Il comune senso dell’offesa

Ancora fresco lo zibaldoniano sdegno unanime per la strage di Charlie Hebdo e prima della caterva di distinguo, dei  se dei ma e dei jenesuispascharlie che seguono tutt’oggi, una notizia ha distratto e per certi versi integrato il dibattito sugli “estremismi” religiosi. Giungeva infatti voce dall’Arabia Saudita di come un importante teologo islamico avesse ritenuto i pupazzi di neve contrari alla legge coranica, perché riproduzioni di sembianze umane. E talmente corali e mondiali ne sono scaturiti critiche e scherno, da indurre lo stesso autore della fatwa a specificare meglio e a concedere come non blasfemi quei pupazzi simili a spaventapasseri, privi cioè di testa o comunque di fisionomia riconoscibile.

Si, forse fa un po’ ridere. Forse. Non perché in un’ottica multiculturalista spinta anche le credenze più “strane” (qualunque cosa voglia dire) hanno diritto pieno di cittadinanza e rispetto, quanto piuttosto perché contorsioni similari nel nostro civilissimo diritto codicistico non mancano, anzi. Forse, anche qui, perché è l’introduzione stessa della tutela privilegiata e particolare del fattore religioso, del sacro in quanto tale, in una legislazione che si vorrebbe vedere fondata secondo Costituzione sull’equidistanza del pubblico e sull’uguaglianza dei cittadini, a comportare necessarie distorsioni, tanto del diritto quanto del buonsenso. A partire dalla, meno fanciullesca di quanto possa sembrare, considerazione di come nessun Dio, entità dall’esistenza non determinata, possa o abbia mai potuto conferire procura formale a qualsivoglia difensore terreno.

L’attuale art. 724 del nostro codice penale, così come esteso dalla Corte Costituzionale a tutte le religioni,  non solo alla cattolica,  e a seguito della depenalizzazione del 1995, sanziona come illecito amministrativo passibile di pena pecuniaria “le invettive o le parole oltraggiose contro la Divinità” pronunciate pubblicamente. Poiché la stessa Corte ha però escluso la tutela nei confronti di Persone e Simboli, come prevedeva il codice Rocco, tanto per dirne una le offese nei confronti della Madonna non sono perseguibili se non dal buon gusto. Attenzione però a non insultare un manufatto che ne riproduca le supposte sembianze: in questo caso entra infatti in gioco l’art. 404 c.p., “Offese a una confessione religiosa mediante vilipendio o danneggiamento di cose”, che punisce con multe fino a 5000 euro le “espressioni ingiuriose” nei confronti di cose oggetto di culto. Statue di gesso vs pupazzi di neve.

La tutela della divinità astratta e non provabile è cosa ben diversa dalla tutela del singolo individuo: non sarà un caso se anche nei molti paesi dove non è affatto prevista la persecuzione della blasfemia vi sono invece robuste norme contro la diffamazione e la calunnia. Eppure sembrerebbe che affermare che Dio non esiste e che quell’individuo specifico sia, che so, un mafioso pedofilo integrino la stessa fattispecie, la fattispecie dell’”offesa”.

Perché, secondo il sillogismo fideistico, anche la prima affermazione è ingiuriosa; forse non si può dire lo sia direttamente per il soggetto in questione (chi gliel’ha chiesto, a Dio, se si è offeso?) ma di sicuro lo è per chi invece di quell’esistenza è convinto.

E quindi sulla base dell’offesa ben venga una censura, anche e soprattutto preventiva, di ciò che solletica la suscettibilità moralreligiosa, per sua natura molto meno incline a categorizzazioni dogmatiche sul permesso e sul proibito di quanto si pensi. Censura variamente graduata, certo, così come vari i deterrenti: dall’ammenda pecuniaria alle frustate alla pena di morte. Qualche differenza c’è, ci mancherebbe. Ma la radice resta comune: il fatto che l’offesa, come danno morale alla dignità di una persona, secondo dizionario, sia presupponibile e rafforzabile nel caso entri in gioco il fattore divino.

Non che manchino al contrario  le offese a chi il divino lo espunge, cioè agli atei e all’ateismo: che non godono però di alcuna tutela particolare, anzi, di alcuna tutela tout-court. Liberi quindi di dichiarare giovialmente “senza dio” terroristi che uccidono invocando Allah, non liberi al contrario di ridicolizzare aspetti contraddittori del fenomeno religioso, perché sennò “ce le si va a cercare”. Anche le mamme peraltro vanno lasciate stare, di ’sti tempi.

La libertà d’espressione barattata con la permalosità: permalosità che è difficile da stabilire quanto sia prima individuale o prima collettiva, massmediaticamente fomentata cioè più che interiormente sentita. Perché su tutto regna il potere assoluto dell’offesa, di quel danno morale di cui sopra che legittima azione e reazione, quasi qualsivoglia siano, in difesa di cosmogonie personali non necessariamente, e sicuramente non a forza, condivisibili.

Adele Orioli, responsabile iniziative legali Uaar

Articolo pubblicato sul blog di MicroMega il 27 gennaio 2015.

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51 commenti

Antonio

Questa vicenda ha rivelato ancora una volta, se ce ne fosse il bisogno, la difficoltà e l’importanza di chiamare le cose con il loro nome nonché la difficoltà per le religioni di concepire concetti “recenti”, come libertà. Hai ragione a sottolineare lo scempio della “libertà d’espressione barattata con la permalosità.”

Frank

Cherubino: En teologo tuo d’Arabia Saudita ebbisi vietato de costruì pupazzi de neve e se viveva ar Polo Nord che vietava de fa’? E castelli de sabbia?
Er profeta: Agnorante guarda che nevica anche n’Arabia Saudita o sai?
Cherubino: Guarda che anche ar Polo Nord ce sta a sabbia.
Er profeta: A sabbia ar Polo Nord? E come ce fosserebbe arrivata?
Cherubino: Ce la ebbiso portata li funs tuoi.
Er profeta: E per quale motivo?
Cherubino: Per quale motivo? Ma per potè vietà de fare e castelli de sabbia.
Er profeta: Me sa che questo me sta pjando per er culo.
Cherubino: No Maomè non permetteri mai.

Murdega

” A partire dalla, meno fanciullesca di quanto possa sembrare, considerazione di come nessun Dio, entità dall’esistenza non determinata, possa o abbia mai potuto conferire procura formale a qualsivoglia difensore terreno.”
Bellissimo, vorrei sentire un credente in possesso di delega, procura o altro
docucmento valido al conferimento dell ‘incarico di “DIFENSORE TERRENO.

Diocleziano

Certo che ce l’hanno, il documento, ma tu non puoi vederlo perché è invisibile.
Ce l’hai la fede? Ecco, così puoi vederlo.
Con la fede puoi vedere anche la madonna, in 3D, sul pero.
Per l’esattezza l’incarico non è quello di ‘difensore terreno’
ma quello di ‘delegato all’incasso’.

marjo

Quanto è difficile confrontarsi con gente indottrinata, per volere o per nascita. Si sa che del ragionamento non tutti son padroni. E che difficile è il cercare un dio e non trovarlo.

Pio Nonno

gente così merita solo di marcire nella propria stupidità, non pretendo di poterci ragionare, piuttosto voglio che siano messi in condizioni di non nuocere, se non a se stessi.

Maurizio

Un codice penale assolutamente chiaro ed equidistante, non c’è che dire. Piena tutela della Divinità, termine che racchiude tutto un pantheon sotto il quale si riconoscono i credenti d’ogni credo sul pianeta, ma che esclude ahimè chiunque non creda in fate e folletti.
Naturalmente la definizione di “Divinità” è lasciata al comune senso del ridicolo.
Sfugge poi al sottoscritto la ragion per cui a sporger denuncia per offesa non sia l’interessato, come accade in ogni altro caso…

Ezio

Stabilita l’importanza della libertà di espressione non la considero comunque un dogma.
Secondo me, c’è in giro una malattia virale che è tipica dei nostri tempi.
Si chiama esaltazione.
E’ di matrice religiosa, le religioni usano da sempre un linguaggio esaltante ed esaltato.
Ma quesa malattia ha attecchito anche nella pubblicità, nella politica e nei media.
I giornalisti di Charlie Hebdo, ma anche altri giornalisti, ne soffrono ma non sono pericolosi. I terroristi lo sono sempre.
Se tutto è relativo anche la libertà di espressione ha i suoi limiti.
In una società democratica e civile evoluta il livello della suscettibilità e della permalosità sulla libertà di espressione è basso.
Sarebbe bastato fare satira su chi fa satira.

Diocleziano

È la vecchia storia del re nudo: se pretende di far credere che è vestito con splendidi abiti poi c’è il rischio di essere spu††ana†i.
Così succede per la religione se pretende di imporre a tutti le sue fantasie, poi qualcuno, a ragione, gliele spu††ana†i.
Non si deve confondere il dogma con la persona: spu††anare il dogma non è attaccare la persona, anche se di riflesso ne può uscire ridicolizzata. E ben gli sta, perché è violenza anche lo sbandierare i propri idoli e pretendere che siano rispettati.
Uno dei luoghi comuni più triti è quello secondo cui tutte le opinioni sono da rispettare: e no! se un’opinione è ridicola non la rispetto e posso dirlo, soprattutto se si cerca di impormela.

bruno gualerzi

“Perché, secondo il sillogismo fideistico, anche la prima affermazione è ingiuriosa; forse non si può dire lo sia direttamente per il soggetto in questione (chi gliel’ha chiesto, a Dio, se si è offeso?) ma di sicuro lo è per chi invece di quell’esistenza è convinto.”

Si può capire perchè il credente si sente offeso se si insulta il suo dio: è convinto – o l’hanno convinto – che esista in un luogo inaccessibile dalle umane facoltà, e che solo la fede consente di ‘frequentare’… mentre in realtà esiste in un luogo molto più intimo, molto più personale, molto presente e operante in lui, cioè nella sua testa. Chi offende il suo dio offende lui in prima persona, è lui che si sente offeso, perchè se il dio fosse veramente ‘altrove’, come crede, non gli importerebbe più di tanto. E’ dio in prima persona che se la dovrebbe vedere con i blasfemi.
Il fatto è che dio non è veramente morto, ma continua ad annidarsi in un luogo per lui ben più sicuro, ben più difficile da bonificare, dal quale venire cacciato: cioè, appunto, nella testa del credente. Se è l’uomo che ha creato dio e non viceversa, che lo voglia o no, il credente cerca di difendere la sua creatura, il suo salvagente, e cerca di preservarla dalle offese.
Dio, o qualche suo surrogato.

parolaio

E’ già un’osservazione un po’ più articolata delle precedenti, ma guarda solo alla mente del credente.
C’è un’altra mente cui guardare, quella di chi ricorre alla blasfemia. Dal momento che non crede in nessun dio, per quale motivo vi dovrebbe ricorrere? La risposta è ovvia, l’insulto non è diretto ad un dio (per lui) insesistente, è diretto al credente. Ecco che quindi, lasciando da parte le divinità la blasfemia , travestita o meno da satira, è assimilabile ad una triviale rissa tra i credenti sempliciotti che non riescono a compatire i bestemmiatori e gli atei meno intelligenti che non trovano di meglio che bestemmiare per offendere i credenti.

Diocleziano

E sul fatto che la maggior parte delle bestemmie vengano pronunciate da credenti, cosa diciamo?

bardhi

“Dal momento che non crede in nessun dio, per quale motivo vi dovrebbe ricorrere?” sei sicuro, un ateo non crede in un dio come i credenti lo concepiscono ma il concetto di dio esiste, quindi perche non dovrebbe ricorrere!? Atei e anche credenti (in dio) non credono nelle fate, nei orchi, nel babbo natale, nei effetti dell’omeopatia etc etc, ma per mille motivi e ricorrono a questi concetti, non necessariamente per insultare a chi ci crede. Secondo il tuo ragionamento ridicolizzare il buon babbo natale si da solo per offendere i bambini che ancora ci credono?!

FSMosconi

@Parolaio

Salti logici che nemmeno Pindaro…

Dal momento che non crede in nessun dio, per quale motivo vi dovrebbe ricorrere? La risposta è ovvia, l’insulto non è diretto ad un dio (per lui) insesistente, è diretto al credente.

La tua logica in verità porterebbe proprio all’opposto: proprio colui che crede avrebbe maggiori ragioni di insultare la causa ultima del suo male (e così accade), mentre per chi non crede non ci sarebbe motivo di insultare una persona… non ogni volta che pronuncia ciò che per lui è più verosimilmente un flatus vocis.

Ma si sa: al vittimario la verità non interessa. Figurarsi la logica.

Sandra

parolaio,
sulla falsariga di una vecchia battuta. Applicabile nella storia a categorie (atei, ebrei, omosessuali)

“prometto di non usare più il nome di dio per offendere i credenti: in cambio i credenti potrebbero smetterla di usare Dio per offendere me.”.

Sandra

parolaio,
mutata ma non commutata! l’ordine delle frasi è fondamentale. La satira trae origine da un’azione politico. Se l’azione politica invece colpisce la satira che l’ha colpita non è reciprocità, è tirannia.
Esempio per farti capire:
“promettiamo di non fare vignette sul presepe, in cambio voi la smettete di imporre il presepe nei luoghi pubblici”
E’ molto diversa da:
“Promettiamo di non imporre il presepe in cambio voi smettete di fare vignette”.
Capisci che non ha senso? E magari, verrebbe da dire, bastasse una vignetta per convincere i cattofascisti a non imporsi (o ai socialisti a non rubare!).

Allo stesso modo la blasfemia è un modo di esprimersi tipico dei paesi cattolici dove la pressione del potere religioso è forte.

parolaio

@Sandra
Possibile vi rifugiate sempre in questi sillogismi di ristretta prospettiva.
Il tuo esempio sul presepe non fa una piega, ma il discorso è più ampio, spiegato benissimo dai link che ho postato sopra.
Se un forsennato dice “Smettila di pubblicare vignette blasfeme e io smetto di bruciarti la copisteria” per me è un “mutatis mutandis”, l’ordine è invertito e la frase mantiene una sua razionalità se si evita, appunto, di ampliare il concetto. Non so se hai dei figli, ma quando litigano è tutto un rimandare a chi ha iniziato. Per smettere di litigare non si può risalire la storia a chi ha fatto il primo sgarro, non si finisce più, è un sistema da faide còrse. Bisogna darci un taglio comportandosi “educatamante”, per primi.
Tutto qui, cercare di fare autocritica, non urtare l’altrui sensibilità anche se ci può apparire strana, e comportarsi educatamente.
In questo Charlie era carente, le sue vignette erano becere e volgari.
Capisco sia un mio punto di vista, certo diverso da quello di Liberation che ha fatto uscire l’ultimo numero con la copertina piena di bestemmie. Ci sono atei e agnostici che stigmatizzano e non approvano questi sistemi, altri invece ritengono il diritto alla bestemmia una tutela della laicità. Il mio feeling è che questi ultimi siano più animati da odio e livore nei confronti dei credenti che da un pensiero lucido e razionale.
Sottolineo feeling, cioè sentimento. Sono un essere umano e mi avvalgo anche di questi strumenti, oltre che della razionalità.

Diocleziano

parolaio
Evidentemente è una tara genetica quella di prescindere dalle origini delle cose, che sia la dimostrazione dell’esistenza del dio che volete imporre o che siano le vignette in reazione alla vostra invadenza: non è vero che non ha importanza chi è che ha cominciato. Ha ragione Sandra. E quando mai la chiesa, che si pasce di sillogismi di ampia prospettiva, la smetterebbe di prevaricare se non costretta?

FSMosconi

@Parolaio

Se un forsennato dice “Smettila di pubblicare vignette blasfeme e io smetto di bruciarti la copisteria” per me è un “mutatis mutandis”, l’ordine è invertito e la frase mantiene una sua razionalità se si evita, appunto, di ampliare il concetto. Non so se hai dei figli, ma quando litigano è tutto un rimandare a chi ha iniziato. Per smettere di litigare non si può risalire la storia a chi ha fatto il primo sgarro, non si finisce più, è un sistema da faide còrse. Bisogna darci un taglio comportandosi “educatamante”, per primi.

Che poi chissenefrega se la reazione passiva avalli un comportamento parimenti censorio antidemocratico tanto e forse di più di quanto sarebbe un solo, per giunta presunto, attacco verbale…

Ci sono atei e agnostici che stigmatizzano e non approvano questi sistemi, altri invece ritengono il diritto alla bestemmia una tutela della laicità. Il mio feeling è che questi ultimi siano più animati da odio e livore nei confronti dei credenti che da un pensiero lucido e razionale.
Sottolineo feeling, cioè sentimento. Sono un essere umano e mi avvalgo anche di questi strumenti, oltre che della razionalità.

Che poi chissenefrega se questi siano proprio il “disturbo” ad una già fallibile umana ragione, o che evolutivamente sianoal massimo degli allarmi per agire e non strumenti d’indagine quantomeno linguistici ( = sistematizzati).
Ora, non voglio dire: ma non è che stai assolutizzando il tuo sentimento “riflesso” sclerotizzandolo a causa oggettiva? Così, per essere sicuri: come credere ai fantasmi perché si vedono ombre e si ha paura di essere seguiti…

parolaio

@FSMosconi

1)Comportarsi educatamente non significa avere una reazione passiva, significa averla educata.

2) Per ‘questi’ intendi gli atei e gli agnostici o le capacità percettive umane?
Immagino le seconde. Io le ritengo una risorsa, da integrare ovviamente con quelle razionali.
Hai presente Maigret? Ecco, quel tipo di approccio alla realtà sia sensuale che razionale. Sono strumenti di cui l’evoluzione ci ha dotato, non vedo perché farne a meno.

Sandra

“Tutto qui, cercare di fare autocritica, non urtare l’altrui sensibilità anche se ci può apparire strana, e comportarsi educatamente.”
E’ una battuta? Comportarsi educatamente vuol dire rispettare che l’altro la pensi diversamente, senza volergli imporre alcunché. Non serve stabilire chi ha cominciato, se gli eretici o gli inquisitori, ma fu l’inquisizione a giudicare l’opinione altrui come offesa insopportabile o come intrinsecamente malvagia, e agire di conseguenza. E la Chiesa giudica sempre, ancora oggi.

“In questo Charlie era carente, le sue vignette erano becere e volgari.”
La volgarità può piacere o meno, ma fino a che non è imposta non vedo il problema.
Le vignette rispondevano puntualmente ad avvenimenti di tipo politico. Il modo sicuro per sfuggire alla satira politica è di non fare politica. Se alla chiesa cattolica scappa sempre di immischiarsi, viene trattata alla stregua degli altri. Quali sarebbero di preciso le vignette che tu trovi becere e volgari?

Peraltro, visto il ricordo dell’olocausto di questi giorni, il nazista der stürmer e altri si dedicavano alla denigrazione sistematica degli ebrei (e non per quello che faceva tizio o caio). Ebbene, non mi risulta che ai cattolici desse particolarmente fastidio: ah già, non c’erano parti del corpo o funzioni corporali, quindi andavano bene…. Sarà quindi perché le vignette erano più fini di quelle del ch, che il partito dei cattolici decise di dare i pieni poteri a Hitler?

FSMosconi

@FSMosconi

Se un forsennato dice “Smettila di pubblicare vignette blasfeme e io smetto di bruciarti la copisteria” per me è un “mutatis mutandis”, l’ordine è invertito e la frase mantiene una sua razionalità se si evita, appunto, di ampliare il concetto

Date queste premesse mi sa che devi o spiegare meglio il tuo concetto di educazione o tentare di salvarti in corner da una più che giustificata accusa di zelo censorio.
No, perché nella prospettiva del:
“Io smetto di bruciarti la copisteria se la smetti di pubblicare vignette blasfeme”
“Ok la smetto”
non ci vedo educazione, ma solo sottomissione ad un comportamento mafioso e fascista di sopraffazione.
Ma prego: spiegati meglio.

Sulla razionalità invece mi pare d’aver fatto un altro discorso: non che sia lecito o illecito usare le “appercezioni” o come vuoi chiamarle, cosa che di fatto non si pone perché è impossibile non usarle, bensì il non confonderle come uno strumento sostitutivo al pensiero razionale (cosa che mi pare abbia fatto tu di fatto, forse illudendoti in buona fede del contrario).

RobertoV

L’accusa di essere beceri e volgari è un’accusa usata regolarmente a sproposito dai bigotti nei confronti di tutto ciò che non piace. Dovrebbero chiarire le regole per le quali qualcosa è volgare. Per un musulmano tradizionalista una ragazza in jeans e maglietta è volgare, mentre ovviamente non lo è per la maggior parte delle persone civili. Ed anche l’accusa di blasfemia e bestemmia ha una valenza molto ampia per un bigotto perchè può riguardare qualsiasi critica alla religione.
Blasfemia e bestemmia non sono la stessa cosa. Ed uno che equipara la satira alla bestemmia e confonde blasfemia con bestemmia dimostra di avere grossi problemi con la satira e la democrazia. Lo stesso che invece non trova “becera volgarità” il fare scempio della storia e fare negazionismo a favore della propria religione e scaricare su altri pretestuose responsabilità.
In Arabia Saudita un blogger è sottoposto alla carcerazione e 1000 frustate per avere semplicemente criticato la sua religione. Si è mai chiesto perchè la satira in occidente non se la prende in genere coi buddhisti? Forse perchè essendo in pochi e non godendo di privilegi non sono visibili e non prevaricano e non fanno attacchi suicidi?

parolaio

@FSMosconi
Non solo la violenza fisica è fascista, anche l’insulto verbale o scritto. Io non ci vedo tanta differenza fra le vignette di Charlie e la propaganda antisemita di Hitler. Il livello culturale mi pare simile.
@Sandra
Ci risiamo, l’inquisizione è finita 4 secoli fa, forse sarebbe il caso di aggiornare gli argomenti anche perché, nel frattempo, la Chiesa ha fatto pubblica ammenda.
Cosa vuol dire poi che “la volgarità non è un problema se non è imposta”? Se devo convivere con persone volgari di fatto queste mi impongono la loro volgarità. Se in copertina di Liberation leggo una sfilza di bestemmie… ormai le ho lette. Io ci passo sopra e li compatisco, altri si arrabbiano, ma mi dovete spiegare che tipo di informazione, o cultura, o satira si tratta.

Sandra

“Io non ci vedo tanta differenza fra le vignette di Charlie e la propaganda antisemita di Hitler. Il livello culturale mi pare simile.”
Dai un’occhiata a queste: ht tp://re se arch.calvin.edu/german-propaganda-archive/sturm28.htm
Spero per te che tu capisca la differenza, altrimenti, passo sopra e compatisco.

“Ci risiamo, l’inquisizione è finita 4 secoli fa, forse sarebbe il caso di aggiornare gli argomenti anche perché, nel frattempo, la Chiesa ha fatto pubblica ammenda.”
Parlavi di litigi. Comunque, aggiorniamoci: divorzisti e cattolici, abortisti e cattolici, omosessuali e cattolici, pillola del giorno dopo e cattolici… Quando mai la Chiesa cattolica si è limitata ad esprimere la propria opinione, rispettando educatamente le scelte di vita altrui?

“Cosa vuol dire poi che “la volgarità non è un problema se non è imposta”? Se devo convivere con persone volgari di fatto queste mi impongono la loro volgarità. Se in copertina di Liberation leggo una sfilza di bestemmie… ormai le ho lette. Io ci passo sopra e li compatisco, altri si arrabbiano, ma mi dovete spiegare che tipo di informazione, o cultura, o satira si tratta.”
Nessuno ti obbliga a leggere la sfilza di bestemmie su un giornale laicista!!, basta sapersi fermare alla prima…. non hai resistito alla tentazione!
Se la il telegiornale del servizio pubblico invece riporta Ratzinger che dice che “gli orrori dei campi di concentramento mostrano in tutta chiarezza le conseguenze dell’assenza di Dio” questa secondo te che tipo di informazione o di cultura è? Se lo dicesse il portinaio lo compatirei, anche se fosse sul bollettino parrocchiale. E invece noi ci dobbiamo convivere.

RobertoV

Parolaio nella sua ossessione sta trasformando le vittime in carnefici ed i carnefici terroristi in vittime cercando pretestuose giustificazioni all’operato.
Gli ebrei sono stati uccisi dai tre terroristi fondamentalisti islamici intolleranti perchè ebrei, non per le vignette di Charly Hebdo. Proprio oggi leggevo di un esperimento in Svezia in cui un giornalista è girato con la Kippa in un quartiere mussulmano ed è stato aggredito verbalmente da più persone ed è dovuto andarsene per evitare guai peggiori: anche lui un provocatore?
I nazisti dileggiavano gli ebrei che erano una minoranza perseguitata da secoli (con la chiesa in prima fila) esasperando solo l’atteggiamento di una società antisemita (come dice lo storico ebreo-americano Hamerow l’olocausto non fu fermato perchè gli europei erano antisemiti e la questione ebraica era un problema generale). Ma i nazisti non si fermavano al dileggio, ma aggredivano, perseguitavano, uccidevano e poi stermineranno gli ebrei, non certo perchè erano stati provocati (anche se li accusavano di ogni nefandezza e di voler conquistare il mondo). Qui quelli uccisi da dei fondamentalisti religiosi sono stati quelli che hanno fatto le vignette . Forse gli sfugge che le vere vittime non sono i tre terroristi islamici morti uccisi dalle vignette di Charly Hebdo e che i vignettisti non avevano come obiettivo lo sterminio dei credenti, ma dovevano difendersi, mediante guardie del corpo, proprio dall’intolleranza e dalla violenza dei credenti che considerano inaccettabile qualsiasi critica alla loro religione, mentre contemporaneamente possono vomitare i loro insulti sugli altri.

RobertoV

La satira e la critica colpiscono il potere e chi si espone, non ha senso verso chi è invisibile.
Un politico viene colpito perché esercita un potere e fa affermazioni visibili. Un Berlusconi che avesse continuato a fare l’imprenditore ed in modo defilato sarebbe stato scarsamente oggetto di satira.
Obama e la Merkel sono stati bersagli anche di critiche, battute e satira molto pesanti, ma non hanno invocato punizioni esemplari.
Le religioni sono dei poteri politici ed economici con una forte visibilità, presenza ed invasività. Dio e Maometto vengono continuamente citati, come i testi sacri, i loro rappresentanti si espongono continuamente in nome di dio e pretendono di dare le regole a tutti, anche a quelli che non credono, facendo apprezzamenti e commenti pesanti nei confronti di chi non crede (tipo solo i senza dio possono uccidere) e gli stessi fedeli ostentano la loro fede: inoltre godono di privilegi che solo a loro sono concessi. Quindi anche chi non è credente si trova immerso in questo ambiente ed è inevitabile che la satira si occupi di questo mondo in cui siamo immersi e che non è possibile evitare. Non è che se uno non è credente può vivere separatamente da questo mondo perchè il mondo dei credenti non si fa nessuno scrupolo di invadere tutti gli spazi, in nome del loro dio. Troppo comodo pretendere di essere considerati solo qualcosa di spirituale ed intimista, intoccabile, quando il comportamento è completamente differente.
Si è mai chiesto perchè in Italia nessuno se la prende con i luterani o con i buddhisti? Se i nostri politici e media citassero continuamente Buddha, vedessimo spuntare statue e templi ed i fedeli manifestassero pubblicamente il risultato sarebbe sicuramente differente.

Maurizio

Come dico spesso ai miei amici credenti: se il tuo dio non è capace di difendersi da solo dagli insulti, forse stai adorando il dio sbagliato.
E poi naturalmente chioso che forse non c’è nessuno a offendersi…

Pio Nonno

Io penso: non è che un insieme di idee le chiami religione, e automaticamente meritano più rispetto di altre; o una sorta di immunità intellettuale, e perfino giuridica.

Inoltre, se uno è un idiota e si fa religioso, non è che automaticamente diventi una persona assennata e rispettabile, semplicemente rimane un idiota che trasferisce la sua idiozia anche al suo modo di vivere la religione.

Chi insiste tanto sull’intoccabilità della religione, chi si offende per le critiche e le prese in giro alla religione, non è sensibile: è suscettibile. Grande differenza. E quando lo fa, nonostante gli piaccia darsi un tono da persona spirituale, lo fa per il più mondano dei motivi: difendere se stesso nel modo in cui pensa di doverlo fare per avere sicurezza in questa vita.
Non è nient’altro che un calcolo secondo cui ribadendo la rispettabilità incondizionata della religione, la si può ottenere di riflesso per se professandosi religioso. Senza poi doversi adoperare attivamente per meritare questo rispetto preteso.
Ma una fede impostata su queste basi è come un giubbotto antiproiettile che ti protegga solo fino a quando non ti sparano: fallisce nel suo scopo principale.
Quasi tutti conosciamo una persona di questo tipo; e per usare lo stile di qualcuno che a questa persona dovrebbe essere familiare, in verità vi dico: ha già la sua ricompensa.

Frank

– Dio uomo!
– Bau! Bau! Grrrrrrr……. Bau! Bau! Grrrrrrr…….
– Anubi…. come sei permaloso.

giovanni da livorno

A proposito di offese agli atei, ho riguardato su youtube i 2 scontri di Sgarbi, con tanto di prete al suo fianco, contro Adele Orioli (uno) e contro Isabella Cazzoli (l’altro). Quei 2 filmatini sono davvero istruttivi e sono rivelatori della profonda aggressività che i cattolici e i filocattolici (atei devoti ed altri “ottimi elementi”) hanno verso gli atei o comunque quelli che hanno una visione laica e non istituzionalizzata della divinità (ad es. i deisti, gli scettici).
Certo ci furono (secondo me) alcune carenze dialettiche da parte della Cazzoli nel confronto con lo Sgarbi, come quando il predetto disse che i musulmani compiono violenze, ma i cristiani non le compiono, le subiscono invece e non le hanno mai compiute. Lì ci sarebbe stato da rispondere con un bell’elenco (i catari, i valdesi di calabria e di piemonte, le guerre di religione francesi, la guerra dei 30 anni ecc. ecc.); anche se, lo riconosco, Sgarbi aiutato da quasi tutti i presenti (c’era anche lo psicologo cattolico Alessandro Meluzzi nel dibattito con la Cazzoli), era un fiume in piena e sarebbe stato difficile replicare in modo articolato.
Ma tanta aggressività nell’ambito di un dialogo è indicativa di quanto potrebbero essere violenti i nostri avversari se avessero la forza ed il potere di un tempo.
Ebbene, a mio modo di vedere, il discredito, gli epiteti offensivi e derisori, il dibattito serrato e accesso non sono che manifestazioni di quello spirito di intolleranza, sopito ma non eliminato, che un tempo accendeva i roghi e plaudiva alle persecuzioni degli eretici. Sono come una malattia psicosomatica: una psicosi che non potendo più esplodere in modo palese, si manifesta attraverso somatizzazioni organiche.
I musulmani, invece (non tutti s’intende) possono manifestare in modo evidente quello spirito di intolleranza.
Saluti. GdL

“È rimarchevole il fatto che l’uomo, quanto più limita la propria aggressività verso l’esterno, tanto più diventa rigoroso, ossia aggressivo, nel proprio ideale dell’Io”.
(S. Freud)

Daniele

vittorio sgarbi come esempio della aggressività dei cattolici e atei devoti?
In ogni caso mi pare che lei sig. giovanni veda l’aggressività (che da anni e anni purtroppo dilaga in lungo e in largo e trasversalmente) solo dove le piace o le conviene vedere.

bruno gualerzi

“In ogni caso mi pare che lei sig. giovanni veda l’aggressività (che da anni e anni purtroppo dilaga in lungo e in largo e trasversalmente) solo dove le piace o le conviene vedere.”

Non mi pare… parlo dei media a diffusione nazionale, tv in testa… di avere mai assistito, da parte di un ateo in quanto ateo, all”aggressione’ di un credente in quanto credente. Non dico con la solita platealità dello Sgarbi, l’anticonformista ‘di stato’, ma nemmeno con la supponenza del credente…o, ancor peggio, con l’ipocrita tolleranza, o indulgenza, che trova in questo papa l’interprete più qualificato.
L’ateo, come dire, ‘ufficiale’, spesso invitato in quanto tale in certe trasmissioni televisive, cioè il brillante Odifreddi, di sicuro non ha mai aggredito nessuno, e la lucida difesa del’ateismo, condita al massimo da qualche ironia, finisce quasi sempre per perdersi di fronte al ruolo che gli viene assegnato, e che prevale nettamente sulle tesi sostenute. E’ stato invitato per ‘fare l’ateo’, non per dimostrare ciò che essere atei veramente significa.
Da un altro punto di vista poi (come nel blog ampiamente discusso e documentato) sempre sul piano dell’informazione, l’aggressività più violenta nei confronti dei non credenti è costituita dall’asservimento totale delle televisioni pubbliche e private a quella che di fatto… anche se non istituzionalizzata… è una religione di stato.

gmd85

@Daniele

Mi riaggancio all’ottimo commento di Gualerzi e ti chiedo di argomentare il tuo. Perché, guarda un po, sembri un tantino offeso. Per cosa?

francesco s.

A me questo Daniele non convince, mi ricorda un’altra utente

Frank

Papa ufficiale: El comune “senso dell’offesa”….. chissà como se chiamano los abitantes.
Segretario: Stiamo perdendo anche lui.

giovanni da livorno

@ Daniele

si sbaglia sig. Daniele, io l’aggressività la vedo dappertutto ed in tutti. So benissimo che ci sono violenti anche fra i non credenti. Ma vede: l’aggressività di tizio e caio non elimina quella di sempronio. Non mi si può negare di parlare dell’aggressività di sempronio, perchè, così facendo (secondo lei) non vedrei quella di tizio e caio. Basta che io ammetta, onestamente, che non c’è solo quella di sempronio.
Infine, che il prof. Sgarbi, si sia comportato nei confronti della sig.ra Cazzoli, nel modo in cui spesso i cattolici e gli atei devoti, si comportano verso i non credenti, mi sembra sia incontestabile, perbacco! In questo senso il suo atteggiamento può considerarsi emblematico:

https://www.youtube.com/watch?v=bguhHzoHh0w

Stia tranquillo, caro sig. Daniele, io vedo sia le cose che mi piacciono e mi convengono, sia quelle che non mi piacciono e non mi convengono.
Saluti. GdL

“La critica è una cosa molto comoda: si attacca con una parola, occorrono delle pagine per difendersi”.
(Voltaire)

giovanni da livorno

@ Daniele

inoltre, ad abundantiam, le faccio presente (come giustamente fa notare Bruno Gualerzi) che finora, in TV, di aggressività dei non credenti verso i cattolici e gli atei devoti, se ne è vista poca se non punta. Esisterà anche, però, PER ORA, in TV non si è vista.
Di violenza dei cattolici e atei devoti, invece, se ne è vista quanta se ne vuole.
Di nuovo. GdL

Daniele

Se insistiamo a prendere ad esempio la televisione, tutta la televisione, allora dobbiamo limitarci a constatare che l’aggressività padroneggia ovunque e sempre più viene studiatamente pianificata (vedi i vari terrificanti casi di reality di cucina o di aspiranti artisti).
E poco importa se gli aggressivi siano credenti o atei, sono solo degli aggressivi, potenziali violenti, alla fine dei miserabili, siano essi preti, giornalisti, ex presidenti della camera, vittorio sgarbi.
Il primo esempio che lei ha fatto conta poco perchè di fronte a uno sgarbi palesemente disturbato, tutti gli altri sembrano agnellini.
In generale non noto differenze di aggressività maggiore di una parte. Sempre questione di punti di vista comunque.

gmd85

@Daniele

Basta guardare a secoli di storia. O, oggi, basta guardarsi intorno, indipendentemente dalla TV.

giovanni da livorno

@ Daniele

ma scherza Daniele? Noi non stavamo parlando dell’aggressività in TV in generale, ma dell’aggressività in TV fra credenti e non credenti. Si parlava del litigio fra A e B, non dei litigi fra tutte le lettere dell’alfabeto. La questione era ristretta fra 2 categorie di persone.
Che poi nei programmi televisivi ci sia tanta stupidità e aggressività è certo (sfonda una porta aperta), ma la questione era diversa.
Saluti. Gdl

MASSIMO

Il fatto che le persone religiose si offendono è perchè hanno paura del ridicolo più di ogni altra cosa.
E questo perchè anche loro sanno che le religioni sono ridicole, anche se non lo ammetteranno mai.

Monsieur Bovary

Le religioni in sé sono ridicole, ma non le loro conseguenze purtroppo.

Maurizio

Il sentimento di offesa del credente è direttamente proporzionale alla sua mancanza di argomenti.

Pio Nonno

è ciò che sosteneva anche Anthony de Mello nel suo “Messaggio per un aquila che si crede un pollo”, dove in sostanza riteneva che l’ira e la suscettibilità esagerata quando vengono messe in discussione le nostre opinioni sono indicatori dell’aver subito un lavaggio del cervello.
Un’altra cosa mi ha colpito di quel libro(se si considera che è stato scritto da un gesuita) riguardo all’argomento aldilà e affini. Su questo afferma: “per esperienza personale, vi posso dire che sono proprio coloro che non sanno cosa farsene di questa vita, a preoccuparsi tanto di cosa ci sarà in un altra”.
Molto vero.

Francesco non da Assisi

Io rispetto la tradizione religiosa! Bestemmio regolarmente in latino!

ALESSIO DI MICHELE

Ahi ahi ahi, Adele Orioli: “partire dalla, meno fanciullesca di quanto possa sembrare, considerazione di come nessun Dio, entità…”: dio con la maiuscola, quando addirittura la lingua italiana avrebbe prescritto la minuscola; come dicono gli arabi: “Il Diavolo è nei particolari”.

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