Il Fondo Edifici di Culto confermato tra le destinazioni dell’Otto per mille

«Non sorprende che, ancora una volta, le istituzioni prendano posizioni che collidono con la laicità dello Stato. Stupisce semmai che, a questo scopo, un premier che ha fatto della modernizzazione il suo brand ricorra a mezzucci arcaici come l’uso di oscuri commi all’interno di decreti attuativi».

Ha commentato così il segretario dell’Uaar, Raffaele Carcano, la notizia che la Commissione Bilancio ha dato parere favorevole rispetto al decreto attuativo di modifica del regolamento delle destinazioni dell’8 per mille a gestione statale che prevede tra i possibili beneficiari anche gli immobili destinati ad uso scolastico di proprietà del Fondo edifici di culto (Fec).

Il Fec — organo dello Stato, il cui legale rappresentante è il Ministro dell’Interno e nel cui Consiglio d’amministrazione siedono anche tre componenti designati dalla Conferenza episcopale italiana — vanta un patrimonio ricco e variegato, proveniente dagli enti religiosi disciolti dalla cosiddetta “legislazione eversiva” della seconda metà del XIX secolo: ne fanno parte 750 edifici sacri, centinaia di proprietà utilizzate come caserme, negozi ed abitazioni, fondi rustici, cascine ed aree forestali. E anche immobili destinati ad uso scolastico. In realtà, un’unica, singola scuola, ubicata a Monreale.

L’Uaar apprende invece con soddisfazione della proroga al 31 ottobre per la presentazione delle richieste di accesso ai fondi e plaude all’iniziativa del Movimento 5 Stelle che, in linea con la Campagna Occhiopermille di quest’anno, in queste settimane sta facendo pressione sui consigli comunali affinché approvino le deliberazioni necessarie a sfruttare quest’opportunità per i plessi scolastici pubblici da ristrutturare.

Ogni anno più di un miliardo di euro esce dalla casse dello Stato con il meccanismo dell’8 per mille: principale beneficiaria è la Chiesa cattolica che con il 37% delle firme si aggiudica l’82% dei fondi, in virtù del meccanismo per cui le quote non espresse — quelle che non vengono destinate, perché il contribuente non firma né per lo Stato né per una delle confessioni religiose che ha accesso ai fondi — sono comunque ripartite in proporzione alle firme ottenute.

Non solo: in passato anche una parte consistente dell’8 per mille destinato allo Stato è finito, di fatto, nelle casse della Chiesa cattolica, perché utilizzato per il restauro di chiese ed immobili ecclesiastici (alla voce «beni culturali» tra i quali possono peraltro rientrare gli stessi edifici del Fec) oppure devoluto ad associazioni e organizzazioni non governative di matrice cattolica impegnate in «interventi per la fame del mondo» o per i rifugiati.

Che questa dell’inserimento del Fec sia l’ennesima trovata in questo senso?

L’Uaar si augura che al Senato le cose vadano diversamente, auspicando che il governo Renzi dia la possibilità ai cittadini di credere nello Stato, destinando l’8 per mille di sua competenza a beneficio di tutti e tutte.

Comunicato stampa Uaar

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6 commenti

francesco s.

Il problema è che i beni del FEC sono dello stato italiano, non è il fondo il problema ma a chi vengono affidati quei beni e che nel consiglio ci siano nominati dalla CEI.

Massimo Maiurana

No, il problema è che i beni del Fec dovrebbero essere manutenzionati dal Fec (è per quello che esiste), e oltretutto che possono rientrare già nel capitolo beni culturali. Farli rientrare anche nel capitolo dell’edilizia scolastica significa ridurre le risorse per questi ultimi a vantaggio dei primi, che notoriamente è composto in prevalenza da edifici religiosi.

francesco s.

Secondo me è legittimo che lo stato possa usare i soldi dell’8×1000,PSR finanziare proprie proprietà, il problema con la laicità è che si diano gratis queste proprietà a religiosi e che nell’amministrazione ci siano religiosi. Il problema se finanziare le proprietà dello stato A o B (scuole o monumenti) non attiene alla laicità. Il caso di specie era particolare, un’abazia monumentale di proprieta dello stato italiano che fungeva anche da scuola dello stato italiano.

Massimo Maiurana

Io non parlo del caso particolare, dico più in generale. Tra la destinazione di soldi ai beni culturali e quella all’edilizia scolastica è secondo me ben più laica la seconda, perché si tratta di immobili che sono tutti dello Stato mentre i beni culturali non sono tutti dello Stato e non sono, ovviamente, solo quelli del Fec. È per questo che l’Uaar ha chiesto ai comuni di chiedere soldi per le scuole e per le calamità, e non per le altre categorie.
Poi sì, il fatto che gli immobili vengano dati gratuitamente e ammnistrati dalla Cei è un bel problema, ma non relativamente all’8pm.

Gabriele (dottore magistrale)

Il problema è che sono innumerevoli le chiese di valore storico-artistico del nostro territorio in rovina: e dove vanno tutti i soldi di questo fondo?

robertoV

Il Fondo gestisce oltre 700 chiese di sua proprietà, non tutte.
In Italia vi sono quasi 100 mila chiese frutto dello spreco del passato. Non possiamo certo mantenerle tutte.
Nella ricca Germania, con un numero di fedeli superiore le chiese sono solo 40 mila e le stesse due chiese cristiane ne vendono, ne convertono o abbattono perchè non riescono a mantenerle tutte. Questo sarà il destino di almeno un migliaio di chiese protestanti nei prossimi anni.

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