarebbe finito male (vedi Papa Luciani). Quantomeno aveva il buon gusto di stare in silenzio.

gmd85

Alla lunga, la toppa potrebbe rivelarsi fasulla. Perché Bergoglio questo è. Una toppa. E se non le si applicano bene, le toppe cedono.

Gianni

Gianluca esprime stima per papa Luciani. Suppongo che sia alle intenzioni, visto che nel suo breve pontificato non fece nulla.
Bergoglio, quando era cardinale di Buenos Aires, usava i mezzi pubblici, non l’auto con cauffeur.

Florenskij

@ gmd85 Ho letto solo da poco il suo intervento delle 23.52 di ieri sul post precedente, corredata da faccina ridente a forma di frittata.
Secondo lei sono un tipo tale da approfittare delle confessioni, veramente molto umane, sue e del prof. Gualerzi, sui dolori che la natura riserva a ciascuno, per dimostrare questo e quello con apposita lenzuolata? Sarei a tal punto privo di rispetto?
In riferimento ad altra affermazione, posso dirle che non ho mai voluto far arrabbiare intenzionalmente nessuno, fosse pure il peggior avversario ( mi rifiuto di parlare di “nemico” ).

gmd85

No, vecchio mio. Si è trattato di un inevitabile collegamento, tutto qui. Nessuno ha mai detto che manchi di rispetto.

Murdega

Attenti a Flò, se gli lasciamo spazio fuori
dal contesto religioso ci impallina e mena il
can per l’aia.
Comunque per me è un simpaticone !

Florenskij

gmd85 “Vecchio mio” e’ l’espressione con cui uno dei sette nani ( poniamo Brontolo ) si rivolgeva a Dotto ? NB il nome puo’ significare anche “pedante – pesante” e in quanto tale grandissimo rompib…
Tengo a precisare da parte mia che la mancanza o carenza di rispetto puo’ configurarsi anche sotto forma di indebita confidenza, quella che somiglia troppo alla pseudocondiscendenza di chi si sente su un piano superiore ( nel suo caso, di intelligenza piu’ pragmatica e aderente ai fatti oggettivi e riscontrabili ).
Agli esami di maturita’ ho sempre dato del “lei” ai candidati, figuriamoci apostrofarli con “( caro ) giovanotto” o “ragazzo mio”; lo stesso per gli ex alunni maturati, a cui prima mi rivolgevo tranquillamente col “tu”; questo con grande sofferenza, ma per un obbligo di rispetto e civilta’.
Est modus etiam in disputationibus.

gmd85

Io non mi sono mai sentito non rispettato da docenti che mi davano del TU. Sarà che il problema è che si pretende più del dovuto, vecchio mio?

Lasciarsi andare a voli pindarici e alle proprie personalissime interpretazioni non è intelligenza. E tanto meno lo è ripetere sempre le stesse cose ignorando le obiezioni.

Ora che vuoi fare? Ti stai attaccando a un discorso che neanche ha a che fare con la news. Vuoi montare su un inutile OT? Poi dici che ti definiscono in un certo modo. Te le cerchi, diamine.

Adesso hai anche l’audience 😆

gmd85

Anzi, per concludere, trovo che le espressioni formali, soprattutto in certi soggetti diventino stucchevoli e irritanti. In special modo quando si ostenta un certo atteggiamento.

Marco Tullio

Quanto ai cappellani, faccio osservare che esistono anche nella laicissima Francia, con il nome di aumôniers (dans les prisons et les hôpitaux et l’armée). Les aumôniers militaires sont assimilés à des officiers, peuvent recevoir l’appellation d’aumônier militaire en chef et cetera et bénéficient d’un avancement d’échelon de solde qui a lieu à l’ancienneté.
Traggo le notizie, per comodità, da wikipedia in francese, ma se battete la parola aumônier trovate molti siti e molte notizie in proposito, tra cui quella che l’église de l’Hôtel des Invalides, est aujourd’hui « cathédrale » du diocèse aux armées.

gmd85

Quindi, visto che esistono anche in Francia, sarebbe giusto tenerli anche qui?

http://it.wikipedia.org/wiki/Tu_quoque

Traggo anche io da wikipedia francese e vedo che i cappellani francesi, come quelli inglesi, non sono di esclusiva competenza cattolica. Sarebbe interessante vedere quanto sono pagati. perché se i criteri sono gli stessi, il fatto che ci siano anche all’estero non è un dato positivo, anzi.

Sandra

Allora avrai anche letto questo:
“Les aumôniers militaires détiennent le grade unique d’aumônier militaire, sans correspondance de rang avec la hiérarchie militaire générale (par souci de simplicité et de modestie, on dit généralement que l’aumônier a le grade de son interlocuteur). Ils sont cependant assimilés à des officiers.”

Cioè i cappellani militari hanno il grado unico di cappellano militare, in Francia.
In Italia ritrovi la gerarchia militare, ovviamente con differenze di trattamento economico, dal grado di sottufficiali (maresciallo, riservato alle suore) agli ufficiali inferiori, superiori e generali. La gerarchia ecclesiastica avviluppata a quella militare.

Marco Tullio

@Sandra. “In Italia ritrovi la gerarchia militare, ovviamente con differenze di trattamento economico, dal grado di sottufficiali (maresciallo, riservato alle suore) agli ufficiali inferiori, superiori e generali. La gerarchia ecclesiastica avviluppata a quella militare”.
Su questo sono perfettamente d’accordo con te nel valutare privo di senso l’ordinamento da te richiamato. Infatti la differenza economica fra i diversi gradi d’un esercito si giustifica in base a formazione, responsabilità, capacità di carattere prettamente – appunto – militare: tutto ciò non è richiesto a chi sia cappellano. Dunque …

gmd85

@Marco Tullio

…dunque… gli altri tuoi commenti sono inutili.

RobertoV

Secondo una legge di qualche anno fa i vari cappellani militari vanno in pensione col grado più elevato, in modo da prendersi il massimo della pensione.
Alla faccia dei gradi conquistati sul campo per meriti …..
In più si prendono le pensioni come i parlamentari, bastano anche solo tre anni di servizio ….
Uno stipendio medio ed una pensione media da 45000 €/anno (cumulabile) come si concilia con la povertà ….

L’istituzione dell’ordinariato militare è del 1926, fatto da Mussolini, un vero pacifista e democratico ……….

C’è un disegno di legge di quest’anno, credo ancora in discussione, per togliere le stellette a tutti i cappellani militari. Sembra che il papa sia d’accordo ……

Sandra

Per quanto riguarda invece i cappellani in carceri e ospedali, non ci sono stipendi stabiliti dai ministeri per i ministri dei quattro culti previsti. Il budget delle carceri francesi era di due milioni (2013).
Versante sanità, sono i singoli ospedali per esempio a valutare internamente al proprio budget l’opportunità di pagare un cappellano. Ovviamente è d’accordo per l’opera di volontari.
Tutto il contrario di quello che accade p.e. in Lombardia dove dal 2005 “ogni ospedale pubblico o privato accreditato debba assumere un assistente religioso se ha fino a 300 posti letto, oppure due se supera questa quota e debba istituire al proprio interno una cappellania il cui sacerdote potrà avvalersi di alcuni assistenti, religiosi o anche laici, che non saranno a carico degli ospedali.”

Il privilegio della chiesa supera il diritto del malato, quando i soldi sono contati.

Marco Tullio

E’ ragionevole ritenere che l’assistenza religiosa – sia vera o no la religione in se stessa – è desiderabile, perché psicologicamente utile per molte persone. Tale utilità psicologica si fa, ovviamente, maggiore in caso di malattia o di carcerazione. Questo giustifica tanto la prassi italiana quanto quella – analoga – francese.

Diocleziano

Marco Tullio Vetus
Con questa logica potrebbero essere impiegati altrettanto proficuamente i chiromanti e gli astrologi che fanno le carte. E probabilmente sarebbero meglio graditi dalla truppa.
Quando lo stato italiano fa trattati con il vaticano, dovrebbe essere tutelato da un assistente sociale per evitare la circonvenzione d’incapace.

Sandra

La prassi francese non è per nulla analoga a quella italiana!
Pagare un prete ogni 300 ricoverati, che non sono né credenti né praticanti e nemmeno bisognosi di assistenza psicologica non si giustifica, ma si spiega perfettamente con le solite corruzioni, lassismo, il solito magnamagna di cui la Chiesa è complice.

gmd85

@Marco Tullio

A parte il fatto che un desiderio non legittima automaticamente un bel niente, la prassi italiana è ben diversa da quella francese, nel caso non avessi capito.

RobertoV

In Gran Bretagna 3-4 anni fa si discuteva sull’abolizione o ridimensionamento dell’assistenza spirituale ospedaliera.

Si era calcolato che riducendo dei 2/3 le spese si potevano pagare 1000 infermieri per un anno.

Da Vaticaninsider: “Uno studio del National Health Service ha dimostrato che non vi è alcuna correlazione positiva tra quanto speso dagli ospedali per i servizi offerti dai religiosi e la qualità complessiva delle cure prestate ai pazienti. Un confronto tra le spese effettuate da ospedali simili ha messo in evidenza rilevanti variazioni e la possibilità di risparmiare 18,5 milioni di sterline se tutte le strutture si adeguassero agli standard nazionali. Il taglio dei cappellani consentirebbe di risparmiare una cifra sufficiente a stipendiare 1000 assistenti infermieri per un anno.”

L’intenzione era di mettere a carico di fondazioni private e delle chiese tale assistenza spirituale ospedaliera.

Quindi solo i cattolici avrebbero bisogno in Italia dell’assistenza spirituale nelle carceri o negli ospedali? Eppure anche gli altri credenti guariscono senza assistenza spirituale …

Gérard

I cappellani militari in Francia erano ca 221 l’ anno scorso e vengono distribuiti secondo le grande religioni del paese
141 cattolici
32 protestanti
30 musulmani
17 ebrei
Quelli cattolici sono molto diminuiti dal 1996 in consequenza dal numero sempre minore di francesi che si dichiarano credenti .
Oggi è in dibattito la presenza molto piu importante di psichologi visto che il paese è impegnato in diversi posti di guerra ( Mali, Africa Centrale sopratutto ) .

RobertoV

Purtroppo la discussione è deviata su argomenti particolari, i cappellani in generale e soprattutto quelli militari il cui costo ammonta complessivamente a circa 70 milioni di €, non certo la voce principale dei costi e privilegi della chiesa cattolica.
Dall’intervista di Guarino sembra che il libro (che non ho letto, ma ho letto altre documentazioni sull’argomento) si concentri sulle ricchezze di alcuni prelati, cioè sulle proprietà immobiliari della chiesa che sono di ordini di grandezza superiori: decine di appartamenti per ognuno, tenute, ville, ecc. e investimenti. Tutto in netto contrasto con la povertà dichiarata, spesso anche al fisco.

Dallo scandalo sulla mega villa del vescovo Tebartz van Elst in Germania dell’anno scorso (costata 31.5 milioni di €) avevo scoperto che i vescovi non devono rendicontare spese al di sotto di 5 milioni di €, così il nostro rimanendo ogni volta al di sotto di tale cifra aveva piena libertà di azione.
Evidentemente se una multinazionale può permettersi di non controllare spese al di sotto di 5 milioni di € di soldi ne deve avere veramente tanti ….

Gérard

Ciao Roberto V

“… i vescovi non devono rendicontare spese al di sotto di 5 milioni di € …. ”
Parli dei vescovi italiani o di tutti quanti in generale ?

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