I riti inconsapevoli del maggio odoroso

A maggio, si sa, fioriscono le rose. E le comunioni e le cresime e perché no, i battesimi senza i quali non si avrebbero le prime.

Tempo quindi di confetti, di vestiti nuovi, di pranzi di famiglia e di regali più o meno (di solito più) costosi. Quanto sia sentito, e da quanti, il senso ultimo e profondo di questi “sacramenti”, di queste tappe obbligate e obbligatorie per chiunque voglia professarsi cattolico, non è dato ben sapere in realtà. La rinuncia alle pompe di Satana (con il battesimo) e il diventare perfetti cristiani e soldati di Cristo (con la confermazione) sembrano spesso, se non costantemente, perdere la battaglia di seduttività a fronte dell’abbacchio a scottadito del ristorante sulla Cassia e/o del nuovo modello di smartphone che nonna commossa ha promesso di regalare al pargolo disinteressato di turno.

Sicuramente anche il semplice far festa ha tutta la sua piacevole importanza, come lo ha e lo ha sempre avuto il sottolineare e celebrare momenti topici della vita dell’individuo, ben prima che il cristianesimo si affacciasse al mondo e a prescindere dall’aspetto spirituale che si voglia vedere nell’evento. Certo, il fatto che alternative non religiose, diffuse comunemente in tutta Europa, nel nostro paese siano ancora viste come esotiche buffonate, o ostacolate dalle stesse istituzioni (si pensi allo squallore di molti dei luoghi preposti ai matrimoni civili) non aiuta. Ma ancor più da carburante naturale fa quel conformismo sociale, quella necessità di adattamento senza scandali che porta a fare “ciò che si è sempre fatto”, anche senza volerne comprendere e vivere a fondo il significato.

Lo dimostra, pur se in parziale senso inverso, il clamore suscitato dalla comunione negata, nonostante la regolare frequenza del corso di catechismo, al bambino affetto da autismo perché giudicato immaturo e ancora non in grado di capire quello che stava per fare: ricevere per la prima volta il corpo di Cristo. Parroco più compiacente ha comunque in seguito provveduto. Sicuramente dove la volontarietà del soggetto parrebbe invece non contare affatto è il battesimo, praticato nel cattolicesimo degli esordi solo su adulti consenzienti, dopo lungo periodo di prova e riflessione (come ancor oggi avviene per molte chiese cristiane), attualmente su neonati o comunque infanti di pochi mesi.

Attraverso il battesimo “ci si libera dal peccato e, rigenerati come figli di Dio, si diventa membra di Cristo, ci si incorpora alla Chiesa e resi partecipi della sua missione” (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1213): si viene quindi incorporati, attraverso un esorcismo in senso stretto e tecnico, vita natural durante, in una comunità religiosa ben specifica. Senza che se ne possa minimamente aver coscienza, viene conferita un’appartenenza forzata che nulla garantisce possa collimare con le volontà del futuro adulto consenziente.

E che un bambino appena nato appartenga già, senza saperlo, ad una religione stride con le più moderne concezioni dei diritti umani, fa decisamente a pugni con il principio fondamentale, anche per il nostro ordinamento (Corte Costituzionale, n. 239/84) che la libertà di religione sia anche libertà di entrata, oltre che libertà di uscita, che l’adesione a un credo debba essere pertanto fondata solo sulla volontà dell’individuo.

Anche la sacrosanta libertà educativa dei genitori non dovrebbe comunque includere la possibilità di imporre un’iscrizione a vita a un club ristretto e ben identificato come una confessione religiosa; e in ogni caso, fa specie come questa potestà venga spesso esercitata per semplice convenzione sociale, per accontentare la vecchia zia di turno o per fare a gara di bomboniere. Come poi, in realtà, nessuno (genitori in testa) si preoccupino delle conseguenze “sacre” sembra non rilevante; anzi, frequente sentir dire che, dopo il battesimo, “da grande sarà libero/a di scegliere”. A quanti realmente importa, magari presi loro stessi nell’ossimoro del cattolico non praticante? Quanti impongono regole che per primi non rispettano o non considerano poi tanto importanti?

Quanti padrini o madrine, per esempio, sanno di assumersi il compito di cooperare (con i genitori) affinché il battezzato conduca una vita cristiana conforme al battesimo e adempia fedelmente gli obblighi ad esso inerenti (can 872)? Perché, appunto, al battezzato vengono dati obblighi e doveri da cattolico non indifferenti, oltre che un’identità ben precisa. Secondo il Catechismo, tra le altre, “il battezzato non appartiene più a se stesso […] perciò è chiamato […] a essere “obbediente” e “sottomesso” ai capi della Chiesa” (nn. 1267 e 1269).

Come “dono” non c’è male. Dono che peraltro ancor oggi è previsto come forzato dal codice di diritto canonico (can 868: il bambino di genitori cattolici e persino di non cattolici, in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà dei genitori). Volontà di levare un supposto peccato originale, certo; pragmaticamente, anche volontà di aumentare la conta dei fedeli, poco importa se saranno tali anche “da grandi”. Certo, per molti anche se purtroppo ancora non per tutti, c’è lo “sbattezzo”, cacofonico slang (introdotto nel senso che conosciamo da Avvenire in polemica contro il primo a richiederlo, il credentissimo Aldo Capitini, fondatore della marcia Perugia-Assisi) che indica un serio e rigoroso procedimento, riconosciuto e formalizzato dal Garante per la protezione dei dati personali.

Al di là delle polemiche sistematicamente strumentali, come quelle che hanno investito lo sbattezzo-point presente alla festa Arcigay al Cassero di Bologna, e delle altrettanto sistematiche accuse di, quando va bene, anticlericalismo goliardico, di contro-rito vendicativo quando va male, la cosiddetta apostasia dalla chiesa cattolica riconosciuta dalla normativa italiana ha precise conseguenze giuridiche e vanta, a pieno titolo, la definizione di “leading case del diritto all’identità” (Colaianni). Perché può capitare che il nostro essere deciso da altri cattolico apostolico romano non corrisponda affatto a ciò che pensiamo, a come agiamo, a come vogliamo essere visti (e conteggiati).

Così come dobbiamo avere a pieno titolo e a tutto campo il diritto di esserlo, cattolici, se lo decidiamo: ancora una volta, libera entrata e libera uscita. Libertà di religione, libertà dalla religione. Sopra tutto, inclusiva, libertà di coscienza. Che è triste vedere barattata così facilmente per un po’ di tulle e per la suocera arcigna. In ogni caso, per convinzione o convenzione che sia, un battesimo non si rifiuta mai: lo ha ribadito Bergoglio pochi giorni fa, nell’ordinare 19 nuovi sacerdoti: “porterete nuovi fedeli al popolo di Dio: non rifiutare mai il battesimo a chi lo chiede”.

Ecco, appunto. A chi lo chiede. E che sappia anche cosa sta chiedendo.

Adele Orioli, responsabile iniziative legali Uaar

Articolo pubblicato sul blog di MicroMega il 5 maggio 2015.

55 commenti

Tiziana

Comunque interessante.
Io ad esempio sarei stata in grado – mi è stato chiesto diverse volte – di fare la madrina di battesimo o la testimone di nozze religiose. Mi sono sottratta io per garbo decenza ed educazione, ma nessun prete mi avrebbe ostacolata. Cos’ come nessun prete (mi sembra) si oppone a nozze miste senza la partecipazione di una persona della coppia ai riti. Ho partecipato di recente ad un matrimonio così in una chiesa di Tivoli
Certo quando ci si sottrae ai riti (ad esempio i funerali) tradizionali si crea il panico. Per un funerale (le pompe funebri non erano a Roma) ho avuto il mio daffare per evitare che il coperchio della bara avesse il crocefisso,(l’agenzia funebre mi ha detto che mai era capitata una simile richiesta) e una volta la salma arrivata al cimitero del paese ho trovato addirittura il sindaco che credeva di dover celebrare al posto del prete. Aveva la fascia, conosceva i l morto e gli ho chiesto di dire due parole per non farlo sentire in imbarazzo.
E così è ancora oggi.
La cosa comunque che più mi sorprende è l’attesa del battesimo per il regalo, come se una nuova nascita non fosse di per sè motivo di festa.

paniscus

Comunque negli esempi portati da Tiziana c’è un’inesattezza tecnica: c’è un’enorme differenza,a nche proprio dal punto di vista della teologia cattolica, tra l’ “opporsi alle nozze miste” e l'”opporsi al pardrino non credente”.

Le nozze miste, in cui uno solo dei due si dichiara cattolico e l’altro no, non sono un’invenzione personale o una furbata fatta sottobanco, sono proprio un tipo di rituale assolutamente previsto dalla chiesa e consentito in perfetta trasparenza. Quindi, non vedo perché mai un prete dovrebbe opporsi, visto che è una forma di rito perfettamente in regola. Anzi, parlando da laica… ma se uno dei due è cattolico e l’altro no, io apprezzo molto ma molto di più un caso del genere, in cui il matrimonio religioso è ugualmente valido ma almeno si dice la verità, piuttosto che quello in cui lo sposo non cattolico si adegua a recitare una sceneggiata in cui non crede, pur di accontentare le fantasie conformiste dell’altro.

Invece, da parte del prete medesimo, accettare un padrino di battesimo sapendo benissimo che non è cattolico, è proprio sbagliatissimo anche dal punto di vista dottrinale. Perché la dottrina del battesimo prevede proprio che i padrini abbiano il ruolo di aiutare i genitori a educare i figli nello spirito di una formazione cattolica. Se sia i genitori, sia i padrini, che pure il prete, sanno benissimo che questa intenzione NON C’E’… tale scelta dovrebbe essere rifiutata, e non ci piove. Per il testimone di nozze è diverso, perché questa figura non comporta nessun impegno di fede nei confronti della nuova coppia, ma anche per la chiesa ha solo un ruolo “burocratico”, del tutto analogo a quello del testimone ai matrimoni civili.

Tanto è vero che la chiesa ha SEMPRE consentito tranquillamente, in chiaro, secondo le regole scritte, che si potessero scegliere come testimoni di nozze anche atei conclamati, persone non battezzate, o credenti di altre fedi, mentre per i padrini di battesimo e di cresima ovviamente no.

Personalmente, non avrei alcun problema a fare da testimone a un matrimonio religioso (ma viste le abitudini dei miei parenti e amici stretti, non c’è molto pericolo che qualcuno me lo chieda, specialmente adesso che si comincia a essere di età matura, e l’ondata generazionale dei matrimoni romantico-tradizionali è passata), mentre mi rifiuterei categoricamente di fare da madrina a un battesimo, esattamente per i motivi espressi sopra.

L.

Monsieur Bovary

Sono tutte osservazioni molto sensate, tali purtroppo solo per chi abbia un po’ di onestà intellettuale e di sano senso della laicità.
Possiamo sperare che le nuove generazioni di genitori e di nonni saranno via via meno ancorate alla (il)logica del “si è sempre fatto così”, “facciamo come gli altri”, “se no la gente cosa dice?”.
Temo però che la piccola ma potente e sempre più agguerrita lobby “cristiana” (anche se non siamo ancora ai livelli degli USA) tirerà in ballo, distorcendolo, la “libertà educativa dei genitori”, procedendo per il solito piano inclinato: ah, vedete lo Stato laicista e totalitario, vuole impedirci di battezzare i ns figli… e poi cos’altro faranno, li indottrineranno nelle scuole comuniste alle terribili ideologie del queer-gender-islamico-terzomondista… non saremo più padroni dei ns figli.
E così dicendo potranno indurre non pochi “indifferenti” ad appoggiarli, non tanto per l’insulso sacramento, quanto piuttosto per timore di perdere ogni controllo sui figli – e tutto sommato, chi si prenderebbe la briga di mantenere un figlio fino ai 30 anni senza essere sicuro che il risultato sia di proprio gradimento, coerente alle proprie idee e alle proprie aspirazioni?

Diocleziano

««…tirerà in ballo, distorcendola, la “libertà educativa dei genitori”…»»
Notevole il concetto che gente ultracondizionata possa rivendicare la ”libertà educativa”.

gmd85

Ah… certo… tutti i bambini sanno bene cosa stanno per fare. Ma se neanche capiscono che stanno facendo per la cresima… -_-

Gérard

In Francia, le cose stanno un po diversamente . Se oggi soltanto 52% della popolazione si dichiara cristiana, soltanto 30% dei bambini nati nel paese vengono battezzati .
Moltissime giovane coppie cristiane non fanno piu battezzare i loro figli dando come motivo che il bambino deve essere adulto per capire il senso di questo sacramento .
L’ opinione pubblica in merito a queste cose conta poco . Inoltre i cosidetti oratori ( chiamati in Francia ” Patronage ” ) sono praticamente spariti tutti ( Sono stati chiusi dalle autorita ecclesiastiche perchè ” non avevano nessuna influenza su i giovani che gli frequentavano ” ) .

giovanni da livorno

@ Gerard

ma la Francia ha avuto, nel corso della sua storia, l’occasione e la forza di dire, duramente, “NO!” alla CCAR. L’Italia non ci è mai riuscita, anche dopo la breccia di porta pia, il governo emanò la legge delle guarentige, permise al papa di godere l’extraterritorialità dei suoi palazzi e giardini, di svolgere una sua politica estera con tanto di rappresentanze diplomatiche e prevedette anche un cospicuo assegno annuo.
Il concordato, poi, che allargò i benefici suddetti, fu accolto dalla maggioranza del popolo con soddisfazione.
L’esempio della Francia, non calza all’Italia.
Saluti. GdL

giovanni da livorno

@ Diocleziano

hai ragione, è meglio “previde”. Ma il fatto è, che io spesso (è una mia debolezza) indulgo con gli “arcaismi”. GdL

RobertoV

Per essere una nazione laica, con quel passato negli ultimi 200 anni e presa spesso a modello per la laicità, c’è una presenza notevole religiosa in Francia, anche se magari solo di facciata.
52% di cattolici dichiarati, quasi 3 % di protestanti, dal 5% al 10% di musulmani, più qualche percento di altre religioni. Quindi solo circa 1/3 di non credenti.
Certo bisognerebbe poi vedere che tipo di credenti sono visto che solo il 5% dei cattolici va regolarmente a messa e solo il 30% dei bambini viene battezzato. Ma si sa che le religioni sono abili nel conteggiare tutti quanti quando fa comodo senza andare per il sottile (quel criterio vale solo per le responsabilità).
Ci sono nazioni con più non credenti.

Laverdure

@Gerard
“Se oggi soltanto 52% della popolazione si dichiara cristiana, soltanto 30% dei bambini nati nel paese vengono battezzati .”
Purtroppo e’ un’osservazione speciosa:un contributo notevole a quanto dici deriva dalla sempre crescente comunita islamica,dove il laicismo ha vita ancora piu’ difficile che nella societa cattolica nostrana.
Anche se alla lunga “Sottomissione ” appare molto piu’ profetico se riferito all’Italia piuttosto che alla Francia.

Gérard

E vero che ci sono i musulmani ma oggi, sempre piu cattolici non fanno piu battezzare i bambini perchè
a) Sono cattolici non praticanti ..
b) Sono consapevoli della sciochezza del battesimo del neo-nato .

Inoltre si sta facendo strada una tendenza dagli ebrei a non piu circoncire i bambini piccoli ..
Ci sono anche musulmani di questo parere, ma per via dei parenti ( come in Italia per i cattolici ) lo fanno ma con riluttanza …

Monsieur Bovary

Verrebbe da pensare che certi auspichino persino questo stato di cose, pur di poter dire “Ve l’avevo detto!” mentre vengono trascinati con gli altri alla forca 🙂

gmd85

@Enrico

1) Siamo in Italia.
2) Sentire solo gli “educatori” è irrilevante. I bambini di 4-5-6 anni sono uguali dappertutto e la parola di un adulto che dice che capiscono il “percorso di fede” è ben priva di peso.
3) Ma mi faccia il piacere…

Gérard

Avevo scritto ” quasi tutti oratori ..” . Non ho scritto tutti . Ma se paragoni il numero di quelli rimasti in Francia e quelli che ci sono in Italia, il paragone non regge ..
Nella mia citta natia, tre quarti delle chiese sono oggi chiuse .
a) Per mancanza di preti
b) Per mancanza di credenti …

G.B.

Mio padre era molto impegato in politica; se però avesse chiesto di iscrivere me e i miei fratelli appena nati al suo partito, sarebbe stato probabilmente ricoverato d’urgenza in manicomio, oltre che, ovviamente, sconfessato dagli stessi compagni di partito. Perchè con la religione le cose dovrebbe essere diverse?
Quanto alla definizione di “cattolici non praticanti”, visto che l’unico obbligo è quello della messa domenicale, facilissimo da adempiere visto che ci sono chiese in ogni quartiere, è il massimo dell’ipocrisia.

Agnos

So per certo che alcuni neonati vengono battezzati avendo per padrino o madrina atei dichiarati e convinti.
Mi sono sempre chiesto se è motivo valido per l’annullamento del battesimo?
La sacra rota ha dichiarato nulli (almeno mi sembra di ricordare di averlo letto) alcuni matrimoni in cui uno dei contraenti è ateo, quindi un sacramento potrebbe essere nullo.
Ma in fondo non mi interessa saperlo.

Senjin

Direi proprio di no.
Annullare un matrimonio perché uno dei due coniugi è ateo = avvantaggiare il coniuge cattolico
Annullare un battesimo per padrino\madrina atei = perdere numeri da esibire per chiedere soldi allo stato

Decisamente le motivazioni addotte per annullare il matrimonio sono di cui parlavi sono veramente deliranti:
http://www.altalex.com/index.php?idnot=66009
**quote***
La sentenza ecclesiastica, e di riflesso la sentenza impugnata, avrebbe compiuto un salto logico, desumendo che dal momento in cui la moglie non voleva sposarsi in chiesa, allora non volesse sposarsi affatto.
***quote***
Della serie l’ateo\a che si sposa in chiesa per accontentare il coniuge credente sappia che sostanzialmente si prenderà una pugnalata fra le scapole di notevole entità in caso la sua dolce metà si stufi del rapporto.

giovanni da livorno

Un mio vecchio amico, maestro massone del GOI e dichiaratamente NON cristiano, ha fatto recentemente da padrino al battesimo della figlia di un nostro comune amico………………..GdL

bruno gualerzi

“Sicuramente anche il semplice far festa ha tutta la sua piacevole importanza, come lo ha e lo ha sempre avuto il sottolineare e celebrare momenti topici della vita dell’individuo, ben prima che il cristianesimo si affacciasse al mondo e a prescindere dall’aspetto spirituale che si voglia vedere nell’evento.”

Non so di preciso cosa voglia dire ‘aspetto spirituale’… ma quando si parla di festa e dei relativi rituali, qualcosa di ‘sacro’ c’è sempre. E il sacro richiama inevitabilmente il tabù. Ecco allora che molti si accingono alla festa ‘obbligandosi’ a divertirsi perchè non parteciparvi significherebbe infrangere un tabù… prima di tutto proprio quello relativo alla tradizione. Insomma, qualcosa che può non avere niente a che fare con una qualche religione istituzionalizzata… ma comunque qualcosa di ‘religioso’, come sempre quando c’è di mezzo il sacro.
(Sarà per questo che non riesco mai a divertirmi ad una festa come fanno gli altri? Per rifarmi al post precedente… credo proprio che si tratti di un disturbo psichico 🙂 )

Engy

mi capita quasi sempre la stessa cosa, a qualsiasi tipo di festa; anzi, di solito le feste mi immalinconiscono; di sicuro non per un dato caratteriale, anzi, ma perchè bene o male si percepisce l’obbligo a divertirsi.

Gérard

Ma io mi divertivo sempre a queste feste quando ero giovanissimo .
Poi emigrando dalla Francia alla Germania e poi all’ Italia, sono sempre stato lontano da parenti e famiglia dunque non ho piu participato ( salvo un paio di rarissime eccezzioni ) ad eventi di questo tipo .
Ho partecipato una volta ad un matrimonio in Italia : era surreale … Tutti facevano finta di divertirsi, di essere gente importante e cultivata ( ??) . Era la festa della falsita !!

Diocleziano

Gérard
Che se la tirino per farsi passare per colti e importanti è vero, ma si divertono
per davvero come pazzi, soprattutto a quelle gustose e raffinate trovate del ristoratore quando impila decine di bicchieri e versa il vino nell’ultimo, fino a riempirli tutti… imperdibile! Tra la cerimonia e il pranzo non so decidermi qual è
il più ributtante. 😆

bruno gualerzi

@ Engy
@ Diocleziano
@ Gérard

Ma quanto siete snob! 🙂

Engy

cultivata?
ma che stai a dì, Gerard?
@Diocleziano,
a me quello che stronca letteralmente nelle cene o nei pranzi o nei rinfreschi (sto parlando di quelli delle nozze), sono gli scherzi, anzi, gli “scherzi”, cose che aboorrrrro, anche quando sono “innocui” e non volgari.
forse sono davvero un po’ snob come dice Bruno (qualche mia amica ogni tanto me lo dice, e ci aggiunge anche il fatto che sono troppo polemica …. ma molto simpatica eh …), nonostante le mie origini molto popolari.
🙂

Diocleziano

Engy
…E non ho voluto calcare la mano citando la turpitudine del ‘taglio della cravatta’, che pare vada forte in certi ambienti popolarcoattamarreggianti. :mrgreen:
Bruno
Sarai mica di quelli che ”…Romagna miiiiiiiiiiiiaaaaaaa… Romagna in fiooooor…” in gita sui pullman, eh? 😆

paniscus

A proposito di scherzi ai matrimoni: una delle abitudini che trovo più raccapriccianti è quella dei branchi di amici che entrano nella casa degli sposi e la “addobbano” con bacinelle d’acqua, quintalate di coriandoli, sostanze appiccicose sugli interruttori e sulle maniglie, mobili avvolti nel nastro adesivo o nella carta igienica, arredi che vengono nascosti o scambiati di posto, porte e finestre legate, e amenità del genere, fino a renderla quasi impraticabile, e in qualche caso anche causando dei veri e propri danneggiamenti. Il tutto, con la complicità dei genitori o di qualche altro parente stretto degli sposi, che si compiacciono di fornire “sottobanco” la chiave di casa, fingendo di farlo di nascosto dagli interessati.

La cosa più insopportabile è quando gli sposi recriminano di esserci rimasti malissimo perché i buontemponi hanno veramente esagerato, causando loro un disagio pratico grosso o addirittura dei danni permanenti a qualche oggetto di casa. Ma santa pazienza, se gli amici sono veramente AMICI, ossia persone con cui si ha confidenza e rispetto, non si poteva essere sinceri e dire chiaramente fin da subito che quel genere di scherzo non è gradito e che proprio non lo si vuole? E dire chiaramente ai propri familiari stretti (o a chi ha in custodia la chiave di casa per qualsiasi motivo, anche dare da mangiare al gatto) che non devono permettersi di dare quella chiave a nessun altro senza prima chiedere il consenso a loro?

Io personalmente, se qualcuno entrasse in casa mia a mia insaputa e frugasse nei miei oggetti personali senza il mio permesso, anche senza fare nessun danno, diventerei una belva, e soprattutto diventerei una belva con chi li ha aiutati a entrare…

bruno gualerzi

@ Diocleziano
La mia specialità è “quel mazzolin di fiori che vien dalla montagna…”

Gérard

@ Engy
Pensavo al francese …cultivé, cioè…. colta..
Scusami ma quando mi rileggo, mi vergogno …

@ Bruno Gualerzi
O che no…. non sono uno snob per niente …anzi .
Pero oddio la compagnia di gente che fa finta …
In vita mia ho frequentato persone che erano molto umile eppure erano grandissimi professori e luminari universitari e altri che non erano andati a scuola ma avevano la piu grande intelligenza che ci sia : l’ intelligenza del cuore .
Con queste persone mi sentivo molto bene…

bruno gualerzi

@ Gérard
Non vorrei essere frainteso: la mia era ovviamente una battuta… perchè, in questo caso, il primo snob sarei proprio io 🙂

Engy

c’è un’altra cosa che detesto, più ancora degli insulsi scherzi e le incursioni nelle case con “devastazioni” varie: gli addii ai nubilati/celibati, questo nuovo conformismo in voga da alcuni anni: mi rattrista e mi scandalizza, in fondo sono un po’ bacchettona, ma pensare che il giorno prima o giorni prima di sposarsi si vada a trans o a puttane mi fa sobbalzare.
E questa moda non risparmia quasi nessuno …. e questa la dice lunga su molte questioni, come la fede convinta ad esempio ……
Queste feste tra l’altro sottintendono: 1. una specie di obbligo a sposarsi, quando evidentemente così non è; 2. un’idea di matrimonio come galera, per cui fino all’ultimo si DEVE approfittare, trasgredire, ecc.
Che poi la trasgressione è sempre legata al sesso, mah!

Gérard

@ Bruno Gualerzi
Certo… ma certe volte, sopratutto nei blog, c’è il pericolo di essere frainteso dunque di ” apparire ” di quello che sei in realta ..

bruno gualerzi

@ Gérard
Ho letto più volte, ma non ho capito la tua replica. Comunque provo a chiarire una volta per tutte la questione. Se ho parlato di snobismo, l’ho fatto prima di tutto per prendere in giro me stesso in quanto avevo parlato per primo di ‘non divertirmi alle feste’ (spiegando in ogni caso il perchè, commentando un passaggio del post). Se con una battuta ti ho accomunato ad altri che manifestavano la stessa avversione per certe feste, è perchè mi sembrava che ciò valesse anche per te in certe occasioni. In ogni caso non ho nemmeno lontanamente pensato che a te – come agli altri e come a me – non piacessero certe feste perchè frequentate da gente umile… e questo era il senso della battuta: se così fosse, come saremmo tutti quanti dei maledetti snob! Se ho sbagliato tirandoti in ballo, chiedo scusa. Vorrei però fosse salva la mia buona fede.
Prometto in ogni caso che prima di fare altre battute ci penserò due volte 🙂

Diocleziano

Bruno Gualerzi
Anch’io mi devo essere spiegato male: io non aborro le feste volgari perché frequentate da gente umile, è proprio la gente umile che aborro… 😎 😆
E non mi offendo se mi dai del maledetto snob.
(Scherzo, ve’; mi chiedo spesso se è più grave aver la fede religiosa o non aver humour)

paniscus

c’è un’altra cosa che detesto, più ancora degli insulsi scherzi e le incursioni nelle case con “devastazioni” varie: gli addii ai nubilati/celibati,
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Veramente, per me, la cosa che fa più tristezza in assoluto, è l’inspiegabile sopravvivenza di questi rituali goliardici (sia quello degli scherzi pecorecci dopo, sia quello delle feste trasgressive prima, sia qualsiasi altra variante) ANCHE in un contesto in cui i presunti novelli piccioncini in realtà convivono già da anni, e quindi il matrimnio non riveste più nessun valore simbolico di “rito di passaggio”, né per loro, né per i loro familiari…

Gérard

@Bruno Gualerzi

E ovvio che non potevi capire il senso della frase che ho scritto di furia perchè andavo prendere la mia nipotina allo scuolabus…
Volevo scrivere : di ” apparire ” DIVERSO … di quello che sei in realta ….
Non ti preocuppare, scrivi tante battutine che vuole … Non è un diffetto… anzi…

Gianluca

“Lo dimostra, pur se in parziale senso inverso, il clamore suscitato dalla comunione negata, nonostante la regolare frequenza del corso di catechismo, al bambino affetto da autismo perché giudicato immaturo e ancora non in grado di capire quello che stava per fare”

E il prete non ci poteva pensare prima al posto di fargli fare tutto il corso di catechismo? 🙂

O pensava che col corso sarebbe guarito dall’autismo?

“Non sappia l’emisfero destro cosa fa il sinistro” 🙂

mafalda

Qualche giorno fa, riordinando vecchi cassetti, mi è capitato tra le mani il “santino” della mia prima comunione. Davanti c’è il disegno di una piccola sposa, felice, con le mani giunte. Da bambina quel vestito ampio col velo bianco mi affascinava; guardandolo ora ho provato un intenso disgusto all’idea di come vengono manipolate le teste dei bambini dai religiosi. Le piccole spose della chiesa… Per fortuna da allora ho smesso di andare a dottrina.

paniscus

frequente sentir dire che, dopo il battesimo, “da grande sarà libero/a di scegliere”.
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Nessuno, ma nessuno, dei sostenitori di questa posizione, è mai riuscito a darmi una risposta decente alla mia obiezione tipica, che pure mi sembra abbastanza ovvia: ossia, perché mai la stessa libertà di scelta non dovrebbe valere anche per chi non è battezzato.

Esiste qualche legge che vieta di farsi battezzare da adulti per scelta propria?
Non mi risulta.

Esattamente come questi pensano che il battezzato sia libero di cambiare idea e di allontanarsi dalla religione cattolica in futuro, perché non arrivano a inmmaginare che anche il non battezzato potrebbe essere libero di diventare cattolico, se vuole?

ma boh
L.

Sandra

Dato che generalmente il battesimo è una semplice tradizione/pretesto per la riunione familiare, si considera normale il rito per un bambino, ma vagamente ridicolo, e forse proprio perché implicherebbe quella scelta di fede convinta?, per un adulto. Forse anche per il cattolico italiano medio è più strambo chi si fa battezzare da adulto che chi si fa sbattezzare.

paniscus

ok, ma allora perché mai rivogare la leggenda secondo cui, anche se la famiglia non è convinta, lo si battezza “per dargli una possibilità in più e lasciarlo più libero di scegliere in futuro”</i""? Giuro che l'ho sentita TANTE volte, questa versione.

Ma nessuno mi ha mai spiegato per quale motivo, invece, i miei figli non battezzati avrebbero ricevuto delle possibilità in meno degli altri, o sarebbero condannati per sempre a sentirsi MENO liberi di scegliere.

L.

RobertoV

C’è anche il discorso economico: col battesimo (e comunione e cresima) arrivano regali consistenti da famigliari e amici.

Gianluca

paniscus

“Nessuno, ma nessuno, dei sostenitori di questa posizione, è mai riuscito a darmi una risposta decente alla mia obiezione tipica, che pure mi sembra abbastanza ovvia: ossia, perché mai la stessa libertà di scelta non dovrebbe valere anche per chi non è battezzato.”

Nessuno ti ha mai risposto perchè dentro di loro lo sanno che se uno non subisce il plagio da neonato, poi da grande è IMPOSSIBILE che diventi cristiano

Gianluca

Mi è partita involontariamente la risposta.

Dicevo: se uno non subisce il plagio da neonato, poi da grande è QUASI IMPOSSIBILE che diventi cristiano.

Invece, al contrario, hanno tantissimi esempi di gente che subisce il plagio (un po’ come tutti noi) ma poi nella migliore delle ipotesi se ne fregano e diventano cristiani solo sulla carta.

RobertoV

Infatti in quei paesi democratici dove esistono dati statistici e censimenti regolari si vede chiaramente che il meccanismo dominante per aderire ad una religione è quello del battesimo in età infantile. Conversioni ed adesioni in età avanzata rappresentano 1-2 % del totale (di cui una parte è gente che l’aveva abbandonata precedentemente) e rappresentano solo qualche % rispetto al numero di persone che l’abbandona ogni anno. Cioè è molto più probabile l’abbandono che l’adesione in età adulta.

mafalda

Bruttino… vuoi mettere con il bellissimo pargolo biondo del film di zeffirelli? Non credo che farebbe audience in TV.

Pier

Il battesimo libera dal peccato originale e rende, di fatto, figli di Dio, dunque non ha bisogno di essere “compreso” esso avviene per la fede dei genitori e della Chiesa tutta.
Inoltre, proprio perche’ liberi dal peccato, con il battesimo si aprono le porte alla vita eterna: questo per una persona credente e’ un dono non una imposizione. Se poi il bambino, da adulto, decide di volersene andare all’inferno e’ liberissimo di farlo, e non e’ necessario nessuno sbattezzo. Certo quello garantisce la scomunica, cosi’ si e’ certi di guadagnarsi l’inferno a pieno titolo.
Le morti infantili ora sono molto rare, ma nei tempi passati (basta andare indietro meno di un secolo) erano piuttosto comuni, non mi meraviglia che i genitori volessero garantire la vita eterna ai propri figli. Io lo chiamo gesto d’amore. D’altronde anche la vita terrena viene donata senza essere chiesta, perche’, allora, non parlare anche dell’imposizione di vivere? facciamo nascere i “feti” solo se dall’utero comunicano la piena volonta’ di voler venire al mondo.

Diocleziano

”Ma che belle parole!…” avrebbe detto Rispoli. Peccato che siano solo fantasie di di allucinati. Che bravo dio vi siete inventati: manda all’inferno creature che nemmeno avrebbero avuto il tempo di formulare un abbozzo di pensiero. E prima che quel bighellone giudaico si fosse inventato il potere taumaturgico del battesimo tutti all’inferno? Nessuno decide di andare all’inferno perché nessuno può decidere di andare in un posto inesistente, né qui né in nessun altra dimensione dell’universo. Sei un bell’esempio di nevrosi indotta; non frequentare la parrocchia: ti fa male.

gmd85

@Pier

Il vivere, l’essere concepiti, di fatto sono imposizioni. Se si è liberi di andare all’Inferno dopo, perché non si dovrebbe essere liberi, quando si è in grado di discernere, di non entrare a far parte di una comunità religiosa?

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