Per quasi due decenni, il problema dei conflitti di interessi di Silvio Berlusconi è stato uno dei temi all’ordine del giorno del dibattito politico. Giustamente, a mio modo di vedere. Ma il suo non era, e non è, l’unico caso di conflitto di interessi. Ce ne sono altri, forse meno eclatanti. Ma altrettanto ingiustificati.
Quei benedetti conflitti di interessi
Qualunque cosa si pensi del fenomeno migratorio e delle politiche di gestione dello stesso, è indubbio che ci girano intorno molti, troppi soldi, da una parte e dell’altra del canale di Sicilia. Proprio per questo motivo, sarebbe opportuno che chi si batte con veemenza per l’accoglienza dei migranti non si occupasse poi della gestione operativa dell’accoglienza stessa. Che viene lautamente remunerata dallo Stato.
E invece è ciò che accade con parte della sinistra e con la Chiesa cattolica. E con entrambe nello stesso tempo, perché sono anni che organizzazioni delle due realtà fanno business e politica insieme senza che i confini tra i due ambiti siano mai molto chiari. L’ex presidente di Legacoop Giuliano Poletti, ora ministro del lavoro, vanta ben quattro partecipazioni al meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. Quel meeting dove Pierluigi Bersani andò a svendere un secolo e mezzo di impegno sociale progressista sostenendo che “la vera sinistra nasce dalle cooperative bianche dell’Ottocento”. Sic.
Quel che è certo è che il volontariato di sinistra, nell’Ottocento, volava enormemente più in alto delle cooperative che, in nome dell’accoglienza, oggi mungono senza sosta le finanze pubbliche. Che siano bianche, rosse oppure rosa (e, quindi, dotate di molte spine). Che agiscano lecitamente o illecitamente. Il quadro che emerge dalle ultime rivelazioni è semplicemente sconfortante. E lo dovrebbe essere soprattutto per il mondo cattolico, i cui vertici predicano la propria morale al mondo un giorno sì e l’altro pure. Chiedilo a loro, se è proprio il caso di farlo…
L’accoglienza umanitaria, un principio negoziabilissimo
L’inchiesta “Mafia Capitale” ha portato alla perquisizione della coop ciellina La Cascina, quattro esponenti della quale sono stati arrestati. Devo ammettere di non esserne rimasto estremamente sorpreso, come non lo sono stato leggendo dei suoi rapporti con criminali neofascisti: negli ultimi trent’anni, la coop è stata regolarmente coinvolta in scandali legati agli appalti. Qualunque altra società sarebbe stata già chiusa da tempo, anzi, si sarebbe già chiusa da sola, cercando semmai di riapparire sotto nuove spoglie. Ma i ciellini pensano di avere il privilegio dell’impunità. E non hanno tutti i torti: nonostante la pessima nomea, da trent’anni ricevono committenze di ogni tipo da amministrazioni pubbliche di ogni colore, alle quali è però invariabilmente vicina Cielle. Praticamente tutte, quindi.
Pare poi che, stando alle intercettazioni, La Cascina ristorni parte degli utili ai devoti politici del Nuovo Centrodestra di Alfano, una notoria creatura vaticana. Una creatura impresentabile, come ben mostra la richiesta di arresto del senatore Azzollini per il crac di una casa di cura cattolica per malati psichici (due suore ai domiciliari). Guarda caso, il bando incriminato del Cara di Mineo era stato stilato dall’attuale sottosegretario Ncd Castiglione. E il cerchio si chiude. Con un surreale comunicato stampa La Cascina ha informato il pianeta che “i provvedimenti che hanno interessato alcuni propri dirigenti non riguardano in alcun modo reati di mafia”. Vero: ma riguardano diversi altri gravi reati previsti dal Codice.
Nell’inchiesta è indagato anche il presidente della cooperativa Capodarco, sorta all’interno dell’omonima comunità fondata da don Vinicio Albanesi. La coop gestisce le prenotazioni della sanità laziale. Si tratta di un servizio che vale — da solo — 60 milioni di euro. E che eroga, da dieci anni, in regime di proroga, grazie a un bando a cui si presentò sola soletta, tanto sembrava scritto ad cooperativam. Curiosamente, l’allora assessore alla sanità del Lazio, Augusto Battaglia (Ds), era tra i fondatori della coop. Quando ne scrivemmo, tra i commenti apparvero alcune critiche all’Uaar a nome di “cittadini di Cinecittà”. Si scoprì che provenivano dall’interno della stessa coop.
Due lustri dopo continuano a gestire il servizio. Augusto Battaglia è tornato a impegnarsi nella comunità di Capodarco, ma al suo posto fa politica la figlia Erica, diventata presidente in quota Pd della commissione del Comune di Roma che si occupa di immigrazione e disagio sociale. In tale veste ha seguito il gigantesco business (venti milioni di euro) del nuovo “villaggio della solidarietà” che sorgerà laddove oggi c’è un campo nomadi. Assegnato a un consorzio di cui fa parte (toh, coincidenza) la Capodarco e un’altra coop legata alla comunità, la Ermes. È di ieri la notizia che Erica Battaglia comparirebbe tra i beneficiari di versamenti effettuati da Salvatore Buzzi. Che fino a qualche mese fa era amministratore del consorzio di cui è dipendente la stessa Battaglia, e di cui fa ovviamente parte anche Capodarco.
E che dire degli arresti alla Domus Caritatis? Qui il caso sarebbe ancora più scottante, perché la coop è stata creata da un ente regolato dal diritto canonico, l’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento e del Trifone, che fa capo al Vicariato e del cui bilancio il Vicariato era a conoscenza. La confraternita è stata commissariata: ma solo dopo il coinvolgimento in Mafia Capitale, non quando non versava l’Iva e non si capiva che attività svolgesse. Il suo sito internet trasmette ora improbabili messaggi orientali, ma il portale “Integrazione Migranti”, gestito dal ministero del lavoro (toh, Poletti), dal ministero dell’interno (toh, Alfano) e da quello dell’istruzione, sembra non avere remore a continuare a segnalarla, nonostante tutto ciò che è apparso sulla stampa.
E non si parli di eccezioni, per favore. È ancora caldo il caso di don Cesare Lodeserto per la gestione del centro immigrati “Regina Pacis”. E caldissima è la vicenda giudiziaria che riguarda don Vincenzo Federico, della Caritas diocesana di Teggiano-Policastro, indagato per sottrazione di fondi destinati ai profughi. È vero: l’occasione fa l’uomo ladro. Ma anche i preti sono uomini e, quindi, può capitare più spesso se si danno loro più occasioni. E lo Stato, come ben mostra l’assurda assoluzione di don Lodeserto, ne crea anche troppe, di occasioni per lasciare impuniti i sacerdoti che compiono reati.
Né i reati si limitano alle truffe. Basta leggere le cronache per leggere della violazione di diritti fondamentali nelle strutture di accoglienza cattoliche: ricordate i migranti di Ponte Galeria, che per protesta arrivarono a cucirsi la bocca? Il Cara di Mineo è sovraffollato, e caratterizzato da fenomeni di degrado, illegalità e violenza. Anche i bimbi immigrati vivono in condizioni difficili, secondo il rapporto di Save The Children sui centri della Domus Caritatis. E finisse almeno qui. Negli ultimi giorni abbiamo dovuto leggere di tre sacerdoti coinvolti in un giro di prostituzione con minori rom alla stazione Termini e di un docente di religione che si dava alle orge con i minori immigrati di cui era tutore.
La questione morale
L’avevamo scritto in tempi non sospetti: è difficile conciliare accoglienza, solidarietà e portafogli. Il papa attira l’attenzione di tutto il mondo invitando i conventi ad aprirsi ai migranti, ma i suoi subalterni preferiscono di gran lunga accogliervi i pellegrini in vista del Giubileo: si guadagna di più, e si può conciliare l’accoglienza con il portafogli. E non lo sostengo io, ma il prefetto Gabrielli. (Per la solidarietà pazienza, lasciamola ai poveri illusi)
Un paese normale è quello dove c’è una legge sul conflitto di interessi valida a 360 gradi. Dove gli appalti vengono assegnati in modo efficiente, onesto e laico. Dove i sottosegretari, i senatori e i consiglieri indagati si fanno da parte, in attesa di chiarire ogni addebito. Dove gli enti ecclesiastici (ma anche il terzo settore) non godono di privilegi ingiustificati. Dove, magari, chi predica una certa morale, prima di predicarla, la applica. Dove chi dice di fare carità e volontariato lo fa senza secondi fini: perché è facile fare carità e volontariato con i soldi di tutti, o fare soldi sulla pelle dei più deboli.
Siamo invece il paese dove, nel valutare se sciogliere il consiglio comunale di Roma (decisione su cui ovviamente non metto becco), c’è chi dice (toh, Alfano) che farlo sarebbe una catastrofe, perché c’è da pensare all’imminente Giubileo. Come se il papa l’avesse convocato concordandolo preventivamente con l’amministrazione. Siamo il paese dell’impunità diffusa e del delirio di onnipotenza dei privilegiati: come nei casi di pedofilia ma forse anche peggio, perché agli abusi si aggiungono l’interesse economico e una gestione priva di controlli di fondi pubblici. Siamo il paese dove il premier Renzi ritiene che gli indagati non si debbano dimettere. Quanto ai conflitti di interesse, nessuno semplicemente ne parla più. Forse perché tutti, ormai, ci vivono dentro fino al collo.
Raffaele Carcano
Prevedo scintille nei commenti a questa pagina…
Aggiungo, anche se l’articolo mi sembra perfetto, che comunque la gestione è stata pessima anche nel caso di noti ospedali romani come il fatebenefratelli all’isola (una struttura chiamata fatebenefratelli 2 è stata aperta e chiusa in un paio di mesi e a roma apparentemente nessuno ne sa nulla, eppure è sorta dentro i locali dellex assesorato alla casa il tutto in era alemanno) e la gestione dell’ospedale idi conosciuto a roma anche come monti di creta, una eccellenza per le malattie della pelle ma uno sfascio amministrativo completo.
Quanto alla parte finale inerente il giubileo, convocato in modo unilaterale – il che contrasterebeb credo anche con l’articolo 7 della Costituzione che pure prevderebbe accordi – ricordo anche che qualsiasi manifestazione fatat dal Vaticano non è concordata con Roma. Ad esempio è noto da tempo che sabato ci sarà il gay pride, soltanto che domani ci sarà anche una udienza particolare per gli scout di cui l’amministrazione ha saputo solo dieci giorni fa.
“Siamo il paese dove il premier Renzi ritiene che gli indagati non si debbano dimettere.”
E’ l’unica cosa con la quale non sono d’accordo. Sarebbe troppo facile eliminare avversari politici inventandosi false accuse per costringerli moralmente a dimettersi.
Diverso è invece quando si accertano le responsabilità.
Mi spiego meglio: sono d’accordo con Renzi riguardo a quest’affermazione.
Sul principio non si discute, però càpita che in altri paesi anche gli interessati la pensino diversamente; il problema sorge quando lo statista fiorentino non si riferisce ad astratti principi di legalità, ma interviene di volta in volta per togliere dai guai qualcuno dei suoi.
Poco nobile.
Come è già stato commentato da qualcuno con più potere di me, è un tipico atteggiamento da Prima Repubblica. (Anche se a me il fiorentino pare ancora più retrivo: del genere Depretis)
“Siamo il paese dove il premier Renzi ritiene che gli indagati non si debbano dimettere”: frase correttissima e giusta sotto il profilo etico e politico. Mica dice che il premier Renzi debba dimetterli; dà agli interessati la facoltà di dimettersi…ma tanto vale…ormai la dignità e l’etica sono patacche. E Renzi di dignità e di etica non ne ha proprio…il massone (non se ne parla o scrive mai) cattolico.
Come principio giuridico sono d’accordo. Sarebbe troppo facile accusare qualcuno ingiustamente per costringerlo a dimettersi. A meno che non sia beccato in flagranza o ci siano prove talmente evidenti. E’ un principio razionale a prescindere da chi lo sostiene.
A Lecce, La Cascina gestisce le mense scolastiche, almeno della scuola dell’infanzia. Oltre alle lamentele sulla qualità, già si vociferava che non fosse proprio “pulita”. Non sapevo che derivasse da CL.
Sì, infatti. Quando hanno cominciato a girare queste notizie mi incuriosiva il fatto che non fossero subito tirati in ballo i preti. Poi ho pensato ”Be’, non vorrai mica che gli rovinino la campagna dell’8×1000 nel bel mezzo della raccolta, no?”
Poi la diga delle acque luride si è rotta…
Diciamo anche che per certe questione CL è quanto di più vicino alla garanzia si possa trovare…
Potrei dirne ma non voglio essere ripetitivo.
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Solo una sintesi suprema della crudele e clericale realtà dei fatti attuale nella nostra nazione.
L’articolo in questione potrebbe rientrare nella categoria:
“cronache di ordinaria italiottaggine nell’italietta dei popolani italioti felici e contenti e devoti E del loro meschino devozionismo (pro e contro) al triste e anti-storico catto-comunismo”.
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Cordiali saluti a tutti.
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firmato: sumadart son (colui che vede nel passato, presente e futuro dell’italietta degli italioti e continua a vedere sempre più italioti).
@ sumadart…
Scommetto sumadart…, che tu elabori le tue intense profezie sempre davanti ad uno specchio…sbaglio?
Comunque le cooperative citate mi sembrano molto più ravanelli che rosse. Detto questo è un vero schifo che ci sia chi vuole lucrare su queste forme di assistenza per di più illegalmente e a spese dei migranti oltre che nostre.
Il PD stesso è un ravanello…
Gramsci si sta rotolando nella tomba.
🙁
Invece giulio andreotti quando ha visto la democrazia cristiana alle ultime europee arrivare al 40% nella tomba ha avuto un sussulto di piacere orgasmico.
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firmato: sumadart son (colui che vede nel passato, presente e futuro dell’italietta degli italioti e continua a vedere sempre più italioti).
@sumadart
Perché, il gobbo è morto?
A me risulta che stia ancora qui a sparlare di “progresso” che manco Comte… 😉 🙁
Ha ragione Sumadart, qui sotto, il PD è l’erede della DC non del PCI, ed è perciò evidente che Gramsci si rotoli nella tomba, mentre il divo Giulio celebri la propria apoteosi.
Non l’avevate ancora capito?
Saluti. GdL
“In sei giorni il Signore aveva creato tutte le cose: il sole, la luna, Maradona, i puffi, la forfora, e tutti gli animali del creato, tranne Andreotti, che era già suo segretario da tempo immemorabile”.
(G. Covatta)
errata corrige: “Ha ragione Sumadart, qui SOPRA”. GdL
@giovanni_da_livorno:
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La ringrazio per aver compreso appieno il mio messaggio.
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@FSMosconi (germano ??):
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Lo spirito del gobbo è più vivo che mai in questa italietta degli italioti.
Anzi sono molti gli italioti che rimpiangono i tempi del gobbo, del ciccione bettino fuggito con il bottino, degli anni ottanta, dei paninari wild_boys_troppo_giusti ed anche del berlusconi bello giovine e pimpante.
Ed i più vecchiacci scommetto rimpiangono il catto-comunismo DOCG fatto dai bei boiardi di stato della DC e del PCI.
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Ad entrambi posso dirvi che:
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Invece licio gelli è ancora vivo ed aveva detto in modo entusiasta che il programma della P2 si è quasi realizzato per intero (due partiti, possibilmente italioti, che si contendono il potere) ed altre dilettevoli “riforme”.
Come potete vedere si è realizzato quasi per intero (un terzo incomodo è saltata fuori a rompere le uova nel paniere del magna-magnia italiota) perchè il popolino italiota ha votato felice e contento ed in modo continuativo dei politici e partiti italioti.
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Vi saluto e non risponderò ad altri dilettevoli partecipanti di questo forum perchè devo chiudere alcuni incantesimi scritti sui miei grimori prima di iniziare un piacevole fine settimana dedicato al culto della dea afrodite e della magia rossa.
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firmato: sumadart son (colui che vede nel passato, presente e futuro dell’italietta degli italioti e continua a vedere sempre più italioti).
@ nostradamus
Se non ti sei ancora ritirato dal forum, ti rifaccio un a domanda già fatta in un post recente rimasta senza risposta. Visto che disponi di poteri magici, e soprattutto che sei naturalmente fatto di tutt’altra pasta rispetto al popolino italiota… cosa occorre per fare uscire le pecore dall’ovile in funzione di una emancipazione dal vaticano? Che cura occorre per svegliarlo popolino?
@bruno gualerzi
In assenza del mago vorrei esprimere io il mio parere: allo stato attuale non c’è nessun modo. Siamo geneticamente programmati per sopravvivere, non per cercare la libertà o fare gli eroi, e in Italia, nonostante il Vaticano, i politici e tante altre belle cose, mi sembra che la gente sopravviva benissimo. Certo, c’è qualcuno che non riesce a tirare avanti e si spara, ma si tratta sempre di una minoranza, la maggior parte delle persone riesce a mettere qualcosa nello stomaco e questo basta. Vuoi che la gente faccia qualcosa? Aspetta che la situazione degeneri talmente tanto da mettere a repentaglio la sopravvivenza della popolazione, e anche in quel caso? Cosa ti garantirebbe che la situazione non possa peggiorare ulteriormente? Essendo giovane sono “alieno” agli schemi politici novecenteschi (cosa di cui sono orgoglioso) e non ho mai idealizzato la “rivoluzione”.
@ Antonio
“(…) allo stato attuale non c’è nessun modo. Siamo geneticamente programmati per sopravvivere, non per cercare la libertà o fare gli eroi… ”
Credo che questa sia la concezione speculare a quella di ‘nostradamus’, cioè uguale e contraria. Col suo ‘giorno da leoni’ evidentemente auspica uno scatto di orgoglio teso a togliersi di dosso tutte le paure, i condizionamenti, gli opportunismi, le vere e proprie vigliaccherie, che – a suo parere – lo fanno vivere ‘da pecora’… anche se non ho ben capito concretamente come (e, appunto, glielo chiedevo), mentre i precedenti storici che a questo principio si sono ispirati… a me fanno venire i brividi. Tu, all’opposto, fai riferimento ad una programmazione genetica che avrebbe come unico obiettivo la sopravvivenza dell’individuo (il che è vero), sopravvivenza che però non contemplerebbe l’esigenza della libertà. Non sono d’accordo perchè… se è vero che siamo geneticamente programmati, non lo siamo una volta per tutte, in quanto l’evoluzione ha dotato l’uomo della capacità (c’è chi dice della condanna) – entro certi limiti invalicabili – di autoprogrammarsi. E di autoprogrammarsi quanto meno per ‘vivere meglio’, obiettivo ritenuto perseguibile ‘programmando’ anche la libertà, e avendo a disposizione uno strumento, pur sempre un istinto, che può essere usato pro o contro se stessi: la razionalità. Libertà da chi, da cosa, che è di volta in volta da stabilire (in definitiva – ma ciò sarebbe tutto da precisare – dalla precarietà dovuta alla condizione umana)… ma purtroppo l’ostacolo maggiore per raggiungere questo obiettivo, viene ancora individuato negli altri uomini; e si accetta questo ‘destino’ proprio perchè… o si considera l’uomo irrecuperabile in quanto marchiato da un ‘peccato originale’ (comunque inteso) oppure perchè è così che l’ha programmato la natura (‘homo homini lupus’). In realtà si tratta della stessa cosa interpretata facendo riferimento a due ’cause’ diverse, ma con gli stessi risultati.
Per venire al tema del post. Sì, va bene, aiutiamo i nostri simili in difficoltà… ma qualche vantaggio dobbiamo pur trarlo. Sostanzialmente in due modi, spesso, come si dice nell’articolo, interdipendenti: acquistando con questa ‘carità’ meriti ‘spirituali’ (fosse pure solo autogratificazione), traendone però anche qualche vantaggio ‘materiale’. Con un pò di buona volontà, non guardando la destra ciò che fa la sinistra (magari in senso proprio partitico), le due cose si possono anche conciliare. In ogni caso col risultato di lasciare al ‘volontariato’ il compito di supplire alle responsabilità che le istituzioni non intendono assumersi. Con tutte le conseguenze che stanno venendo alla luce.
Qui si tratta di vedere nella questione immigrati un problema di un’urgenza tale da coinvolgere tutte le istituzioni di tutti gli stati interessati in quanto dovute ad una tendenza planetaria irreversibile, oppure di chiudersi nella difesa della propria libertà minacciata rimandando tutti ‘a casa loro’. Non c’entra niente il buonismo, il pauperismo, il terzomondismo ecc… si tratta di razionalità contro irrazionalità.
Siamo purtroppo il Paese dove si scrive troppo sui forum senza MAI fare nulla di concreto…
aspettiamo di vedere organizzata la prima grande manifestazione laica in Italia contro tutto questo.
Shiva101 purtroppo prevede che non avverrà a breve, ma sempre troppo tardi.
L’Uaar ha anche organizzato manifestazioni nazionali, per esempio questa: http://www.uaar.it/uaar/19-settembre. Recentemente i suoi giovani hanno organizzato un flash-mob a piazza Farnese: http://www.uaar.it/news/2015/05/14/weekend-uaar-giovani-flash-mob/ poi certo, siamo i primi a sapere che se tutti coloro che commentano su siti, blog e forum partecipassero, sarebbe più facile…
Piccola aggiunta.
Hanno trasformato Sampierdarena in una nuova Quito, col beneplacito dei parroci di zona. E te credo, hanno riempito di nuovo le chiese, con tanta gente che si ubriaca e picchia moglie e figli… ma la domenica va in chiesa.
Tutto in nome delle radici cristiane, materia di cui un felpato tanto si fregia, con buona pace della “lungimiranza” della sinistra locale che i sudamericani li coccola, senza calcolare che questi (potessero votare) sceglierebbero sicuramente lo schieramento opposto.
vabbè non c’entra nulla col post in oggetto…ma che faremo quando ne arriveranno altri 100mila? 200mila? un milione? l’Ue esiste, e se sì, dove? la politica magna sui poveracci e lo sappiamo, ma il problema rimane.
Dubito che un blog sia un luogo adatto alla soluzione di questi problemi. Comunque per risolvere i problemi bisogna capirne per prima cosa le cause. Perché si queste persone emigrano? Trovata la causa si cerca di capire come eliminarla.
vabbè il solito refuso: “si”
Quando uno ha mal di testa, il medico per prima cosa somministra un antidolorifico, poi va in cerca delle cause. Quando necessario, identificate le cause, ricorre alla chirurgia.
Casa di cura “cattolica” per malati psichici.
Dottore: Lei crede che 2000 anni fa un essere sovrannaturale abbia concepito un figlio da una donna vergine, rimasta tale anche dopo il parto, che questo figlio dopo i trenta anni abbia iniziato ad annunciare il regno dei cieli, tutto ciò mentre faceva miracoli e che alla fine sia stato crocifisso per poi resuscitare ed andare in cielo?
Paziente: No…
Dottore: Allora lei è una persona con gravi problemi psichici e deve ancora rimanere qui da noi in cura .
Paziente: Ma?!
Su un punto che forse mi era sfuggito non sono d’accordo:
“Che agiscano lecitamente o illecitamente”
Chi agisce lecitamente, dove lecitamente significa che rispetta le regole non può essere paragonato a chi agisce illecitamente, altrimenti si scade nel qualunquismo.
Mi pare una affermazione infelice.
Se estrapolata dal contesto, sì.
Ma il significato, che a me pare gli si volesse dare, è il riferimento a organizzazioni ‘formalmente’ in regola, ma sostanzialmente tossiche. E ne conosciamo qualcuna.
[…] http://www.uaar.it/news/2015/06/11/accoglienza-interessata-detta-legge-viola/ […]
Concordo in gran parte con l’intervento di Carcano. Mi permetto solo di aggiungere di fare attenzione all’immagine dell’UAAR che mi dispiacerebbe molto venisse associata al gran calderone degli “antiimmigrati” e dei “razzisti tipo….noi non siamo razzisti ..la colpa è dei rom e dei neri” e compagnia cantando. Purtroppo questo calderone si sta in questi giorni affollando sempre di più, a causa anche dell’infame collusione tra la carità pelosa e interessata dei “cristiani” con quella falso-laica di gran parte del centro sinistra. Dico falso laica perchè un vero ed efficace piano di gestione del fenomeno migratorio dovrebbe prevedere PRIMO: una politica nazionale basata su una vera accoglienza e su una effettiva integrazione SECONDO; vere politiche sociali rivolte al contrasto della povertà e del degrado per tutti, immigrati ed autoctoni senza distinzione. TERZO; una politica internazionale rivolta alla pace e alla cooperazione ; QUARTO; una vera integrazione tra i paesi europei e una Costituzione Comunitaria, che non preveda la guerra e i mezzi militari come soluzione dei conflitti. E SOPRATTUTTO preveda la fine della collusione e della copertura politica, mediatica, organizzativa delle chiese, in primis quella cattolica.
Siccome né la rimozione delle cause del fenomeno migratorio, suggerita da Francesco S., né la rivoluzione interna auspicata da Fabio Bernieri non sembrano imminenti, mentre il presente, in qualche modo, va gestito, domando: che cosa si suggerisce di fare, tanto più se si estromettesse il c. d. “terzo settore” dall’assistenza?
Ma aggiungo anche un’altra domanda: che cosa avverrà, secondo voi, del denaro sacrosantamente recuperato ponendo fine a queste e ad altre ruberie? Migliorerà l’assistenza a chi ne ha bisogno? Oppure sarà trattato meglio il personale operativo che eroga concretamente tale assistenza? Oppure si farà semplicemente risparmiare qualcosa all’Erario?
@Marco Tullio
Sarebbe un inizio. Ma mi trovo a concordare con un certo mago che parla di Italietta e di italioti. CL e magna magna sono avallati, implicitamente o meno, dalla popolazione stessa. Quando, in occasione delle regionali, ho sentito gente che parlava di votare o non votare in base a quanti soldi il candidato prometteva. E tu fai domande su come verrebbero gestiti i fondi recuperati? Dc prima e Silvietto poi hanno fatto buona scuola.
@Marco Tullio
Sentiamo, tu come li useresti i fondi?
Ops, non ho concluso una frase:
Quando, in occasione delle regionali, ho sentito gente che parlava di votare o non votare in base a quanti soldi il candidato prometteva, sono rimasto disgustato. Non che non lo sapessi, ma sentire esplicitamente come buona parte della popolazione concepisce la politica, fa riflettere.
Va bene, il popolino italiota e tutto il resto: disperante!
Ma le proposte per cambiare le cose? A me sembrano ancora più disperanti… e non riguardano solo l’italietta (come veniva chiamata dagli interventisti in occasione della IGM, in genere futuristi), e si possono sintetizzare in un solo nome: populismo. Che può avere tante facce, vecchie o nuove, antiche o moderne, ma che in sostanza consiste come sempre nello sfruttare il malcontento popolare dovuto ai fallimenti, e soprattutto alla corruzione, di una classe politica, per proporre come unica alternativa un cambiamento radicale, una ‘rivoluzione’ in grado di rovesciare tutto (dimenticando magari – per inciso – che c’è stata in un recente passato anche una ‘rivoluzione fascista’). La gente giustamente non ne può del malcostume della cosiddetta casta, i sondaggi parlano di un buon 90% della popolazione che non ha più alcuna fiducia nella classe politica… anzi – ecco l’aspetto più inquietante – non ha più alcuna fiducia nella politica e basta. Ed è qui che trovano il terreno spianato i salvatori della patria, gli uomini della provvidenza, i detentori della bacchetta magica in grado di risolvere d’incanto tutti i problemi. Che sono problemi reali e che richiedono risposte urgenti… e per far fronte all’urgenza, reale, non è che ci si possa soffermare ad operare troppi distinguo, a riflettere troppo sul da farsi: bisogna agire, perchè, male che andrà non andrà mai male come sta andando. E cosa dà forza all’agire più di un qualche mito ritrovato o di qualche altro di nuovo conio? Ecco allora, per esempio, risalire alla ribalta due miti rispolverati per l’occasione, uno ormai millenario, l’altro ancora fresco nella memoria di alcune generazioni. Il primo riguarda la religione, sia sostituendo forme tradizionali di superstizione direttamente religiosa con nuove pratiche e nuovi culti, sia – per andare più sul sicuro – accettando subito come rivoluzionario un qualche accenno strumentale di rinnovamento della tradizione da parte dell’istituzione religiosa, facendola assurgere a modello…
oppure – spesso magari andando le due cose di pari passo – ridando fiato al nazionalismo, incuranti dei disastri provocati non più tardi del secolo scorso, rafforzato soprattutto dai problemi, sia economici che di identità ‘etnica’, posti dai flussi migratori. Sui quali intanto si può sempre lucrare, sia in senso proprio, come si illustra nell’articolo, sia in termini politici cavalcando la parola d’ordine ‘ognuno a casa sua’.
Ora, in questo quadro è sufficiente dare la colpa al ‘popolino italiota’, sempre disposto ad appecoronarsi , a seguire il pifferaio di turno? No, decisamente no, se alla assoluta necessità di denunciare tale tendenza (con radici storiche che andrebbero comunque sempre tenute presenti), si fa fronte con il sostituire i vecchi miti proponendo, o gli stessi riverniciati, e altri inventati all’occorrenza.
Cosa fare in conclusione? Per quanto mi riguarda credo che compito specifico dell’ateismo in questa situazione sia soprattutto quello di denunciare questa tendenza, perchè alla base di tutto c’è sempre il fideismo.
@bruno gualerzi
Certamente. Il problema è che c’è un’ampia fetta di popolazione che dei vecchi miti si accontenta. Quante possibilità ci sono di proporre un nuovo mito a chi, in periodo elettorale, si attacca al mito della monetizzazione del voto? Possiamo dire con certezza che l’attuale classe politica non ha interesse a cambiare questa situazione. E, a costo di risultare sgradevole, anche volendo proporli davvero questi nuovi miti, dubito che siano recepiti.
@ gmd 85
“Possiamo dire con certezza che l’attuale classe politica non ha interesse a cambiare questa situazione. E, a costo di risultare sgradevole, anche volendo proporli davvero questi nuovi miti, dubito che siano recepiti.”
Non credo – se ho capito bene – che ciò cui accenni faccia parte di un qualche mito… se mai è un aspetto della insipienza e della logica della corruzione che allontana la stragrande massa della popolazione dalla politica… e, sempre se mai, il mito riemerge – come a me sembra – quando si reagisce a questo malcostume. Perchè in che forma si reagisce? Forse necessariamente, non mi sento di escluderlo… ma ad esempio la vulgata marxista – ovviamente riferendosi a tutt’altro contesto politico economico, e quindi da prendere per il concetto che esprime e non certo perchè in grado di fotografare il quadro attuale – chiamerebbe questa reazione, più che una ribellione, una forma di ribellismo autolesionista (come quella degli operai che, a suo tempo, esasperati, distruggevano le macchine)… ed è questo che apre le porte al populismo. Però, si afferma, nonostante il popolo si renda conto del suo degrado, finisce col voto per legittimare pur sempre questa classe politica. Perchè? A parte il fatto che, dopo aver dato credito a qualche proposta di rinnovamento, restandone deluso si disaffeziona sempre più alla politica, diserta le urne… si mette sempre più in attesa di qualcosa o qualcuno che proponga di operare un cambiamento in grado di offrire qualche garanzia. Ma intanto, nell’attesa, lascia campo libero a quei nuovi miti, o a quelli vecchi riverniciati, di cui ho parlato nel mio intervento… anche se ho accennato solo a quelli vecchi. E i nuovi? A parte il fatto che anche quelli vecchi riproposti a generazioni prive di cultura storica, o di cultura semplicemente, sembrano nuovi… ciò che a livello politico è un nuovo mito (anche questo per la verità non nuovo storicamente, ma operante allora in un società dove i soggetti politici erano un’infima minoranza) è la convinzione che bisogna ‘dare la parola al popolo’, che la cosiddetta democrazia diretta sia il toccasana. Come se il popolo, proprio come popolo, come entità astratta non fatta di individui ma come massa, non rischiasse di diventare – in questo caso più che mai – veramente un ‘popolino’, alla mercè di chi sa usare con disinvoltura i media… e da questo punto di vista di ‘italioti’ è pieno il mondo. Questo dal punto di vista strettamente politico, perchè poi, dal punto di vista complessivamente culturale, di nuovi miti, alimentati da quella che un tempo era chiamata ‘industria culturale’, ne nascono in continuazione. Muoiono anche in continuazione, ma invece di provocare per questo emancipazione provoca solo crisi di astinenza.
Per questo, gettare tutta la colpa sul ‘popolino’ mi sembra una semplificazione senza molto costrutto se non se ne individuano i motivi veri. Che sono culturali, non caratteriali.
@bruno gualerzi
Ecco, io penso che “homo homini lupus” sia alla base dell’agire umano. O, quanto meno, dalla volontà di compiere gesti e mettere in atto comportamenti che possano fornire un ritorno. Il ritorno, nel fenomeno in questione, non c’è. Potrebbe esserci, come tu dici, a livello di gratificazione personale. Ma il fenomeno dell’immigrazione, ora più che mai, ha connotati così anomici che la gratificazione o la ricerca di un utile passa decisamente in secondo piano. Questo per la tematica principale.
Per la tematica secondaria, io temo che il popolo stia già “devolvendo” in popolino. Chiaramente, prendendo in prestito dal nostro ex duca il termine “italioti”, non intendevo certo connotare gli solo ed esclusivamente gli italiani come un popolo privo di senso critico e di capacità di azione. Sarà perché in Italia ci vivo, ma mi sembra che qui certe tendenze siano amplificate. Sarebbe bello se la democrazia si potesse applicare come diceva Mill, ma, proprio per quella mancanza di cultura storica, come pensi sia fattibile?
@ gmd85
Concordo sull’anomia dell’immigrazione… infatti non ero convinto di ciò che scrivevo mentre lo scrivevo 🙂 Resta il fatto che ha contribuito quanto meno a rafforzare… o forse proprio a farla risorgere… la tendenza nazionalistica, la paura della contaminazione, il rigurgito identitario… ma in primo piano resta indubbiamente la necessità di risolvere un problema molto concreto, in grado di mettere in crisi le strutture portanti di una intera società (Se mai mi ripromettevo di riparlare del ruolo contraddittorio del volontariato in uno stato laico… forse però discorso un pò troppo ‘teorico’ nella circostanza).
Non concordo invece sull”homo homini lupus’… non tanto perchè non sia una componente dell’agire umano, ma perchè darlo per innato in quanto geneticamente programmato (questo credo tu intenda con ‘basilare’) significa negare ogni ruolo a quello che personalmente considero pur sempre un istinto necessario alla sopravvivenza: la razionalità. Che certamente può essere usata per rendere più efficace la sopraffazione dell’altro, o comunque per asservirlo ai propri interessi… ma che può anche rendere l’uomo consapevole di una condizione umana già precaria di suo per cui alla fine non è vantaggioso nemmeno per la sopravvivenza della specie la conflittualità tra individui. Quella conflittualità che ha portato a usare la fabbricità umana sia per cercare di rendere sempre migliore l’esistenza degli individui sia per autodistruggersi proprio come specie. I mezzi, molto concreti, ci sono in abbondanza. Oltre tutto dando fiato alle concezioni trascendentaliste, in senso figurato o in senso proprio, che ritengono di dovere guardare ‘oltre’ la condizione umana per rendere possibile la sua salvezza. Con buona pace di chi registra un progressivo affermarsi del secolarismo.
In quanto al popolino italiota, la tua giusta annotazione che a ritenerlo tale si sia indotti dal viverlo quotidianamente, non dovrebbe però esimere proprio chi ne è consapevole dal coglierne la tendenza autolesionista. Che personalmente – proprio perchè anch’io vivo quotidianamente in questa realtà – fatico sempre più a sopportare nelle sue manifestazioni di un’animosità viscerale che porta alla rissa più che alla riflessione.
@bruno
Mi rendo conto che una revisione dell’assunto inziale del mio ultimo commento è opportuna: “homo homini lupus” è una conseguenza di quei comportamenti messi in atto per avere un guadagno (in senso lato). Sociologicamente e antropologicamente si parla di teoria dello scambio. Malinowski analizzò a lungo gli usi degli abitanti delle isole Trobriand, rendendosi conto di come la cerimonia del kula (scambio di doni) mettesse in moto una sorta di solidarietà sociale fra tribù. Una solidarietà calcolata, diciamo così. Oggi, nei gandi agglomerati figli del capitalismo, questa solidarietà è impossibile, almeno a livello così esteso.
Che si debba fare qualcosa per risolvere il problema dell’immigrazione è palese. Ma la mancanza di questo impulso “solidale”, la paura del diverso, il connotare gli immigrati di oggi come fondamentalisti (timore fondato, come abbiamo visto), rendono difficile muoversi in tal senso. E i Salvini vari cavalcano l’onda.
Quanto alla tendenza autolesionista del “popolino”, ne siamo consapevoli io e te e chi come noi la rileva. Il problema è che siamo in un circolo vizioso in cui a essere alimentatat è proprio quella tendenza.
Premesso che non rappresento nessuno se non me stesso, vorrei sapere in quale modo verrebbe “sporcata” l’immagine dell’uaar?
Un vero piano sul immigrazione, sull’immediato e non col benaltrismo che tanto piace a certe persone (e anche a quelli delle “radici cristiane” che guadagnano voti grazie a chi la pensa come te).
Un esempio potrebbe essere quello australiano, poi vorrei capire perchè il problema cattolico dovrebbe essere maggiore rispetto a quello islamico. Come al solito si fanno due pesi e due misure.