Sonja Eggerikx è la Presidente della International Humanist and Ethical Union (IHEU), la Consulta delle Organizzazioni Umanistiche Internazionali. Questo il discorso del 7 agosto 2014 che ha preceduto l’Assemblea Generale della IHEU.
Quando Andrew (Copson, Direttore Esecutivo della British Humanist Association) decise che Oxford fosse il luogo ideale per l’Assemblea Generale dell’Unione Internazionale Etica e Umanista (l’incontro annuale del Direttivo della IHEU) e del Congresso Mondiale 2014 degli Umanisti, ne fui entusiasta… e spaventata.
L’entusiasmo va da sé: lunga tradizione nella ricerca scientifica, elevato standard culturale, bella città, il meglio che si potesse desiderare per un Congresso Umanista.
Tuttavia, al tempo stesso, ero spaventata! L’ispettore Morse, che tutti conosciamo, dovette risolvere ben 81 casi di omicidio nel corso dei tredici anni durante i quali fu Ispettore capo. Ottantun omicidi sono un numero sufficiente per non essere entusiasti del luogo del convegno. E non si trattava solo di Oxford, ma molti di questo avvenimenti avevano avuto luogo proprio dentro l’università o nelle vicinanze. D’altra parte, è necessario che degli umanisti siano in grado di distinguere i fatti dalla finzione, il pensiero razionale dalla narrativa d’evasione. E dunque siamo qui, felici e al sicuro quanto gli umani possono esserlo.
Ma molti non sono né sani, né felici. I diritti umani vengono violati ogni giorno,si combattono guerre in tutto il mondo, mentre contemporaneamente si organizzano cerimonie commemorative per ricordare l’inizio della Grande Guerra. Arrivando dal “piccolo, coraggioso Belgio“, ho visto molti documentari e film e ascoltato parecchie discussioni in merito a questa guerra. Ho letto e sentito delle atrocità perpetrate in Ucraina, a Gaza e in Siria.
Non c’è molto di cui essere felici. Non che questo alla gente non importi. Le discussioni sui forum di Internet sono numerose, ma raramente equilibrate. Il nazionalismo sta vincendo ovunque: “Noi” e “Loro”, o anche “Noi contro di Loro”, dominano le discussioni in dibattiti privi di sfumature. Criticare le azioni di Israele a Gaza ti rende amico di Hamas, e se critichi Hamas diventi un sostenitore della politica israeliana. Se cerchi di capire, sei visto come un ingenuo.
Ed eccoci qui, noi umanisti, convinti da una parte che la ragione alla fine riuscirà a prevalere, mentre al tempo stesso soppesiamo accuratamente le parole in modo da non offendere nessuno che abbia un’idea diversa dalla nostra. Il nazionalismo non può portare a nulla di buono, la storia lo ha dimostrato più che abbastanza.
Riusciremo a imparare mai dalla storia? Torniamo indietro di 100 anni, osserviamo le vecchie foto, guardiamo le immagini originali filmate con metodi primitivi, e facciamo il confronto con ciò che vediamo oggigiorno nei notiziari.
Noi celebriamo e portiamo rispetto a coloro che combatterono per noi, che diedero le loro vite per la nostra libertà, per i nostri diritti, senza dimenticare le migliaia di civili, tra cui molti bambini, i cui nomi non sono scritti sui muri dei monumenti alla Grande Guerra.
Nel giugno scorso ero a Sarajevo, dove nel 1914 l’arciduca d’Austria venne colpito a morte, provocando lo scoppio della prima guerra mondiale. Più tardi, dal 1992 al 1996, la città soffrì il più lungo assedio mai portato a una città nella storia moderna della società del Benessere. Per 1425 giorni la città fu attaccata da artiglieria, mortai, carri armati, cannoni antiaerei, mitragliatrici pesanti, lanciarazzi, missili, cecchini. Sono stata a Srebrenica, dove vent’anni fa ci fu un massacro di uomini e di ragazzi musulmani. Siamo tutti d’accordo che sia stato terribile e che non debba più accadere. Eppure accade, ancora e ancora.
Normalmente io cerco di non essere cinica, ma cari amici, avete anche voi la stessa sensazione di totale impotenza quando vi trovate di fronte a tutto questo male? È troppo facile ricondurre ogni conflitto alle differenze di religione. Non è così semplice. Comunque queste guerre e questi conflitti hanno molto in comune: sono tutti basati sulla convinzione di essere nel giusto, di saperne di più, di essere migliori degli altri. Ma c’è una luce di speranza per tutti noi.
Nessun bambino nasce per odiare. Lui o Lei viene educato all’odio. Quale immensa opportunità per noi: educare bambini e ragazzi a un pensiero razionale e non nazionalista, a un comportamento tollerante e non arrogante, a essere critici anziché ripetere a pappagallo senza nessuna possibilità di discussione, a godere della vita anziché mettere l’infelicità al primo posto.
Sono lieta di darvi il benvenuto all’Assemblea Generale del 2014 qui a Oxford, e al Congresso Mondiale Umanista che celebra la libertà di pensiero e di espressione. Anche se mi rendo conto della difficoltà di scegliere un diritto umano in particolare come il più importante, sono convinta che, senza la libertà di pensiero, non possano esserci le basi per tutti gli altri diritti.
Sonja Eggerikx
No Child is Born to Hate: Educating the World in Humanism, da The Humanist. Traduzione a cura di Flaviana Rizzi.
Medico: Ahi!Ahi!Ahi!Ahi!
Ostetrico: Ti giuro che l’ha fatto apposta.
Infermiere: A dargli una testata negli “attributi”, ma non è possibile nessun bambino nasce per odiare.
Neonato (tra se): E così ti impari a mettermi a testa in giù e sculacciarmi….. stronzo.
Stewie Griffin ?
Se dopo prova ad uccidere la madre può essere lui.
per frank:
be’, se il bambino è stato costretto a nascere in mezzo a una selva di interventi medici artificiosi e non necessari, con il travaglio che prima viene fatto rallentare inutilmente costringendo la madre in posizioni scomode e innaturali, e poi improvvisamente da un momento all’altro si decide di accelerarlo con una flebo di ossitocina “per dare un aiutino, così si fa prima”, e poi in fase finale, in assenza di qualsiasi urgenza medica, il bambino viene brutalmente cacciato fuori con una serie di spintoni sulla pancia, e sparato immediatamente sotto a una lampada chirurgica da 300 watt, separato dalla madre, preso a scossoni, e rigirato come un calzino…
…avrà pure tutte le ragioni per essere inq*zzato come una belva!
L.
Infatti, l’odio può avere delle ottime ragioni. 😉
Santità Ufficiale: Pontino, lenietta, pontino, lenietta……
Segretario: Santità ma cosa sta facendo?
Papa Ufficiale: Sto emitando l’Espettore Morse.
“Ma molti non sono né sani, né felici. I diritti umani vengono violati ogni giorno,si combattono guerre in tutto il mondo, mentre contemporaneamente si organizzano cerimonie commemorative per ricordare l’inizio della Grande Guerra. Arrivando dal “piccolo, coraggioso Belgio“, ho visto molti documentari e film e ascoltato parecchie discussioni in merito a questa guerra. ”
Al di là del fatto che “nessun bambino nasce per odiare”… che, per come è presentato qui, risulta piuttosto scontato… ho molto apprezzato quanto Sonja Eggerikk afferma in questo passo (e in altri più avanti circa il riemergere dei nazionalismi) a proposito delle commemorazioni delle guerre; in questo 2014 della cosiddetta Grande (chissà perché) Guerra. Sulla sostanziale ‘diseducazione’ con cui se ne parla, mettendo sempre l’accento più sugli eroismi dei combattenti morti per la patria che non per gli assurdi massacri fatti in nome della difesa dei sacri confini. Non si tratta, per quanto mi riguarda (e nemmeno per la relatrice) di giudicare i comportamenti di quanti questa guerra l’hanno dovuta combattere, quanto del fatto che, almeno col senno di poi, si dovrebbe mettere l’accento soprattutto su quanto inutili sia stati questi eroismi. Almeno col senno di poi, e – ripeto – nel più assoluto rispetto, e in tanti episodi anche apprezzamento umano, per tanti di questi soldati.
A questo proposito voglio richiamare un episodio ripetutamente ricordato, ed esaltato, dalla televisione (credo come spot sull’Europa) accaduto durante la Grande Guerra sul fonte francese, episodio proposto e commentato non saprei se in modo più incosciente o più ipocrita.
Per chi non l’avesse visto. Nel quadro della tremenda guerra di trincea dove soldati di parte avversa si sparano addosso a tiro di schioppo cosa succede ad un certo punto? In occasione del Santo Natale cessano le sparatorie, soldati francesi e soldati tedeschi fraternizzano per l’occorrenza, si riuniscono, si scambiano auguri e magari doni… e poi – si presume nel giorno si Santo Stefano – ritornano disciplinatamente a spararsi addosso e ad ammazzarsi con fraterna sollecitudine! E invece di commentare questa vicenda come si merita, cioè come quanto di più incredibilmente assurdo può succedere in una guerra, si pone l’accento sull”umanità’ di quanto accaduto. Non è un commovente esempio di umanesimo?
…..Non è un commovente esempio di umanesimo?…..
Forse….Ma direi, quasi sicuramente, d’irrazionalità umana !
@ alessandro
Ma guarda che il mio era un commento ironico.
@Bruno
L’avevo capito…..
@ alessandro
E’ il ‘forse’ che mi ha tratto in inganno.
Chiedo scusa.
Dimostrano che in realtà in molti non avevano nessuna voglia di combattere se non costretti.
Pensiamo ai soldati italiani che venivano obbligati a combattere coi carabinieri dietro pronti a sparare su chi arretrava o alla decimazione per punire il fatto di essersi arresi.
Anche in Germania in tanti si opposero alla guerra, ma vennero ridotti al silenzio dalla forza, dall’aggressività e dalla potenza mediatica degli interventisti.
A scatenare la guerra in Austria furono un ristretto gruppo costituito da un imperatore ultra ottantenne e da generali di quasi 80 anni che vivevano ancorati ad un’altra epoca convinti che per salvare il loro onore dovessero scatenarla, non fu scelta la guerra a furor di popolo, il parlamento era chiuso da mesi e anche prima non era in grado di decidere.
Poi mettiamoci la propaganda: se si va a vedere che cosa scrivevano i tedeschi sugli inglesi e viceversa si comprende come si poteva motivare alla guerra con false informazioni e paure.
Anche durante la seconda guerra mondiale al fronte orientale preti cattolici e protestanti dovevano motivare e giustificare la guerra ed i massacri ai loro soldati che evidentemente qualche dubbio l’avevano.
La Germania alla fine della I guerra mondiale firmò la resa perchè costretta dai movimenti popolari interni contro la guerra.
Se il tuo commento era rivolto all’episodio riportato ci tengo a precisare che non metto tanto in discussione l’umanità’ di quei soldati, sicuramente tutt’altro che entusiasti di come si stava svolgendo la guerra (mentre magari lo erano stati, molti di loro, quando si erano arruolati imbevuti di patriottismo), e ben lieti di poter fraternizzare col ‘nemico’, eppure costretti, dalla logica perversa della guerra a riprendere ad ammazzarsi (esiste qualcosa di più tremendamente disumano?)…
ma stigmatizzavo appunto chi citava l’episodio perché, invece di mettere l’accento sull’assurdo di tutta la vicenda, ne voleva far risaltare comunque l’umanità. Questione di punti di vista.
Che poi ci sia stato chi si è ribellato alla guerra, sia perché era stato costretto a farla pur avversandola, sia perché prendeva coscienza che non c’era proprio niente da difendere se non gli interessi di chi l’aveva voluta… è ovviamente innegabile. Ma questa presa di coscienza che ha portato tanti a ribellarsi, non è poi stata tale, se non per loro, da impedire che ne scoppiassero altre, e altre se ne stiano combattendo. Evidentemente ‘, per mille ragioni (personalmente ci metto anche una dimensione psicologica che poi dipende da un fatto culturale), non è ancora entrato nel dna di intere popolazioni.
È troppo facile ricondurre ogni conflitto alle differenze di religione.
Se persone agiscono nel nome di una religione e commettono dei crimini efferati, degni della peggiore barbarie disumana e queste persone affermano di farlo nel nome della religione e citano con assoluta chiarezza testi dei loro libri sacri, vogliamo o no credere loro?
Cara signora, mi spiace ma ti sbagli di grosso.
Le religioni (non tutte certo) o meglio ancora gli integralismi religiosi SONO una delle fonti maggiori di disastri umani sulla faccia della terra.
Vogliamo o no credere ai nostri occhi, alla realtà inconfutabile oppure vogliamo continuare a negarla perchè ciò va contro la nostra ideologia?
Non entro nel merito se sia la religione in sè’ o l’interpretazione della stessa ad essere liberticida ma qualcosa non torna.
Ci sono persone, cara signora presidente, che NEL NOME DELLA RELIGIONE tagliano le teste e ci giocano a pallone.
Proprio da lei, cara signora presidente, mai mi sarei atteso una visione cosi’ angelica e distorta della realtà.
Eppure la storia dovrebbe averci insegnato che, nel nome della religione, si commettono le peggiori nefandezze.
Pare invece dalla sua frase che invece la storia non insegni nulla.
@Gianni UT
Tu hai ragione, la religione, nella sua interpretazione più integralista è fonte di nefandezze. Ma tieni anche presente che le fiammate religiose, spesso, si verificano in quelle aree economicamente e politicamente sfruttate, nelle quali l’integralismo attecchisce bene. I giovani che partono per arruolarsi, secondo te, provengono da situazioni relativamente accettabili o sono per lo più disadattati, labili e facili prede di una qualsivoglia fonte di regole? Poi, certo, che la motivazione religiosa degli individui sia reale, nessuno lo mette in dubbio.
@ Gianni
A me pare che ridurre tutto l’intervento di questa signora alla frase riportata sia molto riduttivo. Intanto perché il riferimento alle religioni è qui molto generico – come per altro richiami anche tu (religioni o integralismi religiosi?) – e comunque credo sia da vedere nel quadro di una denuncia delle atrocità presenti in tutte le guerre e loro derivati, quali che ne siano le motivazioni, che, di fronte alla retorica delle celebrazioni, sembrano passare in secondo piano. E’ questo che dovrebbe insegnare la storia col sacrosanto senno di poi: la assoluta irrazionalità… e infine inutilità nel senso che non risolvono niente, ma creano solo i presupposti per una guerra successiva… che finisce per caratterizzare tutte le guerre, comprese quelle ‘giuste’. Se questo non diventa senso comune… si arriverà sì, finalmente, all’ultima guerra, ma solo perché sarà quella dopo la quale non resterà più nessuno per farne un’altra.
Personalmente poi, da tutt’altro punto di vista (da chi le combatte in prima persona), ritengo che tutte le guerre, quale che siano i motivi che le hanno fatte scoppiare, finiscono per diventare… per come debbono essere necessariamente condotte al fine di vincerle… ‘guerre di religione’. Ma questo aprirebbe un’altra questione cui, qui, accenno soltanto
I bambini sono mediamente assai meno innocenti di come si ama dipingerli.
giusto, giustissimo.
Mai lavorato con i pargoli?
Se mi sono espresso così è perché ho avuto accesso a una vastissima casistica. Parliamo di circa 3000 persone nel corso d’una trentina d’anni di insegnamento. I bambini sono come gli adulti: c’è di tutto, nel bene e nel male. Qualsiasi generalizzazione idealizzata è fuori luogo. Qualsiasi.
@benjamin
Comunque, l’assunto riportato nella news ha un significato più ampio 😉
@bruno
l’elenco delle cose IN NOME DI CUI si commettono nefandezze sarebbe l’ungo: dal calcio all’ideologia alla patria e via dicendo. Ammesso anche che si potessero estirpare, sarebbero immediatamente sostituite da altre cose in nome delle quali sfogare emozioni che con quelle cose non hanno niente a che fare.
In questo senso ho apprezzato il discorso sui bambini.
@ diana
Concordo.
Il mio intervento però era indirizzato più che altro a sottolineare il modo con cui la relatrice sembra considerare le ‘commemorazioni’ delle guerre, sia nelle ricorrenze ufficiali (come nel caso della Grande guerra in questi giorni) sia – magari con l’intento di condanna – nei tanti ‘film di guerra’. Personalmente – per il modo in cui vengono trattate – ritengo che siano pur sempre… anche quando si sottolineano le atrocità commesse – una sorta esaltazione della guerra . Sì d’accordo, la guerra è una brutta cosa…
ma avete visto con quale abilità tattica il tale reparto al comando del tale ufficiale ha rotto l’accerchiamento e sorpreso il nemico? Avete visto, più in generale, quanto geniale sia stata la mossa strategica del tale comando in quella tale fase del conflitto? Avete visto come è stata vantaggiosamente usata quella tale arma, come sia stato sfruttato a proprio vantaggio quella particolare conformazione del terreno? Avete visto con quale abnegazione la tale posizione è stata mantenuta dal tale reparto di fronte alla schiacciante superiorità del nemico? E anche… facendola passare per condanna della guerra, ma in realtà esaltandone involontariamente un determinato episodio… avete visto come quel tale ufficiale ha disubbidito agli ordini insensati del tale generale riuscendo così a salvare la vita dei suoi uomini? Avete visto come venga rafforzata la solidarietà tra commilitoni? Infine… detto più o meno esplicitamente… avete visto come la guerra è ‘per uomini veri’, come riesca a far emergere il meglio in ognuno il meglio di sè? E così via.
Tutto sommamente diseducativo. E i bambini, crescendo possono ritenere che il loro innocente ‘giocare alla guerra’ può anche diventare qualcosa di esaltante.
Se poi il tutto viene condito con un a carica religiosa, prerogativa non esclusivamente talebana…
Bruno hai visto il film Reads tratto dal libro di Jhon Reed “i dieci giorni che cambiarono il mondo” con Warren Beatty? Ad un certo punto, una suffragetta dice alle altre che volevano manifestare contro l’entrata dell’ America in guerra nel 1917:
“ma cosa volete manifestare contro la guerra. Ma non capite che gli uomini la guerra la vogliono perche gli piace? Gli uomini sono nati per la guerra.”
Ecco Bruno io credo che il nostro cervello sia estremamente complicato e che la sola religione e l’economia, non bastino per comprendere a fondo la psicologia dell’essere umano.
Dubito anche e profondamente della bontà innata dei bambini. L’istinto innato che abbiamo è l’istinto che ci porta a sopraffare l’altro, non ad amarlo.
Credo che un antropologo e un esperto comportamentale saprebbe chiarirci meglio le idee, compresa la Presidente Sonja Eggerikx.
Anche io. Attenzione però: dire che nessun bambino nasce con l’odio è completamente diverso dal dire che tutti i bambini nascono buoni.
Ancora una volta dobbiamo renderci conto che un bambino nasce “neutrale”, nè buono nè cattivo. Perfettamente naturale, come la natura che non può essere definita nè buona nè cattiva. Il problema infatti è che un bambino viene prima etichettato, e poi traviato, dagli adulti (i quali a loro volta erano stati indottrinati da altri adulti).
Giorgio tu scrivi:
“Ancora una volta dobbiamo renderci conto che un bambino nasce “neutrale”, nè buono nè cattivo.”
Giusto e come poi sottolinei, egli è parte della natura, anche essa ne buona ne cattiva ma solo “natura”.
Allo stesso tempo dobbiamo stare attenti a non confondere L’odio con l’istinto di sopravvivenza che porta a marcare il territorio e istintivamente a difenderlo strenuamente da “altri bambini”.
Educare un figlio (assieme a tutta una società perché da soli non porterebbe alcun risultato) alla socializzazione, facendo comprendere che quel territorio può essere parte di un insieme condivisibile, è il compito di una comunità che può definirsi civile.
Se optiamo per questo, potremo tentare di costruire una relativa serenità, altrimenti vedremo solo l’insorgere continuo di massacri.
Diana, ti ho già detto che ogni volta che scrivi devi mettere la scritta: “messaggio promozionale per la chiesa cattolica di Roma”, potresti avere dei problemi per pubblicità occulta.
Frank
😯
p.s. in realtà, tu non puoi accorgertene ma i miei commenti sono disseminati di messaggi subliminali tipo questo:
o—r*we
o questo:
a—RT.*-ç
Sono tecniche avanzatissime che combinano neuroinformatica e PNL, e che applico per mettere in crisi l’ateismo su scala globale, fingendomi atea.
Questo si era capito, ma visto che alla fine te fai accorgere che persisti a fare? O i messaggi subliminali hanno finito con il convincere te invece degli altri? 😆
Frank
Certo, io mi autoinfliggo messaggi subliminali per farmi il lavaggio del cervello. Così frego la Chiesa, perché arrivo prima.
Eh? Roba da restare di stucco.
k..-è@
Credo che tu sia già “arrivata” da tempo, quindi non è necessario che ti agiti. Stai serena.
nel film di Clint Eastwood “Flags of our fathers” è illustrato molto bene il meccanismo – umanissimo e comprensibile – per cui un genitore che ha perso un figlio in guerra, indipendentemente dalla sua ideologia o religione, è portato a glorificare la sua morte anziché mettere in discussione tutto quello che l’ha determinata. I genitori del soldato morto non vogliono sapere che cosa è successo veramente: chiedono solo una versione dei fatti che li aiuti a sopravvivere.
Ricondurre le cause delle guerre alla sola religione è piuttosto riduttivo. Le cause sono sempre complesse e diversi fattori si influenzano l’uno con l’altro. Oltretutto, non dobbiamo dimenticare che esistono numerosissimi controesempi di guerre condotte senza componenti religiose.
E’ comunque corretto dire che in nome della religione si istiga all’odio, e l’odio è uno dei pochi fattori essenziali per preparare come si deve una guerra.
Dove invece rimango perplesso a riguardo del pacifismo “assoluto” è che, certamente, non possiamo dire che esistano guerre “giuste”, ma abbiamo anche il diritto di dire che molte volte vediamo che c’è quello che comincia, e quello che viene costretto a difendersi.
Direi che il fondamentale messaggio del discorso sia il principio nefasto della suddivisione in “noi” e “loro”. Perfino nei dibattiti cosiddetti democratici. Questa dualizzazione, questa polarizzazione, questa etichettatura, questa categorizzazione tribale delle persone (buoni e cattivi, bianchi e neri, Toro e Juve, X e Y) deve essere superata quanto maggiormente e profondamente possibile. E qui, certamente, le religioni non aiutano, anzi.
Ma la guerra, qualsiasi guerra, anche se considerata inevitabile (si cita sempre, giustamente, la IIGM resa inevitabile dalle aggressioni naziste… ma si dimentica spesso che il nazismo è sorto – come prima il fascismo – soprattutto come conseguenza di una guerra – la Grande Guerra – per niente inevitabile) non puo’ non essere combattuta nella logica del ‘noi’ e ‘loro’, dove ‘loro’ è ovviamente sempre il nemico, il ‘male’, non importa se poi la storia distingue le responsabilità. Il soldato della Wermacht era convinto di combattere per il bene contro il male, ed è solo quando ha visto come andava a finire che si è ricreduto… e nemmeno tutti.
Questo per dire che la guerra ‘giusta’, se non fosse ritenuta ‘giusta’ dai belligeranti, aggressori o aggrediti che siano… non sarebbe nemmeno combattuta. Si tratta di un’ovvietà? Forse, ma la storia insegna che una guerra è ritenuta giusta quasi sempre… da chi la vince. Sicuramente comunque nell’immediato. Come si fa allora ad evitarle? Altra ovvietà: adoperandosi perchè non scoppino… ciò che però diventa impossibile – non solo estremamente difficile – quando si identificano obiettivi improrogabili, da raggiungere a qualsiasi costo. A costo anche di una guerra, appunto. E in questo le religioni, non solo quelle istituzionalizzate, ma anche quelle ‘laiche’, giocano un ruolo decisivo… e non solo per renderle inevitabili in quanto ‘assolutamente’ (religiosamente) giuste, ma anche (è una mia convinzione che non riesco mai a rendere come vorrei, anche se ci provo sempre) offrendo le condizioni psicologiche necessarie perché i combattenti in prima persona, quelli che debbono uccidere per non essere uccisi come richiede ogni guerra, vengano mesi nelle condizioni per farlo nel modo migliore per vincere la guerra. In questo senso sostengo che le guerre, tutte le guerre, non solo quelle ‘ufficialmente’ tali, sono ‘guerre di religione’.
Voglio provare a sfatare, o comunque a rovesciare, un luogo comune: la religione – si dice – quando viene chiamata in causa per giustificare una guerra, comunque intesa, è solo la copertura ideologica di scopi ben più concreti, in genere di natura economica. Vero, ma questi obiettivi di natura economica da conseguire con una guerra sarebbero conseguibili se in qualche modo non giocasse un ruolo decisivo la religione intesa come adesione fideistica?
Ci sono più crimini perpetrati in nome del patriottismo, amore di dio, amore degli uomini, amore sessuale, amore parentale e filiale, amore di cose, del gioco, della giustizia, del diritto all’uguaglianza, degli animali, della fama, denaro, dominazione, del capo ispirato e provvidenziale, ecc …che -paradossalmente, ma anche stranamente- in nome dell’ODIO !
P.S. “Nessun bambino nasce per odiare” dice giustamente l’articolo. Infatti l’odio non è una caratteristica umana innata (non siamo predestinati geneticamente ad odiare) bensi acquisita, premesso che le circostanze siano (s)favorevoli.
L’uomo si situa al di là del regno animale e sfugge al semplice campo biologico grazie alla cultura (degna di questo nome). E la morale si posiziona prima nel campo culturale in quanto consente, attraverso la sublimazione che opera, una deviazione socializzata della pulsione.
Crimini in nome dell’odio non ce ne saranno molti, ma l’odio secondo me resta una componente quasi necessaria per preparare una guerra. A ogni soldato che debba essere efficiente si insegna l’odio verso un nemico. Anzi, meglio se si comincia prima che diventi un soldato.
Suggerisco la visione di un film di Clint Eastwood che io ho trovato magnifico (prima Diana parlava di Flags of Our Fathers, che è il “fratello” di questo), e cioè Lettere da Iwo Jima: ai soldati giapponesi veniva inculcato l’odio verso gli americani, e ai soldati americani veniva inculcato l’odio verso i giapponesi.
Per chi non conoscesse questi due film “fratelli” (bellissmi tutti e due), dico che si tratta dello stesso avvenimento (lo sbarco a Iwo Jima), visto dal punto di vista americano e da quello giapponese, con addirittura alcune scene che coincidono nei due film, ma sempre viste dalle due angolazioni differenti. Credo che il neologismo per queste storie sia “parallequel” (ma che brutta parola!).
prima dell’odio ci metterei l’obbedienza.
A Venezia quest’anno hanno premiato Frank Weiseman, il documentarista americano, di cui consiglio “Basic Training”, sui campi di addestramento delle forze armate militari.
E qui torna di nuovo utile il richiamo di Sonja Eggerikx ai bambini.
mi correggo:
*delle forze armate statunitensi
Direi odio e paura del nemico, propaganda.
Al nemico si addebitano nefandezze incredibili per motivare a combatterlo.
Se uno si legge cosa scriveva e raccontava la propaganda degli avversari tedeschi o inglesi si capisce perchè si riusciva a motivare uno contro l’altro.
Anche nella II guerra mondiale gli ebrei furono perseguitati perchè la propaganda attribuiva loro l’intenzione di sottomettere il mondo, di essere pericolosi e di essere autori di ogni tipo di nefandezza. Un pericolo di cui ci si doveva liberare.
Anche in epoca recente per giustificare la guerra contro Saddam fu dipinto come un pericolo per il mondo, possessore di armi avanzate e di armamenti in grande quantità, addirittura un nuovo Hitler con un esercito potentissimo, esercito che poi ha retto poche settimane.
OT.
Ho letto adesso che il sito UCCR riprenderà le trasmissioni il 1 Ottobre prossimo.
Meno male, non ce la facevo più !
Avevo finito la scorta di guttalax.
Ho grande rispetto per il tuo nick, ma eviterei di fare pubblicita’ a quella massa irrilevante di lunatici frustrati.
@Firestarter
Personalmente ritengo che sarebbe necessario leggere e rispondere su questo sito fondamentalista cattolico (e non solamente) a certi articoli che inducono volontariamente in errore gente di « buona fede » ! Sarebbe inoltre rispettoso verso gli altri tentare di correggere i loro errori puerili, a volte madornali. Malgrado il mio pessimo italiano (sono di lingua francese), ho postato diversi commenti su questo sito : quelli che non erano graditi o imbarazzanti sono stati (circa 70) censurati ! Sono inoltre stato più volte, pur essendo come al solito -politically correct- letteralmente insultato…Ma questo non mi disarma, anzi….
La critica -anche se non sempre- fa riflettere, l’adulazione addormentare ! Prima o dopo con l’appoggio della scienza, la verità dovrà pur trionfare ! Un’utopia ?
Il papa – a Redipuglia – ha detto che “la guerra è una brutta cosa” (per la verità l’ha fatta un po’ più lunga… ma il ‘messaggio’ era questo). Adesso, sappiatevi regolare!
Naturalmente la notizia non era questa… ma il fatto che – ad esempio – apriva con grande rilievo il sito di ‘la Repubblica’.
Dispiace constatare come le idee preconcette possano far velo anche a un’intelligenza come quella di Bruno Gualerzi.
Se qualcuno si è limitato a dire – sebbene con più parole – che “la guerra è una brutta cosa”, è stata Sonja Eggerikx. Il Papa ha definito “follia” (cioè fenomeno del tutto irrazionale) la guerra e ha parlato di quello che c’è “dietro le quinte”: “interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere … l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante! … pianificatori del terrore … organizzatori dello scontro .. imprenditori delle armi … affaristi della guerra”. Non capisco perché le quattro parole di circostanza della Signora Eggerikx – che tra l’altro rinviano il conseguimento della pace a quando si sarà attuata una completa “educazione umanista” delle nuove generazioni in tutto il mondo, cioè alle calende greche – appaiano al professor Gualerzi tanto più profonde. Nè mi so capacitare di come il Professore non colga la ragionevolissima motivazione del rilievo dato dal giornalismo alle parole del Pontefice che – piaccia o no – hanno risonanza e influenza ben maggiore di quelle della – pur bene intenzionata – Presidente dell’ IHEU.
Ringrazio Marco Tullio… non perché mi ha dato dell’intelligente (si sintonizzati con UCCR che evidentemente mi conosce meglio di lui e vedrà quanto intelligente io sia :)) ma per aver riportato per intero l’intervento del papa. Adesso possiamo veramente conoscere che cosa è una guerra, e devo correggermi: non ha detto che è ‘brutta’, ma che è una ‘follia’. Chi avrebbe mai pensato una cosa simile? E poi ci ha svelato anche quello che c’è ‘dietro le quinte’… altro che parole di circostanza!
PS. Quello che ho apprezzato della Eggerik è il riferimento alle commemorazione della guerra… proprio ciò che non ha mancato di fare il papa a Redipuglia. Non sia mai che ne manchi una…
@Marco Tullio
La guerra fenomeno irrazionale? Come fa a essere irrazionale se ci sono interessi?
Le parole del papozzo hanno tanta risonanza che in conflitti si fermano subito, stanne certo.
Davvero non hai capito che la Eggerikx ha detto che si può sperare di evitare i conflitti solo educando ala non necessità dei conflitti stessi? Da quale frase hai capito che pensa a un rinvio della soluzione?
le prime pagine di Repubblica e dei giornali “laici” sono sempre strapiene di Papa e religione. Il record, qualche anno fa, 7 pagine di Repubblica dedicate alle vicissitudini papali. (Le altre 7 a Berlusconi.) Mio padre, da vecchio ateo novantenne, era interdetto.
Con chi prendersela, con lo strapotere della Chiesa? Col gomblotto dell’opusdei?
L’illuminista Scalfari esce dal sarcofago a giorni alterni per duettare col Papa. E Odifreddi non vede l’ora di fare quattro chiacchiere con Lui, e magari ottenere una bella prefazione a un suo instant-book.
a dimostrazione del fatto che Bergoglio è solo un fantoccio mediatico, nulla più
@ gmd85
Per la verità… se ho capito il tuo il tuo commento… a me i fantocci sembrano quanti fanno a gara – tanti ‘atei’ compresi – per dimostrargli la loro devozione. Per altro, come retoricamente chiedevo anche in altro intervento, cosa c’è oggi che a livello pubblico che non sia costruzione mediatica?
.
@gualerzi
Ah, nulla. La teoria del magic bullet si applica ogni giorno. Santa mamma chiesa la applica benissimo e i bersagli facili vengono colpiti. Come i fantocci del poligono
Con chi prendersela, con lo strapotere della Chiesa? Col gomblotto dell’opus dei?
No ma con le persone come te. 😆
Frank
per mesi/anni – su quelle pagine – ce le hanno fracassate con l’ingerenza della Chiesa, ora si parla solo del Papa e del suo messaggio.
La mia era una semplice constatazione.
O Ezio Mauro e Scalfari sono sul libro paga di Padre Lombardi, o devi spiegarmelo questo fatto, tu che la sai lunga.
Io ti risposto. Con chi prendersela? Con le persone come te. Non esistono solo i “bigotti” clericali ma anche quelli laici.
il fatto che ora Francesco abbia lo stesso ghostwriter di Vendola, sicuramente incoraggia i giornali di sinistra a dargli tanto spazio.
Ora la Chiesa non “ingerisce” più. Anzi. Può e DEVE parlare, far sentire la sua voce. E tutti noi dovremmo ascoltarla di più – dice Repubblica. Hasta siempre.
L’odio è una caratteristica tipica della nostra specie, quella che penalizza maggiormente -volendo nolendo- miliardi di persone, non penso che su questo ci siano dubbi ! Le soluzioni per cercare di frenare o eliminare questa piaga estremamente debilitante ci sarebbero, ma adottarle significherebbe diffondere certe realtà -razionalmente scontate- che potrebbero influenzare il comportamento psicosociale di miliardi di persone. Purtroppo queste non sarebbero in grado di capire i perché non conformi al dictat (o illusioni) del nostro cervello emozionale che determinano le nostre scontate “certezze”. A questo livello ritengo che un cambiamento radicale di paradigma, a corto termine, sarebbe probabilmente utopico o comunque non darebbe un risultato soddisfacente, ma insistendo progressivamente tramite metodologie scolastiche, mass media, ecc.. ad hoc, potremmo ottenere risultati positivi tuttaltro che insignificanti…
Giriamola come vogliamo ma la causa che penalizza maggiormente la nostra specie, escludendo eventuali patologie mentali e/o fisiche, non è altro che la nostra relativa -a volte anche eccessiva- intelligenza ma anche, in moltissimi casi, la nostra evidente ignoranza voluta, in grand parte, da tutti coloro che si trovano in posizioni di dominio o che hanno un interesse a non voler diffondere certe verità scientificamente accertate come già avviene da secoli…, in primis certi politici, giudici (giurisprudenza), cosi come prelati cristiani e cattolici e tutti coloro che hanno un interesse a che niente cambi nei sistemi considerati democratici, ma che in sostanza hanno di democratico solo il nome….
@ Alessandro Pendesini. Sono un lettore abbastanza sporadico di UCCR, il sito centro cui lei invita alla lotta, per cui ho fatto una breve verifica. Volonta’ di trarre in inganno la gente in buona fede? Errori puerili, a volte madornali? Che UCCR sia un sito da battaglia e’ indubbio, ma il livello della documentazione e delle argomentazioni redazionali nnon mi sembra affatto basso; quanto ai dibattiti, ne ho trovati diversi in cui alla controparte “razionalista” atea-agnostica e’ stato data la possibilita’ di obiettare e argomentare ripetutamente e con elementi concettuali molto incisivi. Prendo atto della sua affermazione di essere stato bannato una settantina di volte, su cui non posso dire nulla, ma mi rimane l’impressione che anche una persona preparata come lei patisca della sindrome del nemico.
Quanto al “signore” del Guttalax, vedo che alla teiera volante contrappone la tazza ( non sul vassoio d’argento, ma fissata sulle piastrelle in una stanza che solitamente si chiude a chiave dall’interno ). Ci stia pure seduto con suo comodo: se pensa che la sua “presa di posizione” sia quella vincente…
@ Florenskij
A proposito della ‘sindrome del nemico’.
Tu che ti lamenti per come spesso vieni trattato su questo blog, prova a cliccare il mio nome su Google, e potrai leggere, tra le prime voci che mi riguardano (“L’UAAR è ossessionata dalle religioni e dai pontefici”) il trattamento che mi hanno riservato i tuoi correligionari di UCCR senza per altro che io sia mai intervenuto (non sapevo nemmeno che esistesse quel blog). Tutto legittimo, per carità (anzi, ne fui in un certo senso lusingato per l’attenzione!), ma non mi è sembrato che il livello delle critiche – per altro senza alcun contraddittorio (a me la loro garbata ‘recensione’ era stata segnalata) – fosse.. quanto meno pertinente.
In seguito, dopo che – per una volta sola, poi me ne sono ben guardato – ho provato a replicare provando a ragionare… non ti dico cosa mi sono beccato.
E sempre per sottolineare la correttezza delle loro repliche mi è stato segnalato un altro loro ‘documentatissimo’ commento circa un’affermazione da me fatta in un post, additandomi come un soggetto a dir poco da disprezzare. In breve. Si commentava sul blog la morte, tempo fa, di un vaticanista, e un frequentatore era intervenuto con una frase da imbecille scrivendo “Uno di meno!” Ora, avendo io ripreso questa frase naturalmente prendendo le distanze e per condannarla… è stata attribuita senz’altro a me, mostrando a frequentatori di UCCR di che pasta sono fatti gli atei.
(Come segno di massimo disprezzo, mi hanno anche fatto – ovviamente senza saperlo – quello che io ritengo un complimento bollandomi come ‘filosofo ‘fai da te’)
Ecco il testo.
Il suo nome è Bruno Gualerzi, 74 anni (abbassa quindi l’età media dell’anticlericalismo italiano), e ha tentato di convincere i fedeli dell’UAAR del fatto che l’ateismo non è una religione e che “gli atei devono interessarsi di dio e del clero”, “come i malati della loro malattia” (paragone completamente sbagliato, forse voleva dire “i sani della malattia dei malati” e quindi il disinteressamento è assolutamente legittimo). Gualerzi tuttavia non riesce nel suo intento, anche perché -per sua stessa ammissione-, si è sempre trovato «un po’ a disagio, non tanto con gli allievi quanto proprio con la Storia e la Filosofia». Grazie alla segnalazione di un nostro lettore (vedere i commenti qui sotto) veniamo anche a sapere che nel 2008 il filosofo dell’UAAR ammetteva: «Volete sapere la verità? Sono diventato insegnante di storia e filosofia senza una adeguata preparazione universitaria (erano gli anni degli ‘esami collettivi’), quindi tirandomi dietro tutti i complessi di colpa immaginabili in merito alla mia ‘professionalità’… e solo in seguito, quando mi sono trovato a dover trasmettere il ’sapere filosofico’ agli studenti, me ne sono in gran parte liberato constatando quanto fossi stato fortunato trovandomi a dover parlare di certi autori con la mente sgombra, partendo da zero, scoprendoli assieme agli studenti – che lo sapevano perchè avvertiti da me – per la prima volta consentendomi tutta la libertà di giudizio possibile». Inoltre, sul suo sito web, Gualerzi ammette candidamente che all’attivo non ha nemmeno l’ombra di «precedenti di studi e di pubblicazioni memorabili». Non dimentichiamo infine che è anche autore del libro “Ateismo o barbarie?” (da qualcuno subito più giustamente modificato in “Ateismo è barbarie!“). Sapete come lo ha voluto sottotitolare? Ovviamente: “Autoanalisi di un’ossessione”, come volevasi dimostrare.
La religione è dunque una vera e propria ossessione e malattia per questi militanti devoti. Ma perché, ci chiediamo? Il motivo lo ha spiegato un filosofo (uno vero, però…) illuminista come Montesquieu, quando in “Lo spirito delle leggi” (1748) ha detto: «L’uomo devoto e l’ateo parlano sempre di Dio: l’uno parla di ciò che ama, l’altro di ciò che teme».
Ma che diamine, sig. Gualerzi!
Anche lei non sa far di meglio che ricorrere alla mistificazione dicendo “tu che ti lamenti per come vieni trattato qui, vai di là a vedere un po’ come trattano male …”! Di solito questo atteggiamento lo tiene un bambino, caspita, non un settantenne per giunta filosofo (sia pure per acclamazione)!
In tutti i blog ci sono degli incivili e degli intolleranti e questo dell’uaar non fa certo eccezione. O vuole sostenere il contrario?
Come dire … se questi sono i migliori …. !
@ Daniele
Riconosco il comportamento piuttosto infantile… però, per favore, nessuna mistificazione. Certamente anche in questo blog ci sono interventi che non condivido sia nel tono che nel contenuto, ma non l’ho mai negato (leggere per credere – se ti va- anche lo scambio avvenuto sul blog UCCR) perché, come ribadito mille volte, da me e da altri, ciascuno è responsabile personalmente di quanto afferma.
Così come ognuno è ateo secondo scelte personali delle quali non deve rendere conto a nessuno perché – anche questo ribadito mille volte – non esiste un ateismo ortodosso e uno eretico (nonostante si continui a parlare di una ‘religione atea’) il che non toglie ovviamente che ci si confronti… e anzi la mia frequentazione di questo blog è soprattutto in funzione di questo.
In quanto al ‘filosofo per acclamazione’… lo ribadisco una volta per tutte, anche per gli amici atei che continuano a chiamarmi ‘professore’ (il che è corretto per la professione esercitata, ma non per il significato che comunemente viene dato a questo termine)… chiarisco il punto: ebbene sì, mi ritengo un filosofo (ho scritto anche un libro con sottotitolo “Un’avventura filosofica”), ma per la semplice ragione che considero la filosofia… prima di tutto l’esercizio di un pensiero il più libero possibile… e poi naturalmente avendo preso conoscenza quanto meno delle principali questioni trattate nella storia del pensiero (ciò che tra l’altro era necessario per ‘insegnare filosofia’ nell’attuale ordinamento scolastico, responsabilmente rispettato… e senza ‘rubare il posto’ a nessuno, in tutti i sensi). Ebbene, ritengo di avere acquisito conoscenze sufficienti (anche con una ‘sufficienza’ molto risicata (6–?) di cui non mi vanto affatto) per trattare alcuni temi, soprattutto di natura esistenziale, che considero ‘elementari’, nel senso di fondamentali, per i quali credo di aver acquisito ‘il diritto’ di confrontarmi con chiunque. E se così non è… lo faccio ugualmente, e saranno gli interlocutori a ritenere in qualche modo utile confrontarsi con me.
(Adesso basta per il blog sta per chiudere… ma se sarà necessario, e se ne presenterà l’occasione, riprenderò il discorso)
Buona domenica
@Daniele
No, penso che bruno intendesse dire che non ci si può strappare le vesti ogni volta che si viene criticati o che si legge qualcosa non di proprio gusto, per poi scadere in ad personam come quello rivolto a lui stesso. E gli ad personam, di solito, non sono argomentazioni.
@Flo
Lasciamo perdere appellativi e amenità varie. Ho smesso di passare anche solo sporadicamente dall’UCCR quando hanno fatto ricorso al relativismo che tanto odiano per giustificare le leggi varate in Russia. Altro che onestà intellettuale e buona fede.
@Daniele
No, penso che bruno intendesse dire che non ci si può strappare le vesti ogni volta che si viene criticati o che si legge qualcosa non di proprio gusto, per poi scadere in ad personam come quello rivolto a lui stesso. E gli ad personam, di solito, non sono argomentazioni.
@Flo
Lasciamo perdere appellativi e amenità varie. Ho smesso di passare anche solo sporadicamente dall’u.c.c.r quando hanno fatto ricorso al relativismo che tanto odiano per giustificare le leggi varate in Russia. Altro che onestà intellettuale e buona fede.
A Daniele ho risposto personalmente, ma sono in attesa di approvazione. Lo richiamo perché (anche se ormai – ci sono ricascato – siamo in pieno OT:) non vorrei si pensasse che mi tiro indietro.
@gualerzi
Se nel commento c’è un certo acronimo, scrivilo minuscolo e con i punti fra le lettere 😉
La citazione di Montesquieu riportata dal sito cattolico è errata, non è Dio che l’ateo teme, bensì la religione (e ha molto più senso da parte di chi parlava del Dio a tre lati del mondo dei triangoli).
Citazione da “lo Spirito delli Leggi”, opera messa nell’Indice dei libri proibiti dalla Chiesa).
“L’uomo pio e l’ateo parlano sempre di religione: l’uno parla di ciò che ama, l’altro di ciò che teme”.
@ gmd85
“Se nel commento c’è un certo acronimo, scrivilo minuscolo e con i punti fra le lettere ;-)”
E chi se lo ricorda più cosa ho scritto? Era troppo lungo, la memoria è quello che è, e, al solito, ho fatto una certa fatica – che non voglio rifare – a metterlo assieme… e non lo trovo più nemmeno ‘in attesa di approvazione’. Ormai il copyright ce l’anno i moderatori 🙂
@ gmd85
E’ ricomparso e provo a riscriverlo secondo le tue indicazioni
“@ Daniele
Riconosco il comportamento piuttosto infantile… però, per favore, nessuna mistificazione. Certamente anche in questo blog ci sono interventi che non condivido sia nel tono che nel contenuto, ma non l’ho mai negato (leggere per credere – se ti va- anche lo scambio avvenuto sul blog u.c.a.r.) perché, come ribadito mille volte, da me e da altri, ciascuno è responsabile personalmente di quanto afferma.
Così come ognuno è ateo secondo scelte personali delle quali non deve rendere conto a nessuno perché – anche questo ribadito mille volte – non esiste un ateismo ortodosso e uno eretico (nonostante si continui a parlare di una ‘religione atea’) il che non toglie ovviamente che ci si confronti… e anzi la mia frequentazione di questo blog è soprattutto in funzione di questo.
In quanto al ‘filosofo per acclamazione’… lo ribadisco una volta per tutte, anche per gli amici atei che continuano a chiamarmi ‘professore’ (il che è corretto per la professione esercitata, ma non per il significato che comunemente viene dato a questo termine)… chiarisco il punto: ebbene sì, mi ritengo un filosofo (ho scritto anche un libro con sottotitolo “Un’avventura filosofica”), ma per la semplice ragione che considero la filosofia… prima di tutto l’esercizio di un pensiero il più libero possibile… e poi naturalmente avendo preso conoscenza quanto meno delle principali questioni trattate nella storia del pensiero (ciò che tra l’altro era necessario per ‘insegnare filosofia’ nell’attuale ordinamento scolastico, responsabilmente rispettato… e senza ‘rubare il posto’ a nessuno, in tutti i sensi). Ebbene, ritengo di avere acquisito conoscenze sufficienti (anche con una ‘sufficienza’ molto risicata (6–?) di cui non mi vanto affatto) per trattare alcuni temi, soprattutto di natura esistenziale, che considero ‘elementari’, nel senso di fondamentali, per i quali credo di aver acquisito ‘il diritto’ di confrontarmi con chiunque. E se così non è… lo faccio ugualmente, e saranno gli interlocutori a ritenere in qualche modo utile confrontarsi con me.
(Adesso basta per il blog sta per chiudere… ma se sarà necessario, e se ne presenterà l’occasione, riprenderò il discorso)
Buona domenica”
Gualerzi, mi devo scusare con lei, ho proprio esagerato.
@Florenskij
Prima di distribuire lezioni d’anatrettica della quale lei sembra esserne esperto, poiché a me risulta che non sono le intenzioni ma i fatti che qualificano l’uomo, la invito a rispondere alle domande che le sono state indirizzate da vari uaarini alle quali lei NON si degna di rispondere. Dimostri, con risposte sintonizzate, tutte le sue facoltà etiche e capacità cognitive ! Le ricordo che aspetto sempre la sua promessa risposta di cosa intende e cosa vuole dimostrare tramite il « principio antropico forte e debole » !
NB. Le faccio solo un esempio degli sbagli madornali che commettono su questo sito nientepopodimeno che docenti universitari in fisica (un certo Giorgio Masiero) insistendo che il neutrino è privo di massa !
E quando lo metto di fronte al suo sbaglio sa che cosa succede ? Mi censurano senza nessua spiegazione ! Se lo desidera posso inoltrarle tutte le risposte e commenti che hanno -senza nessun motivo plausibile- censurato ! Ma anche le EMAIL intercorse con varie persone a volte altolocate del sito. Veda lei….
della quale lei sembra esserE esperto, casomai.
@Daniele
Chi era che parlava di atteggiamento da bambini? Che fai, specchio riflesso? Da un buddista convinto, queste uscite non me le aspetterei.
@Daniele
Sono curioso: quando pandesini avrebbe rovesciato le tesi di qualcuno?
Ma io non ci credo neanche morto che è buddista, troppo permaloso per un seguace dell’illuminato, sarà rimasto fulminato 😆
…..mi rimane l’impressione che anche una persona preparata come lei patisca della sindrome del nemico…..
@Florenskij
« La sindrome del nemico » come lei scrive non ha nessun significato psichiatrico (veda il DSM-5) ! Forse lei intendeva dire paranoia o disturbo paranoico della personalità. Vorrei comunque farle notare che insistere, anche se a volte in modo provocatorio verso persone che sostengono il disegno intelligente come un fatto « scientifico » scontato, creazionismo, dualismo cerebrale ecc…NON è da considerare un comportamento paranoico ! Contrariamente a quello che lei afferma, non considero « nemici » tutti coloro che credono in buffonate tipo « miracoli », miti o dogmi inverificabili, puerili o ridicoli sotto un profilo scientifico ! Li considero solo ignoranti in diverse branche scientifiche o, al limite, come paranoici, nel senso che tutti coloro che non condividono il loro « credo » o « verità assoluta » sono da considerare come parassiti, inumani, ignoranti, egoisti…ma anche, molto spesso, menomati mentali !
@ Bruno Gualerzi. Non conoscevo o non avevo presente l’articolo UCCR del 2011 di cui lei giustamente si lamenta. Sono state fatte generalizzazioni improprie e grossolanamente malevole a partire da una confidenza molto umana. Di basso livello anche gran parte dei commenti, benche’ una certa Giulia cercasse di indurre alla ragione e al buon gusto. Credo che un insegnante possa benissimo formarsi “in itinere” in quanto stimolato dal dialogo con gli alunni, non necessariamente solo sui manuali scolastici, ma anche su saggi e sui testi originali. Del resto non disponevano di laurea personaggi come Croce, Leopardi e, se non ricordo male, Gramsci. Almeno nel suo caso la redazione UCCR si e’ comportata molto male.
@Alessandro Pendesini. Tutto e’ partito dal Guttalax e dalla definizione di “lunatici frustrati”, al che ha fatto seguito il suo invito a una presenza di lotta critica, del tutto accettabile. Per quanto mi riguarda, le faccio notare di aver usato l’espressione “non mi sembra”, il che dovrebbe essere segno di un dogmatismo non totale. Effettivamente su UCCR ho trovato in relazione a vari campi del sapere interventi non indegni, con la citazione di autori, “amici” o avversi, che posso andare a controllare. Se mi fosse indicata qualche castroneria madornale, prontissimo a tenerne conto e ad approfondire, per quanto mi e’ possibile.
Riguardo al “Principio antropico”, forte o debole, posso dirle che lo trovo una ipotesi molto stimolante da un punto di vista filosofico e teologico a supporto di certe speculazioni, ma su cui non posso esprimere un giudizio critico per mancanza dell’attrezzatura matematica necessaria. Si tratta di uno dei “buchi” della mia preparazione che intendo colmare ( o almeno “rappezzare” ) per quanto possibile, come sto tentando di fare con la biologia.”Ars longa, vita brevis”; e io sono laureato in Lettere.
Mi dispiace che l’espressione “sindrome del nemico” sia stata intesa in senso psichiatrico; comunque trovo troppo drastica e, temo, ideologicamente motivata la liquidazione dell’ID come passata in giudicato. Sto leggendo Dawkins, in cui trovo anche elementi concettuali interessanti, ma che mi sembra arrampicarsi sui vetri quando cerca di spiegare il passaggio dal caos a strutture “teleonomicamente” ultrasofisticate.
Non e’ semplicemente questione di “credo” assolutistici e buffoneschi. Quando vedo cumuli di semi con l’esatta struttura del parapendio, o fiori con la corolla sferica costituita da piccoli ombrelli destinati a staccarsi e, volando, trasportare lontano il seme che vi e’ appeso ( e questi sono esempi fra i piu’ elementari ) non riesco a togliermi dalla testa l’idea che nella natura agisca un qualche fattore finalistico. Il che, lo ripeto, non porta automaticamente al Dio del Cristianesimo.
Comunque sulle “buffonate” dei miracoli ( espressione direi pochissimo scientifica ) come io ho letto il libro dr. Magnani, cosi’ la invito a leggere su UCCR ( di cui non sono psicodipendente ) il caso della guarigione a Lourdes di Elisa Aloi, con ricrescita di dieci centimetri d’osso dopo 17 anni di malattia e altrove quello di Vittorio Micheli ( mezzo bacino ). Fatti come questi dovrebbero interessare come minimo nell’ambito della medicina psicosomatica.