Ancora una volta, in questo caso a Massa, un progetto che ha come obiettivo il contrasto degli stereotipi di genere, rivolto ai bambini delle scuole statali, è diventato oggetto di contestazione. O forse sarebbe meglio dire che è diventato oggetto di strumentalizzazione politica e ideologica, visto che a cavalcare l’onda sono sempre partiti e gruppi di aree ben precise, ertisi a difensori di identità da imporre a tutti. Chi non è d’accordo è elemento di disturbo, pericoloso per quell’ordine sociale che vuole tutti corrispondenti a determinate categorie, oppure collocati ai margini della società e privati del diritto di rivendicare la loro, di identità; tutti cristiani cattolici, gli altri sono strani, e se sono pure atei è ancora peggio; tutti maschi e femmine, gli altri o sono froci o sono amici dei froci, e non è chiaro cosa sia più deprecabile.
Ma loro non la pongono mai in questi termini, no. Tutt’altro. La stessa mamma massese che ha ritirato sua figlia dalla scuola, per salvarla dalle maestre che a suo dire volevano inculcarle la “teoria gender”, lo ha detto chiaro all’intervistatore: «Insegniamo ai nostri figli a rispettare tutti, a voler bene, ad aiutare i più deboli, ad essere buoni e misericordiosi». È sempre così, tutti sono contrari a qualunque forma di intolleranza e nessuno è omofobo, ma guai a parlarne a scuola perché non si tratta di argomenti per bambini. Eppure è proprio ai bambini che andrebbe insegnato a non diffidare o temere chi è diverso. Farlo con i grandi non serve a nulla perché avranno già assimilato una certa visione delle cose, e non è affatto detto che sia quella corretta dal punto di vista sociale.
La mamma ha poi aggiunto: «Insegno a mia figlia a rispettare tutti, ma non posso permettere che le si dica che potrebbe, un domani, non essere più donna». A guardare i contenuti del progetto, però, non sembra proprio che a sua figlia si dica questo. Sul banco degli imputati ci sono due fiabe; la prima racconta delle gesta eroiche di una principessa che va a salvare il suo principe dal drago, la seconda di un bambino maschio che desidera una bambola che il padre non vuole regalargli. Abbiamo dunque dei protagonisti maschi che rimangono maschi e femmine che rimangono femmine, solo gli stereotipi vengono ribaltati. Questo vuol dire insegnare a non identificare il proprio genere con il sesso biologico? Ci vuole un bel po’ di fantasia per affermarlo, oltre che una buona dose di disonestà.
E allora forse, come dice la professoressa Biemmi che è direttrice della collana e formatrice nell’ambito del progetto, c’è altro dietro a questa polemica. La curia da una parte, e il sottosegretario Toccafondi dall’altra, pongono l’accento sul diritto costituzionale dei genitori di educare i propri figli e mettono in guardia da eventuali derive “gender”. Lo stesso ha fatto il capogruppo di Fdi nella Regione Marche in riferimento a un’altra vicenda simile in una scuola di Tolentino (MC), richiamando una mozione votata in Consiglio Regionale contro “l’introduzione dell’ideologia gender nelle scuole”. Il solito spauracchio quindi, sempre utile per aizzare le famiglie contro la scuola pubblica e portare acqua al mulino di quella privata. Già, perché guarda caso è proprio in una privata cattolica che la bambina massese è stata iscritta dai genitori, che tra l’altro hanno tenuto a sottolineare di aver affrontato “un notevole sacrificio economico”. Magari una cattolica come quella che a Trento insegna ai bambini che “l’omosessualità è un disordine nella costruzione della propria identità” e che bisogna dunque “accompagnare l’omosessuale perché modifichi il suo orientamento”. Il tutto con il contributo economico dello Stato, ça va sans dire.
Intendiamoci: nulla da eccepire sul principio della libertà educativa in sé. È più che giusto, e certamente è piena facoltà dei genitori iscrivere la propria figlia a una scuola con un piano formativo che ritengono valido, ma pare che l’iniziativa della scuola di Massa, che tra l’altro è finanziata dalla Regione e promossa dalla Provincia, fosse presente nel Pof e allora forse il problema è che loro non l’hanno letto. Ma al di là di questo, fino a che punto il principio della libertà educativa dei genitori può condizionare il ruolo della scuola pubblica? Cosa intende di preciso Toccafondi laddove scrive che «il compito della scuola è quello di supportare i genitori nell’educazione, non di sostituirli»? Perché si fa presto a sbandierare degli slogan, ma se questi devono avere come scopo quello di privare la scuola della sua funzione educativa non va affatto bene. La scuola, e prima ancora di essa lo Stato che la istituisce, ha il dovere di educare alla cittadinanza, al rispetto di tutti, al contrasto a discriminazioni e intolleranze. In altre parole, ha il dovere di formare dei cittadini. Altrimenti si sancisce non già un diritto all’educazione, ma piuttosto un diritto alla diseducazione.
Sarebbe interessante, poi, sapere cosa ne pensano Toccafondi, la curia e la famiglia di cui sopra, del fatto che ai genitori non cattolici questa libertà educativa non viene riconosciuta. Il vero insegnamento ideologico presente nella scuola pubblica, infatti, non è l’inesistente “teoria gender” ma è l’invadente “religione cattolica”, che costringe i non cattolici tra scegliere se far comunque frequentare l’Irc ai propri figli, con buona pace dei propri convincimenti, o affrontare l’incertezza di un’alternativa troppo spesso negata. Anche per questo l’Uaar ha chiesto ai parlamentari italiani di rivedere l’attuale normativa, spostando almeno l’Irc in orario extra curricolare. E riconoscere così due diritti in un solo colpo, quello alla libertà di culto o non culto e quello alla libertà educativa. Solo pochi mesi fa Bagnasco si scagliava contro l’inserimento dell’educazione sessuale nei programmi scolastici chiedendo che si svolgesse facoltativamente a al di fuori del monte ore scolastico. Per coerenza, non dovrebbe quindi avere problemi ad accettare lo stesso principio per l’Irc.
Massimo Maiurana
“Ma loro non la pongono mai in questi termini, no. Tutt’altro.”
Appunto, la cosa più ributtante é la loro sconfinata ipocrisia.
E’ si ipocrisia, ma credo dovuta alla supponenza di avere la verità ed essere nel giusto perpetuo!
E’ come dire: io non sono assolutamente razzista, ci mancherebbe, é solo che i negri mi danno fastidio.
Non sono io ad essere razzista. Sono loro che sono napoletani!
Fosse per me ribalterei ancora oltre gli stereotipi.
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C’e` una principessa della razza dei draghi che va a salvare il principe drago imprigionato dagli umani cattivi cavalieri al servizio del re crudele italiottor III.
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Ed inoltre racconterei la favola della bimba Matilde che voleva costruire il plastico di trenini piu` grande di tutto il paesello italiota recuperando materiali di scarto e facendo schiattare di invidia tutti i bimbi italioti ciccioni ed obesi e rinc@@@@@ti davanti alla tivvu` e/o agli aipad a giocare (su imitazione delle mamme popolanaCCie) tutti il giorno ai giochini dei soCCial network.
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Altro che le favolette gender…queste si che sarebbero storielle rivoluzionarie E ribalterebbero ancora ulteriormente gli stereotipi ribaltati dalle due favolette della teoria gender.
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia).
Questo genere di problemi nascono nel momento in cui qualcuno (individuo o gruppo), in alto, decide a tavolino che chi sta sotto dev’essere “formato” secondo dei desiderata univoci. Il colpevole è il desiderio delle dirigenze di farsi padroni a tutto tondo. Ovviamente quel desiderio è incarnato in persone con nomi e cognomi e con responsabilità personali ma, trattandosi a tutti gli effetti di personaggi sociopatici che ritengono di poter disporre dei “sottoposti” come meglio credono, quei nomi e cognomi vengono offuscati e diluiti.
In parole povere, la società sta tornando rapidamente ad assumere una struttura che ricorda molto da vicino quella del ‘6/700. Non è un caso, ma il risultato d’un progetto d’ampio respiro, perseguito con costanza e determinazione da personaggi dalle grandi capacità e dalle pessime intenzioni. Festa grande!
Io non ho capito a chi ti riferisci, se ai programmi scolastici decisi da chi sta in alto o alle preferenze educative decise da chi sta in alto.
L’unica cosa chiara e’ che, insomma, sono sempre gli altri a decidere.
Non importa a chi mi riferisco, ho semplicemente preso il caso specifico come pretesto per affermare un principio generale: dettare “regole di pensiero” uniformate dall’alto è una carognata, e non c’è da stupirsi se le carognate generano reazioni.
@benjamin_asino:
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Ma di cosa hai paura…il popolino italiota e` tutto contro la teoria gender senza SE senza MA e soprattutto senza nemmeno interrogarsi su cosa sia e dominati dal pensiero unico:
* * * brutti fr@@@i demm@@@da * * *
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Vai tranquillo che in questa italietta degli italioti semmai ci sara` una legge seria questa sara` fatta dopo l`anno 2030 (specie poi se gli italioti continuano a votare il piddi`cicci` e tutti i vari partitini italioti di contorno).
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia).
Questo scontro mi rammenta la scena del film dove Brancaleone e il bizantino si menano di brutto in un campo di grano, alla fine nessuno prevale ma il campo di grano è completamente devastato. Non vorrei che la parte del grano sia qui quella dei bambini.
Quello che non mi torna è la ‘intensità’ dello scontro, che, essendoci di mezzo appunto i bambini, non dovrebbe superare certi limiti. Certo non aiuta il fatto che la chiesa consideri la scuola il ‘suo’ campo di grano.
Questa madre non si rende conto che se non ci fossero stati più di cent’anni di lotte femministe, e quindi di genere, lei non avrebbe tutta questa libertà di espressione, e sua figlia, dopo aver imparato i rudimenti del leggere e scrivere, avrebbe come unica scelta quella di sposarsi e figliare come una coniglia.
@mafalda:
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Come direbbe un comico di uno dei pogrammi della premiata ditta Dandini & Guzzanti (mi sembra era Cacioppo) questa simpatica italiota ti risponderebbe:
* * * Il femminismo…ma e` tutta robba vecchia…di sinistra…si puo` buttare. * * *
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia).
@Mafalda
Non conosco il testo delle 2 favole “incriminate” citate sopra,ma probabilmente quella che ha impensierito la madre e’ soprattutto la seconda.
Dopotutto ormai,in occidente beninteso,un sacco di ragazzine praticano judo,karate o arti marziali varie e si affrontano in pubblico nelle gare,come pure un sacco di giovani donne si arruolano nei vari eserciti,maneggiano tranquillamente fucili,bazooka e bombe,
o pilotano aerei da combattimento,senza che nessuno se ne stupisca.
Per cui una fanciulla “ammazzadraghi”ormai e’ordinaria amministrazione.
Un ragazzino che ami le bambole invece,ammettiamolo,ispira ancora un certo non so che .
Laverdure
E magari la signora si sarà arrabbiata col marito perché non cambiava i pannolini alla bambina o non la spingeva in passeggino…misteri femminili.
brava Mafalda, sono d’accordo.
Ma applicare le idee di Friedman (swt) parrebbe così brutto?
Niente più questioni su principesse virago o insegnanti poco gay friendly.
I genitori decidono qual è la scuola per i loro figli e si crea un sistema di finanziamento basato sulle preferenze.
Lo Stato consegna un buono alle famiglie, che lo spendono nella scuola che ritengono
migliore, statale o privata, confessionale o laica.
LIBERI DI SCEGLIERE.
Troppo intelligente e civile?
Direi troppo ipocrita.
La scuola deve essere pubblica, e basta. Ormai abbiamo abbastanza esperienza per definire la scuola pubblica l’unica che tiene conto della realtà e di tutti perché a tutti soggetta.
La società non è stupida, anche se l’azione di molti politici tende a farne un elemento di stupidità.
Mi sa che qui c’è tanta ideologia e ipocrisia, egregio Manlio, perché in tutta Europa nessuno va più in giro a dire che solo lo Stato sa fare una… Buona scuola.
A Giannino, al quale pare non si possa rispondere direttamente.
In Europa non lo so, ma in UE è certamente come dici tanto è vero che la UE è una combriccola di fascisti in una UE che è evidentemente fascista. Non mi pare che ci volgia una dimostrazione; oppure tu vedi democrazia in UE?
@LaR
E rischiare di ritrovarsi futuri politici che pensano si governare a suon di preghiere? No, grazie .
Come no, così i fascistelli di forza vecchia si fanno la loro scuola con la favoletta del negro che sta sull’albero a mangiare le banane e noi gliele finanziamo pure. Geniale!
@Lar:
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In un sistema dove tutti sono liberali classici, persone perbene. se ricchi mecenati e fruitori del principio che ogni scuola deve dare ad ogni figlio pari opportunita` e pari condizioni nella lotta leale e libera del mercato del lavoro potrebbe dico potrebbe anche funzionare.
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IN questa italietta degli italioti meglio una scuola pubblica (con tutti i suoi difetti) E se uno vuole pagarsi la scuola privata cavolacci suoi (se non sbaglio qui Florenskiy ha dichiarato che per fare frequentare la scuola delle suore italiote ha venduto il suo chalet di montagna…onore al merito).
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia).
Lar
Sei proprio sicuro? Considera che la presenza di alunni islamici nelle classi è sempre più numerosa: se questi bambini frequentassero scuole private musulmane, ben presto le usanze e i privilegi cattolici finirebbero. O forse simpatizzi per l’islam? Uno stato deve avere una scuola laica, uguale per tutti, priva di condizionamenti religiosi di qualsiasi tipo. È una garanzia di libertà per TUTTI i cittadini, non solo per quelli religiosi e con figli.
Non ho capito il nesso tra islamici frequentanti scuole private e fine dei privilegi cattolici. Puoi spiegarti meglio?
Francesco s
Le scuole private in Italia sono in maggioranza cattoliche e formano in maggioranza futuri cattolici. Presumo che anche per le scuole private musulmane potrebbe essere così. Lo stesso Dawkins ha lanciato più volte l’allarme sul prolificare delle scuole private ad indirizzo islamico in Inghilterra. Poiché il numero degli studenti cattolici diminuisce e cresce quello dei musulmani, immagina come sarebbe il loro futuro se non ci fosse una scuola statale solida dove tutti sono uguali e dove non si predicano ideologie religiose. Non conviene neanche ai cattolici puntare sulla scuola privata.
Capisco ma non credo che a chi gestisce scuole cattoliche interessi questo discorso, perché può cambiare facilmente clientela, camiano i contenuti dottrinali ma la sostanza è la stessa.
A proposito di libertà di scelta, guardate un po’ che fine fa quando un settore viene di fatto monopolizzato da una sola parte che non ha certo il pluralismo come ragione di vita:
http://www.irishmirror.ie/lifestyle/family/barrister-dad-slams-school-law-6759990
In pratica ci sono città dove non c’è alternativa alle cattoliche, e i genitori sono perfino costretti a battezzare i figli. Ma ovviamente questo non è un problema per i LaR, per gli Umm, per gli Enrichi…
Sareste favorevoli se in una scuola elementare o media inferiore si mostrasse un eroina che per salvaguardare la propria verginità preferisce la morte alla perdità della purezza?
preferisca la morte..
Che tenero. La vergine che preferisce la morte alla perdita della purezza, che poesia 😀
Enrì, ma la vita non era sacra dalle tue parti? Cos’è i peccati sono tali solo quando conviene (domanda retorica)? Ah, le contraddizioni del moralismo alla cattolica…
la martire non cerca la morte l’accetta.
A meno che non si chiami Welby o Nuvoli, perché in quel caso non gli è concesso accettare un bel nulla. Ha il dovere di vivere, senza se e senza ma
@Enrico
Beh Santa Maria Goretti ha già uno sceneggiato e a scuola c’è già Lucia Mondella… Facciamocela bastare… 😊
Almeno finché non ci epurano pure Dante e Manzoni… 😝
E poi non capisco cosa c’entri la “perdita della purezza”: Maria Goretti si era ribellata a un tentativo di stupro, non certo a una tentazione romantica. Si vuol intendere che se una donna subisce una violenza (non certo piacevole e non certo voluta), allora “perde la purezza”? E se una donna subisce una violenza quando già non era più vergine, allora lo stupro è meno grave?
@ Enrico
Dunque uno può scegliere di morire per salvaguardare le parti basse ma non se soffre terribilmente a causa di una malattia…
Che etica sublime la tua Enrico…
Accetta non sceglie per egoismo.
@Enrico
C’è sempre egoismo. Nello specifico quello di crepare pensando che il ho dio sarà contento e si finirà in paradiso. Le s.tronzate su purezza e alti valori sono solo un modo per indorare la pillola. La Goretti scandalizza solo te, An He se non te ne rendi conto. Che se avesse piantato un coltello nelle p.alle dell’aggressore non sarebbe tanto santa. E magari l’avrebbero anche accusata di omicidio in contumacia.
Prova a darti sollievo, ogni tanto, ne gioveremmo anche noi.
Ah, mai che ti venga da pensare che gli stupri sono conseguenza della cultura cattolico-sessista di cui ti vanti.
Vorrebbe significare che non c’è stata educazione scolastica, seria educazione che può venire solo da una scuola pubblica, né per l’eroina, né per il suo omicida.
Mi fermo qui perché non sono uno psicologo; ma sospetto che se ci raccontassero i fatti reali, anche l’eroina avrebbe qualcosa di cui vergognarsi o di cui non andare fiera.
Quindi, secondo il tuo ragionamento, Tutti quelli che non sono andati ad una scuola pubblica non hanno ricevuto una educazione seria.
Manlio, parlami ancora di democrazia, di rispetto delle differenze, di accoglienza del diverso, dai che ti ascolto!
@Giannino
Prova a vedere i dati OCSE. Dai, che poi ne riparliamo!
Giannino
Effettivamente, almeno per quel che riguarda le scuole cattoliche:
Rispetto delle differenze: il numero degli extracomunitari è bassissimo, e gli alunni provengono un po’ tutti dalla stessa classe sociale.
Accoglienza del diverso: non mi risulta che ci sia una larga accoglienza per i disabili come invece avviene nella scuola pubblica.
Democrazia: beh, se i contenuti delle discipline vengono plasmati sulle esigenze di direttori e genitori cattolici…Non ho mai insegnato nelle scuole dei preti, ma negli asili si comincia presto ad inculcare le preghierine.
Al di là delle sue basse insinuazioni sig. Padovan perchè pensare solo al caso Goretti che tanto vi scandalizza?
Enrico: guarda che il “caso Goretti” l’hai tirato fuori tu, eh.
Mica sono i tuoi interlocutori laici che ci stanno a pensare dalla mattina alla sera.
E comunque, se proprio si deve esplicitare il “perché mai il caso Goretti dovrebbe scandalizzare” un laico, ti tispondo subito: perché il cosiddetto caso Goretti, o meglio la sua ignobile strumentalizzazione successiva, è l’esempio perfetto di tutti i più beceri pregiudizi maschilisti e sessuofobici che hanno
Innanzi tutto, la storia ci è stata presentata come se non ci fosse nessuna differenza tra rapporto sessuale consensuale e rapporto sessuale violento.
Che ci piaccia o no, quella povera ragazzina fu aggredita e ferita a morte perché aveva cercato di difendersi come una leonessa da un tentativo di stupro (che è un’esperienza brutta, spaventosa e traumatica)… NON CERTO perché aveva scelto di rinunciare a una dolce tentazione di godimento romantico (che invece può benissimo risultare attraente).
Se si fosse trattato di un normale corteggiamento amoroso, la ragazza poteva tranquillamente dire di no, e la cosa sarebbe finita lì, senza che il corteggiatore tirasse fuori il coltello.
Se ha tirato fuori il coltello, vuol dire che si trattava di una situazione di stupro bello e buono, e non certo di un corteggiamento romantico con chissà quali lusinghe di piacere.
Quindi, tutta la fuffa patetica sulla martire eroica che “accetta il sacrificio per difendere la propria purezza”, è roba semplicemente disgustosa. La ragazzina non ha difeso la propria purezza rispetto alle tentazioni del godimento sfrenato… ha difeso la propria PERSONA contro un’imposizione violenta che non avrebbe voluto, e che non le avrebbe comunque procurato nessun godimento e nessuna soddisfazione.
Se il cialtrone, oltre a ucciderla, fosse ANCHE riuscito a violentarla prima, anche nonostante i suoi strenui tentativi di difesa (infliggendole una sofferenza e un’ingiustizia ancora peggiori), come purtroppo succede spesso , non se la sarebbe filata nessuno, non sarebbe stata considerata una nobile paladina dell’integrità della purezza, e non l’avrebbero fatta santa:
sarebbe stata semplicemente una delle innumerevoli vittime di fattacci di cronaca che ci sono ancora, e che 100 anni fa in ambienti poveri e degradati erano ANCORA più comuni.
Mi sono spiegata?
L.
@Enrico
Sono favorevole a non leggere le tue fesserie. E sarei favorevole all’insegnamento del rispetto reciproco non condizionato da insulse posizioni fideiste , dell’educazione sessuale non influenzata da pudori e mortificazione, che già questo sarebbe utile per contrastare il fenomeno dello stupro, il quale, piaccia o meno al pio cattolico che dimostrò di essere, è conseguenza di una cultura in cui la donna è ancora bistrattata. Non mi aspetto che tu colga…
@Enrico:
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SI certo io sarei favorevole !!!
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Per due motivi i bimbi grandicelli (diciamo questa storiella dagli 11 anni in su) imparerebbero quindi queste due lezioni:
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L01) Quanto sia schifoso e vigliacco un uomo che stupra una donna (e spesso io mi chiedo come sia possibile farlo talmente mi disgusta l`idea).
L02) La verginita` e` solo un discorso biologico e non di purezza spirituale.
Alla prima volta fara` un po` male per la rottura dell`imene ma dopo liberta` e consapevolezza di usare il proprio corpo per il piacere personale.
——
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Poi sarei anche favorevole ad insegnare ai bimbi e alle bimbe la storia di Peter Parker e del fatto che da un grande potere deriva una grande responsabilita`.
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E poi scusami ma la purezza della verginita` vale solo per le donne ?
Gli uomini invece per definizione sono sempre puri e candidi anche senza essere vergini ?
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firmato: Mago Sumadart Son (grande studioso di italiottologia).
La verginità è spirituale e per essere completa necessita di essere completata da quella fisica.
@Enrico:
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Quindi nel momento in cui si smette di essere vergini si smette di essere puri ?
Ma questo discorso di purezza & verginità vale solo per le donne ?
E se uno rimane vergine fisicamente e fa pensieri impuri…è come se perdesse la verginità ?
E se ad una donna capita la rottura dell’imene per motivi estranei ad un rapporto sessuale e/o masturbazione in automatico perde la purezza spirituale ?
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firmato: Mago Sumadart Son (colui che più indaga sulle religioni e più continua a trovare incoerenza ed illogicità).
Enrico
Certo che hai delle fantasie strane…
Il suo modello è il Silas del Codice da Vinci.
Le fantasie di Enrico sono per lo più sessuocentriche e la cosa mi lascia perplesso non poco.
Una eroina che accetta la morte pur di non perdere la purezza? E’ una idea degradante. Non si perde la purezza. Caro hai visto la purezza… l’avevo messa sul comodino ieri sera. Non perde la purezza viene violentata. Diciamo le cose come stanno che preferisce essere uccisa anziche cedere a un violentatore e no non e’ un’eroe e’ una vittima e il violentatore e’ un deliquente.
L’idea stessa di libertà educativa dei genitori va attentamente limitata. Forse i mafiosi hanno il diritto di educare i propri figli alla criminalità, i fascisti alla violenza politica, i tossicodipendenti alla droga? E’ chiaro che questo diritto non può essere assoluto e il diritto della società a formare cittadini responsabili e rispettosi delle libertà altrui deve essere prevalente sui diritti dei genitori a formare i figli secondo le proprie, spesso assurde, convinzioni.
@ G.B.
Hai espresso esattamente il mio pensiero.
@GB
Come disse Leonida: “questa è Sparta”.
Questa idea arriva tardo: migliaia di anni dopo Licurgo e 80 dopo i figli della lupa e la gioventù hitleriana.
Ops tardi… Postando da mobile fioccano i refusi.
Ma sono certo che saranno spazzati via anch’essi dalla rivoluzione culturale e dal sol dell’avvenir…
@ Umm
Suvvia, assomiglia di più ai figli della lupa o alla gioventù hitleriana una scuola cattolica che quella pubblica.
In questa si possono trovare insegnanti di diverse idee, in quella anche, basta che sia l’unica ammessa.
@Ste
Allarga lo sguardo… al suo interno ogni micromondo sarà uniforme, ma finché ne puoi scegliere diversi hai tanta diversità… se il mondo è uno solo onnicomprensivo no. Scuola pluralista… mah, si per ora, ma se la mentalità con cui organizziamo le cose è top down non dura a lungo nessun pluralismo. Anche per te dovrebbe essere meglio la certezza di avere qualche plotone di di lobotomizzati che la possibilità ancorché non certa di una totalità di lobotomizzati.
Per conto mio sto con Nozick e la Thatcer meno stato c’è, meglio è.
Ok, il liberalismo non è affatto il pensiero cattolico, ma mi facevi così banale? Suvvia…
@ Umm
Il tuo discorso non farebbe una piega se lo stato non ci mette i soldi: te ne sei dimenticato…
sopra:
se non ci mettesse…
@Stefano
Se mi concedi la deducibilità fiscale (lo stato riconosce che non erogandoti un servizio risparmia e ti infila meno le mani nelle tue tasche) posso concordare su quello che dici ed essere favorevole a una non contribuzione pubblica.
Umm
Non mi pare che il sistema scolastico britannico sia un modello da prendere ad esempio. Non mi risulta che sia in testa alle classifiche. Poi certo se vogliamo creare dei ghetti o delle scuole elitarie e guardare solo a quest’ultime.
La Tatcher ha liberalizzato. i risultati sono così positivi?
Le piace il sistema delle faith schools?
O il sistema sanitario privato basato sulle assicurazioni sanitarie?
Le scuole confessionali prendono meno stranieri e meno portatori di handicap, per non parlare degli stipendi e del lavoro nero. Facile presentare poi i risultati come maggiore efficienza.
Ma la Thatcher non era neoliberista?
Non è che scuola e sanità pubblica in Uk siano una meraviglia. C’è meno stato, e più miseria.
@Gmd85 e @RobertoV
Sono stato effettivamente poco chiaro, accompagnando due concetti (le detrazioni e la Thatcher) la qual cosa poteva indurre a pensare che mitizzo il sistema britannico. No: non lo mitizzo, anche perché non è che lo conosca così bene da poterlo fare.
Però, molto più banalmente, possiamo cercare delle vie di mezzo di buon senso? Possiamo anche attenerci al sistema italiano che vede pubblico e privato coesistere come arricchimento dell’offerta? Possiamo venire incontro a voi che chiedete meno costi per lo stato da parte della scuola privata e allo stesso tempo farvi notare che se uno non usa un servizio della fiscalità generale, ma ne usa uno per conto suo forse gli si può scontare questo servizio facendo felici tutti? Possiamo semplicemente immaginare un mondo dove vi sia pluralità di possibilità? Perché poi questo è il punto: non ottenere una società organizzata dall’alto (i tentativi da Stalin a Mussolini, passando per Bokassa e chi altri sono stati fallimentari), ma una organizzata dal basso? Certo occorrono dei compromessi. Ma la politica è questo. L’idea di purezza delle idee lasciamola a quelli dell’Isis…
Umm
Esistono anche società regolate dall’alto che funzionano tipo i paesi scandinavi. Perchè fare riferimento sempre a Stalin?
Pluralità non vuol dire pluralità di regole. Le regole devono essere uguali per tutti. Ed anche il privato vi deve sottostare, altrimenti si sta barando.
Libertà non vuole dire zona franca dalle regole dello stato democratico, o autorizzazione a farsi uno stato nello stato e le proprie regole.
Le scuole private cattoliche mi sembrano proprio l’opposto di libera iniziativa dal basso. Non mi pare che la chiesa cattolica sia strutturata in questo modo, nè che questi siano i suoi fini. Scuole poi che si rifanno al modello di indottrinamento di Don Bosco ……
@ Umm
Riguardo alla faccenda stato o non stato si possono avere le più varie opinioni in merito all’invadenza. Quello che mi pare importante, però, è che quando interviene lo faccia nei confronti della generalità della popolazione, senza distinzioni.
Ecco perché non mi pare corretto finanziare giubilei, destinare parte del gettito a religioni, a scuole private, mettere croci in uffici pubblici o concedere o meno diritti sulla base delle credenze religiose di chicchessia. Questo sia si seguano i monetaristi o i keynesiani di vecchia memoria.
@ Umm
Vediamo un po’ se mi danno un bonus per una TV premium…
I costi fissi per l’approntamento di un servizio pubblico sono alti, se qualcuno non ne usufruisce rimangono tali, non diminuiscono sensibilmente.
Aggiungi che per quanto riguarda la scuola i contributi a quelle private mi paiono dati in palese violazione del dettato costituzionale. Poi, qualcuno ha inventato l’esegesi e bla, bla vero? 😉
@Umm
Se usi un bus pago un biglietto, se scelgo l’auto, pago un sacco di tasse. Su quale principio la scuola privata deve ricevere sconti? Come si fa a coniugare la richiesta di non dover finanziare le scuole private con concedere loro degli sconti?
Gli individui non sono in grado di organizzarsi totalmente dal basso, soprattutto nei grandi gruppi. Ergo, una serie di leggi e linee guida sono necessarie. Non accettare un cambiamento vuol dire essere incapaci di evolvere e ciò è ancor più irritante quando la motivazione è fede cieca, sia essa esplicita o espressa con panegirici vari su valori, famiglia e via dicendo.
@ Umm
E cosa hanno fatto i genitori in questione? Cosa fa chi tuona contro attacchi alla famiglia? I genitori e i politicanti che tuonato contro la fantomatica teoria gender bandendola con apposite mozioni cosa fanno? Te lo chiedo, visto che parli di antipatie.
La rottamazione è utile, si tolgono di mezzo i vecchi veicoli, se ne comprano di nuovi e l’economia gira, in teoria. Una scuola che non paga tasse e che pretende anche finanziamenti è solo un peso. Escluderei la salute dai termini di paragone. La casa rientra nel discorso generale sull’economia.
Per la storia del Drago ricorderei che è Gretel che salva Hansel dalla strega quindi nulla di eclatante… Fiaba non nuova potevano tenerla… il problema è più che altro estetico e riguarda le bambole. Non ci farei giocare volentieri neppure una bambina femmina. Meglio le pentole e i fornelli che si prepara la gioventù a un reality di cucina…
@Umm:
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Per la serie piccoli italioti crescono hai detto bene:
“Meglio le pentole e i fornelli che si prepara la gioventù a un reality di cucina.”
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Anche se ricordo una tizia parlare alla macchinetta del caffe` del fatto che la figlia undicenne (dicasi undici anni !!) teneva compagnia alla nonna (una vecchiaCCia italiota) nel vedere insieme uomini & donne di maria de filippi.
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Sara` che forse io sto invecchiando ma ai miei tempi le bimbe vedevano lady oscar (trasmesso dalle tivvu` di berlusconi) che volendo e` un ottimo esempio di teoria gender ante-litteram 🙂 .
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Agli italioti che mi leggono (specie quelli della mia generaizone) dico quindi di abituarli sin da piccolini a vedere il grande fratello E alle feste dei bimbi tipo a partire da una certa ora fare le nominescion per quale bimbo/a mandare a casa prima della fine della festa.
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firmato: Mago Sumadart son (grande studioso di italiottologia).
Mago, se la de filippi non sembra gender. ..
Comunque è da irresponsabili permettere a un bambino di vedere certi programmi.
@sumadart son
Di lady Oscar ricordo male o c’era pure un nudo femminile integrale trasmesso nella sigla? Detto ciò Lady Oscar per quella ambiguità era a tratti inquietante, quindi credo fosse l’opposto di quello che si vuole trasmettere oggi che è invece una rasserenante normalità.
Gretel salva anche se stessa: prigioniera come il fratello, avrebbe fatto la stessa fine. Qui si parla di un’avventura, una bambina che decide di affrontare il drago senza averne necessità personale.
Le fiabe si ripetono nel senso che ci sono sempre gli stessi elementi, come insegnano a scuola parlando di Propp, ma ognuna può offrire qualcosa di nuovo. Questa fiaba del drago e della bambina è del 1980, e ha avuto successo, ne hanno fatto un cartone animato: non male per una storia per nulla eclatante..
@Sandra
Ok per Propp. Ok per la sottile distinzione tra “salvare se stessi” e “non avere necessità personale” (sottile nel senso che non mi pare rilevante, ma se per te lo è va bene pure per me). Quello che volevo solo dire è che da una riscrittura di un mito in cui semplicemente mi si cambia il sesso del protagonista non mi aspetto grandi cose, se non che qualcuno vuole dirmi che uomini e donne sono uguali. Già lo so. E se uno è così asino da non saperlo non credo glielo insegni una riscrittura. Quindi lo trovo un fenomeno un po’ stucchevole. Ma siamo nella categoria dell’estetico. E non ho visto i disegni (magari bellissimi). Quindi ogni opinione avversa alla mia ci sta benissimo.
Leggendoti, mi è venuto in mente un elemento a cui non avevo pensato ieri… Pippi Calzelunghe… ecco forse dovessi fare qualcosa di credibile a scuola su maschi e femmine partirei da lì. Direi le stesse cose della cacciatrice di draghi, ma sfrutterei almeno pre-esistente della letteratura senza dovermela inventare apposta. Perché alla fine, e questo è il vulnus, abbiamo bisogno di raccontare storie che approfondiscano i miti, non che li riscrivono. Riscrivere è facile, approfondire no. Per questo riscrivere non mi scalda l’animo.
Scommetto che ‘sti zelanti genitori poi sono gli stessi che, di fronte al sacro focolare del televisore di casa propria, seguono goduriosamente gli sviluppi di amenità mediatiche come il “Trono di spade”, in cui non ci si fa mancare nulla di sgozzamenti, incesti, stupri, sacrifici umani, torture, infanticidi, arruolamenti di bambini-soldato, e matrimoni combinati di spose dodicenni contrattate a pagamento.
Oppure, almeno, sono gli stessi genitori che espongono tranquillamente ogni giorno i propri figli ai telegiornali nazionali (perché quelli non sono mica fiction, sono informazione, e il cittadino serio ha il dovere di informarsi), che sono diventati a loro volta un pantano di trucidaggini e di morbosità del tutto indistinguibile dalle saghe fantasy-horror più becere…
paniscus
Lascia stare “Il trono di spade”! 🙂
Nella versione cinematografica hanno preferito amplificare (gozzamenti, incesti, stupri, sacrifici umani, torture ecc. ecc) quel che nel libro incide solo per un 2-3% dell’intera opera.
Un po’ come “It” di S.King, dove le pagine che fanno paura saranno una cinquantina su 1200.
Ti invito a leggere entrambi 🙂
Ciao
Gianluca
Il telefilm, pur generalmente buono, a parte la scelta di alcuni protagonisti, non è assolutamente a livello dei libri. È la serie fantasy migliore dopo quelle di Tolkien. Purtroppo il telefilm abbonda in scene di nudo davvero gratuite.
Paniscus
i genitori che si scandalizzano per i libri gender o il gay pride, ogni domenica mattina mandano i pargoli a vedere uno spettacolo discutibile, con uomini vestiti di colori sgargianti, pizzi, copricapi appariscenti, che fanno mossette, inchini, coreografie magiche….non aggiungo altro.
non sono razzista, è lui che è negro – cit.
😀 boveri idaliani…
Nozick era un anarco-capitalista, e agli anarco-capistalisti, io rimprovero praticamente TUTTO, a cominciare dal nome che, ha usurpato e detrupato un’idea così nobile come l’anarchia (troppo nobile per gli uomini), e, a finire, rimprovero la loro stessa esistenza.
La Thatcher è stata un personaggio politico talmente negativo che, l’unica cosa buona, l’ha fatta in data 8/4/2013.
Essere dalla parte di questi 2 obbrobri, non depone a favore di chi dichiara d’esserlo. Se poi quello è pure cattolico, l’opera è “completa” (cattolico NON cristiano, cose diversissime, anche perchè il cristianesimo, nella sua essenza è inconciliabile col liberismo in tutte le sue forme).
Mi associo a quello che ha detto, più sopra, sul liberalismo, Manlio Padovan.
Una scuola lasciata completamente ai privati è una cosa che potrebbe andar bene se l’uomo non fosse quello che è. Vi ricordate l’episodio “L’educazione sentimentale” nel film “I mostri” di D. Risi, interpretato da Tognazzi e suo figlio? Dareste ad un padre come quello, la possibilità di scegliere a suo uso e consumo la scuola “adatta” per il figlio?
Se l’uomo fosse un essere corretto e affidabile, e, capace, al limite di vivere in una società anarchica (non anarco-capitalistica che sarebbe un mostro ed un ossimoro), potremmo senz’altro realizzare la piena libertà di insegnamento prefigurata da laR (che, come al solito, non risponderà più dopo il suo unico intervento), ma così NON è.
Saluti. GdL
“Scuola: inculcare l’incomprensibile nella indifferenza dell’incompetente”.
(J. M. Keynes)
errata corrige: “liberalismo” da sostituirsi con “LIBERISMO”. GdL
Secondo voi “Andrea” di de Andrè è una canzone “gender”?
Sembra che lo stesso De Andrè abbia spiegato che trattavasi di (copio e incollo) “una canzone contro la guerra sullo sfondo di un amore omosessuale”:
[Presentazione durante il concerto tenuto al Teatro Smeraldo di Milano (19/12/’92)]
“Questa canzone la dedichiamo a quelli che Platone chiamava, in modo poetico, i figli della luna; alle persone che noi chiamiamo gay oppure, per una strana forma di compiacimento, diversi, se non addirittura culi. Mi fa piacere cantarla così, a luci accese, a dimostrare che oggi si può essere semplicemente se stessi senza bisogno di vergognarsi”.
L’ho scoperto solo ora, grazie a te Mafalduccia 🙂 così come ho scoperto ad esempio che la puttana di Via del campo era un trans.
Conoscevo la spiegazione di de Andrè, mi chiedevo: cosa mai potrebbe succedere se un’insegnante la facesse ascoltare o imparare a scuola? Si può escludere un capolavoro e un artista di questo calibro perché parlano di omosessualità?
Molti avranno notato che ho dato una disboscata ai commenti. Dal pannello conto ben 17 messaggi cassati, tra quelli che erano stati momentaneamente pubblicati e quelli bloccati dal filtro, di OT su neoliberismo, su serie TV e altri OT vari. Per il momento ho lasciato quelli su Craxi perché almeno si riferiscono al suo presunto e deleterio (per lui) laicismo, ma piantatela anche con lui perché da questo momento non passano nemmeno quelli.
Fate i bravi, su 🙂
Ok, messaggio ricevuto.
Ora la risposta di questa mamma mi pare eccessiva e paranoica, ma credo che in generale sui contenuti ricreativi tipo le favole bisogna evitare sperimentazioni troppo spinte, non credo sia il questo il caso, almeno la favola della bambina non mi pare nulla di speciale, forse quella sul bambino che vuole la bambola ma non conosciamo i contenuti e forse non sarà nulla di che anche quella. Si tratta di contunuti marginali ed è meglio non forzare la mano cercando di essere quanto più inclusivi, in modo da evitare che questi genitori più rigidi ritirino i bambini, perché il danno va proprio contro questi ultimi. Meglio che stiano in un ambiente dove ci sono comunque persone di varia estrazione e modi dipensare invece di finire in qualche struttura privata dove c’è meno varietà di veduta. Si potrebbe rischiare un irrigidimento di rigurgito.
….. Magari una cattolica come quella che a Trento insegna ai bambini che “l’omosessualità è un disordine nella costruzione della propria identità” e che bisogna dunque “accompagnare l’omosessuale perché modifichi il suo orientamento”. Il tutto con il contributo economico dello Stato, ça va sans dire……Dice l’articolo….. Questo la dice lunga sulla qualità e l’onestà intellettuale, ma anche competenza in diverse branche, dell’insegnamento in certe scuole italiane…
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Potrei sbagliarmi non avendo frequentato scuole secondarie in Italia, ma ritengo che ci sia un limite oltre il quale non è conveniente –o controproducente – insegnare a bambini di età inferiore ai 10-12 anni (scuole elementari) la problematica tipo « orientamento o genere sessuale » ! A questa età i nuclei e reti cognitive non sono completamente sviluppati ed è proprio per questo motivo che non è in grado d’interpretare correttamente questi avvenimenti atipici. A mio modesto parere, l’insegnamento della sessualità con tutte le sue varianti, deve inevitabilmente iniziare all’inizio delle scuole secondarie, nel periodo dell’inizio dell’adolescenza in poi. Quindi insegnare razionalmente –senza nessuna influenza dogmatica- i punti più delicati e difficili da capire verso la fine dell’adolescenza quando la struttura dell’encefalo è (salvo eccezioni) completa (all’incirca 15-16 anni).
sono d’accordo.
Così come – non so se il paragone possa calzare alla perfezione, e anche nel mio caso potrei sbagliarmi – non mi sembra opportuno iniziare con lezioni interdisciplinari già dalla prima classe elementare (cosa che si fa a RE alla scuola primaria Loris Malaguzzi che adotta metodi del tutto alternativi) dato che mancano evidentemente le basi minime (al di là del fatto che ho molti dubbi sulla capacità dell’insegnante medio di tenere una lezione interdisciplinare).
È esattamente quello che intendevo qui sopra con l’esempio di Brancaleone: non intervenire a gamba tesa nella vita di soggetti, i bambini, non interessati a certe problematiche; ciò non toglie che sia fondamentale invece, fin dalla più piccola età,
evitare qualsiasi informazione distorta che possa protrarsi nell’età adulta.
poche settimane orsono, mai diar Diocleziano, raccontavo delle mie perplessità sul libricino Piccolo Uovo e qualcuno mi ha accusata di avere problemi con l’omosessualità.
Io penso di non avere tali problemi, semplicemente mi chiedevo se sia giusto – e io penso di no – “imporre” a dei bambini molto piccoli una serie di tematiche, oltretutto prima che siano loro a fare domande.
Poi magari mi sbaglio, ma se un bambino molto piccolo mi chiede come nascono i bambini, scusate, sarò retrogada e omofoba, ma io gli dico che nascono da un uomo e una donna (con qualsiasi tecnica).
A cominciare dalla preadolescenza ovviamente il discorso cambia, ma i bambini piccoli hanno bisogno – da quel che mi risulta – di schemi chiari.
@E.n.g.y
Bene, ora spiega perché pensi che il libro non sia adatto. O dobbiamo accontentarci della tua affermazione. No, chiedo, visto che parlavi di ragionare. Sentiamo quale sarebbe il problema di un libro che è fatto di allegorie e metafore, linguaggio perfettamente fruibile dai bambini. E dubito che il fine sia quello di confondere le idee su come nascono i bambini. Ma se proprio quello è il tuo timore, tanto vale cominciare dalle basi e inserire programmi di educazione sessuale ad hoc. O anche quella è pericolosa?
Engy
«… evitare qualsiasi informazione distorta che possa protrarsi nell’età adulta…»
Appunto.
E qui ci metto le spiegazioni fantasiose sulla riproduzione, la nascita magica
di gesù, dio che vede tutto… Babbo natale no, i bambini smettono spontaneamente di crederci ancor prima dei loro genitori. 😉
Lo credo anche io, ma non dobbiamo confondere gli schemi con gli stereotipi. Anzi, diciamo meglio: ai bambini bisogna insegnare e spiegare quali schemi sono positivi e quali negativi. Sensibilizzarli sugli schemi della natura da un lato e desensibilizzarli dagli schemi stereotipati e pregiudiziali dall’altro. Il tutto, comunque, a livelli consoni alla loro età. A quelli di 5 o 7 anni, le cose vanno spiegate in un certo modo, e a quelli di 8 o 10 anni, magari in un altro un po’ diverso.
Giorgio Pozzo,
giusta osservazione, poi sai com’è, nessuno è immune al 100% da visioni stereotipate.
Ma dicevo quel che ho detto anche perchè di recente ho visto una puntata di Matrix in cui si parlava di gravidanze surrogate e di coppie di gay maschi che si erano avvalsi di tale “procedura”. Bene, il papà Arcobaleno insisteva (incalzato da Formigoni che diceva che i bambini nascono pur sempre da un uomo e una donna) a dire che NO, il figlio suo e di suo marito/compagno era nato dal loro progetto di coppia …
@E.n.g.y
Perché, non è vero che un progetto di coppia è necessario? Buffo come i detrattori si limitino a dire “i bambini nascono da uomo e donna” e non si concentrino minimamente su tutto il resto. Formigoni, poi, è proprio il più adatto a parlarne…
Cioè si deve insegnare qualcosa sul sesso solo quando una persona già lo sta praticando? E mi spieghi a quel punto a cosa mai dovrebbe servire? L’inizio dell’adolescenza non è certo all’inizio del liceo. Secondo te alle medie non si pratica sesso? (non necessariamente penetrativo o completo, non sempre, ma sempre di sesso si tratta)
I ragazzi / le ragazze delle medie sono perfettamente in grado di affrontare un discorso su tematiche sessuali, incluse quelle sull’orientamento (che non è un “avvenimento atipico! chi è omosessuale all’inizio della pubertà di norma lo capisce molto chiaramente, ci si innamora spesso con più intensità -sentimentale, non sempre fisica- a 13 anni che a trenta!).
Iniziare alle elementari a mio parere sarebbe persino meglio, anche per “tappare le falle” della lacunosa educazione sessuale dei genitori italiani, o per mitigare i danni di un’eventuale educazione familiare repressiva, colpevolizzante od omofobica. E per far capire come difendersi da attenzioni indesiderate.
Flora puoi non condividere ciò che ha scritto Alessandro, ma devi prima capire bene cosa ha scritto. Non stressare troppo certe tematiche al di sotto di una certa età non vuol dire non parlarne affatto.
se ho frainteso mi scuso
@pandesini
Mai visto un bimbo che gioca con pentole e bambole?
@gmd85
Si, ne ho visti persino che giocavano con i loro escrementi !
Nonostante questo non sono riuscito a capire il senso della tua osservazione. Devi scusarmi ma il mio cervello non va oltre certi limiti…
@pandesini
Dico solo che già durante l’infanzia possono esserci i primi segnali di un orientamento sessuale. Inoltre, se non bisogna esporre i bambini a certe tematiche, si dovrebbe escludere anche la spiegazione della sessualità “normale”. Eppure i bambini hanno le loro pulsioni. Hanno quindi bisogno che gliele si spieghi e in questo scuola e famiglia sono incompetenti.
Credo che Giorgio abbia centrato il problema, o meglio, la soluzione. Il problema sono infatti i pregiudizi che i bambini assorbono in famiglia soprattutto, ma anche a scuola. Alle elementari (scusate il termine ormai obsoleto, ma vi sono nostalgicamente legata) i ragazzini sanno benissimo cosa significa gay e usano il termine, nella maggior parte dei casi, per deridere e offendere. Punire e predicare non serve a niente, anzi; mostrare invece stupore per il fatto che essere gay possa essere considerato strano o diverso, tranquillizza i bambini e spunta le armi dei bulli.
Mafalda, ciò non deve stupire, le scuole sono sempre state luoghi di violenza e di sopraffazione ed è anche vero che i ragazzi sono spesso più crudeli degli adulti (i sopravvissuti dei lager raccontavano che i kapò e le ss, più crudeli erano quelli più giovani).
Questa polemica sulla laicità della scuola, sull’omosessualità in essa e sulla libertà d’insegnamento è durissima anche perchè i cattolici (di cui visito sempre i blog) venderanno cara la pelle prima di permettere una scuola veramente laica e di far passare il ddl Scalfarotto sull’omofobia. Non sperate che il mondo cattolico verrà a compromessi in materia di scuola e di diritti civili.
Ogni giorno che passa, mi accorgo sempre di più di aver fatto la scelta ottimale, decidendo di non essere assolutamente padre. Per me è stato un atto di amore verso di loro, in quanto gli ho evitato tutte le problematiche, i conflitti e i mali fisici e psicologici del mondo. Uno che si trova nella NON – esistenza è al sicuro, fra l’altro, dal clero e dalla scuola!
Anche nel contrastare l’idea cattolica della vita ad oltranza e, a qualunque costo, ho contrastato la CAAR e le sue dottrine. Mi hai sentito, Enrico?
Saluti. GdL
“La vita è invivibile”
(C. Bene)
Saluti. GdL
errata corrige: “atto d’amore verso di loro” da sostituirsi con “atto d’amore verso i miei figli”.
Gdl
Alla luce degli ultimi commenti rimossi preciso un paio di cosine:
1) Questo non è un forum, è un blog e quindi i commenti non possono essere spostati in altre discussioni. Quindi, non inviate OT chiedendo che vengano collocati altrove perché ciò non è possibile, e se non esiste già un post sull’argomento di cui si desidererebbe parlare è perfino più che impossibile per ovvie ragioni;
2) La moderazione del blog non è argomento di discussione. Anche quello è OT, qui si discute solamente dell’argomento introdotto dal post. Qualche divagazione può essere ammessa se non troppo lontana dal topic e se maturata progressivamente, ma anche alla durata ci sono dei limiti, nel senso che la probabilità che duri è inversamente proporzionale alla sua OTtità. Naturalmente ciò che non c’entra proprio col topic viene rimosso direttamente;
3) Per effetto del punto 2, non è ammesso rispondere a questo mio commento 🙂
Buone discussioni.