Rete Studenti, Arcigay, Uaar: “Il Miur si impegni contro l’omofobia”

Dopo i molteplici atti discriminatori avvenuti nelle scuole in questi giorni, la Rete degli Studenti Medi, l’Arcigay e l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti hanno deciso di inviare una lettera alla Ministra dell’Istruzione Stefania Giannini chiedendo di intervenire in modo deciso contro questi fatti e di investire concretamente nella lotta all’omofobia nelle scuole, passando anche attraverso la formazione dei docenti.

Dichiarano Rete, Arcigay e Uaar: “Non è possibile che ancora oggi il MIUR non si sia impegnato concretamente per evitare che accadano discriminazioni omofobiche nelle scuole. La conseguenza di questa negligenza e procrastinazione è l’esposizione continua degli studenti ad attacchi da parte dei docenti e della società”.

“Chiediamo per l’ennesima volta che la Ministra proceda con decisione nei tavoli ministeriali insieme alle realtà sociali che si occupano di questi temi, organizzazioni studentesche comprese, per trovare finalmente risposte concrete a questa terribile piaga che affligge il nostro Paese”.

Si stanno susseguendo, in questo periodo, continui atti discriminatori a sfondo omofobico all’interno delle scuole. L’episodio della scuola di Torino — in cui un’insegnante di Religione Cattolica ha espressamente dichiarato ai suoi studenti che “gli omosessuali vanno curati” — e quello di Perugia — dove pare che un professore sia arrivato a picchiare uno studente perché gay — dipingono un quadro pericoloso e ingiustificabile. Non da meno è il fatto che la Curia di Milano ha chiesto a tutti gli insegnanti di Religione di segnalare colleghi e progetti che si occupano del tema dell’omosessualità.

Stiamo assistendo ad un vero e proprio attacco nei confronti degli studenti e del sistema scolastico tutto, da parte di una frangia conservatrice e omofoba del nostro Paese.

Siamo indignati per il fatto che la Chiesa Cattolica faccia indagini sui programmi svolti all’interno delle scuole, tacciando come propaganda “gender” l’educazione alla sessualità e le battaglie contro l’omofobia.

Ancora di più ci spaventano gli attacchi da parte degli insegnanti, coloro che dovrebbero accompagnare gli studenti nel loro percorso di crescita e formazione. Inoltre, questo incitamento all’odio e alla discriminazione da facilmente sponda ad atti di bullismo.

Siamo convinti che la Scuola debba essere un luogo libero e laico, in cui ragazze e ragazzi imparano i valori dello stare insieme, della diversità, del rispetto e in cui si investe per eliminare alla base ogni tipo di discriminazione.

Poter parlare di omosessualità, identità di genere e sessualità all’interno delle scuole, senza che si cada nel pericolo di campagne discriminatorie, è un obiettivo importante che il nostro Paese deve porsi, per poter finalmente fare quel salto di qualità culturale di cui ha bisogno.

Il Ministero, e il Governo tutto, devono avere il coraggio di superare i tabù e di non fare della battaglia alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale un mero spot propagandistico.

Chiediamo, quindi, alla Ministra dell’Istruzione di intervenire per risolvere le questioni contingenti e di impegnarsi nel porre fine a casi di discriminazione, da qualsiasi parte essi provengano.

Riteniamo che il MIUR debba adoperarsi affinché tutte le scuole prevedano programmi didattici strutturati, destinati agli studenti, sull’educazione alle differenze, in cui si parli di identità di genere, orientamento sessuale e sesso biologico, e che investa nella formazione degli insegnanti, fornendo loro gli strumenti necessari, così da evitare che casi come quelli sopracitati si ripetano.

Chiediamo, infine, di coinvolgere nei tavoli ministeriali le realtà sociali, le associazioni, e le organizzazioni studentesche che da anni combattono le discriminazioni e l’omofobia e di far sì che questi percorsi producano finalmente soluzioni concrete.

Comunicato stampa Uaar

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3 commenti

francesco s.

Sarei curioso di conoscere la risposta del ministro se questa ci sarà.

MASSIMO

“e quello di Perugia — dove pare che un professore sia arrivato a picchiare uno studente perché gay ”

Intanto questo professore si prende:
– un bel danno economico (avvocato da pagare + risarcimento al ragazzo), che potrebbe quantificarsi in parecchi mesi di stipendio da insegnante;
– addio carriera e possibilità di diventare preside;
– rischio di perdere il posto lavoro e difficile trovarne un’altro con un simile precedente;
– sputtanamento della sua immagine nei confonti dei colleghi e dei suoi superiori;
– rischio pure di una condanna penale.

E tutto questo perchè? Solo perchè ha voluto fare il bullo con un ragazzino di 14 anni.
Non so se il ragazzino era gay oppure no, ma di certo questo professore dimostra di essere uno stupido e il posto di lavoro che ha non se lo merita.
Se verrà licenziato (ed è probabile che succeda), e si troverà in mezzo ad una strada dovrà solo ringraziare la sua idiozia.

Stefano Seguri

Il documento riporta tra l’altro:
“Siamo indignati per il fatto che la Chiesa Cattolica faccia indagini sui programmi svolti all’interno delle scuole, tacciando come propaganda “gender” l’educazione alla sessualità e le battaglie contro l’omofobia.”;
”Ancora di più ci spaventano gli attacchi da parte degli insegnanti….”

Diciamo che la seconda è diretta conseguenza della prima.

Ma manca una considerazione apicale: l’intervento del potere clericale è reso possibile proprio dallo Stato filo-clericalista (come ci ricorda il concetto costituzionale di “religione concordataria”).

E’ impossibile una lotta contro il clericalismo senza una lotta contro il governo dell’oligarchia capitalista, di centrodestra o di centrosinistra che sia, e senza una lotta per l’abrogazione del concordato: cio’ necessita, per il movimento di contestazione del clericalismo scolastico, la rottura frontale con gli attuali apparati politici coinvolti nella governabilità della macchina statale (quella centrale e quella periferica) e non elemosinare gesta di “aiuto”.

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