Nell’era dei mass media alla predica ci pensa il servizio pubblico

Quella della predica è la parte più importante della messa cristiana, come di qualunque altra funzione religiosa, perché è quella in cui il sacerdote si rivolge direttamente ai fedeli con parole proprie, al contrario di tutto il resto che è fatto di pura ritualità. La predica è esegesi dei testi sacri, è spiegazione della dottrina, è enunciazione del punto di vista ecclesiastico su qualunque argomento. In una parola è la voce del pastore, quindi della Chiesa. Che però rischia di essere sempre meno ascoltata dai fedeli, o sedicenti tali, che più passa il tempo e meno vanno a messa. L’alternativa però c’è e ha il grande vantaggio di potersi rivolgere a tutti, fedeli e non: è la Rai, servizio pubblico televisivo con spiccata vocazione cattolica che da 60 anni porta la messa sul piccolo schermo. Talmente spiccata che nemmeno l’Agcom ha potuto negarlo, limitandosi a respingere il ricorso con cui l’Uaar chiedeva un riequilibrio del pluralismo religioso.

E così, tra un Angelus domenicale e una puntata di “A sua immagine”, la scorsa settimana la predica di Stato in edizione de luxe e senza interruzioni pubblicitarie è stata affidata a Roberto Benigni sul tema dei dieci comandamenti. Si dirà che qui la Chiesa non c’entra nulla, che l’iniziativa è della stessa Rai e fa seguito alle precedenti che il comico toscano ha realizzato su Dante e la Costituzione, ma sta di fatto che la trasmissione è stata benedetta da tutti i media cattolici, e pare addirittura che Bergoglio in persona abbia telefonato a Benigni per complimentarsi con lui. Non proprio un atteggiamento disinteressato, dunque, ulteriormente amplificato dal fatto che tutte le telefonate papali, questa compresa, vengono prontamente rilanciate ovunque. Forse un giorno pubblicheranno la stessa bolletta.

Come se ciò non bastasse, dopo il non luogo a procedere dell’Agcom anche la commissione di vigilanza Rai, organo parlamentare che sulla carta dovrebbe essere il sorvegliante della Rai in materia di pluralismo, si è letteralmente scontrata con un muro di gomma. Infatti, dopo che sulla stampa erano state diffuse voci secondo cui l’onorario di Benigni sarebbe stato di ben 4 milioni di euro, il presidente della commissione Roberto Fico (M5s) ha presentato un’interrogazione che fino a questo momento non ha avuto risposta. O meglio, ha avuto come risposta un laconico “i corrispettivi sono in linea con il processo aziendale di ottimizzazione dei compensi”. In pratica la riedizione di un grottesco guardie e ladri dove le guardie vengono puntualmente beffate dai ladri, quando non ne prendono direttamente le difese. In seguito Fico ha rincarato la dose facendo presente che sia la produzione che l’organizzatore della serata sono società che fanno capo in qualche modo a Benigni stesso, situazione che tra l’altro non potrà più verificarsi con l’entrata in vigore del nuovo contratto di servizio, come già adesso accade in Gran Bretagna e Stati Uniti.

benigni

Nemmeno l’audience sembra essere stata eccezionale, almeno non rispetto ai numeri che lo stesso comico aveva ottenuto con le performance precedenti e considerato anche il fatto che pare non ci siano state molte alternative negli altri palinsesti. Si è trattato pur sempre di due puntate di quasi due ore, non è facile digerirle a prescindere dal taglio dato alla trasmissione. Due puntate zeppe di imprecisioni, a partire dalla schiavitù degli ebrei in Egitto la cui antistoricità è ormai presente perfino nei testi scolastici; di interpretazioni a dir poco discutibili, come quella secondo cui la frase “Io sono il Signore dio tuo” sarebbe una manifestazione d’amore e non piuttosto l’attestazione del fatto che ci si trovasse in un contesto politeista; e perfino di affermazioni gratuite come quella secondo cui bestemmierebbero addirittura i credenti. In realtà bestemmiano soprattutto i credenti.

Per il resto, commenti di ogni genere su un dettato, il Decalogo, contenente norme che sono in parte precetti squisitamente religiosi, applicabili quindi solo ai fedeli, e in parte regole che qualunque società riconosce come leggi, valide a prescindere dall’appartenenza religiosa. Ma anche norme che potevano essere adeguate nell’età del ferro e che sono semplicemente anacronistiche ai giorni nostri, come quella che vieta l’adulterio o quelle che impongono di non desiderare donne e beni altrui. Oggi le regole etiche sono ben altre, hanno a che fare con il rispetto degli esseri umani e dei loro diritti: solo enti dogmatici, come le confessioni religiose e la Rai, possono andare avanti senza tenerne conto. Da questo punto di vista è estremamente interessante il concorso lanciato da Lex Bayer e John Fidgor, autori del libro Atheist mind, humanist heart, in collaborazione con diverse associazioni umaniste, che ha premiato dieci regole etiche per costituire un’alternativa laica ai dieci comandamenti biblici. Questo è il Decalogo laico risultante:

1. Sii di mentalità aperta e pronto a cambiare il tuo pensiero con nuove prove
2. Sforzati di capire ciò che è più probabilmente vero, non credere in quello che vorresti lo fosse
3. Il metodo scientifico è il mezzo più affidabile per comprendere la natura
4. Ogni persona ha il diritto di disporre del proprio corpo
5. Dio non è necessario per essere una buona persona o per dare alla vita pienezza e significato
6. Sii attento alle conseguenze delle tue azioni e riconosci che devi assumertene la responsabilità
7. Tratta gli altri come vorresti che trattassero te e come ti aspetti ragionevolmente che vogliano essere trattati. Pensa al loro punto di vista.
8. Noi abbiamo la responsabilità di tenere in considerazione gli altri, comprese le future generazioni
9. Non c’è un unico modo giusto di vivere
10. Lascia il mondo un posto migliore di come lo hai trovato

Massimo Maiurana

Archiviato in: Generale, Notizie

114 commenti

Tiziana

Fortemente agnostica ma con cultura ebraica, sapevo che l’Esodo era un libro della Bibbia o antico testamento. sapevo anche che i comandamenti, o meglio parole visto che in ebraico non esprimono comando, sono tenuti in gran considerazione nell’ebraismo che addirittura gli riserva una festa (shavuot più o meno a giugno) ora scopro che sono noti anche ai cattolici. spiegatemi per favore

Angelo

Ciao, le 10 parole contenute nell’eEsodo e nel Deuteronomio sono la fonte di ispirazione per i 10 comandamenti cattolici. Nella formulazione originale non sono numerati e quindi si intende debbano esere considerati come un tutto unico, nella versione cattolica sono nettamente separati in 10 diversi prescrizione. La 2 parola, “non ti farai una immagine etc” e’ stata aliminata dai 10 comandamenti perche non rispondeva ai canoni romani e la decima parola e’ stata divisa in due parti 9 e 10 comandamento per ristabilire il numero e la parola che stabiliva di non deviare dalle regole di purezza (intesa in senso ortopratico) e’ state reinterpretata in chiave sessuale. Praticamente le 10 parole e i dieci comandamenti sono due cose completamente diverse ma tutti i cattolici fanno finta che siano la stessa cosa.

Angelo

Ho appena riletto quello che ho scritto.
A casa parlo Italiano al lavoro parlo Inglese e finalmente, dopo due anni, faccio schifo in tutte e due le lingue.

francesco s.

Per i cristiani in generale e quindi anche i cattolici il Tanakh fa parte dei testi canonici, in tutte le bibbie cristiane c’è il libro dell’Esodo con il Decalogo “originale” ebraico.

Ciò che cambia è l’interpretazione che la Chiesa Cattolica ne da nel suo catechismo, che è vincolante per i cattolici. Qui l’interpretazione ufficiale (brrr!) –> http://www.educat.it/catechismo_degli_adulti/&iduib=3_1_22_4#886

Tiziana

Ovviamente ero sul paradosso. Sono colpita che il papa telefoni a Benigni e i cattolici italiani scoprano i comandamenti con Benigni. Prima o ppi lo vedrò questo programam che ha entusiasmato tutti. Conoscendo Benigni ritengo che sia uomo furbissimo. Aveva tentato col fondamentale e meraviglioso Pinocchio ma vedo che non è riuscito nell’intento. In terra di crocioati ovviamente ha avuto il risultato sperato. Volendo, scheda rapida di Pinocchio http://liberelaiche.wordpress.com/libri/

francesco s.

L’interpretazione data da Benigni non è quella ufficiale della Chiesa Cattolica, ma è stata un’interpretazione in stile Bergoglio, ovvero televisiva e paciosa che cerca di catturare la gente.

Il Dio vendicativo e geloso trasformato in amante verso il fedele è stata forse una della forzature al testo più forti operate da Benigni.

Diocleziano

9. Non c’è nessun modo giusto per vivere

Forse sarebbe meglio ”Non c’è un unico modo giusto per vivere.
Così come è scritto ora pare che non sia possibile vivere in alcun modo giusto.
Disperante. 😥

Giorgio Pozzo

Infatti, il testo originario recita

IX. There is no one right way to live

che significa proprio “non esiste un singolo modo giusto di vivere”.
Se fosse “non esiste un modo giusto di vivere” sarebbe There is no right way to live .

Ateo64

Molto bello e condivisibile il decalogo laico.
Anche se magari si potrebbero aggiungere altre cose o toglierne alcune a seconda della sensibilità di ognuno.
Per esempio, come prima indicazione, avrei messo qualcosa tipo:

Non esistono regole certe da seguire sempre e ad ogni costo ma solo buoni consigli da valutare, capire ed ampliare.

Ed anche:
Imposta la tua vita sul ragionamento e sull’analisi critica di quello che ti viene detto: non crearti falsi idoli da cui accettare ogni cosa.

Ma in fondo, a ben vedere, questo è il messaggio insito in un po tutto il decalogo.

Diocleziano

Dopo il decalogo abbiamo da ieri anche il quindicilogo di Sua Banalità… mi domando: ma se il clero è così impestato da tare psicoesistenziali, con quali pretese vorrebbero essere i pastori del gregge? Quale burbanza gli fa pensare di essere la guida etica dell’umanità?

RobertoV

La trasmissione di Benigni è stata definita da un teologo cristiano “evangelizzatrice”. quindi non è stata per niente una trasmissione equilibrata di informazione o di analisi storico-critica, ma di propaganda come regolarmente viene fatto.

Ci vuole un bella faccia tosta a considerare il 1° comandamento un messaggio di amore.
E’ un comandamento di intolleranza perché esclude assolutamente che qualcuno possa avere altre divinità o non averne alcuna. Ha basato l’intolleranza verso le altre religioni tipica del cristianesmo, anzi verso qualsiasi deviazione rispetto alla visione “corretta”. Ha giustificato la religione di stato imposta ad un popolo. Almeno per gli ebrei era limitata al solo popolo di Israele, non a tutto il mondo come per il cristianesimo.
Per esempio nell’episodio del vitello d’oro: « “Chi sta con il Signore, venga da me!”. Gli si raccolsero intorno tutti i figli di Levi. Gridò loro: “Dice il Signore, il Dio d’Israele: Ciascuno di voi tenga la spada al fianco. Passate e ripassate nell’accampamento da una porta all’altra: uccida ognuno il proprio fratello, ognuno il proprio amico, ognuno il proprio parente”. I figli di Levi agirono secondo il comando di Mosè e in quel giorno perirono circa tremila uomini del popolo.”
Ci vuole una bella fantasia a vedere in questo dell’amore (magari l’amore “malato” dell’amante che uccide “per amore” la compagna o viceversa).

E’ solo da poco che i cristiani non si combattono tra di loro e che le altre religioni non vengono perseguitate. Oggi si cerca di accreditare l’interpretazione che le altre religioni siano “manifestazioni differenti dello stesso dio (ma anche in questa visione ex-post c’è comunque l’interpretazione che vi sia una religione superiore, con le altre inferiori diffusesi presso esseri inferiori: d’altronde la chiesa cattolica lo dice apertamente nei confronti delle altre chiese cristiane). Bisogna proprio avere “fede” per accettare questa giustificazione ex-post che contrasta con tutta la storia del cristianesimo e dell’ebraismo.
Ma anche i musulmani dicono che il corano è un libro di amore e di pace …………

giovanni da livorno

Io non sono certo cattolico, però per 4 MILIONI DI EURO, qualche discorso cattolicista a comando, sarei MOOLTO tentato a farlo………………
Scusate, ma il fascino indiscreto del denaro non è cosa da poco. Non giudicatemi male, ma non sono incorruttibile (a quel prezzo poi…).
Saluti. GdL

MASSIMO

4 milioni di euro per fare quattro chiacchere? E questo nell’Italia che stintigna i 500 euro al mese ai pensionati che si sono rotti il culo una vita.
Ci vorrebbe una bella rivoluzione per cacciare questa classe dirigente italiana che fa schifo.
C’è gente che aspetta il ritorno di Cristo…. ma io vorrei che tornasse Robespierre.

Monsieur Bovary

Aspettare l’arrivo o il ritorno di qualcuno… mi sa sempre un po’ di “messianicità”.
La verità è molto più aspra e difficile… o ci muoviamo noi, tutti, senza gesti clamorosi ma con le scelte di ogni giorno, sempre presenti a noi stessi… o ci lasciamo vivere.
Del resto, la quotidianità è così ripetitiva… studiata apposta per ottundere la mente.

pier lorenzo de medici

è stucchevole questa propaganda religiosa , per di più affidata ( a buon prezzo) ad un guitto di bassa lega . Ritorniamo allo spirito di S.Francesco per dare una bella ripulita alle nostre coscienze traviate dal consumismo e dall’ignoranza

Gianluca

Mi viene in mente il film di Mel Brooks “La pazza storia del mondo”, dove impersonando Mosè scese dal monte Sinai con 3 tavole della legge e a tutti annunciò: “Il Signore mi ha dato questi 15 coman…” Crash! – rumore di una tavola che gli era caduta e si era rotta. “… Ehm, questi 10 comandamenti!” 🙂

A parte questo, bello il decalogo ateo, anche se non sono d’accordo su:

7. Tratta gli altri come vorresti che trattassero te e come ti aspetti ragionevolmente che vogliano essere trattati. Pensa al loro punto di vista.

che è poi quello che contesto ai cattolici (anche se questo è già molto meglio) che mi dicono che la regola aurea è la cosa migliore che ci sia. Non fare agli altri quello che non vuoi che sia fatto a te? E se sono masochista e non voglio che mi neghino bastonate nella schiena (o peggio…) che faccio, non le nego agli altri e li bastono?

Venendo al decalogo già è qualcosa aver inserito “…come ti aspetti ragionevolmente che vogliano essere trattati. Pensa al loro punto di vista.” Già è qualcosa.

Ma io direi: “Chiedi agli altri come vogliono essere trattati e cosa vogliono che sia fatto loro, dato che non stai nella loro testa e non puoi conoscere davvero il loro punto di vista.”

francesco s.

Io da ateo non ho bisogno di decaloghi, i comandamenti me li do da me stesso. Il mio è uno solo:

« Cerca di amare gli altri e, se proprio non riesci, almeno rispettali in ciò che merita rispetto »

Monsieur Bovary

Concordo.
Anche perché ogni situazione, per ogni persona, è così intrinsecamente diversa che un libretto di istruzioni proprio “non c’azzecca” secondo me.
La crudeltà di oggi può diventare carità domani… la scelta razionale di oggi la rovina di domani.
Tutti navighiamo a vista; ci sono solo errori meno evidenti e immediati di altro, ecco tutto.

Gianluca

“La trasmissione di Benigni è stata definita da un teologo cristiano “evangelizzatrice”

Certo, se sminuire la bestemmia giustificandola come un’usanza folcloristica di alcune regioni d’Italia vuol dire evangelizzare, siamo a posto…

Diocleziano

Bisogna distinguere l’evangelizzazione di base
dall’evangelizzazione di mantenimento… 😎

RobertoV

Per evangelizzare si è disposti anche a “contestualizzare”, l’importante è l’obiettivo. Vedi Fisichella con le uscite di Berlusconi.

Monsieur Bovary

Che mi insultino (o meglio, insultino il dio che sostengo mi abbia nominato suo portavoce), purché mi mantengano…

John

Bellissimo il decalogo laico. Lo faccio mio in ogni suo punto (in molti passaggi ho ritrovato concetti che avevo cercato di esprimere – male – anche io nei miei scorsi commenti).
Purtroppo non sono pochi gli integralisti, tanto atei quanto credenti, che ne sono molto distanti.
Però mi fa piacere conoscere anche molte persone che lo applicano, e ogni volta che ne trovo una è un incontro rinfrancante.

Frank

Grazie John, avevo delle perplessità nei confronti di questo decalogo laico ma, ora che ho letto che a te piace, sono sicuro che è una puttanata. 😆

francesco s.

@frank
Non capisco questo tuo astio nei confronti di John, neanche a me piace il decalogo laico, per la ragione che ho espresso in un commento antecedente. E dire che mi sembri una persona intelligente – chi ha senso dello humor solitamente lo è – ma vedo spesso che tratti a male parole l’utente John, sembra che tu abbia un pregiudizio nei suoi confronti. Non è bello. Non c’è modo di essere meno aggressivi con chi mostra cordialità?

John

francesco,
ma no, non bloccarlo, io lo trovo molto divertente: a volte rido per giorni di ciò che scrive. A me sembra intelligente proprio in virtù di ciò che mi scrive. E mi dispiace quando non trovo i suoi contro-commenti ai miei: mi incupisco e mi chiedo dove ho sbagliato…
I miei commenti senza i suoi resterebbero tronchi, e io mi farei molte risate in meno.

Frank

“Non c’è modo di essere meno aggressivi con chi mostra cordialità?”

Francesco.s, aggressivo mi sembra eccessivo…. forse un po’ caustico. 😉
John cerca di fare meno il furbetto del quartierino che tanto con me non attacca, tu che vivi circondato da atei “integralisti” che ti costringono a vivere in un nazione clericalista. 😆

francesco s.

ok diciamo caustici, non mi veniva il termine esatto quando ho scritto.

Engy

Non sono certo un’esperta ma non mi risulta che la predica sia ” la parte più importante della messa cristiana, come di qualunque altra funzione religiosa, perché è quella in cui il sacerdote si rivolge direttamente ai fedeli con parole proprie, al contrario di tutto il resto che è fatto di pura ritualità”.
Mi pare che anzi la predica sia la cosa meno importante, tant’è che chi frequenta spesso le messe anche feriali non lo fa certo per ascoltare la predica; mi pare che la questione fondamentale per un credente sia il momento in cui il pane e il vino diventano corpo e sangue di Cristo e che attraverso questa trasformazione (che ha un nome che non ricordo) ogni volta, in ogni messa venga rinnovato il sacrificio che Cristo ha fatto per l’umanità.
Attendo i credenti praticanti per sapere se ho detto cretinate….

FSMosconi

Mi sa che ti sei risposta da sola: ai chiesto ai credenti praticanti, non ai credenti in genere.
Ché dovendo trovare una media sarebbe qualcosa tipo: la predica è la parte meno noiosa (o più interessante, che è lo stesso), poi la parte più importante dovrebbe essere l’eucarestia.
Ma appunto: in media trai due estremi. Escludendo chi non ci va proprio. E cioè: chi va a messa solo per la predica, e forse nemmeno per quella, come un evangelico qualsiasi e chi ci va per l’eucarestia perché di idee integraliste.

E comunque si chiama transustanziazione.

John

“La predica è la parte meno noiosa?”
Spero che sia una battuta sarcastica. Qui devo semplicemente essere obiettivo: se si mettono insieme il 95% delle omelie delle messe, si ha una rassegna della noiosità più estrema che gli esseri umani possano produrre. Se Dio esiste, spero vivamente per tutti noi che il giudizio universale non sia basato sulla noiosità delle prediche.
Ad ascoltare un’omelia media mi viene davvero da dire “beati gli atei”.

Monsieur Bovary

@ John

La predica è il momento della messa in cui non ci si può affidare al rito… e l’uomo che ciancia dal pulpito appare in tutta la sua ridicola pochezza, malamente avvolta da paramenti spesso di infima qualità (e sempre di pessimo gusto).

FSMosconi

@John

Obbè, poco male: ho scritto in media.
Non è umanamente impossibile che alcuni sacerdoti riescano a rendere l’omelia addirittura più straziante del resto del rito.
Per umana pietà non me lo auguro… però è possibile.

gmd85

@E.n.g.y

Sarà, ma l’omelia è obbligatoria la domenica e nei precetti. Indipendente da come i credenti più o meno praticanti vedano la cosa.

Sandra

Obbligatoria la festa, e consigliata negli altri giorni, a discrezione del parroco che però non è esentato d’ufficio dal fare la predica in settimana:
Codice di diritto canonico, 767:
§2. Nei giorni di domenica e nelle feste di precetto, in tutte le Messe che si celebrano con concorso di popolo, si deve tenere l’omelia né la si può omettere se non per grave causa.
§3. Si raccomanda caldamente che, se si dà un sufficiente concorso di popolo, si tenga l’omelia anche nelle Messe che vengono celebrate durante la settimana, soprattutto quelle celebrate nel tempo di avvento e di quaresima o in occasione di qualche festa o di un evento luttuoso.

Marco Tullio

Hai detto giustamente, engy. L’omelia può apparire la parte più importante della Messa soltanto dal punto di vista ateo, per il quale gli aspetti mistici del rito e in particolare la Transustanziazione (è questo il termine che non ricordavi) sono cose prive di senso. Per il credente cattolico o ortodosso il Celebrante, molto più che maestro è sacerdote (“qui sacra dat”) e quello che fa e dice ritualmente conta INFINITAMENTE (alla lettera!) di più rispetto a ciò che insegna nell’omelia.

gmd85

@Marco Tullio

Come nelle religioni orientali. Dove sarebbe la novità?

Monsieur Bovary

Sì, proprio in linea con il dogma dell’infallibilità papale… sono le formulette e i ridicoli costumi a cui si ricorre nel tentativo di incutere timore reverenziale, laddove le doti (?) personali non valgono a conquistare nemmeno un poco di sincero rispetto o stima.

Stefano ™

@ Marco Tullio

Per il credente cattolico o ortodosso il Celebrante, molto più che maestro è sacerdote (“qui sacra dat”) e quello che fa e dice ritualmente conta INFINITAMENTE (alla lettera!) di più rispetto a ciò che insegna nell’omelia.

Sappiamo, si tratta della celebrazione dell’inefficacia delle soluzioni dell’apprendista stregone da parte di altro apprendista stregone.

giancarlo bonini

Certo, Engy, liturgicamente hi ragione: altri punti sarebbero quelli più importanti nella messa cattolica ma ti sei mai chiesta perché allora il prete dedichi 15 o 20 minuti alla predica (oltre la metà della durata complessiva del rito? Forse per avere a disposizione totale e completa un uditorio per le proprie valutazioni su qualsiasi argomento ( con la scusa di commentare la “parola di dio” e senza il minimo contradditorio?

FSMosconi

Che poi se vogliamo essere ancora più pignoli di decaloghi ce ne sono due e non sono certo quelle regolette morali contate, ma proprio un discorso di stampo legislativo o quasi. E non certo quel pastiche apologetico declamato dal Benigni nazionale…
Tanto per essere ancora più pignoli, il testo:
www .laparola. net/testo.php?riferimento=esodo+20%3A1-17&formato_rif=dv&vers_mult=v&versioni[]=Nuova+Riveduta&versioni[]=C.E.I.&versioni[]=Nuova+Diodati&versioni[]=Riveduta&versioni[]=Diodati&versioni[]=Commentario&versioni[]=Riferimenti+incrociati
www. laparola. net/testo.php?riferimento=esodo+34%3A1-29&formato_rif=dv&vers_mult=v&versioni[]=Nuova+Riveduta&versioni[]=C.E.I.&versioni[]=Nuova+Diodati&versioni[]=Riveduta&versioni[]=Diodati&versioni[]=Commentario&versioni[]=Riferimenti+incrociati
E qui una semplice analisi logica del testo:
www. utopia. it/index6.htm

Davide

Non sono convinto che la lettura del decalogo di B. fosse confessionale. Il vostro decalogo laico trasuda cristianesimo da tutti i pori. Riconoscerlo non sarebbe male. Uno degli aspetti interessanti della lettura di B., oltre a produrre una buona divulgazione sulla genealogia della morale corrente con la messa in evidenza delle modificazioni ecclesiastiche dei comandamenti, è che sia un laico non patentato a interpretare la parola di Dio. Non è poco né banale, perché ad esempio, sul “non uccidere” ha ulteriormente depotenziato Dio dicendo che neppure lui potrebbe perdonare chi uccide un essere vivente. Lo sforza di B. verso un’etica che riconosca le sue varie radici e trovi valori condivisibili a molte e diverse scelte filosofiche mi pare utile ed encomiabile (sebbene anche in B. si possano trovare molti difetti e debolezze come ad esempio quelle riguardanti il male). Ma contro chi si danna a scavare sempre e solo fossati uno che cerca di trovare mediazioni condivisibili mi piace proprio. In mezzo a tanti fanatismi evitiamo per favore quello ateo.

Gianluca

Davide

Scusa, ma non ho colto dove sarebbe il fanatismo ateo, nel voler stilare un decalogo, che poi, trasuderebbe cristianesimo da tutti i pori?

1. Sii di mentalità aperta e pronto a cambiare il tuo pensiero con nuove prove.
Il cristianesimo non pretende invece che si creda senza prove? Anzi, che uno ne vada pure fiero.

2. Sforzati di capire ciò che è più probabilmente vero, non credere in quello che vorresti lo fosse
Corollario del principio di sopra, in effetti quasi una ripetizione.

3. Il metodo scientifico è il mezzo più affidabile per comprendere la natura
Il cristianesimo invece si affida alla rivelazione.

4. Ogni persona ha il diritto di disporre del proprio corpo
Il cristianesimo dice proprio tutto il contrario.

5. Dio non è necessario per essere una buona persona o per dare alla vita pienezza e significato
Paradossalmente questo gli si avvicina di più, se nelle virtù cardinali la carità è messa sopra alla fede. Ma questa è una mia impressione.

6. Sii attento alle conseguenze delle tue azioni e riconosci che devi assumertene la responsabilità
Coincide con il libero arbitrio che però cozza inesorabilmente contro onnipotenza, onniscienza e volontà di Dio. In questo decalogo non cozza con niente.

7. Tratta gli altri come vorresti che trattassero te e come ti aspetti ragionevolmente che vogliano esse
re trattati. Pensa al loro punto di vista.
Il contrario della regola aurea, come ho scritto più su.

8. Noi abbiamo la responsabilità di tenere in considerazione gli altri, comprese le future generazioni
Il cristianesimo non dice di limitare le nascite in base alla sostenibilità delle risorse del pianeta… Anzi, crescete e moltiplicatevi.

9. Non c’è un unico modo giusto di vivere.
Nelle visioni più aperte, anche altri modi di vivere possono essere giusti, ma vivere da cristiano è meglio, dà la speranza di vita eterna.

10. Lascia il mondo un posto migliore di come lo hai trovato.
Chi se ne frega di questo mondo, tanto c’è il paradiso…

gmd85

@Davide

Io direi che il decalogo trasuda di pragmatismo e buon senso già dimostrato da altre religioni prima del cristianesimo. Si dovrebbe abbandonare la convinzione che il cristianesimo sia questa grande innovazione. E cominciare a pensare che pragmatismo e buon senso non passano solo dalla sfera religiosa. Anzi.

benjamin l'@sino

La predica, oggi come oggi, non te la fanno solo in chiesa. Basta esporsi a qualsiasi mezzo di comunicazione di massa “ufficiale” e ti becchi prediche su prediche, per di più in forme subdole che più subdole non si può (telegiornali compresi). Insomma, attraverso mile e mille canali c’è chi cerca di piantarti nella testa cosa devi pensare e come devi comportarti, e non è certo solo la Chiesa a praticare queste bassezze. Non è certo storia recente!

benjamin l'@sino

Alcuni punti del decalogo riportato sono alquanto opinabili.

1. Sii di mentalità aperta e pronto a cambiare il tuo pensiero con nuove prove …cosicché tu possa essere più facilmente manipolabile e meno forte del legame con la tua cultura.

2. Sforzati di capire ciò che è più probabilmente vero, non credere in quello che vorresti lo fosse … e, soprattutto, non prestare orecchio a chi cerca di farti credere cose contro al tuo interesse spacciandole per “il tuo bene”.

3. Il metodo scientifico è il mezzo più affidabile per comprendere la natura …ma gli scienziati sono umani e, oltre a non essere sempre quel gran “pozzo di scienza” che sostengono d’essere, spesso sono umanamente persone d’assai scarso valore — presta loro ascolto tenendo sempre lo scudo alzato.

4. Ogni persona ha il diritto di disporre del proprio corpo …e dicendoti questo ho appena sottolineato che credo, fermamente credo, nel precetto religioso della dualità corpo/spirito o, a voler essere moderatamente più ottimisti, non riconosco che la persona è una e indivisibile nella sua individualità.

7. Tratta gli altri come vorresti che trattassero te e come ti aspetti ragionevolmente che vogliano essere trattati. Pensa al loro punto di vista …non dimenticare però di assicurarti prima che ti ripagheranno con la stessa moneta. In mancanza di questa certezza, ignora questo punto del decalogo e fai quel che puoi per mettere in atto le contromisure necessarie senza troppe remore.

8. Noi abbiamo la responsabilità di tenere in considerazione gli altri, comprese le future generazioni …non dimenticare però i caveat del punto 7, e non dimenticare neppure che le future generazioni non esistono ancora e potresti fare in modo che continuino a non esistere, mentre quelle presenti sì.

9. Non c’è nessun modo giusto per vivere …nei limiti dei punti 7 e 8.

10. Lascia il mondo un posto migliore di come lo hai trovato …mmm …e se altri non fossero d’accordo col tuo concetto di migliore? Guarda, fai una bella cosa: cerca di non lasciare traccia del tuo passaggio — chi non si muove non fa danno.

Con animo lieve, nè!

Monsieur Bovary

Quasi tutto è opinabile per definizione, comprese le Sue… opinioni:

1. Anche la propria cultura originaria manipola… anzi, è in posizione privilegiata per farlo, poiché ci tiene sin dalla più tenera età, quando siamo più indifesi (rammenta i gesuiti? se ci darete un fanciullo ecc.);

3. Qui si parla del metodo, non dello scienziato in sé… che può essere vittima di bias, in buona fede (ma dovrebbe essere più pronto a rendersene conto), o manipolatore per interesse personale… l’ipse dixit non dovrebbe attaccare mai, in un modo raziocinante;

4. Mi sembra una puntualizzazione un po’ fine a se stessa: noi siamo il nostro corpo, che però è anche oggetto su cui agiamo (i verbi riflessivi… lavarsi, curarsi, nutrirsi, istruirsi…);

D’accordo con i punti 2, 7, 9… e soprattutto con i punti 8 e 10!

benjamin l'@sino

Accolgo di buon grado le critiche perché sono sensate. E’ vero: avrei potuto formulare con più attenzione le mie puntualizzazioni, visto che in alcuni casi non sono stato preciso è ho lasciato spazio per fraintendimenti. E’ anche vero che ho buttato giù il tutto alquanto di getto in una miserrima manciata di minuti, mentre credo che chi ha scritto il decalogo originale ci abbia dedicato ben più attenzione con risultati certo non migliori.

Ah, scrivere quanto sopra mi fa venire in mente un interrogativo divertente: perché l’autore ha scritto proprio un decalogo? Cos’è questa moda per la quale se devo definire una serie di princìpi d’un qualche tipo devono per forza essere dieci? (facci caso, succede MOLTO spesso) Sarà mica per la stessa storia del separare corpo e mente senza darsi troppo pensiero?

John

Benjamin:
Mi sento anche io di contro-replicare… le tue contestazioni al decalogo laico sono piuttosto deboli, e non reggono:

1. cosicché tu possa essere più facilmente manipolabile
No: si dice “con nuove prove”. Chi cambia davanti a “nuove prove” non è manipolabile, è semplicemente razionale.

2. …e, soprattutto, non prestare orecchio a chi cerca di farti credere cose contro al tuo interesse spacciandole per “il tuo bene”.
Nel secondo punto del decalogo si parla di tutt’altro. Credere in ciò che appare vero e non in ciò che vorrei che lo fosse non significa “prestare orecchio” a qualcuno, ma saper ragionare da soli.

3. …ma gli scienziati sono umani…
Infatti qui si dice “il metodo scientifico”, non “gli scienziati”. C’è una bella differenza.

4.dicendoti questo ho appena sottolineato che credo, fermamente credo, nel precetto religioso della dualità corpo/spirito.
Perché? Dire che esiste “il corpo” significa dire che esiste anche lo spirito? Allora, se sostengo che esiste un sasso sostengo anche che esiste l’anima dei sassi? Un po’ di logica, per favore…

7. non dimenticare però di assicurarti prima che ti ripagheranno con la stessa moneta. In mancanza di questa certezza, ignora questo punto del decalogo:
quella che enunci tu non sia una legge laica, ma una legge egoistica. Nessun laico ragionevole crede ad una identità fra laicità ed egoismo.

8. …non dimenticare neppure che le future generazioni non esistono ancora e potresti fare in modo che continuino a non esistere, mentre quelle presenti sì
Di nuovo un po’ di logica: prestare attenzione alle future generazioni non implica non prestare attenzione a quelle presenti. A meno che non vogliamo fare inferenze un po’ a caso.

9. Non c’è nessun modo giusto per vivere …nei limiti dei punti 7 e 8.
Se ci sono dei limiti al punto 9, significa che in una certa misura secondo te esiste un modo giusto per vivere (perché poni dei limiti a quel “non”). E pensare ciò significa essere parecchio dogmatici.

10. e se altri non fossero d’accordo col tuo concetto di migliore? Un po’ di pragmatismo non guasta… in molti casi si è tutti ragionevolmente d’accordo su che cosa significhi “migliore”.

benjamin l'@sino

John, non spaccare il capello in quattro, dài! Cogli piuttosto l’intenzione di fondo: far presente che ogni decalogo è di parte, anche se laico, e presta il fianco a infiniti “ma” e “se però”. Dunque, pare proprio che i decaloghi servano a poco oltre ad alimentare polemiche e confusione. Indipendentemente dal fatto che siano scolpiti su lastre di pietra o di plastica.

I punti fermi per regolamentare la propria vita (che poi così fermi non sono mai) ognuno li trova sostanzialmente in due cose: 1) l’imposizione più o meno violenta di regole dall’alto (a volte mascherata sotto strati di gommapiuma, comunque imposizione resta) e 2) l’insieme delle proprie esperienze di vita e la loro interpretazione soggettiva.

John

Benjamin
Cogli piuttosto l’intenzione di fondo: far presente che ogni decalogo è di parte

Va bene: colgo l’intenzione, e in questi termini la condivido.
Comunque, secondo me il fatto che sia di parte non significa che un decalogo non possa essere enunciato, con questo significato: “questo è il mio decalogo, sono le regole che ioapplico a me stesso, che non impongo a nessuno e che secondo me sono le più valide, per cui io ho stima delle persone che lo applicano.
È con questo spirito che a mio avviso va enunciato il “decalogo laico” (come qualunque altro sistema di pensiero). E allora, il fatto che è “di parte” non solo non lo sminuisce ma gli dà valore, perché, in qualche modo, il modo in cui lo si presenta rispetta proprio ciò che c’è scritto al suo interno.

Engy

John, mentre anche a te auguro tante buone cose, anzi …. un buon Santo Natale, devo dire che sei insuperabile: qui ti entusiasmi per un decalogo che più banale non si può, ma un paio di giorni fa circa ti sei superato: quando hai detto che ami sentir parlar di religione alla tv soprattutto da Odifreddi. Veramente, lì hai raggiunto l’apice del paraculismo! Però sei divertente! :mrgreen:

Stefano ™

qui ti entusiasmi per un decalogo che più banale non si può

Senti, cara agnostica cattolica, quello inventato dal personaggio di fantasia Mosé come lo ritieni?

gmd85

@E.n.g.y

2. Sforzati di capire ciò che è più probabilmente vero, non credere in quello che vorresti lo fosse

Questo deve darti un fastidio atroce.

Ti secca che ci sia chi concorda dall’altra parrocchia?

Dimmi, tu come vivi?

gmd85

@E.n.g.y

Tu l’apice l’hai raggiunto subito, appena ti sei presentata. Non di parac.ulismo, però…

Engy

gmd85,
dunque tu mi chiedi come vivo ..
E come vivo? Vivo.
In povertà mia lieta
scialo da gran signore
rime ed inni d’amore.
Per sogni, per chimere
e per castelli in aria
l’anima ho milionaaaaa-ariaaaaaa……….
Ma che ne sai ….!

gmd85

@benjamin

Un po’ homo homini lupus, m non del tutto errato, tenendo conto delle due precisazioni che hai esposto successivamente. Non ho capito il punto 4, però.

benjamin l'@sino

Il punto è che (per come la vedo) nella persona non esiste il dualismo corpo/mente (qualcuno, equivocando, chiama la mente spirito). Esiste la persona nella sua unitarietà. Solo che fin da bambini ci viene insegnato il contrario, con la complicità del fatto che il modo di pensare umano favorisce l’equivoco, specie se ci si mantiene su un livello di riflessione piuttosto superficiale. Che il fraintendimento abbia radici molto antiche lo fa capire anche la lingua, strutturata in modo da rendere molto semplice esprimere l’idea d’un dualismo quasi dicotomico e molto difficile esprimere l’idea opposta (servono non pochi giri di parole, a danno dell’immediatezza del messaggio).

gmd85

@benjamin

Ok. Ma io intenderei il punto 4, invece, come negazione di questa dicotomia, o dualismo che dir si voglia.

Engy

Questo decalogo secondo me vuole ignorare un dato che tutti conosciamo e abbiamo anche sperimentato e cioè che nessuno di noi può imporre alle propria mente emotiva di andare sempre pari passo con quella razionale e in ogni caso non siamo del tutto padroni del nostro pensiero.
Quindi possiamo scriverci tutti i decaloghi che ci piacciono, ma la cosa potrà reggere per un po’ per poi diventare lettera morta e allora potremo credere anche in ciò che rende gli altri molto scettici, ad esempio che la tale ginnastica cinese non ci fa guarire dal nostro problema di un cancro al seno ma ci fa stare molto meglio, o che con la cromoterapia la nostra terribile psoriasi si è calmata, migliora. E questo succede anche chi non è necessariamente ignorante e tonto e indottrinabile.
E non possiamo più di tanto comandare il proprio pensiero evidentemente per cui, rimamendo nell’ambito della fede o dell’ateismo, sappiamo – soprattutto quando ci definiamo razionalisti – che nell’uno e nell’altro caso potrà succedere un giorno che cambiamo idea radicalmente e non sempre a seguito di prove schiaccianti.

gmd85

@E.n.g.y

Che tu ceda alla sfera emotiva è solo ed esclusivamente un tuo problema. E che tu voglia credere alle baggianate, anche. Così come lo è l fatto che ti crei problemi che ci sia chi alla sfera emotiva non cede. Non mi dilungo sulle fesserie pseudo-mediche. Ma ti chiedo, tutto questo col decalogo che diavolo c’entra?

che nell’uno e nell’altro caso potrà succedere un giorno che cambiamo idea radicalmente e non sempre a seguito di prove schiaccianti.

E chi l’ha mai detto? Non è che ci si sveglia la mattina e si decide.

Ohibò, le conversioni lampo, però, ci sono.

Insomma, quagliando, che volevi dire?

Engy

poi guarda caro, anche per me rimangono fesserie pseudo-mediche, ma capita che qualche amica o collega si ammali e tragga giovamento da queste fesserie e capita che la sfortunata non sia precisamente una deficiente.
io quindi prendo atto, rimango scettica ma SO che se dovessi ammalarmi seriamente, probabilmente ANCH’IO le tenterei tutte, e comunque di fronte a una malata di cancro che mi racconta di una tale ginnastica cinese che la fa sentire meglio, cosa faresti tu? Infieriresti ancora?

gmd85

@E.n.g.y

E chi ha detto che non si debba provare. Autoconvincersi… fa miracoli. Certo che non infierirei. ma non mi tirerei indietro dall’analizzare il fenomeno. Non fosse altro che qualunque esercizio fisico che contribuisca a mantenere attiva la massa magra aiuta a sentirsi meglio. Anche una camminata e qualche semplice esercizio multi-articolare.
Ciò detto, ti chiedo, di nuovo, tutto ciò cosa ha a che vedere con la news?

FSMosconi

@Engy

Mi sa che stai menando il can per l’aia: non è che si possa controllare tutto. Grazie. E non è nemmeno però che non si possa controllare nulla.
A maggior ragione se si parla di fede: poniamo il caso che sia spontanea e incontrollabile (tipo un evento fisiologico), questo è la prove di che? E perché dovrebbe esserlo? Se è naturale, e non c’è alcuna ragione per accondiscendere a questa riduzione, la fede non ha mica il monopolio della spontaneità, anzi, non c’è alcuna ragione per cui debba essere per forza un fatto positivo né tanto meno negativo né che sia una ragione per non porla razionalmente nel campo del controllabile, sia pure limitatamente…

Giorgio Pozzo

in ogni caso non siamo del tutto padroni del nostro pensiero

Certo, ma il decalogo non vuole affatto imporre un pensiero. Se guardi bene, si tratta di un misto di comportamento etico, diritti inalienabili, e principi morali, oltre che constatazioni direi perfino ovvie.

Engy

Pozzo,
per risponderti intanto mi associo all’ottima osservazione di Beniamino l’asino il quale constata questa sempre più frequente smania di decaloghi (“Cos’è questa moda per la quale se devo definire una serie di princìpi d’un qualche tipo devono per forza essere dieci?”).
In ogni caso ribadisco che – per me – questo decalogo pretende di imporre un pensiero: il primo è che alla fine gli atei sono migliori dei credenti (quindi uguale al contrario rispetto a quanto dicono certi credenti, tipo articoli uccr), secondo, si lascia trapelare, pur dicendo di essere disponibili a cambiare idea, l’impossibilità assoluta per un ateo di diventare credente: infatti la frase si conclude con il riferimento alle prove certe.
Terzo, a proposito di quel che dici, comportamento etico, diritti inalienabili, ecc., a sembra davvero che sia un decalogo banale, scritto tutt’altro che egregiamente, in certi punti sembra un decalogo da psicologia da supermercato; anche tu comunque parli di constatazioni ovvie. E di solito quando ci si prende la briga di dire cose ovvie si diventa banali.

Massimo Maiurana

In ogni caso ribadisco che – per me – questo decalogo pretende di imporre un pensiero: il primo è che alla fine gli atei sono migliori dei credenti

Parti però da una premessa sbagliata, e cioè che questo sia un decalogo ateo. In realtà è un decalogo laico, che non impone nulla ma semmai propone un modo di vedere le cose che può andare bene per tutti, credenti e non. Non ti promette nessuna beatitudine eterna né minaccia la dannazione eterna, e se è per questo non ti dice neanche di osservarlo. Poi certo, c’è anche gente che usa il termine ateo come sinonimo di cattivo 😉

gmd85

@E.n.g.y

Intanto, si parla di decalogo laico. Lo può seguire chiunque. A meno che tu non creda che queste linee guida non possano essere seguite anche da chi è credente.

il primo è che alla fine gli atei sono migliori dei credenti

No, semmai, che le regole esaltate da benigni non sono le migliori e le uniche valide.

secondo, si lascia trapelare, pur dicendo di essere disponibili a cambiare idea, l’impossibilità assoluta per un ateo di diventare credente: infatti la frase si conclude con il riferimento alle prove certe.

Perché? Le prove servono solo per essere atei? Io direi che servono anche per capire se le pseudo-cure sono valide o meno. Ma tu ti fermi prima. Comunque, quando mi porteranno la prova certa dell’esistenza di Dio, prontissimo a cambiare idea. Che ragioni a senso unico s’era capito.

Ma hai complessi di inferiorità?

Terzo, a proposito di quel che dici, comportamento etico, diritti inalienabili, ecc., a sembra davvero che sia un decalogo banale, scritto tutt’altro che egregiamente, in certi punti sembra un decalogo da psicologia da supermercato;

Ah, si? Sbaglio o scartavetri sempre le gonadi ripetendo che tutti devono poter dire la loro? Questo è un diritto inalienabile o psicologia da supermercato? Comunque, sappiamo bene come la pensi, da buona conservatrice pseudo-progressista.

E di solito quando ci si prende la briga di dire cose ovvie si diventa banali.

Tesoro, tu basi la tua linea sulle ovvietà. Pensa un po’ come risulti…

Aspetto ancora di sapere come vivi, sempre che tu abbia capito la domanda…

Engy

Certo Maiurana,
ma solo certi cretini intendono l’ateo come cattivo, così come altri cretini giudicano il credente come cattivo (e cretino).
Anch’io purtroppo (come tutti) non sfuggo a momenti di cretineria più o meno acuta, ma questo tipo di mentalità non mi appartiene.
🙂

gmd85

@E.n.g.y

Mi sa che questi momenti ti riacchiappano di continuo, però. Rispondi solo sull’accezione del termine ateo?

Marco Tullio

La veridicità storica del racconto biblico circa la schiavitù degli Ebrei in Egitto e l’Esodo non ha – di per s é – la minima importanza. L’ha, invece, grandissima, il fatto che la Bibbia costituisce il più antico libro esistente (e per millenni l’unico) basato sul glorificare non chi sia stato capace di fare schiavo qualcun altro, ma qualcuno che si era (o si sarebbe) liberato dalla schiavitù.

Diocleziano

… la Bibbia costituisce il più antico libro esistente…

Marco Tullio, una tale sciocchezza da te non me la sarei aspettata: all’epoca della iniziale stesura dei primi libri della bibbia, la letteratura sumera aveva già fatto in tempo a sorgere e tramontare; e poi, senza dei precedenti da dove scopiazzare, come potevano redigerla?
Non sarai mica di quelli che pensano anche che gli ebrei siano il popolo più antico della terra, eh?

Marco Tullio

Diocleziano! Leggi almeno tutto il periodo prima di rispondere alle prime due parole. Non ho affatto sostenuto che la Bibbia sia il più antico libro esistente, ma che – tra i libri esistenti – essa è il più antico che glorifica la capacità di un popolo di liberarsi dalla schiavitù, e non quella di rendere schiavi altri. Non sono in grado di dire se i testi citati da FSMosconi siano, sotto questo aspetto, paragonabili, perché l’ Esodo non parla di una liberazione da un predomino politico, ma proprio dalla schiavitù in senso sociologico. Comunque riconosco la mia ignoranza in fatti cultura iranica, indiana, cinese ecc. Ho un po’ di praticaccia delle culture da cui discende la nostra attuale: la greca, la romana e la giudaica. E posso tranquillamente affermare che soltanto in quest’ultima mi sono imbattuto in testi molto antichi che parlano positivamente di schiavi che si ribellano e si liberano, che deplorano – come spesso si trova nei Profeti – lo sfruttamento dei poveri, che descrivono – come si trova nei Vangeli – il caso d’ un maestro che aveva delle discepole.
E – ripeto – quanto all’influsso culturale di tali testi, quello che conta è il messaggio.

FSMosconi

@Marco Tullio

Io ci andrei un po’ piano con le parole: a me risulta che sia come minimo legislativamente legittimata la schiavitù nell’Esodo:
www .laparola .net/ricerca.php?brano=esodo&frase=schiavo&formato_rif=dv&versione=Nuova+Riveduta.
www. laparola. net/ricerca.php?brano=esodo&frase=schiavo&formato_rif=dv&versione=Nuova+Riveduta
www. laparola. net/ricerca.php?brano=esodo&frase=schiava&formato_rif=dv&versione=Nuova+Riveduta
(Limitandoci al solo Esodo, nota bene)

Stefano™

@ Marco Tullio

In un libro (meglio un insieme) più recente Gesù, nelle parabole che racconta, usa la relazione padrone/schiavo senza battere ciglio. Evidentemente si era dimenticato dell’Esodo. Capisci l’importanza del libro antico che esalta la liberazione degli schiavi…
Che poi di schiavi ebrei in Egitto non ci sia traccia che vuoi che conti…
Che i presunti schiavi liberati abbiano vagato per 40 anni senza lasciare tracce, meno ancora.
Marco Tullio il libro in questione non ha niente a che vedere con questioni etiche riguardanti la schiavitù, è il tentativo maldestro di dare un’identità a chi non ne aveva alcuna.

gmd85

@Marco Tullio

Veramente, Prometeo, per amore degli Uomini ha sofferto e non poco.
Li ha letti link sull’Esodo postati da Mosconi, si? La Bibbia è tanto basata sull’abolizione della schiavitù che come il cristianesimo ha preso piede gli schiavi hanno cominciato a sparire… ma piantala.

FSMosconi

@Maro Tullio

Veramente tutta la cultura iranica sarebbe nata in opposizione al dominio babilonese, tanto da declinare la storia vedica dei Kaurava contro i Pandava nel non meno prolisso racconto degli Ariya contro i Turan. Tanto da essere stati i primi (in quel luogo s’intende) a inventarsi la storia di una strage di innocenti da parte di un re malvagio – Zahhak o Azi-Dahaka che dir si voglia -…
Tant’è che i tanto originali ebrei dovettero, diciamo così, pagare pegno e titolare Messia [altro riadattamento di un concetto iranico] il re persiano Dārayawuš I (Dario I di Persia)…
E tanto da dover ricordare l’ultimo riflesso di ciò nel patriottismo anti-arabo nello Shahnameh di Ferdowsi.

Ma così, giusto per ricordarlo.

Giorgio Pozzo

la Bibbia costituisce il più antico libro esistente

Urca! e io che credevo fosse il Necronomicon… :mrgreen:

Scherzi a parte, mi piacerebbe capire quale sia allora il più antico libro non esistente…

Marco Tullio

@Giorgio Pozzo. La Bibbia costituisce il più antico libro esistente (e per millenni l’unico) basato sul glorificare non chi sia stato capace di fare schiavo qualcun altro, ma qualcuno che si era (o si sarebbe) liberato dalla schiavitù”. Così avevo scritto. Sai leggere? Qualora ciò fosse, ti invito a riflettere, ad esempio, sulle parole “Messa cristiana” dell’articolo. Esistono “Messe” non cristiane?

nightshade90

A quanto mi risulta, il più antico libro esistente è l’epopea di ghilgamesh.

Quanto alla schiavitù, nella Bibbia non si dice assolutamente NULLA contro la schiavitù in generale come concetto. In compenso in numerosi passi viene non solo perpermessa da dio, ma addirittura giustificata ed esaltata (per non parlare del concetto di sterminio e genocidio dei nemici: quando dio “dona” agli ebrei la terra promessa, essa era già abitata. E dio quindi decide di votare allo sterminio quei popoli: sancisce il precetto sacro ed inviolabile a cui gli ebrei devono attenersi di STERMINARE FINO ALL’ULTIMO UOMO, DONNA, BAMBINO O ANIMALE DOMESTICO OD D’ALLEVAMENTO dei popoli conquistati qualora non si arrende no prima della battaglia. Addirittura il re Saul viene deposto da dio perché aveva osato non sterminare le mandrie dei nemici assieme al popolo conquistato, tenendolo da parte per i sacrifici a dio)

parolaio

Mamma mia quante cose sbilenche ci sono in questo articolo!
Partendo dall’inizio in cui si parla della ‘predica’.

Quella della predica è la parte più importante della messa cristiana – No, tanto è che in molte messe non viene nemmeno fatta.
come di qualunque altra funzione religiosa – No, ci sono funzioni cristiane che proprio non la prevedono. Suppongo anche nelle altre religioni.
perché è quella in cui il sacerdote si rivolge direttamente ai fedeli con parole proprie, al contrario di tutto il resto che è fatto di pura ritualità. – Assolutamente no, è ritualità la lettura della Bibbia? Considerare poi le preghire in generale una forma di rito… significa non avere idea di cosa sia la preghiera.

La predica è esegesi dei testi sacri, è spiegazione della dottrina, è enunciazione del punto di vista ecclesiastico su qualunque argomento. – L’esegesi è la spiegazione del testo, di quello che vuol dire. la Chiesa si deve adeguare, non il viceversa.

In una parola è la voce del pastore, quindi della Chiesa.– Cioè quello che dice un singolo predicatore deve valere per tutti? Fatico (per essere tenero) ad ammettere l’infallibilità del papa… questa poi non è nemmono richiesta dal più severo dei catechismi!

Nemmeno l’audience sembra essere stata eccezionale, almeno non rispetto ai numeri che lo stesso comico aveva ottenuto con le performance precedenti e considerato anche il fatto che pare non ci siano state molte alternative negli altri palinsesti.
Che arrampicata sugli specchi! Per dire che 10M di spettatori sono pochi c’è bisogno di paragonare il tutto ad altre performances di Benigni stesso, oppure andare a guardare le programmazioni alternative. E’ stato un indubbio successo, francamente non capisco perché vi bruci così tanto. In effetti siete sempre molto attaccati al numero, al contrario di noi che, sappiamo, la storia della Salvezza è dai tempi di Noè e Abramo una storia di piccoli resti.

Imprecisioni poi ne ho notate anche io, diverse da quelle cui fa riferimento Maiurana, dettate come al solito dalla classica superficialità di chi studia non per capire ma solo per poter criticare.
E’ questo è un vostro tema ricorrente, ogni studioso ‘ama’ la materia che studia, lo studio porta con se una fatica che solo la bellezza dell’oggetto studiato compensa. Nessuno può studiare seriamente qualcosa da cui non è attratto. Lo studio fatto solo per criticare finisce sempre con l’essere superficiale, come le vostre critiche alla Bibbia dimostrano, che sia il Nuovo o il Vecchio Testamento.

Se non fosse per questo limite vi basterebbe applicare i punti 1 e 2 del “Decalogo Laico” per capire quanto la deminizzazione che fate su tutto ciò che riguarda le religioni sia molto lontana dalla realtà.

Buon Natale a tutti!

FSMosconi

Sulla parte della predica vedi sopra.
Sull’esegesi terrei a mente invece il fattore sociologico: perché un’interpretazione una volta va bene l’altra no? E su quali basi se il testo, che in linea MOLTO teorica dovrebbe rimanere identico a se stesso, appunto rimane identico? Non penso serva un grande sforzo per porsi queste domande…

Sui numeri non meriteresti nemmeno una risposta: se dunque il numero era ininfluente perché sbandierare il numero di spettatori come un successo? Se il successo è ed è sbandierato ipso facto non è ininfluente. Non vorrei che gesuiticamente quello che si appelli ai numeri fossero le gerarchie ecclesiastiche invece, fingendosi piccole piccole quando c’è da discutere della loro forza reale e sulla popolazione e facendosi grandi quando c’è da calcare la mano (citando un’osservazione gramsciana).

Imprecisioni poi ne ho notate anche io, diverse da quelle cui fa riferimento Maiurana, dettate come al solito dalla classica superficialità di chi studia non per capire ma solo per poter criticare.
E’ questo è un vostro tema ricorrente, ogni studioso ‘ama’ la materia che studia, lo studio porta con se una fatica che solo la bellezza dell’oggetto studiato compensa. Nessuno può studiare seriamente qualcosa da cui non è attratto. Lo studio fatto solo per criticare finisce sempre con l’essere superficiale, come le vostre critiche alla Bibbia dimostrano, che sia il Nuovo o il Vecchio Testamento.

Sinceramente non c’è alcun nesso logico: non penso che chi studia strategia militare gli piaccia veramente tutto ciò che studia. Un pacifista può amare Sun Tzu, Machiavelli e l’aspetto “artistico” dei mezzi bellici ma avere il ribrezzo, giustamente, per le armi e i loro effetti (vd. Miyazaki). Per dire che una tale infantile scusa potevi anche risparmiartela: d’altronde se lo studio fosse legato solo alla celebrazione di ciò che piace togliendo tutto il resto non sarebbe studio, ma ossessione. Cosa ben diversa.

Stefano ™

@ Parolaio

Lo studio fatto solo per criticare finisce sempre con l’essere superficiale

No parolaio, si chiama falsificazione. Sulla base di sani principi epistemologici, non di pii desideri.
Quel che è superficiale è tenere per buone credenze non giustificate.

Stefano ™

@ parolaio

Sai cosa è superficiale? Il fatto che un onnipotente pure onnisciente dia un messaggio così sballato da dover essere interpretato e che le interpretazioni si autovalidino in base alle interpretazioni.
Parolaio, che l’interpretazione invece di essere la soluzione sia il problema?

gmd85

@parolaio

10 milioni… presi con l’auditel? Che se non sbaglio si limita a contare le connessioni, indipendentemente dal fatto che si rimanga sul canale. Sarà…

A te non viene mai il dubbio che ci sia chi studia in ottica giustificazionista? Il resto l’ha detto Mosconi.

@FSMosconi
Tocco di classe con Myiazaki 😉

FSMosconi

Grazie: è uno dei miei registi preferiti non a caso.
(Avrei pure potuto citare John Woo con Red Cliff ma penso che Miyazaki renda moolto meglio la cosa:
“Tu, tra un mondo con le piramidi e un mondo senza piramidi, quale preferisci?”
“chi guadagna con la guerra è un farabutto, chi non riesce a guadagnare cacciando taglie è un imbecille”
[e varie altre perle])

Stefano ™

@ parolaio

Lo studio fatto solo per criticare finisce sempre con l’essere superficiale, come le vostre critiche alla Bibbia dimostrano, che sia il Nuovo o il Vecchio Testamento

Ma no parolaio, le critiche sono critiche. Quelle che sono superficiali sono vostre critiche alle critiche, sulla base di presunte, alternative, mai specificate, interpretazioni dell’indifendibile. Facciamo una prova? Ad ogni critica infondata da parte nostra segua la tua (vostra) e vedrai che ce ne sarà pure per quella. Sono i fondamenti che non stanno in piedi, da qualsiasi parte tu li guardi. Quale l’interpretazione tu scelga.
Troppo facile liquidarla tentando di spostare il bersaglio usando qualche aggettivo.

Marco Tullio

@FSMosconi. Grazie, vir doctissime. Ma che c’entra? Il fatto che qualcuno abbia cantato la lotta dei Kaurava contro i Pandava ecc. che cosa dimostra contro il racconto biblico dell’Esodo? E, soprattutto, che cosa toglie al suo messaggio e alle conseguenze che ne vengono tratte? Conseguenze che sono di giustizia e di carità verso i ceti più umili con la motivazione spesso ripetuta “Ricordati che tu sei stato schiavo in Egitto” (Deuteronomio 24/18). Un “memento” ben diverso da quello che Virgilio attribuisce ai Romani: “regere imperio populos”. E francamente fra i due …

FSMosconi

Provo a rispiegarlo:
I persiani si sono riuniti come principato indipendente sotto l’egida babilonese, che dal loro punto di vista era quello dei pagani (meglio: adoratori di daeva/div) contro i praticanti della Giusta Religione (quella di Ahura Mazda/Ormazd). La loro indipendenza fu ottenuta da una liberazione dal giogo babilonese. Ora, se tu non ci vedi come minimo lo stesso identico messaggio non so come meglio spiegartelo [ma forse potrebbe riuscirci meglio Erodoto e l’Avesta stessa]…

Se non fosse chiaro il paragone NON è tra Romani-Ebrei (che pure i Romani ne hanno avute cogli Etruschi…) bensì i più vicini e cronologicamente anteriori Persiani.

gmd85

@Marco Tullio

C’entra che, come al solito, il cristianesimo non ha innovato niente. Tra l’altro, abolire la schiavitù in un’ottica di salvezza e non come pratica disumana, non è tutto questo grande merito.

Marco Tullio

Io mi limito a sostenere che il problema dell’originalità o meno, dell’innovazione o meno del Cristianesimo, della veridicità storica o meno dei racconti biblici, delle eventuali fonti di quei racconti e delle dottrine religiose connesse, tutto ciò presenta grande interesse erudito, ma non dimostra nulla che ci riguardi.
Ritengo, invece, di grande importanza storica – per la storia della NOSTRA cultura – l’immissione di tali racconti e di tali dottrine nel crogiuolo culturale ellenistico-latino a partire da I Secolo d. C. E ritengo che alcuni aspetti di quei racconti (la liberazione di un intera popolazione di schiavi, la contestazione aperta del sovrano ingiusto nella figura del Faraone, la meschina figura di Pilato, l’orrore per la crocifissione, l’aperta contestazione di sommi sacerdoti, pubblicani e funzionari vari, compreso un avvocato) abbiano funzionato – insieme a molta parte dei Profeti e dei Vangeli – non certo da manifesto rivoluzionario d’immediata applicazione, ma da “lievito”, “seme”, “sale” (per riprendere le immagini del Vangelo) nella civiltà che si è sviluppata da quella greco-romana. In altre parole, che saremmo diversi, e probabilmente peggiori, se non avessimo alle spalle la tradizione greco-romana arricchita da quella giudaico-cristiana.

gabrielik

Molto, molto meglio il monologo sui 10 comandamenti di George Carlin, che dura peraltro solo 6′ e non costa tanto quanto quello di Benigni.

Frank

Marco Tullio, quello che dici è assolutamente falso, frutto di una semplificazione della storia vera perpretato col fine di accaparrarsi tutti i meriti delle conquiste sociali fatte dall’umanità ma, ammettendo che quello che tu hai detto sia tutto vero, come ho detto al tuo compagno di merende sparolaio in passato, tu e tipi come te ai tempi del presunto esodo sareste stati con il faraone, avreste apprezzato Pilato, criticato chi lo avrebbe contestato, gioito per la crocifissione di Gesù, ecc. ecc. ecc., perchè siete solo degli ipocriti e come tutti gli ipocriti state sempre dalla parte del più forte per far volta gabbana al momento opportuno. Ergo andate a fare i sevi del potere da un’altra parte perchè tanto qui non attacca. Spero di non essere stato troppo aggressivo. 😉

Marco Tullio

@Frank. Quando la controparte perde le staffe … è buon segno, che induce a ritenere il consiglio d’andare “da un’altra parte” dettato da inconfessati dubbi sulla validità dei propri argomenti.

gmd85

@Marco Tullio

No, è dettato dalle fesserie che scrivi e che continui a ripetere nonostante le si obiettino. Certo che sei una macchietta con queste uscite 😆

Frank

Marco Tullio questa tua risposta dimostra che ho ragione:
Come tutti gli ipocriti vedi quello che ti fa comodo vedere. Da dove noteresti che io abbia perso le staffe? Ci ho pure messo il faccino che strizza l’occhio. 😉 Continuando….. come tutti gli ipocriti pensi che se qualcuno faccia o dica qualcosa abbia un doppio fine, io ti ho dato un consiglio poi se vuoi continuare a fare brutte figure continua pure a farlo. Avere dei dubbi sulle mie argomentazioni? Ma sai leggere? Ti ho detto che anche se tu e quelli come te avessero ragione sui fatti avete comunque il torto essendo ipocriti di non potervene vantare perchè allora come ora sareste e siete dalla parte dei persecutori, mah…….. 😆

Stefano™

@ Marco Tullio

Il tuo dio ha perso le staffe sia in versione padre sia in versione figlio: forse sapeva che i suoi argomenti non erano un granché?

Stefano™

@ Marco Tullio

Il tuo dio ha perso le staffe sia in versione padre sia in versione figlio: forse sapeva che i suoi argomenti non erano un granché?

Marco Tullio

@Frank. Che tu abbia perso le staffe è evidente. A me basta avere ragione sui fatti. Delle opinioni circa la mia persona (per di più espresse da chi, non conoscendomi, può parlare soltanto per acribia preconcetta, eccitata, forse, dall’aver trovato i miei argomenti decentemente persuasivi), come si dice a Roma, nun me ne potrebbe … Auguri per l’anno nuovo.

gmd85

@Marco Tullio

Che tu abbia perso le staffe è evidente.

Lo vedi solo tu.

A me basta avere ragione sui fatti.

No, a te basta convincerti di avere ragione.

aver trovato i miei argomenti decentemente persuasivi

Per l’appunto…

Frank

Scusa gmd85 non avevo letto i tuoi commenti, praticamente avevi risposto tu al posto mio, ti ringrazio nella speranza che una doppia risposta possa fare uscire il Marco Tullio dal suo torpore mentale ma non credo sia possibile. 😆

Frank

“Che tu abbia perso le staffe è evidente.”

Io le staffe non le ho perse ma se sei convinto di questo continua pure, del resto è tipico dei dogmatici confondere le proprie opinioni per dati di fatto.

“A me basta avere ragione sui fatti.”

Ulteriore dimostrazione che sei un dogmatico.

“Delle opinioni circa la mia persona (per di più espresse da chi, non conoscendomi, può parlare soltanto per acribia preconcetta, eccitata, forse, dall’aver trovato i miei argomenti decentemente persuasivi), come si dice a Roma, nun me ne potrebbe …”

A differenza di te non sono un dogmatico, ho avuto modo di capire che persona sei dai commenti scrivi da tempo qui (o ti devo invitare a rileggerti quello che scrivi?), se poi non te ne frega niente a te figurati a me ma non tiarrabbiare se qualcunoti fa notare che le persone come te si vantono di meriti (veri o presunti) di altri per potersi fare i comodi loro.
Personalmete ritengo fare gli auguri qualcosa di irrazionale ma se a te fa piacere auguri di buon anno.

giovanni da livorno

@ marco tullio che scrive:

“la liberazione di un intera popolazione di schiavi, la contestazione aperta del sovrano ingiusto nella figura del Faraone,” “la meschina figura di Pilato”
………………..

Da un punto di vista storico-economico è una grave inesattezza dire che gli ebrei in Egitto fossero “schiavi”, perchè la storiografia economica è ormai concorde che, anche se la figura dello schiavo non era sconosciuta nel Nuovo Regno egizio, la base sociale dell’Egitto (a differenza di quella greca e romana) NON era schiavistica. I lavoratori nell’antico Egitto non erano schiavi per cui non potevano essere compravenduti, avevano delle tutele, delle festività e godevano di una limitata libertà personale (tanto è vero che gli ebrei nel deserto con Mosè, rimpiangono il buon vitto e le comodità della loro presunta “schiavitù”). Certo erano tenuti al lavoro coattivamente (in fin dei conti erano venuti nella valle del Nilo, a seguito degli Hycsos, che i principi tebani avevano cacciato, diventando, in seguito, la 18a dinastia) ma non avevano un proprietario, e godevano delle tutele e del discreto trattamento di tutti i lavoratori egizi.
Gli schiavi rappresentavano nell’antico Egitto, una limitata realtà che serviva più che altro a soddisfare esigenze di lusso ma non alla produzione di beni socialmente necessari.
Non sono d’accordo nemmeno sul fatto che Pilato abbia fatto una figura meschina. Dietro la morte di Gesù c’era un contrasto politico fra il “procuratore” (è dubbia la qualifica di Pilato secondo le fonti romane) ed il Sinedrio che voleva, attraverso i suoi agganci politici a Roma, rimuoverlo. Non dimentichiamo che la Giudea e la Samaria erano aggregate alla Provincia imperiale di Siria ed erano regioni assai turbolente. Alla fin fine Pilato si trova di fronte ad una situazione pericolosa che non capisce e in cui, probabilmente intravede una macchinazione del Sinedrio, e per questo, in conformità alla mentalità di un romano dell’epoca, “se ne lava le mani”.
Cosa saremmo stati se la cultura giudaico-cristiana non si fosse sovrapposta a quella pagana? Chi può dirlo? Alcune cose sono però certe: non è stato il cristianesimo ad abolire la schiavitù (che è crollata per ragioni molto complesse e molto dopo la cristianizzazione e la fine dell’Impero d’occidente), e, non ci sarebbe stata l’intolleranza religiosa che il cristianesimo ha portato con sè. Ci sono stati lati positivi, indubbiamente, ma anche quelli negativi non sono stati cosa da poco.
Saluti. GdL

“Pilato fu un perplesso che si trovò nella stessa situazione in cui si troverebbe oggi un occidentale – non necessariamente uno statunitense occupante – dinanzi allo scannamento reciproco di sciiti e sunniti. Mentre gli americani hanno scelto di favorire cinicamente gli uni contro gli altri, Pilato aveva da una parte gli ebrei ortodossi e dall’altra Gesù. E ha scelto che se la vedessero tra loro, donde la condanna”.
(L. Canfora)

Marco tullio

Continuiamo a parlare di cose diverse. Io non sono mai entrato nell’argomento “esattezza storica oggettiva ed eventualmente fonti” di quanto è narrato o insegnato nella Bibbia (Antico e Nuovo Testamento). E nemmeno ho sostenuto che il Cristianesimo abbia abolito la schiavitù. Il mio argomento era piuttosto “conseguenze di lungo periodo della confluenza della cultura ebraica in quella ellenistico-romana”. E tali conseguenze, a mio parere sono state positive”.

giovanni da livorno

@ Marco Tullio

hai ragione, però precisare e chiarire non fa mai male, inoltre, nell’ultima parte del mio precedente post, ho parlato dell’argomento che ti sta a cuore ed ho detto che le conseguenze della confluenza della cultura ebraico-cristiana in (ma sarebbe meglio dire “su”) quella ellenistico-romana, non furono tutte positive poichè ce ne furono, e non poche, di negative.
Comunque siamo qui per discutere liberamente, se no, che blog sarebbe?
Saluti. GdL

gmd85

@Marco Tullio

Continuiamo a parlare di cose diverse, infatti. Ti ho ripetuto che il cristianesimo non ha innovato nulla, neanche in tema di schiavitù. Piaccia o meno è arrivato spesso su processi già avviati.

Commenti chiusi.