In Bangladesh continuano le violenze contro gli attivisti laici, in un paese dove l’islamismo è sempre più soffocante. Stavolta la vittima è Avijit Roy, intellettuale noto per il contrasto all’integralismo religioso, l’impegno a favore dei diritti civili e la promozione del pensiero razionale. È stato massacrato a colpi di machete a Dhaka, la sera di giovedì; colpita anche la moglie, Rafida Ahmed Bonna. Stavano tornando dalla fiera dell’editoria presso l’università, dove Roy era andato a presentare il suo ultimo libro di divulgazione scientifica, in bengalese. Dopo qualche ora lui è morto in ospedale, mentre lei è in gravissime condizioni.
Erano anni che Roy riceveva minacce di morte da integralisti, proprio perché non temeva di esprimere le sue idee. Perché era uno scrittore, produceva cultura, cercava di dare un contributo alla crescita intellettuale del suo popolo. Aveva creato la piattaforma Mukto-Mona (“libero pensiero”) che riuniva razionalisti, scettici, atei, agnostici, laici, umanisti soprattutto di origine bengalese e del Sud Est asiatico. Nel 2014 Rokomari.com (il principale store on line bengalese) aveva tolto dalla vendita i suoi libri, dopo che erano arrivate minacce al gestore del sito. Roy aveva denunciato le intimidazioni via Facebook da parte di Farabi Shafiur Rahman, un estremista che si ritiene legato al partito radicale islamista Jamaat-e-Islami. Questi aveva postato l’indirizzo dell’ufficio dello store, incitando i seguaci ad attaccarlo: era stato arrestato e rilasciato su cauzione, ma ha continuato indisturbato a spaventare altri progressisti, senza che la polizia se ne occupasse seriamente. Roy viveva negli Usa, ma era tornato in Bangladesh proprio per presentare la sua ultima fatica. “Abhijit Roy vive in America, perciò non è possibile ucciderlo adesso.” “Verrà assassinato quando torna”, aveva scritto on line Farabi. E così purtroppo è stato.
Le minacce sono state però minimizzate dalle autorità, che non hanno garantito adeguatamente la sua sicurezza. Un governo, quello della premier Sheikh Hasina, intimidito da centinaia di migliaia di islamisti scesi in piazza nel 2013, che hanno scatenato disordini e invocato a gran voce la morte di alcuni blogger atei, accusati di blasfemia. Un governo che ha preferito arrestare i “blasfemi” per offesa all’islam, sulla base di liste di proscrizione stilate dagli estremisti, e chiudere i siti laici.
Per una triste ironia della sorte, avevamo raccontato di come proprio Roy avesse denunciato all’Iheu – con cui intratteneva una densa corrispondenza – l’atteggiamento accomodante, se non omertoso, del governo, che aveva chiuso gli occhi di fronte alle intimidazioni, le aggressioni, gli accoltellamenti, preferendo invece scatenare la repressione contro i blogger atei per ingraziarsi “una manciata di mullah” utili per vincere le elezioni. Divulgatore autorevole in Bangladesh, Roy era noto nell’ambiente umanista internazionale. Nel 2014 la British Humanist Association lo ha insignito – insieme ai blogger di Mukto-Mona – del Free Expression Award, premiandone il coraggio.
In Bangladesh quest’anno è tornata la tensione, con scontri che hanno causato decine di morti tra le opposte fazioni politiche. Ma dopo l’efferato agguato, centinaia tra studenti, intellettuali e attivisti sono scesi comunque in piazza pacificamente a Dhaka con fiaccolate e sit in per chiedere giustizia e far sentire la propria voce contro l’integralismo. Imran Sarker, esponente dell’associazione dei blogger bangladesi, ha annunciato proteste a oltranza finché non saranno presi responsabili: “la morte di Avijit ha dimostrato ancora una volta che nel Paese c’è una cultura dell’impunità”. Su Twitter un non meglio precisato gruppo Ansar Bangla 7 ha pubblicato una rivendicazione, motivando l’uccisione dello scrittore per “crimine contro l’islam” e come vendetta per il “martirio di 2 nostri fratelli in Khurasan e Shaam”. All’alba di oggi la polizia, che finalmente ha cominciato a muoversi, ha incarcerato tre islamisti: sono stati trovati all’interno di un edificio in un possesso di una notevole quantità di esplosivo.
La morte di Avijit ha sconvolto gli umanisti di tutto il mondo. Messaggi di cordoglio e solidarietà sono stati espressi dall’International Humanist and Ethical Union, dal Center for Inquiry, dalla BHA, ai quali ci uniamo anche noi come associazione. Non bisogna dimenticare la passione e il coraggio di persone come Avijit Roy, che in paesi a maggioranza islamica si battono per i diritti e per l’emancipazione della gente, in un contesto spesso ostile.
Non dobbiamo lasciarli soli, dobbiamo ricordarci di loro e aiutarli per quanto possibile, perché rappresentano in certe zone la flebile speranza di un progresso civile e democratico. E non dobbiamo smettere di protestare, come abbiamo fatto nel 2013 manifestando davanti all’ambasciata del Bangladesh per i blogger atei. E non dobbiamo stancarci di sollecitare prese di posizione concrete da parte delle associazioni islamiche (come abbiamo fatto). Non dobbiamo smettere di denunciare questi fatti presso le istituzioni internazionali, al fine di garantire la tutela dei non credenti nel mondo: come recentemente ha fatto l’europarlamentare socialista olandese Dennis de Jong, rivolgendo un appello a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vice-presidente della Commissione Europea. Il delitto di Dhaka è l’ultimo di un lungo stillicidio e richiede attenzione urgente anche da parte dell’Europa e delle istituzioni internazionali, cui ci appelliamo.
Rimangono le parole e gli esempi di Roy. “Il nostro obiettivo è costruire una società non sia legata agli ordini di un’autorità arbitraria, alla superstizione confortevole, alla opprimente tradizione o alla soffocante ortodossia, ma sia piuttosto fondata sulla ragione, la compassione, l’umanità, l’uguaglianza e la scienza”, aveva detto in un’intervista del 2007. Nel prossimo numero del Free Inquiry uscirà un suo articolo intitolato “The Virus of Faith”. E la frase che campeggiava sul suo sito, dopo l’omicidio: আমরা শোকাহত কিন্তু আমরা অপরাজিত. “Piangiamo ma non siamo sconfitti”.
Valentino Salvatore
Quando leggo certe cose mi sento misero. Rifletto sul fatto che alla fine sono fortunato di essere ateo in Italia e non in quei posti, e chi riesce a esserlo lì ha davvero qualcosa in più. Forse non sono così degno di aver messo l’immagine de Il Pensatore vicino al mio nickname.
Rifletto anche sul fatto che un dio che ha bisogno di essere difeso con un machete (o un mitra) dalle parole di un uomo è la dimostrazione che quel dio non esiste, cosa possono le parole di un uomo contro un dio ritenuto eterno e onnipotente?
@ Francesco S.
Ma perché sentirsi colpevoli ? È profondamente cattolico come ragionamento, mica dobbiamo soffrire per essere atei. Poi tu non sei certo di quelli che si sente in resistenza contro il male assoluto, mi sembi cosciente che l’Italia con tutti i suoi difetti non è certo un paese musulmano.
Che c’entra la colpa, chi ha parlato di colpa? Mi sento inerme di fronte a tanta violenza e mi ritengo fortunato a essere ateo in Italia di fronte a quello che è successo. L’empatia è un sentimento umano, non cattolico. Hai completamente frainteso.
Francesco, misero, non sono degno, è un linguaggio particolarmente cattolico secondo me. Chi è misero e indegno sono tutti gli atei che invece di muovere un dito per chi non ha la nostra fortuna preferiscono sostenere gli oscurantisti qui.
Tino non puoi affibbiare l’aggettivo cattolico a qualsiasi cosa, tanto meno ai sentimenti umani. Forse sei da troppo tempo in Francia e non ricordi bene i significati delle parole.
Dal Dizionario Treccani ti riporto il significato di “misero”:
1a. Che si trova in uno stato di grande infelicità […]
1b. Per estens., con riferimento a situazioni, circostanze, condizioni che sono causa d’infelicità o che comunque suscitano il compatimento […]
2a. Insufficiente, scarso, inadeguato alle necessità […]
3a: Meschino, moralmente vile
Solo il 3a è il significato che sembra tu usi e intenda.
La mia era un’espressione di cordoglio e inadeguatezza, la lingua italiana è ricca di significati (come qualsiasi linguaggio di origini antiche) è il contesto che ne spiega il significato. Chiedo scusa se ho dovuto fare la parte del “professore”, ma era necessario visto che avevi frainteso il significato delle parole. Senso di inadeguatezza e compatimento di fronte alla violenza omicida sono reazioni emotive perfettamente umane, né cattoliche né religiose, le religioni non hanno il monopolio dei sentimenti, questi sono precedenti a qualsiasi fede.
Poi dovremmo smetterla tra atei di usare il termine cattolico come insulto o per connotare negativamente il pensiero di un altro quando c’entra poco il cattolicesimo, così come qualcuno che usa il termine ebreo per indicare qualcuno tirchio, e purtroppo c’è gente che lo fa attestato anche dal vocabolario della lingua italiana visto che ha una discreta diffusione.
Già il termine “ateo” è connotato negativamente da parecchie religioni e credenti, non usiamo lo stesso approccio, un approccio sbagliato rimane tale anche se rivolto contro chi l’ha introdotto.
@Tino
Citando il prof. Farnsworth: il fatto di sapere che apparteniamo alla stessa specie, mi mette in imbarazzo a definirmi Uomo. Ovviamente mi riferisco a gente che è capace di perpetrare orrori come quelli della news. Penso che almeno il disgusto sia lecito.
Mamma mia che putiferio che ho scatenato. Vabbé ritiro “cattolico”. Dico semplicemente che a me quello che sembra allucinante è che qui sedicenti atei si sentono in resistenza perché vanno a manifestare con integralisti islamici contro l'”islamofobia”. E l’obiettivo di questi atei è di isolare eventuali atei nel mondo musulmano dal sostegno dei gruppi occidentali perché l'”ateismo materialista” non è adatto ai popoli del sud.
@Tino
Ok, ma non penso che l’esternazione di francesco s si riferisse a questo.
Mentre qui in Francia l’estrema sinistra organizza manifestazioni contro l'”islamofobia” insieme a associazioni musulmane conservatrici (per non dire integraliste). Laici o no tutti contro l’islamofobia, lo slogan …
Le sinistr fanno questi discorsi perché essere islamofobi dovrebbe essere una cosa di destra.
Ma purtroppo i fatti che accadono ogni giorno parlano chiaro. L’islam è il nuovo nazismo, ed anzi con esso ha molti punti in comune.
E a questo punto, se si accetta l’islamismo, bisogna chiedersi perché mai abbiamo combattuto Hitler ed il nazismo. Se non lo combattevamo ci si risparmiava una guerra con 50 milioni di morti.
E anzi, forse forse, nella Germania nazista c’era più liberta che non adesso nello stato islamico.
L’Islam non è il nuovo nazismo: è il vecchio cristianesimo pre-riforma protestante pre-illuminismo e pre-risorgimento dal punto di vista storico. Sul piano teologico è molto simile all’ebraismo dell’antico testamento e della legge del taglione. Quindi ebraismo veterotestamentario universalista (in questo quindi cattolico). È profondamente sbagliato paragonarlo ai totalitarismi del Novecento, questo segue da un’analisi materialistica della storia. Paragonarlo al nazismo è semplicistico quasi ne cela le profonde radici religiose del fenomeno, qualcosa che dovrebbe mettere in guardia tutti i credenti dagli eccessi della fede cieca e ottusa.
Il nazismo era un movimento politico e l’islam un movimento religioso.
Ma tanto i risultati sono uguali, nel senso che in nessuno dei due casi si possono avere opinioni diverse da quelle che ti impongono. E in entrambi i casi sono antitetici ai principi su cui si basano le democrazie occidentali che prevedono la libertà di opinione e di pensiero.
Ma Massimo parlava dello stato islamico, in quel caso le similitudini con il nazismo ci stanno tutte.
Non mi riferivo solo allo Stato Islamico. Mi riferivo più in generale a quegli stati come ad esempio l’Arabia Saudita che puniscono gli apostati con la pena di morte.
Un apostata è semplicemente una persona che cambia idea. Levare la libertà di cambiare idea e di avere una opinione differente da quella imposta dal potere statale è NAZISMO, senza se e senza ma.
Poi la differenza tra Stato Islamico e stati come L’Arabia Saudita è che nel primo caso questo nazismo vorrebbero imporlo anche a noi mentre nel secondo caso rimane all’interno del paese.
Ad esempio nei paesi islamici vale il discorso “se non sei islamico” ti uccido. Ma che differenza c’è con il vecchio discorso “se non sei nazista/fascista ti uccido?” La risposta è: nessuna differenza.
E 70 anni fa milioni di persone hanno combattuto la seconda guerra mondiale e sono morte per poter assicurare al mondo la libertà di opinione.
Adesso accettare una cosa come l’Islam ti leva tale libertà significa tradire il sacrificio di quelle persone morte a quei tempi.
E le sinistre credono di essere liberali a combattere l’islamofobia, ma in realtà aiutano a prendere il potere questa nuova forma di nazismo. Il che è combattere la democrazia che prevede la libertà di credo e di opinione.
P.S. – Anche cristianesimo ed ebraismo prevedono che non la si può pensare come si pare. Il 1° comandamento “non avrai altro dio all’infuori di me” significa esattamente questo, cioè che non puoi avere un’altra religione e pensarla come ti pare.
Come vedi Houllebecq,col suo “Sottomissione”non e’ poi cosi provocatorio come sembra.
Sconfina piuttosto nel neorelaismo,per non dire nel profetico.
Quanto alle sinistre,devono essere poco informate di cio’ che e’ successo alle sinistre in Iran.
Ma cosa c’e’ di nuovo ?
Settant’anni fa le sinistre francesi, a quanto si legge in tutti i saggi storici,dopo l’invasione nazista rimasero neutrali per tutto il tempo in cui duro l’idillio tra Hitler e Stalin.
Ma questo comportamento non è riservato alle sinistre francesi, ma a tutte le sinistre europee, magari il problema fosse solo in Francia.
tranquillo Tino al c’è di peggio, vedi la storia di questo demente svedese, Michael Skråmo, che prima faceva l’esperto di expert on islamophobia per la tv svedese, poi è andato a fare il foreign fighters per ISIS, al ritorno dalla Siria li verrà offerto il sostegno psicologico perche è stato traumatizzato
http://speisa.com/modules/articles/index.php/item.676/sweden-to-reward-returning-isis-jihadists.html
Incredibile, la gente è veramente fuori di testa.
Comincia a farsi strada anche in UAAR la presa di coscienza della pericolosità della religione islamica ad un livello superiore rispetto a quello di molte altre fedi (non ho dubbi che ci sia anche di peggio: il peggio non conosce limiti). Il passo spero non troppo successivo sia prendere posizione netta, pubblica e duramente esplicita contro la “importazione coatta” (coatta per noi) di centinaia di migliaia se non milioni di teste inclini a indulgere nella professione di quella religione, richiedendo ufficialmente azioni di contrasto per arrestare e invertire quell'”importazione”. In assenza di quella presa di posizione, articoli come quest’ultimissima rimangono belle quanto futili parole in merito ai classici massimi sistemi. In assenza di quella presa di posizione, tanto vale risparmiare il fiato.
Non avverrà mai Benjamin. Cmq in Italia da quanto ho capito gli immigrati musulmani sono circa il 25% ogni anno del totale.
Ho sempre pensato che la tolleranza nei confronti di qualsiasi religione fosse inutile e assurda. I fedeli devono capire che il loro credo se lo possono coltivare a casa, senza infastidire gli altri. Davanti a tutte le intromissioni religiose c’è solo da rispondere con un secco NO. Solo così lo capiscono.
Non dovevano permettergli di tornare. Queste persone sono tesori da custodire. Mi dispiace immensamente.
Io credo che il terrorismo si batta oltre che con le armi – necessarie per difendersi quando si viene attaccati – anche con la cultura della tolleranza verso chi vive la sua fede per cavoli suoi senza imporre nulla a nessuno. Il corano prevede il jihad, ma ci sono islamici che reinterpretano quel libro, il sufismo a differenza del wahabismo, interpreta il jihad come lotta interiore, di fatto è eretico, ma ben venga l’eresia se comporta tolleranza. Wahabismo che viene dall’Arabia saudita e a cui si rifanno quelli dell’IS e in generale i gruppi radicali.
Siccome abbiamo una legge sui culti ammessi e sulle intese, si potrebbe usarla per stipulare intese solo con le denominazioni di islam sufi o comunque non wahabite, stabilendo un confine tra ciò che è tollerato e ciò che non lo è, in quanto contrario all’ordinamento italiano e di pubblica sicurezza, e allo stesso tempo non cadendo in fenomeni di intolleranza e identitarismo in stile leghista.
@ Tino
Manco a me piace il leghismo e Salvìni. E ti dico che per che gli immigrati sono i benvenuti quando vengono in italia per lavorare onestamente.
Ma per gli islamici il discorso cambia. Questa gente viene in casa nostra e DICHIARA APERTAMENTE di volerci sottomettere con la prepotenza e di volerci convertire con la forza.
Loro prima mendicano ospitalità e aiuto all’Italia e poi dopo come ringraziamento vorrebbero tirarci una coltellata nella schiena.
E purtroppo con questa gentaglia mi tocca ad ammettere che Salvini ha ragione.
Quando leggi di queste cose risulta poi difficle non essere islamofobo.
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/isis_ostaggio_madre_mangiare_carne_figlio/notizie/1213197.shtml
Massimo, mi sembra poco attendibile la cosa. Nonostante tutte le porcherie presenti nel Corano, mi pare che il cannibalismo sia grave tabù, la carne umana non è halal, compresa quella di infedele. Più che altro sarà stata una bugia per fare una tortura psicologica alla donna, oppure la notizia è semplicemente falsa per stimolare altri curdi a combattere, sono tattiche di guerra. Anche Il Giornale ne da notizia, ma con molta più cautela.
@E.n.g.y
OT, ma neanche tanto.
No, è che il concetto è reale e traspare perfettamente dall’articolo che hai postato. per questo ti ho detto di informarti su chi scrive. Guarda caso, uno che si occupa di temi religiosi. Imparziale e trasversale, certo. Ma sappiamo come valuti le tue fonti.
Atei e religiosi possono pensarla diversamente su tante cose, certo. Solo che un’idiozia è sempre un’idiozia. Se io non ti sorprendo, su di te si può scommettere e sbancare.
@ gmd85
@ Engy
gmd85, colgo anch’io l’occasione:
Engy:
Engy confermo che di limitato c’è o la tua comprensione dell’italiano o la tua vista. Nel thread c’è un mio intervento erroneamente formattato in grassetto e per quello in bella evidenza: rileggi e vedi un po’ se c’è scritto di limitare diritti a persone omossessuali. La faziosità sta tutta dalla parte di chi ritiene importante riportare opinioni di gay vittime della sindrome di Stoccolma. Come se fossero importanti nel merito della questione…
E quello non sono io.
Ma cos’è sta storia dei gay vittime della sindrome di stoccolma ?
@Tino
Niente, siamo anche in OT. Stefano™ si riferisce agli omosessuali contrari all’estendere il matrimonio a tutti. Ovviamente, c’è chi prende questi pareri come oracoli di verità accostandoli alle proprie inconsistenti motivazioni.
@ Tino, che scrive:
– Ma cos’è sta storia dei gay vittime della sindrome di stoccolma ? –
…….
E’ una storia carissima ai nostri dirimpettai dell’unione cattolici ecc., i quali sostengono spesso che ci sono dei gay (a loro parere) “illuminati” i quali sono contrari ai matrimoni gay e alla legge sull’omofobia, e si fanno forti delle loro dichiarazioni.
Come se la RSI (“repubblica di Salò”) non avesse avuto tanti italiani che le erano devoti!
Ad ogni modo, caro Tino, sono sempre più frequenti in questo sito le prese di coscienza della pericolosità dell’islam; finalmente ci si sta rendendo conto che i musulmani sono paragonabili ai cattolici PRIMA dell’illuminismo e della Rivoluzione francese.
Come ho detto altre volte: continuiamo a difenderci dall’invadenza cattolica, ma stiamo in guardia, anche, nei confronti della religione di Maometto e dei suoi seguaci.
Con prudenza, senza isteria, ma stiamo in guardia!
Cerchiamo di non cadere dalla padella nella brace.
Saluti. GdL
“Che pericolo mai può venire dal ragionamento ingegnoso e dall’indagine? Il peggiore scettico speculativo che mai io abbia conosciuto era un uomo molto migliore del più buon devoto superstizioso e bigotto.”
(D. Hume)
Ok, vabbé ma sai di gay e lesbiche contrari al matrimonio ce ne sono anche tra chi è convinto che l’obiettivo dei gay e delle lesbiche sia di essere nella trasgressione permanente. Solo che per essere trasgressivo bisogna averne la scelta. Le entrate a gamba tesa durante il matrimonio gay in Francia sono arrivate sia da certi gay cattolici ma anche da certi gay di estrema sinistra convinti che il matrimonio sia un’istituzione “borghese” e bla e bla.
@Tino
Suppongo che le motivazioni siano più o meno disparate, ma non vuol dire che siano valide perché espresse da gay. O da non credenti, visto che l’articolo postato in merito puntava su questo.
@Tino
http://www.linkiesta.it/no-gay
Certo, certo ma le hanno sparate talmente grosse. Bongibault ha paragonato Hollande a Hitler, francamente gente così caricaturale. Devo ammettere però che la Barjot alla manifestazione per Charlie con il numero di Charlie dedicato a lei (ovviamente prendendola ampiamente per i fondelli) ha dimostrato di essere comunque una buona perdente.
“i musulmani sono paragonabili ai cattolici PRIMA dell’illuminismo e della Rivoluzione francese.”
E’ ciò che sostengo io. La religione cattolica è stata “addomesticata” dopo il secolo XVIII. E se non fosse stato per i tanto criticati laicisti oggi in Europa saremmo allo staesso livello dello Stato Islamico. Per questo il monod occidentale dovrebbe ringraziare tutti i giorni i cosiddetti “laicisti” anzichè leccare continuamente i piedi ai pretacci del Vaticano.
Stefano tm,
intanto ritiro l’aggettivo “limitato”, sicuramente fuori luogo.
Comunque, se anche tu rileggi, io rispondevo inizialmente a Frank che mi diceva “Chissa perchè Engy conosce sempre le persone (e tante) che fanno comodo a lei e ai suoi deliri”.
Io ho solo voluto dire a Frank che le persone, atee o meno,, hanno idee diverse su tutto, anche sui gay e sull’idea del matrimoniio gay, mentre Frank sembrava sostenere la tesi dell’ateo doc (senza virgolette quindi ….) che, in quanto tale, è ad esempio sempre favorevole ai matrimoni gay. E ho postato a titolo esemplificativo un articolo.
Poi sei intervenuto tu, secondo me maldestramente.
Fine.
@ Engy
Che le persone abbiano diritto di dire quel che pensano è un conto, che sia possibile valutare quel che le persone pensano è altra cosa ancora.
Che ci siano persone che pensano qualcosa sulla base di principi infondati sull’omosessualità è una valutazione ben supportabile, sia dalla ragione sia dalla scienza, quindi è privo di fondamento ogni tentativo di utilizzare quei principi infondati (espressi da chiunque) nel tentativo di limitare diritti a persone che hanno subito e stanno subendo discriminazioni per il loro orientamento sessuale. Vuoi un’altra prospettiva? Postare qualche link di eterosessuali contrari al matrimonio avrebbe un qualche significato ai fini di impedire il matrimonio tra questi? Chi è contrario ai matrimoni o alle unioni di qualsiasi tipo semplicemente non ne usufruisca. Semplice e lineare. Quindi, ribadisco, il tuo post è perfettamente inutile nell’ambito della discussione sulla possibilità di regolamentare unioni anche (non solo , nessuno lo sostiene) per gli omosessuali. A meno che tu non intendessi semplicemente e banalmente informare che esistono al mondo persone con atteggiamenti contraddittori…
Quanto agli “atei devoti” è espressione che a te non piacerà ma ben connota coloro che non dovrebbero – se razionalisti – attribuire grande importanza al principio di autorità e invece ne hanno scelta una e la incensano come i più devoti. Dovremmo sostituire all’espressione più breve e incisiva questa più dettagliata ma meno efficace?
@E.n.g.y
Esempio o no, hai avuto risposta. Che la gente la pensi diversamente è la scoperta dell’acqua calda. Ciò che è stupido è dire che, siccome ci sono non credenti che sono contrari al matrimonio gay, allora la posizione dei non credenti che sono favorevoli è sbagliata. E questo approccio è caro ai credenti contrari. Se ti fossi informata sull’autore dell’articolo, sapresti che fa parte proprio di questi. A questo punto, io dico che è sbagliata la posizione dei credenti contrari, visto che ci sono credenti favorevoli. O forse è meglio fare considerazioni scevre da attaccamenti a presunti valori e culture da difendere? Attaccamenti che, ti piaccia o meno, sono frutto della solita mentalità similcattolicatradizionalista dalla quale, evidentemente, c’è chi non riesce a staccarsi. Che qualcuno consideri positiva questa incapacità non la rende positiva effettivamente.
Engy, la tua interpretazione al mio commento dimostra quanto tu sia ottusa ed in malafede, sei tu quella che crede che qui oltre ad essere tutti atei siamo tutti convinti che essere atei significhi anche doverla pensare tutti in un certo modo su determinati argomenti, io lo so benissimo che essere atei significa soltanto avere la consapevolezza che di dei non esistono e che poi tra atei si possano avere su certi argomenti idee diverse e anche contrapposte, io (come qualunque persona sana di mente avrebbe capito) intendevo solamente dire non che certi tipi di persone atee non esistessero ma se tu le conoscessi veramente queste persone (e tante), visto che a volte da come ti comporti mi viene il dubbio che sia, non la loro esistenza ma il fatto che tu li conosca, il frutto della tua fantasia disturbata.
Scusate dovendo rispondere ad Engy ho scritto il suo nome al posto del mio ed il mio commento sembrerebbe scritto da lei.
@ Engy
Per qualsiasi persona o gruppo che sostenga X c’è qualcun altro che sostiene Y. Tu sistematicamente riporti opinioni contrarie. Ma un’idea non si valuta in base a quelle contrarie. Tutte e due si valutano sulla base dei propri meriti e demeriti. Tra questi riscontro con i fatti, corenza dei principi interni, non contradditorietà, possibilità di smentita in base a nuove evidenze, rapporti con altre conoscenze acquisite, solo per citarne alcuni. Se io ti argomento un’ idea e tu mi dici che c’è chi pensa il contrario e che tutte le idee sono buone, mi dici come fai a fartene una, compresa quella falsamente imparziale che tutte siano buone? Tiri a sorte?
E allora, se ti dico che se un’idea viene caldeggiata o osteggiata dalla ccar raramente i principi sono validi lo dico perché qualsiasi idea religiosa irrinunciabile e inappellabile rivelata da uno o più Grandi Puffi non rispetta i criteri che ti ho elencato. Li rispettasse non sarebbe religione, sarebbe ragione. Se in un dibattito invece diportare argomenti da valutare in base ai criteri che ho elencato immetto voleri della mia divinità preferita con la clausola che non possono essere dibattuti perché così vuole la mia divinità il dibattito è inesistente: al tavolo ci possono essere solo esecutori più o meno fedeli. Ora che questo sia il modo di procedere all’interno del club della mia divinità preferita non obietto, che simile modo di fare si pretenda di estenderlo al di fuori di quel club è ciò a cui mi oppongo. Non per volere del Grande Puffo che preferisco ma per la semplice possibilità che ci sia un dialogo.
te lo dico per l’ultima volta, stefano tm.
Frank sembrava sostenere l’idea che gli atei, tutti gli atei, siano favorevoli ai matrimoni gay,
Ora, posto che l’essere contrari o favorevoli non determina automaticamente un’etichetta di omofobia o del suo contrario, facevo solo presente che la sua e una posizione (irrazionale e) non rispondente al vero, e perciò inviavo quel link.
Fine.
Posso permettermi di dire una cosa, senza offesa. Perché continuare discussioni OT con una persona che ci gode a farlo, per poi vedere tutto cancellato? L’admin è buono, ma ad un certo punto potrebbe giustamente agire.
@E.n.g.y
Tu hai risposto al commento di Frank che diceva:
Ora, a meno di pecche non manifeste nel leggere frasi in lingua italiana, io non leggo “tutti gli atei sono pro matrimonio gay”. Piuttosto, leggo che c’è chi non esita a dire “guardate che ci sono atei che la pensano al contrario di voi” come se questa fosse argomentazione valida. Non lo è, per i motivi che ti abbiamo già esposto.
@francesco s
Se la cancellazione arriverà, sarà giusto, ne sono consapevole. Questa volta non potevo farne a meno 😉
Dialogo della foto (affinchè i bigottoni che vengono qui a rompere non dicano che sono cinico solo con i credenti).
Uomo in primo piano.
– Mi raccomando figlioli posizionatevi come la statua metre io assumo uno guardo significativo che rappresenta la volontà dell’uomo di voler costruire una società non legata agli ordini di un’autorità arbitraria ecc. ecc. ecc. ma sia piuttosto fondata sulla ragione, la compassione, l’umanità, l’uguaglianza e la scienza.
Ragazzini dietro.
– Papà ha rotto le palle con ‘ste foto ad effetto.
– Vero….
– E se quando torniamo in Bangladesh lo faccessimo fuori e poi dessimo la colpa agli integralisti islamici?
Intanto la statua sopra.
– E’ inutile anche la magnesia non funziona…
Una cosa che mi era sfuggita è che in Italia Ennahda ha stravinto le elezioni del 2014 mentre in Tunisia ha perso … sarà il legame con quelli di Comunione e liberazioni che ha permesso loro di vincere 2 seggi contro 1 per il partito laico ?
Traendo spunto dalle discussioni post assassinio dei giornalisti di Hebdo, Roy avrà sicuramente “provocato” 1.5 miliardi di “pacifici” mussulmani……….
Inoltre gli assassini saranno “sicuramente” dei “senza dio” e non centrano niente con l’islam, perchè la “vera” religione “dell’amore” non uccide……… (e se lo fa è sicuramente colpa della vittima trasformata in carnefice, come ho visto fare oggi in una delirante intervista ad uno stupratore e assassino induista).
Vorrei chiedervi una cosa in Italia esistono i corsi della cultura di origine ? Perché qui in Francia dove sono opzionali, servono come una forma di insegnamento religioso. Per esempio nel manuale di civiltà turca concepito dal ministero dell’educazione turco c’è scritto dell’importanza di credere in Allah e conoscere la vita del profeta e valorizzarla ? Questi corsi sono pagati dai ministeri dell’educazione del paese di origine, ma avvengono nella scuola pubblica.
http://www.lefigaro.fr/actualite-france/2015/03/02/01016-20150302ARTFIG00251-l-enseignement-des-langues-etrangeres-a-l-ecole-le-risque-du-communautarisme.php
No, l’unico insegnamento facoltativo a scuola è l’ora di religione cattolica e quella alternativa ad essa, entrambe pagate dallo stato italiano e gli insegnanti di religione cattolica li sceglie la Curia.
Credo che teoricamente sia possibile anche in Italia (anzi ne sono sicuro) è una norma europea, però ci vuole un accordo con lo stato estero. Per esempio la Francia ha l’accordo con l’Italia ma non credo che il ministero italiano mandi insegnanti di cultura italiana, oppure sì.
Questi accordi per i corsi di cultura d’ origine sono in realta degli accordi sciagurati che datono se non sbaglio degli anni 1973 o 1974 sotto la presidenza di Valery Giscard d’ Estaing …
Fu all’ origine una richiesta fatta dal governo turco alla quale il governo francese rispose favorevolmente !!! Cosi fu concesso ai turchi quello che prima degli anni 1940 era stato negato a Mussolini !! ( E ovviamente sono arrivate dopo le richieste simile da parte dei governi marocchini, algerini etc…)
Ho sotto mano un rapporto dell’ ispezione delle Universita di Nancy-Metz datato 2001 che ne elenca tutti problemi che sono nati dopo la messa in pratica di questa decisione sciagurata !!
Se esistono dal ’75 posso confermare che alla data attuale, non mi sembra che si svolgano in Italia tali corsi. E comunque qui se ti vogliono propinare a scuola la religione lo possono fare con tramite l’ora di religione cattolica, e infatti così fanno.
Questi corsi non sono necessariamente fissati sulla religione ma se si parla di cultura maghrebina, la religione musulmana è fondamentale ( Gli invasori arabo-musulmani avevano distrutto tutti legami che esistevano con culture anteriore..) Cosi la Francia che fin’ora aveva fatto l’ assimilazione degli emigrati il motore dell’integrazione ebbe sempre piu problemi con i nuovi arrivati . Eravamo anche alla fine delle ” 30 gloriose ” ossia i trent’ anni di cresciuta economica ! Fu anche l’ epoca nella quale si comincio a parlare delle cosidette …” Radici culturali ”
Non trovando posto di lavoro o soltanto con grande difficolta, questi emigrati si tornavano verso le loro culture di origine cercandosi una risposta al loro disaggio …
Dunque sono totalmente contrario a questo tipo di corsi che contribuiscono soltanto ad ostacolare un integrazione delle nuove popolazioni .