Quel lontano ricordo delle aspirazioni laiche turche

Storicamente la Turchia ha sempre rappresentato una sorta di trait d’union tra il mondo occidentale e quello islamico. L’opera riformatrice avviata dal padre della patria Mustafa Kemal Atatürk fin dalla sua fondazione, avvenuta in seguito alla disgregazione dell’Impero Ottomano, ne aveva fatto uno Stato a forte vocazione occidentale pur mantenendo l’Islam come religione di Stato. Naturalmente perché ciò fosse possibile il primo principio da importare dall’occidente doveva necessariamente essere quello della laicità, e infatti la Turchia si è sempre distinta dal resto dei paesi musulmani per la limitazione delle ingerenze religiose in politica, per i diritti concessi alle donne, il suffragio universale, la depenalizzazione dell’omosessualità. Altre riforme sono state chieste alla Turchia dall’Unione Europea in seguito alla sua richiesta di entrare a farne parte tra cui l’abolizione della pena di morte e la concessione di diritti alle minoranze etniche, principalmente quella curda.

Da diversi anni questo processo si è invertito, i venti islamisti soffiano non solo sulle sabbie mediorientali e magrebine ma anche sull’altopiano anatolico. Con l’ascesa politica di Recep Tayyip Erdoğan, dapprima leader e premier del partito di maggioranza AKP e adesso presidente della Repubblica, la Turchia sembra aver distolto almeno in parte il suo sguardo dalle laiche democrazie occidentali per rivolgerlo alle vicine teocrazie islamiche, con buona pace dei traguardi laici raggiunti finora che avevano fatto ritenere effettivamente possibile la coniugazione tra Islam e secolarizzazione. Del resto come può un partito dichiaratamente confessionale, che governa una nazione in cui l’Islam è religione di Stato, schierarsi a difesa dei diritti umani senza tradire la propria identità? Ci sarebbe un’evidente contraddizione, prima o poi i nodi verrebbero al pettine e in Turchia il pettine si è fermato recentemente proprio sul nodo che ci riguarda più da vicino: quello dell’irreligiosità.

Ateizm Derneği (che in turco significa Società dell’Ateismo) è la prima associazione di non credenti turchi costituitasi meno di un anno fa. In realtà il primato dell’associazione si estende non solo alla Turchia ma a tutto il mondo islamico in generale dove è semplicemente impensabile che dei non credenti possano essere in qualche modo riconosciuti pubblicamente. Talmente impensabile che perfino nell’occidentalista Turchia un tribunale civile ha adesso disposto il blocco dell’accesso al sito web dell’associazione facendo riferimento all’articolo 216 del codice penale che vieta “l’incitamento all’odio, all’inimicizia o all’umiliazione”. Non siamo ai livelli di fondamentalismo raggiunti ad esempio in Arabia Saudita, dove l’ateismo viene equiparato per legge al terrorismo e chi critica l’Islam come Raif Badawi viene condannato a mille frustate (a tal proposito si segnala una petizione su Avaaz rivolta dalla moglie di Badawi al vice Cancelliere tedesco Gabriel), ma la direzione sembra più o meno quella tant’è che proprio Erdoğan si è in passato riferito all’ateismo come terrorismo. A darne notizia è stata la stessa associazione attraverso un comunicato, diffuso tramite la sua pagina Facebook ma anche attraverso il suo sito (che al momento in cui scrivo risulta accessibile semplicemente rimuovendo il prefisso www), dove tra le altre cose si denuncia la pericolosa convergenza in Turchia dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario.

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E pensare che subito dopo la sua costituzione Ateizm Derneği aveva ottenuto un importante riconoscimento, orgogliosamente e giustamente annunciato in homepage anche in inglese, essendo stata invitata a partecipare a una tavola rotonda organizzata dalla delegazione turca presso l’Unione Europea e parallelamente anche a una sessione della Freedom of Belief Initiative Conference. Non a caso proprio l’articolo 216 del codice penale turco era stato centrale nell’intervento di Morgan Elizabeth Romano, vice presidente dell’associazione, in quanto utilizzato spesso come strumento per incriminare chiunque critichi l’Islam o propagandi idee ateiste, in particolare il terzo comma che recita: “Chiunque denigri apertamente i valori religiosi di una parte della popolazione dev’essere condannato a una pena detentiva da sei mesi a un anno qualora l’atto sia sufficientemente pregiudizievole alla quiete pubblica”. Naturalmente (si fa per dire) non c’è nessuna tutela della denigrazione degli atei a controbilanciamento.

Nel rapporto redatto e presentato nell’occasione l’associazione ha elencato in dettaglio vari casi di non credenti perseguiti in Turchia con motivazioni pretestuose come pubblicazione o traduzione di opere sull’ateismo, commenti di vario genere, semplici retweet e altre cose simili. Ma ha anche fatto il punto sulla pericolosa avanzata dell’islamismo e sulla corrispondente retromarcia innestata dal paese in tema di diritti civili. I delitti d’onore sono cresciuti di ben 14 volte negli ultimi sette anni, un terzo delle donne che si sposano sono bambine e gli atti di violenza contro le donne sono aumentati del 400% da una dozzina d’anni a questa parte. Proprio in questi giorni i turchi sono scesi in piazza contro la violenza di genere in una manifestazione che vedeva uomini indossare delle minigonne e puntare il dito sul partito di governo.

L’unica vera libertà d’espressione rimasta è quella di accondiscendenza al regime, che non sarà tale da un punto di vista formale ma lo è senza dubbio di fatto. Sono almeno 57 i giornalisti attualmente in carcere e quasi 68 mila i siti web oscurati a oggi. Significativo il recente blocco del sito ufficiale di Charlie Hebdo non tanto per quello che rappresenta dall’attentato parigino di due mesi fa, del resto è quasi ovvio che un sito del genere venga oscurato in una nazione dichiaratamente islamica, quanto per il fatto che il premier turco Davutoğlu ha partecipato a quel corteo in cui i leader politici mondiali hanno manifestato per la libertà d’espressione. Quando si dice “da che pulpito”.

Massimo Maiurana

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49 commenti

MASSIMO

E’ brutto a dirsi, ma in europa siamo oramai preda dell’islamofascismo. Se l’islam dovesse andare al potere in Europa noi uomini dovremmo dire addio alla libertà di pensiero, e le donne perderanno molto di più perchè perderanno tutti i diritti acquisiti con l’emancipazione femminile negli anni ’70.
La colpa è tutta del buonismo delle sinistre e della mentalità multicultralista che hanno accettato a manica larga gli immigrati, e l’errore peggiore sarebbe poi quello di dargli accesso al potere come stanno facendo in Francia ed in Inghilterra.
(Tra l’altro i comunisti italiani stanno alleandosi con i musulmani).
Morale della favola: Adesso se vogliamo difendere i diritti delle donne e la libertà di pensiero dagli attacchi dell’islamofascismo, saremo costretti ad allearci e dare potere all’estrema destra. Insomma, per combattere un fascismo ci vuole un altro fascismo. Purtroppo è così.

Francesco S.

É un tuo diritto dire sciocchezze, un mio dovere evidenziarle. Il fanatismo non si combatte con l’identitarismo e il fascismo. Per un libero pensatore ateo sono tanto dannosi i fascisti veri che i fanatici religiosi.

Brr i comunisti, “vengono fuori dalle fottute pareti” (cit.)

MASSIMO

@ Francesco s.

Le sciocchezze le sta dicendo lei che pensa che si possa discutere con i fondamentalisti islamici. Questa è gente che fa della prepotenza e del sopruso il proprio credo. E con questa gente i casi sono solo due, o ci si sottomette o la si combatte.
La gente come lei che predica il buonismo e l’accettazione di certe mentalità altro non fa che indebolire le difese del popolo europeo e permettere che questa gente vada al potere.

MASSIMO

P.S.

Lei ateo, parla di comunicazione con i fondamentalisti islamici. Si vada a fare un giro in un paese islamico e poi vedrà quanti diritti gli garantiscono a lei.

Laverdure

Non ho seguito molto i rapporti tra Turchia e occidente negli anni passati,ma non posso astenermi dal dubbio che la “schizzinosita” dell’Europa verso gli indiscutibili difetti della’ordinamento locale abbia finito con l’indebolire le fazioni politiche al governo in precedenza favorendo l’ascesa di Erdogan,che ,tra l’altro,da l’impressione di essere motivato principalmente da megalomania personale piu’ che da fanatismo religioso,
e di servirsi del’appoggio dell’integralismo come strumento per i propri fini.
Insomma si e’ ripetuto il colossale errore di Jimmy “nocciolina” Carter che “scaricando” lo Scia in nome dei diritti umani li danneggio’ invece in modeo disastroso in Iran.

FSMosconi

Passatemi il paragone, io mi ricordo che Erdogan è né più né meno un “Berlusconi turco”…

Laverdure

@fsmosconi
Con la differenza che il Cavaliere aveva (ed ha tuttora)molto piu’ del pagliaccio che del vero dittatore.
Come purtroppo ,occorre ammetterlo,avevano,ed hanno ancora, parecchio del pagliaccio la maggior parte degli esponemti politici nostrani.
E se la magistratura non ha mai contrastato in maniera efficace i loro abusi e’ purtroppo solo perche’ anch’essa pullula di clown e corrotti.
Invece Erdogan dispone di un potere reale che ha esercitato con una durezza e risolutezza sconosciuta ai politici nostrani,basti pensare a come ha represso le estese manifestazioni di piazza poco tempo fa.
Qualita che in certi contesti producono i grandi statisti, come De gaulle e Churchill,e in altri i dittatori come Hitler e Mussolini.

Monsieur Bovary

@ Laverdure

mh… chissà che alla fine non siano la stessa cosa eh, grandi statisti e dittatori intendo.
Molti sembrano invidiare, più che condannare chi riesce ad esercitare violenza (ISIS, Erdogan, U.S.A., Stalin, Hitler… in ogni luogo spazio e tempo, a prescindere dagli “ideali”).

FSMosconi

@Laverdure

Non intendevo in quel senso, ma dal punto di vista del background socio-economico. Sempre con l’appoggio della nuova borghesia, storia personale relativamente simile (eccezion fatta per il soggiorno in prigione), idee economiche praticamente le stesse e così via…

Frank

Dialogo della foto.

Voce dal pubblico: E’ vero Ruby non è la nipote di Mubarak, è la tua.
Erdoğan: Brutto screanzato.

Gérard

E da segnalare in parte OT la decisione corraggiosa della Svezia che ha deciso di non rinnovare la collaborazione militare con l’ Arabia Saudita per protestare contro l’ incarcerazione e le torture alle quali viene sottomesso il blogger Raif Badawi . La tensione fra ambedue paesi è altissima e l’ Arabia Saudita ha richiamato il suo ambasciatore a Stockholm .
Vive la Suède . Je suis Raif Badawi

RobertoV

Il fatto ha un precedente. Il ministro degli esteri svedese era stato invitato alla conferenza della Liga Araba come ospite d’onore perchè la Svezia aveva nei mesi scorsi riconosciuto lo stato Palestinese, ma le è stato impedito di parlare quando hanno visto che il discorso verteva sui diritti civili.
La collaborazione militare era contestata da anni e non gradita al partito dei verdi al governo.
http://www.orf.at//stories/2268593/

Anche in Austria c’è una controversia in atto relativamente al Centro di studi religiosi dell’Arabia Saudita che sembra non occuparsi tanto di religione e vorrebbero chiuderlo.

Laverdure

“..perchè la Svezia aveva nei mesi scorsi riconosciuto lo stato Palestinese, ma le è stato impedito di parlare quando hanno visto che il discorso verteva sui diritti civili.”
Insomma ,per gli arabi i governanti svedesi ,per usare le immortali parole di Lenin,sono stati solo degli “utili idioti”.

Gérard

Credo che tutti paesi europei ( salvo Italia ) hanno riconosciuto lo stato palestinese .
Non vedo dove la Svezia è stata un ” utilo idiota ” ??

Manlio Padovan

La presenza di Erdogan alla marcia di Parigi ricade tutta sulla “coscienza” di quella massa di capi di Stato ipocriti incoerenti falsi, non raramente (ed in Europa qualcuno qualcosa ne sa) puri criminali, affamatori di popoli.

MASSIMO

Erdogan è fortemente sospettato di aver aiutato l’ISIS. Tra l’altro:
– perché la Turchia, nonostante le sue potentissime forze armate si è rifiutata di partecipare ai raid della coalizione? E ricordiamo che confina direttamente con l’IS, quindi non gli ci vuole niente per attaccare.
– e perché la Turchia ha impedito i rifornimenti di armi ai peshmerga curdi?
– e sarà vero che i jihadisti feriti vengono curati in ospedali turchi?
– e come mai i foreign fighters passano sempre attraverso la Turchia per raggiungere l’IS?

FSMosconi

Sui curdi è facile farsi una mezza idea:
chi si ricorda di Ocalan? Chi sa che c’è una certa, non irrilevante, differenza tra Peshmerga americani, e il PKK (e la sua espressione siriana, lo YPG)? Chi sa che è la Rojava?
Un maccarista come Erdogan, con in più alle spalle un partito con evidenti antipatie per i curdi per questioni nazionaliste, non poteva certo tollerare che i “salvatori della Patria” fossero i tanto deprecati comunisti del Partito Curdo dei Lavoratori ed alleati siriani.

Francesco S.

Quando questa vicenda dell’IS finirà, perché finirà, i curdi chiederanno il conto tra Siria e Iraq c’è una bella fetta di Kurdistan e in Turchia un’altro bel pezzo.

Tino

@ Manlio Padovan
Erdogan non era presente alla marcia di Parigi. Semmai ciò sottolinea la sua ipocrisia moralista che trova scuse a chi ha sterminato la redazione di Charlie Hebdo. Altro che colonialismo la Turchia è sempre stata colonizzatrice.

francesco s.

È vero era presente il primo ministro turco non Erdogan che è il presidente, che ha sostituito Erdogan alla presidenza del loro partito. Non credo che cambi il senso delle parole di Padovan però circa l’ipocrisia di alcuni leader politici che si presentarono alla marcia per difendere la libertà d’espressione ma che nei loro paesi non la garantiscono a pieno, la Turchia è uno di questi.

Tino

Ma la marcia non era per la libertà di espressione, era per segnare lo sdegno rispetto agli attentati, non dimentichiamo che gli ebrei uccisi nel supermercato sono vittime di un attacco antisemita.

Francesco S.

Ma questo lo dici tu che non era una marcia per la libertà d’espressione. E’ stata presentata come tale, e comunque in senso lato non appartiene alla sfera della libertà d’espressione e della libertà in generale che un ebreo possa esprimere la sua ebraicità (andando in un supermercato kosher ad esempio) senza correre rischi per la sua incolumità?

Tino

Francesco S.
Ma presentata da chi ? I terroristi antisemiti se ne fregano se un ebreo va o meno al supermarcato Kosher hanno scelto quel luogo perché era probabile trovarne il più possibile. E le motivazioni erano altre non la blasfemia ma “i bambini palestinesi”.

Francesco S.

Dai media di tutto il mondo scusa, una marcia per la libertà contro il terrorismo. La libertà in generale e anche quella di espressione in particolare. Non si erano mica incontrati per caso, ma per l’attentato. Venire ammazzati perché ebrei o perché vignettisti irriverenti sono due aspetti del concetto di libertà violati.

Tino

Sì ma appunto i media non sono gli organizzatori della marcia, e molti media in particolare anglosassoni non hanno fatto altro che parlare di ipocrisia. Non se sia dovuto a un diverso rapporto dei giornalisti con la blasfemia o al fatto che c’è stata una certa gelosia perché al momento dell’11 settembre una parte certo minoritaria del mondo occidentale ha subito cominciato a parlare di complotti o addirittura ha espresso piacere per quello che successe. Ma sai anche Hezbollah che è tanto simpatico a Manlio ha detto che condannava l’attentato che era più grave che la blasfemia quando invece al momento delle vignette rimpiangeva che Rushdie non fosse stato ucciso, solo che l’epoca è cambiata, oggi il primo nemico di Hezbollah non é né Israele né gli USA ma l’ISIS.

matteo

Gent.ssimi

vi ringrazio per avere linkato al sito East Journal, che ho la fortuna di dirigere. Da sostenitore delle iniziative dell’UAAR non può che farmi piacere. Vorrei segnalare che l’articolo rischia però di diffondere la falsa idea che la Turchia “pre-Erdogan” fosse una Turchia migliore. Occorre ricordare ai lettori che prima di Erdogan la Turchia era governata dal partito kemalista, un partito di ispirazione nazional-socialista che ha privato della libertà di espressione, di rappresentanza, di culto i cittadini turchi. La laicità, in Turchia, ha fatto sempre rima con dittatura. Non bisogna fare l’errore di applicare alla Turchia l’equazione, tutta europea, di “laicità uguale democrazia”. In Turchia è il contrario. I partiti che vincevano le elezioni, quando c’erano, erano messi al bando se non piacevano all’esercito, garante della “laicità” (dittatura kemalista) turca. Ed è forse utile ricordare, per dare una giusta dimensione ai fatti, che Erdogan è finito in prigione in qualità di oppositore politico del regime kemalista, e ha vissuto sulla propria pelle quella dittatura. Il fatto che oggi lo stesso Erdogan tenda a una deriva autoritaria non deve far dimenticare da dove viene la Turchia: da cinquant’anni di regime oppressivo e militare. Un viaggio in Turchia lontano dalle spiagge affollate dai turisti può far ben comprendere quanto la Turchia non sia una società “islamizzata”, benché la religione rappresenti in alcune aree un elemento importante della tradizione locale. Il sostegno politico di cui gode Erdogan è dovuto sia alla libertà religiosa concessa (non solo ai musulmani, ma ad armeni, cristiani, aleviti, ect…) sia all’allentamento delle persecuzioni (i curdi sono lo zoccolo duro del AKP, il partito di Erdogan). Questo non significa che Erdogan sia un santo e che i turchi non vedano i limiti della sua politica, ma prima era peggio per gran parte della popolazione, e votano Erdogan “turandosi il naso”. Per chi fosse interessato ad approfondire segnalo questo: http://www.eastjournal.net/turchia-il-laicismo-kemalista-e-le-sue-contraddizioni/34048

Cordialmente

Matteo Zola

Massimo Maiurana

Ringrazio Matteo per le precisazioni e per il suo articolo che ha linkato.
Naturalmente è verissimo quello che dice, la laicità turca non ha avuto nessuna presa di coscienza popolare alla base, non c’è mai stata da quelle parti un’età dei lumi che abbia fatto “naturalmente” evolvere la società turca. Del resto anche i tempi in cui questo cambiamento è avvenuto sono troppo rapidi per poter parlare di una evoluzione autonoma. Tuttavia, pur ammettendo che di imposizione si è trattata, l’alternativa sarebbe stata una nazione islamica come tante se ne vedono nel panorama mediorientale, e non sono sicuro che ciò sarebbe stato più conveniente. Di fatto oggi la popolazione turca è più avanti rispetto a quelle arabe per svariati aspetti, motli dei quali citati nel mio articolo. Diciamo che la cura da cavallo (chiamiamola così) qualche effetto positivo ce l’ha avuto. Certo, il panorama non è paragonabile a quello occidentale, ma se è per questo nemmeno a quello arabo. La speranza è che il popolo turco possa riuscire adesso a maturare autonomamente.

Francesco S.

Diciamo che neanche in europa la laicità è stata indolore, dopo la rivoluzione francese c’è stato il periodo del terrore, una vera e propria dittatura.

Gérard

Francesco s.

Il cosidetto ” Terrore ” è durato poco tempo e non ha fatto tutte le vittime che si vorebbe fare credere . Il paese e la Repubblica erano assediati da tutte le parti, interne ed esterne e Robespierre, il quale non era solo nelle decisioni di esecuzioni, voleva salvare sia il Paese che la Repubblica . Ho presente un dettaglio che riguarda la mia regione e che non è il fatto di un tiranno assettato di sangue .
Nelle Vosgi vivevano molti anabaptisti (Mennoniti e quelli che più tardi verranno chiamati Amish ) i quali rifiutavano di prendere gli armi ( e dunque diffendere il paese ) Robespierre informato di ciò vieto che venissero puniti e ordinò di lasciarli in pace perchè ” da queste persone, no puo nascere nessun pericolo per la Patria ” .

Francesco S.

Gerard, l’unica cosa positiva del Terrore è che è durato poco. Robespierre non m’è mai piaciuto anche per il suo disprezzo verso l’ateismo.

La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni – K. Marx

Tino

@ Massimo Maiurana
Ma quello di matteo è il discorso mainstream che viene detto tale e quale sia da gli attori economici che vogliono fare affari in Turchia (europei ma soprattutto anglosassoni) e amanti della Turchia come sembra essere matteo. Il fatto è che Erdogan in questo momento non ha per nulla una politica pro-curda al contrario in politica estera ha chiaramente sostenuto l’ISIS lasciando passare chi voleva per andare combattere i curdi. Non so se vi ricordate ma quando si parlava di integrazione della Turchia nell’UE che sarebbe dovuta avvenire l’anno scorso secondo il piano, si sentivano già questi discorsi e chiunque si opponeva veniva tacciato di islamofobia. C’è anche da ricordare che la Turchia e l’Azerbaigian che fanno parte del Consiglio europeo fanno un intensa lobbying per denunciare l'”islamofobia”. Ci sarebbe anche da analizzare la dimensione demografica, la migrazione verso Istanbul di popolazioni rurali molto religiose ne ha fatto un bacino elettorale per il partito di Erdogan in una città tradizionalmente più liberale. Per quanto mi riguarda le testimonianze che arrivano da viaggi in Turchia sono molto diverse da quelle di matteo e non capisco tra l’altro sta storia delle spiagge affollate dove appunto è meno visibile l'”islamizzazione” non è certo a Marmaris che si nota.

Massimo Maiurana

@Tino
Ok, ma ciò non toglie che quanto detto da Matteo a proposito del kemalismo sia vero. La laicità turca non è nata dal basso, e neanche di lato; è arrivata da uno Stato monopartitico guidato da un leader forte. Il che non è stato certo la migliore alternativa possibile ma diciamo che è stato il male minore visto che nel resto di quello che era l’Impero Ottomano si sono affermati regimi islamici più liberticidi di quello kemalista.

Tino

@ Francesco S.
La questione interessante è sapere l’ideologia dietro il sito proposto da Zola (l’eurasia ?) e il perché del suo sostegno all’UAAR. E la stranezza è che pur pretendendosi anti-atlantista e contro l'”impero” tiene esattamento lo stesso discorso sulla Turchia degli atlantisti. Sostenere l’UAAR e entusiasmarsi per “rivoluzioni d’ispirazione coranica” (analisi tra l’altro semplicistica perché le rivoluzioni non sono le stesse in tutti i paesi arabi e hanno dimostrato di non essere per nulla ispirate dal modello turco) è quantomeno inquietante.

Gérard

Francesci s.

Forse non sai che la famosa legge sulla laicita di 1905 fu imposta con la forza e che ci sono state vere battaglie con i religiosi… ( ? )

Tino

Matteo però non dici perché Erdogan è stato condannato è cioè per aver detto che le moschee sono “le nostre caserme” e i minareti le “nostre baionette”. Il consenso politico di cui gode erdogan è dovuto alla politica economica soprattutto una politica economica di stampo ultraliberale sostenuta dagli ambienti economici. Un viaggio in Turchia non permette di capire nulla. Bisogna vivere in un paese per capire a che punto la società sia islamizzata o meno. E sinceramente il fatto che nelle università turche vi siano sostenitori aperti dell’ISIS è comunque inquietante. Quello che pone problema nel tuo discorso è che lo si sente da almeno quanto Erdogan è andato al potere. Soprattutto dagli intellettuali turchi che continuano a dire che Erdogan è il minor male, quanto alla nuova libertà religiosa, c’è una proposta per imporre a TUTTI l’insegnamento della religione islamica sunnita, non solo ai sunniti a cui è già imposta. Nel frattempo ricordo l’argomento dell’articolo un sito ateo chiuso.

Tino

@ Matteo Zola
Occorre informare il lettore anche che lei è molto probabilmente lo stesso autore dell’articolo che cita Cardini (notevole riferimento laico !!!) e che ci spiega queste cose:
“Oggi, undici anni dopo quell’11 settembre, assistiamo a forti sommovimenti nel mondo islamico. Rivoluzioni d’ispirazione coranica che nulla hanno di minaccioso per le nostre sponde ma che anzi vanno viste come ulteriore possibilità di crescita per il nostro vecchio continente. Una crescita fatta di strappi, relazioni contrastate, reciproche influenze e finte opposizioni. Finte, già. Buone solo per i retori e i cronisti al servizio dell’imperatore. Le due sponde del Mediterraneo hanno una storia comune. Più antica e decisiva, anche per il futuro, di quella che intercorre tra le due sponde dell’Atlantico.”
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=44042

stefano

l’islam al pari delle altre religioni è incompatibile con la libertà e i diritti in genere, la Turchia invece rappresenta una sorta di Germania post bellica, dove ancora spesso negano il genocidio degli armeni come i tedeschi di 60 anni fa negavano quello degli ebrei pertanto parlare di un paese con aspirazioni laiche quando ad ogni angolo trovi una moschea e l’islam è la religione ufficiale seppure nella versione laica (che non esiste) è parlare di niente.

MASSIMO

Bravo Stefano che hai capito. L’islam è incompatibile con i diritti civili e la libertà per il semplice fatto che esso nega la libertà di opinione che è alla base delle democrazie europee.
Dire che un apostata o un miscredente deve morire vuol semplicemente dire che non si accetta chi la pensa diversamente. E infatti nei loro paesi, dove hanno il potere, negano ogni tipo di diritto civile a chi la pensa diversamente.
Loro parlano di diritti civili solo quando vengono nei nostri paesi e si trovano in una situazione di debolezza. Allora pretendono quei diritti che negavano agli altri quando erano in patria.

MASSIMO

E smettiamola di fare di discorsi da buonisti solo per darci un atteggiamento da liberali di sinistra.
Sappiamo benissimo tutti che, se fossimo in un paese islamico, questi signori sarebbero ben felici di tagliare la testa a noi atei. Quindi perché difenderli?

Florasol

cosa ci si può aspettare da uno come Erdogan che in un recente discorso ha detto “«Non rimandate il matrimonio, decidete presto, sposatevi mentre studiate o subito dopo la laurea», «Non siate troppo selettive» «Siate mogli, non studentesse» «La nostra religione ha definito un posizione per le donne nella società: la maternità» «Alcune persone comprendono questo, altre no. Non si può spiegare alle femministe perché loro non accettano il concetto di maternità»
cosa ci volete cavare da un elemento simile?

MASSIMO

Ma infatti con l’Islam sono le donne quelle che ci perdono di più.
A noi uomini, se in Europa venisse una dittatura islamica sarebbe solo il male di convertirci.
A me, al limite che mi frega, potrei fare finta di essere islamico come finora ho fatto finta di essere cristiano.
Anzi, credo che a molti uomini italiani le leggi islamiche farebbero pure comodo e penso che sarebbero pure felici venissero applicate. 😀 😀
Ma le donne perderebbero tutti loro diritti tra cui: carriera sul lavoro, possibilità di guidare l’auto, divorzio ecc…. Per cui dovrebbero essere informate del pericolo.
Insomma è interesse primario delle donne combattere l’Islam, e ci dovrebbero pensare loro.
Il che significa che non dovranno votare nessun eventuale partito islamico che venisse in Europa, ma casomai votare il suo antagonista.

Francesco S.

Nonostante il pessimismo di molti atei circa la nostra costituzione e le nostre leggi, esse non sono così lacunose da permettere la formazione di partiti che propongano idee in contrasto coi primi 12 articoli della costituzione e con l’ordine pubblico. Sharia e tribunali islamici non sono possibili in italia proprio in punta di diritto. E’ il vantaggio di avere un diritto di tipo romano e non la common law britannica, che ha mostrato i suoi limiti e infatti lì ci sono alcune zone dove sono riconosciti i tribunali islamici.

E’ vero qui la Sacra Rota ha un riconoscimento da parte dello stato per quanto riguarda gli annullamenti dei matrimoni, ma tale riconoscimento non è automatico e deve passare per un tribunale italiano che può non riconoscere la sentenza se i motivi non sono validi per l’ordinamento italiano e ultimamente proprio in virtù di una sentenza di cassazione, tale riconoscimento è stato limitato a matrimoni di durata inferiore a 3 anni, si spera in futuro completamente abolito.

Monsieur Bovary

@ Florasol

Le scelte elettorali e i comportamenti privati dimostrano che le peggiori maschiliste sono proprio le donne (non tutte s’intende).

@ MASSIMO

Come sopra.
Ho l’impressione che il nazi-islamismo sia odiato da molti non tanto per la sua carica distruttrice, ma perché parla di un potere che gli omuncoli comuni da almeno mezzo secolo non si sognano neanche di esercitare, contro il “nemico” del momento ed entro le mura di casa.

MASSIMO

Esatto. E le donne occidentali vanno informate del pericolo che corrono.

Giorgio Pozzo

E le donne occidentali vanno informate del pericolo che corrono

Secondo me, invece, sono informate.
Tant’è vero che quasi tutte, o comunque molte, considerano il cattolicesimo come vero baluardo verso l’islamizzazione della società.
Le restanti, ma purtroppo sono in minoranza, considerano lo stato.
Già sarebbe un pochino meno peggio, ma alcune, o forse molte, considerano un misto delle due cose (dimenticando allegramente che nè l’una nè l’altra sono baluardi efficaci, in quanto entrambi non-laici).
Le restanti, un pugno di illuminate, sanno benissimo che l’unico baluardo sarebbe –dico sarebbe perchè non esiste- una vera, sana e forte laicità. Condizione tra l’altro necessaria, ma non sufficiente.
Ma qui sto parlando di un concetto che in Italia resta assurdo o incomprensibile. Meglio parlare dei discorsi domenicali del papa pugile.

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