8 per mille: l’Uaar plaude alla presa di posizione della Corte dei Conti

«Non possiamo che accogliere con soddisfazione la notizia che la Corte dei Conti ritiene opportuna una rinegoziazione del meccanismo dell’8 per mille, necessità sulla quale l’Uaar ha da sempre posto l’accento». Commenta così Raffaele Carcano, segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti (Uaar), le critiche rivolte dalla Corte dei Conti al sistema dell’8 per mille.

«Il meccanismo dell’8 per mille, che prevede che le quote non espresse — quelle che non vengono destinate, perché il contribuente non firma né per lo Stato né per una delle confessioni religiose che ha accesso ai fondi — siano comunque ripartite in proporzione alle firme ottenute, fa sì che la Chiesa cattolica, con circa il 37% delle firme, si aggiudichi l’82% dei fondi, pari a più di un miliardo di euro l’anno. Situazione che i governi — prosegue Carcano — non hanno mai tentato di arginare facendo per esempio pubblicità all’8 per mille statale o informando accuratamente i contribuenti sul funzionamento del sistema.

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Non tutti infatti sanno — prosegue Carcano — che non apponendo la firma contribuiranno a far affluire denaro, in particolare, nelle casse della Chiesa cattolica. Da anni l’Uaar sottolinea la necessità che lo Stato si faccia pubblicità e che usi i fondi incamerati in modo laico a beneficio di tutti e tutte, per cui siamo ben contenti di avere dalla nostra in questa battaglia anche una voce autorevole come quella della Corte dei Conti».

Quanto all’ipotesi di una rinegoziazione, per Carcano, questa è più che auspicabile «purché a condurre le trattative da parte governativa siano organi veramente deputati all’interesse della collettività». Un dubbio non peregrino considerato che, solo per fare un esempio, nella Commissione paritetica Italia-Cei incaricata di valutare eventuali revisioni al sistema siede, per parte governativa, Carlo Cardia, tra le altre cose, collaboratore del quotidiano della Conferenza episcopale.

Comunicato stampa Uaar

Archiviato in: Generale, UAAR

41 commenti

Diocleziano

Più che la corte dei conti bisogna ringraziare questa situazione comatosa
di bancarotta incombente; altri otto o dieci anni di crisi saranno sufficienti
per una decisione fulminea? 😎

giorgio catellani

non se ne puo’ piu’ di questa chiesa che chiede agli altri di dare e lei non da niente. e poi basta con queste cazzate siamo negli anni 2000 proiettati verso il 3000.

John

Sono d’accordo con tutto l’articolo, e anche io apprendo con piacere della decisione della corte dei conti: questo meccanismo perverso dell’8 per mille, espressione della parte più degenere delle gerarchie vaticane, va del tutto rivisto, per il bene dell’Italia e anche della chiesa.
Però credo che siamo d’accordo che dire, “questa chiesa che chiede agli altri di dare e lei non da niente” è una generalizzazione talmente eccessiva che finisce per essere una boutade che va contro la causa stessa che vorrebbe promuovere, e che peraltro è poco rispettosa verso quelle persone, all’interno della chiesa, soprattutto nelle tante periferie molto distanti fisicamente e idealmente dai fasti del vaticano, non si può dire che “non danno niente”, ma offrono molto del proprio tempo e risorse (e a volte tutto) per i più poveri ed emarginati, in totale sincerità e buona fede (è come se per combattere la corruzione in Italia si dicesse “tutti gli italiani sono corrotti”… a ciascuno di noi farebbe piacere essere messo così per approssimazione dentro il calderone?). Io penso che proprio per combattere le vostre giustissime battaglie sia fondamentale evitare questo tipo di iper-generalizzazioni, e che operare le giuste distinzioni rafforzi, e non indebolisca, la solidità delle vostre istanze.
Per fortuna devo dire che spesso, con piacere, vedo che questa constatazione è operata anche da diversi di voi in questo blog, con responsabilità ed equilibrio, per cui presumo che ci troviamo d’accordo su ciò.

Tiziana

per dire, il papa ha deciso che sotto il colonnato di san Pietro dove sono i bagni pubblici verranno instalalte anche docce per i “clochard”. Secondo la nota inviata da papa Lombardi i poveri non sono in condizione di lavarsi perchè a Roma il comune non provvede con bagni pubblici.
Ovviamente il Vaticano deve ancora dare una risposta al Campidogli che nei giorni scorsi ha pubblicizzato le spese di Roma che ammontano a 440 milioni di euro all’anno, pari a 400 euro sottratte a nucleo familiare che potrebebro essere spese per ripianre le famose voragini romane .

Tiziana

per dire, il papa ha deciso che sotto il colonnato di san Pietro dove sono i bagni pubblici verranno instalalte anche docce per i “clochard”. Secondo la nota inviata da papa Lombardi i poveri non sono in condizione di lavarsi perchè a Roma il comune non provvede con bagni pubblici.
Ovviamente il Vaticano deve ancora dare una risposta al Campidogli che nei giorni scorsi ha pubblicizzato le spese di Roma che ammontano a 440 milioni di euro all’anno, pari a 400 euro sottratte a nucleo familiare che potrebebro essere spese per ripianre le famose voragini romane .

Frank

” è poco rispettosa verso quelle persone, all’interno della chiesa, soprattutto nelle tante periferie molto distanti fisicamente e idealmente dai fasti del vaticano, non si può dire che “non danno niente”, ma offrono molto del proprio tempo e risorse (e a volte tutto) per i più poveri ed emarginati, in totale sincerità e buona fede ”

John hai dimenticato che queste persone hanno “cuggini” che hanno visto cani che invece erano topi, che vengono quotidianamente rapite dagli alieni e rischiano ogni giorno di essere sbranate dai coccodrilli giganti albini ciechi cresciuti nelle fognature perché da cuccioli sono stati gettati nel water.

Manlio Padovan

Naturalmente, visto che l’onestà non sanno nemmeno cosa sia, per la chiesa e per i cattolici conniventi il sistema è perfettamente onesto.

Alfonso

Ci sarebbe da chiedersi dov’è la Corte (altra istituzione di prestigio italiana) dal 1984 ad oggi…… “Prestigio” dal lat. praestigia, per lo più al plur., praestigiae «giochi di prestigio»….
L’unica arma che abbiamo per smantellare tutto il sitema di ruberie, che , attenzione, i media e i politicanti stessi chiamano “sprechi”, è la rivolta fiscale. Non c’è altro modo.

Aristarco

Sono poco fiducioso che si riesca a smuovere positivamente questa farsa dell’ottopermille. Ovviamente, spero di sbagliarmi 🙂

giovanni da livorno

Da sempre la Corte dei Conti fa delle reprimende ai governi sui bilanci dello stato, riportando con precisione cifre e capitoli di spesa e di entrata; ma gli hanno mai dato retta i governi e le maggioranze parlamentari? E dovrebbero farlo ora che è chiamata in causa nientepopodimenochè la CCAR?
Saluti. GdL

“Chi ha denaro paga, ma mai di persona”.
(C. Alvaro)

Tiziana

Mi risulta che la maggioranza dei Caf invitino – o neanche avvisano – gli utenti che firmeranno per l’8 per milel alal chiesa. Mio cognato mi ha raccontato che una volta ha usato un Caf e ha dovuto insistere sia per mettere la firma nelal casselal Stato che per il 5 che ha destinato a un suo ente preferito.
Sono per la chiusura dei Caf ma anche per altri motivoi anche se questo è , come scrivete voi o.t.

giovanni da livorno

@ Tiziana

molto dipende da che CAF si sceglie. Io, per esempio, sono stato attento nella scelta del CAF e, quando dico che il mio 8 x 1000, NON andrà alla chiesa, l’impiegato addetto non batte ciglio ed esegue senza far motto.
Saluti. GdL

Tiziana

è ovvio, infatti riferivo di mio cognato , ma la maggioranza delel persone che si recano nei caf (ne ho uno vicino casa) sono anziane e convinte che gli stanno facendo un favore gratis. In realtà sappiamo come da dx a sx l’amore tra milel vuirgoletet per la Chiesa (lo zoccolo duro dello status quo del Paese) tiene

Engy

questa mi sembra un po’ azzardata, anche in riferimento agli anziani che poi non sono tutti quanti rimbambiti per fortuna … poi tutto può capitare eh ..
ma tu dove abiti Tiziana?
Se è così comunque spero che tu o tuo cognato l’abbiate resa pubblica questa cosa!

Tiziana

Rispondo a Engy

Abito a Roma e ho un commercialista.
Riferisco quel che molti mi hanno detto sul Caf, non solo mio cognato.
Il mio unico rapporto col Caf al momento è questo: ho chiesto per mio padre 97 anni e cieco da un occhio di spedire il certificato all’Inps avendo lui meno di 40mila euro di pensione e quindi avente diritto. Mi sembrano molto incerti e farraginosi , ma questo è il mio unico rapporto. Ritengo questo loro lavoro di passaggio con l’Inps una inutile burocrazia. Non è l’unica riserva che ho sui Caf visto che – a Roma almeno – si sotituiscono agli enti preposti per certificare se si ha diritto ad una casa popolare.

Tiziana

e ancora per Engy

Del resto diversamente dovremmo pensare che la maggiornaza degli italiani siano consapevoli quando siglano l’8 per mille. E così allora?’
Più che essere contrari ai caf, scrivere una generica lettera a qualche responsabile locale è molto difficile farsi ascoltare sulal prepotenza dell <Chiesa purtroppo. Anche se ti rassicuro la mia famiglia lo fa.

Engy

Tiziana, la mia era una semplice perplessità, che tale rimane perchè – sprovvista come sempre di dati, di statistiche – a me non risulta quel che tu dici sulla prepotenza e antidemocraticità dei caaf; poi ovviamente c’è caaf e caaf.
Sulla consapevolezza del meccanismo perverso dell’8×1000 invece sono d’accordo.

Frank

Engy perché i dati e le statistiche non li pretendi da tuoi amici bigotti cattolici? Come (ad esempio)quando dicono che il loro messia idiota sia resuscitato e se qualcuno (ma non tutti) qui li critica anzi li difendi a spada tratta?

Giorgio Pozzo

Scusate se mi ripeto, ma io trovo molto più grave che il meccanismo preveda che altri decidano per il mio 8×1000, piuttosto che si decida per quelli che non esprimono scelta.

In fondo, un meccanismo tale per cui la tua scelta viene (anche se parzialmente) inattesa è di gran lunga più inaccettabile di un meccanismo dove la tua scelta inespressa lascia (come nelle votazioni) le decisioni ad altri.

Se io voglio dare a X i miei 100 euro di tassa, non trovo affatto democratico che altri, CCAR in testa, si prendano magari 80-90 euro, e X solo 10-20 euro dei 100 che volevo dare.

francesco s.

Hai perfettamente ragione, funziona come una votazione sul gettito totale.

giovanni da livorno

@ Giorgio Pozzo

scusami, ma io non ho ben capito il tuo ragionamento, (dipenderà senz’altro dalla pochezza del mio intelletto), ma se io ESPRIMO una scelta diversa dalla CCAR, a quest’ultima, non va nulla, mi sembra.
Lasciamo perdere la scelta per lo stato di cui, attraverso le spese per gli edifici di culto aventi valore storico e artistico, beneficia indirettamente anche la chiesa, ma se io devolvo l’8 x 1000 ai valdesi, alle assemblee di dio ecc., la CCAR, che io sappia, non prende nulla…..o no?
Saluti. GdL

Sandra

I 100 euro di Giorgio vanno nel mucchio dell’8/1000 e quindi ridistribuiti in base alle preferenze espresse, per cui i suoi 100 euro di tasse non vanno interamente a chi li ha destinati (diversamente da quanto capita per il 5/1000).

RobertoV

Se decido di donare 80 € ad una onlus verso effettivamente gli 80 € direttamente alla onlus prescelta.

Se pago 10000 € di tasse, l’otto per mille corrisponderebbe a 80 €. Il problema è che per l’otto per mille non vale il principio democratico che uno con i propri soldi decide cosa farne come nel caso della donazione diretta ad una onlus.

Votando per l’assegnazione dell’otto per mille (per solo un gruppo ristretto di prescelti) io decido solo come viene ripartita la torta assegnata dallo stato a quel gruppo di beneficiari privilegiati, cioè decido come quei circa 1.2/1.3 miliardi di € di tasse debbano essere ripartiti, cifra definita comunemente da stato e chiesa cattolica. In tal caso chi ha un basso reddito e paga poche tasse o nessuna (o comunque al di sotto della media, come potrebbe essere per molti pensionati) decide sulla ripartizione facendo arrivare più soldi al destinatario della loro scelta rispetto a quello che avrebbe potuto dare con una donazione diretta.

Visto che il reddito medio italiano è di circa 20000 € significa che per chi guadagna di più solo una parte della quota corrispondente al suo otto per mille va effettivamente al destinario prescelto per l’otto per mille perché il suo voto vale come quello di uno che ha la pensione sociale che decide come ripartire la quota corrispondente al mio otto per mille.

RobertoV

Correggo:
“definita congiuntamente da stato e chiesa cattolica”

francesco s.

Solo un appunto, non sono soldi tuoi nel caso dell’8×1000, ma sono soldi dello stato, una tassa che tu devi pagare e lo stato “ti concede” di votare a chi destinarlo, è qui il problema. Tant’è che chi non attribuisce una destinazione è come se vota scheda bianca, ma la spartizione avviene lo stesso.

francesco s.

Solo per sottolineare che non è una pratica antidemocratica, ma piuttosto un abuso della democrazia, far destinare il gettito per le confessioni religiose su base proporzionale tramite un voto di fatto.

giovanni da livorno

Mi ero sbagliato. Credevo che, almeno in parte, la legge sull’8 x 1000 fosse logica e razionale. Dimenticavo che la logica e la razionalità non presiedono l’attività dei nostri legislatori.
Saluti. GdL

Diocleziano

Leggo sulla pagina di FB le dichiarazioni stupite del Moderatore della Tavola Valdese circa gli eclatanti risultati del 2011 per le firme dell’8×1000 (credo gli ultimi disponibili): 613.000 firme pari a 30 volte la loro consistenza! Visto che non nomina gli atei, è forse all’oscuro che molti di questi ultimi firmano per la chiesa valdese? O fa brutto dire che è anche merito degli atei? Così, tanto per mettere qualche puntino sulle i…

francesco s.

Le ho lette e non mi sembrano così stupide, mi sembra che sottolinei che provengono da cittadini che apprezzano la gestione trasparente e laica che ne fanno.

francesco s.

😆 Che figura! Hai ragione. Poi che vuoi in quanto pugliese scambio la t e la d.

Engy

E’ vero Diocleziano, anche se credo che a un certo punto sia diventata quasi una “moda”.
Anche tu hai contribuito … ? 🙂

RobertoV

Non è questione di moda, ma di fine e di chiarezza.
Se vuoi che quei soldi vadano solo come attività umanitaria e non a finanziare una confessione i valdesi danno garanzie esplicite e rendicontano dettagliatamente.

Luterani e comunità ebraiche si comportano come la chiesa cattolica, cioè destinano solo una quota del totale ad attività umanitaria. Direi che questo è il comportamento di tutte le altre confessioni religiose, tranne i Valdesi che lo dichiarano apertamente tanto che la chiesa cattolica aveva bloccato delle loro pubblicità in RAI dove dicevano queste cose.

Riguardo allo stato direi che lo stato si è comportato scorrettamente e non è certo in cima alla fiducia degli italiani: negli ultimi due anni non ha utilizzato la sua quota per i fini dichiarati e l’ha utilizzata per sanare il bilancio. In passato l’ha utilizzata per i più svariati fini tra i quali finanziare la guerra in Irak e quote fino ad 1/3 date ancora alla chiesa cattolica.

Diocleziano

Ma Engy, mia diletta, ti pare che io possa essere così
incoerente da non fare quel che prédico? 😎
Non ricordo con esattezza ma saranno da dodici a
quindici anni che dirotto sui valdesi.

gmd85

@E.n.g.y

Moda? Ma come? Eppure, poche news fa ti suonava strana l’idea del conformismo. Come mai in questo caso sarebbe una “moda”? Sorge il sospetto che secondo te donare l’8×1000 ai Valdesi lo si faccia perché fa figo e non perché ci si è informati. Mi sbaglio, vero?

francesco s.

Dubito che si possa definire moda dare 8×1000 hai valdesi, siccome assicurano che il 100% non verrà destinato al culto ma ad opere di utilità sociale in senso laico e garantendo trasparenza, mi sembra una scelta quasi obbligata per chi non vuole finanziare culti e clero di qualsiasi religione esso sia. Purtroppo anche lo stato italiano ha disatteso spesso queste aspettative.

RobertoV

Direi che è molto probabile che per molti sia “moda” dare i soldi alla chiesa cattolica. Non si informano neanche e non conoscono il meccanismo e pensano di darlo ad una onlus che ha come attività principale attività l’aiuto umanitario.

RobertoV

Sono le ultime quelle del 2011 perchè per tutte le altre confessioni i soldi vengono dati con tre anni di ritardo, mentre ovviamente la chiesa cattolica riceve quasi l’intera cifra dell’anno corrispondente subito come acconto.
La crescita per i valdesi è costante e rapida e nel 2011 hanno effettivamente ricevuto 613000 firme, ma sono coscienti della provenienza perchè si pongono il problema di come fornire un aiuto laico perchè così vogliono i firmatari. Sanno bene che non hanno aumentato il loro numero dei fedeli. Lo stupore sta nel fatto che nonostante siano una piccola confessione, con pochi mezzi e che riesce a fare poca pubblicità, tanti cittadini le danno fiducia. Ormai la loro quota otto per mille rappresenta circa il 20% dell’attività umanitaria del colosso chiesa cattolica.

RobertoV

Ecco il commento del moderatore della chiesa valdese alle considerazioni della corte dei conti:
http://www.chiesavaldese.org/aria_press.php?ref=27

Riporto anche un’analisi fatta sui bilanci della chiesa cattolica (che comunque non è neanche previsto dal regolamento dell’otto per mille):
… la Chiesa Cattolica Apostolica Romana incassa oltre un miliardo di euro ogni anno dall’otto per mille e per il 2011 pubblica due paginette di rendiconto; la Chiesa valdese prende una ventina di milioni e pubblica cinquantuno pagine di rendiconto…

In Germania hanno fatto recentemente un’indagine sulla trasparenza dei bilanci delle varie onlus e la Caritas è risultata al 20° posto, dietro l’Unicef.
A che posto sarebbe quella italiana? Io non sono riuscito a trovare dei bilanci complessivi, ma solo locali e sempre molto generici.

Stefano Seguri

Il concetto di “rinegoziazione” utlizzato dalla Corte dei Conti in ogni caso conferisce valore istituzionale al finanziamento delle confessioni, o meglio, di quella concordataria in quanto, di fatto essa è parte dell’apparato dello Stato. Al meglio si tratterebbe quindi di una riduzione del danno.
La chiesa cattolica è parte integrante dello Stato nella sua estrinsecazione più caratterizzante: quella coercitiva:
forze armate e tutti i corpi militari (nonchè l’apparato giudiziario e carcerario) rientrano nella circoscrizione curiale: da quì il protettorato “santo” di questi distaccamenti speciali di uomini armati.
Dall’anatomia del rapporto Stato-chiesa nell’apparato statale più probante (quello coercitivo) si verifica se esista o meno, nei fatti, la religione di Stato. Così come l’importanza sussidiaria del fatto che insegnanti dell’IRC siano pure di fatto (poichè retribuiti statalmente) funzionari statali.
Solo un ordinamento sociale diverso (lo dico “diplomaticamente”…) può eliminare la religione di Stato.

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