«Sono passati tre secoli dalla nascita dell’illuminismo, ma la libertà di espressione non è ancora una conquista definitiva. Anzi. Metà delle nazioni non possono essere definite democratiche. La libertà di religione è ancora meno diffusa, quella di espressione è addirittura in regresso. Soprattutto, le libertà di cui parliamo non sono ancora considerate un valore condiviso. Inoltre spesso l’espressione della fede si trasforma nella repressione della libertà di espressione altrui. È giusto trovare normale l’offesa agli atei, e intollerabile quella ai credenti? È tempo di cominciare a lavorare su questo aspetto. Impariamo a vivere insieme. Accettiamo di vivere in una società plurale con individui che la pensano diversamente. La repressione delle idee diverse è la premessa logica e temporale della soppressione del diverso. Difendiamo la libertà di espressione. È la base di tutte le altre libertà di cui disponiamo. Senza di essa, la democrazia non esiste».
Sono questi i punti salienti toccati dal segretario dell’Uaar, Raffaele Carcano, nel corso del Convegno “Libertà di coscienza, di pensiero e di religione: quali limiti al progresso sociale, economico e culturale?”, organizzato dal Ministero degli Esteri e in corso a Treviso con la partecipazione di eminenti personalità.
«Se la libertà di religione è ormai pacificamente da intendersi anche come libertà dalla religione, tante troppe restano le discriminazioni che il pensiero ateo e le centinaia di milioni di individui che lo condividono subiscono in tutto il mondo», gli ha fatto eco la responsabile iniziative legali dell’Uaar, Adele Orioli, nella medesima sede. «Chiediamo in tal senso un’equiparazione verso l’alto, per ottenere i medesimi diritti umani fondamentali, ma anche verso il basso, eliminando gli ormai ingiustificabili privilegi riservati al fenomeno religioso in quanto tale».
«Treviso è stata protagonista in questi giorni di due importanti appuntamenti», ha detto Carcano a margine del Convegno. «Oltre a quello organizzato dalla Farnesina, la città ha infatti ospitato anche il “Meeting sul ruolo dei leader religiosi nella prevenzione della violenza”, organizzato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per la prevenzione dei genocidi in collaborazione con il governo italiano. L’Uaar è stata invitata a partecipare a entrambi e a portare il proprio contributo e punto di vista e di questo siamo veramente soddisfatti perché è una conferma del nostro lavoro. E su questa strada proseguiremo».
Comunicato stampa Uaar
“Sono questi i punti salienti toccati dal segretario dell’Uaar, Raffaele Carcano, nel corso del Convegno…
…con la partecipazione di eminenti personalità.”
Mi piacerebbe sapere se tra le eminenti personalità c’era qualche vescovo o politico ciellino (o comunque prono alla chiesa) e quali osservazioni ha fatto sul discorso di Carcano e Orioli.
Comunque, buono che si discuta di questi argomenti.
aggiungerei a quel che dice Orioli che la discriminazione non è – non è solo – per il pensiero ateo, ma per la maggioranza delle persone che sono indifferenti al tema. E che sono vermente la maggioranza come posso constatare nelal mia mediocre vita quotidiana con frequentazioni mediocri.
Sarei ancor più pessimista (realista?) e direi che la discriminazione riguarda chiunque non si adegui a linee di pensiero consone con quelle pianificate e imposte tramite propaganda dalle dirigenze del momento. Si vedano, in proposito, le molte sfaccettature assunte dal fenomeno delle “linee guida” per la “corretta” espressione del pensiero, “linee guida” che lungi dall’essere una guida sono troppo spesso uno strumento per la repressione di chi dovesse decidere di non seguirle. Religione o non religione (esistono anche “religioni” laiche, e non sto certo parlando dell’ateismo). Davvero avete la convinzione che chi anche non professa idee atee o pur solo laiche può dire quel che vuole, accedendo ai mezzi di (in)formazione di massa con lo stesso taglio e la stessa intensità degli altri? Io no.
Come nel caso del mio commento al post sulle campane di pochi giorni fa, invito UAAR e i simpatizzanti a partire dalla libertà d’espressione a sfondo ateo (ottima cosa), ma a non limitarsi a quella.
@ benjamin
Sono curioso di sapere come si concilia:
con
benjamin
sono d’accordo con te. francamente il dover definirsi è odioso
Stefano, si concilia considerando che i princìpi si applicano a 360°, oppure è meglio lasciar perdere. Ad esempio, proprio nella linea dei commenti che ricordi non sono stati pochi quelli che han tentato di tapparmi la bocca ricorrendo agli insulti, e si son limitati a quelli solo perché non erano disponibili vie più “incisive”. Questo come si concilia?
Inoltre, sono cronaca quotidiana le mille occasioni in cui serve tapparsi la bocca e abbozzare un sorriso, come facciamo tutti per evitare di passare la vita tra un’aula di tribunale a, quando va peggio, allo studio d’un dentista o d’un ortopedico.
C’è poi il fattore oggettivo d’una invasione in corso che sconsiglia di essere ulteriormente accoglienti.
@ benjamin
In questo sito si parla di laicità in Italia, dove certamente essa non trova applicazione a 360 gradi. Nemmeno a 180. Quindi non dovrebbe esistere o non dovremmo intervenire? Faremmo meglio a stare zitti?
Altro è l’immigrazione sconsiderata, che ritengo assolutamente irrazionale e miope.
Sto proprio parlando del principio, della libertà di espressione. E se il tipo invece di essere africano fosse stato di un altro posto a piacere?
Mi pare che in quel caso tu abbia adattato un principio (sul quale in questo thread mostri di essere d’accordo) ad un caso particolare, con motivazioni non applicabili al principio ma, tangenzialmente e non so quanto rigorosamente, ad altro fenomeno, l’immigrazione.
Stefano: “E se il tipo invece di essere africano fosse stato di un altro posto a piacere?”
Non avrei cambiato le mie considerazioni d’una virgola, perché nella situazione attuale, come ho sottolineato anche altrove, non sono minimamente interessato alla sfumatura cromatica né alla provenienza degli invasori. Inizialmente ero interessato alla loro quantità (nel senso che consideravo accettabile un piccolo flusso), ma ora non ritengo neppure più possibile quel tipo di tolleranza — ogni nuovo arrivo costituisce un grave danno, per cui ritengo sia da rigettare. A questo nuovo intendimento mi hanno portato proprio coloro che hanno progettato e stanno implementando l’invasione (e non ne faccio una questione di schieramento, perché è un progetto che tocca trasversalmente l’intera classe dirigente, compresi coloro che si fingono contrari per esigenze “di teatro”).
Stefano: “Faremmo meglio a stare zitti?”
Certo che no! Pronunciarsi a favore della laicità e della libertà d’espressione è sicuramente meritorio, e vorrei vedere! Sono altri i passaggi che su queste pagine si vorrebbero conseguenti e sui quali non posso essere d’accordo. Ho già esplicitato quali (beccandomi ripetutamente del “fascista” e del “razzista”, il che oscilla tra l’urtante e il ridicolo) quindi non mi ripeto, per brevità.
Mi pare una buona notizia.
Pure io sarei curioso di sapere chi sono gli altri intervenuti per avere un’idea dell’importanza di questo convegno.
Intanto c’è da dire che come risonanza dei media siamo prossimi allo zero assoluto…
Spesso chi più urla invocando libertà di espressione è il primo a scandalizzarsi del dissenso invocandone o auspicandone la censura.
È vero, i cattolici sono specialisti in questo.
Mafalda,
MA io non mi riferivo ai cattolici, i cattolici non sono la mia ossessione/fobia per fortuna, mi riferivo a NESSUNO IN PARTICOLARE, e ‘intolleranza (meno male) è del tutto trasversale e non di rado si nasconde dietro argomentazioni tipo”ma un’idea ridicola va ridicolizzata, NON va rispettata”, oppure” “giusto offendere chi propone idee ridicole”, etc, etc.
Daniele,
Chiaro che non ti riferivi ai cattolici, ci mancherebbe.
Col pretesto che le idee “ridicole” non vanno ridicolizzate, si cerca di tappare la bocca alle critiche e ci si dimostra intolleranti perchè non in grado di argomentare seriamente a difesa delle proprie “idee ridicole” che non reggerebbero un confronto serio.
Ci sono idee serie e non che non possono essere messe sullo stesso piano, ci sono idee argomentabili e sostenibili seriamente e quelle che si cerca di impedirne la critica perchè non in grado di difenderle seriamente. Non è colpa mia se molte affermazioni religiose ricadano in tale ambito, così come per la magia, la cartomanzia e gli oroscopi. Ed è curioso come spesso gli stessi credenti in una religione ridicolizzino altre credenze religiose, ma ritengano intoccabili le proprie.
Se uno nel 2015 mi sostiene che i terremoti o le epidemie sono un volere di dio, io lo ridicolizzo perchè so che non sarà mai in grado di sostenerlo seriamente. Idem se uno afferma che le preghiere guariscono il cancro. O se un ministro afferma che hanno costruito un tunnel tra Ginevra e il Gran sasso.
@ Daniele
Sono curioso: perché un’idea ridicola deve essere rispettata?
E rispettare un’idea ridicola non è che la nobiliti immeritatamente?
Un’idea ridicola è come un errore. Forse vanno rispettati gli errori?
Non sto parlando di persone, sto parlando di idee. Se una persona che ha
un’idea ridicola si offende se glielo si fa notare il problema è solo suo.
Se la mettiamo sulle offese, va bene dire che qualcuno potrebbe essere offeso se dovesse rispettare idee ridicole?
Le offese con le idee non c’entrano nulla, a meno che non siano il pretesto per evitare critiche a idee ridicole.
Stefano tm,
lavorando di fantasia e tanto per buttarla sul …. ridicolo, un’idea ridicola potrebbe essere quella di guidare sempre in retromarcia oppure quella di lavarsi dopo essersi vestiti.
per te può essere “ridicolo” credere in un dio, per me può essere ridicolo negare l’esistenza di un qualunque dio.
Non si definisce in ogni caso ridicola una convinzione profonda, a meno che si voglia offendere gratuitamente (per quale motivo poi?).
Le questioni attinenti le religioni e l’ateismo non sono semplici idee, ma convinzioni, più o meno profonde.
E sarebbe buona norma rispettarle.
Infatti. E’ un principio che vale per tutti e che diventa operativo per chiunque abbia il potere d’imporre la propria volontà. Incorriamo quotidianamente in esempi palesi, sia su scala pubblica, sia su scala privata. Soluzioni? Utopisticamente, evitare che chicchessia possa avere potere sufficiente per imporre la propria volontà. Ce le vedete, le dirigenze del mondo intero, a implementare una soluzione del genere? Mica son diventati dirigenti perché son cretini, no? Personalità patologicamente deviate e pessimamente intenzionate sì, deficienti proprio non credo (purtroppo).
Sono felice che questo convegno sia partito dal Veneto. Spero che il pubblico sia stato numeroso.
Giustamente l’articolo qui sopra fa riferimento all’illuiminismo, perchè è da lì che nasce la frattura con il mondo religioso e dogmatico. Le nostre radici culturali, ben più che cristiane sono illuministe.
E di ciò ne sono coscienti anche i nostri amici cattolici, che vedono addirittura in Cartesio, il principio di ogni male, perchè da lui si è cominciato ad abbandonare la “verità” ossia il tomismo, e, nella filosofia dei lumi (sopratutto in Hume e Kant, pensatori che amo molto, particolarmente il primo) e nell’aborrita Rivoluzione francese, vedono l’ESPLOSIONE del male in terra!
E per questo che le conquiste del secolo dei Lumi (libertà di espressione, di religione ecc.) sono nuovamente poste in discussione, perchè è TUTTO l’illuminismo che si vorrebbe cancellare per tornare al c.d. “realismo” di s. Tommaso e Aristotile (di cui il mondo cattolico, sottolinea, di nuovo, l’attualità).
Saluti. GdL
“Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle”.
(Voltaire)
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