Alle definizioni con suffisso “fobia” siamo ormai da tempo abituati. Si tratta in genere di neologismi ottenuti anteponendo al suffisso una determinata categoria di persone, in modo da ottenere un termine adatto a definire un atteggiamento di pregiudizio nei confronti di quella categoria. In pratica si tratta di varianti più specifiche della generica xenofobia; abbiamo così l’omofobia, l’ateofobia, la cristianofobia, l’islamofobia, e così via. Il problema è che a rimanere comunque generico è il concetto di pregiudizio, applicabile sia ad azioni che a opinioni più o meno dure, e ciò fa sì che la stessa definizione venga poi spesso sfruttata come arma ideologica. A maggior ragione quando si parla di religioni che, com’è noto, hanno la tendenza a reagire con sdegno alle critiche rivolte loro, salvo poi riservarsi il diritto di criticare chi ha punti di vista diversi.
Particolarmente sensibile da questo punto di vista è il mondo islamico, sotto costante osservazione sia per le azioni compiute in suo nome dai fondamentalisti, tanto innegabili quanto deprecate anche dagli stessi musulmani moderati, che per la sua dottrina decisamente poco rispettosa delle libertà individuali di donne, omosessuali, atei, su cui invece si registra un tombale e malinconico silenzio da parte di tutti i suoi fedeli. O almeno a noi non risultano prese di posizione degne di nota su questi temi, pur avendole perfino sollecitate in casi estremi. Capita così che un giornalista come Magdi Allam, fondamentalista cristiano che certo non ha mai nascosto la sua avversità verso l’islam, che tra l’altro professava come culto prima della sua folgorazione sulla via di S. Pietro, venga segnalato all’ordine dei giornalisti per islamofobia.
L’azione è partita dall’esposto presentato all’Ordine regionale dei giornalisti del Lazio dall’associazione Media&Diritto, non nuova a interventi a difesa dell’intoccabilità delle religioni — sua una campagna contro lo spot di un’azienda di pannelli fotovoltaici — ed è proseguito in sede nazionale dopo che l’organo laziale lo ha respinto. Ad assistere l’associazione l’avvocato Luca Bauccio, nostra vecchia conoscenza perché ci aveva già chiesto per conto del Caim la rimozione da un nostro articolo dell’accostamento tra il Caim stesso e i Fratelli Musulmani. Il Cdn (Consiglio di disciplina nazionale) dell’Odg ha deciso di ammettere il ricorso di Bauccio perché giudicato “non manifestamente infondato”, e ha così chiesto ad Allam di presentare la sua memoria difensiva.
A distanza di circa un mese dalla decisione del Cdn il quotidiano di Allam, Il Giornale, ha reso nota la notizia con un articolo in cui vengono citate alcune delle espressioni usate da Allam negli articoli incriminati. Indubbiamente si tratta di espressioni forti, e indubbiamente sono state espresse in modo generico contro l’islam e non contro il solo fondamentalismo islamico, ma la questione di fondo a questo punto è proprio che a essere indagate sono le parole usate contro una religione, e che qualora passasse il principio che bisogna astenersi dal criticare le religioni, perché evidentemente giudicate al di sopra delle opinioni e degli opinionisti, saremmo davanti a una sconfitta epocale per la libertà d’espressione. Una sconfitta che paradossalmente sarebbe stata inflitta da un organo di categoria, l’Ordine dei giornalisti, che teoricamente dovrebbe tutelarla quella libertà, e di cui a dirla tutta non si capisce l’utilità visto che a difendere eventuali diffamati ci penserebbe comunque la giustizia ordinaria. Non sarà un caso se al mondo non esistono altri ordini simili a stabilire cosa è giusto scrivere e cosa invece non va detto per non urtare la suscettibilità di alcuni privilegiati.
Del resto non è nemmeno facile individuare un confine netto tra la libera espressione delle proprie opinioni e la denigrazione. Tanto per fare un esempio, su Libero è stata pubblicata una notizia con tanto di titolone ad effetto secondo cui lo jihadista noto come Abu Omar, ex elettricista milanese, sarebbe andato alla trasmissione L’Infedele, salvo poi capire in coda all’articolo che pare si trovasse casualmente tra il pubblico. Su simili artifici la deontologia professionale cosa dice? Altro esempio: la protesta delle Femen in cui due attiviste, tra cui una blogger egiziana, spargono feci e sangue mestruale su una bandiera dello Stato Islamico. La fondatrice delle Femen sottolinea che il messaggio che si vuole far passare è che la vera violenza non sta nella libera espressione, per quanto feroce, ma sta in quella fisica, reale, messa in atto o minacciata dagli islamisti. In sostanza è stato diffuso un video in cui la vittima è un simbolo in risposta a tanti video in cui le vittime sono persone sgozzate. Chi si sente di tacciarle di islamofobia?
Sulla vicenda Allam l’Odg tiene a precisare che al momento non sono stati presi provvedimenti né sanzionatori né assolutori, segnalando contestualmente che la sua linea è sempre stata quella del rispetto di tutti, come testimonia la sospensione inflitta al direttore di un giornale per antisemitismo che, oltretutto, non ha suscitato nessuna reazione di risentimento. Bene. Anzi no, male! Male perché la vicenda della sospensione per giudeofobia, tanto per usare termini analoghi per situazioni analoghe, testimonia solo che l’Odg ha già comminato sanzioni per reati d’opinione, e allo stesso tempo testimonia che vi sono religioni meritevoli di essere difese a spada tratta dalla stampa, nel silenzio di tutti, e altre che invece non possono essere tranquillamente criticate perché in tal caso si levano immediatamente gli scudi. E questo è semplicemente inaccettabile. Per quanto strambe possano eventualmente essere, le idee si contrastano con adeguate controargomentazioni, non con le punizioni.
Noi non abbiamo mai invocato, né mai ci sogneremmo di farlo, provvedimenti di nessun genere contro chi offende genericamente gli atei, piuttosto che gli omosessuali o qualunque altra categoria, a meno che non lo facciano mentre rappresentano le istituzioni. E anche in tal caso ci limitiamo a chiedere loro di fare un passo indietro e lasciare la poltrona. Semmai i provvedimenti vanno presi quando ad essere discriminate sono persone con nome e cognome, che magari subiscono conseguenze per via del loro orientamento filosofico o sessuale, ma per questi casi ci sono dei reati previsti dalla legge. È anche per questo motivo che ci siamo sempre battuti per l’abolizione dei reati di bestemmia e di vilipendio, e sempre per gli stessi motivi abbiamo sempre sostenuto iniziative contro l’omofobia intesa nel senso di atto realmente discriminatorio, non certo come limitazione della libertà d’espressione. Iniziative che, guardacaso, sono sempre state ostacolate proprio dalle religioni, e proprio con l’obiezione che, a loro dire, sussisterebbe il rischio di non potersi poi esprimere liberamente sugli (o contro gli) omosessuali.
La redazione
AGGIORNAMENTO DEL 4 SETTEMBRE. Sulla vicenda è stato pubblicato ieri, sul quotidiano Libero, un articolo del giudice Guido Salvini, del quale abbiamo più volte postato contributi all’interno del nostro blog.
Papa Ufficiale: E allora le foibe?
Segretario: Le fobie Santità, non le foibe… le fobie.
😆
La critica è sempre sacrosanta, l’importante è tenere ben presente la differenza tra critica e pregiudizio. Siamo sicuri che un fondamentalista come Allam possa esprimere una critica?
da una veloce ricerca su internet:
Siamo sicuri che queste siano opinioni e non pregiudizi? Seminare l’odio non rientra nel diritto di espressione e non è critica neanche avvallare il proprio fondamentalismo ergendolo a baluardo contro un altro fondamentalismo, anche se fosse peggiore.
Non lo dico certo per difendere l’islam, ma per difendere il diritto di critica.
Umh, si sta parlando di due cose diverse. Gli gnomi non esistono, se cercassi di denigrarli non potrei ne offenderli ne limitare le loro libertà. Al contrario, se denigro una categoria umana rischio di creare un danno concreto a delle persone, anche senza chiamarle in causa per nome e cognome.
Questo post non mi convince, Allam non ha criticato l’Islam in generale, ma ha detto essenzialmente che in quasi tutte le moschee italiane si predica odio, affermazioni così specifiche necessitano di prove altrimenti criminalizzato un’intera categoria di esseri umani. Questa criminalizzazione della moschea in Italia rientra nel programma politico di Allam di non riconoscimento dell’Islam come culto praticabile in Italia in funzione di difesa delle radici cristiane (?) dell’Europa e dell’Italia.
Se un fondamentalista cristiano/ musulmano o di altra fede si mettesse a scrivere su un giornale che in tutti o quasi i circoli UAAR si predica odio col cavolo che che difendo la sua libertà di diffamare, lo segnalo all’autorità garante.
Il paragone corretto sarebbe con uno che scrive che quasi tutti gli atei seminano odio. Se lo dice dell’Uaar non è più generico e diventa, appunto, diffamazione.
Preferisco il paragone coi circoli, poiché Allam ha parlato espressamente delle 900 moschee italiane, credo che lì si giocherà la questione.
Le 900 moschee però non fanno capo a un’associazione con una sua personalità, i suoi soci e un suo statuto. Contro chi sarebbe rivolta la diffamazione nel caso delle moschee?
Penso facciano riferimento all’Unione delle comunità islamiche, un po’ come i protestanti, con la loro unione delle chiese metodiste ed evangeliche. Comunque qualcuno ci andrà in queste moschee, non credo siano edifici vuoti, tutti quelli che ci vanno o quasi predicano odio al loro interno? Sì allora è un fatto, no allora probabilmente si sta diffamando le comunità di fedeli che quelle moschee frequentano. Di certo non è un’opinione un’affermazione così specifica, o è vera o è falsa.
L’Ucoii sta ai musulmani come l’Uaar sta agli atei, nel senso che non rappresenta i musulmani ma rappresenta solamente i suoi iscritti, che ne sono un sottoinsieme. Quindi, dire che nelle moschee dell’Ucoii si predica l’odio potrebbe essere diffamante nei suoi confronti, dirlo di quasi tutte le moschee è troppo generico per esserlo. Manca proprio l’oggetto della diffamazione.
Ma qui c’è un problema, se il reato è la diffamazione allora ci stà condannare una persona che dice che in tutte le moschee si predica l’odio. Ma condannarlo per diffamazione. È una cosa molto corrente in fondo. Se invece si vuole condannare per razzismo perché ha diffamato le moschee allora non sono d’accordo.
Qui il razzismo non c’entra per niente, c’è una affermazione di Allam circa la diffusione di odio nelle moschee. Credo siano poco interessati a citarlo per diffamazione, penso puntino alla sospensione dall’ordine come successe a Feltri per il caso Boffo definito ”omosessuale attenzionato dalla polizia”.
Però il discorso ideologico che ho letto da parte dell’avvocato è tutto concentrato sul razzismo e l’islamofobia.
Vabbe gli avvocati ci campano sul generare confusione. Tu attieniti ai fatti. Essenzialmente ad Allan le moschee non piacciono e c’ha fatto campagna elettorale su questo opponendosi alla costruzione di moschee e sostenendo che l’Islam non è una fede al pari del cristianesimo e quindi non devono costruire le moschee – per questo si è allontanato dalla chiesa cattolica considerata troppo moderata con l’Islam. Soltanto che questa volta si è allargato con la storia che quasi tutte le 900 moschee italiane predicano odio.
@Metalocx
Quando Allam ( o chi per lui) afferma testualmente :
“Subiamo ogni giorno gli abusi dei predicatori d’odio che si annidano in quasi tutte le 900 moschee italiane» ; oppure «Milano si inchina alle moschee ma vieta le chiese» (27 giugno 2011)”,
il nocciolo della questione non e’la durezza delle accuse,ma la loro
fondatezza.
Siete davvero sicuri che simili accuse siano infondate ?
E se non lo sono,allora condannare la durezza di eventuali critiche
fondate equivarebbe a criticare la durezza di critiche al nazismo,fascismo o stalinismo,o magari alla mafia e camorra.
È quello che intendevo dire. Se l’accusa è fondata, argomentata e non generalizzata è una critica, e rientra nel campo del diritto di opinione, se è infondata è un pregiudizio.
Per il resto, una critica può anche essere dura, se è il caso. Secondo me la critica a qualsiasi forma di intolleranza, dalla prepotenza all’integralismo deve essere dura e decisa.
Frasi come « predicatori d’odio che si annidano in quasi tutte le 900 moschee italiane» possono anche ritenersi vagamente fondate, ma le trovo molto generalizzate. Le moschee credo siano frequentate anche da mussulmani moderati, al pari delle Chiese cattoliche, al loro interno ci trovi sia l’invasato che il cattolico moderato d’orientamento laico.
@Metalocx
Una cosa e’ certa :effettuare delle indagini per accertare
la fondatezza o meno di tali accuse non e’ certo facile .
Difficilmente un estraneo alla comunita islamica potrebbe
partecipare alla riunioni tenute dai vari imam senza essere immediatamente notato.
Senza contare che ovviamene che i loro “sermoni ” ovviamente saranno immancabilmente in lingua araba.
E questo anche limintandoci alle riunioni “ufficiali”,perche’ e’ ragionevole pensare che ce ne siano altre “riservate”, limitate ai credenti piu’ “affidabili”.
E credete proprio che le nostre autorita e anche i nostri mass media abbiano i mezzi e la preparazione per “infiltrare” simili ambienti ?
anche i negazionisti – per fare un esempio – ritengono le loro critiche fondate e argomentate, però. Questo per dire come immediatamente emerge il problema di cosa intende ognuno di noi per “fondato”, “circonstanziato” e via dicendo.
Non conosco il mondo islamico, che immagino estremamente eterogeneo, come qualsiasi altro. Sicuramente, da qualche decennio però sembra che la paranoia occidentalofoba, in quel mondo, si sia impennata. Fino a estendersi a larghe fasce di fedeli – più o meno osservanti e/o indifferenti – che un tempo non si sarebbero sognati di prendere certe posizioni. E’ possibile che l’occidente c’entri qualcosa? (Immagino di sì)
Dal mio minuscolo osservatorio (le due stanze che affitto) un piccolo tassello: le due donne marocchine (venivano da Fez) che ho avuto in casa per quasi due anni (18 e 50 anni), in Italia da pochi mesi la prima e da 8 anni la seconda, vestivano alla superoccidentale, lavoravano, e pregavano cinque volte al giorno (per la verità, la giovane trovava spesso buone scuse per non farlo, con relativi battibecchi madre figlia, tipo quelli tra genitori e figli cattolici), ma senza che questo influenzasse minimamente il loro atteggiamento verso la vita e gli altri, identico al mio in tutto e per tutto. I loro problemi con gli uomini erano più o meno quelli che sento da amiche e conoscenti occidentali. Anche se nel loro paese la situazione è più o meno com’era da noi negli anni cinquanta/sessanta, credo. Quando chiedevo il loro parere sulle gesta dei fondamentalisti o jihadisti vari, mi rispondevano “ma quelli sono pazzi” e via dicendo con aneddoti e racconti, increduli quanto i nostri.
Come quei pazzi siano arrivati a tenere in pugno le più grandi potenze mondiali è quello che mi chiedo: ma mi sembra difficile che la spinta sia venuta dal Corano o comunque dal basso. Anche se ogni testo sacro (dalla Bibbia al Capitale) può essere usato come un’arma, bisogna che si creino le condizioni materiali per poterlo fare, credo.
NOn credo che limitare la libertà di espressione – se non nei limiti del codice penale – funzioni in questo particolare quadro.
solo la lettura del corano o la preghiera è obbligatoria in arabo, se si tratta della moschea di una communita mista, il resto del sermone potrebbe essere pure in italiano, se invece una communita ristretta si fara nella lingua della communita, urdu, arabo ect, ect. Nei documentari di Ayaan Hirsi Ali, sulle mosche del odio in Birmingham, il predicatore essendo un cittadino americano parlava in inglese.
@diana
Per essere negazionisti su certe tematiche ce ne vuole. Un’argomentazione è valida se è frutto di un metodo di ricerca altrettanto valido.
Ciò detto, senza dilungarci su questo discorso che è ot, quelli saranno anche pazzi, ma la disponibilità economica, probabilmente, ce l’hanno. E la determinazione violenta, anche.
@Diana
Diana,probabilmente le signore che nomini erano davvero inoffensive,pero’ non commettere l’errore dei complottisti
o di certi sedicenti “progressisti”,che accusando i servizi occidentali di simulare gli attentati islamici,o pretendendo di difendere gli extracomunitari ,lasciano trasparire in realta un profondo disprezzo verso questi ultimi.
Sembrano giudicarli incapaci anche delle astuzie al livello dei piu’ scalcinati criminali di casa nostra.
Credi davvero che molti dei piu’ pericolosi fondamentalisti arabi
in circolazione in occidente ,impegnati in attivita terroristiche,siano cosi ingenui da ostentare il loro fanatismo ?
Credi che non siano piuttosto estremamente “occidentalizzati” nel vestire,che non sappiano apparire estremamente gentili,ragionevoli nelle loro conversazioni con gli occidentali,grazie anche ad una cultura spesso di buon livello acquisita anche nella scuole occidentali ?
La presenza anche di fanatici chiaramente manifesti come tali rischia di essere uno specchio per allodole ,
anche involontario,che maschera i pericoli maggiori.
Diana, ma il problema dell’islam è che una religione fortemente legata al gruppo (come del resto tante altre religioni ma non particolarmente presenti in occidente), e questo senso di gruppo invece di decadere aumenta. Bisogna vedere poi a livello di massa i cambiamenti che porteranno in occidenti. Avete sentito cosa è successo in Inghilterra in quella città dove circa la metà della popolazione è musulmana (quindi paura di perdere voti) e polizia e politici hanno taciuto per dieci anni violenze gravissimi commesse da pakistani su minori in difficoltà ?
Per il negazionismo non ci sono formule magiche, in Italia non è particolarmente diffuso. In Francia negli anni ’80 era diffuso e cmq Faurisson è stato condannato prima della legge che vieta il negazionismo.
@ Diana
In effetti laverdure ha ragione adesso assistiamo (anche a causa del fatto che l’occidente si è un po’ svegliato) a fondamentalisti che si mimetizzano magari bevendo. Poi tra i miei vicini ci sono diversi salafiti in abito tradizionale ma si fanno gli affari loro, non vanno a votare si escludono completamente dalla società o quasi. Credo di aver capito che facciano parte di una corrente “pacifista” nel senso che non utilizzano la violenza per arrivare ai propri scopi, anche se poi recentemente uno di questi è stato utilizzato in belgio per convincere i giovani a non andare in Siria e alla fine sono loro che sono riusciti a convincerlo alla violenza. Certo che il governo belga che figura con questo che si ritrova in un video.
Non sarà un caso se al mondo non esistono altri ordini simili a stabilire cosa è giusto scrivere e cosa invece non va detto per non urtare la suscettibilità di alcuni privilegiati.”
Torno a ricordare il “caso Boffo”,e anche la famosa “autocensura”
(come in seguito la defini Giorgio Bocca)tenuta per anni sulle prodezze di Pol Pot.
Credete che in tutti questi anni casi simili,passati sotto silenzio,non se
ne potrbberocontare a vagoni ?
E notare la commovente compattezza tenuta in casi simili da tutti gli onorevoli “rappresentanti della pubblica informazione” di tutti i colori politici.
Gia,fra di loro non si sognano certo di usare appellativi come quelli che appioppano ad altre categorie,e si che non ne mancherebbero certo di efficaci:
scribacchini,imbrattacarte,pennivendoli,o magari
Clark Kent (dagli occhi ai raggi… di bicicletta !)
@ Laverdure
e pensare che tutto è nata dal esposto presentato nel giugno del 2012 all’Ordine regionale dei giornalisti del Lazio dalla associazione Media&diritto per un mediocre pubblicita, quindi loro si sentono offesi da Alam per questo?!? questo è un bavaglio bello e buono e se l’ordine dei giornalisti prendesse provvedimenti siamo alla censura piu bieca.
Come emerge tutti i giorni dai media, la religione islamica si accomuna a reati di terrorismo, omocidi, decapitazioni, maltrattamento delle donne, discriminazione di chi non la pensa a quel modo, ecc…..
E’ evidente che essa porta a degli insegnamenti sbagliati e pertanto rappresenta un pericolo sociale.
E allora perchè difenderla? Anzi, dipendesse da me farei delle leggi che ne proibiscono severamente l’indottrinamento e la predicazione.
E se mi chiedono se sono islamofobo, io gli farei vedere le foto di questi decapitati e gli direi “questo è il risultato della vostra religione, se tu pensi che questo sia giusto, allora sei un criminale pure tu”.
P.S. – In realtà tutte le religioni monoteistiche contengono l’insegnamento “o sei con me o sei contro di me”. Fortunamente nelle evolute società occidentali questo discorso non è + accettabile, e così i pretonzoli nostrani si devono limitare a fare solo un mucchio di chiacchere. Ma anche loro se potessero……
L’unica soluzione è beccare i predicatori che incitano all’odio e rimandarli da dove provengono. Rendere illegale l’Islam non è la soluzione, ci provò anche l’impero romano e si vede che efficacia avuto sul cristianesimo. I sovietici ci provarono nei territori da loro controllati ed è andata male.
Per quanto riguarda i tagliatori di teste, non saranno le feci e il sangue mestruale a fermarli, ma le bombe. Il nemico sono i terroristi non tutti i fedeli indistintamente altrimenti si fa il gioco dei terroristi, loro vogliono che noi consideriamo tutti gli islamici pericolosi e terroristi, vogliono arruolare tra le loro file tutti gli islamici, noi glielo dobbiamo impedire, e lo si fa facendo delle distinzioni.
francesco s
credi che basti fare delle distinzioni per impedire di arruolare gli islamici nelle loro file ? La gente che si arruola non la fa certo perché certe persone considerano tutti gli islamici terroristi.
Tino non ho detto questo, ho detto che i terroristi vogliono arrualare tutti gli islamici e per impedirlo (che riescano ad arruolare tutti) bisogna saper distinguere. Poi comunque ci sarà chi si arruola, quello si ferma con la forza ormai è perso.
Solitamente sono molto preciso nella mia lingua madre.
Sull’argomento ho scritto questo : http://liberelaiche.wordpress.com/2014/09/03/da-vicino-niente-e-normale-il-caso-allam/
Comunque ritengo che il problema reale sia l’esistenza dell’Ordine dei giornalisti che serve a proteggere giornalisti garantiti . In tanti anni non homai saputo di una assunzione (esiste un elenco per gli uffici stampa anche) avvenuta attraverso l’Ordine.
sottoscrivo Tiziana, al cento per cento.
E sembra che la fedeltà all’Ordine sia trasversale – prescinde da religione e ideologia.
In effetti il problema del giornalismo italiano non mi sembra Allam, ma la scarsa professionalità generale. Quasi tutti i giornalisti sono opinionisti, e anche se si parla di fatti, basta omettere quelli “scomodi”. L’importante è che ci si possa formare un’idea. Poi che un cristiano all’Allam dia dell’intollerante a un islamico, ricorda quella battuta sul bue e l’asino. Chiaramente è una provocazione, a cui si potrebbe facilmente controbattere che ci sono tot chiese dove si predica l’omofobia, e che una città qualsiasi si inchina alla Chiesa ma vieta l’aborto.
Un giornalista esprime la visione di società di una parte della società. L’islam è una minaccia per questa società? Allam soffia sulla paura che lo diventi, e per quanto remota, non è comunque un male che qualcuno tenga presente che la possibilità c’è.
Tornando al problema dell’informazione, nel suo libro sulla vicenda di Fenestrelle, lo storico Alessandro Barbero aveva criticato duramente Del Boca, allora presidente dell’Odg, nonché la categoria dei giornalisti.
“Sarebbe interessante sapere se questo bel modo di dare le notizie, o meglio di inventarle, sia abituale presso i giornalisti italiani, che si sono riconosciuti unanimemente e così a lungo in Del Boca; è un fatto che il suo libro ha contribuito non poco a far degenerare il linguaggio usato da chi si occupa di questa questione, e a mettere in circolo mistificazioni prive di qualunque fondamento».
Sottoscrivo. L’Odg è quello che decide chi è giornalista e chi no, e ogni giornalista è obbligato a farne parte. I provvedimenti del suo consiglio di disciplina possono essere pesanti e avere ripercussioni anche su altri, e infatti sia Feltri che Sallusti sono stati sanzionati per aver consentito al radiato Farina di scrivere su un giornale sotto mentite spoglie.
Obbligo che ovviamente bisogna assolvere senza avere nulla in cambio. Una tassa che io pago dall’84 e, nei momenti in cui sono stata senza lavoro, non ho avuto niente nonostante abbia provato a chiedere. Certamente io non sono una che abbsa la testa.
Questo articolo però non è chiaro, il direttore sospeso per antisemitismo (che non è semplicemente la critica della religione ebraica, perché l’antisemitismo anche se non è sempre chiaro si attacca agli ebrei in quanto gruppo culturale, popolo in generale, tanto per capirci si può concretamente definirsi atei e ebrei, atei e musulmani no) per quali frasi lo è stato ? Poi c’è anche da tenere conto che la religione ebraica non essendo più proselita appare sempre sospetta una critica infiammata di una religione che al limite pone problemi limitati geograficamente, insomma mi piacerebbe saperne di più.
Seguendo il link nell’articolo si arriva al comunicato di precisazione dell’Odg, e li a proposito dell’episodio antisemita c’è scritto questo:
L’esposto veniva dal presidente della Comunità ebraica che segnalava un titolo “Ora anche gli ebrei contro la croce” e alcuni passaggi dell’articolo: “… Cancellare quella croce per accontentare i sottanoni degli arabi o gli israeliani coi trecciolini che s’inzuccano contro il muro è una bestemmia bella e buona…. Sarà ma a me comincia a nascere il sospetto che un popolo, per aver subito 40 persecuzioni in duemila anni, sempre “vittima” non deve essere stato. Quanto meno un po’ rompicoglioni lo è”.
Un altro fondamentalista che presenta come fatti opinioni personali diffamando una comunità, questa volta ebraica.
Questo scusami ma è chiaramente antisemita non solo anti religione ebraica. E anche razzista anti arabo al limite perché gli arabi mica sono tutti musulmani e i musulmani in italia mica sono tutti arabi. Tra l’altro la religione ebraica non ha bisogno di essere difesa nel senso che è una religione non proselita, non propagandista per cui nessuno mai veramente l’attacca frontalmente.
@ francesco S
Non difamma solo la comunità ebraica ma anche gli ebrei atei che non si sentono legati a nessuna comunità.
Ripeto: si diffamano le persone, non si diffamano le comunità né tantomeno le religioni. E per la diffamazione esiste un reato penale che si configura quando qualcuno (cfr) “comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione”.
E se il giornalista diffama qualcuno ne risponde, appunto, penalmente, non davanti all’Odg.
Si fa ricorso all’odg perché evidentemente non si vuol mandare in galera il giornalista, ma si vuole che venga richiamato all’etica professionale. La libertà di espressione non vuol dire di informare e far passare per fatti opinioni a scopo di ledere la reputazione del prossimo. Basta un ”secondo me” per evitare certe situazioni. Fa benissimo l’odg ad intervenire in questi casi estremi, come fece benissimo ad intervenire contro Feltri nel caso Boffo.
Non mi straccio le vesti per chi fa abuso della professione di giornalista.
Che poi tutti sti difensori della libertà di espressione a prescindere anche quando diffonde odio e diffama dov’erano qualche settimana fa quando si riteneva censurabile uno spot televisivo di disabili reo di veicolare felicità? Mistero.
Magari qualcuno era impegnato nella stesura di un documento in cui, tra le altre cose, si scriveva “There is no right not to be offended, or not to hear contrary opinions” 😉
Semmai sarebbe lecito chiedersi dove fossero tutti i musulmani offesi quando gli si chiedeva di prendere posizione contro certe pratiche largamente diffuse nei paesi dove il loro culto è dominante, e mi riferisco alla fine che fanno i blogger atei piuttosto che le donne colpevoli di essere state stuprate o di guidare la macchina. Silenzio di tomba. Sempre. Ecco, forse è per certi “omertosi” che non conviene stracciarsi le vesti.
E potevano impegnarsi di più visto le ambiguità linguistiche di quella frase, come segnalato nell’altro post 😆
L’utilizzo del termine cristianofobia è una reazione all’utilizzo sempre più in voga nella sinistra dell’utilizzo islamofobia.
Io credo che l’islamofobia, la cristianofobia, l’ateofobia esistano, ma le intendo come pregiudizio, incitamento all’odio nei confronti delle persone musulmane, cristiane o atee e non delle loro idee. Purtroppo i credenti spesso condono le idee con chi le professa.
Voi atei a difendere quelli che incitano alle crociate?
Non c’è più religione…
Qui nessuno incita alle crociate.
@ parolaio
non sognare troppo!
No caro Parolaio, non si difende chi incita alle crociate ma la liberta di ognuno di poter esprimere la sua opinione .