Non solo clericalate. Seppur spesso impercettibilmente, qualcosa si muove. Con cadenza mensile vogliamo darvi anche qualche notizia positiva: che mostri come, impegnandosi concretamente, sia possibile cambiare in meglio questo Paese.
Non sono nemmeno poche le buone novelle laiche di ottobre. Non sono purtroppo così rilevanti, e cadono per di più nello stesso mese della discutibilissima sentenza del Consiglio di Stato sulla trascrizione dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero. Una sentenza che ha esaltato ancora di più la drammatica stasi nell’approvazione di una legge sulle unioni civili, per le quali le timide manifestazioni di impegno di qualche ministro si scontrano con le granitiche chiusure di altri.
Ma poiché qualche buona notizia c’è, è giusto darne conto. A nostro avviso, la più importante è rappresentata dall’inchiesta aperta dall’Agenzia delle Entrate sui quei centri di assistenza fiscale, soprattutto cattolici, che si sono frequentemente dedicati a modificare le scelte effettuate dal contribuente in direzione di realtà legate ai Caf stessi. L’indagine riguardava il solo Cinque per Mille: abbiamo pertanto espresso l’esigenza che la meritoria indagine sia allargata anche all’Otto per Mille, stanti anche i casi da noi stessi documentati di un intervento “in tandem”.
Un’altra buona notizia è passata pressoché inosservata, tanto che non è nemmeno di ottobre. Con un’ordinanza dell’8 luglio, pubblicata il 24 settembre, la Corte di Cassazione ha dato ragione al Comune di Orvieto e torto a un istituto religioso in merito al pagamento dell’Ici. Un’autorevole conferma delle sentenze sulle scuole di Livorno, e un’ulteriore conferma di quanto ampia possa essere l’evasione fiscale ecclesiastica. Se nel caso di Livorno poteva infatti esserci qualche remota possibilità di successo, visto che la scuola la gestivano direttamente le suore, qui i religiosi nemmeno gestivano la struttura ricettiva: l’avevano affittata a un hotel e ci lucravano quindi sopra per fini che di sicuro non erano spirituali. Pretendendo però di non pagare nulla.
Un’altra sentenza molto interessante è giunta dal Tar della Lombardia, che ha bocciato la decisione della giunta regionale di far pagare agli utenti il ricorso alla fecondazione eterologa. È una conferma di quanto aveva già deciso il Consiglio di Stato, concedendo lo scorso aprile una sospensiva.
Continua nel frattempo la battaglia di Max Fanelli per l’eutanasia legale, che vede anche il sostegno della nostra associazione. Un risultato c’è stato: 160 parlamentari hanno costituito un asse bipartisan che chiede la discussione parlamentare. I clericali sono rimasti dispiaciuti anche per la seconda bimba per cui il Tribunale dei minori di Roma ha concesso l’adozione alla compagna della madre e, su scala più ampia, per l’inserimento dei diritti sessuali e riproduttivi nell’agenda 2030 dell’Onu. E a proposito di teocrazie: l’Arabia Saudita, paese noto per la censura sui libri e la negazione dei più elementari diritti civili, non sarà più il paese ospite al Salone del Libro di Torino del 2016.
Diverse le buone notizie provenienti dal territorio. La Regione Sicilia ha tagliato drasticamente i fondi alle scuole private. Il Comune di Napoli ha registrato un bimbo all’anagrafe, primo caso in Italia, come figlio di due madri. Quello di Merano (BZ) ha approvato il registro per le coppie di fatto, e quello di Torrita di Siena ha addirittura raddoppiato, introducendo anche quello per il testamento biologico. Il Consiglio comunale di Forlì ha a sua volta approvato una mozione a sostegno del ddl Cirinnà sulle unioni civili, mentre la giunta romana ha autorizzato lo svolgimento di matrimoni civili anche in luoghi diversi da quelli istituzionali. Il Comune di Brentonico (TN) ha invece chiesto un nuovo processo per una donna giustiziata nel Settecento per stregoneria.
Dulcis in fundo, ricordiamo che l’Uaar ha impedito a un’organizzazione missionaria di agire all’interno di alcune scuole di Sulmona (AQ).
La redazione
Per quanto riguarda la sentenza del Consiglio di Stato, purtroppo non concordo, il Consiglio di Stato ha semplicemente ragione (e lo dico pur essendo io favorevole ai matrimoni omosessuali): http://pensieri-eretici.blogspot.de/2015/10/il-consiglio-di-stato-ha-ragione.html
@ Mauro
effettivamente da un punto di vista strettamente giuridico e sulla base del diritto vigente (“de jure condito”, come si dice), potresti avere anche ragione, anche se ci sono pareri giuridici di diverso segno, ma non è questa la sede per tale complicata questione (sulla quale, sinceramente, non ho le idee chiarissime).
Ma la sentenza di che trattasi, però, rende più che mai urgente la soluzione della questione “de jure condendo”, ossia il sopravvenire di nuova normativa, quella peraltro che, da anni, invochiamo; anche se, riguardo a tale normativa c’è da dire che, il mondo cattolico, si farà “massacrare” prima di farla passare…….
Certo molti pensano che il giudice Deodato ci abbia messo anche del suo, perchè data la sua militanza in organizzazioni cattoliche e la sue simpatie (conosciute) per le “sentinelle in piedi”, avrebbe potuto chiedere al Presidente del Consiglio di Stato (o forse il Presidente della sezione giurisdizionale del Consiglio di Stato che ha emesso la sentenza) l’applicazione del 2° comma dell’art. 51 del cod. proc. civ. sull’astensione facoltativa del giudice: “In ogni altro caso in cui esistono gravi ragioni di convenienza, il giudice può richiedere al capo dell’ufficio l’autorizzazione ad astenersi”.
Alla tua domanda: “Che c…o poteva fare il giudice Deodato?”, io rispondo: “Quanto sopra”, perchè, così facendo, avrebbe evitato ogni polemica e ogni critica alla sua obiettività.
Saluti. GdL
L’interpretazione delle leggi lascia al giudice un certo margine di scelta: entro questo margine chi comanda non è la legge inesorabile, ma il mutevole cuore del giudice”.
(P. Calamandrei)
Se avere opinioni personali su temi etici significa cadere nella casistica per cui “…. esistono gravi ragioni di convenienza, il giudice può richiedere al capo dell’ufficio l’autorizzazione ad astenersi”, ho paura che sarà difficile trovare un giudice competente.
@ parolaio
si! avere opinioni personali manifestamente e NOTORIAMENTE contrarie alle posizioni di una delle parti in causa, e proprio in merito alla questione che è oggetto della causa medesima, significa proprio ricadere nella casistica di cui parli.
E, i giudici che si espongano PUBBLICAMENTE, in ordine a temi etici, non credo siano moltissimi.
Saluti. GdL
Confondi competenza con prevenzione.
GdL: è qui che sbagli. In un paese civile le leggi vanno applicate, non interpretate. E Deodato ciò ha fatto, per cui ha fatto bene.
@ Mauro
sarà, però correttezza avrebbe voluto che avesse applicato anche l’art. 51 del cod. proc. civ. (è una legge come le altre non è mica figlia di “un dio minore).
Saluti. GdL
@ Mauro
inoltre da laureato in giurisprudenza e da frequentatore per vari anni di aule di giustizia (ora non più, in quanto sono funzionario amministrativo) posso dirti che lo spazio per l’interpretazione delle norme è solitamente notevole.
Un paese tanto civile da non prevedere la possibilità di interpretazione delle norme, in quanto, queste ultime, sono fatte con tanta precisione da poter essere soltanto applicate, esiste solo nel mondo iperuranio.
Saluti. GdL
“Una proliferazione di nuove leggi crea una proliferazione di nuove scappatoie”.
(A. Bloch da “Le leggi di Muphy”)
Da ignorante di diritto e similari, quando sento o leggo la solita frase ” non ho fatto altro che applicare la legge”, mi viene sempre la voglia di chiedere a chi la pronuncia, per quale motivo abbia studiato per anni e poi si dia dato da fare per diventare giudice: a questo punto sarebbe bastata la prima elementare, imparare a leggere e poi ricopiare diligentemente( da scolaretto modello), l’enunciato della legge sull’apposito foglio previsto per la sentenza e “voilà”, tutto si risolverebbe in fretta e senza spese per il contribuente.
E allora spiega – concretamente e sulla base di fatti e conoscenze giuridiche – cosa bisognerebbe fare con le leggi se non applicarle.
@Mauro
Invece, l’interpretazione è elemento fondamentale della pratica giuridica. Di fatti, esiste il ricorso. https://it.m.wikipedia.org/wiki/Interpretazione_giuridica
Io non sono un giurista, però so che l’interpretazione riguarda avvocati e procuratori… ma per i magistrati conta la legge. Punto.
Ma tu probabilmente sei un avvocato, non un magistrato.
@ Mauro
sai male, perchè consultando la giurisprudenza, ossia le raccolte di sentenze, ci si accorge che tribunali diversi spesso interpretano in modo difforme fra loro le stesse norme. Ma non solo, la stessa Corte di Cassazione, che è chiamata (guarda un po’) ad indicare la corretta interpretazione delle leggi, ha, in molte occasioni, mutato indirizzo in ordine all’ermeneutica delle medesime norme.
Il mondo in cui i magistrati applicano puramente e semplicemente la legge senza alcun intervento interpretativo non esiste, proprie perchè la suddetta non è mai redatta con tanta precisione da aderire a tutti i casi concreti che la realtà continuamente ci propone. Poi quando sono redatte così male come in Italia, la situazione peggiora ulteriormente.
Saluti. GdL
“Meno le persone sanno di come vengono fatte le salsicce e le leggi e meglio dormono la notte”.
(O. von Bismarck)
@Mauro
Guarda che questi concetti sono nozioni basilari di diritto. Penso si trovino anche nei programmi scolastici che prevedano il diritto come materia. GdL ha detto il resto.
Bruno Gualerzi, voglio Bruno Gualerzi! 🙂
Anch’io…
Sono d’accordo.
Spero stia bene di salute visto che in passato aveva parlato di problemi.
Spero anch’io stia bene, perchè, oltre che un valido interlocutore, è un vero signore. GdL
D’accordo anch’io, un saluto a Bruno!