Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
La buona novella laica del mese di maggio è arrivata dall’Irlanda. È la prima volta che diamo la palma a un evento avvenuto all’estero privo di ricadute dirette in Italia, ma lo facciamo proprio per le sue ricadute indirette. Con il loro voto gli elettori irlandesi non hanno soltanto approvato, primo paese al mondo a farlo con un referendum, i matrimoni omosessuali, ma hanno messo in luce quanto arretrata sia l’Itaglietta su tale argomento. Tanto platealmente arretrata che il premier Renzi si è sentito in dovere di promettere una solerte approvazione del minimo indispensabile, le unioni civili sul modello tedesco. Lo fa da un anno e mezzo, ed è quindi una promessa da prendere con le pinze. Ma il fatto che i matrimoni gay siano stati votati a larga maggioranza da un paese molto più cattolico del nostro ha tolto un alibi grande come un macigno, tanto che i favorevoli ai matrimoni omosessuali sono ora prevalenti anche da noi. La Chiesa non ha saputo far di meglio che parlare rancorosamente di una “sconfitta dell’umanità”: una reazione che ha mostrato quanto poco sia cambiata sotto il papa presunto rivoluzionario e, nel contempo, quanto poco comprenda quanto sia cambiata la società.
Un’ottima notizia anche dalla penisola: la Corte Costituzionale ha dato l’ennesima picconata alla legge 40, bocciando il divieto di diagnosi preimpianto per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche. Anche il Tar del Veneto ha bocciato le norme della giunta regionale che prevedevano l’età massima di 43 anni per l’accesso alla fecondazione eterologa. Il Tar del Friuli – Venezia Giulia ha invece dichiarato illegittima la cancellazione da parte del prefetto della trascrizione di un matrimonio tra due donne celebrato all’estero da parte del Comune di Udine.
Il 26 maggio sono inoltre entrate in vigore le nuove norme che accorciano i tempi di separazione. Sulla Gazzetta Ufficale è stata anche pubblicata la decisione dell’Aifa che, adottando le linee dell’Agenzia europea del farmaco, consente la vendita in farmacia di EllaOne (la pillola dei cinque giorni dopo) senza ricetta.
È tempo di dichiarazioni dei redditi, ed è quindi tempo di Otto per Mille. Salutiamo con piacere che anche testate importanti come L’Espresso cominciano a denunciare quanto costa alle casse pubbliche tale diabolico meccanismo. Ma esprimiamo anche soddisfazione perché sempre più cittadini realizzano che l’Otto per Mille che finisce alla Chiesa non è forse speso nel modo migliore.
Qualche buona notizia dal territorio. Il governo Renzi ha deciso di impugnare la legge regionale friulana sul fine vita, ma il consiglio ha deciso a larga maggioranza di resistere. A Trieste il Comune ha registrato le prime due nozze gay, a Roma sono state invece diciassette.
E in conclusione, la decisione dell’Enpap, l’Ente nazionale per la previdenza e assistenza degli psicologi, di estendere anche alle coppie gay i contributi assicurati ai genitori. Un precedente che fa ben sperare.
La redazione
A proposito di come sono cambiate le scelte degli Italiani in tema di otto per mille, segnaliamo questo nostro approfondimento: https://dallapartedialice.wordpress.com/2015/05/28/statistiche-ottopermille/
Chissà, forse la proposta di Fioroni sul referendum di indirizzo non è così male, mentre nel frattempo in parlamento discutono degli emendamenti, si potrebbe fare quel referendum, ma senza quorum essendo solo di indirizzo, sulle unioni civili. E comunque un referendum di indirizzo fa sempre comodo anche per altre battaglie civili.
Per quanto riguarda la vendita libera di EllaOne, che sarebbe poi la notizia più bella, c’è però un limite, e cioè che per le minorenni permane l’obbligo della ricetta medica. Domanda da 10 centesimi: ragioni di ordine sanitario o moralistico?
Credo che dipenda dal fatto che si ritenga il minore non propriamente autonomo dal punto di vista giuridico, un modo per spingerlo a parlarne con un adulto, possibilmente un esperto, un medici, possibilmente professionale (=non bigotto). Per quanto ne so non ci sono serie controindicazioni se non un abuso, come se mi volessi curare un’influenza con le mentine per la gola.
*un medico
Direi piuttosto ragioni psudo-moraleggianti, visto che per tutti gli altri farmaci da banco non c’è questo limite.
Quindi un minore in overdose da paracetamolo (era sui giornali di recente) và bene e il farmaco non richiede ricetta malgrado i reali rischi, una minore che decide di non restare incinta non ha diritto alla privacy.
A questo punto mettiamo l’obbligo di ricetta medica per vendita di preservativi ai minori.
Il paracetamolo richiede ricetta medica nella composizione da 1000 mg, infatti per assunzioni superiori a 1000 mg ci sono rischi di overdose.
Evidentemente il ragazzo ha superato la dose indicata (s’è preso più compresse da 500 mg in una sola volta), tutti i farmaci anche quelli da banco se si supera la dose indicata sono potenzialmente pericolosi, anche quelli innocui. Si suppone che un adulto non ne abusi.
Mi sembra che comunque ulipristal acetato (ellaone) sia venduto in confezioni da una sola compressa, quindi dovrebbe essere più difficile l’assunzione di dosi multiple contemporaneamente.
Così come mi sembrerebbe giusto chiamere le cleicalate notizie antiItalia, queste novelel laiche mi sembrano cose normali.
Così come mi sembrerebbe giusto chiamere le cleicalate notizie antiItalia, queste novelel laiche mi sembrano cose normali.
Così come mi sembrerebbe giusto chiamere le cleicalate notizie antiItalia, queste novelel laiche mi sembrano cose normali.
Prossimanente in questa italietta degli italioti vedremo:
—- —- —- —-
In rivolta i farmacisti cattolici dichiarati e non solo loro per il farmaco EllaOne.
Per tutelare la salute della donna non possiamo vendere questo farmaco e ci opponiamo.
Solidarietà trasversale all’iniziativa dalla lega da forza_italietta e dai partitini del centro_frammentato_cattolico e dalla maggioranza del grande piddi`_cicci` ed anche dall’opposizione di rosi bindi.
.
.
Dilaga tra i giovini italioti nelle discoteche in estate gli Hellauan_parties dove ai giovini si regalano le pasticche della medicina da prendere in allegria dopo interessanti incontri e esperienze piacevoli nei bagni dei disco_pub.
.
.
firmato: sumadart son (colui che vede nel passato, presente e futuro dell’italietta degli italioti e continua a vedere sempre più italioti).
Anche i cattolici hanno le loro priorità.
Figlio di un irlandese: Papà, mi voglio sposare con Carol.
Papà irlandese: Cosa? Ma è inglese ed anglicana, avrei preferito tu fossi gay.
Figlio di un irlandese: Ma insomma!
Papà irlandese: Giuro che se fanno un referendum sul matrimonio omosessuale…..
Dici che è andata così? Per fortuna che ci sei tu che ci fai sorridere. 😀
😉
Certo che stiamo messi proprio male se per pubblicare una “buona novella laica” la dobbiamo cercare all’estero e quella che riguarda l’italia è il riciclo di una precedente “novella” di poco modificata. 🙁
Appunto! Non mi sembra così buona come notizia per l’Italia, c’è da vergognarsi più che gioire…
Secondo il censimento del 2006, l’86,8 % degli irlandesi era cattolico, sceso all’84,2 % nel censimento del 2011.
L’Irlanda è ancora cattolica? Nel 2012 è stato commissionato uno studio dall’Associazione dei Preti Cattolici (ACP) in Irlanda (820 su 3.400 preti della nazione sono membri dell’ACP).
Alcuni risultati sul campione di cattolici esaminato.
“In risposta alla scarsità di preti, l’87% dei cattolici irlandesi afferma che ai preti dovrebbe essere permesso il matrimonio, il 77% appoggia l’ordinazione delle donne e il 72% è d’accordo con l’ordinazione di uomini adulti sposati.
Dato ancora più significativo è che il 75% sostiene che la dottrina della Chiesa cattolica sulla sessualità non sia rilevante nelle loro vite o in quelle delle loro famiglie. Il 25% afferma che tali insegnamenti sono rilevanti per i praticanti abituali o per gli individui di età superiore ai 55 anni.
Uno schiacciante 87% ritiene che ai cattolici separati o divorziati che vivono una seconda relazione fissa, dovrebbe essere concesso il ricevimento della comunione durante la messa.
È stato rilevato un disaccordo considerevole circa il precetto della Chiesa cattolica secondo il quale qualunque manifestazione di amore tra le coppie gay sia da considerarsi immorale: il 61% non è d’accordo, il 18% è d’accordo, mentre il 21% non ha espresso un’opinione.
Dubito che indagini analoghe in Italia (ma bisognerebbe farle) darebbero risultati molto differenti eppure i nostri politici e media si occupano solo di che cosa pensa la gerarchia cattolica.
Ecco l’articolo
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/irlanda-ireland-14245/
Flò Flò Flò Flò ………………………
Veramente, la cosa è stata denunciata dalla Corte dei Conti.