Maajid Nawaz: “Noi musulmani liberali dobbiamo solidarizzare con atei oppressi dalla sharia”

“Immaginate di essere scuri di pelle, atei ex musulmani con un nome musulmano. Questa forse è la ‘minoranza dentro una minoranza’ più perseguitata nel mondo oggi”: a dirlo è Maajid Nawaz, in passato estremista islamico e da anni musulmano laico attivo nel contrasto all’integralismo.

Su The Daily Beast invita i suoi correligionari a prendere coscienza di un problema spesso taciuto: l’intolleranza e la violenza islamiste diffuse nel mondo contro liberi pensatori, atei e laici. “C’è una guerra sanguinosa portata avanti contro l’ateismo. Ed è giunto il momento di mostrare noi tutti — specialmente noi liberali e musulmani — quella forma di solidarietà che ci aspettiamo giustamente dagli altri”, afferma.

Denuncia quindi la degenerazione del multiculturalismo: la “lodevole preoccupazione liberale” di tutelare le minoranze “è stata sfruttata da voci organizzate della comunità, che hanno l’interesse garantito per legge a mantenere una identità di gruppo tribale che sostengono di rappresentare”. Questi “capi tribù del ghetto” hanno “accecato” coloro che “si considerano progressisti”: questi ultimi “sono diventati i più devoti difensori di pratiche sociali e politiche regressive”, in nome della tolleranza culturale.

Una delle conseguenze è “soffocare le voci dissidenti dentro le minoranze”. Nawaz ha scritto a quattro mani con Sam Harris, esponente del “new atheism” noto in passato per posizioni molto dure verso la religione musulmana, Islam and the Future of Tolerance: i due intellettuali si confrontano anche per mettere in discussione una narrativa vittimistica che riduce ogni critica a quella religione a “islamofobia”, “bigottismo” (se non razzismo).

Stop the Jihadi Onslaught Against Atheists and Free Thinkers

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7 commenti

G.B.

Ossevazioni lucidissime e pienamente condivisibili, ogni ulteriore commento sarebbe di troppo. Magari ce ne fossero di più di islamici così.

francesco s.

Per fortuna che ha cambiato idea sul suo passato. Non so se abbia aiutato di più la prigione egiziana o il supporto morale di Amnesty.

Ateo64

Bene! Davvero una gran bella notizia! Purtroppo gli unici a leggerla saremo noi e qualche altro sparuto gruppo che ha interesse per una notizia del genere… per il resto farà meno rumore dello scoppio di una bollcina di sapone nello spazio profondo…. 🙁

firestarter

Ho letto il libro Islam and the Future of Tolerance e lo consiglio vivamente (spero che in fututo pubblichino una versione in italiano). Sam Harris ha espressamente detto in un dibattito che lo scambio è stato più proficuo per lui che per Nawaz, a testimoniare quanto sia lodevole quest’ultimo in termini di capacità di autocritica e revisione delle proprie idee. Per chi legge in inglese consiglio di seguirlo sul Daily Beast, dove scrive ottimi articoli (uno è linkato). Questa settimana ne ha pubblicato uno di rara lucidità sul conflitto Israele-Palestina, in cui impersona un dialogo immaginario tra un ebreo e un palestinese.

Purtroppo una banda di buffoni (affiliati a Glen Greenwald e Reza Aslan principalmente), che Nawaz ha denominato “regressive leftists”, lo hanno insultato in tutti i modi chiamandolo “uncle Tom”, “native informant”, “porch dog”. Questi ignobili personaggi (gli stessi che incolpano Charlie Hebdo per il massacro, implicando che se la siano cercata) sono progressiti a parole, ma autoritari nei fatti, e lo hanno insultato per avere commesso il crimine di dialogare con Harris. Purtroppo in molti ambienti pseudo progressisti si difende il sistema di idee denominato “Islam” come se fosse una etnia, di fatto impedendo il libero scambio di idee ed il dibattito che sarebbe benefico e salvifico sopratutto per i mussulmani oppressi (infatti i più oppressi sono loro, che in maggioranza vivono in teocrazie). Per questo sono diventato un estremo difensore della libertà di parola, che dovrebbe essere ristretta solo nel caso di immediato incitamento alla violenza. Infatti la libertà di parola è il fondamento del progresso scientifico e del progresso umano in generale, ma purtroppo molti circoli liberali se ne dimenticano in quanto vogliono imporre i valori progressisti conquistati nei decenni sopprimendo la libera espressione di idee ignobili. Ovviamente con questo non voglio supportare le idee ignobili, ma semplicemente esprimere il fatto che temo il censore più di ogni altro ente. E i circoli conservatori fascistoidi ne traggono vantaggio, potendo additare come autoritari i loro avversari storici. Ma è proprio per difenderci dai fasci che non dobbiammo mai cedere alla censura istituzionalizzata e alla regolamentazione dell’espressione delle idee, siano esse nobili o rivoltanti.

Antome

Sì, è con questo che ci si spiega la frittata capovolta per cui questi progressisti sono in America additati come dittatori del politicamente corretto, social justice warrior etc.
Oltretutto Charlie Hebdo criticava anche gli ebrei.
Per fortuna esistono anche i musulmani laici che parlano e in una religione organizzata e tentacolare come quella purtroppo ci vuole coraggio. Io sostengo sempre che generalizzare e stereotipare sia sbagliato, anche nei loro confronti.

Tino

Aslan prima musulmano poi cristiano poi di nuovo musulmano lasciamo perdere.

Tino

Greenwald è un opportunista, prima era contro l’immigrazione illegale negli USA poi ha cambiato idea per fare il padrino dei “dannati della terra”. Ora che la Russia bombarda la Siria sta zitto.

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