«È paradossale. Dei 995 milioni di euro — 60 in meno rispetto al 2014 — dei fondi 8 per mille che la Chiesa cattolica riceverà quest’anno, solo un misero 27% andrà ad interventi caritativi. Come emerso ieri all’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, per l’ennesima volta la quasi totalità dei fondi sarà destinata ad esigenze di culto e pastorale (40%) o al sostentamento del clero (33%)». Ha commentato così il segretario dell’Uaar, Raffaele Carcano, i dati 8 per mille diffusi ieri dalla Cei: «È vero: si registra un lieve incremento della quota destinata agli interventi caritativi (che lo scorso anno era pari al 23%) ma di fronte al battage pubblicitario della Chiesa, che fa leva proprio sulle tante opere di bene realizzate con i fondi 8 per mille tacendo della loro reale ripartizione, ci si aspetterebbero scelte ben diverse. Tanto più alla luce di quanto papa Francesco va predicando su una Chiesa dei poveri, per i poveri».
«Se si pensa poi che, in virtù del meccanismo per cui le quote non espresse — quelle che non vengono destinate, perché il contribuente non firma né per lo Stato né per una delle confessioni religiose che ha accesso ai fondi — sono comunque ripartite in proporzione alle firme ottenute, la Chiesa cattolica incamera ogni anno l’80% circa dei fondi mentre a scegliere di destinarle l’8 per mille è solo un 35% di contribuenti si capisce bene come sia l’intero sistema a dover essere rivisto».
Rilievi che solo qualche mese fa aveva avanzato anche la Corte dei Conti sottolineando la necessità di una rinegoziazione del meccanismo e puntando il dito contro lo Stato, unico competitore che non sensibilizza l’opinione pubblica sulle proprie attività con campagne pubblicitarie (mentre, nel 2013, la Chiesa cattolica ha speso, solo per gli spazi pubblicitari Rai, oltre 3 milioni e mezzo di euro), manifestando in tal modo un disinteresse che ha determinato, nel corso del tempo, la drastica riduzione dei contribuenti a suo favore.
«Di fatto — ha proseguito Carcano — l’Uaar è una delle pochissime realtà che nel nostro Paese tenta di informare i cittadini sul funzionamento dell’8 per mille. Lo facciamo con la Campagna Occhiopermille, avviata nel 2007, che da quest’anno ha anche un sito dedicato con tutte le informazioni utili. Lo Stato invece, nonostante i richiami della Corte dei Conti, non ha ancora battuto un colpo né ha reso noto come ha intenzione di ripartire i fondi 8 per mille del 2014. Volontà di aiutare ancora una volta la Chiesa, anziché l’interesse pubblico?».
Comunicato stampa Uaar
Cambierò idea sul papa quando in Vaticano decideranno di tenersi solo la quota espressa, per ora sono solo dei truffatori.
Veramente i valdesi fanno la stessa cosa, come quasi tutte le altre confessioni. Poi come uso del denaro c’e’ differenza.
Lo so, è per questo che ho detto che per ora in Vaticano sono truffatori, come i loro spot in TV e il papa è un racconta-frottole.
”…per ora in Vaticano sono truffatori…”
Diciamo che è un eufemismo? Una organizzazione che raggira sistematicamente il suo gregge di pecore, lucra su miracoli, reliquie, povertà, dogmi, personaggi inesistenti, sacramenti immaginari… cos’altro devono fare per essere chiamati come si meritano? Il simpatico mago Otelma non si è mai meritato rispetto e credibilità, eppure in nulla si distingue dalle fandonie della religione e certamente è meno pericoloso.
Nulla è più facile che ingannare chi vuol farsi ingannare.
Come dice Bill Maher, è il vantaggio è essere in giro da 2000 anni.
Quello vale per tutte le religioni istituzionalizzate. Io mi riferivo alla questione 8×1000, anzi probabilmente per qualcuno il termine truffatore potrebbe sembrare eccessivo.
@ Diocleziano
“Nulla è più facile che ingannare chi vuol farsi ingannare.”
Verissimo… ma perchè? Per puro masochismo? No, naturalmente. La si giri come si vuole, ma si tratta alla radice della suggestione esercitata dalla religione. Soprattutto quella cattolica che più di ogni altra ha potuto giocare su quella dimensione della religione che – in modo a volte palese, a volte nascosto tra le pieghe delle sofisticherie teologiche – è costituita in definitiva dalla superstizione. E in tema di superstizione la ccar ha trovato terreno fertile – per quanto riguarda l’Europa – soprattutto in Italia, paradossalmente sfruttando gli splendori rinascimentali per usarli… come del resto aveva sempre fatto, ma ora scientemente con la controriforma… per ‘incantare’ una popolazione che, a dispetto della straordinaria fioritura di arti e scienze, restava pur sempre povera e ignorante.
I valdesi, però, lo fanno solo dal 2013, cioè hanno discusso per vent’anni prima di prendere questa decisione.
La chiesa cattolica il problema non se l’è proprio posto.
I valdesi hanno utilizzato sempre tutti i soldi dell’otto per mille per attività umanitaria, mentre la chiesa cattolica ha aumentato la sua quota caritativa negli anni (rimanendo solo la sua terza voce di uscite) perchè grazie al meccanismo dell’otto per mille ha ricevuto sempre più soldi (col vecchio concordato riceverebbe attualizzati solo 400 milioni di €), con una riduzione del numero dei preti da mantenere e dei fedeli, quindi si è trovata un eccesso di disponibilità che solo in minima parte ha utilizzato per aumentare le spese caritative (che comunque restano sempre inquinate dall’evangelizzazione, mentre i valdesi si pongono il problema di un aiuto laico).
Io la cambierò solo quando rinuncerà spontaneamente all’8 x mille e ai maestri di dottrina nelle scuole.
L’espressione tecnicamente più esatta credo sia “pubblicità ingannevole”.
Questa è la definizione di pubblicità ingannevole:
«…qualsiasi pubblicità che in qualunque modo, compresa la sua presentazione, sia idonea ad indurre in errore le persone fisiche o giuridiche alle quali è rivolta o che essa raggiunge e che, a causa del suo carattere ingannevole, possa pregiudicare il loro comportamento economico…»
Ma qualcosa mi dice che un giurì di autodisciplina non avrebbe nulla da obiettare…
non so se qualcuno ci abbia già provato.
Ci provò a suo tempo l’Aduc, puoi immaginare con quale esito:
http://cronachelaiche.globalist.it/Detail_News_Display?ID=45314
Ci avrei giurato. Eppure il testo non lascia dubbi sul significato che si vuol dare alla norma. È chiaro che se venisse giustamente applicata, non solo sporadicamente, astrologi e chiromanti sarebbero accomunati nella stessa sorte a preti, fanfaroni visionari e osteditori di false reliquie…
Non dimentichiamo che abbiamo a che fare con dei preti, e cioè con dei maestri dell’arte della parola convincente e dell’arte dell’inafferrabilità insaponata.
La pubblicità non è ingannevole, in quanto non dicono mai esplicitamente che non tutti i soldi finiscono in beneficenza: si guardano bene dal fare qualunque asserzione quantitativa. Preferiscono fare degli esempi singoli, dei casi singoli, che probabilmente sono anche veri.
E poi, secondo me più importante, non dicono mai esplicitamente “il TUO 8×1000”, ma parlano di un generico 8×1000. Infatti, sarebbe avallare la truffa di parlare di un 8×1000 individuale, come scelta individuale, che non esiste. È l’8×1000 globale che viene suddiviso, e nessuno può scegliere per la propria destinazione.
Niente da fare, quindi: come al solito, sono inattaccabili come anguille insaponate.
sai che novità…nihil sub sole novi.
Perché i manifesti dell’ UAAR mi sembrano sempre poco efficaci? Bisognerebbe trovare un bravo pubblicitario. I video sull’ora alternativa, per esempio, mi sono piaciuti. Devo analizzare bene il perché.
Forse più che un bravo pubblicitario servirebbe un pubblicitario ‘cattivo’… 😉
Hai colto il nocciolo della questione…😎
Anni fa la mia figlia maggiore si è fatta ritrarre con una homeless in relazione alla campagna per l’8 per mille; ed effettivamente lavorava per la ” Casa della Carità” di Milano facendo servizio spesso di notte, in giro per le strade, fra marciapiedi, giardini e panchine, con la bella e con la brutta stagione. Una attività lucrosa? Per dirla nello stile dell’avvocato Ghedini ( verso cui non mi sembra proprio orientata
politicamente ) “Ma va là!”. L’altra figlia per tre anni ha fatto “vacanze” con assistenza ai bambini del luogo in India e in Terrasanta. Quindi, almeno per quanto riguarda la mia famiglia e dintorni la truffa onon c’è.
E in che cosa consiste l’attività svolta in questa casa della carità (carità fatta con i soldi nostri, non dei preti)?
Mi scusi Florenskij ma alle sue figlie, questa voglia di stare fuori casa, gli è rimasta dopo che hanno smesso di vivere con lei?
@ Florenskij
“Quindi, almeno per quanto riguarda la mia famiglia e dintorni la truffa non c’è”
Ma, al di là della tua famiglia e dintorni, c’è o non c’è la truffa? Non pensi che, magari proprio sfruttando questa ‘disponibilità’ delle tue figlie (per altro non esclusiva della ccar), la chiesa lucri su quel ritorno di immagine che fa convogliare verso di lei tanto danaro?
Tutto questo per non parlare, più in generale, della reale utilità – al di là ovviamente della generosità singola o associata – delle cosiddette ‘opere di carità’ ai fini dell’effettivo progresso di una società.
Beh, fare da sponsor a una campagna pubblicitaria doppiamente truffaldina (nel meccanismo e per il millantato uso) è complicità in truffa: sempre che tua figlia sia in grado di capire quello che legge (tipo arraffare l’80% per cento sulla base della scelta operata dal 35%, ideona del sen. Tremonti dello stesso cortile dei non-gentili del sen. Ghedini – non gentilezza da leggersi come celeste arroganza).
Flo
Esempio da manuale di chi, indicandogli la luna, guarda il dito.
Non si dice che i volontari siano dei truffatori, ma di chi prende soldi e sfrutta il loro lavoro facendo credere che spende tutto, e anche di più. E appunto perché tua figlia lavorava gratuitamente non era e non è necessario dare soldi ai preti.
Forse, più che la tua romantica visione della beneficenza pelosa della chiesa, sarebbe interessante l’opinione di tua figlia: potrebbe essere stata spinta a spendere il proprio tempo proprio perché costernata dall’avido comportamento della chiesa.
D’altronde è stato il comportamento storico della chiesa.
Da una parte papi, cardinali e vescovi e preti che si arricchivano ed accumulavano enormi ricchezze. Poi qualche esempio di prete che effettivamente si dava da fare per aiutare i bisognosi e tutto il resto veniva assolto e cancellato.
Sarebbe un po’ come se discutendo della corruzione a livello politico si portassero esempi virtuosi per negarla.
La Caritas di Zurigo nel suo bilancio presenta un utile del 10% (com’è possibile che una onlus abbia un utile ?). Dei soldi raccolti dalla caritas italia per il terremoto dell’Abruzzo utilizzati tra l’altro non proprio solo per la ricostruzione, dopo 5 anni si erano tenuti 4 milioni per non specificate spese future.
In India soldi della caritas per l’aiuto ai bambini bisognosi erano stati utilizzati invece per la canonizzazione di un santo.
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2015/05/25/news/caritas-115176124/?ref=HREC1-11
Pochi giorni fa un’altra onlus di ambito cattolico era finita nel mirino.
Ed in altre nazioni ci sono altre caritas finite sotto indagine.
• che l’8 x 1000 sia una truffa non ci sono dubbi: ma l’ha legiferato l’ex-ministro Tremonti (forse per assicurarsi il paradiso)
• che la quota destinata a interventi caritativi sia irrisoria è di tutta evidenza (e resta una affermazione senza alcun controllo da parte del munifico donatore, lo Stato)
• ma lo slogan « l’8 x 1000 alla chiesa cattolica » è pubblicità ingannevole, visto che va nelle tasche della CEI (conferenza episcopale italiana): cosa mai messa in evidenza
@Flo
L’attività delle tue figliole non toglie il fatto che l’informazione su questa imposta (si, è un’imposta) non sia distorta. Non sappia la mano destra…
A proposito di ‘interventi caritativi’.
So benissimo che è facile spostare tutto sul piano delle questioni di principio, spostare sempre il discorso ‘un pò più avanti’ rispetto alle necessità del momento, soprattutto quando in ballo c’è la reale sofferenza di tante persone… ma certe riflessioni prima o poi bisogna pur farle, senza il timore di ‘riscoprire l’acqua calda’.
In analogia – anche se con ben altro rilievo – con la questione dell’ora alternativa all’ora di religione, per cui più che battersi perchè funzioni effettivamente occorrerebbe abolire l’ora di religione una volta per tutte…
anche le ‘opere di carità’, invece di essere sovvenzionate come tali con danaro pubblico, quest’ultimo dovrebbe essere speso dalla collettività per fare in modo che, nei limiti del possibile, di queste ‘opere’ non ce ne fosse bisogno. E in ogni caso, in uno stato laico, non si dovrebbe delegare questo compito a enti religiosi, come se solo la religione fosse in grado di venire in soccorso ai bisognosi. Insomma, anche in questo caso, viene esercitata una supplenza alla fine più dannosa che utile alla società.
Infatti – sempre in linea di principio – direttamente collegato a quanto sopra, c’è un altro aspetto della questione, forse ancora più importante, cioè l’aspetto ‘istituzionalmente’ controproducente di questi interventi caritativi anche qualora fossero scevri da ogni speculazione, da ogni strumentalizzazione, sia ‘concreta’ che ideologica. Per un motivo ben preciso: lo si voglia o no, finiscono sempre per avallare, e infine giustificare, e infine riprodurre, gli aspetti negativi…presenti comunque in ogni società nella misura in cui si creeranno sempre dei disadattati, degli emarginati… dal momento che confermano, nel senso di legittimarle da questo punto di vista, le istituzioni nel disinteressarsi di questa situazione invece di provvedervi come tali. Esentandole da questo compito.
Sempre in analogia – questa più stringete – col ruolo storico della ‘Croce Rossa’, come si sa ideata dal medico svizzero Dunant assistendo alla storpiatura di tanti corpi in seguito alla battaglia risorgimentale di Solferino. Domanda: l’istituzione della Croce Rossa’ – poi estesa, ma pur sempre presente come ‘rimedio’ ai disastri della guerra – ha veramente contribuito, al di là dell’indubbia funzione caritativa, alla presa di coscienza degli orrori della guerra, oppure in qualche modo l’ha resa – assieme certamente a tanti altri motivi – più ‘accettabile?
@bruno
Come non darti ragione? Tra l’altro, mi hai fatto ricordare che devo leggere un libro incentrato sul tema: “L’industria della solidarietà” di Linda Polman.
E anche “L’industria della carità” di Valentina Furlanetto.
(E c’è anche un capitolo di “Shock economy” su questo… anche se non ne parla direttamente e nel dettaglio, ma lo fa intendere molto bene)
@Mosconi
Segnato. Shock Economy l’ho letto. Penso tu ti riferisca al capitolo in cui parla delle cosiddette “zone verdi”, conseguenza di guerre o catastrofi naturali, dove si fiondano i grandi investitori con la scusa della ricostruzione e degli aiuti.
@gmd
Per la precisione…
BG
Mi piace.
La proposta dei 5* di dare uno stipendio a tutti mi pare che, ad abundantiam, vada nel senso che auspichi.
Forse è per questo che alle gerontogerarchie dello stato del male non piace.
Avrei molto altro da dire ma fa’ conto che l’abbia detto…
@ Diocleziano
In merito al Mago Otelmo ricordato da Te piu in alto, mi torno in mente una trasmissione televisiva vista molti anni fa dove era intervenuto e rispondeva a domande di alcuni deputati ( non so piu chi ) .
Rispose ad uno che lo chiamava ridicolo con i suoi travestimenti ridicoli rispose ” E vostri preti, non sono ridicoli loro con i loro travestimenti ?? Lei ha visto come vanno in giro e come si presentano nelle loro chiese ?? ”
Orrore..! Il deputato divento isterico ” Lei offende !! Lei offende !! Lei sia attento a cosa dice !! !
E Otelma rispose ” E Lei non mi ha offeso forse ?? Sia attento a cosa dice !! ” .
Da quel giorno ho avuto una grande simpatia per questa persona, probabilmente molto intelligente…
Gérard
Guarda un po’ la pagina wiki del Divino Otelma al paragrafo ‘pubblicità ingannevole” e confronta le sue malefatte con la pretesa della chiesa di impartire sacramenti e ordinare sacerdoti. Se usassero un peso e una misura i preti sarebbero tutti a spasso…
Fammi capire, l’idea è “lasciamo i morti in guerra crepare (magari filmiamoli mentre soffrono) così si disincentiva la guerra e si risolve il problema alla radice”? Potrebbe essere anche una scelta razionale….
Pa’
Non so se ”…lasciar crepare i morti…” sia razionale, certamente è surreale. 😎
@ parolaio
“Fammi capire, l’idea è “lasciamo i morti in guerra crepare (magari filmiamoli mentre soffrono) così si disincentiva la guerra e si risolve il problema alla radice”?”
Vediamo se riesco a ‘farti capire’. Ci si chiedeva se la Croce Rossa, per il ruolo che esercita, contribuisce a disincentivare le guerre, oppure, al contrario, a renderle più ‘accettabili’. In questo senso: la Croce Rossa viene considerata una sorta di appendice NECESSARIA della guerra, per renderla meno cruenta, cioè appunto, più ‘accettabile’… non certo – come tale, indipendentemente dalla volontà dei suoi operatori – per contribuire a disincentivarla.
Tempo c’è ci fu una bella serie televisiva con protagonisti medici e infermieri americani che gestivano un ospedale da campo durante – se non ricordo male – la guerra di Corea. La serie era giocata – riprendendo un film di Altman con lo stesso titolo (MASH) – sia in chiave ironica che drammatica. Ricordo che uno dei protagonisti, di fronte ai feriti che arrivavano in continuazione all’ospedale per essere curati, se ne uscì con una sorta di imprecazione, più o meno così: “Noi qui li curiamo, li rimettiamo in sesto, in genere per che cosa? Perchè siano pronti al più presto a tornare in prima linea, a morire, a far morire, e se ‘recuperabili’, a recuperarli… e per che cosa? per tornare in prima linea a morire, a far morire, e così via…”.
Si rifiutavano per questo di curarli? Naturalmente no, ma coglievano tutta l’assurdità di questo loro ruolo, il loro essere in funzione di un meccanismo che altro non poteva che contribuire alla continuazione della guerra.
Non vedi l’analogia – ovviamente in un contesto diverso, con protagonisti diversi, in situazione diverse – con le cosiddette ‘opere di carità’ nei confronti delle contraddizioni della società?
Bruno veramente non la vedo neanche io questo ruolo della Croce Rossa, ma perché no Emergecy nel rendere più accettabile le guerre. Le guerre sono rese accettabili da chi le finanzia e chi fomenta i popoli uno contro l’altro, non chi cura i feriti senza distinzioni.
@ francesco s.
“Bruno veramente non la vedo neanche io questo ruolo della Croce Rossa, ma perché no Emergency nel rendere più accettabile le guerre.”
Evidentemente ci muoviamo su due piani diversi.
Allora mettiamola così: pensi che ai ‘fomentatori’ delle guerre, ‘dispiaccia’ il ruolo della Croce Rossa o di Emergency? E – allo steso modo – credi che ad una società che ‘fomenta’ con le sue contraddizione che non intende affrontare con le proprie istituzioni, ‘dispiaccia’ che sorgano ‘opere di carità’ gestite dal volontariato, quale che sia?
Naturalmente si tratta di due responsabilità diverse, quelle della guerra e quelle della società… ma ad entrambe sta bene – o comunque non intendono certo ostacolarle – che ci sia chi provveda al posto loro a curare i danni da loro provocati.
In quanto alle guerre e alla Croce Rossa, citati per analogia,
è ovvio che – come sottolineato nel mio primo intervento – esistono anche tanti altri motivi, che le rendono ‘accettabili’. Di sicuro, in ogni caso, la Croce Rossa non li scoraggia.
” …lo Stato, unico competitore che non sensibilizza l’opinione pubblica sulle proprie attività…” Difficile in questo periodo per lo Stato fare pubblicità alle proprie attività ‘caritatevoli’.
La campagna non dovrebbe essere per una rivisitazione della destinazione dell’8×1000, ma per un suo mantenimento nelle tasche degli italiani.
Lo stato italiano, assieme a comuni e provincie spende oltre 7 miliardi di € per attività sociale e assistenziale.
Sono i 170 milioni dell’otto per mille che non sono di chiara destinazione e più che rimanere nelle tasche degli italiani (visto che ci sono anche i ricchi e benestanti che contribuiscono) andrebbero meglio utilizzati per aiutare chi ne ha bisogno.