La clericalata della settimana, 8: la Lombardia

Ogni settimana pubblichiamo una cartolina dedicata all’affermazione o all’atto più clericale della settimana compiuto da rappresentanti di istituzioni o di funzioni pubbliche. La redazione è cosciente che il compito di trovare la clericalata che merita il riconoscimento sarà una impresa ardua, visto l’alto numero di candidati, ma si impegna a fornire anche in questo caso un servizio all’altezza delle aspettative dei suoi lettori. Ringraziamo in anticipo chi ci segnalerà eventuali “perle”.

La clericalata della settimana è ancora una volta della Regione Lombardia, che

ha tagliato del 21% rispetto al 2014 il bilancio per l’Istruzione, aumentando però il valore dei buoni scuola per le scuole private

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Segnaliamo altri episodi raccolti questa settimana.

Per l’anniversario dei Patti Latenanensi, incontro all’ambasciata presso la Santa Sede tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i presidenti delle Camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini, il presidente del consiglio Matteo Renzi, il presidente della Corte Costituzionale Alessandro Criscuolo e le gerarchie ecclesiastiche

Il prefetto lombardo Francesco Paolo Tronca nomina un commissario ad acta che cancella la trascrizione dei matrimoni omosessuali ceberati all’estero, decisione verso cui promette opposizione il sindaco Giuliano Pisapia.

L’azienda trasporti pubblici torinesi ha stampato un nuovo biglietto in onore dell’anniversario dei 200 anni della nascita di don Bosco.

Il comune di Nichelino (TO) assegna alla Caritas interparrocchiale tramite l’assessorato alle Politiche Sociali un contributo “straordinario” di 5.600 euro.

La redazione

11 commenti

Manlio Padovan

Io ho fatto il liceo privato: era il migliore dela provincia di Genova ale medie, poi mi sono lasciato fregare dai miei compagni del Ginasio chje dicevano che il Greco era una bestia nera. Vero è che sono passato dal 2 al 10 in un botto solo: avevo CAPITO il Latino.
Mi sono reso conto 3 mesi più tardi che la bestia nera era la Matematica, così sono pasato da un Isttituto al’altro, fino al diploma.
Al’Università avevo tuti 30 e 30 e lode.
Se avesi dato reta al mio preside, che diceva che ero portato per il Clasico, non avrei ripetuto. Così è la vita.

Quello sopra è il commento di uno che ha fatto un liceo privato. L’ho copiato dal sito dove compare l’articolo segnalato e da cui parte questo post dell’UAAR.
Io francamente non ho capito granché del commento; avrei voluto comunicarlo all’autore ma non riesco ad entrare nel sito del quotidiano che ha pubblicato l’articolo nonostante varie prove di registrazione: forse non ci arrivo! Comunque mi pare chiaro che un liceo privato non dà manco le basi per imparare a spiegarsi bene: con chiarezza di parole e di idee.
Certo che anche l’università, di oggi?, non ci fa una bella figura.

mafalda

Con la grande, geniale, rivoluzionaria riforma renziana si risolverà tutto! Scriveranno così anche gli allievi della scuola pubblica.

SOLE

La scuola professionale deve continuare ad essere accessibile e a mantenere alti i livelli di formazione che offre, sostiene un’ampia fascia di ragazzi considerati spesso ai margini, dando dignità e competenze ad ognuno, e pertanto ha svolto, e svolge, un ruolo determinante nel trasformare l’assetto sociale, favorendo il miglioramento delle condizioni di tutti e spesso dei più svantaggiati.
Riconoscere che OGNI ragazzo, anche chi non riesce o non vuole studiare fino all’università, abbia la possibilità di raggiungere l’eccellenza nella formazione, basata sulle abilità e le potenzialità individuali, è prerogativa di una società consapevole che i ragazzi sono il suo futuro, e che compito degli adulti è quello di valorizzare ed accompagnare ogni percorso, anche il più complesso, come espressione di pluralità culturale e democratica.
Regione Lombardia ci propone di attivare dei corsi a completo carico delle famiglie. Ma come è possibile che le nostre famiglie, già così provate in questo periodo, affrontino spese di 4000/5000 € annui per mandare a scuola i loro figli quattordicenni e quindicenni? Non abbiamo sempre creduto che i nostri allievi provengono dalla fasce sociali più deboli? Non sono spesso i deleritti di un sistema di istruzione incapace di cogliere “un atteso imprevisto” del loro complesso e delicato modo di apprendere? Non sono i figli dei padri disoccupati e delle madri casalinghe non per scelta? Non sono i possibili candidati della dispersione scolastica?

Tiziana

il prete è un coso nero contro la patria e la modernità scriveva il poeta romano.
i clericali sono contro l’Italia e gli italiani

Frank

Il comune di “Nichelino” assegna alla Caritas un contributo straordinario di 5.600 euro che sarà usato dall’associazione per aiutare il comune di “Dollarodoro”.

Francesco non da Assisi

La Regione Lombardia si è ormai assicurata l’Oscar della clericalata a vita!

Frank

Sindonologo trova biglietto in onore dell’anniversario di don Bosco e dichiara: “Essendo questo biglietto stampato con una tecnica sconosciuta e comunque non compatiblie con la tecnologia di due secoli fa e che permetta di viaggiare con mezzi di trasporto che ai tempi di don bosco non si sognavano neppure, significa allora che questo biglietto è la prova che lui sia resuscitato”

giovanni da livorno

Secondo me, GXXIII, fece malissimo ad abolire il bacio della pantofola papale, parimenti PVI fece malissimo ad abolire la tiara, la corte pontificia
(Camerieri di Cappa e Spada, sediari ecc.) e alcuni appariscenti corpi armati (Guardia Nobile e Guardia Palatina), ed infine GPII fece malissimo ad abolire la sedia gestatoria, perchè nell’Italia delle “clericalate”, tutto quell’apparato e quei simboli, sarebbero stati emblematici dell’effettivo potere raggiunto dalla CCAR nel nostro paese.
Poi la nostra classe politica avrebbe potuto manifestare in modo plateale il suo clericalismo con il bacio della pantofola ed entrando a far parte della corte pontificia o dei corpi armati suddetti, senza più essere costretta a fingersi “laica” dopo aver posto in essere le “clericalate”.
Un po’ di chiarezza, che diamine!
Certo, mi direte voi, ma tutte quelle cose c’erano anche negli 50 e 60, perchè i politici di allora non manifestavano il loro clericalismo nel modo sopra indicato? Perchè (rispondo io) la classe politica democristiana non solo aveva un livello culturale, intellettuale assai più elevato di quella odierna, ma aveva anche il senso delle proporzioni e del ridicolo. I politici attuali, invece, bacerebbero la pantofola, se usasse ancora, e indosserebbero con orgoglio e impettimento le uniformi di cui sopra.
Saluti. GdL

“Il lusso va benissimo, purché sfrenato”.
(A. Arbasino)

gmd85

Resta da capire come mai le private (cattoliche, soprattutto) piangano sempre miseria pur prendendo ogni anno più fondi.

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