L’Arabia e l’orgoglio laico

L’Arabia Saudita è l’unico stato al mondo in cui, nel nome ufficiale, compare il cognome della famiglia regnante. È una monarchia assoluta in cui il sovrano è anche primo ministro, e in cui diversi ministri fanno parte della dinastia saudita. Il re, “custode delle due sante moschee”, detiene anche la massima carica religiosa del paese, nella cui bandiera è presente un motto che rivendica la fede in Allah e la devozione a Maometto. Lo stato arabo si basa sulla dottrina wahhabita, un’interpretazione particolarmente retriva e integralista dell’islam, che diffonde nel mondo a suon di petrodollari. Le donne non possono guidare. Però hanno ottenuto da poco di poter votare alle elezioni locali. Wow.

In Arabia il re è morto, viva il re. È quanto deve aver pensato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ne ha lodato la persona per aver “intrapreso passi importanti per far avanzare, nella regione araba, l’iniziativa di pace”. Forse si riferiva a quella eterna, abitualmente comminata agli oppositori. L’Arabia Saudita nel 2013 è stato il quarto paese al mondo per numero di esecuzioni, che hanno luogo in pubblico per decapitazione o lapidazione e sono state eseguite anche su minorenni. Le lacrime di Obama sono fatte della stessa sostanza di cui è fatto l’oro nero.

Per l’Occidente l’Arabia Saudita è un alleato di cui non si può fare a meno. Ragion per cui, nessun problema se un paese simile fa parte del Consiglio Onu per i diritti umani. Nessun problema nemmeno per le altre religioni: Abd Allah bin ʿAbd al-ʿAziz Al Saud, meglio noto come Abdullah, circa il decimo dei 42 figli del fondatore del regno, si è speso molto — e ha speso molto — per dare vita a un’alleanza interconfessionale.

Cristiani, musulmani, ebrei, induisti, buddhisti: tutti devotamente insieme. In funzione, ovviamente, anti-atea. Una politica applicata senza esitazioni: in Arabia, gli atei sono stati equiparati dalla legge ai terroristi. Nel completo silenzio dei suoi alleati politici e religiosi. L’abbazia di Westminster è persino arrivata a tenere la bandiera a mezz’asta per onorare il defunto sovrano di un paese dove il cristianesimo è, di fatto, illegale.

freeraif

Nel paradiso saudita basta una vaga critica all’unica religione ammessa per finire in carcere. Carcere duro, ovviamente. Due settimane fa al noto attivista e blogger Raif Badawi sono state impartite cinquanta frustate, le prime cinquanta delle mille a cui è stato condannato insieme a dieci anni di prigione. Le sue condizioni di salute sono pessime. Il suo avvocato si è a sua volta beccato quindici anni. La moglie e i tre figli di Badawi sono ora in esilio in Canada. Di quale grave reato si sarà mai macchiato Badawi? Ha criticato l’islam e i suoi rappresentanti terreni, ed è stato quindi accusato di apostasia. Da un certo punto di vista gli è andata anche bene: per l’apostasia, in Arabia, è prevista la pena capitale.

I nostri post, i vostri commenti, hanno contenuti ben più critici. Ma non riceviamo sulla carne viva alcuna frustata. Prima frustata, seconda frustata, terza frustata… è difficile anche solo immaginare cosa possa significare. Esiste un video della pubblica fustigazione, ma non rende in alcun modo l’idea. Anche se un’idea comunque la dà: meglio evitare come la peste ogni paese dove vige la sharia. Paesi nei quali essere atei comporta la pena di morte. E tanti auguri al personale Alitalia che dovrà fare scalo ad Abu Dhabi, quartiere generale del suo nuovo principale azionista. Bocche cucite, mi raccomando: sia mai che vi arrestino.

Mette un’infinita tristezza constatare quanta gente è disposta a passare sopra a tanto schifo soltanto in nome e a gloria del proprio business. Gente che, se ne avesse la possibilità, farebbe business anche con lo Stato Islamico: che, come hanno notato diversi commentatori (Bernardo Valli su Repubblica, Viviana Mazza sul Corriere della Sera), adotta la stessa ideologia e gli stessi metodi dei correligionari sauditi.

Ma se c’è molto di cui rattristarsi, c’è anche qualcosa di cui andare orgogliosi. Il diffuso disprezzo suscitato dall’applicazione fisica della sentenza ha spinto le autorità saudite a sospendere la seconda razione settimanale di frustate: sanno bene quanto sia inumano il loro codice religioso. Se da noi la situazione è diversa, è perché all’inumanità del codice religioso si è sostituito, dall’illuminismo in poi, la volontà di costruire una civiltà basata sui diritti umani. È difficile farlo oggi, ma bisogna immaginare un’Arabia felice. E impegnarsi perché lo diventi realmente.

Raffaele Carcano

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47 commenti

Gianluca

“Il diffuso disprezzo suscitato dall’applicazione fisica della sentenza ha spinto le autorità saudite a sospendere la seconda razione settimanale di frustate”

Non mi sembra che la sospensione della seconda razione settimanale di frustate sia dovuta al “diffuso disprezzo suscitato dall’applicazione fisica della sentenza”, mi sembrava di aver letto che era perchè le condizioni fisiche del povero Raif Badawi non consentivalo la seconda dose, come certificato dal medico che lo aveva visitato in carcere.

Diocleziano

È quello che ho letto anch’io. Lo staranno curando misericordiosamente per potergli dare la seconda razione.

RobertoV

Anche a me risulta lo stesso. Non gliele hanno comminate perchè in quello stato l’avrebbero potuto uccidere. Ma hanno già detto che prossima settimana lo faranno.
Comunque ci sarà qualcuno che dirà che se l’è cercata perchè “non si offende” la religione (ovviamente intendendo per offesa qualsiasi cosa velatamente critica della religione). Tra l’altro mi risulta che sia mussulmano.

Raffaele

Non ho messo in alcun modo in dubbio le condizioni di salute di Badawi. Penso però che la sospensione così motivata sia un’eccezione, e che tale eccezione sia dovuta all’eco che la prima dose di frustate abbia avuto all’estero. Spero proprio che nei prossimi giorni il provvedimento sia annullato (magari con la scusa di un atto di clemenza del nuovo re al momento dell’insediamento).

Angelo

Il sito di Amnesty International fa pena e la forma con cui e’ presentato il rapporto e’ anche peggio.

Monsieur Bovary

… gli stessi che tuonano contro l’integralismo islamico, e gridano JeSuisCharlie
e fanno affari con Arabia, Qatar e co.

… gli stessi che pontificano contro lo scempio delle carrette del mare
e fanno affari su clandestini e rom.

Ciò di cui ha paura questa mafia globale sono i cervelli pensanti, la logica, la libertà e la coerenza delle idee.

Laverdure

@monsieur Bovary
E NON sono gli stessi,bisogna ammetterlo, che circa 70 anni fa siani USA che in Gran Bretagna decisero di appoggiare massicciamente il regime di Stalin contro la minaccia del nazismo di Hitler.
(E che non mi risulta siano mai stati molto criticati per questo,perlomeno dai cosiddetti “liberal”.)
Pero’…
siamo sicuri che ci sia una gran differenza tra i due casi ?
Che la minaccia dell’integralismo islamico, di diffusione ormai globale ,sia inferiore,per l’occidente,di quella che il nazismo rappresento’ un tempo ?
E che simili regimi non siano per noi,come suol dirsi,il male minore ?
Si dice per scherzare,ovviamente,sappiamo tutti che i problemi si risolvono solo con la forza del dialogo e della bonta,ci possono essere forse dubbi ?

Frank

Papa ufficiale: “L’Arabia e l’orgoglio laico” io esto genere de tituli li trovo “fallaci”.
Segretario: Per me parla sul serio… non ha fatto una battuta.

Costanzo Cloro

@ DiocleziAno:

Lo staranno curando misericordiosamente per potergli dare la seconda razione.

A quando un viaggetto in Arabia? Te lo pago io, promesso!

Carcano:

Paesi nei quali essere atei comporta la pena di morte

Applicata con estrema negligenza, se si confrontano le statistiche con quelle dei paesi atei, passati e presenti.
Carcanì un viaggetto in Arabia lo pago anche a te, se prometti di ululare al vento le tue oscenità anche lì…

P.S.: Redazione cancelli anche questo? #JeSuisCharlieAlmenoFintantoCheLeCriticheNonSonoRivolteControDiMe

Frank

Se mi porti ste statistiche te lo pago io un viaggetto in Arabia.

Stefano ™

A quando un viaggetto in Arabia? Te lo pago io, promesso!

I soliti viaggi della speranza, purtroppo sono finiti i tempi in cui si poteva fare tutto in casa…

Stefano ™

JeSuisCharlieAlmenoFintantoCheLeCriticheNonSonoRivolteControDiMe

Suvvia, critiche… è una parola grossa per qualche starnuto.

Francesco s.

Viola le regole del blog e si lamenta che gli vengono cancellati i commenti. Appurato che è un troll, sarebbe bene evitare di rispondergli ora.

Diocleziano

cloro (ti si addice perfettamente questo nick: rende benissimo l’idea del colore verdastro della tua bru††a faccia biliosa :mrgreen: )
Ancora nessun contenuto a cui valga la pena rispondere.
Quindi non ti degnerò di risposte.
Perché non torni sul tuo sito di riferimento? Lì avrai certo molte soddisfazioni. È brutto vederti umiliare in questa maniera.

francesco s.

La fame di petrolio ha fatto definire “moderata” questa monarchia assoluta, mentre tutti ben sanno che nell’islam saudita si sono formati i peggiori terroristi, che hanno addirittura delocalizzato la loro ideologia in altri paesi islamici.

Florenskij

NB. Questo non e’ un intervento polemico, ma una domanda di sociologia della cultura passibile di applicazione alla futurologia politica.

Sulla Spagna del ‘500 tramite Inquisizione (Torquemada e’ del periodo ) e sostegno a un Cattolicesimo autoritario ed esantante/esaltato dominano Isabella la Cattolica, Carlo V, Filippo II ( per l’atmosfera vedasi l’opera “Don Carlo” di Verdi ). Nel periodo compaiono grandi personalita’ ( nel bene o nel male, a seconda dei gusti ), comunque gente tosta, come Ignazio di Loyola, Teresa d’Avila, Juan de la Cruz, Luis de Leon, Cervantes.; e il Seicento, che segue, e’ il “Siglo de oro” della cultura spagnola. D’altra parte l’economia declina e le ricchezze portate dal Nuovo Mondo defluiscono nelle casse genovesi e di altri anche per spese di guerra imperialista continuata e protratta.

Domanda. In sede UAAR si difende non a spada, ma a parola tratta un modello sociale in cui siano soddisfatte al massimo grado le esigenze dell’individuo, per cosi’ dire “liquide”.
Pero’ ci si puo’ chiedere se e quanto le “performances” di un popolo, regno o impero possano essere concentrate, esaltate, sublimate da una ideologia comune, capace di irregimentare, coagulare e potenziare le forze dell’insieme, penetrando nella psiche degli individui con introiezione profonda. Il tutto magari a opera di un “pugno di ferro” come quella di Pietro il Grande di Russia, a cui Voltaire l’illuminista dedico’ un libro ragguardevole.

Non sto affatto esaltando l’Arabia Saudita e le sue frustate; pero’ mi chiedo se l’Islamismo, tanto piu’ semplice e netto del Cattolicesimo e del Cristianesimo in genere, dottrinalmente complicato ( bizantinismo ) non possa entrare in Europa come forza vincente e coagulante, tale da offrire quella sublimazione a cui le masse oggi ideologicamente spompate, infiacchite, decadenti sono disponibili ( vedasi consenso riscosso dal Fascismo e dal Nazismo ). Questo perche’ finora la sinistra radicale ha dato per scontato che lo stile di vita occidentale non puo’ non contagiare inevitabilmente le nuove generazioni degli immigrati islamici.

Domanda conclusiva ( non di sfida ): la societa’ di “atei virtuosi” “liquida mente individualisti” che rappresenta il “sole dell’avvenire” dell’UAAR potra’ in futuro ottenere quelle performancees d’insieme? Non e’ una presa in giro: la Rivoluzione Francese con il terrore dei giacobini e l’imperialismo-autoritarismo di Napoleone ci riusci’.

Stefano ™

Pero’ ci si puo’ chiedere se e quanto le “performances” di un popolo, regno o impero possano essere concentrate, esaltate, sublimate da una ideologia comune, capace di irregimentare, coagulare e potenziare le forze dell’insieme, penetrando nella psiche degli individui con introiezione profonda

E se questa invece di essere una soluzione fosse esattamente il problema?

Laverdure

“E se questa invece di essere una soluzione fosse esattamente il problema?”
Hai centrato il problema,come ha visto giusto anche Florenskij.
Infatti le ideologie aggreganti sono di un’efficacia ineguagliabile per alcuni scopi, e senza dubbio quello dove raggiungono il massimo e’ combattere una guerra.
Basti pensare alla seconda guerra mondiale e all’efficacia degli eserciti tedeschi e giapponesi,che poterono essere sconfitti solo da nemici dotati di forze notevolmente superiori,e anche cosi a costo di gravi sacrifici.
E,dettaglio fondamentale,da nemici che non erano certo handicappati da fisime moralistiche come l’occidente di oggi :anche lasciando da parte l’URSS di Stalin,gli alleati occidentali non si fecero scrupolo di operare massicci bombardamenti indiscriminati che uccisero milioni di civili tedeschi e giapponesi,per non parlare dell’uso finale della bomba atomica.
E non mi risulta che i mass media di allora,anche in paesi fondamentalmente democratici come USA e Gran Bretagna,si lanciassero in diatribe critiche come si vide non molti anni dopo per altre guerre.
SE i conflitti di oggi vengono detti “asimmetrici” e’ proprio non tanto per la differenza di tattiche usate dalle due parti quanto per queste piccole differenze di mentalita.

gmd85

@Flo

No. Penso che la maggior parte dei convertiti all’Islam siano giovani disadattati. Il rigore previsto dalla religione di Maometto è troppo per essere accettato così pacificamente e, inoltre, pur con tutta la buona volontà, gli attentati non aiutano a vedere l’Islam di buon occhi.

Risposta alla domanda finale: anzi, domanda. Ma ti sembra che siamo al tempo di Napoleone? E ti sembra che un modello di società che potrebbe essere a te gradito abbia sortito qualche effetto? Si può proporre quel che si vuole, ma a mortificare e imporre si ottiene poco. Poco consenso, almeno.

Stefano ™

@ Florenskij

Credo che ben si adatti a risponderle quanto Luigi Castaldi (alias Malvino) ha scritto nel suo blog a proposito di quanto ha detto recentemente Bagnasco:

(…) Può reggere, ma solo se il cristianesimo, quello che trabocca «di bene, di verità e di bellezza», è alternativo al «fanatismo omicida», e viceversa: chi cerca l’uno, e non lo trova, si risolverebbe a cercare l’altro, trovandolo. Così equipollenti, dunque, «per l’anima dell’uomo»? Ma, poi, davvero non è dato, a chi voglia, essere un buon cristiano in una società che abbia «svuotato la coscienza collettiva di valori spirituali e morali»? In altri termini, occorre che questi valori nutrano la coscienza collettiva perché possano nutrire la coscienza di un individuo che altrimenti non trova adeguate motivazioni ad essere un buon cristiano e diventa un feroce islamista? Ma allora costui non cerca valori: cerca una società in cui dei valori, non importa quali, siano collettivamente condivisi, necessariamente condivisi. Costui non cerca un certo tipo di credo religioso, cerca un certo tipo di società. Cerca una società in cui è la fede a dare la cittadinanza: in realtà, dunque, non cerca una società, ma un’umma. E si può ben capire che, non trovando in occidente lo stato organico, lo stato etico, la società cristianamente intesa come corpo mistico, cerchi altrove e ovviamente possa trovare ciò che cerca solo nel peggior islam. E non è meglio perderlo, uno così?

Murdega

…non possa entrare in Europa come forza vincente e coagulante, tale da offrire quella sublimazione a cui le masse oggi ideologicamente spompate, infiacchite, decadenti sono disponibili ( vedasi consenso riscosso dal Fascismo e dal Nazismo ).
Sono duemila anni che siete entrati e non mi sembra che il risultato sia tanto
buono , non mi risulta che le religioni debbano esprimere una
qualsiasi forma di potere ,tuttalpiù si possono offrire ( a chi lo vuole )
come guide che allo stato attuale non si può dire delle religioni organizzate
e tante meno della CCAR.

Laverdure

Vorrei ricordare un fatterello.
Il regime di Pol Pot imperverso in Cambogia per anni,con una politica di “pulizia” della popolazione che aveva ben poco da invidiare a quella di Hitler,salvo ch era condotta co metodi molto artigianali,per cosi dire.
Questo non impedi che le vittime superassero il milione, a quanto si dice.
Eppure il silenzio delle forze “progressiste”non fu da meno di quello dei governi ufficiali occidentali.
I rappresentanti della croce rossa per esempio riportarono a piu’ riprese rapporti di approvazione.
Solo dopo che i nordvietnamiti ebbero abbattuto tale regime e sbandierato inequivocabilmente le sue malefatte (perche’ ovviamente gli conveniva),i nostri intellettuali,ad esempio Giorgio Bocca,ammisero a denti stretti di essersi “autocensurati” per anni,ricordate ?
Vi siete mai chiesti il perche’?
Forse perche Pol Pot era notoriamente sponsorizzato dalla Cina,e quindi “politicamente inutile” per lanciare critiche a USA.Israele e Occidente in generale ?
Come vedete tutti,nessuno escluso,hanno le loro piccole preferenze e antipatie.
E questo e’ solo uno di numerosi esempi possibili.
Quindi,dato che il futuro non appare molto rosa,e’ inevitabile chiedersi se non sia opportuno evitare eccessive “puzze al naso”e accettare una realpolitik,come suol dirsi.
Ricordando tra l’altro i risultati della politica “progressista” di Jimmy Carter e del suo sdegnoso
“scaricamento” dello Scia che regalo’ l’Iran a Khomeini.

francesco s.

Io difficilmente riesco a digerire regimi che opprimono la gente, poi chiamare “paese amico” uno stato come l’Arabia saudita solo perché ti vende il petrolio, ma supporta un’interpretazione dell’islam che ha generato entità come al-Qaida e affiliate, mi pare ipocrita e perverso.

Laverdure

@francesco s
Perche’,non e’ forse ipocrita il mantra ripetuto continuamente dai governanti occidentali secondo il
quale essi “rispettano la fede islamica ” ?
Eppure una volta tanto si tratta di puro buon senso :criticarla pubblicamente sarebbe follia,non tanto perche’ irriterebbe gli “islamici moderati”,che (ammesso che esistano) contano ben poco,quanto perche sarebbe “grasso che cola” per gli integralisti,fornendogli un ulteriore spunto
propagandistico per infiammare le masse.

giancarlo bonini

Florenskij, la sua mi sembra non una domanda “di sfida” ma di scherno, alla quale, da ateo ( non virtuoso), rispondo subito con un bel NO! Gli atei non potranno mai concorrere con successo con altri movimenti di popolo come religioni, rivoluzioni, ecc. che promettono lacrime e sangue in questo mondo o il “sol dell’avvenire” in un imprecisato futuro ( basta che al momento si soffra abbastanza per meritarselo). A noi piacerebbe semplicemente un po’ di felicità su questa terra, senza imposizioni a nessuno di idee qualsivoglia. Che speranze abbiamo di poter ottenere un largo seguito e consenso con queste misere e ideologicamente scadenti richieste?

Florenskij

@ Non avevo nessuna intenzione di schernire. Semplicemente, da estimatore di Machiavelli sociologo
( quello della “realta’effettuale” ) mi chiedo come possa reggersi e reggere in campo una societa’ “liquida”. Nell’antichita’ la forza di un popolo e anche le sue prestazioni di “welfare state”, e di formazione del sensi identitario ( vedasi Egitto ) erano date dalla tenuta della famiglia clanica e dalla capacita’ di controllo del Sovrano,. Uno stato che si configura come una cooperativa fra individui per reciproco piacere e interesse, senza “altare della Patria”, cimitero militare, spirito di sacrificio a quant’altro potra’ funzionare? Il 20 settembre 1870 non sarebbe arrivato senza il “doverismo” di Mazzini.

Mi chiedo se la capacita’ di fornire “senso identitario” e coesione sociale dell’Islamismo possa coniugarsi con la teologia, “saltando” i valori illuministici ( quelli del 1789 ) come fu per il Giappone imperiale.

Florenskij

Errore fatale del mio correttore: coniugarsi dell’Islamismo con la TECNOLOGIA, non con la teologia.

Gianluca

@ Florenskji

“Uno stato che si configura come una cooperativa fra individui per reciproco piacere e interesse, senza “altare della Patria”, cimitero militare, spirito di sacrificio a quant’altro potra’ funzionare?”

Potrà funzionare? Non lo so, ma vista la situazione attuale non penso che potrebbe andare peggio di così.
E comunque, la cooperativa tra individui non sarebbe solo di reciproco piacere e interesse, ma anche e soprattutto di rispetto degli altri. Delle persone.

Molto interessante la risposta di Luigi Castaldi che ha citato Stefano TM, più su. Penso che abbia colto il nocciolo.

FSMosconi

@Flo’

Per essere uno che dice di stimare lo storico-storicista Machiavelli vedo che storicizzi quasi niente.
Non che mi stupisca: dato che sei ancora tanto ingenuo da credere a sovrani assoluti guidati da “Uomini della Provvidenza” (non ho scelto la parola a caso). Ma elenchiamo semplicemente gli errori evidenti, e vediamo di estrapolare quelli non evidenti:
1) che l’Egitto si fondasse solo e solo sui clan e sulla Dinastia è una di quelle sparate che si smontano mostrando i continui scontri con la casta sacerdotale, l’esercito, gli accordi coi confinanti. Anche senza andare nello specifico nello studio della società egizia antica si può dedurre tranquillamente da questo che il semplice binomio clan non regale-clan regale è un’idiozia che non sta in piedi.
2) Identificazione tra egemonia e monumentalismo… dice nulla “idea senza parola” e “tradizione inventata”? No, perché anche qui l’impressione è che ti fermi solo alla maschera di scena.
3) L’idea dei un Islamismo generico slegato dalla tecnologia, identificata a sua volta con una sorta di fantasmatica civiltà merita un’analisi più dettagliata:
a) mondo islamico non tecnologico – aka moderno -: ignoranza è la sola parola che può descrivere questa tesi. Il fatto che i Jihadisti siano una risposta “vandeana” alla modernità dovrebbe già implicare che volente o nolente gran parte del mondo islamico sa che cos’è. L’Iran è fino a prova contraria sotto una dittatura moderna, frutto di eventi storici svoltisi in modo moderno secondo categorie moderne (passaggio da regno a repubblica ecc. ecc.).
b) Tecnologia è modernità: volgare economicismo, dato che si potrebbe benissimo dire il contrario: che è il passaggio al mondo moderno che ha creato la tecnologia moderna. Ciò che sfuge è la natura strumentale degli oggetti: i vandeani non combattevano colle armi precedenti e meno efficaci rispetto alla loro epoca perché l’aborrivano.
c) Che il Giappone non abbia avuto un illuminismo, cioè una progressiva borghesizzazione, è anche questa un’idiozia: ci fu un passaggio spontaneo dovuto all’egemonia straniera. Non ci fu, o ci fu poco dolore e conflitto interno nel passare dal feudalesimo all’età moderna perché gli olandesi, gli inglesi ecc. si comportavano modernamente nel loro territorio, e quando se ne andarono lasciarono le armi e il resto. E dato che i feudatari avevano sperimentato l’efficacia della tecnologia banalmente decisero di reinventarsi come classe dirigente del nuovo sistema e chi non l’accettava entrava comunque nel giro come criminalità organizzata: le Yakuza. Quel che non c’è stata è solo la parte tradizionalmente intellettuale borghese per il semplice motivo che questi era stata già importata (quanti intellettuali, progettisti, insegnanti stranieri visitarono il Giappone all’epoca?).

RobertoV

Le ideologie “aggreganti” “funzionavano” in regimi dittatoriali e repressivi, quindi non sappiamo quanto aggreganti sarebbero state in democrazia visto il modello impositivo e repressivo.
Tutte queste presunte civiltà hanno prodotto ben poca ricchezza perchè limitata solo ad una ristretta elite, con la quasi totalità della popolazione in situazione di povertà o estrema povertà.
Valutare lo sviluppo di una società solo dallo sviluppo di una elite e della corte è fuorviante, maggiormente se a decantarne le lodi e l’etica è proprio questa elite stessa.
Il Macchiavelli diceva che un principe deve essere più temuto che amato: quale considerazione c’è del popolo in tale affermazione? Il popolo considerato incapace e che deve essere controllato con la forza come il pastore tratta il suo gregge o la sua mandria e mantenuto nell’ignoranza per essere meglio controllato? Quanti Galileo e Michelangelo ci siamo persi per colpa di questo sistema? Quante ricchezze in più abbiamo prodotto estendendo l’istruzione e andando verso la democrazia? Quale abisso etico c’è nei sistemi precedenti che consideravano poco più che degli animali il resto del popolo?

G.B.

Quarto paese al mondo per NUNERO di esecuzioni capitali; se invece calcoliamo non il numero assoluto, ma la PERCENTUALE in rapporto alla popolazione, credo che abbia il primato mondiale assoluto, surclassando alla grande la Cina. Se mi sbaglio correggetemi.

dragor

Sono beduini ignoranti, parassiti che arricchiamo con i nostri soldi. Se non fosse per noi, starebbero ancora allevando capre e cammelli. Che cos’aspettiamo a riprenderci l’Arabia con il petrolio e tutto?

ALESSIO DI MICHELEa

Egr. Carcano, anche lei, come me, come tutti, fa affari con regimi poco raccomandabili: il cotone della sua camicia viene probabilmente da coltivazioni dell’ Egitto più remoto, il gas con cui si fa il suo piattino di pasta viene proprio da Abu Dhabi o da Putin (bono, quello !), il cromo con cui sono state conciate le sue tomaie almeno nel passato era cromo di quelle brave persone dei Boeri, il rame delle prese di casa sua probabilmente viene da Pinochet, oppure dai soliti Boeri anche qui, oppure da persino peggiori paesi africani, … . Il primo requisito dell’ essere laici dovrebbe essere il non separare il bene (nostro) dal male (loro): che “loro” abbiano il 98% delle azioni del male sono d’ accordo, ma la domanda è: siamo in grado/è possibile essere/fare i puri ?

Monsieur Bovary

Quanto dice è assolutamente vero… ed è durissimo fare i conti con il fatto che, bene o male, con questi soggetti noi facciamo affari (anche meramente per sopravvivere, non per goduriosa malvagità).

Per cui io dico: se non possiamo essere “puri” al 100%, cerchiamo di esserlo il più possibile… fare altrimenti mi sembra paragonabile a chi dicesse: “dato che non possiamo curare un glioblastoma, lasciamo morire anche chi ha un’appendicite”…

Francesco s.

Aiuterebbe anche iniziare a dipendere meno dal petrolio e derivati. Ci sono molti modi di produrre energia al di là delle rinnovabili tradizionali, c’è il combustibile da rifiuto, centrali a pirolisi, nucleare, biocombustibili derivati da scarti agricoli. Chiaramente significa cambiare completamente il ciclo produttivo delle nostre società e far uso del recupero, ma prima o poi dovremmo pur farlo, il petrolio non è infinito.

Giorgio Pozzo

Ci sono molti modi di produrre energia

Ma pochi, purtroppo, che possano produrre energia senza grossi problemi, come con il petrolio.

Il nucleare era stato eliminato a seguito dell’ondata emotiva del disastro di Chernobyl. Altre fonti possono essere perseguibili, ma la densità di energia prodotta sarebbe piuttosto bassa. In altri casi, il costo di ogni unità prodotta sarebbe elevato, oppure la distribuzione problematica.
E poi, adesso che il prezzo del petrolio è dimezzato, c’è poca voglia di investire in fonti alternative. Senza contare che gli introiti fiscali sono automaticamente aumentati.

Francesco s.

Giorgio le celle a combustibile, che possono essere alimentate da biocombustibile e i gas risultanti da pirolisi di rifiuti e biodigestione hanno rendimenti elevati accoppiati a turbine a gas e recupero termico. Chiaro la tecnologia è immatura e costosa, ma si possono costruire impianti sostenibili e a lungo i costi calano e la tecnologia migliora, all’inizio anche i motori a scoppio facevano pena ma poi sono migliorati, di necessità virtù. E’ chiaro che l’obiettivo è a lungo termine. Poi bisognerebbe far capire alla gente che le centrali a carbone o olio combustibile non è che siano tanto salutari per emissioni in atmosfera rispetto ad una nucleare che al più emette vapore dalle torri di raffreddamento.

Giorgio Pozzo

Se parliamo delle centrali, allora sicuramente il nucleare è la fonte che produce meno gas serra. Però devi convincere la gente sulla sicurezza (dopo Fukushima può essere peggio che dopo Chernobyl) e hai il problema delle scorie.

Però, non dobbiamo dimenticare i trasporti, dove il petrolio la fa alla grande. Stai proponendo le celle a combustibile per auto, navi e aeroplani?

francesco s.

Non mi riferivo al settore trasporti e dei grandi trasporti, mi riferivo essenzialmente alla produzione di energia elettrica e produzione di combustibili da alternativi al petrolio, con i metodi citati.

RobertoV

francesco s.
Gli USA già oggi non dipendono da importazioni di petrolio e quindi non dipendono dall’Arabia Saudita, ma sono interessati a controllare le fonti di combustibile per gli altri e per i paesi in via di sviluppo.
Per tanti decenni ancora il petrolio, assieme al gas, saranno la fonte principale: non creiamo illusioni sulla possibilità di liberarcene (c’è una bella differenza tra prototipi e prodotti commerciali competitivi). Le nuove scoperte di giacimenti ed il miglioramento delle tecniche di estrazione allontanano la possibilità di diventarne meno dipendenti.
I paesi Arabi si trovano, comunque, già oggi non più nella situazione favorevole e di egemonia degli anni ’70 (crisi del Kippur) perchè la provenienza si è diversificata ed è aumentato notevolmente il consumo di gas che non viene dall’Arabia Saudita. Direi che i legami con l’Arabia Saudita sono più legati oggi a questioni geopolitiche. Visto come è andata con l’Irak, non converrebbe aprire un altro fronte anche in Arabia Saudita perchè è sempre possibile peggiorare la situazione.

francesco s.

Gli impianti a pirolisi non sono prototipi, neanche le celle a combustibile alimentate da biocombustibili e accoppiate a turbine a gas sono prototipi ci sono soluzioni commerciali, neanche il nucleare è un prototipo anzi è la più matura di quelle citate. E’ chiaro sono parecchio costose soprattutto le celle a combustibile. Gli impianti a pirolisi producono un ottimo combustibile gassoso, partendo dalla spazzatura. Anche per le biomasse provenienti da scarti di lavorazione producono buoni combustibili gassosi e non sono prototipi.

L’idea dell’industria manifatturiera che si autoproduce una buona quota parte dell’energia che le serve è un’idea di industria intelligente. Lo stesso dicasi per i centri abitati. Molte cose posso essere fatte già oggi, si può ridurre in maniera consistente la domanda di petrolio con quelle tecnologie. Ci vuole solo la forza politica e i denari per incentivarne l’utilizzo. Per i trasporti poi si vedrà, lì sì che si parla di prototipi anche se già si sono iniziati a produrre veicoli ibridi elettrici e “ibridi” (anche se è scorretto chiamarli così) a GPL e Metano. Che il metano sia prodotto per pirolisi o da biomasse il motore non lo sa.

Non parlavo degli USA, non mi interessano, mi interessa l’Italia e la sua storica dipendenza energetica.

Gérard

Ho apprezzato quando, rivolgendosi a Thomas Piketty, evoca Saif Badawi che si fa torturare perchè ha osato parlare delle virtù della laicita…
Pensi che ci sarebbe oggi in Italia un “comico” che oserebbe fare la metà di quello che osano fare quelli francesi ???

Tino

Ciao Gérard,
Sophia Aram vive con la scorta però mi è piaciuta molto anche la sua satira sulle ragazze musulmane che partono in Siria, tacchine che vanno a fare volontariato in una rosticceria.

Gérard

Conosco poco i comici francesi visto che sono tanti anni che manco dal mio paese .. ( Anche prima di arrivare in Italia, vivevo da parecchi anni in Germania.. ) .
Vedi, ci sono tante persone di origine maghrebina che sono veramente ” in gamba ” e quello che mi rattrista di piu è l’ inevitabile amalgama…
Spesso si sente dire che i musulmani ” moderati ” ( che in realtà non sono ” moderati ” ma piuttosto, atei, agnostici o indifferenti..) dovrebbero manifestare contro quelli eccessivamente religiosi . Ebbene se lo facessero, si esporebbero a rappresaglie da parte di connazionali religiosi.. e questo, pochi almeno in Italia, lo sanno ! Sappiamo tutti come si sono comportate le popolazioni occupate durante l’ ultima guerra : gli eroi furono pochi …

P.S. Mi sembra aver letto in un precedente post che avevi un vicino wahhabita ( un barbuto insomma ) . Questo significa per i altri musulmani della zona come durante l’ ultima guerra avere un funzionario della Gestapo come vicino…

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